(Dettato del
1951 ad A.Wolf)
Commento a
questa piccola Opera (a cura degli
“Amici della Nuova Rivelazione”)
۞
1.
L'ultima profondità da dove provengono le anime, non è
ancora riconosciuta. Qui vale la domanda: “L’anima, costituisce il figlio, oppure lo spirito? Che cosa merita la
precedenza?”.
Per portare brevemente vicino agli uomini l’immagine originaria della materia
in lungimiranza spirituale molto ristretta, si dovrà attendere da loro la
premessa di aprirsi a profondità maggiori, fermo restando se sono nelle
condizioni di comprendere tutto in una volta. Se qualcuno entra in uno spazio
chiaramente illuminato, oppure profondamente buio, in entrambi i casi l'occhio
deve abituarsi. Solo a poco a poco giungerà al possesso della facoltà
percettiva. Solo lo spazio di luce sarà riconosciuto velocemente, mentre nella
camera buia – sinonimo di materia, di morte, di oscuramento dello stato
spirituale – l'occhio afferrerà difficilmente i singoli oggetti. Rimane
lasciato a ciascuno di scegliere lo spazio di luce o di tenebra; così come sta
a lui personalmente abituarsi alla chiarezza che poi lo compenetri, e non abbia
più facciate dietro cui lui può nasconderne l'una o l'altra (in modo) ancora
insufficiente. – Ma ora alla faccenda:
2.
In origine è,
e rimane ‘lo spirito’, infatti: “Dio
è Spirito, e coloro che L'adorano, devono adorarLo in
spirito e in serità!” [Giov. 4,24]. Dallo Spirito-Ur provengono tutte le forze
dei pensieri, indifferentemente per quali espressioni di Vita giungeranno essi
sulle differentissime vie dell'Ordine, il cui divario
non consisterà nella misura dei valori, ma unicamente nel loro impiego dei valori.
La scintilla di Vita dello Spirito fu data pienamente ai pensieri emanati come figli, quale Forza centrale; detto
giustamente, essa era in genere: il figlio! Sebbene le Creazioni in
misura inconcepibile seguirono l’una dopo l'altra, prima che questi pensieri
filiali divenissero coscienti essenze vitali, essi erano già nel Principio –
nell'inizio dell’Opera filiale posta esteriormente che incluse una moltitudine
di Creazioni puramente spirituali – conformi alla Creazione, dei figli
perfetti. – Può lo Spirito-Ur creare l’imperfetto? Allora dovrebbe esistere nella Sua Essenza-Ur
anche una parte di qualità inferiore, con la qual cosa la Sua Onnipotenza
sarebbe da tempo cessata!
3.
La perfezione,
verso la quale un figlio deve liberamente aspirare, si estende
essenzialmente solo in conseguenza di ciò: che esso – perché capace dell'auto
formazione – serba l’interiore unione con lo Spirito-Ur, ricostituito di nuovo
nell’ambito materiale sulla strada dello Spirito. A questo, doveva precedere
che dapprima fosse liberato. E questo avvenne nel menzionato “in
Principio”, quando i figli dello Spirito completamente formati
nell'Essenza-Ur per scopi creativi, furono dimessi dal Circuito di Vita
interiore in quello esteriore. Il Circuito di Vita esteriore corrisponde
perciò per il figlio, sempre, all’esistenza personale; per lo
Spirito-Ur, invece, all'Opera delle Sue mani. Già per questo
motivo il Circuito di Vita esteriore in se stesso non
può essere altro che l'interiore, indipendentemente che le scintille spirituali
filiali, composte da atomi di Spirito o Luce appena calcolabili, siano esseri
di vita educati all’auto azione, e corrispondenti eoni di volte alle varietà
dello Spirito-Ur, ed avevano anche da accogliere differenti sviluppi, vie,
destinazioni e attività.
4.
L'esistenza
esteriore – spiegata per gli uomini –
non ha, in primo luogo, nulla a che fare con la materia, perché, proprio in principio non esisteva altro che
l’operante Spirito-Ur attraverso Se stesso e
attraverso lo Spirito filiale: i figli-Ur!
La materia viene perciò sfiorata solo marginalmente.
5.
Dopo spazi di
tempo, in numero e specie approssimativa-mente da decifrare, tutti i figli
dello Spirito crebbero nel loro personale sviluppo alla collaborazione auto
creativa. Ma essi riconobbero che una co-creatività, in eterno benedicente,
otteneva stabilità solo quando facevano liberamente il creativo Principio-Ur
loro proprio, mettendo il loro filiale impulso dell’attività rispettivamente
sotto quello dello Spirito-Ur. Anche questo punto si mise in primo piano, tanto
nel Circuito di Vita interiore al Centro-Ur, come anche nell’esteriore,
al Centro-Figlio. Entrambi i circuiti di vita avevano bisogno di una
manifestazione centrale. In entrambi il manifesto era edificato su due aspetti
fondamentali: nell'interiore, sulla
persona e sulla sua irradiazione di attività, quindi sullo “Spirito-Ur che Si
manifestava personalmente”, e le Sue onnipotenti conduzioni che erano ulteriori
apporti di Forza fluenti per tutte le Creazioni, – nell'esteriore, sulla forma duale, chiamata Sadhana,
e nell'intera Opera dei figli che uscì nel suo sorgere più interiore, e perciò,
in origine, puramente dall'Essenza-Ur, come ‘il duale’. L'esistenza
esteriore scaturì insieme dal duale, ma non dal suo stato di coscienza, bensì
solo dal suo ricevuto impulso di Forza.
6.
Il
duale non può mai dire nella sequenza più profonda: “I figli sono proceduti
da me!”; e perfino le sue stesse generazioni postume sono in origine tratte
solo dal Circuito di Vita interiore. Tutto il divenire, anche l'esteriore,
dipende, unicamente e dapprima, dallo Spirito-Ur.
7.
Quanto più
grande un’onda di alienazione[1] poteva chiamar fuori i singoli esseri di
vita, tanto più cresceva il loro personale perfezionamento da procacciarsi,
come menzionato all'inizio. Dalla nascosta santa Sorgente del Generatore
della Vita poteva sorgere perciò un’Onda-Ur (Anno-Ur), nella quale i nati
liberi avevano da sostenere una prova, tanto della loro indipendenza come anche
dell’attitudine creativa sacrificante nella libera dedizione della volontà allo
Spirito-Ur. Da questi dettagli deduttivi, essi si resero indipendenti nel
Circuito di Vita esteriore – sebbene sostenuti dallo Spirito-Ur – nella loro
conseguente attività. Con ciò, le Sue condizioni dell'Ordine dominante rimasero
sempre sovrani, e perfino nella più grande separazione, un figlio vivente mai
potrà essere strappato alla sua Scintilla di vita spirituale, dal Generatore
della Vita!
8.
La Scintilla
di Vita dello Spirito, nel senso letterale, come ‘il figlio’,
per se stessa non ha bisogno di nessuna perfezione,
perché la generò la Perfezione, ma le forze dei suoi pensieri, divenendo in
seguito atti, con cui si creò una veste, sott’ostarono alla Legge del
perfezionamento, fondata dalla santa ‘Condizione’, perché solo così l'Opera può
e loderà il Suo Maestro! Questa veste era ‘l'anima del figlio-Ur’, con la quale
entrò in forma manifestata nel Circuito di Vita esteriore. E qui seguì la
Rivelazione visibile dello Spirito-Ur, del Padre-Ur (Generatore della Vita,
Creatore) nei Suoi figli-Ur. Essa doveva
essere, altrimenti nessuna Creazione avrebbe alcun valore di Vita
esteriore, ancor meno interiore. Una Rivelazione
solo a Parole – anche nel Principio – sarebbe come onde che si perdono
nella sabbia, che rimarrebbe senza colpa se essa non diventasse un suolo
fruttifero. Ma poiché nessun figlio fu creato come sabbia, bensì come immagine
compiuta, nulla stava d’intralcio che Ur – rivelato personalmente –
incontrasse i Suoi figli sul campo d'azione.
9.
Conformemente
ai due Circuiti di Vita, essi vedevano e sentivano Ur interiormente in ogni
tempo, ma esteriormente poi, sempre nella forma – nel caso in cui avessero
avvolto una delle loro forze, dei pensieri animici,
…da un atomo di Luce della Scintilla di Vita dello Spirito; per cui, la loro
manifestazione interiore ed esteriore crebbe, certamente meno secondo la
figura, che più nella loro bellezza, nello splendore, nell'irradiazione di Luce
e, con questo, nella collegata libera attività creativa.
10.
Quest'anima,
da non confondere con la sostanza animica-materiale,
è dall'Alto. Esistono – ed anche qui si presentano le conseguenze
dell'Ordine fondamentale rigorosamente suddiviso – quattro
gruppi, i quali si manifestarono prima di
ogni sorgere della materia, in primo luogo
nei quattro gruppi di angeli serventi (angeli, figli della Luce). Di
massima non esiste in tutto l'intero campo della Creazione-figlio nessun’altro
gruppo che non abbia in questo il suo modello. Ciò che viene dall'Alto è
sempre Spirito, figlio della Luce, che si presenta in ogni Creazione voluta
fattivamente, anche all’esterno! La figura-Spirito è la sua anima, e anche la
veste.
11.
Subentrò un
cambiamento quando il duale Sadhana, oltre alla
compartecipazione creativa nel Circuito di Vita esteriore che era determinato,
e quindi giustificato nell’interiore scioglimento della Scintilla di Vita dello
spirito, volle essere indipendente dallo Spirito-Ur. Quest’impossibilità
doveva significare una separazione, una caduta, attraverso la quale il
proprio interiore, come quello di coloro che rimasero uniti al duale, doveva
subire un isolamento.
12.
Qui accadde
ora ciò che segue: non gli atomi di Luce
avvolsero le specifiche forze
dei pensieri, ma viceversa! Per cui la Scintilla di Vita dello Spirito fu
imprigionata! Essa, in verità, rimase ciò che era, ma non poté più essere collaboratrice
creativa, come un uomo in una cella che difficilmente ha ancora libertà
d'azione, senza per questo essere meno uomo. Solo delle forze di
pensieri personificate dalla veste dell'anima dovettero diventare perciò
un'opera imperfetta sempre più scadente, perché mancò loro l’animazione
proveniente dallo Spirito-Ur. Le forze che un tempo si separarono dalla pura
veste dell'anima di Luce, si raffreddarono diventando materia! E in
questo si trova la parte materiale della cosiddetta, anima di un uomo.
13.
Nondimeno,
per ristabilire nuovamente anche l'Ordine esteriore, la Divinità creò delle Vie
sulle quali dei sacrifici conformi al senso, liberarono le anime raffreddate e le
forze dei pensieri, separatamente, attraverso cui la Scintilla dello
Spirito di Vita, imprigionata, era nuovamente da liberare. Tutto questo si
riferisce unicamente al duale personale di Sadhana,
insieme a tutti i co-caduti. Rimane ancora soltanto
una differenza da menzionare: ‘il duale’, come figlio
della Luce con capacità creative, colmava completamente un altro spazio-tempo,
come pressappoco i co-caduti. Questo, doveva manifestarsi anche
nello spazio.
14.
Con questo si
provocò una corrispondente separazione anche nella Luce, la quale, a dir il
vero, venne accolta solo allo scopo della redenzione. Essa non produsse
nessuna differenza di valore, bensì era immaginabile solo nella sua Azione
manifesta. Si
formarono due gruppi d'azione,
vale a dire: i quattro gruppi di base che, quali ‘i primi’, ovvero ‘i grandi,
furono gli spianatori della via all'interno della loro sfera d'azione, e poi ‘il popolo dei
figli’, che su queste vie spianate potevano compiere la loro via più
facilmente, i cosiddetti ‘piccoli’, figli liberamente
generati dai quattro gruppi di base. È facilmente da indovinare che i più grandi presero su di sé proporzionate parti di
pesi maggiori, mentre ai più piccoli,
secondo il loro sviluppo ancora infantile, furono assegnati compiti più leggeri.
Entrambe le parti dovevano tuttavia essere disposte in giustizia equivalente, perché entrambi i gruppi d'azione
adempirono, e adempiono, pienamente il loro compito.
15.
Il legame
della persona duale,
nell'irrigidimento liberamente scelto (materia), avvenne sulla Terra (circuito
della Terra), come quivi anche le sue assai potenti alienazioni di forze.
L'irrigidimento globale formò un Globo-involucro a forma d'uomo[2],
il che nel Regno ha valore di batterio. Iddio, perciò, non per niente lo
gettò fuori, nella distanza il più possibile lontana, per giunta la Terra in
quest’Uomo è nell’estremità del piede sinistro, perché lì è la parte più
innocua per il corpo; l’intero Globo, tuttavia nell’immagine veritiera del
cerchio di Luce della Creazione nel settimo Anello e Sfera del Raggio, sta
sotto il doppio influsso della Misericordia.
16.
I co-caduti
furono disseminati nella più eccelsa Volontà redentrice nello Spazio dei Globi
involucro sui soli, stelle, mondi (pianeti) insieme alla Terra, appartenenti
alla materia. A loro, la via del ritorno alla libertà stava aperta, poiché,
essi stessi, in seguito al grande irrigidimento del loro corpo materno, non
ebbero la capacità di mettersi in cammino per staccarsi. I figli della Luce
rimasti fedeli furono pronti a penetrare nella materia, e aiutarli a spezzare
le loro catene. È uguale se essi vanno nella più profonda oscurità, quindi
nell’incarnazione materiale sulla Terra e su altri corpi materiali nello
spazio, oppure se essi, nel loro corpo astrale di Luce, operano proprio là. Tutto
è un sacrificio! E ogni sacrificio porta loro supplementare guadagno di
Forza e Luce!
17.
Mandarli
sulla Terra, affinché divengano figli di Dio, si oppone alla Luce! – Se Iddio
era il loro Generatore di Vita, quindi Egli era il Padre loro, allora dovevano anche essere figli Suoi! Per quale ragione
‘dovevano’ diventarlo? Allora non era
sufficiente la prima figliolanza? Il che significherebbe una Creazione
incompleta, la quale non si accorda con lo Spirito-Ur! Un percorso terreno non
avrebbe potuto seriamente accrescere la loro figliolanza! Un figlio, per i suoi
genitori, è un perfetto figlio fin dal primo giorno di vita; non diventa più figlio, quando cresce. Con la
crescita aumentano solo le proprie forze. La via
della materia, come libero sacrificio, frutta un’espressione aumentata
di forza, una più grande possibilità d'azione co-creativa, con cui si
moltiplica l’abbondanza della Luce!!
18.
Figli
dall'alto non vengono continuamente
nell’incarnazione, perché durante l’intero tempo della caduta hanno molto da lavorare,
perfino nel Regno della Luce, cosa che viene anche a vantaggio della caduta e,
sulle vie, attraverso i corpi spaziali esilianti. Alla fine del tempo di
redenzione non esisterà più un corpo mondiale che non sia stato visitato almeno
una volta da un grande, anche con più incarnazioni materiali, tanto
sulla Terra quanto su altri mondi.
19.
I piccoli
della Luce vanno in media da quattro fino
a sette volte nella materia[3],
dove per loro viene attesa dallo Spirito-Ur al massimo una ripetuta, ma sempre, un’incarnazione che accade solo una volta
liberamente, e che la sacrificano anche liberamente. La Vita dei figli
della Luce, dal momento della caduta, è stata un imperituro sacrificio, un ‘servire’!
Perciò, dallo Spirito-Ur la libera prontezza nel servire venne innalzata
ad un Atto benedetto completamente inesprimibile, e legittimamente
condizionato [Giov. 19,30].
20.
Molto diverso
è il caso con i caduti, come anche con il duale. Il suo smembramento involontario,
ma provocato da sé, portò ad uno stato caotico che – se non fosse stato avvolto
dalla Misericordia dinanzi alla Santità – poteva provocare un’immediata
dissoluzione, anche del grande spirito
generato.
21.
Con ciò, non
sarebbe stata vana l'Opera delle Sue mani? «E guardò, e tutto ‘il divenuto’, al principio, era molto buono!» [Genesi 1,31] Così, perfino la caduta doveva servire alla Magnificenza del Suo
eterno Nome, anche se non volontariamente, tanto più tramite le sante
Condizioni.
22.
Fu una
premessa necessaria separare il duale dalla sua opera da
mestierante. La caduta portò il nome “Lucifero”,
ma il nome divino dato, ‘Sadhana’,
non fu mai cancellato. Il duale rimase personalmente esiliato nello spazio
terrestre, rarissimamente visibile agli uomini, e agli angeli durante il loro
tempo del sacrificio[4], ma ad Ur però eternamente non nascosto! Al
contrario, la sua forza dei pensieri coscientemente sospesa (anche quella della
sua schiera, del duale), formò la materia, ogni forma liquida e solida degli
elementi: gas, minerale, pianta, animale.
23.
Tutto il
vivente in questa fu l'aggiunta dall'Alto, un Atma (anima), senza la quale la materia
mai giungerebbe alla liberazione. Attraverso l'Atma (p.e.) anche il nucleo
della forza di un animale divenne la sua anima, con cui sopravvenne una certa
nobilitazione. Le particelle nobilitate in una pietra servono alla
co-costruzione dell'anima umana. In questo modo procedette intanto la
liberazione delle abusate Forze dello Spirito, per cui la propria
espressione di forza, del duale, doveva diventare un po’ alla volta sempre più
debole, e la sua personale redenzione iniziò su un’inconcepibile santa via di
Grazia, e sarà compiuta.
24.
Similmente, i
co-caduti furono esiliati nei più differenti corpi mondiali della materia. Non
potrebbe nemmeno esistere alcun corpo nello spazio se non fosse supportato da
esseri viventi corrispondenti alla Volontà del Creatore, come anche il Regno
della Luce viene co-governato dai Suoi figli. Le forze dei caduti
produssero la sostanza del loro corpo mondiale che, in ugual modo, giungerà
alla redenzione, come quella della Terra-Lucifero.
25.
Anche in
questo caso, con la separazione risultarono due gruppi principali, quali grandi e piccoli,
vale a dire, quelli co-caduti per proprio impulso, sebbene originariamente
sedotti a ciò dal duale, e la schiera dei co-catturati/co-attaccati! –
Si dimostrerà come questo si manifesti chiaramente presso gli uomini. Così,
sulla Terra, quale luogo centrale dell'oscurità, parimenti, s’incontrano
quattro gruppi: ‘i grandi e i piccoli della
Luce’, e ‘i grandi e i piccoli della tenebra’.
26.
La
provenienza dei figli della Luce che portano con loro il buono dell'anima
dall'Alto, è sufficientemente provato. I grandi
devono compiere cose grandi (profeti, discepoli), – mentre i piccoli, come massa di Luce [Dn. 7,10], vanno e portano i loro semi. Il loro contributo
all’Opera, in verità, è altamente calcolato. Ben possono inciampare nella
materia, specialmente dove l'oscura roccaforte mostra i suoi precipizi; ma essi
non cadono secondo il senso della Parola. Con l'accettazione di un corpo
carnale, sono tutti sotto il peccato, deciso alla separazione, che aveva bisogno
del sacrificio. Il corpo incarnato, tanto sulla Terra quanto sugli altri corpi
mondiali dello spazio, nella sua composizione è solo materia, ‘forze’ che sono
da liberare.
27.
Da queste forze
provengono le brame. Ma per quanto queste possano produrre i loro effetti anche
amari, con ciò è ugualmente legato una specie di passo liberatorio. Tuttavia, è
meglio convertire il basso desiderio in atto nobile. Questa sarebbe autentica
liberazione. Questi impulsi formano per i figli dall'Alto la particella animica della materia, per amor della quale essi
prendono su di sé la partecipazione al sacrificio.
28.
Essi non
hanno nessun incarico di consumare, per cosi dire, la parte rispettivamente da
considerare come anima personale. Piuttosto l’accolgono in sé come ospite;
non vale come ‘proprietà’. Appena un figlio dall'Alto come coronamento del suo
cammino di sacrificio, prende su di sé l'incarnazione terrena, quale ultima
parte di coraggio, ha completato la sua corrispondente grandezza di Luce per il
compiacimento del Padre, – e come non dovrebbe essere, il fedele e verace [Ap. 19,1],
facilmente da accontentare. – Egli riporta l'ospite nel Santuario, sul
santo Focolare, dove viene accolto come bene recuperato[5].
29.
Se «nel Principio» i figli erano immagini santificate,
non possono accogliere nulla di supplementare corporeo. La loro Vita di Luce
porta loro tanto perfezionamento che non hanno davvero bisogno di arricchirsi
col bene estraneo! La loro anima terrena è proprietà dilapidata
del duale Sadhana,
che per questo viene raccolta, cosa che è lo Scopo supremo di ogni
co-sacrificio dei figli della Luce! Con questo, nello stesso tempo, è rivelato
il loro divenire: via, meta, perfezione.
30.
Adesso, però:
in quale modo i caduti giungono alla liberazione? – Siano dapprima
menzionati i piccoli
(delle tenebre). Quanto
meno questi erano legati alla co-colpa, tanto più alto è il loro luogo
d’esilio: soli e stelle della materia. Questa è ‘Grazia’! Poiché allora,
nella caduta – secondo la Luce – erano ancora troppo giovani per essere
corresponsabili[6],
ai piccoli fu resa giustizia, perché
sostennero ampiamente la volontà di farsi salvare, ciò che è dato nella
vita di quel Sole.
31.
Notate
inoltre: nessun
luminare materiale
è un generatore di Luce, ma solamente un riflettore di Luce (vedi l’opera “Il
Sole naturale”, comunicata a J. Lorber).
La Sostanza fondamentale della Luce-Ur fluisce a loro su vie cosmiche
spirituali attraverso i sette Soli Centrali primordiali e i subordinati gruppi
celesti di soli, e precisamente nella forma sempre diminuente, attraverso cui
tutta la vita cosmica e naturale della materia viene incrementata e conservata.
Un pianeta mai potrebbe sopportare anche solo minimamente un puro atomo di
Luce del Sole primordiale, poiché questo brucerebbe la sua materia.
32.
Ma le potenze
certamente esigue dei piccoli possono
formare tali formazioni di soli? Ebbene, intanto si tratta di gruppi associati
abbastanza grandi, i quali così manifestano anche una non trascurabile
esternazione di forza. Oltre a ciò, i corpi più alti dello spazio
non furono formati solo da materia grossolana, come proprio la Terra o la Luna,
bensì, furono i Raggi di Luce-Ur affluenti a produrre, nella sostanza, la
maggior parte di questi soli e stelle.
33.
Pertanto, su
di essi vivono una giusta vita d'esempio per i piccoli co-caduti molti figli della Luce come i veri
abitanti dei soli[7].
Questi, rimangono maggiormente impressionati dall’andare e venire degli
‘altri’, perché essi stessi non sentono l’impulso per il cambiamento, e non
lo potrebbero neanche effettuare da sé. Soprattutto, dopo la dipartita degli
spiriti della Luce, i quali si differenziano solo poco esteriormente dagli
abitanti del Sole, essi cominciano a riflettere; ma alle domande vengono dati
loro solo piccoli accenni che comportano ulteriori domande. In questo modo
vengono anche resi attenti sulla loro corresponsabilità, come anche sulla
possibilità di una riparazione.
34.
Se il libero
impulso comincia a muoversi in loro, allora non esiste più nessun impedimento
per prepararli alla via su di un pianeta di redenzione. Quando però sono
incarnati in conformità di questo, portano insieme, ovviamente, la loro anima,
la cosiddetta anima stellare che, in nessun caso deve essere confusa con
un figlio dall'Alto. Essi tuttavia raccolgono, come i figli dall'Alto,
particelle di forza del loro mondo di incarnazione, cosa che per loro è un
carico non indifferente. La loro scintilla di Vita dello Spirito non può,
nonostante l’impulso per la riparazione, aprirsi da sola la sua
prigione. Ma è stabilito un collegamento che abilita completamente tali
uomini a riconoscere ed accettare il Divino. Purtroppo la maggior parte non lo
fa, perché in seguito alla loro co-caduta hanno gioia in tutto ciò che è contro
il Divino. E in quest’attività li rafforza l'incarnazione sul pianeta.
35.
“Non sarebbe
consigliabile che queste anime delle stelle rimanessero sul loro vecchio luogo
di dimora dove, in verità, non possono diventar migliori, ma nemmeno
peggiori?”. – Oh, l’arresto è l’ignoto, perciò, è il peggior ‘nemico della
Vita’! Solo il tormento dell'anima mette in libertà l’impulso al superiore!
Così nella Grazia riconosceranno se sarebbe meglio giungere alla più pura
conoscenza sul loro pianeta d'incarnazione. I successivi gradini della loro
scala celeste la faranno ancora raggiungere.
36.
Questi, appositamente
realizzati per loro, dimostrano che tali anime ritornano assai raramente sulla loro
Terra, perché non soltanto inutilmente, ma si aggraverebbero sempre di più,
invece di liberarsi. Ogni reincarnazione richiede l'accoglienza di materiali
sostanze di forze, e queste logicamente aumentano con le incarnazioni ripetute.
37.
Se
dall'eterno Consiglio, con l'impiego della Salvezza, è però già dato ai piccoli figli della Luce al massimo una duplice
incarnazione mondana, potrebbe l'Onni-Bontà
pretendere dai poveri colpiti e co-imprigionati, doppi o magari molteplici
carichi provanti? Anche grandi spiriti tenebrosi trattenuti, che durante la
loro incarnazione non giungono alla conoscenza, si precipitano su tali uomini;
poiché i maligni non vogliono tollerare vie liberatrici. Sottrarre
perciò i poveri piccoli al più presto
dall’esilio più duro, è Volontà e Amore del Salvatore! Solo chi,
nell’incarnazione, distrugge la maggior parte della sua anima individuale,
è ricondotto in via eccezionale sullo stesso mondo.
38.
Ma che cosa
accade con le sostanze materiali da loro accolte? Esse sono ‘beni
dell'anima’, tanto più che gli incarnati – rispondenti alla loro
specie – somigliano comunque alle forze incrostate. La specifica potenziale, raccolta dalle quattro
sostanze del corpo mondiale, viene da loro quasi consumata, e così, parte della
loro anima individuale. A loro rimane solo la particella ospite, poiché
la loro veste dell’anima si è fermata nello sviluppo attraverso la passata
co-caduta, e inoltre, le potenze aggiuntive sono parti del duale, al quale
appartengono le anime; esse non accolgono nessun bene estraneo, ma del bene
proprio che essi possono di conseguenza già trattenere. Durante l'incarnazione terrena – pur se molto gravosa – tuttavia serve
per la reale via di redenzione per il tardivo avanzamento, e viene loro conteggiato
in Grazia che essi, su questa via, hanno aiutato anche a portare a Casa una
parte del nocciolo dell'opera della caduta, attraverso cui si riconquistano la
figliolanza di Dio.
39.
Queste anime
giungono alla conoscenza, per lo più, ancor prima della morte sul pianeta.
Proprio la vicinanza della morte li spinge addirittura all'ultimo minuto
nelle braccia del Salvatore, con la qual cosa accade loro come al ladrone sulla
croce. Ed anche se non arrivano direttamente nella sublime Magnificenza, come il
simbolo del figlio perduto, la loro scala celeste è accorciata; e la via,
talvolta ancora necessaria per Armaghedon (luogo
della purificazione), perde per loro il suo terrore.
40.
Ma anch’essi–
se lo vogliono – possono deporre un pezzo del ritornato bene acquisito sul
santo Focolare, ciò che pochi fanno subito, ma tutti più tardi, perché ciò che
essi accolgono (particolarmente con l'incarnazione sulla Terra) è parte della
forza personale del duale, e a questo un giorno deve spettare nuovamente per
diritto. La legittimità non è tuttavia da dedurre da ciò, perché il duale ha
ricevuto nel suo divenire il bene del Regno, ma perché il Sacrifico-Ur, sul
Golgota, ha previsto questo, allo scopo di tutta la perfezione del Figlio!
41.
Ora tocca al quarto gruppo: i Grandi delle
tenebre. Il loro luogo
d’esilio, in quanto si trova nell’orbita ‘Terra-Sole’, sono Marte e Saturno, ma anche in altri mondi simili alla Terra. Tuttavia ci
sono sempre due sovvertitori, dove essi vivono fino ad una dipartita. Il loro
segno di riconoscimento è evidente: una parte è un elemento distruttivo
mediante forze puramente fisiche; l'altra, su un campo cosiddetto spirituale,
detto più giustamente campo mentale, perché così non può sopravvenire
nessuna confusione con lo Spirito puro.
42.
Essi, con ciò
che accade sulla Terra, stanno molto strettamente in contatto più di quanto si
creda, e vanno tutti, coscienti, su di essa. Scelgono molto raramente un altro
mondo di liberazione a loro più confacente. Ora si può immaginare perché un tiranno
sanguinario viene sempre proprio quando associazioni affini si preparano
per opere maligne. L’allestimento per siffatte imprese avviene in modo
riconoscibile, e questo, per lo più, in breve tempo; ciò nonostante è preparato
da mano lunga, altrimenti i potenti non potrebbero stargli a
disposizione. Inoltre, questi grandi già
molto tempo prima della loro incarnazione circondano il posto prescelto per sé,
e fanno giungere ad effetto le loro forze di pensieri non
insignificanti. Poi s’avviano alla nascita e, al tempo loro, s’insediano al
potere del mondo.
43.
“Qui la Divinità non interviene?”. – Oh, perfino molto
energicamente, ma in modo del tutto diverso di come gli uomini dalla vista
corta lo ritengono giusto. Quanto più queste
forze si scatenano, tanto più violentemente progredisce la perdita di forze
dell’oscurità. L'accumulo delle forze arrivate ad effetto – in verità
difficilmente comprensibile – è la loro liberazione! Questi sono pesi
che gli uomini devono portare; e questo portare non è poca parte del bene da
riportare. Nel Fondamento più santo, sono pesi di co-salvezza e Grazia, pesi
della croce che provocano l’inconcepibile! Così i demoni, i grandi delle tenebre, devono essere
servizievoli all’Onnipotenza stessa nel loro gioco contro Dio e contro gli
uomini!
44.
Essi non lo
sanno, non devono nemmeno saperlo; vengono loro sempre trattenuti gli occhi
per la loro salvezza. Poiché solo nell'esaurimento della sua libertà, il demone
stesso è liberato! Nello stesso tempo la Giustizia produce i suoi effetti
sublimi. Ogni peso, scatenato dal tiranno, dovrà un
giorno esser loro tutto caricato, cosa che avviene sempre dopo il decesso sul
pianeta. Essi sono anche quegli uomini che, in casi rarissimi, giungono
prima della loro morte del corpo al cosciente riconoscimento della loro colpa.
Questo riesce spesso ad uno su mille.
45.
Nondimeno, i
demoni sono inferiori di numero, come anche i grandi
della Luce. Al contrario, le schiere che nessuno può contare [Ap. 7,9 / Dn. 7,10], il popolo di Dio che popolano
il pianeta Terra come i piccoli delle tenebre,
entrambi sono il frutto buono e cattivo, secondo le circostanze; e i grandi di entrambe le parti sono i semi! Ur è
l'Albero della Vita, sul Quale i frutti buoni crescono con il loro seme
benedetto; il duale, nella sua caduta, è l'albero della morte. I suoi cattivi
frutti sono decomposti dai semi guasti, talvolta fin quasi alla completa
putrefazione.
46.
La via del
ritorno dei demoni è indescrivibilmente difficile. Mai
possono ritornare come uomini sul mondo della loro incarnazione;
rimangono soltanto nel luogo delle loro orribili azioni, talvolta per più di
mille anni, in parte per propria cattiva volontà, in parte scacciati dai
torrenti di sangue e di lacrime da loro scatenati. Se alla fine sono liberati
su vie di pura Grazia, anche la loro via porta ad Armaghedon,
ma qui non abbreviata, perché solo così le scorie possono essere bruciate
completamente.
47.
Cosa essi
riportano con sé come anime, è la loro stessa massima parte di pensieri e forze di cosciente
malignità, il loro puro ‘io caduto’.
Questo rimane ugualmente loro proprietà, come ogni anima serba anche la sua. Ma
ciò che accolgono in più con l'incarnazione, passa completamente nel loro ‘io’,
perciò sono da chiamare anime dal basso. La sostanza raccolta dal mondo
dell'incarnazione non viene per questo giammai considerata come bene da riportare, nemmeno dopo la purificazione
attraverso il fuoco di Armaghedon. Mai verranno i
demoni a stare al santo Focolare, anche se pienamente salvati nel Giorno
della Creazione dell'Amore! Se il veniente santo Giorno di Festa della
Misericordia nell'Atto-Anno-Ur[8]
benedirà comunque una volta
anche queste parti di forze,
sperimentando forse su una simile via di sacrificio una seconda purificazione e
ottenendo così proprio la loro consacrazione con lo stare sull’Altare
superiore di Dio, su questo la Divinità-Ur tace, perché:
“il Suo Amore accresce
la felicità dei figli!”
48.
Così la Terra
(come anche altri pianeti della Redenzione) per gli angeli è la Scuola dei
figli di Dio altamente benedetta, che qui conseguono la loro figliolanza
ottenuta con la fedeltà, e aiutano nel libero servizio quelli che un giorno con
la caduta persero la loro figliolanza, e attraverso una via dell'incarnazione
devono di nuovo cercarla e riconquistarla, soprattutto sulla Terra.
*
* * * * * *
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[Karmatha]
[1] Alienazione: il
trasferimento ad altri la titolarità di un bene o di un diritto – alienazione
di una proprietà.
[2] La Comunicazione si riferisce alla formazione del Grande Uomo cosmico (la cristallizzazione/incarcerazione di Lucifero), come fosse un singolo baccello, un uovo, nonostante, per noi, l’immensa infinità di ‘globi involucro’ che lo identificano, quali essenzialità della Creazione materiale. La Terra, il pianeta della redenzione, occupa un infimo spazio nel globo-involucro che sta sotto il dito mignolo del suo piede sinistro. (Vedi nell’Opera di Jakob Lorber, il volume “Le 12 Ore” - N.d.R.)
[3] Materia non
equivale a ‘terra’, ma qualunque materia nella Creazione (soli o lune o pianeti
del Globo involucro).
[4] Tempo del
sacrificio: cioè durante il tempo della loro incarnazione terrena.
[5] Luca 15,8;
Salmi 126,6
[6] p.e. (quelli
più anziani delle colline, contrari al Divino, creati dal duale sul Sole
Ataraus e gruppi celesti contraffatti, i quali parteciparono coscientemente
alla rivolta) - vedere. “Eternità-Ur in Spazio e Tempo” di Anita Wolf.
[7] Qui è il caso
di menzionare l’opera “La chiamata dall’universo”, attraverso cui si può
esattamente comprendere come si vive e si opera su di un Sole Centrale.
[8] 7° Giorno della
Creazione in “Eternità-Ur in Spazio e Tempo”.