(Dettato ad Anita Wolf nel 1956)
dalla
Vita di
Gesù
INTRODUZIONE
a Getsemani e Golgota – dall’editore sul testo tedesco
Un
commento all’opera - di Josef Brunnader
Un commento alla
rivelazione – di Margareth Eckel
«E quando Gesù ebbe preso l’aceto, disse:
“E’ compiuto!”. Chinò il capo e spirò»
[Giov: 19,30]
(Testo
aggiornato con revisione del maggio 2021)
Titolo
originale: “Golgatha”
Traduzione di Ingrid Wunderlich
Revisione di Antonino Izzo
L’originale
edito dal circolo degli amici di Anita Wolf - C/o Jurgen Herrmann
Hohenfriedberger Strasse, 52 - 70499 Stuttgart
Email: bestellung@anita-wolf.de.
Sito: http://www.anita-wolf.de
Questa
edizione in lingua italiana è stata curata dal gruppo:
‘Amici
della nuova Luce” – www.legamedelcielo.it
Contatti: info@anitawolf.it
Cap. 1 Maria e Giovanni ai piedi della Croce
Cap. 2 Due angeli presso Giovanni
Cap. 3 La nostalgia del figlio perduto
Cap. 4 La malignità di Lucifero
Cap. 5 La battaglia dell’arcangelo Michael
Cap. 6 Lucifero non ricorda d’essere stato
Sadhana
Cap. 7 L’esortazione del Figlio
Cap. 8 Lucifero sulla via del ritorno
Cap. 9 La sconfitta di Lucifero
Cap. 10 La notte della battaglia
Cap. 11 Lucifero è scosso per la chiamata del
Padre
Cap. 12 I sette Spiriti si chinano sopra Lucifero
Cap. 13 Nessun peccato è così grande
Cap. 14 Il crollo di Lucifero che chiede di
essere annientato
Cap. 15 L’annientamento di Lucifero solo alle
condizioni del Padre
Cap. 16 Prima richiesta di aiuto “Gesù aiutami!”
Cap. 17 Il
perdono – Lucifero ridiventa Sadhana
Cap. 18 Seconda invocazione “Gesù aiutami”
Cap. 19 Il
Padre abbraccia Sadhana e la benedice
(Allegato) Che cosa dice il Signore tramite Jakob
Lorber sul ritorno del ‘figlio perduto’
۞
Maria e Giovanni ai piedi della Croce
1.
Poche persone stanno ai piedi del monte Golgota, pronte
a fuggire. I loro volti sono in parte rivolti in alto, al luogo dove, verso il
cupo cielo che diventa sempre più buio, si tendono minacciose verso l’alto tre
croci poco rassicuranti. In parte guardano davanti a sé con occhi smarriti,
…senza sapere dove. Le migliaia e migliaia, superiori e inferiori, ricchi e
poveri, schernitori e curiosi, sacerdoti e profani, comandanti e soldati,
nativi e stranieri, tutti, tutti sono fuggiti; perfino quasi tutti i seguaci
del gran Nazareno che, per tre anni, ha fatto tanto parlare di Sé, e ora – dopo
indicibili martirii e tormenti – pende pallido e morto alla croce.
2.
Perché sono
fuggiti, sparpagliati ai quattro venti, tutti questi uomini che, comunque,
erano venuti per vedere uno spettacolo singolare: tre crocifissioni in una
volta? Fra queste, una riservata a un Uomo che non era un criminale, non un
sobillatore, eppure è stato condannato come nemico del popolo. Dov’è finita la
gioia sadica che colmava le migliaia, di assistere al tormento di un torturato
lentamente a morte? E come avviene che il Sole nel cielo senza nuvole, si sia
improvvisamente eclissato? E che cosa rumoreggia così violentemente nella
Terra, che fa barcollare e tremare il suolo, dal Golgota fin oltre Gerusalemme?
Non è un evento naturale che ha provocato quell’eruzione, che è accaduto
immediatamente dopo la Parola: “E’ compiuto! Padre, nelle Tue
Mani raccomando il Mio Spirito!”
3.
E chi ha
strappato la preziosa cortina, rigorosamente custodita nel tempio? E divisa in due
pezzi? Quella cortina tessuta con i più pesanti fili da tappeto, che nemmeno
venti uomini potevano portare, tanto era pesante! Quali mani hanno potuto
questo? E perché i due ladroni sono molto quieti nei loro dolori e non gridano
così terribilmente, come succedeva invece durante le crocifissioni? Tutto è
completamente diverso, e la fine – la terribile fine – non per i crocefissi, ma
per la giustizia e per i giudici, per i servi del boia e per gli spettatori,
per tutti quelli che portavano con scherno e odio il Figlio dell’Uomo sulla
Croce, sembra adempiersi la Parola[1]: ‘Mene Mene, tekel ufarsin’.
4.
Ora c’è silenzio,
sul Calvario. I martoriati hanno cessato di soffrire. Le rozze croci si ergono
come spettri nella luce crepuscolare di un cielo morente. Sotto la Croce di
Gesù sono rimaste due persone: Maria e Giovanni. Maria, stremata dalla
difficile lotta del suo povero cuore materno, attraverso il quale passa la
spada a doppio taglio, poggia il suo capo stanco sulla spalla del discepolo che
stava più vicino a Gesù. Non perché … il Signore lo preferisse, ma perché egli
si occupava assai coscientemente dell’essenza del suo Maestro e della Sua
natura, e Lo riconosceva incondizionatamente.
5.
Egli guarda al
pallido, delicato volto, e si accorge che Maria si è addormentata. Iddio le ha
mandato il sonno che, per delle ore dissolve ogni tormento della sua anima.
Allora distoglie il suo volto e leva gli occhi in alto, a Colui che, ancora
pochi minuti prima, aveva detto: “È compiuto!”.
Si sbaglia? Non sta intorno al Capo chinato profondamente di lato, un raggio di
luce? – La terribile corona di spine non è diventata una strana corona
sfavillante –? E ora – il suo cuore si blocca – ora non si aprono le pallide,
esangui labbra, formando Parole udibili, Parole – che a lui – a Giovanni –
donano mille benedizioni e gli aprono le porte di quel santo Regno, di cui Gesù
insegnava, per il quale Egli aveva raccolto seguaci, e ora, sanguinante, è
morto? Quel Regno immortale, annunciato nella potente ‘Predica del Monte?’.
6.
Come un soffio
assai delicato e simile a una bufera che scuote la veste celestiale, scendono
giù dalla Croce le Parole: “Tu devi essere il Mio veggente!”. –
Nessun uomo percepisce la Rivelazione, ma il Cielo la sente, e anche tutti gli
angeli e gli spiriti beati. E sotto la Terra, là dove dimorano i demoni, questa
Parola echeggia con forza e potenza, tanto che essi devono nuovamente torcersi.
Perché da quella decisione, durante la sanguinosa Preghiera: “Allora Io lo bevo!”, cioè il Calice per la
Redenzione, l’inferno è pieno di ansietà e terrore. Esso sa: la sua ora è venuta, il suo falso regno
cadrà in pezzi!
7.
Giovanni assapora
la Parola con tutte le beatitudini e tutte le amarezze. Sì, beato – egli è
beato d’essere il veggente di Dio! Perché Colui che ha dato questa promessa,
non è più il Figlio dell’Uomo, l’Agnello di Dio, sgozzato a causa di tutti i
peccati passati e futuri, Egli è Dio stesso! – “È
compiuto!”. – Giovanni sente anche questa esclamazione di giubilo,
che è nata dai dolori di una Creazione, quando l’Agnello moriva, ma l’Anima
diventava Una con lo Spirito. Allora nel cuore del discepolo riecheggia la
Parola: “Io e il Padre siamo Uno. Chi vede Me, vede
il Padre! Filippo, tu credi questo?”. Oh, per Giovanni non ci sono
dubbi. Figlio di Dio: Anima e Agnello durante il tempo terreno! DIO stesso,
senza compromessi nell’attimo in cui scese la Parola dell’Adempimento. – E l’amarezza
della promessa di veggente: la crudele, terribile morte dell’Innocente che,
nato come Salvatore di tutto il mondo, è stato condannato alla croce del
martirio per la Redenzione di tutte le tenebre! Che cosa pesa di più: la
beatitudine, oppure l’amarezza? Giovanni non lo sa ancora, e anche, non lo
pondera.
8.
Come Maria, così
egli chiude gli occhi, ma non per il sonno, bensì per ascoltare, per essere
pronto, quando l’occhio dello spirito sarà aperto. A lungo siede immobile, –
nessuno lo disturba. Nessun uomo del numero dei centomila osa ritornare al
luogo dell’orrore. Anche i pochi che stavano ancora ai piedi della collina,
sono fuggiti. Ecco che una mano si posa dolcemente sui suoi capelli bruciati
dal sole. Stupito, guarda in alto, non aveva percepito nessun passo sulla
brulla via rocciosa; le quattro guardie si trovano abbastanza lontane. Il suo
stupore diventa un’incredibile meraviglia, quasi spavento, ma poi diviene gioia
e beata certezza, alla Parola: “Tu devi essere
il Mio veggente!”
[indice]
۞
Due angeli presso Giovanni
1.
Due figure ultraterrene, maestosamente sante, stanno
accanto a lui – ‘Principi-angeli’, gli sussurra
qualcuno all’orecchio. Le loro ali ampiamente estese, simbolo di forza, quiete,
sicurezza e rapidità, ombreggiano l’intero Calvario. Sì, Giovanni vede
quest’ombreggiatura fin oltre la lontana città di Gerusalemme. Strano però: due
diversi tipi di ombre partono dalle potenti vibrazioni delle ali. Al di fuori
del Golgota, gravano incutendo timore sul lontano paese, su case e uomini; qui,
esse sono protezione, portano la Pace della Luce. E questi volti! Giovanni non
ha elementi, per afferrare la santa serietà, l’indicibile solennità, la gravità
della Creazione, la responsabilità, beatitudine e sublimità, e quel sorriso nel
quale si congiungono Pace e somma Sapienza. E ciò nonostante, il suo cuore
afferra tutto questo, senza esserne cosciente. Gli è, allo stesso tempo,
estraneo e conosciuto, lontano e vicino. – Gli angeli si siedono giù, ai suoi
lati, e si chiudono in uno con la Croce di Gesù. Giovanni si meraviglia molto,
di come i loro occhi guardino nello stesso tempo lui, lì sulla Terra, mentre
compenetrano l’ampiezza del Cielo e anche alzano lo sguardo senza posa al
Signore, guardando al Vincitore della morte e della Vita, che pende su di loro
alla Croce, – – – sanguinante, smorto, dilaniato.
2.
“Giovanni”,
comincia uno degli angeli, “tu non hai riposato
solo esteriormente al Petto del tuo Maestro: la tua anima giacque saldamente al
Cuore del Padre. Là essa attinse tutto l’Amore, tutta la comprensione, là
accolse con certezza la Parola vivente; nulla poteva strapparla dall’unione con
Gesù. Tutti i condiscepoli ebbero qua e là dei dubbi, un’incomprensione, ma tu
potesti donare incondizionatamente il tuo cuore al Salvatore. Questo, Giovanni,
è stata Grazia! Accoglila nell’umiltà, poiché da te stesso seguisti il Signore
e Gli donasti la tua vita. Vedi, perciò devi essere tu il Suo veggente!”. –
Giovanni intende il messaggio dalla bocca celestiale. La gioia precipita sulla
sua anima come l’acqua dall’alto del monte. Vorrebbe rispondere qualcosa,
domandare: ‘Chi è l’annunciatore dal Regno?’. – Sorridendo, l’angelo prende le
mani di Giovanni nelle sue.
3.
“Tu mi conosci.
Guarda il segno della Croce sul mio petto, è il segno dell’Amore[2],
che come Uomo è morto sulla Croce per l’intera Creazione, adempiendo con ciò il
comandamento posto da Sé, fino alla fine. Gli uomini emettono e assegnano
ordini, che devono essere rigorosamente osservati da altri. L’Eterno, Santo-UR, l’Eterno-Unico e Veritiero, però, non ha soltanto
dato i più sommi Comandamenti, ma Egli stesso vi si è attenuto! Questo è
avvenuto ben nel segno del Suo Potere, Forza, Vigore e Potenza, ma – sul
Golgota – nel segno della Terra e della debole umanità!
4.
Col Golgota la
Divinità ha alienato Se stessa. Ha lasciato completare la Via ai Suoi sette
Raggi, mentre l’Amore di Dio è divenuto un ‘Figlio dell’Uomo’. Guarda la stalla
di Betlemme, la prima Pietra miliare nella Vita di Gesù, conferma
il Comandamento della Sua Misericordia e Sapienza. Tu ti meravigli come mai la
nascita sorse dalla Misericordia e Sapienza. Riconosci che solo il Padre poteva
sacrificare il Figlio; e il Padre è Misericordia. Essa è la corona preparata ai
figli ritornanti a casa. Soltanto, quando è spiegato anche il motivo della
nascita del Figlio, rimane ancora da riconoscere la causa, da cui scaturì
l’effetto come comandamento, l’azione della Misericordia. E la causa fu la
Sapienza! – Ti meravigli di nuovo, discepolo dalla schiera di Gesù, sebbene tu
abbia maggior conoscenza di tutti i seguaci? Ti voglio guidare alla radice
della Sapienza. – Ma non adesso, prima devi ascoltare ancora.
5.
La seconda
Pietra miliare fu portata alla
Creazione attraverso il ‘Getsemani’, quando la Preghiera sanguinosa riportò la
Vittoria con quelle Parole estese alla Creazione: ‘Allora Io lo bevo’.
Là stava in primo piano solo la Pazienza. Il santo Comandamento di UR
risplendeva nella propria sublimissima opera! Il Calice, il simbolo della
Pazienza, era qui allo stesso modo causa ed effetto. Nessuno è in grado di
afferrare la Pazienza che il Cuore divino aveva con i figli della Creazione,
con Lucifero, per assicurare a tutti, sulla Legge della libera volontà, la Via
di casa al Cuore del Padre. Questa Causa-ur era in se
stessa già l’Effetto, lo portava con Sé e consisteva in ciò: che il Figlio
dell’Uomo come Agnello di Dio accettasse il Calice, e precisamente in maniera
incondizionata, la cui inafferrabile grandezza fece tremare perfino noi primi
angeli davanti al Suo santo Seggio. Voi, discepoli e uomini – sconvolti da
questo Golgota – vi siete già un poco scostati dall’Avvenimento notturno; sì,
esso non è penetrato profondamente nelle vostre anime. Questo è un bene per
voi, perché non avreste potuto comprendere questa conoscenza. Ma noi, che siamo
i portatori della Sua Corona a sette Raggi, potevamo e dovevamo occuparci della
necessità della Preghiera del Calice. Se tu potessi dare uno sguardo nei nostri
cuori, comprenderesti la Potenza dell’Avvenimento, ma sei ancora uomo e devi
prima diventare veggente.
6.
Ora ti viene
rivelata la terza Pietra miliare
della Via di Dio. Essa diventa la pietra di base della tua predestinazione.
Questa, porterà più tardi la conoscenza della quarta, il cui significato
generale ti può essere mostrato già adesso, per introdurti nel decorso
dell’Amministrazione della Creazione, dalla quale provengono tutte e quattro le
Pietre miliari.
7.
Vedi: Colui che
pende alla Croce, ritornerà per te e per me, per tutti i figli, anime, spiriti
e creature, per rivelarSi in inesprimibile Potenza e
Magnificenza. Dapprima Egli verrà per breve tempo, – presto, quando il Golgota
condurrà alla Giustizia dell’Opera del Comandamento. Soltanto – questo ritorno
starà ancora sotto il segno di questa Croce. Ma nel Suo grande ritorno e
apparizione gloriosa, porrà come quarta la Pietra di chiusura per la Sua
Opera del Giorno. Serietà e Ordine –torchio e bilancia – suoneranno le campane
del riposo serale del Giorno della Creazione. Quello che precederà alla grande
chiamata a casa, ed è già preceduto, dovrai annunciarlo tu come veggente agli
uomini, finché ti troverai ancora sulla Terra. Ma ciò che vieni a sapere adesso
attraverso di noi, Raphael e Michael, dovrà rimaner sopito a lungo, fino al
tempo in cui un angelo scioglierà la fune della campana, per darla nelle mani
di Muriel e di Uraniel”. – Raphael tace, perché
ciò che è stato udito deve prima diffondersi nel cuore di Giovanni.
8.
A bassa voce,
timidamente, il discepolo dice: “Voi siete due
principi e venite da me – solo da me? In verità, io non sono più degli altri.
Ma Gesù, il mio Amico e amato Maestro, perché – perché questa cosa terribile
doveva succedere a Lui? Non aveva Egli abbastanza amici e ricchi romani, che
volevano accoglierLo con vero amore e venerazione?
Ciò nonostante rifiutava tutto! Non si concedeva la più piccola gioia
esteriore, non accettava nessun dono da coloro che Egli guariva, che liberava
da afflizione e bisogno. Quante volte rinunciava al riposo, a cibo e bevanda,
quando sapeva: ‘Nel luogo successivo
qualcuno ha bisogno di Me’. – E questa…”, Giovanni accenna amareggiato alla
Croce, “…questa è il ringraziamento di un popolo, per il quale Egli era
diventato l’indescrivibile Benedizione! – Perché, oh, perché?”. – Giovanni ammutolisce. Il suo cuore piange, piangono
anche i suoi occhi. Grosse lacrime scendono sul suo giovane volto.
9.
Allora Michael alza la sua mano, la posa dolcemente sulle
spalle sussultanti del discepolo e dice: “Giovanni, sii triste e nello stesso
tempo lieto. Le tue lacrime saranno raccolte, come tutte le lacrime che sono
versate per le sofferenze e i dolori degli altri. Ma credilo, il ‘Golgota’
doveva avvenire, anche se tu non comprendi ancora ‘il perché’. Non esisteva
nessun’altra Via, per trasformare in realtà la parabola del figlio perduto.
Ricordati dei discorsi di Gesù sul Padre che, nel grande Amore, non fu disposto solo ad accogliere nuovamente il
figlio che aveva dilapidato tutta la sua eredità, ma per giunta, gli andò
incontro, quando il figlio volle nuovamente ritornare a casa. Ahimè, – il Padre
sa: al figlio è difficile questo ritorno, perché ha fatto troppo male; cerca
invano la via che lo spinge da se stesso nelle braccia del Padre. Ora il Padre
vuole andare a prendere Suo figlio, per annunciare pieno di gioia: ‘Il Mio figliolo che era perduto, è di nuovo tornato a
Casa!’.
10.
A quel tempo,
quando Gesù insegnava questa parabola, quel figlio stava accanto e ascoltava
queste parole. Esse non rimasero senza impressione. Allora sopraggiunse per la
prima volta l’esitante amara conoscenza: ‘Che cosa ho fatto?’. Senza
questa prima personale conoscenza, il Getsemani e il Golgota non avrebbero
avuto quell’esito che ti si dovrà rivelare, affinché tu apra parecchi cuori
prima del grande ritorno del Signore, ed essi sentano la Verità. Perciò, io ti voglio
illuminare il mistero più da vicino.
11.
Tu sai che tutti
gli uomini provengono dall’Adilà, e vi ritornano. E
non ti è sconosciuto che anche i demoni, che Gesù scacciò spesso, hanno una
vita autocosciente; altresì che il supremo di tutti i demoni si chiama
Lucifero. Lucifero è il figlio perduto[3].
Sì, puoi tu immaginare, che il Padre vada ostinatamente in cerca di questo Suo primo figlio e faccia di tutto
perché esso non vada perduto, ma che ritrovi la via di casa? Puoi inoltre immaginare
che questo continuo impiego di fatica dovrà un giorno essere coronato dal
successo? E ti è difficile decidere quale successo corrisponda di più alla
Divinità, se sia solo mediante l’opera di Dio che smuova al ritorno il figlio,
oppure che, attraverso il Suo instancabile Lavoro, si accenda una buona volta
un pensiero della nostalgia di casa nel figlio, e ora il Padre esegua con
maggior ragione il Suo progetto di andare incontro al perduto? Il Padre, l’Onnisanto-UR, non sarebbe ricompensato con questa nostalgia
di casa suscitata nel cuore del figlio?
12.
Tu esamini la mia
parola, e fai bene. Tu però riconosci anche la Verità, e ora vedrai la Vita e
l’Insegnamento di Gesù in una Luce completamente diversa, nella Luce della
futura Rivelazione, nello splendore della gloriosa apparizione di Cristo,
quando Egli ritornerà, per forzare le ultime tombe degli spiriti-dormienti.
[indice]
۞
La nostalgia del figlio perduto
1.
Ascolta ancora, prima che accada quel che seguirà. Il
figlio, infatti, sentì la nostalgia di Casa quando fu data quella parabola
della Creazione. Ma – non era ancora maturo, aveva ancora un’ultima rimanente
eredità nella mano. S’immaginava di campare ancora a lungo e non voleva sapere
che la pietra, quanto più si avvicina all’abisso, tanto più rotolerà
velocemente. Fin dalla parabola, Lucifero fu spesso ascoltatore inosservato del
Maestro, ma nel frattempo, soltanto una volta aveva sentito una breve nostalgia
di Casa, e precisamente durante la Preghiera del Calice di Gesù. – Soltanto –
ecco che lo sedusse nuovamente il suo potere. Egli credette ancora di poter
mantenere il suo regno, di essere più grande di Dio. Senza conoscenza vi poteva
anche sperare, quando vide inginocchiato il solitario Orante, al Quale non
stavano accanto nemmeno gli ultimi undici fedeli, nella Preghiera sanguinosa.
Da ciò non gli sorse nessun rimprovero. Ma quando le Parole ‘Allora Io lo
bevo’, furono prese dalla Creazione, dal santo Universo, venne il primo
amaro pentimento sul figlio totalmente confuso. E come tremavano le Labbra del
divino Orante, così pure quelle labbra del figlio, sussurravano: ‘Se fossi rimasto nella Casa del Padre …, oh, se io
fossi…’ - E l’Agnello di Dio, con il Proprio compimento dei Comandamenti-ur, scosse potentemente il regno delle
tenebre.
2.
Da allora in poi,
Lucifero vaga intorno con angoscia e terrore. Una volta infuria attraverso il
suo inferno, poi va di nuovo a quella terza Pietra della Preghiera che ha bevuto
le gocce di Sangue di una Lotta mortale. Egli soffre la grande paura di
incontrare la Divinità; pensa anche alla mia spada che un giorno gli oppose la
tempesta del Cielo. Ma gli sarà impossibile evitare ancora il Veniente!
L’Azione da Spazio-ur e Tempo-ur
pretende il frutto! Le condizioni riservate alla Creazione per la giusta
compensazione e la Legge della libera volontà, porteranno in necessaria
conseguenza l’inizio e la fine, il seme e il grano, la radice e l’albero, fiore
e frutto, nostalgia e adempimento; sono essi causa ed effetto in uno! Questo
significa che il santo Sacrificio sanguinoso del Figlio dell’Uomo Gesù, che è
il Cristo, non potrà mai rimanere senza immediato coronamento. Per colui per il
quale fu portato il Sacrificio, questi lo deve ora riscattare! Poiché Dio
stesso in Gesù ha vinto la morte ed è Vincitore di ciò che si oppone al Suo
santo Regno, ed è impossibile che in qualche modo una vita decada per sempre
nella morte. Quindi, qui vuol dire: ‘Morte, dov’è il
tuo pungolo? Inferno, dov’è la tua vittoria?’. Il supremo
della morte e dell’inferno dovrà soccombere, perché non è rimasto nei limiti
della Legge della libera volontà, ma li ha oltrepassati con la Forza che stava
a sua disposizione. I frutti derivati da ciò, sono adesso il suo raccolto; non
gli rimane null’altro che riporli nel granaio. – Come avverrà questo, lo
vedrai.
3.
Come il grande
Sacrificio porta l’immediato adempimento, per cui è successo, cioè, niente di
più portentoso che il ritorno del figlio perduto, così anche la sua duplice
nostalgia di casa, specialmente a causa dell’ultima Parola sulla Croce, lotta
nel suo interiore, sebbene debellata continuamente dalla sua abituale
ambizione. Solo il Sangue di Gesù rimane vincitore, a maggior ragione qui;
perché al perduto tocca la Vita e il morire di GESU’! Se questi non fosse
salvato, in verità ti dico: nessun uomo sarebbe redento, e nessuna anima
sarebbe liberata dai legacci tenebrosi; nessuno spirito potrebbe diventar beato
e nessun angelo stare più dinanzi al potente Seggio di Dio! Allora questo
Giorno della Creazione, il sesto dall’Anno dell’Opera-ur
nel quale il Creatore aveva detto a noi Primi: ‘Lasciateci
fare un’Immagine degli uomini che sia simile a noi!’– sarebbe
fallito, non avrebbe potuto avere la sua fine! – E sarebbero fallite tutte le
Creazioni già precedute; sarebbe fallito persino il Veniente! La santa Opera di
UR sarebbe dovuta ricadere nella Sua Essenza interiore, e sarebbe stato come
nel principio mai conosciuto: ‘Lo Spirito aleggiava
sull’abisso!’.
4.
Con ciò è motivata
la necessità del Sacrificio-ur e il Suo Compimento.
Sulla prima figlia Sadhana, che a causa della sua caduta era diventata un
Lucifero, poggia un terzo di questa Creazione. Un terzo di tutti gli esseri e
anime, è dominato da lui. Il Creatore non gli tolse nulla della parte di Forza
concessagli, perché solo con questo, la vittoria di Gesù poteva diventare una
vittoria perfettissima. Questa vittoria porterà nel mondo la Redenzione a tutti
gli uomini, e alla fine del tempo della materia, la quarta Pietra miliare del
santo Avvenimento divino: il Suo meraviglioso ritorno, l’apparizione gloriosa
di Cristo! – –
5.
Ma ora presta
attenzione Giovanni! Non tremare e non ti spaventare; guarda in tutto ciò che
contempli, la santa Vittoria titanica, questa Vittoria-ur
dalla profondità di Spazio e Tempo, dalla sconfinata Eternità-ur”.
– Michael tace. Lentamente le mani di Giovanni
cadono all’indietro, nella sua cintola. Con grandi occhi, nei quali
l’Avvenimento ha acceso chiare fiamme, si rivolge una volta a Michael, una
volta a Raphael. Il petto gli è divenuto troppo stretto, respira più volte a
stento e con agitazione. Ma non appena vuol guardare in alto, alla Croce, i
principi-angeli si alzano, stendono le loro ali su di lui e ...Giovanni è
rapito al mondo. – – –
* * *
6.
Fulmini di luce a
velocità e forza spaventosa s’incrociano attraverso l’Ade. Fragori e tuoni
riempiono il luogo. I caduti odono la Voce
piena di Potenza e Forza: “Lucifero, vieni
fuori! Non ti nascondere, perché Io ti vedo!”. – Il chiamato
scappa e fugge. Ma più cerca di sfuggire al potente comando, tanto più si perde
nella propria confusione, e alla fine – sconfitto per mezzo del Golgota – sta
nel cerchio di Luce di tre figure, il cui splendore e autorità rischiarano
l’oscurità e fanno tremare l’inferno. Presto i demoni s’irrigidiscono dal
terrore. Lucifero si torce e contorce come un verme. La sua caduta, la
ribellione contro l’Onnisanto, la resistenza contro
le Condizioni date da UR, il suo esagerato utilizzo della Legge della libertà,
la sua insensata, menzognera lotta contro il Regno di Pace, contro i Figli
della Luce, e ultima, ma non meno importante, la sua duplice nostalgia di casa,
che cerca di soffocare con furiose maledizioni, lo frantumano dinanzi
all’apparizione della Luce.
[indice]
۞
La malignità di Lucifero
1.
Nondimeno,
ancora una volta affiora la sua smisurata arroganza, la sua forza e malignità,
la sete di potere, tutta la sua infamia demoniaca. Orgoglioso si rizza, e
scherno gronda dalla bocca sua, quando dice: “Che cosa vuoi tu, uomo morto, che
io ti faccia? Devo far vendetta per Te con la mia schiera sul popolo che ti…”. Lucifero si blocca. La figura di luce a destra,
Michael, sfodera la spada fiammeggiante, dalla quale saettano intensi fasci
luminosi come fiamme divampanti. La figura di luce a sinistra, Raphael, leva in
alto una croce verso lo scellerato, che nasconde in sé lo splendore della
potenza di una Creazione. Allora la Figura di mezzo che concentra in Sé la
spada fiammeggiante e la potenza della Croce, facendole riflettere attraverso
il Cielo, l’inferno e la Terra, stende le due Mani ed afferra con esse, spada e
croce. Subito il principe delle tenebre stramazza in sé, privo di ogni potere e
resistenza. Nasconde il volto nelle pieghe della sua veste perché non vuole,
non può guardare Colui che è l’Origine e l’Essenza della sua vita.
2.
CRISTO, il DIO vivente, dice: “Inutilmente,
o Lucifero, nascondi i tuoi occhi, perché il Mio sguardo ti è impresso
nell’anima, ma se credi di possedere l’eredità che un giorno ricevesti nell’Onnisantissimo dalle Mie mani davanti al sacro focolare, e
la consideri ancora tua proprietà conquistata da te stesso dopo la tua
separazione, guarda, voglio stare ora dinanzi a te, né nel Mio Potere di
Creatore, e nemmeno nella Mia Forza sacerdotale, né come Potenza di Dio e Forza
del Padre, bensì sono ancora una volta il Figlio dell’Uomo, il povero
abbandonato Orante del Getsemani, il Morente che esclamò dalla Croce nel più
atroce tormento e pena: ‘Mio Dio, perché Mi
hai abbandonato?’. E voglio essere il Fanciulletto
appena nato, affinché tu, Lucifero, sii certo che la Mano di UR nemmeno adesso
poggia su di te nel modo più segreto.
3.
A te,
Michael, Io dico: ‘Ritira la tua spada!’
– Tu, Raphael: ‘Metti la croce davanti ai
tuoi piedi!’. – Ora, Lucifero, sei libero come mai nella tua esistenza
tenebrosa! Impiega la tua forza ereditata, come vuoi tu! …levati e strappa
tutta la Creazione, Cielo, Terra, inferno! E se ti riesce, allora annienta Gesù
che sta dinanzi a te come il Figlio dell’Uomo, – allora la Sua Nascita, la Sua
Preghiera del Calice e anche la Croce del Golgota, saranno cose inutili, e sarà
inutile il Suo Ritorno condizionato nel Sacrificio!
4.
Questa
è la Mia ultima offerta che ti posso donare. A motivo del Sacrificio mortale,
la cui onnipotenza non comprendono del tutto nemmeno i Miei supremi figli della
Vita, esistono ancora due sole risoluzioni: la
Mia Vittoria, …oppure l’immediata dissoluzione della Creazione! Infatti, se
Io ho edificato come UR la Mia Opera, sull’Ordine e sulla Volontà e l’ho
benedetta con la Sapienza e la Serietà, l’ho guidata con Pazienza e Amore e,
ora la voglio portare all’incoronamento mediante la Misericordia, questo
avverrà solo se tutto ciò che si è risvegliato alla Vita autocosciente dalla
Mia Essenza, potrà essere incluso in tale coronamento! – E questo è nuovamente
basato solo sulle due Regole fondamentali della Creazione: quella delle
condizioni riservate ai Miei Diritti, e quella della Legge della libera volontà
data come Diritto ai Miei figli! Di questo perfezionamento, se deve essere
perfetto, fai parte anche tu, Lucifero, – tu e la tua schiera, le anime, tutti
gli uomini e gli esseri legati ancora nell’errata illusione!
5.
Per
questo, Io diedi due esempi: uno del figlio perduto, tu lo conosci, Lucifero, e
l’hai riconosciuto allora rapidamente come ascoltatore non visto, come potevi
esserlo soltanto tu; – il secondo della pecorella smarrita che il fedele
pastore cerca finché l’ha trovata e la riporta a casa nelle sue braccia, e
questo vale per ogni singola anima, che tu portasti allo smarrimento. Guarda:
ora riconosci che non esiste nulla nella sua Origine che non sia provenuto
dapprima come Pensiero di Luce solo da Me! Soltanto che tu non vuoi utilizzare
questa conoscenza come una base su cui è da edificare il tuo ritorno. Ma
siccome non esiste veramente nulla che non sia stato originariamente buono
perché proceduto unicamente e solamente da Me, allora sappi che in tutta
l’eternità, nulla può vivere al di fuori di Me e lontano dalla Mia Luce come
antagonista! Già la fine di questo sesto Giorno della Creazione lo deve vedere!
– Orbene, Lucifero, mostra la tua forza ereditata! L’Uomo-Gesù
sta dinanzi a te, la nuda Anima che da Se stessa si è guadagnata la Forza con
la propria conoscenza per andare incontro al proprio avversario!”
6.
Nell’inferno
regna un silenzio poco rassicurante. Gli spiriti maligni sono come senza vita. Lucifero dipende del tutto da se stesso, dal potere
della sua personalità. Si alza solo con grande tormento e faticosa pena. Allora
sente nel suo petto ancora una volta, la terza, la nostalgia di Casa. Tuttavia
sopprime la nostalgia, e con la sua ultima forza costringe la volontà, e dice:
“Vieni, tu, povero Uomo-Gesù, ho davvero pietà di Te, poiché sei stato
ingannato per la Tua vita e per l’Opera della stessa. Ti voglio risarcire”.
7.
Gli Dice Gesù:
“Tu pensi che Io sia stato ingannato, oppure che
piuttosto, solo adesso, la Divinità debba essere ingannata? Mi sembra che tu
voglia rubare un figlio al Padre”.
8.
“Te?”, domanda Lucifero.
9.
“Dipende
da cosa farai ora. Ma puoi rubare un solo figlio: te, …oppure Me! In verità,
l’effetto sarebbe lo stesso”.
10.
“Non farmi
ridere!”. La più orrenda sprezzante risata del demone
echeggia attraverso l’Ade. “Posso io, rubare me stesso? No, questo non esiste!
Ma Te, Anima-Gesù, – guarda: mi hai fatto venire una nuova idea. Ah, questa ne
vale la pena! Non l’ho mai tentata nemmeno durante il Tuo tempo terreno! –
Perché allora, sul monte, non volevo la tua Anima, che proviene dal mio mondo,
no – allora io volevo sopprimere lo spirito nell’Uomo”.
11.
“Ti
era riuscito di attrarre a te lo Spirito?”,
domanda Gesù.
12.
“Allora…”, Lucifero evita
di rispondere alla domanda con un sì oppure con un no, “…avrei dovuto solo
afferrare la Tua Anima terrena come si afferra astutamente anche il nemico nel
suo punto più debole. Purtroppo Ti avevo sottovalutato”.
13.
“Non
ci vuole nessun coraggio, né forza, né valore, ad attaccare alle spalle un
nemico. Io questo lo trovo disonesto e vile. Chi agisce così, consegna a se
stesso un grande certificato di povertà”.
14.
“Tu, Uomo, sta’
attento!”, sibila il tenebroso, “oppure …”.
15.
“Sta’ attento
tu!”. Un fulmine iracondo dagli occhi d’acciaio colpisce Lucifero, rimandandolo
al suo posto. Michael si è fatto avanti.
[indice]
۞
La battaglia dell’arcangelo Michael
1.
“Una
volta”, dice con durezza il principe di Luce,
“stavi di fronte a me nella prima battaglia che fu combattuta tra le creature.
Allora non c’era ancora l’alta Anima di Gesù che ora ti sta dinanzi, perché a
quel tempo non esisteva né una Terra né le Sue anime. Ma già allora, per la volontaria
cattiva rivolta contro Dio, si erano moltiplicati in te il disonore e la
perfidia. Io ti stavo di fronte, la mia schiera contro la tua. Considerato che
tu portavi un terzo delle Forze dei Pensieri, la tua schiera era molto maggiore
della mia. Uraniel[4]
come co-portatore delle Caratteristiche del Creatore
mi sosteneva. Ammettilo che hai evitato la mia spada. Io avevo disposto la mia
schiera davanti a te; tu hai combattuto per l’imboscata. La tua perfidia ti fu
ricompensata; diventasti vassallo! Ammettilo!”
2.
“Devo che cosa?
Confessarlo? Di aver mai incrociato le armi con te? Non me lo ricordo!”. – Lucifero ride, pieno di scherno e d’infamia.
3.
Michael
avanza ancora di un passo. Una Forza straordinaria
scaturisce copiosamente da lui, quando dice: “Lucifero, UR mi ha ordinato di
ritirare la spada. Ma sappi, che il Sacrificio dell’Espiazione che comprende
tutte le Creazioni non tollera più nessuna menzogna, nessun nascondiglio,
poiché questo Sacrificio deve essere posto sul piatto della Bilancia delle
Condizioni emesse giustamente. Infatti tu, tu solo hai rivendicato per te la
legge della libera volontà oltre ogni spettanza. Ora, senza nessun comando io
difenderò il santo Sacrificio sanguinoso del Figlio dell’Uomo-Gesù con il
potere dato a me e con la libera volontà a me disponibile! Ancora una menzogna,
…e non tratterrò più la mia spada! Ora non assisterò invano l’Amore! – Io saprò
portare a termine il compito. – E ora, principe tenebroso dell’inferno,
confessa la verità!”
4.
Alla minaccia
dell’eroe, Lucifero indietreggia di molto,
incutendogli questa, molta paura. E solo impiegando tutta la sua misera forza
si tiene in piedi barcollando. Egli percepisce che questi è avanzato
meravigliosamente nella sua potenza di volontà; al confronto, …lui è un nulla.
Digrignando i denti ammette: “È così come tu dici”. – Michael
continua a domandare: “Sul monte della tentazione[5],
com’era là? Hai veramente osato avvicinarti allo Spirito di Dio incarnato in
Gesù, per sottometterLo? Non volevi sedurre piuttosto
malignamente e con infamia, solo la parte dell’Anima? Confessa la verità!”. - Lucifero brontola e borbotta, il suo inferno vomita
veleno e zolfo; soltanto, non gli serve a nulla! – Michael mette la sua mano alla
spada. – Il maligno grida: “Sì, l’Anima,
…volevo soltanto l’Anima!”. – Da questo grido irrompono il suo tormento e
l’afflizione della Creazione. In quest’afflizione la Voce di Gesù risuona soave, quietando e guarendo:
5.
“Michael,
la poca conoscenza del povero figlio deve diventare occasione per un ritorno, a
cui in futuro potrà suggellarsi il rimpatrio. Vuoi aiutarMi?”. – Quale inafferrabile Amore! Per quanto siano ampi
tutti i Cieli, le infinità degli Spazi nei quali innumerevoli soli tracciano
solitari le loro orbite, per quanto distante sia il Mattino dalla Sera di un
Giorno della Creazione, tutto è troppo piccolo per accogliere la pienezza di
quest’Amore. – Michael rientra al fianco di
Gesù, solleva la sua spada sul santo Capo e dice: “Su di Te, Figlio Gesù, la
mia spada come protezione, finché il Tuo Sacrificio otterrà la Vittoria! Ma
davanti a Te, Tu Eterno Santo-UR, Eterno-Unico
e Veritiero…”, e s’inginocchia, posando la sua arma al suolo, “…voglio stare in
ginocchio, in adorazione e umiltà! Ed io so: sarai Tu il Vincitore! Ma Tu
chiedi se Ti voglio aiutare? Tu lo sai, senza che io risponda”.
6.
“Sì,
Michael Mio, Io lo so. Ma questo deve accadere per via dell’inferno. Alzati;
ora vogliamo lasciare agire Lucifero”. Gesù chiama a Sé Lucifero e dice: “Ora fa’ secondo il tuo giudizio”. – Lo spirito maligno è immediatamente libero dal potere
supremo della spada e così alza più in alto il suo capo, benché nel suo
interiore gli pesi il sacrificio. Due parole stanno davanti a lui in fiamme: ‘Per
te!’ – La lotta è così violenta, che i suoi spiriti perdono la loro
rigidità. Essi infuriano, agitano le fauci delle tenebre; urla, imprecazioni,
frastuoni rumoreggiano attraverso il tenebroso luogo e si combattono nel modo
più orribile. E quando Lucifero non vede nessuna via d’uscita, come potersi
avvicinare a Gesù, il Signore domanda:
7.
“Tu
hai detto che Io, da povero Uomo, sarei stato defraudato della Mia Vita e
dell’Opera di questa. Mi volevi risarcire. È vero? E cosa vuoi farMi?”
8.
“Oh, …”, Lucifero ritrova fiducia in se stesso. Gli deve
riuscire, di strappare il Regno a sé. “… ho davvero compassione di Te, perché
in definitiva… No! La Tua Croce non è colpa mia!”. – Egli evita sempre di
guardare la croce e Raphael.
9.
“Se
non porti nessuna colpa per il Mio sangue, di chi è la responsabilità? Perché
Mi è accaduto questo?”
10.
“Devo saperlo io?
Chiedilo ai potenti Kaifa, a Erode e a Pilato; forse
essi Te lo diranno!”
11.
“Sì,
Lucifero, la loro risposta sarebbe: ‘Il demonio è venuto su di noi!’. – Ma
quanto poco costoro si possono scagionare dalla propria co-colpa,
tanto meno tu sei da assolvere dalla colpa principale. Perché solo tu, sei la
causa di questa!”. – “Anche Tu vuoi
addossare tutta la colpa su di me, che altri hanno perpetrato senza il mio più
minimo contributo? Finora sei stato Tu, l’unica Anima che ha vinto il fardello
della materia senza cercare qualcuno su cui fosse da addossare. – E ora vuoi
accusare me, della colpa principale?”
12.
“Non
ho parlato di ‘questa colpa’, bensì
della ‘causa’. Quello che uomini, anime
o spiriti fanno di cattivo, ognuno deve portarlo da se stesso e risponderne
dinanzi a Dio. Egli non caricherà per nulla il loro peso sulle tue spalle. Ma
Io, o Lucifero, ho preso su di Me il tuo grande fardello e il carico di tutti i
colpevoli, per la liberazione di tutti, per riscattare te, con ciò, dalla causa
della colpa, poiché vedi, se tu una volta non avessi infranto la tua promessa
data liberamente, di riconoscere e adempiere le condizioni giustamente poste,
senza disprezzarle e gettandole via da te, in verità, nessun figlio sarebbe mai
giunto su una tale via del profondissimo abisso, dove tu adesso già cammini da
quasi sette Ore del Giorno della Creazione, a danno della Mia Opera, per la tua
propria perdita. Non te ne rendi conto?”
13.
“Non lo so e
neanche comprendo come mai debba essere io il perdente. E la perdita di Quell’altro, riguarda forse Me?”
14.
“Ti
sbagli! La perdita di Quell’altro, il
cui santo Nome non vuole uscirti dalle labbra, consiste solo in un tempo, che
in verità Gli dispiace per via dei figli di cui tu Lo derubi, ma non per amor
di Se stesso, poiché un tale tempo in Lui è un soffio, solo una goccia dalle
quattro sante Correnti della Vita dell’Eternità-ur,
il cui inizio e fine – sorti alla Fonte della Mezzanotte, a te eternamente coperta
– nessun figlio contemplerà mai. Che cosa è una tale goccia del tempo risiservatole, nello scorrere della santa Volontà del
Creatore? In verità, Io ti dico: non di più, ma infinite volte di meno, che un
povero granellino di sabbia della povera Terra.
15.
Ma
la tua perdita... ”, Gesù esita, e poi accentuando dolcemente, ma con
quell’ardente potere che avvinceva migliaia di ascoltatori, dice: “…Sadhana, tu, prima figlia del Padre Celeste… la tua
perdita è quasi incommensurabile! Hai rinunciato a tutto, all’abbondanza delle
ricchezze, alla magnificenza della Luce, al diritto della Primogenitura della
Creazione! – E questo, tutto per un piatto di lenticchie! In verità, Sadhana,
ciò che hai ottenuto in cambio, la povera Terra, il piccolo globo involucro,
l’insignificante cella di soli, …è solo un piatto di quella misera zuppa di
lenticchie di Esaù, che per te fu un esempio. Su questo, non ti è ancora mai
venuto nessun discernimento?”
16.
Nell’essere stato
chiamato ‘Sadhana’, Lucifero è terribilmente trasalito. La sua anima
rabbrividisce. ‘E il piatto di
lenticchie? Sì, quasi, …no, così non si dà per vinto, questo non lo riguarda
per niente. Lui è Lucifero, il signore della Terra! Che cosa valgono le poche
anime che si sottraggono a lui di mano? Milioni peregrinano sulle vie indicate
da lui della ricchezza mondana, del potere sugli uomini, sui popoli, e per la
lussuria. E quando saranno liberi dal loro corpo terreno, apparterranno a lui
completamente! Non gli dovrebbe essere possibile, tener stretta l’Anima di Gesù
che è venuta a lui persino volontariamente?’. Soltanto, il nome ‘Sadhana’ lo indebolisce immensamente; solo a
fatica oppone resistenza. Nondimeno, …deve essere! Egli dice: “Vieni, seguimi,
Ti mostro il mio ‘piatto di lenticchie’; forse allora riconoscerai, dove c’è
potere e magnificenza, e dove, solo
apparenza”.
17.
“Allora
guidaci”. – Lucifero
sarebbe andato volentieri solo con Gesù, perché spada e croce lo
aggravano, sebbene entrambi, Michael e Raphael, non facciano sentire influenza
alcuna. Egli non potrebbe nemmeno dire se volontà o amore paralizzino la sua
forza di volontà. Non gli riesce comunque di trattenere i principi, e nemmeno
di mettersi tra loro e Gesù. Non gli rimane altro che andare avanti. … In un volo rapido girano intorno alla Terra.
Lucifero mostra magnifiche regioni, potenti regni con un atteggiamento come se
volesse dire: ‘Non è nulla rispetto a ciò che Ti voglio donare’. Egli
mostra mondi, stelle, soli. Su un sole molto grande, Lucifero guida il Signore
su una collina.
18.
La pura Anima, –
che in virtù del Suo Sacrificio domina con lo sguardo l’intera Creazione, – e
anche gli angeli sentono ugualmente che qui si prenderà la decisione. Lucifero
chiede perfino che Gesù si metta a sedere, e Gli offre un posto scelto
espressamente. Egli stesso siede dinanzi, di traverso su una nuda pietra. I
principi della Luce rimangono in piedi appena dietro al Signore. – Per un tempo
considerevole grava uno strano silenzio sul piccolo gruppo. Alla fine Gesù domanda: “Sadhana,
che cos’hai da offrirMi?”
[indice]
۞
Lucifero non ricorda d’essere stato
Sadhana
1.
Lucifero chiede
a sua volta: “Perché mi chiami con un nome che non mi appartiene?”. – “Hai ragione, Sadhana, non ti appartiene. Più esattamente:
non più! Ma guarda: ti deve appartenere di nuovo! Con la Mia croce sanguinosa
ne ho posto il fondamento. Riconoscilo: solo la Divinità, portava nel proprio
Essere il proprio Nome! Invece nessuno degli angeli, per quanto sommo e più
perfetto, mai si è attribuito un nome da se stesso, perché nella Luce di Dio
erano tutti solo fanciulli, e sono stati educati a ciò che sono oggi. Se
qualcuno si attribuisce un altro nome, diverso da quello che ha ricevuto alla
sua nascita spirituale e perfino anche terrena, allora questo, per vero, non
sarà mai sussistente. Non diversamente è con te. ‘Lucifero’ non era e non sarà
mai il tuo nome; UR non ti aveva chiamato così! Non devo chiamarti anch’Io col
tuo vero nome?”. – Lucifero cambia tono.
“Che cos’è un nome? Suono e fumo! Io non mi chiamo: io sono Lucifero!”. – Nessuno avrebbe potuto parlare con più
superbia che il demone supremo.
2.
“O
povero figlio smarrito, come puoi parlare così stoltamente?”. Dagli occhi, Gesù irradia
un’indicibile compassione. “Ma ora parla, Sadhana.
Io voglio… Io non posso regalarti più tempo di come il Mio sacrificio te ne può
concedere per la conoscenza”.
3.
“Non voglio derubarTi”, dice Lucifero.
La sua voce è stranamente calma. Proviene questo da un incerto passo per il
ritorno? È una tattica? – I principi-angeli vedono chiaro: Gesù vorrebbe
credere in ciò che è buono (di
Lucifero).
4.
Lucifero
accenna alla regione solare con un ampio
movimento della mano. “Guarda questo sole e riconosci che cosa si può far di lui.
Tu hai una grande forza. Oh, …io lo so, non mi chiudo al sapere, sebbene non
capisco come Tu, con un tale potere non sei riuscito a sottrarti alla morte
vergognosa. Ebbene, questo è affar Tuo, non m’interessa, con questo non ho
nulla a che fare!”. – L’ostinazione nelle parole è così grande, che perfino
Gesù indietreggia spaventato.
5.
“Ti voglio fare
la mia offerta”, continua Lucifero dopo una
breve pausa. “Il sole sia Tuo con tutto quello che vi è sopra, al di sopra e al
di sotto, con tutti gli uomini che io ho mandato qui. E li manderò a Te, tutti
senza eccezione, non appena avranno lasciato il loro compassionevole,
miserabile, puzzolente corpo. Potrai fare di loro quello che vuoi e Tu stesso
ne sei il padrone; non m’importa di nulla. Un ricco campo d’azione! – E qui Ti
devono venire incontro Caifa, Erode e Pilato. Allora renderai loro ciò che Ti
hanno fatto di male! Gli assassini saranno nelle Tue mani. Non hai Tu anche
predicato volentieri, e difeso i vermi umani, sebbene nemmeno uno possedesse
tanto valore da essere degno di essere solo guardato da Te? Invece, sei corso
dietro a loro! – E se non Ti basta questo luogo di lavoro, oh …io ho anche
un'altra ricchezza. Vieni! Seguimi!”
6.
Lucifero guida.
Il Globo-involucro[6]
si apre, e in tutti gli angoli razzolano i suoi esseri. Dopo di ciò ritornano a
quel sole che era stato offerto a Gesù. Non appena riprendono i loro precedenti
posti. – Lucifero domanda: “Ebbene, che ne dici
adesso del piatto di lenticchie? Mostrami il piatto sul quale sarebbe da
ammassare”.
7.
“Sadhana,
la tua zuppa di lenticchie è grande ai tuoi occhi. Quanto piccola sia veramente
e quanto poca sia, Raphael e Michael te lo mostreranno dopo. – Prima voglio
occuparmi dell’offerta. Mi alletta di raccogliere intorno a Me le anime di
tutti gli uomini, di insegnare loro il Mio Amore che essi conoscono poco,
sebbene parlino molto dell’Amore. Chi conosce l’Essere altamente lodato, la Sua
settupla irradiazione, congiunta saldamente nelle quattro correnti della Vita e
racchiuse insieme? Chi ha mai esplorato il fondamento dell’Amore che domina in
questo sesto Giorno della Creazione, di cui l’Ordine e la Sapienza sono i
pilastri? Sì, Mi alletta mostrare a ogni anima la sovranità di Dio per
scatenare la nostalgia che dovrebbe spingerle tutte nel Cuore del Padre!”
8.
Il Salvatore
tace. I Suoi occhi girovagano nello spazio. Vede giungere delle schiere, –
grigie, curve, tormentate dal peccato e dalla colpa; e le vede, benedette e
adornate dalla Sua mano, con le vesti bianche, e sul loro capo le corone della
conoscenza, andare dallo spazio solare, con giubilo ed esultanza, con
ringraziamento e lieto fervore, nel Regno della luce, libere dal potere
dell’oscurità. – – Il tetro distrugge
precipitosamente l’immagine esultante: “E Tu, …accetterai? Tu, …lo farai?”
9.
Gesù si desta dalla Sua immagine salvifica. – Come
ascoltando, alza lo sguardo. La tentazione sulla Terra non era nulla, in
confronto a quel che deve avvenire adesso. Gravemente, Egli
replica: “Nessuno compra una veste senza
averne chiesto il prezzo, sebbene lo si rinnovi spesso. Meno ancora un uomo
prudente compra una casa senza esaminare precisamente il suo prezzo insieme
alle condizioni. Egli esamina anche se l’acquisto gli porterà un’utilità oppure
danno, se più tardi non si manifesteranno difetti che poi egli non sarà più
all’altezza di riparare, così che gli venga tolta la casa e, povero e nudo,
debba essere cacciato fuori insieme ai suoi cari. Tutto questo si deve pensare
prima che si stenda la mano e si dica: ‘Dà
qua, la voglio avere!’. Il mercante disonesto metterà presto la merce nelle
mani tese dell’onesto acquirente e incasserà il prezzo. Ma davanti al tribunale
egli affermerà: ‘Alla vendita, la mia merce era buona, si è guastata più
tardi’. – Quindi, Sadhana, che cosa vuoi avere per questo?”
10.
“Tanto, quanto niente!
Ti sono cedute legioni di anime, e solo un’unica, ne voglio come prezzo”.
11.
“E…
chi è quest’unica anima?”
12.
“Tu stesso!”
13.
“Io?
…E che vuoi fare di Me?”
14.
“Nulla. Pretendo
solo che Tu non abbandoni mai questo spazio solare, né nutrire altri desideri,
eccetto che di lasciar andare via le anime a Te donate secondo la Tua immagine
fantasiosa, senza cedere Te stesso al desiderio di seguir loro, anche solo una
volta”.
15.
“Allora
sarei un tuo prigioniero, un vassallo alle tue grazie!”
16.
“Queste sono
parole dure, esse non colgono il senso”.
17.
“No!”. La voce di Gesù si
alza. Somiglia a quella voce quando nel tempio Egli brandì la verga,
esclamando: «La Mia Casa deve essere una casa di preghiera; voi ne
avete fatto un covo di assassini!» – “No! Il
senso è duro, le parole, vere!
18.
Sadhana,
tu una volta stavi come un libero figlio principesco con Michael, Raphael e i
fratelli nell’Onnisantissimo dinanzi al sacro
focolare. Stavi in ginocchio davanti al Seggio per adorare Colui che vi sedeva,
che è il tuo Creatore. UR donava a te i Suoi doni. Egli non esercitò commercio,
Egli diede dalla pienezza della Sua abbondanza! Ma tu, non appena ottenesti
molto, ti credesti abbastanza grande da opporti al Padre e dire: ‘Ciò che io possiedo, è mia proprietà
conquistata da me!’. – Allora diventasti prigioniero e vassallo della tua
cattiveria, ma non del Padre tuo, bensì prigioniero e vassallo della tua
superbia, e fosti asservito ed imbavagliato nell’infamia della tua perfidia. –
Infatti, in verità, se UR ti avesse asservito e fatto prigioniero, tu non
saresti mai potuto sopravvivere a questo tempo, perché allora si sarebbero
dovute adempiere su di te le condizioni della Creazione. Questo avrebbe
veramente avuto per conseguenza la dissoluzione del Giorno della Creazione. –
19.
Ora
è giunto il momento, in cui hai dilapidato completamente il dono e l’eredità.
UR non ti darà nulla di ciò che possiedono tutti quanti i Suoi figli. L’Ordine,
la Volontà, la Sapienza e la Serietà avrebbero voluto rovesciare in una notte
la mostruosità della tua caduta, il piatto di lenticchie. Inevitabilmente,
fuori dalle condizioni, una notte anzitempo avrebbe coperto l’intero Giorno
della Creazione. Allora quest’Opera, da Spazio-ur e Tempo-ur, sarebbe stata inutile!
20.
Ma
guarda, si levò la Pazienza e disse: «Mi sia dato un breve tempo, che voglio
innestare come semenza nel Grembo dell’Amore; poiché è il Giorno dell’Amore». – L’Amore parlò: «Voglio dare alla luce, come Figlio, il tempo
affidatomi dalla Pazienza, così che sulla Via del Sacrificio riporterà il già
perduto, e voglio mettere ai piedi della Misericordia il ‘Sacrificio del Figlio’». – La Misericordia parlò:
‘Io ero già Corona, quando nel Tempo senza tempo di UR sorsero sublimi, sacre
Opere, e grandi senza numero! Nella quadruplice Creazione nella quale ora
sarebbe cominciato l’Atto-Anno-ur nella luce pre-sorgente e di cui il sesto-Giorno attendeva
l’adempimento con il fiato sospeso, Io ho portato il Sigillo della Corona a
ogni essere e a ogni divenire. Anche questo Giorno stette nella Mia mano.
21.
L’incoronazione
non poteva avvenire solo attraverso di Me se non vi fosse stato il fondamento nell’Ordine, nella Volontà, nella
Sapienza e nella Serietà, e se la Pazienza e l’Amore non avessero eretto il
Ponte dall’interiore all’esteriore, dal Maestro all’Opera, dal Creatore alla
creatura, dall’inizio alla fine. Altrettanto poco sarebbe stato l’adempimento,
se Io, la Misericordia, non avessi guidato su questo Ponte, la fine all’Inizio,
la creatura al Creatore, l’Opera al Maestro, l’esteriore all’interiore, e
quindi, formato il tetto sul Pilastro di base del Tempio della Creazione. Nel
corso finora svoltosi del Giorno dell’Amore, Io ho solo elevato la Corona.
Adesso bisogna imprimere all’Opera il sigillo della Corona, per portare alla
fine anche ad essa l’incoronazione» – Così fu
deciso nel Consiglio secondo il senso di Dio-UR! – Quindi parlarono i quattro primi: ‘Così sia! Noi diamo il tempo alla
Pazienza. Una volta trascorso, si vedrà che cosa dovrà accadere con lo spazio
cosmico’.
22.
Quindi
la Pazienza generò il Tempo come semenza nel grembo dell’Amore, e nacqui Io. –
La Misericordia serbò il sigillo nella mano, mentre l’Amore portò
l’inconcepibile Sacrificio! – Una volta – e questo non ti è sconosciuto – UR
volle provare se un cuore paterno fosse capace di sacrificare il proprio
figlio. E niente di meno che Abramo, il portatore della Serietà[7] andato sulla Terra,
assecondò il comandamento di sacrificare il tanto amato Isacco.
[indice]
۞
L’esortazione del Figlio
1.
(continua a
parlare Dio-Gesù-Figlio) UR ha sacrificato il Figlio che era proceduto dalla santa
Giustizia e dalla Misericordia. Dunque, che adesso UR abbia lasciato venire Me,
il Figlio dell’Amore, a te, per rivelarti questa Santità, questa è compassione!
E ora Io grido a te: ‘Torna indietro,
Sadhana! Torna indietro!’. Vedi, le Mie mani sono ancora rosse del
sangue della sacra Sorgente della Vita che è stato versato anzitutto per te! La
Croce, addossata alla Creazione per orgoglio, per la colpa e il peccato da te
soltanto, Io la tolsi da essa e la caricai liberamente sulle Mie spalle. ElencaMi anche un solo peccato dalla Mia vita terrena,
un’arroganza con cui avrei perseguitato un altro. Non puoi mostrarMi
nulla! Per chi e per che cosa, dunque, avrei Io, o Sadhana, preso su di Me la
Croce, eretta a causa della tua colpa, se non per te, l’autrice della stessa? –
Finché le Mie mani saranno ancora arrossate dal sangue del Sacrificio, fino ad
allora ti rimane il tempo per il ritorno!
2.
Il
Mio Amore ti serve santamente. Per amor del Mio straordinario Sacrificio ora
devi provare quanto sia difficile per Me stare adesso dinanzi a te come ‘Figlio
dell’Uomo’, come ‘unico-Gesù’. Quando nel compimento
della Croce pronunciai morendo le parole: ‘È compiuto’, ho raccomandato
il Mio Spirito nelle mani del Padre. Così Io, il Gesù, divenni nuovamente Uno
con UR, il Santo stesso! Soltanto, …il Mio Amore sacrificato gridava vendetta!
Che cosa ne sai tu, Sadhana, del senso della vendetta divina? Di riportare a Me
il Mio primo, perduto Figlio? Di dare nuovamente l’Onore alla Casa del Padre
profanata e guarire la grande ferita alla Luce? Questa è l’unica vera, perché
santa vendetta! – Da te si rende il bene col male, e anche il male solo col
male. Nel Mio Regno questo non esiste, perché qui tutto è nobile, buono e puro,
tutto è solo perfetto. Invece quello che tu hai fatto di male alla Creazione,
soprattutto a Me, al tuo Creatore, Io te lo ricambio di cuore con la Mia
Misericordia.
3.
Ho
respinto la tua offerta come Anima, poiché ciò che tu vuoi, può a Me, al Figlio
dell’uomo, non rimaner nascosto. L’Amore disceso sulla Terra sarebbe segregato
per ogni tempo dal Mio Regno, che andrebbe in rovina se mancasse anche una sola
Caratteristica. Con la perdita dell’Amore, Io, l’Eterno-Santo, non sarei più il
sublime, il perfetto UR. Così il sesto-Giorno della Creazione perderebbe il
Fondamento, sul quale esso sta magnificamente. – Tu non potevi evitare il Mio
Sacrificio. Lo sapevi! Quello che tu nascondi davanti al Cielo e davanti
all’inferno, vale a dire lo scuotimento che ti colse con la Mia ultima Parola
sulla Croce, vedi, Sadhana, a Me non rimase nascosto!
4.
Tu
sei proceduta da Me. Del Mio più prezioso Io posi una grande parte nel tuo
cuore. Tu potevi colmare tutto. Hai
accumulato sui Miei sontuosi doni, montagne alte come mondi, in colpa, peccato,
cocciutaggine, cattiveria, perfidia che, all’apparenza, era come se la Mia Parte-ur fosse soffocata in te. Ma ... tu non potevi ucciderLa! E poiché questo non ti riuscì, allora portasti
nel mondo il maligno fratricidio del fratello. Caino fu l’opera tua! Da allora
in poi è scorso inarrestabile il sangue, senza che ti riuscisse di distruggere
l’originaria eredità della Luce in ogni figlio.
5.
Questo
scuotimento fu la tua prima cosciente conoscenza. Stavi qui, in questo posto e
ti rivoltavi da tutte le parti; questo per cancellare ciò che vedevi: ‘Per
te!’. – Non ti riuscì! Le Mie mani stigmatizzate dai chiodi attinsero nella
tua profondità e portarono tutto il bene alla luce del Giorno, e si tesero
verso l’alto al Mio trono. Così Io unii il Cielo e l’inferno, e distrussi
l’abisso provocato dalla tua caduta. Allora venne su di te il primo singhiozzo.
Tu lo soffocasti. Ma quelle parole sussurrate: ‘Ora mi sono perduto completamente’, erano buone. E dopo non ti dominò solo
l’ostinazione, quando distruggesti ancora una volta la tua nostalgia di Casa, no! – In ciò c’era anche il
riconoscimento della colpa.
6.
Allora
la Misericordia si cinse del Mio mantello dell’Amore, e della cintola della
Pazienza, intorno alla tua parte della Creazione. Ora sta soltanto a te,
Sadhana, giungere dalla conoscenza della colpa, alla confessione della colpa,
di deporre la dura corazza della tua ostinazione e lasciarti avvolgere da Me,
per non chiudere i tuoi occhi al monito della Croce, bensì dire: ‘Ho peccato dinanzi a Te,
o Padre, nel Cielo e sulla Terra. Da ora in poi non sono più degno di essere
chiamato figlio Tuo!’. – Se farai
questo, Sadhana, ti andrà come al figlio nella parabola: in futuro sarai
condotto a casa con Gioia! – –
7.
Ora
però hai ancora bisogno di una sola visione. – Michael e Raphael, portate il
figlio Mio perduto e mostrategli la vostra magnificenza. Sarà sufficiente che
egli riconosca il suo Giudizio della caduta. Gli altri Miei principi celesti,
nel frattempo Mi serviranno”. – Subito
gli incaricati stanno accanto a Lucifero, e in un attimo sono sfuggiti allo
spazio solare.
[indice]
۞
Lucifero sulla via del ritorno
1.
Lucifero sta
nuovamente dinanzi al Signore. Gesù attende, finché parla. Gli deve essere
lasciato il tempo perché il suo interiore ha provato un enorme cambiamento. Si siede
sulla pietra, il capo profondamente chino. Finalmente alza lo sguardo. Qual
fuoco arde nei suoi tetri occhi; una fiamma consuma l’altra. Ostinazione contro
ravvedimento, odio contro amore, superbia contro orrore, in breve …l’inferno
combatte contro un Cielo, nel figlio diventato ora povero.
2.
Uno sconfinato tormento risuona, quando – a
metà girato verso Gesù – egli dice: “Sarebbe
stato meglio se Tu non mi avessi fatto vedere ciò che i Tuoi Servitori mi hanno
svelato. Anche questa è Misericordia, a me, che sono caduto in una risacca
dalla quale non c’è nessuna scappatoia con le proprie forze, gettare sì un
salvagente, ma non tirare la corda, così che io veramente non vada a fondo, ma
non vada nemmeno a riva, né alla vecchia né alla nuova? Perché mi hai fatto
questo?”
3.
Raphael
accenna alla Croce e domanda: “Perché tu
hai fatto questo al Signore? Sì, l’Altissimo doveva farti sentire il vortice,
che è stato finora la tua vita. Guarda quello che ora hai, come debito verso di
Lui, verso la Creazione e verso te stesso! Non reprimere il sapere che senza il
salvagente di Dio saresti perduto, ma mettiti ora sotto la Croce di Cristo;
stendi in alto le tue mani verso Colui che ha sacrificato su questo Legno del
martirio la Sua santa Vita. Se lo farai, Egli ti tirerà presto di là, a destra
della riva. – Allora sarai salvo, sarai libero da ogni colpa e un giorno
troverai la via di ritorno nella casa del Padre tuo. Allora sentirai l’Amore
misericordioso che salva anche te dall’angoscia della morte, dalla notte e
dall’orrore, come una pecorella smarrita, e ti porta a casa su forti, fedeli
braccia da Pastore. – Riconosci quest’Amore, Lucifero! Prendilo fiducioso per
te! L’Amore attende solo che tu lo desideri”. Splendente nella sua Luce, il
principe dell’Amore sta dinanzi al caduto.
4.
Lucifero
sente il contrasto. Guarda una volta in
alto, all’irradiato, amichevole Volto, ma presto abbassa il suo sguardo a terra
dicendo: “Troppo tardi arriva la conoscenza a quale riva Egli voleva…”, con ciò
accenna a Gesù, “…anche attirarmi. Non posso più essere signore del mio regno
dopo aver visto che cosa è diventata la vostra proprietà. E il Sangue ... oh,
ora non lascia più andare l’anima mia! Ma alla riva dove state voi, posso
venire ancor meno! Io non sono dei vostri, non lo sarò mai! Voi mi avete
svelato tutto ciò che avvenne nel sesto Giorno della Creazione, in una
chiarezza per me raccapricciante. Ora mi imbatterò sempre ai limiti della mia
zuppa di lenticchie auto-imposta, e andrò completamente al fondo di questa vita
infernale. Ci vorranno ben eoni di tempi, finché mi sarò logorato alla mia
colpa, fino a che non rimarrà più nulla di me”.
5.
“Perché non vuoi
venire su quella riva dove t’illuminerà la Luce, dove ti attende l’Amore?”
6.
“Là ...?”. Per un
attimo Lucifero guarda a Gesù. “Come puoi
addossarmi quest’insopportabile tormento? Non è sufficiente di dovermi
trascinare per eternità con questa conoscenza?[8] A cosa mi serve questa riva, se non posso essere
partecipe della Sua Benedizione? La Luce mi caccia da un estremo all’altro! In
me si adempie la parola: ‘Tu dovrai essere errabondo e fuggitivo!’. – No, là,
io non posso!”
7.
“Nessuno ti
caccerà”.
8.
“Possibile.
Allora lo farà proprio la mia colpa, il che è la stessa cosa. Per noi è meglio
separarci, e ognuno ritorni là da dove è venuto. Non si può superare l’abisso!”
9.
L’angelo
dell’Amore, triste, guarda al povero figlio, il cui cuore brucia nella
sofferenza, perché l’anima non vuole né sentire né vedere l’aiuto. Ma lui non
può aiutare più di quanto è stato fatto finora. Anche l’Amore non deve costringere;
esso può solo precedere come luce nell’oscura notte verso il viandante
smarrito. Può solo attirare e chiamare. Chi lo segue, ne è eternamente salvato!
Come da una parte l’Amore mostra la santa, alta Meta, così deve, dall’altra
parte, risvegliare la volontà a riconoscere la Luce e seguire il richiamo. Ma
Lucifero, è già così avanti da piegare la sua volontà a questa Meta?
10.
Michael
si reca da lui, si china e posa
dolcemente sulla sua spalla la sua mano avvezza alla spada. Egli dice:
“Lucifero, tu sei già arrivato sulla via del ritorno, Noi lo vediamo meglio di
te stesso. Lascia che ti aiuti! Anche se sono il portatore della Volontà[9],
ho comunque in me l’Amore dell’Altissimo. Se tu credi che la parte dell’Amore
in me sia troppo piccola, allora ti sbagli di grosso. Essa è così forte, che
con questa potrei rendere beato non solo il tuo intero inferno, ma potrei
rendere assai felici anche tutti gli angeli fino alla fine di questo Giorno
della Creazione. Altrettanto è così con i miei fratelli. E ciò che ogni singolo
possiede, questo, o Lucifero, UR un giorno lo aveva messo nelle tue mani, nel
tuo cuore, in settuplice abbondanza settuplicata. Non
varrebbe la pena venirne nuovamente in possesso?”. Le efficaci parole di
Michael sono colme di forza come le può esprimere solo il portatore della
Volontà. Ciò nonostante esse sono compenetrate da un Fuoco d’Amore contro cui
Lucifero – dapprima turbato nell’interiore da Raphael – non può più difendersi.
In lui combattono ancora le sue potenze oscure, pur tuttavia, esse hanno già
perduto la forza elementare.
11.
Lui non si volta nemmeno mentre ribatte: “Tu dici che
sarei giunto sulla via del ritorno? Non sento nulla di questo! E lo potrei
anche? A cosa mi servirà poi la convinzione? Se adesso cambiassi perfino nel
senso tuo… Guarda le mie schiere. Che cosa ne sarebbe di loro? Noi siamo in
eterno, i dannati! Ciò che io possedevo un giorno, …mai più sarà mai più mio!
Non mi servirebbe a niente riconoscere il valore della ricchezza, poi stenderei
inutilmente le mani fino alla fine dei miei giorni”.
12.
Michael
replica: “Lucifero, ti costerà una cosa
sola: la decisione della volontà;
compiere i quattro passi che ti separano dal Signore del Cielo”.
13.
“Tu pensi che io
debba far questo?”. È difficile dire ciò che la domanda esprime nell’opposizione.
Essa è emersa nella piena incertezza sullo svolgimento della lotta della
Creazione. La crescente nostalgia di casa viene repressa; in controsenso stanno
ostinazione, vergogna e amara conoscenza. La compassione dell’angelo scende
benefica sulla povera anima. Michael dice a
bassa voce: “Tu, non, ‘devi’, Lucifero;
tu ‘puoi’, da te! Tu ‘puoi’, per la Conoscenza. Puoi, per il santo Sacrificio
del Sangue e per l’espiazione”. – Dopo di ciò regna un grave silenzio tra
luce e tenebra.
[indice]
۞
La sconfitta di Lucifero
1.
I principi-angeli stanno ancora attendendo. Le loro
mani sono sulle spalle di Lucifero. L’Onnisanto-UR
siede di fronte al gruppo. I Suoi occhi sono rivolti fissi al figlio a Lui più
caro. Anch’Egli attende, come Padre della Misericordia. Ora che è iniziata la
decisione tra il ritorno voluto liberamente e la dissoluzione del Giorno della
Creazione, Egli non è più solo il Figlio dell’Uomo, Egli non Lo può più essere,
perché non c’è solo da guidare, in modo tale – e precisamente solo mediante il
richiamo – che, o diventa totale la conoscenza, dalla quale solo una volta
avverrà il rimpatrio, oppure che le Caratteristiche delle camere del Cuore di
Dio e del Padre lascino la tutela della sacra intangibilità alle
Caratteristiche del Creatore e del Sacerdote, per offrire la soddisfazione al
Sacrificio compiuto. Perciò ora Lucifero deve
stare di fronte alla Divinità.
2.
Egli non se ne rende conto del tutto coscientemente, ma
sente secondo ragione che non gli rimane nessuna via d’uscita. Nel gioco a
scacchi della Creazione ha perduto tutti i pezzi; solo lui stesso sta lì, come
regina nera di fronte al partner in numero completo. Allora domanda a Michael:
“Come puoi dimostrarmi che attraverso il ‘devo’, io posso ed ho il permesso, e
sarò sottratto al vortice, e raggiungerò quella riva dove si trova il
Salvatore? Non lo puoi! Ora riconosco la mia smisurata colpa. Ma appunto questa
visione m’impone: ‘Via le mani!’. Mi
sono giocato ogni diritto di alzare anche soltanto gli occhi, là dove, dopo
la….”, egli esita, solo con difficoltà il resto lotta sulle sue labbra,
“…quella parola, no! …il povero Lazzaro (qui inteso Gesù) fu elevato. – Ma
devo essere in eterno un ermafrodito, non appartenendo né al vostro, né al mio
regno? Dover stare tra i confini, significa essere perennemente senza patria. –
Solamente… Di là da voi non posso, …e non devo!”
3.
Raphael
sorride benevolmente e dice: “Tu devi e
puoi! La Croce del Golgota ha gettato il ponte tra Luce e tenebra!”. – “Questo
potrà ben essere per tutti coloro che mi appartengono, poiché loro sono i
sedotti, …e giungono appena alla conoscenza. Invece io mai sono stato sedotto,
bensì la causa, il seduttore! Quindi per me non può esserci nessun ponte!
Esiste l’abisso! – Come e quando, dovrei venire di là?”
4.
“Questo te lo
dirà al meglio il Salvatore stesso”, replica Michael.
“Domandalo a Lui.”.
5.
“Domandarglielo,
io?”. Lucifero scoppia a ridere disperato.
“Allora potrei trasformare me stesso in un puro nulla, se questo mi fosse solo
possibile. Però, … hai ragione, poiché non posso venire né su questa riva, né
posso riavere la vecchia, la cosa migliore è che io segua il tuo consiglio.
Allora: che sia annientato!”
6.
Dice Raphael: “Va’, e prenditi la risposta. Ma sappi: la Croce riedifica a nuova vita ciò che è
distrutto!”
7.
Lucifero riflette
a lungo. Esita. A lui è ancora nascosto il collegamento della Luce, il vincolo
con il suo io rinnegato è strappato. Gli manca ancora il completo discernimento
sul suo torto fatto alla Santità di UR: è
impossibile senza l’incondizionata sottomissione! Ma ora la sua anima
porta, altrettanto, il carico della Creazione così pesante, come l’Agnello di
Dio alla Croce della redenzione. Ma quale differenza tra i due carichi e i
portatori! Qui la libera Volontà del sacrificio e la letizia nata da questa,
d’aver donato la Vita per gli amici; là, al contrario, paura opprimente di non
aver più nessuna via d’uscita, nessuna prospettiva di successo, aggravata dalla
sensazione di essere perduto.
8.
In Lucifero preme
e cozza; farebbe volentieri come gli consigliano i principi di luce. Ma la sua
paura dinanzi al Signore è molto grande, e terribile è il suo raccapriccio
davanti al momento dell’annientamento e alla natura dello stesso. Ed egli ne è
convinto: cesserà di essere, se rischia il primo passo verso il Vincitore della
Croce.
9.
Ecco che al suo
orecchio risuonano stranamente alcune parole assai serie, piene di affetto;
esse sono potenti come un giorno le trombe di Gerico. Oggi esse vogliono
abbattere le mura e il bastione dell’oscurità. Disperato e terrorizzato,
Lucifero ascolta il Potere; piena di angoscia trema l’anima sua. Sotto sotto,
però, vacilla ora per la prima volta una timida fiammella.
10.
UR dice: “Dall’eterna Essere
di cui nessuno conosce l’inizio e la fine, sono sorti i Miei Pensieri che
divennero ‘forma’. E sebbene Io avessi donato loro una vita cosciente affinché
Mi potessero vedere, erano, sono e rimarranno sempre in Me, l’incessante
Donatore della luce e della vita. Dove vuol fuggire un pensiero del figlio?
Dove nascondersi per essere lontano da Me? Allora dovrebbero esistere due Dei!
Se ora al di fuori del Mio Essere non esistesse nessun Pensiero perché così
fosse stabilito dall’Ordine, allora non potrebbe mai esistere in eterno
un’esistenza staccata da Me. Di conseguenza non esiste nessuna dannazione,
nessuna morte, perché Io stesso non posso sottomettere nemmeno la parte più
piccola a una morte o ad un’eterna distruzione, poiché ogni vita essendo
proceduta unicamente da Me, deve anche rimanere in ogni tempo unita con Me!
11.
Adesso,
spirito delle tenebre, Io ti chiamo ancora una volta Lucifero, il ribelle,
l’ingannatore ingannato. Tu fosti il primo Pensiero della forma di vita che
sorse dal Mio Potere creativo. Senza quest’Origine non avresti mai potuto
edificare il regno apparente dal tuo potere disperso. Anzi, hai disperso quella
parte di potere che ti ho dato! Hai gettato via da te la fortuna e la Mia
ricchezza; essa, attraverso di te è diventata sporcizia, un oltraggio alla Mia
veste creativa e sacerdotale, una macchia di scherno alla Mia parte del Cuore
divino e paterno! Credi tu che avrei tollerato l’insudiciamento e lo scherno
del Mio santo primordiale Io-ur come ignominia
permanente, senza adoperare la Mia piena Autorità e, attraverso di essa, ad
estinguerla? Un bottegaio può cancellare nel suo libro un debito non pagato;
soltanto – con ciò, il debito non è saldato, e si vede il tratto nero. E una
donna può anche cucire una toppa sulla sua veste strappata, così ha ben
eliminato il buco, ma la veste rimane rattoppata. – – Ma come potrei, Io, nella
Luce, coprire la tua colpa dicendo: ‘Vedete,
il Mio Regno è di nuovo perfetto!’, cacciandoti in eterno via da Me? Non
rimarrebbe comunque visibile la tua colpa e la vergogna, come il segno nel
libro del bottegaio e come la toppa sulla veste della donna?
12.
Oh,
impossibile! – Eoni di volte impossibile, che Io resti a guardare all’arci ingannatore! Ho mobilitato i Miei servitori; il loro
essere volenterosi e l’amore filiale hanno compiuto enormi sacrifici, ed essi
sarebbero anche riusciti a riscuotere i tuoi debiti e ad espiare l’ignominia,
ma per raggiungere la meta finale ci sarebbero volute più di due eternità. Le
loro anime santificate si sarebbero stancate. Infatti, la tenebra è un Moloch
insaziabile che divora avidamente tutte le vittime. Avrei anche dovuto stare a
guardare come i Miei fedeli si sacrificavano e perdevano la loro eredità di
luce in una giusta lotta? E tutto questo, soltanto per te, …Lucifero?
13.
No!
Io non volevo conservare solo la Mia Opera nel Potere non sminuito e nella
Magnificenza non offuscata, ma il permanente servizio delle schiere dei figli
fedeli aveva bisogno di un aiuto, e precisamente, un unico intervento, perché
anch’Io sono un Dio unico! Doveva essere un aiuto abbracciante il Cosmo,
divenendo Io stesso una tutela del Mio Regno, una protezione dei Miei, ma nel
secondo senso, anche per l’infedele. Io dovevo aiutarlo, affinché nella sua
caduta, per quanto grande questa fosse, egli non rimanesse un precipitato! Io
preparai la via che lasciasse inviolata la Mia Santità, sulla quale Io portassi
un Sacrificio, e mediante questo, si desse lo stesso diritto alle condizioni a
Me riservate e alla Legge della libera volontà, e si rendesse di nuovo perfetto
il Mio Regno, in modo che il Mio libro dell’Universo rimanesse senza titolo di
colpa. Queste erano quattro potenti aspirazioni da adempiere attraverso
un’unica Azione redentrice!
14.
Credi
tu che una tale Opera redentrice fosse da concludere con un compromesso, con
una restrizione? – O tu, spirito delle tenebre, ti sia detto questo: ‘Non esiste nessun compromesso!’; forse
nella forma. Se Io adesso non ottengo tutto ciò che espia la tua mancanza,
allora questo potrà avvenire con il Mio previsto ritorno! Che cosa sono dunque
i tempi di questa Terra dinanzi a Me? Io non avrei mai potuto imporre una
restrizione al successo della Mia opera, magari arrivando al fatto che una
conoscenza del Mio avversario portasse, a poco a poco, pure alla meta. Ancor
meno di tutto, la Mia opera avrebbe potuto avere una qualsiasi lacuna! Oppure,
tu immagini che sarebbe stato possibile, attraverso la pura Potenza del
Creatore, cancellare per sempre il polo opposto, e questo in un modo di
un’eterna dannazione? Tutto questo era tanto impossibile, quanto è impossibile
un’improvvisa rottura della nostra attuale discussione!
15.
Una
volta Michael combatté per Me e per la Mia opera. Oggi sto Io personalmente di
fronte a te come il ‘Combattente supremo’. Non porto nessuna spada né un segno
visibile o invisibile della Mia santa Essenza-ur.
Ciononostante non Mi metto di fronte al Mio nemico senza armi. Guarda in su e
osserva!”
[indice]
۞
La notte della battaglia
1.
Lucifero obbedisce, costretto dalla Parola. Allora Gesù stende le Mani trafitte; apre la Sua veste e
mostra il colpo della lancia nel fianco. Indica le ferite dei piedi e della
fronte, e dice con profonda, santa serietà: “O
figlio Mio perduto! Con l’arma del Mio santo Sangue e della morte oltraggiosa
legata a questo, avvenuta originariamente per causa tua, Io sono venuto da te,
per vincerti in aperta campagna con Pazienza, Amore e Misericordia. Nelle
ferite delle Mie mani si trovano tutti i tuoi peccati, nelle ferite dei Miei
piedi, l’allontanamento dal tuo Creatore. La tua delittuosa arroganza Mi
inferse la ferita nel fianco. Le seduzioni ai figli della luce che vennero
sulla Terra a causa tua, Mi premettero sul capo la corona di spine. Non devo,
adesso, combattere con te? E sarà una battaglia fino all’alba, di questo siine
certo, poiché ti posso accordare solo quest’unica notte! Se non ti metterai
nelle Mie mani redentrici, sarà finita con questo Giorno della Creazione! – In
tutti i Miei Cieli è esistita una sola caduta, una sola rottura da Me. Questa
avvenne tramite te. – Quindi esiste anche un’unica sola Opera redentiva e un
unico Tempo redentivo, che entrambi devono essere rivelati nell’ambito
dell’abisso; e l’Adempitore, e nello stesso tempo, il
Garante, posso essere soltanto Io!
2.
Egli
ti chiama al grande ritorno, al riconoscimento della Mia espiazione, che
unicamente può aiutarti dalla conoscenza alla confessione, che dalla tua
confessione farà seguire anche il ritorno nella Casa del Padre. E Questo,
Lucifero, sono Io, l’Eterno-Santo-UR, l’eterno, unico
e veritiero, il Cui Nome la Terra ha perduto a causa del peccato originale e
che Gli sarà dato nuovamente prima del Mio ritorno. La Mia morte è il sigillo
delle Mie parole! Quando avrai percorso i passi che ti separano interiormente
ed esteriormente da Me, allora ti mostrerò la tua via successiva. I passi
esteriori li puoi compiere facilmente, quelli interiori devo dapprima
annunciarteli. A dire il vero te li trovi dinanzi, ma non li reputi per veri,
non ne attingi la tua salvezza. I passi si chiamano: accorgimento, pentimento, penitenza, e incondizionata sottomissione!
In verità ti dico: quando avrai fatto il
quarto passo, ti renderai conto che la tua esistenza tenebrosa, tutta la tua
colpa, giace sepolta nelle Mie ferite, e che il Mio vivente sangue vi scorrerà sopra
finché il tuo intero Io sia lavato, diventando puro come la Luce.
3.
Le
Mie parole devono toglierti ancora una cosa: la paura di Me! – Io sono certamente un giusto, sommo Giudice, e
alla Mia destra si trova l’avvocato della Mia Creazione; invece alla sinistra
vi è il difensore dei figli! Il giudice è l’Ordine e la Serietà; l’avvocato è
la Sapienza e la Pazienza; il difensore è la Volontà e l’Amore[10]. Ma la penna che scrive il Giudizio nel
Libro dell’eternità si chiama ‘Misericordia’!
Credi tu, Lucifero, che questa mano…”, UR
stende la Sua Destra, “…che si è lasciata
volontariamente inchiodare per te sul legno del martirio della Croce, scriva
con una penna della Misericordia un verdetto di morte? Allora, che senso
avrebbe prendere dapprima liberamente l’inaudito Sacrificio, per poi – senza
successo – emettere eterna dannazione e un esilio senza fine? Può sorgere
veramente un tale assurdo operare dal Creatore di tutte le cose, dal Donatore
della Vita?
4.
Dovrei
Io aver vinto la morte, e poi imporla in eterno a un figlio, per quanto possa
egli essere ancor anche caduto così in basso? – In verità, per fare questo, non
avrei avuto bisogno di scendere dai Miei Cieli sulla Terra, poiché per
l’addietro c’era già la morte, come castigo sull’opera delle tenebre!
5.
Allora
con la Mia morte avrei suggellato quella dei caduti! Io però ti dico: ho sofferto e vinto la morte, per donare
l’eterna Vita a tutti i figli nel Cielo, sulla Terra e al di sotto di questa, e
tenerla pronta per l’ora del loro ritorno. Se nonostante la Mia morte,
voluta dall’oscurità, fosse rimasta ancora un resto della dannazione, ciò
avrebbe colpito tutti coloro che fino a quest’unica, sublime, santissima notte
di Grazia, non vennero alla piena conoscenza. Una gran parte del Mio Sangue
sarebbe allora stato versato invano! E questo non può accadere mai in eterno!
6.
Lucifero,
Io ti chiamo! Vieni a Me, Padre tuo, il Quale cancella la tua via dalla colpa e
dall’inaridimento, e vuole erigere in eterno il più magnifico Giardino. Fa’ che
il Mio difficile infinito Sacrificio, che nello stesso tempo è anche il più
santo, non sia stato portato inutilmente per te; accetta la sublime santa notte
della Grazia con la sua unica disposizione espiativa e vera potente redenzione
della Creazione! Accetta la sentenza del Giudice. In verità, non solo il tuo difensore, ma anche l’avvocato della Mia Creazione ti aiuteranno a formare il tuo
arbitrato. Con questo, Lucifero, non ti è assicurato solo il libero ritorno, ma
è preparato piuttosto un rimpatrio con una vita in e presso di Me, Padre
tuo eterno! Accetta pienamente come diritto il Mio Sacrificio, accetta il Mio
sangue, la Mia morte, la redenzione compiuta attraverso di Me. Vedrai: i Miei
Cieli riecheggeranno nel giubilo e nel grido di gratitudine, dell’osanna e
dell’alleluia che non avrà più fine. – Lucifero, Io ti chiamo!” – –
[indice]
۞
Lucifero è scosso dalla chiamata del
Padre
7.
Esistono parole ancora più sante? Ha, una Creazione,
mai sentito questo? Può la Divinità rivelare segni più alti della Misericordia,
di come accade adesso? – Il dramma della Creazione ha raggiunto il suo punto
culminante. Ciò che segue, può essere solo una via delle due possibilità
offerte. In questa grande chiamata a casa al figlio smarrito, UR opera come PADRE.
La Sua Croce, il segno del Sacrificio, pretende l’innegabile adempimento delle
giuste condizioni. L’esclusiva Misericordia, sostenuta dalla regale Bontà e
Grazia senza fine, sta come un Gioiello nelle mani di UR, aperte e piene di
Benedizione.
8.
I Primi nel santo
Tempio trattengono il respiro. I loro cuori si accendono nell’Amore
reverenziale. Essi stanno in ginocchio e in umiltà dinanzi al sacro focolare, e
attendono la decisione. La loro adorazione e la loro preghiera che esprimono
per Sadhana nel ‘servizio fraterno’, non è una piccola Forza che tocca alla
Creazione e aiuta a ottenere la vittoria. Sì, tutti i Cieli si agitano ed
esprimono una sola preghiera: “Padre, riconduci la
Tua Sadhana! Salva il Tuo Giorno della Creazione dalla macchia della sua caduta!”.
– La forza della Preghiera, di cui nessuno conosce l’origine, per via della
quale fluisce eoni di volte attraverso tutte le sfere, si posa come balsamo
sulla ferita della Creazione.
9.
Anche Lucifero
non sa nulla della Preghiera che eoni esprimono per lui. Ma come una forza
rinfrescante essa si posa meravigliosamente sulla sua anima, su cui fluisce
l’Acqua vivente: la chiamata di risveglio del Padre! – Se ne rende sempre più
conto; gli sembra che sia quel cordone che lo strappa dal vortice del suo
abbandono. Ma, ah – la colpa passa nell’amara conoscenza, cresce nel
gigantesco. Le sue ombre cadono su di lui e trasformano in oscurità la luce a
lui splendente. Come, …come deve e può, seguire questa chiamata che lo ha
squarciato fin nel più profondo? Egli percepisce come presentimento
l’incommensurabile ampiezza attraverso la quale passa un carro infuocato,
trainato da quattro destrieri veloci come la luce, i cui nomi sono: Bontà,
Grazia, Longanimità, Mitezza. E Colui, che siede sul Carro, con nelle Mani le
briglie dei santi animali bianchi, non è forse il Re di Salem, nel mantello
bianco del segno della Misericordia? E sul Suo capo non sfavilla una corona?
Oh, tutto passa nel suo petto. E se egli vede solo l’orrore, l’orrore
dell’eterna notte per sé, allora riconosce ancora di più la luce
dell’Eterno-Santo.
10.
Quanto più lo
inonda questa conoscenza, tanto più commovente si rivela l’Atto della Salvezza
per la chiamata del Padre che scuote il suo io, e tanto più grande diventa il
peso della separazione e della seduzione delle schiere, da non potersi quasi
contare. Questo, l’opprime indicibilmente, cade su di lui come una roccia. Oh,
se potesse! Si precipiterebbe nel pantano più profondo dell’inferno e non
leverebbe in eterno il suo capo. Solamente, nascondersi davanti a quegli Occhi
di fuoco, solamente, non dover guardare dove gli si mostrano le Ferite
sanguinanti! Lo soffoca lo splendore della Magnificenza; la sua misera anima
grida aiuto, sebbene non osi accettare l’offerta.
11.
La sua lotta è
tanto terribile, finché gli mancano le forze. Egli è il chicco di grano tra le
macine della colpa della Creazione e della santa opera redentiva. Il granello
viene quasi completamente macinato. Ciò nonostante, una mano del Creatore vi
bada affinché non perisca. La lotta non deve durare troppo a lungo, se il
granellino deve portare un nuovo, buon frutto. Ma come Gesù ha percorso la Sua
via dall’ultima Cena oltre il Getsemani verso il
Golgota, così il tenebroso principe deve fare ora la stessa via. Il tempo del
Sacrificio non può essere, né qui né là, più lungo o più breve. – I cinque
principi-angeli convocati da UR si recano da Lucifero, e adesso stanno presso
di lui tutti i sette. Egli si spaventa. Come
sopporterà questa massa di luce che diventa sempre più pesante? È proprio
tempo che le buone mani dell’Onnipotente intervengano per salvare il resto del
chicco di grano macinato. – –
[indice]
۞
I sette Spiriti si chinano sopra
Lucifero
1.
L’Ordine [Uraniel] si china verso Lucifero e dice: “Figlio della santa
Sovranità, guarda: ti sei levato contro l’Ordine e l’hai trasformato in
disordine. Riconosci il Mio raggio del santo Mattino che prepara ai figli della
luce il fondamento su cui era ancorata la libera volontà. Ricordati dell’Ora in
cui tu – in giusta riverenza e comunque in gaia esultanza – ti abbandonavi all’Eterno-Santo-UR, l’eterno, unico e veritiero, portandoGli la tua promessa. Ora sacrifica a Lui il tuo
giuramento, abbandonando il caos del tuo mondo così miserabile, e ritorna nel
Grembo dell’Ordine eterno. La Bontà ti ha preparato la via”.
2.
Per secondo si
china la Volontà
[Michael]: “Figlio della santa
Onnipotenza, l’onnipotente Creatore ti provvide con una grande volontà, ma
poiché riconoscesti la capacità che ti concesse la Potenza creativa, rifiutasti
la Sua Grazia e non volesti più essere potente nel Signore, ma arbitrariamente
da te stesso. Hai trasformato il secondo raggio della Vita, il pilastro di
sostegno della libera volontà, in ostinazione. Con ciò hai distrutto quella
forza a te data un giorno. Riconosci che è suonata l’ora di rigettare da te il
tuo controsenso, e ritorna nel Grembo dell’onnipotente Volontà. La Grazia ti ha
preparato la via”.
3.
Per terzo si
china su di lui la Sapienza [Zuriel]: “Figlio dell’Onniscienza, il Santo
ti donò la conoscenza della Luce. A te era possibile dominare con lo sguardo,
spazio e tempo, che riempirono i Giorni della Creazione. E qualcosa che
apparteneva all’Eternità-ur lo presentivi, pieno di
Sapienza. UR riversò la Luce del Suo Spirito nel tuo, ma tu accogliesti la
santa Luce in te e dicesti: ‘E’ il mio
sapere; io so tutto!’, e da ciò creasti la tua assai orribile oscurità.
Così hai distrutto in te il terzo santo raggio della Vita. Esci dalle tenebre
del tuo falso senso, ed accogli la Luce che ti viene offerta, con la quale
potrai avere il tuo ritorno nel Grembo dell’onnisciente Sapienza. La
Longanimità ti ha preparato la via”.
4.
Per quarto, si
china la Serietà
[Muriel]:
“Figlio del santo Onore, il sommo Sacerdote Melchisedec
ti concesse, dalla Sua Serietà, una pura forza oratoria. Era Lui, Lo è ancora e
Lo rimarrà in eterno, Colui che racchiude unicamente in Sé la potenza della
Parola. Egli andò sulla Terra anche come ‘il Verbo’. Dal Verbo ricevesti il
dono più grande. Una Forza infuocata attraversò i cuori di coloro che tu
ammaestravi, e la Serietà della tua parola accese sante fiamme di vita. Ma tu,
quando fosti potente della forza, trasformasti la Serietà sacerdotale di Melchisedec nella smorfia del tuo scherno. Con il santo
dono affidato da Melchisedec, convincesti la tua
schiera, eccetto le prime quattro coppie di figli, i quali riconobbero la
nullaggine della tua prontezza di lingua. Tu derubasti il quarto raggio di Vita
in te, quello della Santità. Ora distogliti dall’inganno del tuo influsso e
dell’antico scherno; prendi di nuovo possesso della vera forza del Verbo,
affinché tu possa ritornare nel Grembo dell’Onore della santa Serietà. La
Mitezza ti ha preparato la via”.
5.
Per quinto si
china la Pazienza
[Alaniel]:
“Figlio della santa Onnipresenza, il Sublime del Regno imperituro ha messo
nella tua mano un Bene. Con inesprimibile Pazienza, le cui ali raggiungono eoni
di volte i più lontani invisibili confini di una Creazione, Egli si creò un’immagine
dalla molteplicità dei Suoi Pensieri-ur pieni di
potere, forza, autorità e potenza, che accanto a Lui divenne il più potente e
il più grande di tutti i figli. Egli la provvide con lo Spirito dei sette
raggi, delle quattro affluenze e dei ventiquattro segni della Sua Sovranità.
Gli consegnò il Sigillo rivelato, rimanendo Egli stesso il Custode del sigillo
segreto. Vedi: questa immagine, il negativo santificato dello stesso santo
Positivo, eri tu!
6.
Quando tu
riconoscesti questo quasi in piena misura, dicesti: ‘Io stesso sono raggio e contro-raggio, sono il polo; io voglio regnare
dalla mia stessa magnificenza di dominio!’. In tal modo la Pazienza in te
divenne impazienza. Il tempo d’insegnamento e prova ti durò troppo a lungo. Nel
dispotico sentimento del potere, strappasti a te in anticipo ciò che ti doveva
portare solo il tempo della prosperità. Lascia la tua impazienza, che ha
portato te e la tua parte della Creazione sull’orlo della morte. Sottomettiti e
ritorna nel Grembo della Pazienza di Dio. L’Umiltà ti ha preparato la via”.
7.
Per sesto si china l’Amore [Raphael]: “Figlio della
santa fedeltà! Dalla magnifica primordiale Divinità, il Signore pose nel tuo
cuore un gioiello. Questo era comprensione del Suo Amore per te, ed era il
motivo al fine di mettere il contraccambio di dono sul sacro focolare. Ecco che
il tuo amore stette come un cuore ardente che accese in tutti i figli e anche
per te il giusto amore per Dio, e tu ti rallegravi dell’Amore. Questa gioia fu
offerta come ringraziamento, come giubilo e come lode all’Onnisantità.
Giunse il tempo in cui le sante mani di Dio si tesero verso il tuo amore e la
tua gioia, per spargerli nel fuoco del crogiolo d’argento e nella ciotola delle
offerte.
8.
Quando ti accorgesti
come l’amore dei figli per te cresceva continuamente, facesti di questa pura
gioia, pura vanità. Ti elevasti al di sopra dell’Amore di Dio e credesti che
l’amore dei figli per te fosse una parte molto maggiore che quella per Dio.
Quanto grande era la parte che rimaneva dedicata nella giusta misura della
Creazione, a UR, tu non potevi notarlo. Trasformasti la ragione in
irragionevolezza, l’intelletto in pura stupidità. Ma con promesse, con amore
esteriore, che divenne servilismo, ti riuscì, in virtù del raggio di Dio a te
dato, di sedurre le tue schiere e, con la variopinta bolla di sapone di un
apparente magnifico cielo, simulare quel cielo come vera loro dimora.
9.
In tal modo il
sesto raggio della Vita perse in te il più interiore, il collegamento tra Dio e l’essere, e originò il peccato, la rovina e
la morte. Abbandona questa via menzognera; l’Amore di Dio ha vinto la morte ed
ha eliminato la separazione; esso ha tolto anche a te il pungiglione della
morte. Con il Suo incomparabile santo Sacrificio ha creato il collegamento con
la salvezza e la vita, adesso per il ritorno, e nel futuro per il rimpatrio,
con la reintegrazione di tutti i tuoi diritti della Creazione. – Ritorna a
Casa, nel Cuore dell’Amore per la gioia di Dio, poiché tu avrai nuovamente
parte alla Benedizione di Dio. La Fedeltà ti ha preparato la via”.
10.
Sei
principi-angeli hanno parlato. La figura sulla nuda pietra crolla profondamente
in sé. È difficile dire che cosa la pieghi in giù: le giuste accuse, che alludono a un tribunale inesorabile, oppure la
Grazia, impossibile da accettare? Nel Getsemani
si scuotevano le sante spalle dell’Orante nel dolore sovrumano della conoscenza
della morte, nell’ardente otta per la piena
Redenzione. La figura senz’ombra, che stava accanto al grande Orante e
Redentore del mondo, non ancora pronto ad accettare a priori la Grazia, contrae
ora le spalle nel doloroso riconoscimento: ‘Troppo
tardi per te!’. Oh, come opprime fino a terra la parola! Non c’è quasi più
niente del chicco di grano che è continuamente macinato tra le due pietre:
della colpa della Creazione e dell’Atto redentivo. La poverissima anima… Chi
vuole aiutarla a portare il giudizio e rimettere il suo enorme peso del peccato
nelle mani del Salvatore, che portarono senza riserve il Sacrificio, le quali
ora – ancora sanguinanti – riversano la Benedizione di un Venerdì santo sulla
Terra? Sì, chi altro può ancora aiutare, se non, …la Misericordia [Gabriel]?
11.
Egli china il suo
capo raggiante di luce sul piegato, lo solleva con mano gentile dal suo scanno
di pietra, e tiene nelle braccia la figura vacillante, altrimenti essa
crollerebbe. L’anima più bassa dell’oscurità deve ora altrettanto combattere da
sola la battaglia fino alla fine, come nella notte precedente il Solitario, il
santo-Orante, come Anima umana, Gesù, nella Sua lotta sanguinosa, nella Sua
amarissima Preghiera del Calice.
12.
La
Misericordia dice: “Figlio della sublime
Pace, il santo Padre di tutta la Verità e della Vita ti ha dato il Suo sigillo.
Tu eri la Sua risonanza, il giusto negativo. Dal tuo grembo dovevano nascere i
Suoi santi Pensieri-ur, divinamente capaci di vivere.
L’intera opera meravigliosa della Creazione era pronta a giungere alla
magnifica rivelazione di tutto ciò che doveva nascere attraverso le tue mani.
Allora avevi riconosciuto la via e ti sentivi elevato in UR come Suo primo
figlio.
13.
La tua felicità
giubilante fu la Sua sublime risonanza di gioia! Ma che la predestinazione, il
tuo diritto di primogenitura davanti a tutti i figli, fosse un atto di salvezza
della Misericordia, non lo hai riconosciuto più. Non dal raggio di vita del
Padre, ma solo per conto tuo hai creduto di possederne il privilegio. Con ciò
spegnesti l’ultima fiamma. Diventasti oscurità!
14.
Conseguentemente,
hai voluto ingannare UR. La Misericordia, la Pazienza e l’Amore si misero sotto
la protezione dell’Ordine, della Volontà, della Sapienza e della Serietà,
affinché non fosse subito tenuto il giudizio su di te. Le quattro determinanti
Caratteristiche pretesero l’espiazione, quando le tre portanti cercarono invano
di indurti al ritorno. Tre volte dei puri spiriti angelici andarono liberamente
nel tuo abisso[11] per influire su di te mediante una via sul tuo mondo
e su questa Terra. Il Creatore inviò fuori per la prima volta i Suoi figli, poi
venne il Sacerdote, e poi Dio. Ogni volta provocasti la quasi totale
distruzione di questi luoghi di rifugio tramite la tua capacità del potere
ancorata alla legge della libera volontà. I puri angeli Adamo ed Eva (Orytam e Hagar) erano figli tuoi che, con la tua separazione, si
dichiararono per UR. E tu seducesti gravemente entrambi, finché dovettero
lasciare la protezione dell’Eden!
15.
Nell’assassinio
di Abele, nel diluvio universale, nella prontezza del sacrificio di Abramo,
nella zuppa di lenticchie di Esaù, in diversi avvenimenti della Terra ti fu
mostrata la tua via sbagliata, ma anche la possibilità di un ritorno
liberamente voluto. Tu hai rifiutato tutto, hai disdegnato ogni chiamata dal
Santuario di Dio. Nulla poté spezzare la tua ostinazione! – Discutibile sarebbe
stata anche la missione del Figlio del Padre se non avesse preso su di Sé la
missione il Figlio dell’Uomo per Pazienza e Amore, per provocare una definitiva
svolta col Suo cruento Sacrificio. Infatti, la condizione che tu avevi creato
nella scellerata baldanza e noncuranza della Santità di UR, non poteva più
sussistere, se proprio questa Santità non doveva essere ferita. Per questa
ragione il Signore dispose l’opera su un’immediata irrevocabile decisione, che
desse all’Eterno-Santo-UR la più piena soddisfazione
ed espiazione! –
16.
Il Figlio
dell’Uomo prese su di sé l’opera. In Lui dimorava la pienezza dei sette raggi
fondamentali della Vita e della santa quadruplice Essenza. Questa pienezza non
era sottoposta allo Spirito di Dio, ma a quest’Anima terrena, il cui compito
era, di occuparsi di questa pienezza. L’ha compiuta! Gesù il Figlio
dell’espiazione, percorse la via del Sacrificio! – – Ebbene, Sadhana-Lucifero, non credi tu che, l’inconcepibile
Sacrificio, sia degno di un contro-sacrificio?
17.
Lascia cadere la
tua ostinazione, poiché, che cos’è la rinuncia del tuo oramai spezzato
apparente potere, di fronte all’opera di GESU’ del Getsemani
e del Golgota? Che cosa ha compiuto Egli per te? Che cosa devi compiere tu per
Lui? Di ciò che tu sacrifichi, Egli ne farà per te una Benedizione.
18.
Vedo nel tuo
interiore uno sconcerto causato dalla pena della coscienza, che diventa tanto
peggiore quanto più a lungo cerchi di nascondere la presa di coscienza. Fa’ il
passo che conduce dalla conoscenza alla riconoscenza, così dalla coscienza
diventerà la ‘grande conoscenza’, e ogni tua pena si trasformerà in gioia.
Coscienza e conoscenza sono i battenti della porta davanti ai quali si trova un
figlio smarrito, e una piena dedizione alla Volontà dell’Altissimo apre questa
porta. Allora ti sarà facile esprimere la confessione del tuo sacrilegio
davanti a Dio. E su di te verrà la grande conoscenza con tutta potenza e
magnificenza!”
[indice]
۞
Nessun peccato è così grande ….
1.
Il portatore della Corona, Gabriel,
solleva dolcemente il capo chino di Lucifero. “Guarda in su! Vedi: nessun
peccato è così grande, da non poter trovare estinzione nel Sacrificio di
Gesù! Alza i tuoi occhi a Colui che ha incluso tutti i peccati nella Sua
morte sulla Croce. Ti sarà dato un santo conforto, perché in me, nella
Misericordia, giace la forza della consolazione. In seguito al Sacrificio
compiuto per te, UR ha ricoperto completamente la Sua Santità, per aiutarti al
ritorno. Ora oltrepassa la porta della coscienza e della riconoscenza; là…”, Gabriel indica trionfante, sorridendo a Gesù, “…sta
il Figlio dell’Uomo; Egli è pronto per essere Padre tuo!”
*
2.
Nessun angelo
coglie il sacro silenzio che segue al grande grido ammonitore. Esso grava pesantemente
come una Creazione sul luogo della decisione. L’ultima resistenza di Lucifero
si abbatte in sé quando egli – vinto dalle parole di tutte le Caratteristiche –
rivolge ora i suoi occhi a Gesù. Ma là non sta più di fronte a lui il Figlio
dell’Uomo, bensì il ‘Maestro di ogni eternità’. Come un tizzone ardente
precipita sulla sua anima: “Che cosa ho fatto e come ho peccato, contro il
Santo? Posso io stesso, dalla lontananza della Creazione, rivolgere i miei
occhi su di Lui, che portò i pesi dei miei peccati? Posso nutrire una preghiera
per il perdono del mio delittuoso operato? Non mi deve l’Eterno, subito
condannare, dissolvere nel nulla, se soltanto oso pensare di fare un passo
verso di Lui?”. … Le amare domande scatenano una rinnovata battaglia nell’essere
tenebroso che scuote il suo inferno così come non era mai successo. Sempre più
terrificante sorge la conoscenza: Ho tentato d’ingannare la Divinità!
3.
Il Golgota
lampeggia su di lui come ‘la spada del Giudice’. Vorrebbe chiudere i suoi
occhi, vorrebbe fuggire – soltanto – su di lui si adempie quella parola: “Dove
devo fuggire, dinanzi al volto Tuo?” (Salmo 139, 7).
4.
L’Ordine
e la Volontà afferrano
la sua mano stesa in difensiva, e la Pazienza, l’Amore e la Misericordia passano
dinanzi a lui spianando la via. La Sapienza e
la Serietà gli coprono le spalle e gli
infondono protezione. Così il demone e avversario, senza volontà, si lascia
finalmente condurre verso la Divinità; …ora ha sacrificato la sua volontà. Due
soli sentimenti combattono ancora nel suo petto: la grande non più arginabile nostalgia di casa, e la sensazione di
essere del tutto perduto. Egli sta dinanzi al santo Portatore della Croce.
I principi-angeli hanno formato un cerchio intorno alla Luce e all’oscurità.
Ancora vacilla e barcolla tutto in Lucifero; il suo io somiglia a un mondo
esploso. Adesso UR non stende più, ancora una volta, le Sue mani, …ora, lo
stesso figlio perduto deve prostrarsi, …e umiliarsi.
5.
Chi sente sulla
Terra lo scuotente avvenimento che qui si svolge? Solo i figli beati lo
intuiscono. Ma i primi del Regno, con santa disponibilità hanno assunto il
co-sacrificio nel giusto servizio per l’Opera redentiva di UR. La loro
battaglia nella preghiera aiuta il perduto a piegarsi finalmente sotto il
Golgota. Nessuno è in grado di comprendere l’onnipotente senso della notte del
Venerdì santo; un altro Giorno lo rivelerà. UR solamente porta in Sé la
Potenza della decisione! Ma causa ed effetto della Redenzione sono
da riconoscere, quando un cuore si piega nella conoscenza di ogni sua colpa e
peccato.
[indice]
۞
Il crollo di Lucifero che chiede di
essere annientato
1.
Tutto ciò che si sussegue attraverso l’anima di
Lucifero, frantuma il suo cuore, – – questo non è spiegabile con parole umane.
Egli, che si levò sopra UR, e voleva strappare a sé tutti i Cieli, soltanto una
volta Lo guarda negli occhi, il cui splendore non sopporta, …e poi stramazza!
Nasconde il suo capo letteralmente a terra, e da lui erompe un grido pieno
d’indicibile tormento: “Va’ via da me, Eterno, …Onnisanto!
Distruggimi, perché non sono degno di stare nella polvere dinanzi a Te!” – – –
2.
La parola è
pronunciata. La confessione dell’anima assai profondamente caduta, è evidente.
I principi trattengono ancora il giubilo di un eternità, essi attendono ancora
la risposta. Ma vedono la fine, e un’innominabile beatitudine riempie il loro
essere. I secondi passano silenziosi, gravando attraverso Spazio e Tempo,
colmati dal destino di Lucifero. La sua anima percepisce il destino. Ancora più
in profondità si spinge a terra, e finalmente, finalmente prorompono da lui,
con rude violenza, le lacrime. Lucifero piange! Non è ancora un pianto
purificatore, che proviene dalla conoscenza di aver peccato contro qualcuno.
Ancora, nel pianto lottano i dolori dell’umiliazione, ma anche il sapere di non
essere degno della Grazia, e perciò, di essere rigettato. – Quando questo agita
Lucifero, il Padre si china verso il Suo
disperato figlio, lo rialza, affinché, ginocchioni, possa poggiare il suo capo
da quel lato in cui la lancia dello sgherro trafisse, e dice:
3.
“Figlio
Mio, tu vuoi che Io ti distrugga? Questo non lo posso fare, perché tu stesso ti
sei diviso e frantumato nel tuo essere infernale. Io posso solo metterti di
nuovo insieme, guarire i tuoi mali, formare il tuo essere, disperso in quella
portentosa unità come eri all’inizio del Mio atto operativo. Se vuoi questo,
allora parla, e avverrà!”
4.
“Non lo posso!”,
replica Lucifero senza più energia. “Quello che
ho fatto a Te di male, pretende l’eterna espiazione. Rigettami! Respingimi da
Te! Il Golgota pesa troppo pesantemente su di me”.
5.
“Pensi
tu che sia più difficile per te, di come lo è stato per Me?”. Lucifero trema a questa domanda. Le sue mani cercano
un sostegno nella santa veste.
6.
“Hai ragione”,
mormora senza alcuna speranza. “Posa la Tua Croce come espiazione e giusto
giudizio su di me, finché io non svanisca sotto l’eterno peso della mia
esecrabile esistenza”. – Mai ci fu e ci sarà un figlio così, senza conforto,
come lo è ancora adesso il perduto. – –
7.
“Figlio
Mio!”. Una compassione amorevole avvolge
Lucifero. “Tu non vuoi più essere! Io dovrei
prendere la tua esistenza e la vita; ed è la tua amarissima serietà. Ma perché
ti aggrappi a Me e le tue mani cercano un sostegno in Me? Perché piangi ancora
così, al punto che le tue lacrime riempiono la Mia ciotola delle offerte del
sacro focolare?”
8.
“Questa è la mia
maledizione che mi sono addossato: essere libero da Te; voler essere smembrato
da Te, – e comunque, non poterTi mai lasciare,
perché, ... perché Tu sei UR! Se vuoi salvarmi, allora salvami da me”.
9.
“Io
esaudisco la tua preghiera; soltanto, lascia a Me il modo e anche il tempo, che
in questo, Io annodi”, dice UR.
10.
“Il Tuo
Sacrificio, venga su di me!”, replica Lucifero,
ed attende la sua distruzione.
[indice]
۞
L’annientamento
di Lucifero solo alle condizioni del Padre
1.
Nello Spazio celeste fluttuano preponderanti i quattro
Correnti della Vita. Angeli, figli e spiriti beati stanno alla riva ed
attingono quest’Acqua che in questa notte porta la suprema Benedizione. I
guardiani alle sorgenti versano l’Acqua miracolosa della santissima
Misericordia sulla Terra, su Lucifero. La sua grande caduta è purificata. Il
suo pentimento subisce l’incremento più alto possibile, finché alla fine le sue
lacrime ancora prorompenti sono quelle del vero pentimento, libero dai dolori
dell’umiliazione. Sempre più saldo, quanto più crede di essere annientato,
tanto più si aggrappa alla veste del Santo.
2.
“Figlio
Mio!”, per la terza volta risuona la parola. “Quel che ora
ti annuncio, accade – per via del coronamento dell’opera Mia – come UR, come
l’Eterno-Santo, l’Eterno-Unico e Veritiero! Infatti, il Mio Sacrificio tocca
tutta la Creazione, la decisione su di te deve essere presa ora dall’insieme
della Creazione. Ma guarda: anche se Io come l’Onnipotente, come il Supremo e,
come il Santissimo, ho da regolare i conti con te, allora sappi che dopo la tua
contrita confessione, la Pazienza, l’Amore e la Misericordia non hanno più
bisogno della protezione dell’Ordine, della Volontà, della Sapienza e della
Serietà. Il loro scopo del Sacrificio è raggiunto!
3.
Davanti
a te c’è ora una via amara, molto difficile, perché l’annientamento da te
implorato non può svolgersi all’improvviso, e non senza una precedente
espiazione. Io ho sacrificato nella Mia Vita terrena il tempo della Creazione
da te rubato, che spiritualmente consiste infinitamente di più del tuo tempo
materiale. Allora non sarebbe nessun sacrificio, se tu volessi essere
annientato velocemente[12]. – ‘Devi prendere la mia vita’, hai detto. Oh, questo accade in ogni caso! Perché essa
non serve più a nulla, è cancellata! Devo anche – secondo la tua parola –
importi la Mia Croce come espiazione e giudizio, finché sotto il suo eterno
peso tu perda la tua esecrabile esistenza, e alla fine trovi da te stesso la
redenzione! Questo ti deve accadere, Lucifero, affinché in ultimo, la tua vita
infernale sia cancellata. Ora ascolta e damMi una
risposta, se sei d’accordo con le Mie condizioni giustamente poste.
4.
La
tua totale dissoluzione, che accadrà sotto il peso della Mia Croce, potrà
terminare solo quando, dopo il Mio ritorno sulla Terra, Io avrò riedificato il
Regno della pace e dopo che tutto il perduto e lo smarrito senza eccezione si
troverà sulla via del ritorno verso la Patria primordiale. La tua via sarà
tanto più difficile, quanto più essa si avvicinerà alla fine. E ciò nonostante
– che cos’è questa, rispetto alla Mia via e al peso della Mia Croce? In verità,
Io ho portato tutti i peccati, e con ciò ho guarito ogni infermità; Mi son
fatto caricare volontariamente la tua intera colpa della Creazione sulle Mie
spalle, mentre Tu, al contrario, o Lucifero, porti solo la tua propria colpa,
sebbene gli uomini scarichino su di te i loro fardelli. Ancora un attimo prima
del Mio ritorno[13] si griderà: ‘Lucifero, l’arcimaligno è il colpevole di tutto; è
lui il seduttore!’.
5.
Quando
sarà ora, allora pensa alla Mia via del martirio e che anche di Me si è detto: ‘Sei colpevole!’. Allora impara a tacere come ho taciuto Io. Allora porta
volontariamente questa Croce. Nessun peso è così grave e toglie all’anima tutte
le forze, come ‘l’essere incompreso!’.
Stando al bordo della strada tra luce e tenebre, tu domanderai: ‘Perché si crederà ancora che sia io
il principe dell’inferno?’. E la cosa più grave in quest’amarezza
sarà di non dover comunicare agli uomini che ti sei già da molto tempo piegato
alla Croce del Golgota. In questo modo sarà possibile redimerti da te stesso! O
Lucifero, che cosa deve rimanere ancora della tua esistenza? La tua oscurità si
eleva al di sopra di te, e una sopra l’altra[14]. Questo produce i suoi
effetti più terrificanti sulla Terra, finché alla fine si leverà mondo contro
mondo, e a questo tu dovrai stare a guardare del tutto senza
potere, in buona conoscenza, e senza poter arginare tale orribile movimento.
Non ti si ascolterà per niente, anzi – ti si oltraggerà come l’autore
dell’orribile tempo. Queste saranno le conseguenze della tua caduta! Allora,
pensa agli oltraggi che Io ho accettato da innocente!
6.
Tu,
dalla tua forza di vita, mettesti fuori da te una schiera dopo l’altra. Esse
erano e sono una parte molto notevole di te. Se ora ti vengono tolte e portate
sulla via del ritorno, tu diventerai sempre più piccolo, finché alla fine non
rimarrà più che il tuo proprio essere personale. Allora, o Lucifero, ti sarai
redento da te, dal tuo diabolico, arcimaligno essere! Allora il principe
dell’inferno e il suo potere saranno cancellati per sempre! Tuttavia, ... rimarrà,
...o Lucifero, sì, rimarrà la tua anima, il tuo cuore, la tua propria essenza,
e questo dovrà rimanere come simbolo sempre eterno della Mia Opera di
redenzione, della Parola ‘è
compiuto!’, questo
dovrai prenderlo liberamente su di te sotto il riconoscimento delle Mie nuove
condizioni a te date. Se farai anche questo, allora ti rivelerò ciò che accadrà
dopo con te”.
[indice]
۞
Prima
richiesta di aiuto: “Gesù aiutami!”
1.
Non frenano gli angeli il loro giustificato giubilo,
quando in verità, vedono la confessione del caduto, ma ancora non conoscono il
verdetto del giusto Giudice? È questa, Misericordia, o non doveva il Portatore
della Corona, aggiungere qualcosa? Un completamento del verdetto? Nessuno sa
ciò che seguirà; esso vive segretamente in UR. – È un verdetto schiacciante,
poiché una morte veloce è solo la parte più piccola dell’orrore di un carcere a
vita. Ma, …è giusto! – L’ha emesso UR.
2.
Questo attraversa
l’anima smembrata di Lucifero, attraversa il suo cuore pronto a morire. Le sue
lacrime sono ben esaurite; solo la tristezza a causa dei suoi errori, rimane
non diminuita. Si mantiene tutto silenzioso, il suo capo al fianco di Gesù, le
mani nelle pieghe della veste del Santo. Ora solleva in alto il volto suo. –
Ah, come deve farSi violenza il PADRE, in UR, per non
chinarSi troppo presto e confortare il figlio amato
sopra di tutto, per consegnare a lui il dono tenuto pronto e ancora nascosto.
3.
La voce di Lucifero suona
quasi calma, quando dice: “Riconosco le Tue condizioni, o Eterno, le voglio
osservare e piegarmi al Tuo verdetto. Vedo dinanzi a me la via del carcere, non
c’è nessuna scappatoia. E davvero, o Onnipotente e Onnisanto,
mi hai mostrato il futuro così come avverrà. Ho riconosciuto e confessato,
vorrei riparare a tutto, ah, ...ma come potrà riuscirmi questo? Per i miei sono
diventato il rinnegato, per gli uomini rimango l’arcimaligno, e per Te, per la
Tua santa opera della Creazione, sono un’eterna macchia! Voler di nuovo
riparare e, …non poterlo fare, è il mio più grave tormento. Io devo! Voglio
portarlo! – E ciò nonostante, oh...”, Lucifero tace
a lungo; nuove immagini incalzano nella sua anima, “... come poter sostenere
tutto questo da me? – No, no, non ci riuscirò mai! O Gesù…!”, grida
all’improvviso, “Gesù
…aiutami!”
4.
Le mani di
Lucifero si abbassano, il suo capo giace ai piedi del Maestro, i
principi-angeli nel momento del grido di bisogno ‘Gesù, aiutami’, serrano più
strettamente il cerchio di luce. Si solleva un raggio, un fuoco di luce; e nel
Regno suonano le campane. Chiare trombe risuonano attraverso gli Spazi, e
prorompe il giubilo degli angeli. I portatori del comando adornano il Tempio
del Regno, i più anziani stanno alle porte e i guardiani sui pinnacoli. Con una
prodigiosa magnificenza il Sole-ur irradia la Sua
Luce. Non si può descrivere ciò che fa scaturire il necessario grido e la
contro parola del Portatore della Croce. Là: ‘E’
compiuto!’; qui: ‘Gesù, …aiutami!’.
Agli uomini si può solo accennare il giubilo titanico, la Terra non ha
pensieri, né parole, né un’idea, di ciò che ha provocato il grido del figlio
della Creazione pieno di pentimento. – –
5.
E UR,
l’Eterno-Santo, l’Eterno-Unico e Veritiero? Come sta Egli di fronte al figlio
Suo? Perché esita ancora per un po’ di tempo con il Suo aiuto? Deve attendere
anche Lucifero, come l’Onnisanto, finché quest’unica
anima non si piegherà spontaneamente? Oppure il grido d’aiuto deve dapprima
riecheggiare in ogni Creazione, finché non abbia compenetrato completamente il
caduto? Sì, un tale grido può, provocato dall’afflizione più profonda, sfuggire
all’improvviso a un figlio. Ma se esso porta anche la fede incondizionata
nell’aiuto, lo dovrà dimostrare il seguito e il tempo. UR donerà il tempo. Allora,
ancora una volta lui Gli sussurra: “Gesù, aiutami!”
6.
Lucifero ha
invocato Gesù non solo nella riconoscenza del bisogno, per disperazione, no –
la sua fede nell’aiuto si è destata, sebbene non osi farsi ancora nessuna idea,
e non lo può nemmeno fare.
7.
UR si china profondamente. Solleva il rigettato, aiutato
da Michael e da Raphael. Posa le Sue mani sul capo scuro, e poi… Allora stringe
il figlio nelle Sue braccia, e dice: “Ho ritrovato Mio figlio!”, ed esclama ai Suoi
primi servitori. “Correte,
Miei principi, e ditelo a tutti quelli che lo vogliono sentire! Annunciate il
lieto Messaggio: Il figlio del Mio
Amore, è pronto per il ritorno a casa!”
8.
Subito corrono i sette angeli. In pochi secondi terreni sono di
ritorno, s’inchinano profondamente dinanzi a UR con le braccia incrociate sul
petto, e parlano: “Il Tuo Ordine è stato
eseguito. Il Santuario è già preparato, la Città santa adornata. Il Cielo
prepara le Tue vie e i bianchi destrieri sono imbrigliati. Le Luci alla
Fortezza diffondono i loro raggi in tutta la magnificenza e sontuosità. Tra i
Tuoi figli regna una gioia inesprimibile, e del giubilo non c’è fine. Ora la
Creazione ottiene l’Adempimento e il Giorno dell’Amore avrà piena Benedizione.
– Santo, Santo, Santo, Santo sei Tu, o UR! Mirabile il Tuo Nome, Consiglio e
Forza, Tu, Eroe trionfante, eterno-Padre, Principe
della pace! Lode e Potere e Onore, Gloria sia a Te, santo Creatore, Sacerdote,
Dio e Padre! Ci inchiniamo dinanzi a Te, Ti lodiamo, Ti adoriamo e Ti diciamo:
Grazie. Tu sei sublimemente Santo, senza inizio, senza fine! Il Tuo Potere,
Forza, Potenza e Autorità compenetrano Spazio e Tempo, tutto l’esteriore e
l’Essenza più intima del Tuo Cuore. Santo, Santo, Santo, Santo, sei Tu, o UR,
nostro Eterno-Santo, Eterno-Unico e Veritiero! Osanna, alleluia, eterno, eterno
sei Tu!”
9.
L’inno di lode si
è smorzato. Il Cielo l’ha inteso ed ha aperto una porta speciale nel Cuore di
UR. Da lì scaturisce copiosamente un raggio d’Amore e un raggio di Benedizione
scorre sui sette, su tutta la Creazione, e poi si concentra su Lucifero. Anche
i principi-angeli rivolgono ora i loro occhi a quell’unico figlio, al quale è
dedicato il senso originale della Redenzione. Lucifero
è così profondamente impressionato da tutto ciò che avviene, da
dimenticare completamente il suo atteso annientamento. Egli guarda dall’uno
all’altro. Nel suo petto comincia a sgorgare una sorgente da lungo tempo
essiccata. Nei suoi occhi passa quasi uno splendore, mentre dimostra di voler
prendere parte all’inno di lode e di adorazione, al santo raggio d’Amore e di
Benedizione.
10.
Quando però
rivolge nuovamente il suo sguardo a UR, egli
vede che, dinanzi a lui, sta ancora GESU’, GESU’ con le cicatrici, GESU’
stimmatizzato per lui, per la sua separazione. Allora l’immagine amorevole
sprofonda; al suo posto subentra l’ombra della sua colpa, che offusca
nuovamente l’anima sua. A bassa voce sussurra: “Una
volta avevo parte al meraviglioso, santo servizio. Mai starò di nuovo tra le
file di coloro, che possono chiamare ‘Luce’ e ‘Santo’. Io devo vivere fino alla
fine la mia esecrata esistenza, e comunque so per certo, che non la potrò
portare da me. Ma io, …se già non intonerò più nessun inno di lode, voglio
continuamente invocare: ‘Gesù, aiutami!’. Così potrò comunque proseguire
l’ultimo pezzo della mia misera vita, finché non sarò redento da me stesso”.
[indice]
۞
Il perdono
Lucifero ridiventa Sadhana
1.
Nessuno avrebbe potuto sentire le parole, più pensate
che pronunciate; le hanno scorte i principi; UR
le ha sentite. Egli si piega ancora una volta su Lucifero, che è nuovamente
sprofondato a terra. “Figlio Mio amato, finalmente
posso parlare a te come PADRE, poiché ora ti sei piegato del tutto
volontariamente alle Mie condizioni che Io ti devo imporre come UR, e tu hai
steso totalmente da te stesso le mani verso di Me, verso l’aiuto che solo Io
posso darti. Deve essere dimenticata la trasgressione ai Miei santi
Comandamenti, l’elevazione al di sopra di Me; voglio perdonare ogni tua colpa
peccaminosa e la tua malignità. Non deve rimanere più niente di ciò con cui Mi
hai offeso. Ora un Padre tiene Suo figlio in braccio, lo stringe nuovamente al
Suo Cuore! – Io ti domando: «Vuoi
percorrere quelle vie che ti mostrerò, ed agire fedelmente secondo la Mia
Parola?»”
2.
“Sì, lo voglio!
Solo così potrò riparare di nuovo un po’ di ciò che ho fatto a Te ed ho peccato
contro di Te. Ma, …la mia fine, …”, Lucifero indugia
e continua faticosamente, “…la mia fine, devo certo aspettarmela. Ma se verrà
su di me, allora, o Gesù – aiutami!”. Il capo di Lucifero si abbassa
profondamente sul suo petto.
3.
Allora il Padre lo appoggia al Suo Cuore, tocca benedicendo
la sua fronte china e dice: “O figlio Mio, Mi hai creato
veramente difficoltà con le tue malefatte e preoccupazioni con i tuoi peccati,
ma Io ho cancellato tutte le tue trasgressioni e ora voglio guarire tutte le
tue infermità. – Tuttavia la Mia Misericordia, come Giudizio nel Libro
dell’Eternità, scrive questo: la tua vita, Lucifero, sarà distrutta; al suo
posto subentrerà la vita della Mia amata Sadhana! La tua esistenza, Lucifero,
sarà cancellata e per questo, sarà insediata Mia figlia Sadhana! Sotto la Croce
del Golgota, tu, Lucifero, cesserai totalmente di essere, fino al Mio grande
ritorno; però, sarà con la Mia apparizione gloriosa, Sadhana, che comincerà la
tua via verso casa! Allora, Lucifero, Io ti redimerò, perché il ‘nome Lucifero’
non sarà più! E il ‘nome Sadhana’ sarà di nuovo chiamato nei Miei Cieli, e la
casa del Padre si preparerà per il ritorno a casa del figlio redento!
4.
Non
posso toglierti le condizioni poste giustamente a causa del Mio santo
Sacrificio; esse sono da adempiere! Hai anche bisogno della purificazione.
Dovrai portare tu la croce del mondo, come Io ho portato per te la Croce della
Creazione della redenzione. Sei ritornato pentito, ti sei distolto
spontaneamente dalla tua via maligna. La lunga strada che ti fece allontanare
dalla tua rottura da Me, è da peregrinare all’inverso, passo dopo passo. Questa
non potrà esserti risparmiata. Ma guarda, la tua via quasi infinita si può
accorciare, a seconda di come approfitterai della Mia Grazia. Ti sarà difficile
rimanere con i tuoi buoni propositi, poiché, come tu tentasti gli uomini, anche
tu sarai sottoposto alle tentazioni. Ma poiché il tuo ritorno è un ritorno vero
che scuote le tue fondamenta durate fino ad oggi, allora in virtù del tuo
pentimento e della tua conoscenza, – che ti ha portato alla grande confessione,
all’accettazione incondizionata delle condizioni a te imposte dal Mio
Sacrificio della Croce, – da parte tua difficilmente potrà sopravvenire una
ricaduta. La Mia vittoria del Sacrificio ti preserverà da una seconda caduta; e
l’accettazione del Sacrificio ti trasmetterà la Mia forza per resistere a tutte
le seduzioni.
5.
Quanto
più ti adopererai per venire nella casa del Padre, tanto più velocemente
scorrerà la via sotto i tuoi piedi, e quindi comparirà il Mio grande ritorno
sulla Terra. Ma quando sarà il momento, dovrai percorrere, ancora come ultima
grande prova, la via terrena. E questa sarà per te, la più difficile di tutte.
Agli uomini rimane nascosta l’origine della loro vita; pochi sospettano, ancor
meno sanno di questa. Ma tu giungerai a conoscere, chi tu eri. L’ultima amara
battaglia contro di Me offuscherà spesso l’anima tua. Quasi inoperoso, dovrai
assistere e ascoltare come Io sarò nuovamente oltraggiato e crocifisso
simbolicamente. Queste saranno le tue ore di espiazione più amare.
6.
Graverà
anche su di te il fatto che si nomini il tuo nome con brivido. Fino a poco
prima del Mio ritorno sarai descritto come il più grande seduttore e ti
malediranno ovunque. Solo quando la Mia gloriosa apparizione sarà preparata dai
Miei angeli anche all’interno dell’ambito terreno, dovrà accadere che su di te
venga per la prima volta la verità con la rivelazione. Proprio per questo si
accenderà qualche battaglia. Infatti, l’umanità che crede in Me, vorrà
riconoscere tanto poco la tua conversione, quanto poco la tenebra vuol sapere
qualcosa di Me. Questa vuole continuamente esigere te come suo superiore e,
nella sua afflizione, addossare a Me la colpa, perché alla fin fine vede che,
nonostante ogni rinnegamento, la Mia esistenza non può essere contestata;
quella invece vuole ben riconoscerMi, anzi – molti
combatteranno seriamente per Me. Ma anch’essi vorranno un posto per scaricare
la colpa, e poiché non avranno ancora nessuna vera conoscenza su di te,
metteranno più o meno il peso dei
loro peccati sulle tue spalle. Non lo faranno con cattiva intenzione; a loro
mancherà la conoscenza che tu hai adesso. Tu hai cercato ogni colpa solo in te,
non hai scaricato la minima parte di colpa su nessuno dei tuoi esseri. Invece
gli uomini lo faranno ancora, ti accuseranno presso di Me, ti presenteranno come
l’arcimaligno che li seduce, sebbene siano per lo più loro stessi, a darsi di
buona voglia alle gioie terrene e a non prendere troppo sul serio il servizio
per Me.
7.
Dovrai
far passare tutto questo su di te, in silenzio, come anch’Io tacqui davanti ai
Miei giudici. Non dovrai accusare gli uomini davanti a Me, ma solo difenderli,
sebbene di questo, quasi raramente ne sono degni. Infatti, vedi come ti hanno
difeso la Mia Pazienza, l’Amore e la Misericordia davanti alle Caratteristiche
dell’Ordine, della Volontà, della Sapienza e della Serietà, e tu non ne eri
assolutamente degno. Non misurare mai con la scala dell’esteriore conoscenza;
ricorda sempre come la Mia Vita, la Nascita, i Getsemani
e la morte in Croce ti hanno misurato! Se farai così, allora impiegherai la
giusta misura per tutti gli uomini, i quali – senza reminescenza – portano in
sé una particella animica del tuo oscuro patrimonio.
Allora diventerà una giusta misura anche per te, col Mio ritorno.
8.
Ma
invoca sempre: ‘Gesù,
aiutami!’. Infatti, finché
non sarai ritornato a casa, Io posso essere per te solo GESU’, avendo portato
per te il Sacrificio. Quando in futuro sarai davanti alle porte della
sacra-Luce ed Io uscirò per venirti a prendere, allora per te sarò di nuovo
l’Eterno Santo-UR, l’Eterno-Unico e Veritiero! Fino
allora non devi chiamarMi col Mio nome, UR, ma per te
sono e rimango GESU’ CRISTO fino all’adempimento della tua vita di espiazione.
– Ora, figlio Mio, parla, se vuoi accettare anche ciò che ti ho rivelato
adesso, ossia l’ultimo responso del giudizio”.
[indice]
۞
Ancora
un’invocazione: “Gesù aiutami!”
1.
Nel figlio della Creazione avviene adesso un’immensa
trasformazione; essa è così potente, che tutto ciò che è stato finora è da
chiamare solo ‘un preludio’. – Incredulo, come
irrigidito, egli guarda in alto. Ha sentito bene? Solo al NOME, all’essenza
Lucifero, toccherà in sorte il Giudizio annientante? Non a lui stesso? Non sarà
dannato in eterno, non …cancellato? Potrà, ancora una volta, …poter essere
Sadhana, …e ritornare nell’eterna Casa paterna? – Chi può descrivere la sua
commozione! Il veggente[15] che sta assistendovi,
afferra ben la tempesta; soltanto, – rappresentarla con parole, non ne è
capace. I principi portano insieme a Lucifero, fedelmente, i suoi dolori; essi
potrebbero dire come stanno le cose nel figlio redento, ma parlerebbero con la
loro lingua degli angeli, e ciò nonostante, il loro linguaggio, per gli uomini,
rimarrebbe incomprensibile. Quindi il veggente potrà descrivere solo ciò che
vede.
2.
“Come devo
intendere questo?”, domanda Lucifero. “Questa
Grazia è impossibile! Non l’ho meritata. Questo supera perfino il Tuo
Sacrificio! O santo Gesù, guarda: ho preso volonterosamente su di me la giusta
sentenza del tribunale. I pesi dei miei peccati, della mia esecrabile
esistenza, la Tua Croce: voglio portare tutto questo senza lamento; ma non
posso sopportare il peso di questa Grazia, mi renderebbe il giogo troppo
pesante! – Inoltre, dovrei far passare anche questo su di me, perché le mie azioni
contro di Te non si potranno espiare in tutta l’eternità! Allora mi voglio
sottomettere, o Gesù Cristo, e stare saldo al Tuo giudizio”.
3.
Un meraviglioso
appena percettibile sorriso, splende dagli occhi di UR:
“Tu, figlio delle Mie preoccupazioni e fatiche,
avevi solo la sensazione del peso quando ti ho affidato alla Mia Grazia? Non ti
ha colmato dapprima un pensiero più felice? – RivelaMi
il tuo cuore”.
4.
“Tu vuoi che io
dica che cosa di meglio non sarebbe sorto dapprima vivente in me. Sì, era un
riflesso della felicità che un giorno potrei vivere: essere nuovamente Sadhana
ed essere guidato a casa nel Tuo Regno! Ma guarda, mi ha stordito solo il
riflesso, mi ha fatto dimenticare per pochi secondi la mia eterna infamia e
ignominia. Era orgoglio, il credere di ottenere parte della Tua Grazia nel
senso di un totale distacco-colpa. O Gesù, aiutami, affinché non cada ancora
una volta in un simile orgoglio!”. Lucifero alza le sue mani imploranti.
5.
Allora per la seconda volta passa un
meraviglioso sorriso sul Volto eterno. Più forte il
Padre stringe Suo figlio al Cuore, e dice: “Accetta
la Mia Grazia, se Io te la do. Non ti colma più nessun orgoglio ma un’umiltà
che Mi appaga. Una cosa, devi imparare comunque, figlio Mio, cioè riconoscere
la Mia vittoria del Sacrificio come una vittoria perfetta. A ciò, è legato il
pienissimo perdono dei peccati per tutti quelli che riconoscono veramente il
Mio santo Sacrificio e si mettono sotto la Mia Croce in umiltà e sincera
confessione della colpa, e quindi si rimettono anche di buona voglia a Me, al
Giudice di tutta l’eternità. Da questo può seguire solo Grazia, Redenzione dal
peccato, dalla colpa e dalla morte. Io su di te ho espresso la Grazia come
Giudice! Perciò non è un peso, è liberazione, è eterno distacco da ogni colpa!
Ciò che devi prendere su di te come giusta espiazione fino al Mio ritorno, lo
porterai in virtù della Mia Grazia, con la certezza – redento dal Mio
Sacrificio – di ritornare un giorno a Casa, in seguito al tuo ritorno
liberamente voluto. Questo è il dono del Mio Amore nel sesto-Giorno della Creazione! Pertanto, non vorresti accettare
questa felicità della Grazia, piuttosto che un peso che Io non ho collegato con
la Mia Grazia?”
6.
Lucifero alza lo
sguardo. I principi della luce gli sorridono, e Uraniel
dice: “Lucifero, io porto il segno della Giustizia. Guarda”, egli tiene alta nella mano una bilancia, “in un
piatto c’è la tua colpa, nell’altro la Giustizia. La tua colpa fin da prima del
tuo ritorno tirava profondamente in giù. Ma fa attenzione: io prendo la spada e
la croce del Difensore”. Michael e Raphael consegnano
a Uraniel i segni dell’elevatezza creativa. “Entrambi i segni ti sono diventati
salvezza della Grazia, perché essi ti hanno vinto. Perciò io metto sul piatto
della Giustizia i segni di questa Salvezza per Grazia”. Non appena questo
accade, il piatto della bilancia con la parte di Lucifero sale. “La tua colpa è
compensata, essa non potrà esserti più di nessun peso. Ciò che tu porterai come
espiazione, sarà la riparazione di tutti i tuoi sacrilegi. Tuttavia, se tu
avessi sentito questi come peso, ti saresti piegato soltanto condizionato sotto
la Croce di Gesù, e non incondizionatamente. Perciò accetta la salvezza della
Grazia con entrambi le mani, come il santo Padre-UR
te l’ha offerta”.
7.
Con occhio ardente,
Lucifero assiste all’avvenimento. Quando la sua
colpa tirava così profondamente in basso, tanto che la bilancia non mostrava
più nessun peso, il suo cuore aveva battuto ancora una volta di timore mortale
nell’amara conoscenza; ma quando la Giustizia, accoppiata con la Volontà e
l’Amore, come Difensore ha tirato in giù, un santo brivido è passato sull’anima
sua. Ora guarda a UR mezzo impaurito e mezzo alleggerito, e timidamente chiede:
“Questo tocca veramente a me? Mi è permesso, e posso avere questa Grazia? Di
ciò nessun uomo, nessuno spirito basso ne è degno, ed io meno di tutti! O Gesù
Cristo, Tu, mio Maestro, dimmi: com’è possibile?”
8.
“Questo
ti è stato notificato, soprattutto perché avevi bisogno di ammaestramento”, ribatte UR. “Vedi, ognuno può ottenere una Grazia; Io la preparo per
ogni figlio; ma se giunge anche alla rivelazione, ciò dipende unicamente dal
destinatario. Quando un figlio approfitta solo in parte della Mia Grazia
offerta, essa si rivelerà naturalmente solo proporzionata. Ma in ogni caso,
qualcosa ha da precedere. E questo è un divenire degno! Chi non viene a Me e
alla Mia Croce, chi Mi combatte – oppure, chi Mi conosce senza tuttavia servirMi, non potrà mai avere questa Grazia! Solo quando
uno ha riconosciuto nel sincero pentimento la sua ingiustizia ed è pronto a
pentirsi e ad espiare, su costui la Mia Grazia cade in grande abbondanza, ed
aumenta tanto più ancora, quanto più c’è disposizione alla penitenza e
all’espiazione.
9.
Certamente,
spesso devo dare l’impulso al pentimento e alla penitenza, solo che non accade
mai attraverso la Grazia come ‘dono’, bensì attraverso un atto che precede la
Grazia, la quale consiste in questo: che Io lasci andare un tale figlio,
specialmente gli uomini, attraverso malattia, afflizione, grandi sofferenze e
altro. Io mando loro questo, non dalla Mia Volontà, ma per la maggior parte ne
sono essi stessi gli autori, come anche delle guerre e di altri orrori.
Solamente, Io Mi servo di questi carichi causati dai figli infedeli e, apparentemente,
non li aiuto, lasciandoli andare attraverso ondate di travagli, finché imparano
a sospirare e a guardarsi intorno per l’aiuto, che credono – veramente più
inconsciamente – venga dall’Alto. Se ora questa piccola scintilla è destata,
trasferisco l’atto di Grazia alla Grazia pura. Allora però, un figlio si deve
convertire a Me per libera volontà, deve seguire passo per passo; una volta un
pezzo della Mia Grazia, poi di nuovo un pezzo dell’ammissione e della
confessione, e questo, fino a che la Mia Grazia si rivela pienissimamente, in
seguito ad una disponibilità di pentimento ed espiazione il più grande
possibile.
10.
Nello
stesso modo è avvenuto anche con te, figlio Mio, che eri perduto e ora sei
stato ritrovato. Nel tuo caso, Io condussi dapprima la Mia Grazia sul campo di
battaglia, che era il presupposto per l’ingiustizia arrecata alla Creazione.
Però fu tracciato un limite, oltre il quale anche la Mia Grazia non doveva
essere spinta a causa dell’intera Creazione. La linea di confine si chiamava
GOLGOTA! Qui Io ho aspettato la tua resa. Naturalmente non potrai tenere nelle
mani ‘lo scopo principale della Mia Grazia’ prima di aver intrapreso in futuro
il tuo ritorno a casa come Sadhana. Fin dove però ora è giunta su di te la sua
parte – e non è da definire piccola – fino a quel punto tu sei degno di deporre
il carico e di ottenere in cambio, per questo, felicità e gioia per il tuo
ritorno e per il verdetto. – Perciò rallegrati in Me, come Io e tutti i Cieli
ci rallegriamo della vittoria del Mio Sacrificio cruento!”
[indice]
۞
Il Padre abbraccia Sadhana e la benedice
1.
Un breve indugio, e poi, quasi come uno slancio, – il figlio che vuol trovare la via del ritorno stringe
le sue braccia intorno al collo del Padre. Egli non
si lascia più soltanto premere al petto del Padre, no, …egli stesso si stringe
al grande Cuore di Grazia, cercando protezione, e nelle forti braccia è colmo
di felicità. Infantilmente imbarazzato, sussurra: “Non
riesco ancora a dire ‘PADRE’, ma il mio cuore giubila: Padre, Padre, Padre – e
ancora una volta: ‘Padre’! Oh, qual ringraziamento Ti vorrei portare! Come
vorrei giubilare! Soltanto, …ora voglio piuttosto stare in silenzio e
prepararmi alla difficile via. Anzi, dapprima devo imparare a venire del tutto
incontro a Te, poiché i miei passi sono piccoli e meschini, sono quelli di un
fanciullo nella mano della madre; i Tuoi, con i quali Tu, o Gesù, mi sei venuto
incontro, al contrario, erano lunghi come Creazioni. Io non li posso né
misurare né calcolare. Io so: solo in tal modo è venuta su di me la Grazia
della Tua Salvezza, che Tu solo me ne facesti degno”.
2.
“Hai
riconosciuto il meglio! – Ora preparati, poiché la tua via sarà veramente
difficile. Fino al Mio grande ritorno e alla gloriosa apparizione, Io sarò per
te il Maestro, perché ti ho affrontato e vinto; e fino allora, l’umanità vedrà
in te il tentatore e il tenebroso principe dell’inferno. Mi vedrai raramente e
poi anche solo da lontano. Però, figlio Mio, Io non ti lascio solo! ChiamaMi con il Mio nome del Sacrificio ‘Gesù Cristo’, e
presto t’invierò uno che un giorno ha combattuto contro di te, ora combatterà
per te, perché si tratta di proteggere il Mio primo figlio”.
3.
Michael tiene la
sua spada su UR e su Lucifero, il quale
domanda: “Maestro Mio, Gesù Cristo, mostrami il luogo dove posso rimanere fino
al tempo Tuo, affinché impari ad osservare i Tuoi Comandamenti con la Tua forza
e il Tuo aiuto”.
4.
“Fai
bene a chiederMelo. Questo mondo solare sia il luogo
della tua istruzione e preparazione. Qui verranno gli spiriti più maligni e tu
dovrai affrontarli, non più come loro signore, bensì come un essere senza
posizione di potere. Queste saranno decisioni amare, e raramente sarai tu il
vincitore. Ma per quante volte supererai ogni sconfitta, non mancherà che tu
cresca nella tua personale forza, finché tutto il Lucifero sarà morto, redento
da se stesso, anzi sarà completamente dissolto come ti ho annunciato nel
verdetto. Allora verrà sopra di te la vittoria di quel Tempo, dove si
suoneranno le campane della pace in tutte le parti della Creazione; per questo,
la Mia Benedizione che Io ti do come consolazione e forza. Rimani memore di
questo! Dunque, figlio Mio, guarda: l’aurora del mondo si avvicina. Puoi ancora
dire una parola, poi devi perseverare nel luogo della battaglia della
decisione, della vittoria e della Grazia”.
5.
Lucifero, lentamente, s’inginocchia con solennità. Anche i
principi-angeli piegano le loro ginocchia. Alza in alto le sue mani e dice: “Io
non Ti lascio, eccetto che Tu non mi benedica!”
6.
Oh, quale
anelito, quale ardente desiderio mette egli nella nota preghiera; com’è
diventata essa così completamente nuova! UR è
vinto dal suo potere. Egli posa le Sue mani sul capo chino e dice: “Come sommo Sacerdote Mechisedec,
dallo Spazio-ur e dal Tempo-ur,
Io ti benedico!”
*
7.
Quando Lucifero
dopo un po’ guarda in su, tutte le figure di luce sono scomparse. – Là dove
stava e sedeva il Santo, è rimasto indietro un chiaro bagliore. Più tardi, in
questo luogo gli perverrà sempre nuova Forza, quando dei demoni si precipiteranno
su di lui, quando lo assalirà lo scoraggiamento, oppure – come soprattutto nel
primo tempo – pure qua e là l’antica brama di potere luciferina minaccerà di
risalire. Egli chiamerà presto tale luogo come suo salvagente; perché, solo
quando sta in questo piccolo spazio egli sente la santa vicinanza di Dio.
Nessuno spirito, per quanto furioso, può fargli qualcosa. Quanto più occupa il
salvagente a lui lanciato, tanto più aumenta il suo pentimento e la volontà di
penitenza, e la sua via lo riconduce come figlio nella casa del Padre, passo
per passo, al santo Tempio dell’Infinità-ur.
* * *
8.
Sotto la Croce si
risveglia un giovane dormiente. Guarda in alto, meravigliato. Il delicato volto
della donna, pallido come la neve, si china su
di lui. Un triste sorriso sfiora le sue labbra. “Hai dormito a lungo,
Giovanni”, dice dolcemente Maria. – “Dormito? No!”. Il
discepolo si ricorda. Di colpo si alza ed esclama: “O madre del Mio
Signore! Non dobbiamo più essere tristi! Egli, GESU’, tuo Figlio e Maestro di
tutti noi, …oh, …Maria!”
9.
Giovanni
s’interrompe. Poi balbetta: “Mi mancano
le parole per comunicare ciò che ho visto. Ma EGLI, il Santo, ha riportato la
Sua Vittoria della Creazione! Tutto doveva avvenire così, e le Sue sofferenze
sono espiate! Maria, tu, Pura, EGLI è morto per noi, e ora, Egli
ha redento tutti! Siamo liberi, madre Maria, liberi dal laccio
dell’oscurità, della morte, liberi da ogni colpa e peccato! EGLI ci ha
santificato e portato l’eterna libertà!”. – Inconcepibile giubilo si perde in
lontananza da queste parole, che sono pronunciate alla Croce del Golgota – alla
quale il Signore, GESU’ CRISTO, ancora pende pallido e sanguinante.
10.
Maria è sorpresa.
Scuotendo la testa osserva Giovanni, il giubilante. Lacrime cadono dai suoi occhi,
quando guarda suo Figlio segnato dal martirio. All’orizzonte sale un debole
chiarore, primo messaggero del nuovo giorno, quando si avvicinano dei passi
veloci. Alcuni discepoli e uomini influenti, amici del Signore, arrivano per
prendere la Salma, prima che un raggio di Sole cada su di Lui, e prima che il
tempio faccia annunciare il sabato. Qualcuno sussurra:
“La morte del suo Signore ha confuso il suo spirito!”
11.
Giovanni si
accorge dei pensieri e, indicando Gesù, esclama: “PortateLo
via! SeppelliteLo! Ma Io vi dico: vana è la vostra
opera! Perché Colui che voi credete morto e volete portare nella tomba, è già risorto!
Fra breve non troverete più il Suo corpo esteriore! EGLI vive, EGLI ha vinto
questa notte il Satana e ha calpestato la testa al serpente!”. Giovanni fugge
nella solitudine, la sua anima vuole essere presso G E S U’.
[indice]
***********************
rif. [Grande
Evangelo di Giovanni vol.10 cap. 188,21]: «…. Certo che
adesso non capirai ciò che voglio dire con questo: il figlio perduto è già
sulla via del ritorno, ma saranno necessari ancora tempi di lunghezza quasi
infinita, prima che egli ritorni del tutto all'antica casa paterna».
*
rif. [Le
Dodici Ore – Prefazione versetto 8]: «Per comprendere l'insieme di queste cose
è necessario che apprendiate anzitutto chi è, di fatto, questo figlio perduto.
Quando Io v’indicherò il figlio perduto, sia pure solo per nome, in verità
dovreste essere colpiti da una cecità più che settupla, se all'istante non vi
doveste accorgere che una grossa benda vi è stata tolta dagli occhi. Ora
preparatevi e udite il nome! Vedete, esso è ‘Lucifero!’ In questo nome sta
l'intero compendio, per voi eternamente inafferrabile e infinito, del figlio
perduto».
*
rif. [Le Dodici Ore – cap.11,1]: «Voi
avete letto nel Mio Libro (Evangelo Luca
15.) la storia del figlio perduto e non l'avrete letta e udita una volta sola,
ma già più volte. Ebbene, Io vi dico che in tutto il Libro non c'è alcun
versetto né alcun capitolo, che comprenda in sé qualcosa di più grande del
figlio perduto. Come pure, non è tanto facile trovare un punto che possa essere
per voi più difficile da comprendere, di questo. E ciò proprio per la ragione,
che dovete conoscere, poiché essa è della massima importanza e, come tale, è
una chiave indispensabile per la contemplazione interiore».
*
rif. [Le
Dodici Ore – cap.11,9]: «……Voi sapete,
dalla storia del figlio perduto, come andò a finire con il suo destino
finale….».
*
rif. [Le
Dodici Ore – cap.11,19]: «…..Ecco, la loro grande pena si estende
ora in rapide vibrazioni, e quest'ultime arrivano dinanzi alla grande Casa
paterna, e le vibrazioni del Padre, colmo d'Amore, si scambiano con quelle del
figlio perduto, che sono di paura, di miseria e di pena».
*
rif. [Le
Dodici Ore – cap.11,20-24]: «L'anima del figlio perduto percepisce un
simile dolce e santo Alito, proveniente dalla casa del grande Padre. Essa,
alimentata da queste sante vibrazioni, ritorna nuovamente nella sua casa
fatiscente, la riedifica e, nella più grande umiltà annullando se stessa, si
dirige laddove voi sapete che si è diretto il figlio perduto. Ma cosa succede,
là? Vedete, solo gli stracci sono tolti al figlio e bruciati e, come sapete,
soltanto il figlio sarà nuovamente ripreso.
Vedete, ora avete svelato davanti ai vostri occhi
tutto il mistero, nascosto fino a questo istante, del numero profetico
dell'uomo. Se ritornate, anche solo un poco, sulle condizioni di questo tempo,
in verità dovreste essere più che morti, per non accorgervi neppure adesso
delle sante vibrazioni di Grazia, che ora sgorgano a torrenti dalla santa casa
del Padre!
Anche
voi siete membra del figlio perduto! Allargate la vostra anima e fate in modo
che lo Spirito in essa si desti e, confidenti, in tutta umiltà, ritornate come
il figlio perduto, consolati nella grande Casa del vostro amorosissimo
Padre. In verità vi dico: Egli vi verrà
incontro a metà strada!
Come vedete, il tempo della Mia Grazia si è
avvicinato, e perciò Io vi ho dato quanto precede, affinché riconosciate, che
questo è quel grande tempo che i profeti hanno annunciato, sì, proprio quel
tempo che è stato annunciato dalla Mia bocca.
Dunque, perseverate ancora soltanto un breve tempo e rallegratevi con
grande fiducia!
Poiché in verità vi dico: "La grande
casa paterna è venuta incontro a voi e tanto vicino a voi, che non potete immaginarvi!”
*
rif.
[Le Dodici Ore – cap.12,1]: «Dopo
che, nell'undicesima ora abbiamo accompagnato e illuminato il figlio perduto,
dal suo inizio fino alla sua fine, e calcolato il tempo e quasi stabilita l'ora
che dovrà testimoniare del suo tramonto, vogliamo un po' vedere, in questa
dodicesima ora, dove e come questo figlio perduto, umiliato da cima a fondo,
rientrerà nella grande casa paterna».
*******
A seguito di questa Rivelazione straordinaria crediamo
sia opportuno inserire anche
un commento/spiegazione di
Margarethe Eckel:
[indice]
[Nascita] - [Getsemani] - [Giudizio] - [home
sito]
[1] “Mené,
Mené, tekél perès (o ufarsin)”: una frase
biblica presente in Daniele 5,25. Essa comparve in modo soprannaturale sul muo di fronte al re Baldassàr,
figlio di Nabucodònosor. Daniele fu l’unico che ne
spiegò il significato: Mené = Dio ha misurato il tuo
regno e gli ha fissato un termine: Tekél = tu sei
stato pesato sulla bilancia e sei stato trovato mancante; Perès
= il tuo regno è stato (sarà) diviso ed è stato (sarà) dato ai medi e ai
persiani.
[2] Il segno sull’arcangelo-principe
Raphael, sulla Terra presente come Asarja
per aiutare Tobia. [vedi: ‘Un angelo sulla Terra’]
[4] L’arcangelo-principe Uraniel, il
portatore dell’ordine, quale Mosè sulla Terra. [vedi: ‘Quando morì Mosè’]
[5] ‘il monte della tentazione’ : il
monte in cui Gesù nel deserto, durante i quaranta giorni, fu tentato con le tre
note tentazioni (Lc. 4,1-13).
[6] Vedi la spiegazione del Globo involucro
[7] ‘il portatore della serietà’: si
tratta dell’arcangelo-principe Muriel, incarnato sulla Terra come Abramo.
[vedi: ‘Il patriarca’]
[8] Questa conoscenza: cioè quella derivata dall’aver visto il mondo in cui vivono i fedeli, probabilmente, la loro città-santa e l’intero Regno benedetto, cioè quelle immense meraviglie create dai figli benedetti di cui Sadhana e i suoi accoliti non hanno mai avuto sentore, essendo quel Regno a loro interdetto.
[9] ‘il portatore della Volontà’ : è
l’arcangelo-principe Michael, sulla Terra incarnato come Elia. [vedi: ‘Il tisbita’]
[11] Tre volte … nel tuo abisso: ciò si intende che per tre volte dei puri spiriti si incarnarono su tre mondi per guidare i ciechi caduti al ritorno. Da altre rivelazioni viene detto che i puri spiriti sono invitati in questa azione di co-aiuto anche fino a sette incarnazioni per aiutare. Un esempio sulla Terra lo abbiamo con i grandi primi spiriti incarnati, ad esempio, come Mosè, Elia, Isaia, Giobbe, Abramo, Giosuè, Lutero, Abele, Adamo, ecc.
[13] ‘del Mio ritorno’: è il momento
prima del Giudizio universale, in cui saranno giudicati tutti gli uomini empi.