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Il Libro di Grazia
“parte III”
spiegazioni
su: [Apocalisse cap. 13 / 14 / 15 / 16 / 17 / 18 / 19 / 20]
L’ULTERIORE ESERCIZIO
DEL DIRITTO
[ Il testo
dell’Apocalisse di Giovanni ]
Parte III
[Ap.
cap. 13-20]
Premessa parte
III/I [Ap. 13-14] L’ulteriore Esercizio del Diritto
Cap. 13 (premessa) La bestia dal potere mondano e spirituale
Cap.
13,1-18 a) La comparsa della bestia con la forza
legata
Cap.
14,1-5 b) Il puro Agnello
come Polo opposto; la conservazione dei Suoi; due tempi di Giudizio
Cap.
14,6-13 c) I tre angeli con il potere delle
Irradiazioni fondamentali, il loro successo
Cap.
14,14-20 d) L’inizio del grande Giudizio in
arrivo (1914). Il primo effetto dello stesso
Cap. 15 parte III/II [Ap. 15-16] Il confronto del divino adempimento dell’Opera
Cap.
16 (premessa)
Cap.
16,1-2 a)
Il primo angelo porta la follia di potere
Cap.
16,3 b)
Il secondo angelo uccide il mare (comunità)
Cap.
16,4-7 c)
Il terzo angelo uccide i pozzi (influenza)
Cap.
16,8-9 d)
Il quarto angelo batte il sole (autorità mondiale)
Cap.
16,10-11 e) Il quinto angelo batte il
seggio (legge mondiale)
Cap.
16,12-16 f)
Il sesto angelo distrugge l’Eufrate (commercio mondiale)
Cap.
16,17-21 g) Il settimo angelo distrugge
l’aria (la politica)
Cap. 17 parte III/III [Ap. 17-18] Insurrezione delle potenze
mondane e spirituali con l’aiuto dell’oscurità
– Il Giudizio su di loro si accresce
cap.
17,1-6 a) Il quarto angelo e la
grande Babilonia
Cap.
17,7-18 b) La rappresentazione della
donna e della bestia
Cap.
18,1-19 c)
Inizio del crollo annunciato
Cap.
18,20-23 d)
La fine del Giudizio viene sigillata
Cap. 19 parte III/ IV [Ap. 19-20] La fine di tutte le potenze mondiali; la resa dei conti dell’ultimo tempo
Cap.
19,1-10 a)
Previsione del tempo durante e dopo la resa dei conti
Cap.
19,11-16 b)
Il Signore della resa dei conti
Cap.
19,17-21 c)
La dissoluzione di ogni potere mondano
Cap.
20,1-3 d)
L’oscurità viene legata
Cap.
20,4-6 e)
I testimoni di Dio ed il loro insediamento nella Funzione
Cap.
20,7-10 f)
La rimanenza del pasto di lenticchie
Cap.
20,11-15 g)
Definitiva dissoluzione della Creazione materiale
Parte III/I
[Ap. cap. 13]
L’ulteriore
Esercizio del Diritto
1. Già la parola ‘ulteriore’, indica che il precedente
Esercizio del Diritto, giusto, continuerà ad agire, e questo non senza motivo,
perché allo stesso modo di come rimane la cattiveria ed aumenta, così andranno
le conseguenze, che l’Onnipotente avrà da determinare e le determinerà.
2. Il tempo ha dato agli uomini e agli oscuri delle occasioni più che a
sufficienza per giungere alla conoscenza, affinché le cose rivelate per ultime
debbano succedere in parte in modo solo minimo, perché all’Amore di Dio sta più
a Cuore il formare pietosamente la fine
del Giudizio, dato che Lui, l’Onnisanto-Ur, ha
sacrificato il suo Amore come Figlio d’Uomo, Lui, per di più, ha avuto come
Conseguenza la Misericordia dalla parte del Suo paterno Cuore-Ur: la pietra finale del Golgota! Questa
rimane esistente, eternamente, senza vacillare. Anche la Misericordia era stata
offesa a causa della caduta nella Creazione; la sua soddisfazione mancava e in
parte manca ancora. Questo avverrà ora tramite un ulteriore Esercizio del Diritto.
3. Quanto l’Onnisanto,
attraverso la Sua Misericordia, sarà volonteroso di sospendere l’ultima
amarezza, anzi di offrire, malgrado l’inevitabile Effetto della terza parte
della Rivelazione, ogni possibilità di tramutare l’atto finale del Suo Giudizio
in un pietosissimo stato del Diritto, sarà riconoscibile chiaramente a
posteriori nella seconda immagine del tratto parziale.
4. È l’umanità non volerlo! E’ falso rendere
l’oscurità responsabile come unica seduttrice. Questo non è umile; questo è il
vecchio Adamo che si nasconde dietro a Eva e alla propria debolezza, invece di
confessare la colpa, come nascondersi dietro al serpente, come Eva. E ognuno
dice: “L’altro mi ha sedotto!”
5. Se questo fosse stato giusto, – Dio non avrebbe mai
scacciato la coppia di uomini dall’Eden; anzi non ci sarebbe nessun Diritto-Ur,
se il dragone fosse l‘unico
colpevole. Ogni primo arrivato su un mondo porta con sé i Comandamenti della
Luce. Se si lascia sedurre, allora è colpa sua. Nondimeno, dato che Lucifero
era stato il seduttore di base, Adamo ed Eva non sono nemmeno usciti senza
benedizione dal Paradiso di Dio.
6. Ora l’umanità sta davanti al Giudizio, sul quale
l’abbattuto non ha nessuna parte eccetto la sua causa prima. Un “luogo per
deporre la colpa” non esiste più ([Giov. 11,
50]: «Voi non capite nulla; e non riflettete come vi torni conto che un uomo
solo muoia per il popolo, e non perisca tutta la nazione. Isiaia
53, 4: Egli vedrà il frutto del tormento dell’anima sua, e ne sarà saziato; per
la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, e si
caricherà egli stesso delle loro iniquità».)!
Per l’Espiazione si è offerto l’Amore-Ur come ‘Figlio del Sacrificio’. Allora
l’autore del Giudizio era ancora prevalentemente colpevole, tuttavia il Golgota
ha dissolto questa colpa un poco alla volta, cosicché con l’inizio ‘dell’ulteriore
Esercizio del Diritto’ essa giace
sugli uomini, perché: chi ha capito il Golgota? Più si avvicinerà il tempo
della fine, più ci si chiuderà davanti alla Luce di Dio, davanti alla Sua
Parola di Vita eternamente vera.
7. Nella resa dei conti finale non potrà essere spinto
in avanti (accusato) né il santo
Portatore della colpa né il povero
autore della colpa. Ognuno che ne è diventato colpevole fa scaturire ‘l’ulteriore
Esercizio del Diritto’. Che in questo
anche l’oscurità avrà ancora la sua “summa” (il suo peso), è certo!
Al veggente questo viene indicato chiaramente nella terza visione della
Rivelazione, ed egli ha tasmesso in modo semplice ed
impressionante ciò che ha visto e udito.
[Salmo 53,
2-6]
«Dio ha riguardato
dal Cielo sui figli degli uomini
per vedere se vi
fosse alcuno che avesse intelletto,
che cercasse Dio.
Ma tutti si son
tratti indietro, tutti quanti si son corrotti,
non v’è alcuno che
faccia il bene, neppure uno.
Son essi senza
conoscenza,
questi operatori d’iniquità che non invocano
Iddio?
Ecco, là son presi da grande spavento,
poiché Dio ha
disperso le ossa di quelli che si assediavano;
tu li hai coperti
di confusione,
perché Dio li disdegna.
Oh, chi recherà da
Sion la salvezza d’Israele?
Quando Dio farà
ritornare gli esuli del suo popolo,
Giacobbe
festeggerà,
Israele si
rallegrerà!»
[indice]
[Ap. cap. 13]
La
bestia dal potere mondano e spirituale
(l’immagine sull’Apocalisse):
“Il
mondo corre a precipizio. Un avvenimento insegue l’altro. I nuovi, provenendo
dall’orrendo abisso, si attaccano ai calcagni dei vecchi. Una valanga che
precipita assumendo forme sempre più atroci in violenza e velocità, tanto più
corre, quanto più si avvicina alla valle”.
Le due bestie che appaiono
nella prima visione parziale, sono la nuova forma del passato. Questa immagine
comincia bensì nella cornice del suo tempo, con il quale non soltanto sorgono
veramente, là invece inizia piuttosto il loro personale operare. Nessuna
‘bestia’ comparirebbe in modo elementare se l’inizio del suo potere fosse del
pari significato con l’inizio della sua nascita. Quindi, la visione parziale
sperimenta le sue rispettive scissioni d’immagine.
* * *
Parte III/I
[Ap. 13,1-18]
La comparsa della bestia con la forza legata
3. Le due bestie agiscono apertamente indipendenti l’uno
dall’altro, persino come avversari, ciò che viene rilevato attraverso due
immagini del tempo; in segreto camminano mano nella mano, perché sorgono da un
solo fattore: mare e terra, le due grandi parti della superficie di un mondo.
4. La prima immagine comincia nel 1914 e con la
diretta pre-ombra della guerra. Che la pre-ombra ha diverse immagini del tempo, dipende dal genere
dell’ulteriore
Esercizio del Diritto, mentre le
singole immagini dipendono l’una dall’altra nell’operare insieme, benché ognuna
riceva un proprio decorso del tempo.
5. «1E andai sulla riva del mare e vidi salir dal
mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste e sulle corna dieci diademi
e sulle teste nomi di bestemmia» [Ap. 13,1]. Giovanni viene a diretto contatto con l’apparizione.
La sua anima pura ne rabbrividisce. Colui che giaceva al Cuore di Gesù, che
percepiva il grande Amore del Salvatore come nessun’altro dei discepoli,
proprio lui deve annunciare al mondo la sua fine.
6. Perché proprio lui? Ebbene, – il santo Amore ha
preso su di Sé il Sacrificio-Ur, per purificare la caduta di Satana,
inimmaginabile per gli uomini, per dare la redenzione nella Mano. Così è bene
quando l’Amore glielo rivela; poiché l’Amore sopporta, soffre e tollera!
Giovanni, mentre riceve la Rivelazione, ha prestato una continua preghiera
d’intercessione, cosa che si vedrà alla fine.
7. La «sabbia del mare» = la parte
dell’umanità che ha suscitato il Giudizio,
è in opposizione alla ‘Semenza come le Stelle’ (figli della Luce incarnati)
promessa ad Abraham. Il secondo rango di “sabbia del mare” viene posto
successivamente come la progenie mondana ([Gen. 5,5]: «…tutto il
tempo che Adamo visse fu novecentotrent’anni; poi
morì»; – 22,17: [Gen. 22,17]: «…certo, ti benedirò e moltiplicherò la tua
progenie come le stelle del cielo e come la rena che è sul lido del mare, e la
tua progenie possederà la porta dei suoi nemici»). All’inizio del tempo della fine «la sabbia del mare» =
anche cosa senza valore, avrà il predominio, dalla quale sorge «l’animale raccapricciante»
= il movimento del mondo”.
8. Il dragone (12,3) dà le sue dieci corna della
testa, il potere del mondo, alla bestia (13,2). Sabbia
e mare = la
massa e la sua autorità, la muniscono
magnificamente secondo la loro opinione, con dieci corna e dieci diademi, ma
nulla può svelare più chiaramente l’avversità del movimento del mondo, che la
disuguaglianza delle teste cornute.
9. Le teste e i diademi sono già stati interpretati, ma dalle nuove teste mimetizzate spuntano
dieci corna. Questi sono: industria, borsa,
banca, diplomazia, alleanze, pianificazione di guerra, armamento, tecnica,
spionaggio, rivolta. Di questi, sei
potrebbero essere del tutto buoni, come magari servono agli uomini dei buoi da
traino con le loro corna. Purtroppo qui non è il caso; il movimento del mondo è
diventato la bestia cattiva.
10. I dieci diademi vengono certamente lasciati alle
corna; questi però le utilizzano, ma dato che le teste, le corna e i diademi
stanno su una bestia, è naturale che
ogni diadema si serve di tutte le corna e di tutte le teste. Tuttavia, la
sequenza ha un particolare significato.
11. I dieci diademi
sono i governi, colpevoli del 1914. Qui non
è dato di specificare le loro parti di colpa, perciò la sequenza non ha nulla a
che fare con una responsabilità maggiore o minore. Compaiono: Inghilterra, Francia, Germania, Russia, Austria, gli
Stati dei Balcani, Belgio, Italia, America e Giappone.
12. Qui i diademi valgono anche come pieni
poteri arraffati o ottenuti, i quali
sono stati impiegati di volta in volta a danno dell’avversario. Chi dice: “Lo
faccio a favore dello Stato”, non ha in modo assoluto nessun rappresentante del
diritto davanti all’Onnipotenza! La conferma, da questo: tutto ciò che ogni
diadema avrà fatto per sé, capo e corpo = governo e
popolo, – è disperso, tutto passerà.
Resterà soltanto il peso.
13. I nomi delle bestemmie = azioni contro
l’Ordine di Dio, contro
14. «2E la bestia ch’io vidi era simile ad un
leopardo e i suoi piedi erano come di orso, e la sua bocca come di leone, e il
dragone le diede la propria potenza e il proprio trono e grande potestà» [Ap. 13,2]. – La descrizione è avvenuta certamente nel linguaggio
della Bibbia, ma nessuno può dire: “Non sapevo che cosa avesse da
significare!”. – Chi non lascia agire lo spirito, è simile al servo pigro ([Matt.
25,26]: «E il suo padrone, rispondendo, gli disse: ‘Servo malvagio e
infingardo, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho
sparso»). I nomi = parole; le bestemmie = azioni; ambedue
segni di riconoscimento della bestia.
15. Leopardo = pericolo
strisciante che attacca all’improvviso.
Gli animali rapaci spiano la preda prima dell’attacco. Proprio così il
movimento del mondo nelle mani dei singoli come l’uomo, quale bestia di potere.
Piedi come di orso = violenza, nello stesso senso del leopardo dalla natura
strisciante. La sua bocca come la bocca di
leone = tamburi
di guerra, grida di spavento. Il dragone dà alla bestia la sua forza = l’uomo presta al
movimento del mondo la sua efficacia;
perciò in aggiunta la potestà = governo, dominio; gran potere = l’esercizio del
dominio.
16. Quello che è stato rivelato finora, abbraccia la
preparazione (l’incendio
dei Balcani, Sarajevo) alla grande lotta
dei popoli. La vera immagine comincia solo nell’estate del 1914 nel “segno
della falce” (Ap. 14,14, Ernting[1],
agosto). Giovanni in questa previsione vede
le conseguenze che si stanno accumulando.
17. «3Ed io vidi una delle teste come ferita a
morte, e la sua piaga mortale fu sanata; e tutta la Terra meravigliata andò
dietro alla bestia. 4E adorarono il dragone perché aveva dato il
potere alla bestia; e adorarono la bestia dicendo: “Chi è simile alla bestia?”,
e: “Chi può guerreggiare con lei?”» [Ap. 13,3-4]. – Il veggente non dice quale testa venne colpita,
perché è soltanto la previsione.
18. Questo ha la sua motivazione nel fatto che la
ferita al capo comincia già con la visione della falce. E’ il diadema della
seconda testa il centro di potere di mammona, il quale ricevette un immenso
colpo con la guerra (l’inflazione). Il mercato finanziario ha riconquistato il sostegno
solamente con l’intervento infernale, il cosiddetto “piccolo uomo” fu spinto a
guarire di nuovo la ferita mortale.
19. Se la stabilità non ha dato nessuna ragione d’oro
= motivo di salute dell’economia, è comunque vero che la bestia del mondo ha
solo ottenuto il suo tempo. Il fiume d’oro perduto, nella guarigione (1923) ha
riottenuto una crosta. Giovanni si sofferma temporaneamente sull’immagine di
sequenza anticipata, perché la testa principale, mammona, ha ottenuto malgrado
ciò, oppure oramai, una pesante spinta in su. Si vede solamente la guarigione,
ma non come sarebbe avvenuta.
20. La ferita ha contagiato anche le altre teste, che
però sono ridiventate efficaci sostenendosi a vicenda, soprattutto perché si
tratta di un campo unitario portante: tutte della stessa bestia! La paralisi dell’economia
che colpisce persino i paesi pacifici, viene sospesa un poco alla volta.
Perciò: tutto il suolo terrestre = tutti i popoli; si meravigliavano = di notte tutto continuava di nuovo nella ricchezza che si
accumulava. = Apparentemente …
21. Adorare il dragone = sottomettersi; adorare la bestia = sostenere il
movimento del mondo, adularlo. Non si
vive più senza divertimento di ogni genere, senza bramosia dei sensi,
gozzoviglia, superare in vantaggi il prossimo, non più senza apparire in
pubblico, non più senza tendere al Cosmo. Questo porta fortuna! Ma questo è un
servizio idolatro, come nemmeno i pagani lo fanno. A costoro in seguito sarà
rimesso molto ([Matt. 11,22]: «E però vi dichiaro
che nel giorno del giudizio la sorte di Tiro e di Sidone sarà più tollerabile
della vostra»).
22. Chi è simile alla
bestia? = il culto dei sensi non viene paragonato a nulla nell’adulazione; chi
può guerreggiare con essa? = chi può vincersi? E chi lo
fa è uno sciocco, … nel senso del movimento del mondo. Solo un’indicazione: il
pericolo di essere derisi, essere scherniti come sciocchi, nessuno vi si espone
volentieri. Il pover uomo del suolo terrestre non vuole sapere nulla del
pericolo di precipitare, diventando uno sciocco della bestia. Non lo crede
nemmeno che possa essere così.
23. «5E le fu data una bocca che proferiva parole
arroganti e bestemmie, e le fu data potestà di agire per quarantadue mesi. 6Ed
essa aprì la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome e il
suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo» [Ap. 13,5-6]. – Le fu data = l’uomo concede
alla bestia il diritto del potere;
d’altra parte il Regno guarda con inimmaginabile Pazienza e Longanimità i
‘grandi preparatori’ del Giudizio e della resa dei conti finale.
24. La differenza: il suolo della Terra ‘dà’ alla
bestia; il Regno ‘permette solamente’. Una
bocca = la
stampa, la propaganda; per dire cose grandi = promesse che,
osservate con attenzione, ricevono troppo spesso solo un altro abito,
elasticità e possibilità di cambiamento; in più le
bestemmie = la buona fede viene schernita, perseguitata.
25. I 42 mesi non hanno nessun altro significato che
il proprio, soprattutto perché la bestia del potere del mondo è un effetto
collaterale del dragone. Sia ancora aggiunto, che il tempo di tre anni e mezzo
è quello intero della caduta di Satana, in cui i 42 mesi hanno solo la loro
suddivisione come epoche, come i 1260 giorni per i destini dei popoli e degli
uomini. In ogni caso, tutto insieme è il tempo del Giudizio, cioè il ‘tempo
della riedificazione’!
26. Aprire la bocca = discutere di
guerra, di odio nel guerreggiare. Tutto
questo è bestemmia contro Dio = contro l’onore,
il sangue, la vita, la Verità. ([Rom.
2,21-24]: «Ebbene, tu che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che
predichi di non rubare, rubi? Tu che dici che proibisci l’adulterio, sei
adultero? Tu che hai in abominio gli idoli, saccheggi i templi? Tu che ti glori
della legge, disonori Dio trasgredendo la Legge? Infatti, come sta scritto, il
nome di Dio per causa vostra è bestemmiato fra i Gentili».). E a chi da assicurazione di non aver mai avuto in
bocca il Nome di Dio, l’angelo di rame gli domanderà: “Possono le tue azioni
essere coperte tramite una santa Legge?”. Chi può portare un aiuto al povero
sciocco, un pezzo di bocca della bestia? – Il Giudizio, la Resa dei Conti,
Giustizia!
27. Il santo Nome, l’eterno-santo UR, l’Eterno, l’Unico,
il Verace = Verità della Sua Parola! Con questo, Egli ha sottoscritto con il Suo
Sacrificio la Legge del Sinai e il Comandamento del Golgota (i
due monti; [Zacc. 6,1]: E alzai di nuovo gli occhi, e
guardai, ed ecco quattro carri che uscivano di fra i due monti, e i monti erano
monti di rame»). Quello che si oppone
a questo, è bestemmia. Contro il Suo
Tabernacolo = Custodia della Sua Parola!
E ancora, contro tutti quelli che abitano nel
Cielo = che sono nati nell’onnipotente
protezione del Diritto; inoltre ancora tutte le cose della Divinità: La Dottrina di Salvezza, i Beni del Regno, la Ricchezza.
28. «7E le fu permesso di far guerra ai santi e
vincerli; e le fu data potestà sopra ogni tribù e popolo e lingua e nazione»
[Ap. 13,7]. – Il “dato” è spiegato. A vincere i santi = contro il Vangelo.
Di questo fanno parte la letteratura rovinosa da guardare, ecc. Di vincerli = il linguaggio del mondo diminuisce la credibilità (credenza nella
Verità della fede); dato il potere = influenza; potere contro = influenza; successo contro = razze, comunità religiose;
lingue = confessori; nazioni = cristiani di parola,
coloro che corrono accanto, persone guidate nell’errore e miscredenti in
genere.
29. «8E l’adoreranno tutti gli abitanti della
terra i cui nomi non sono scritti fin dalla fondazione del mondo nel libro
della vita dell’Agnello che è stato immolato. Se uno ha orecchio, ascolti»
[Ap. 13,8]. – Gli uomini terreni che credono solamente
nell’aldiquà, i cui nomi non stanno certamente nel Libro della Vita
dell’Agnello; ma: «…e il mondo passa via con la sua concupiscenza. Chi però fa
la volontà di Dio, dimora in eterno» [1° Giov. 2,17].
30. E’ importantissima l’indicazione che l’Agnello è ‘immolato fin dal principio del mondo’. La morte sulla Croce di Gesù non era avvenuta
per nulla al principio del mondo. Ma, dal
principio del mondo = il Sacrificio
dell’Agnello è preparato da lunga data. Chi ha orecchie = chi fa
attenzione alla voce dello Spirito, lo
può capire.
31. Nella formazione del maestoso Testamento della
Creazione, il Sacrificio-Ur che finora non era quasi noto, era sigillato, da
cui risultava il Sacrificio dell’Amore. Così l’Agnello fin dal principio = nel caso di bisogno,
sarebbe stato immolato in vista di una possibile caduta, eletto per il Golgota.
Ur ha preparato Sé e il Suo Giorno dell’Amore, alla Rivelazione di questo
Sacrificio, un continuo ‘lasciar la Vita
per gli amici’!
32. «Se uno tende alla cattività, andrà in
cattività; se uno uccide con la spada, bisogna che sia ucciso di spada. Qui sta
la costanza e la fede dei santi!» [Ap. 13,10]. – Tendere in
cattività = sedursi nel piacere della vita. In verità, nessun’altra prigione è più difficile da
aprire che la società umana, l’etichetta, ecc. Chiunque sia legato al mondo è
un uomo non libero. Nello stesso senso vale la spada. Chi uccide l’anima
dell’altro, con la morte di quell’anima uccide la propria. Naturalmente, tutto
vale anche in modo puramente terreno.
33. Qui è = straordinario appello. Non è che secondo la precedente dichiarazione la
pazienza e la fede sulla Terra siano reali e la bestia vince i santi. Ma, il Regno e anche i suoi santi
= sono i beni della Salvezza! Per questi vale il “qui è”. Questa costanza è il
sostegno dei credenti. Anche se il mondo vacilla, il Regno è nella Forza! Aver
pazienza, finché arriva il Santo. Conservare la fede nella Sua Legge della
Giustizia, Verità e fedeltà.
34. Ma ancora qualcosa d’importante. – Chi ha sfilato
il guanto di sfida contro Dio e si mette dalla Sua parte, deve pensare che
dapprima ‘stava di fronte’. Attraverso l’entrare in sé viene trovata la vera
pazienza e la vera fede. A chi è rimessa pietosamente la ricompensa del
Giudizio, non annunci una fine alle povere anime ([Giov.
8,7]: «E siccome continuavano a interrogarlo, egli, rizzatosi, disse loro: “Chi
di voi è senza peccato, scagli il primo la pietra contro di lei”». – [Matt.
18,27-30]: «E il signore di quel servitore, mosso a compassione, lo lasciò
andare, e gli rimise il debito. Ma quel servitore, uscito, trovò uno dei suoi
conservi che gli doveva cento denari; e afferratolo, lo strangolava dicendo:
“Paga quel che devi!”. Onde il conservo, gettatosi a terra, lo pregava dicendo:
“Abbi pazienza con me, e ti pagherò”. Ma costui non volle, anzi andò e lo
cacciò in prigione, finché avesse pagato il debito».) Per questo è più importante questa conclusione della
prima immagine del tempo, perché l’ulteriore Esercizio del Diritto è diventato immutabile, – per tutti!
35. La seconda immagine dal tratto a) fa diventare
pubblica la “bestia spirituale del potere” come il suo fratello mondano, per la
gente della Terra. La loro copertura che hanno avuto finora, decade, come sta
annunciato: «11Poi vidi un’altra bestia che saliva dalla terra, ed aveva due corna
come quelle d’un agnello, ma parlava come un dragone» [Ap. 13,11]. – Il Signore avverte da questa bestia ([Matt.
7, 15]: «Guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono a voi in vesti di
pecore, ma dentro son lupi rapaci»).
Esternamente sono come agnelli = nell’allegoria di riconciliazione, volontà di sacrificio e virtù. Ma viene loro tolta la maschera.
36. Salire = ottenere
maggiore influenza, anche essere
smascherati; dalla Terra = luogo d’esilio ed essere volontariamente succubi dei materialisti; due corna che
irrompono ai due lati = difendere
contemporaneamente la propria grande
duplice posizione. Un’ulteriore testa significa che si unisce lo spirituale con
il mondano. In ciò è da considerare anche la Chiesa principale e anche altre,
le quali faranno valere su tutta la Terra, oltre all’influenza spirituale,
anche un’influenza mondana molto grande (tra l’altro, Roma nel regno romano
della nazione tedesca).
37. Nel Nome del Vangelo innumerevoli uomini saranno
soffocati nella morte da martiri. La testa del dragone incappucciato non può
rivelarsi più chiaramente. Poi viene la coda: parla
come un dragone = irradia il potere tenuto nascosto. Anche questo il Signore lo ha rimproverato con poche
parole: «Non è quel che entra nella bocca
che contamina l’uomo, ma quel che esce dalla bocca; ecco quel che contamina
l’uomo». [Matt. 15,
11]).
38. Ma non soltanto questo cade sulla bestia
spirituale. Secondo le due corna il suo effetto si estenderà in
genere sullo spirituale, cioè sulla vita interiore, l’etica, la fede, la
dignità d’uomo, non per ultimo anche sulla forza di pensare, sulla ricerca,
ecc., in cui oramai ha trovato il più grande campo d’azione, come lo dimostra
il seguito.
39. «12Ed esercitava tutta la potestà della prima bestia
alla sua presenza; e faceva sì che la Terra e quelli che abitano in essa
adorassero la prima bestia la cui piaga mortale era stata sanata. 13E
operava grandi segni, fino a far scendere del fuoco dal cielo sulla terra in
presenza degli uomini. 14E seduceva quelli che abitavano sulla terra
coi segni che le era dato di fare in presenza della bestia, dicendo agli
abitanti della Terra di fare un’immagine della bestia che aveva ricevuto la
ferita della spada ed era tornata in vita» [Ap. 13,12-14]. – La seconda bestia aumenta il potere della prima; ma
la sua decadenza avviene irrevocabilmente proprio per questo.
40. Qual motivo ascriversi al movimento del mondo, di
elevarla a dittatore! Gravi errori questi, che certi religiosi hanno spinto gli
uomini nelle braccia di Moloch: adorare la
prima bestia = riconoscere il dato di fatto del potere del movimento del mondo come inevitabile,
di adulare in particolare ciò che si riferisce alla testa ferita a morte, i
centri di potere di mammona (vitello
d’oro; [Esodo 32]).
41. Fare grandi segni = nella fusione
delle teste vengono rovesciati interi popoli.
Fuoco = distruzione, rapina;
dal cielo
= l’insieme dell’adorazione della bestia, il guardare a questa con ammirazione, ma anche del
fuoco vero che cade dal cielo (2°
guerra mondiale). Le due bestie sono
unite nelle dieci corna, nei diademi e bestemmie. Davanti agli uomini = mostrare loro il suo potere e vincere coloro che si
lasciano sedurre.
42. Sedotti per via
dei segni = disgregazione spirituale,
aver fatto un’immagine alla prima bestia = orientarsi sul
movimento del mondo, sulla politica, sui mercati finanziari, ecc, per sapere che, …uno deve educarsi (Achab,
[1° Re, 16,33]: «Achab fece anche l’idolo d’Astarte.
Achab lo fece più per provocare a sdegno l’Etenro,
l’Iddio d’Israele, di quello che non avevano fatto tutti i re d’Israele che
l’avevano preceduto».)! Ora viene
anche mostrato che cosa ha ferito la testa della bestia, cioè una spada = guerra, con cui
sono indicati senza dubbio i centri
finanziari e quelli del potere.
43. «E le fu concesso di dare uno spirito
all’immagine della bestia, onde l’immagine della bestia parlasse e facesse sì
che tutti quelli che non adorassero l’immagine della bestia fossero uccisi»
[Ap. 13,15]. – All’immagine della
bestia = conoscenza
del movimento del mondo; far parlare lo spirito
= la stampa, la propaganda con particolare (segreto) orientamento; adorare = credere ai discorsi.
44. L’immagine parla = i seguaci
sollevano le loro voci; coloro che non l’adorano
= riconoscere l’inganno (Achab); vengono uccisi = messi fuori
corso. Chi non passa al seguito di
mammona o come servitore di Baal, non si unirà a nessun movimento del mondo.
Chi non è politico, ecc., perde il diritto a buoni posti o posizioni speciali
di ogni genere.
45. «E faceva sì che a tutti, piccoli e grandi,
ricchi e poveri, liberi e servi, fosse posto un marchio sulla mano destra o
sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere se non chi avesse il
marchio, cioè il nome della bestia oppure il numero della bestia, poiché è un
numero d’uomo» [Ap.
13,16-17].
– Piccoli
= coloro che corrono accanto (simpatizzanti), anche seguaci; grandi e ricchi = i portatori di
potere e d’influenza, ambedue sono
piazzati non per caso fra i piccoli e i poveri, che li spingono via, fuori.
47. Mano destra = Prescrizioni,
pretesto, attività; fronte = il sapere. Messi
insieme, quasi intenzionalmente, sono tutti coloro che hanno la facoltà di
pensare e agire; nessuno può comprare o vendere = chi non fa parte
del ‘patto col mondo’
non può far valere nessuna influenza, inoltre perde sovente la posizione, il
patrimonio, e malgrado i talenti non procede. In aggiunta ancora: senza
convincere, corrompere la settima testa, raramente c’è una guida, acquisto,
vendita, diplomazia o simili. Governano il nome
e il numero = i potenti e i ricchi
nel concetto esteso.
48. «18Qui sta la sapienza. Chi ha intendimento,
computi il numero della bestia, poiché è il numero d’uomo: e il numero è 666»
[Ap. 13: 18]. – Qui sta la
sapienza = conoscenza, come stanno le
cose intorno alla bestia del potete mondano e spirituale. Il suo nome: Baal = guida nell’errore; la sua immagine = Achab = inganno; il suo numero = 666 = l’idolo d’oro!
49. Il numero d’avvertimento è rivelato. La regina del
regno arabico diede a Salomone 666 quintali
d’oro ([1° Re 10,14]: «Ora,
il peso dell’oro che giungeva ogni anno a Salomone, era di seicento sessantasei
talenti»). Si cerca di
spiritualizzare questo numero, ma ciò è sbagliato. Secondo ‘la Luce’ nel “
50. Riflettere sul
numero della bestia = rendersi conto dell’immenso pericolo, che può capitare ai
portatori del marchio: Con ciò non è
detto che tutti i credenti devono essere poveri e disdegnati, ma chi ha della
ricchezza deve ricordarsi di amministrarla giustamente dinanzi a Dio. Deve
riconoscere la grande responsabilità in sapienza e con l’intelletto, che con
essa l’Eterno-Onnipotente gli ha assegnato.
51. E’ indubbio: un
numero d’uomo! Non il numero di DIO! Si
trova ovunque, anche nella triplice corona del mondo ricco. In contrasto al
fatto che il Creatore di tutte le cose ha portato una corona di spine! Il
pericolo, che ambedue le bestie come parte del dragone portano con sé, è
chiaro: lo dimostrano i loro effetti dei tre tratti della prima parte dell’ulteriore
Esercizio del Diritto.
[Salmo 20,8-9]
«Gli
uccelli del cielo e i pesci del mare,
tutto
quel che percorre i sentieri e i mari,
O
Eterno, Signore nostro,
quant’è
magnifico il tuo Nome su tutta la Terra!».
[indice]
Parte III / I
Apocalisse
cap. 14
1. E’ inimmaginabile quanto è longanime la Benignità che
salva ontinuamente. La fine si avvicina e così ogni
ammonimento rimane inosservato, – anzi, viene gettato al vento per pura
cattiveria. Oh, tu, santa Grazia del Patto, di cui così pochi ne sanno
qualcosa, – non ne vogliono sapere!
Parte III/I
Capitolo 14/a
[Ap. 14,1-5]
Il puro Agnello come Polo opposto; la conservazione dei Suoi; due tempi
di Giudizio
2. Anche oggi vale la parabola del quadruplice campo ([Luca 8,5-8]: «Il seminatore uscì a seminar la sua semenza, e mentre seminava, una
parte del seme cadde lungo la strada e fu calpestata e gli uccelli del cielo lo
mangiarono. E un’altra cadde sulla roccia; e come fu nata, seccò perché non
aveva umore. E un’altra cadde in mezzo alle spine, e le spine, nate insieme col
seme, la soffocarono. E un’altra parte cadde nella buona terra; e nata che fu,
fruttò il cento per cento. Dicendo queste cose, esclamava: ‘Chi ha orecchi da
udire, oda’»). Ora – forse per l’ultima
volta – suona dall’eternità ‘la chiamata’ al mondo. Giovanni vede l’ultima
preparazione per il mondo. Sette immagini del tempo, alle quali opera in
anticipo una triplice preparazione celeste e una conclusione della grazia
fondata in essa, che con ciò raggiungerà la sua fine per quanto riguarda l’ulteriore
Esercizio del Diritto.
3. “1Poi guardai: ed ecco, vidi l’Agnello che
stava in piedi sul monte Sion, e con lui erano 144.000 persone, le quali
avevano il suo nome e il nome del Padre loro scritto sulla loro fronte» [Ap. 14,1]. – L’Agnello è già stato spiegato; ma Esso sta = a Lui appartiene la Forza del Regno e la Magnificenza del
Regno; sul
monte Sion = alta vetta del Giorno della Creazione; con lui = che ora possiedono, per diritto, la
redenzione attraverso la fede conservata
nella più alta osservanza dalla Legge, del Comandamento, della Grazia e del
Patto. Il motivo dei 144.000 è basato sui 24 più Anziani, come simbolo del
Regno delle dodici tribù; perciò vale figurativamente soltanto il quarto gruppo
della Luce (angeli comandanti). Inoltre è il segno del sigillamento
di tutti i credenti in genere.
4. Questi 144.000 angeli comandanti portano sulla
Terra la Luce della Salvezza e rappresentano la Legge del Diritto. Il perché è
scritto il Suo Nome sulla loro fronte = conoscere
l’Opera del Cristo; il Nome del Padre = i co-portatori del principio-Padre che è preparato a
tutto il popolo dei figli. Loro portano
con piena sapienza l’unico Nome del loro
UNICO DIO! È evidente che questo vale per tutti i figli (anime)
che raggiungono Sion.
5. Il marchio della bestia può essere portato
liberamente sulla mano oppure sulla fronte, ma il segno della salvezza
solamente sulla fronte, poiché Ur tiene il Cristo, da Lui compiuto, nella Sua
mano destra. Egli ha elevato su di Sé il dono-Cristo, affinché i figli Lo
riconoscano Lo accettino e Lo conservino, tramite cui saranno ‘conservati’
nell’Opera. Sulla loro fronte = appartenenti
all’Agnello.
6. «2Poi udii una voce dal cielo come rumore di
molte acque e come rumore di gran tuono; e la voce che udii era come il suono
prodotto da arpisti che suonano le loro arpe» [Ap. 14,2]. – Voce dal Cielo = L’annuncio del
decorso della Longanimità in collegamento
con: grande acqua = diluvio di miseria; grande tuono = spavento. Il successivo, “come
da suonatori d’arpa” non indica un musicismo delicato. Il suono dell’arpa possiede ‘un potere perfetto’
(l’arpa di giubilo del 7° Giorno della Creazione; l’Opera-Ur): allora l’Asmodi è scacciato ([1° Sam. 16,23]: «Or quando il
cattivo spirito suscitato da Dio investiva Saul, Davide pigliava l’arpa e si
metteva a sonare; Saul si sentiva sollevato, stava meglio e il cattivo spirito
se n’andava da lui») = tutta la caduta è guarita.
7. «3E cantavano un cantico nuovo davanti
al trono e davanti alle quattro creature viventi e ai vegliardi, e nessuno
poteva comprendere quel cantico, se non quei 144.000, i quali erano stati
riscattati dalla terra». [Ap.
14,3]. –
Non un nuovo cantico, ma solo come = quindi già
cantato una volta, ma nel frattempo
coperto come con il nuovo Nome; ciò che era nascosto a causa della caduta, ora
può essere rivelato nuovamente [Dan. 12,4 e 9]: «E tu, Daniele, tieni nascoste
queste parole e sigilla il libro fino al tempo della fine; molti lo studieranno
con cura, e la conoscenza aumenterà. Ed egli rispose: ‘Va’, Daniele, poiché
queste parole son nascoste e sigillate fino al tempo della fine’».]: il Cantico
dell’Alta santa Grazia del Patto!
8. Davanti al trono = della maestà-Ur; davanti agli animali = la Sua
Quadruplicità; davanti agli anziani =
rappresentanti delle dodici tribù della
Salvezza: così
insieme = la
Rivelazione durante l’ulteriore
Esercizio del Diritto. Nessuno poteva imparare il cantico = appropriarsi
semplicemente la parte della Grazia del Patto.
Solo chi raggiunge ‘l’Alta Casa’ è riscattato dalla Terra, è liberato dalla
materia. Tuttavia, non solo riscattato, ma che si lasci anche riscattare.
Approfittare del prezzo di riscatto esige una presenza. Questa à l’anima
vivente, la pecora, per la quale il PASTORE ha perso la Sua Vita.
9. «4aEssi son quelli che non si sono contaminati
con donne, poiché son vergini. Essi sono quelli che seguono l’Agnello dovunque
vada» [Ap. 14,4a]. – Non è inteso nessun celibato, perché un uomo senza
una donna non sarebbe proprio una vergine. La conservazione dell’appartenenza
all’Agnello si trova nella condizione divina. Donne = l’assenza di
Legge; vergine = pura nell’etica,
nella morale, nella fede, nella dignità umana.
Queste cose sono la sposa = la ricca comunità. Seguire l’Agnello = subordinarsi alla Volontà della Salvezza.
10. «4bEssi sono stati riscattati di fra gli uomini
per essere primizie a Dio e all’Agnello» [Ap. 14,4b] = dal vivente; inoltre: la loro
obbedienza conduce i figli della Luce
oltre l’umanità materiale, per aiutare a riportare dalla stessa tutto ciò che
era stato perduto una volta = la prestazione
inversa per il prezzo di riscatto ([Ebr. 5,8-9]: «Benché fosse figlio, imparò l’ubbidienza
dalle cose che soffrì; ed essendo stato reso perfetto, divenne per tutti quelli
che gli ubbidiscono, l’Autore d’una salvezza eterna»). Con la caduta di Satana inizia subito il
Sacrificio-Ur, che assicurava ai figli di Luce il ‘santo luogo libero’, perché avevano superato nell’obbedienza la prova
della libertà nella Creazione. Per questo hanno il Diritto dalla loro parte.
11. La loro via su un mondo può ora aumentare, e mai
diminuire questa parte di Regno, nemmeno in caso di peccati che discendono
dalla materia. Le primizie di Dio e
dell’Agnello = appartenente a Ur e alla sua Opera di quel primo tempo e
del tempo della prova della libertà.
12. «5E nella loro bocca non fu trovata menzogna;
sono stati trovati irreprensibili davanti al trono di Dio». [Ap. 14,5]. – Con questo, il precedente è confermato. Non si
lasciano incarnare per conquistare per sé una posizione più alta, ma per dare a
DIO la libera obbedienza come prestazione corrisposta, per l’altro, per Lo-Ruhama ([Osea 1,6]: «Ed essa concepì di
nuovo e partorì una figliuola. E l’Eterno disse a Osea: ‘Mettile nome Lo-ruhama;, poiché io non avrò più compassione della casa
d’Israele in modo da perdonarla»),
per raccogliere la sua cosa perduta dal povero campo e, per questo, formarla di
nuovo secondo il Regno. Quindi nella loro bocca
non c’è del falso = sono completamente non punibili per diritto davanti al trono di Dio e alla forza del
Diritto del Regno.
13. L’immagine del tempo magnificamente sconvolgente,
indica che malgrado l’ulteriore Esercizio del Diritto la Grazia rimane intoccata per i figli del Regno.
Rivelando questo non viene aggiunta nessuna ripetuta ammissione, perché loro
stessi devono conservare la consolazione, perché l’afflizione non passa nemmeno
da loro. Dopo questo inizio, santo e bello, la comparsa degli animali continua
con forze legate (cap.
14). Su questo, il seguito:
[indice]
Parte III / I
[Ap. 14,6-13]
I tre angeli con il potere dei raggi fondamentali –
Il loro successo
1. «6Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo,
recante l’Evangelo eterno per annunciarlo a quelli che abitano sulla Terra e ad
ogni nazione, tribù, lingua e popolo, e diceva a gran voce: 7“Temete
Iddio e dategli gloria, poiché l’ora del suo giudizio è giunta; e adorate Colui
che ha fatto il cielo e la Terra e il mare e le fonti delle acque» [Ap. 14,6-7].
2. Giovanni vede nella chiara Luce l’attuale operare
di tre angeli. Nella sua ulteriore descrizione, per via della conclusione della
successiva immagine del tempo, deve di nuovo retrocedere. Ogni singola azione
dei tre angeli rimane perciò riservata alla fine nel tempo del Giudizio.
3. Un angelo che vola = supera con
velocità lo spazio e il tempo; in mezzo al Cielo = attraverso il Regno
e con ciò percettibile unito per la materia, se lo si voglia riconoscere oppure
no; annuncia un eterno Vangelo = annunciare la
Verità pienamente valida. Si fa
riferimento al Vangelo della Bibbia soltanto con la linea del tempo, ma è ben
anche un annunciatore del Giudizio ([Matt. 24]: «Il discorso profetico
di Gesù», ed altro).
4. Coloro che abitano
sulla Terra = coloro che sono caduti sotto all’influenza delle due
bestie del potere; viene annunciato = devono arrivare ancora alla conoscenza tramite “l’atto
degli angeli”, per fare della Verità del
Giudizio una Verità di Salvezza. In fondo lo ottengono tutti: pagani = miscredenti; tribù = i simpatizzanti; lingue = quelli che sono stati condotti nell’errore; popoli = partiti uniti. Malgrado ciò, vale anche per i gruppi di fede.
5. Gran voce = impressionante! L’inizio della guerra del
6. Cielo, Terra, mare, fonti d’acqua! Nuovamente una
quadruplice rappresentazione. Il Cielo = Luce, ha creato la Terra = Vita, alla quale veniva portato il Mare = l’Amore, sì, un
‘mare d’Amore’ attraverso il Cristo; in più le
fonti d’acqua = la Verità ([Giov. 4,14]: «Ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non
avrà mai più sete; anzi, l’acqua che io gli darò, diventerà in lui una fonte
d’acqua che scaturisce in vita eterna»).
Ma gli uomini della Terra soffocano il divampare della fede; e le continue
epoche di Giudizio subentrano in una brevità di tempo ravvicinato, per questo
ancora più imponenti. Il vero segno sarà pure rivelato (versetti 14-17).
«8aUn altro
angelo seguiva» [Ap. 14,8a]. – Segue la seconda
guerra mondiale portando innominabile miseria che poteva essere evitata,
solamente se i quattro Beni della salvezza prima menzionati fossero stati
riconosciuti. E’ una visione solo secondo la parola anticipata, condizionata dal
tratto; infatti, solo più tardi ciò che è pertinente per questo sarà
interpretato in modo giusto temporalmente [18,2]. Ma i due versi
che suonano uguali verbalmente, hanno poco a che fare l’uno con l’altro.
8. «8bA un tratto, Babilonia, la grande città, è
caduta, è frantumata. Inebriava con il vino della sua prostituzione tutta la
Terra» [Ap. 14,8b]. – E’ caduta = è caduta sotto
al Giudizio; con il vino della sua prostituzione = inebriare
tramite le bestie del potere; inebriava tutte le nazioni
= seduceva tutti i poveri, gli ignari, i
creduloni ([Ger.
51,6-8]; «Fuggite di mezzo a Babilonia, e ognuno salvi la sua vita, guardate di
non perire per la sua iniquità! Poiché questo è il tempo della vendetta
dell’Eterno; Egli le dà la sua retribuzione. Babilonia era nelle mani
dell’Eterno una coppa d’oro, e inebriava tutta la Terra. Le nazioni han bevuto
del suo vino, perciò le nazioni sono divenute deliranti. A un tratto Babilonia
è caduta, è frantumata. Mandate su di lei alti lamenti, prendete del balsamo
pel suo dolore, forse guarirà!»). In
verità, tutte le conseguenze della fine della seconda guerra rimangono non
scritte! Qui la vittoria dei vincitori sta scritta sulla carta. I quattro venti
di Daniele ([Dan. 7,2]: «Dunque, Daniele prese a dire: Io
guardavo nella mia visione notturna, ed ecco scatenarsi sul grande mare i
quattro venti del cielo») spingono
sul gran mare = inarrestabilmente verso la rovina.
9. «9E un altro, un
terzo angelo, tenne dietro a quelli dicendo con gran voce» [Ap. 14,9]. Quindi, un
terzo peso. La fine della guerra è la conclusione della seconda Epoca del
Giudizio finale; la terza irromperà presto dalla porta con violenza. Ciò che
fluisce, dimostrerà la seconda, terza e quarta visione parziale dell’ulteriore
Esercizio del diritto [Ap. cap. 15-20].
10. «9bSe qualcuno adora la bestia e la sua
immagine e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, berrà anch’egli del
vino dell’ira di Dio versato puro nel calice della sua ira e sarà tormentato
con fuoco e zolfo al cospetto dei santi angeli e al cospetto dell’Agnello».
[Ap. 14,10]. – Finora tutto era stato detto con precisione; ora
ci dice: «se qualcuno…» – Il Cielo lascia libero corso al mondo, perciò il
discorso suona come se è diventato indifferente ciò che fa l’umanità.
11. Chi adora la bestia
del potere mondiale = vive solo secondo
il terreno-materiale, accettare il marchio
sulla fronte e sulla mano = sfruttare secondo il proprio beneplacito la conoscenza e
il potere di fatto per suo vantaggio,
svincolarsi dalla Mano altissima e ritrovarsi al di fuori dello stato di
Diritto o d’assistenza del Diritto del santo Regno. Ira = giusta Resa dei Conti,
nessuna punizione arbitraria. Il Signore stesso non punisce, perché: “Davanti all’Agnello!”. Questo sarà
ancora spiegato.
12. Il vino d’ira = assoluta Verità. Due vini si trovano di fronte: la prostituzione e
l’ira di Dio. Il santo Vino dell’Ira versato
puro = porta
uno spaventoso risveglio, la conoscenza:
“Troppo tardi!”. Il Calice della Sua ira = l’Opera della
Sua Verità: Getsemani! Dopo il ‘troppo
tardi’, nessuno potrà passare oltre al Getsemani senza essere stato afferrato
dal peso della resa dei Conti della Verità.
13. Tormentati con
fuoco e zolfo = pentimento e disperazione;
abbiamo due visioni davanti ai santi angeli e dell’Agnello. Per prima cosa, non
è il Signore del Regno che ha provocato un tormento, altrimenti dovrebbe dire
“di” e non “davanti”. Dover bere il Vino dell’Ira è colpa di ciascuno per
proprio conto, di colui che prima ha bevuto il vino della prostituta. La maestosa
Condizione di UR: ‘chi non vuol stare
nella Mano del Sublime, deve stare sotto la stessa’. Stare nella Legge
porta la giustificazione, ma restare al di sotto della Legge, è doversi
piegare. Per secondo: davanti agli angeli = prima del tempo
della caduta; davanti all’Agnello = adagiati nella redenzione.
Perciò qui l’Agnello viene anche nominato dopo gli angeli.
14. «11E il fumo del loro tormento
salirà nei secoli dei secoli; e non avranno requie né giorno né notte quelli
che adorano la bestia e la sua immagine e chiunque prende il marchio del suo
nome». [Ap. 14,11]. – Il fumo del loro
tormento = l’invocazione per la redenzione
che un giorno troverà ascolto. Perciò sale: deve nuovamente rimanere in basso. Di eternità in eternità
(di secolo in secolo) = fin dal confine temporale dello Spazio, abbandonato
spiritualmente fino alla durata del tempo del santo Regno, dalla povera
eternità del mondo fino davanti al Trono di Grazia, da Armaghedon
fino a Sion!
15. Se esistesse del continuo tormento, dove
rimarrebbe
16. Non avranno requie
giorno e notte = nessun esaurimento ([Ebr. 4,1-3]: «Temiamo dunque che talora, rimanendo una
promessa d’entrare nel suo riposo, alcuno di voi non appaia esser rimasto
indietro, poiché a noi come a loro è stata annunziata una buona novella; ma la
parola udita non giovò loro nulla non essendo stata assimilata per fede da
quelli che l’avevano udita. Poiché noi che abbiam creduto entriamo in quel
riposo, siccome Egli ha detto: Talché girai nella mia ira: Non entreranno nel
mio riposo!»), finché non
riconosceranno la loro colpa e si piegheranno sotto le Condizioni di Ur. Anche
qui il confronto: requie dei santi = perfezionamento. Aver accettato il marchio del nome ha un
significato, eccetto ciò che è stato detto finora – altrimenti non sarebbe
stato menzionato nuovamente – che i precedenti adoratori e coloro che lo
portano oltre ne sono gli autori, mentre coloro che ora vengono indicati,
possono valere come sedotti.
17. «12Qui è la costanza dei santi, quelli che
osservano i Comandamenti di Dio e la fede in Gesù».[Ap. 14,12].
– Un ricordo alla chiamata in battaglia contro l’oscurità e l’accettazione
della costanza del Regno. Perciò particolarmente l’osservanza dei Comandamenti di Dio
= i due monti;
e la fede in GESU’ = l’alta santa
Opera di Cristo . La quarta immagine
secondo
18. «13E udii una voce dal cielo che mi
diceva: “Scrivi! Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì, dice
lo Spirito, visto che si riposano dalle loro fatiche, poiché le loro opere li
seguono». [Ap. 14,13] Questa è una faccenda
del tutto a se stante, ma non senza riferimento al cerchio delle immagini gravi
che la circondano. Voce dal Cielo = annuncio, il quale riceve il più alto significato attraverso
l’incarico di scrivere, che ha il suo motivo nel santo Testamento della
Creazione.
19. Viene compreso il “beati
sono i morti”? Certuni credono che siano
coloro che sono morti nella fede in Dio. Certo, anche questi; soltanto, questo
non è il significato fondamentale. Beato = felice; chi è un morto = allontanato dal
mondo, non essere catturato dal lui (non monasticismo). Proprio per questo: ‘che muoiono nel Signore’
= affidarsi a Lui con tutta la loro vita totalmente nel Cielo e sulla
Terra. Questo è il senso più profondo di questo morire.
20. “Da ora in poi” è condizionato dal tempo per chiunque, specialmente
nel momento della meta raggiunta. Allora subentra il frutto del co-sacrificio
(morte). Lo spirito parla = lo afferma l’onnisanto-Ur; riposano dal loro lavoro
= guardano tranquillamente le loro opere, anche nella quiete della Luce [Ebr. 4,9-10]: «Resta dunque un riposo di sabato per il
popolo di Dio; poiché chi entra nel riposo di Lui si riposa anch’egli dalle
opere proprie, come Dio si riposò dalle sue»). I frutti come le loro opere li
seguono = sono un eterno bene prezioso,
che il Regno raccoglie di continuo nei suoi Beni del Regno, rimanendo rivelato
nella Ricchezza ([Ez.
47,12]: «E presso il torrente sulle sue rive, da un lato e dall’altro, crescerà
ogni specie d’alberi fruttiferi, le cui foglie non appassiranno e il cui frutto
non verrà mai meno; ogni mese faranno dei frutti nuovi, perché quelle acque
escono dal santuario; e quel loro frutto servirà da cibo, e quelle loro foglie,
di medicamento»).– ([Rom. 14,8]: «Perché, se viviamo, viviamo per il Signore; e
se moriamo, moriamo per il Signore. Sia dunque che viviamo o che moriamo, noi
siamo del Signore»).
[indice]
Parte III / I
[Ap. 14,14-20]
L’inizio del grande Giudizio in arrivo (1914 ?)
Il primo effetto dello stesso
1. Al veggente viene fatto prevedere la prima visione
parziale dell’ulteriore Esercizio del Diritto nel suo volume, prima che fossero da rivelare gli
ultimi tre orrendi periodi. E’ una notevole retrospezione sul ricevente della
Rivelazione, tanto da scuoterlo profondamente. Solo quando fu in grado di
occuparsi delle cose spaventose, poté riconoscerne i particolari.
2. «14Guardai ancora, e vidi, ed ecco una nuvola
bianca, e sulla nuvola, assiso, uno simile a un figliuol d’uomo, che avea sul capo una corona d’oro e in mano una falce
tagliente» [Ap. 14,14]. – ‘Guardai’ e ‘vidi’ è di nuovo una
doppia spiritualizzazione, contemporaneamente un
immagine ad effetto. Nuvola bianca = una cosa chiara;
c’era seduto uno = chi ha ricevuto la Sede
del Diritto della faccenda; come il figliuol d’uomo
= su Incarico di UR; corona d’oro sul
capo = documento
della Potestà di Dominio ricevuto; falce = strumento, segno
del raccolto del Giudizio. Dove la falce ha mietuto inizialmente (Europa ?), vale l’Agosto (1914 ?) come la Luna per
il raccolto.
3. «15E un altro angelo uscì dal tempio, gridando
con gran voce a colui che sedeva sulla nuvola: “Metti mano alla tua falce e
mieti, poiché l’ora di mietere è giunta, perché la messe è ben matura (magra)!”» [Ap. 14,15]. – Un altro angelo = il primo
Guardiano; uscendo dal tempio = dal pieno Potere di Ur;
gridare =
dare il comando; metti mano alla tua
falce = inizio
del tempo; e mieti = non indugiare più; la mietitura della Terra è diventata matura (seppur
scarsa) = l’opera
degli uomini è seccata, – non magari
matura! – «16E
colui che sulla nuvola stava seduto, mise mano alla sua falce sulla Terra e la
Terra fu mietuta» [Ap. 14,16] = i dati di fatto
portati davanti al Signore, per estirpare
anche l’apparente opera terrena.
4. «17E un altro angelo uscì dal tempio che è nel
cielo, avendo anch’egli un ronchetto tagliente». [Ap. 14,17]. – L’angelo
dal ronchetto segue direttamente il portatore della falce nel segno della
Serietà. Dal tempio = di nuovo nel
pieno Potere di Ur, ma dalla sua regione
come angelo della falce, non come colui che dà l’incarico, ma come esecutore di
un comando dato.
5. L’angelo del ronchetto è senza corona. Il Regno
osserva la rivelazione della sua Magnificenza con l’inizio della sua mietitura
con la falce, e non perché uno potrebbe essere più dell’altro. Fino alla
ricomparsa del Cavaliere bianco vengono solo ancora grandi voci, ma nessuna
cosa preziosa. I portatori di comando o gli esecutori compaiono senza
adornamento, come nel lutto più profondo.
6. «18aE un altro angelo che aveva potestà sul
fuoco, uscì dall’altare e gridò con gran voce a quello che aveva il ronchetto
tagliente, dicendo:» [Ap.
14,18a]. – L’altro angelo è il secondo
Guardiano e rappresenta la Santità Sacerdotale. Perciò esce dall’altare = santo Focolare,
dalla ‘Protezione’, soprattutto per i fedeli.
7. Secondo: la protezione vale per il Regno. Terzo: in
lui viene racchiuso il portatore del Comando, perché alla fine le anime
rinsecchite hanno anche ricevuto un diritto d’accusa. Chi accuseranno? Sé stesse
oppure l’oscurità alla quale appartengono? No, – rendono responsabili “il
Cielo” ([Gen. 3,12]: «L’uomo rispose: ‘La donna che tu m’hai
messa accanto, è lei che m’ha dato del frutto dell’albero e io ne ho
mangiato’»), perché la nuvola del
portatore della falce è la stessa parte del tempio, da dove viene il portatore
del tronchetto. E del terzo segno c’è da aspettarsi pure soltanto una uscita
dal Cielo.
8. Ai perduti viene data la quarta protezione. Strano
che su di loro giunge una protezione del Diritto accanto al Giudizio. Questo ha
la sua radice nella grazia del Patto, che per loro è ‘l’esteriore’, l’involucro
per una parte di redenzione. Così si apre il segreto operare insieme delle
quattro determinate Caratteristiche dell’Ordine, della Volontà, Sapienza e
della Serietà, come tutte le quattro cose rivelate nella Rivelazione. Sì,
l’altare e il suo fuoco = protezione e potere della Santità!
9. Chiamando a gran
grida = penetrante, terribile per il mondo: scoppio (Settembre 1939 ?),
decorso, fine e
conseguenze della seconda guerra mondiale. La vita parzialmente di nuovo
pacifica è una coperta ingannevole su un pantano, fatto dall’inganno delle
guide del mondo. Con questa hanno acquisito l’auto inganno per loro stessi.
10. “18bMetti mano alla tua falce affilata e
vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue uva sono mature».
[Ap. 14,18b] – Metti mano = Comando per
iniziare; col
tuo falcetto = forza del Diritto trasferita; affilato = inesorabile; tagliare i grappoli dalla vigna della
Terra = togliere
agli uomini il loro potere e le facoltà.
Ciò ha portato poca pace, malgrado alcuni buoni sforzi fatti. La sua uva è matura;
al contrario di “mietitura scarsa” sta scritto ‘maturo’ = è tempo, scaduto, staccato anche da DIO, dalla Vigna santa.
11. «19E l’angelo lanciò la sua falce sulla terra e
vendemmiò la vigna della terra e gettò l’uva nel gran tino dell’ira di Dio».
[Ap. 14,19]. – La prima parte della frase non ha bisogno di nessuna
spiegazione. Ma: le cose buone non si gettano, le si mettono nel loro posto..
Perciò: e le gettò via = per c»ose inutili non vale la
pena. Malgrado, dove? – “Nel grande
torchio dell’ira di Dio!”
12. Il torchio è il segno della Serietà. Nel senso dell’immagine
del tempo rappresenta il mezzo del
Diritto = anche mediatore, non la forza
del Diritto, che diventa efficace solamente attraverso il suo ‘genere di
mediazione’. Così il Giudizio sono i torchi, le sue conseguenze d’effetto
sull’uva, e l’ira di Dio è l’impiego del mezzo ([Matt. 13,38-43]: «Il
campo è il mondo, la buona semenza sono i figliuoli del Regno; le zizzanie sono
i figliuoli del maligno; il nemico che le ha seminate è il diavolo; la
mietitura è la fine dell’età presente; i mietitori sono angeli. Come dunque si
raccolgono le zizzanie e si bruciano col fuoco, così avverrà alla fine dell’età
presente. Il Figliuol dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal
suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori d’iniquità e li getteranno
nella fornace del fuoco. Quivi sarà il pianto e lo stridor
dei denti. Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre
loro, chi ha orecchi, oda»). – «20Il tino fu calcato fuori della città e dal
tino uscì del sangue che giungeva fino ai freni dei cavalli per una distesa di
1600 stadi (200 miglia)» [Ap.
14,20]. –
Qui si riflette la seconda uccisione delle masse. Ma perché fuori dalla città?
Il Signore era stato gettato fuori e, fuori, davanti alla città, crocifisso ([Ebr. 13,12-14: Perciò anche Gesù, per santificare il popolo
col proprio sangue, soffrì fuori dalla porta della città. Usciamo quindi fuori
del campo e andiamo verso di lui, portando la sua infamia, poiché non abbiamo
qui una città stabile, ma cerchiamo quella futura»).
13. Qual giusta ricompensa primordiale, che annienta
ogni accusa contro questo! Il dominio della Grazia ora è esaurito durante i
tempi dei tre angeli. Davanti alla città = davanti alla
siepe, il luogo dei cittadini liberi. Il
mondo ha rigettato le fedeli mani di Dio, quindi la loro uva viene ora
rigettata fuori dal recinto spirituale. Solo fuori dal luogo libero della
salvezza il mezzo del Diritto sarà efficace su di loro.
14. Il sangue andava
da, …a! Giovanni vide flutti di lacrime,
sofferenza e morte. Per questo ha solamente un’immagine misteriosa. Non sono
intesi solo il sangue corporeo e le oppressioni esercitate dall’abuso di
diritto, ma anche la perdita di valori mondani e campi di potere. Nella grande
cornice, quest’Atto significa dall’A fino alla Z del Giudizio.
15. Tuttavia, singolarmente: torchio e cavalli sono
simboli di Luce, successivamente l’arrivo del Cavaliere bianco, fedeltà e
veracità! Il tempo dell’immagine comincia dall’Ira fino al punto dove l’Arco
del Patto e della Grazia risplenderà di nuovo. Il torchio è anche per terra = dato di fatto; con la briglia si guida il cavallo = il Patto di Grazia conserva tutto, malgrado ciò, il sangue non sale più in alto. Ciò
che non è guidato, oltre le briglie, non esiste! Tutto il Giudizio viene
condotto da Ur! Quando ha raggiunto il suo avere,
viene deviato, anche guidato a Casa; attraverso la
briglia = guida,
conduzione; dei cavalli = delle forze della Creazione e della conservazione. Presto il Giudizio sarà terminato.
16. Per una distesa di
milleseicento stadi = quattro tempi: tre
angeli del Giudizio e il loro finale. Il “
17. Campo = in collegamento con l’immagine di desertificazione, via = direzione, dove
conduce la desertificazione, lo spazio libero, dove le potenze possono
sfuriarsi. Nella rappresentazione celeste il campo vale come agricolo buono, la
via come Dottrina di salvezza; ambedue, Ur stesso ([Giov.
14,6]: «Gesù gli disse: Io son la via, la verità e la vita; nessuno viene al
Padre se non per mezzo di me».), che
porta il buon Insegnamento. Nell’avvenimento dell’immagine del tempo il campo è
in aggiunta il suolo del tradimento, il campo di sangue ([Matt.
27,8]: «Perciò quel campo, fino al dì d’oggi, è stato chiamato ‘campo di
sangue’»); la via di quel mondo,
l’ingiustizia. Ma questo campo di sangue diventa un campo santo per via del
mezzo di Diritto e dei suoi impieghi, e la strada dei peccati la via della
salvezza, perché:
solo fino alla
briglia dei cavalli, non oltre;
solo
fino alla fine del Giudizio, posta da Ur, non più a lungo;
solo
fino alla macina del chicco di grano, non fino alla distruzione;
Solo,
– oh, qual santa, redentrice, onnimisericordiosa,
Parola di Grazia!!
[Salmo 36,3]
«Le
parole della sua bocca sono iniquità e frode;
egli
ha cessato d’esser savio e di fare il bene».
[indice]
* * *
[Ap. 15 e 16]
1. Ciò che ricade ancora
nel campo del Diritto della falce e del torchio se ne incarica il terzo angelo
del Giudizio, perciò il suo Atto comincerà con un terribile “Ah” e “Guaio” e
finirà anche così. Ma nel
Regno si svolge dapprima un atto intermedio, che l’umanità – certamente soltanto
nel limite – sentirà come sospiro di sollievo. Questo indica che il Regno manda
la sua Efficacia sempre nella sua
ripercussione, nella materia.
Parte III / II
[Ap. 15, ]
Il
confronto del divino adempimento dell’Opera
2. Questo, frammezzo, ha due immagini: «1Poi vidi
nel cielo un altro segno grande e meraviglioso; sette angeli che avevano sette
piaghe, le ultime; poiché con esse si compie l’ira di Dio». [Ap. 15,1]. – Un altro segno = una faccenda del
tutto nuova nel decorso dell’avvenimento,
anche il compimento ultimo, come si legge: …si compie l’ira di Dio. Lui conduce
l’intero Giudizio soltanto, …fino
alle briglie dei cavalli.
3. Il segno visto nel
Cielo = la
conferma di ciò che è stato detto. Perché
ora è grande e meraviglioso? Riferito al Regno, ambedue i predicati
s’incontrano. Se la visione dall’effetto del Giudizio viene trasferita alla
materia, la si deve chiamare imponente. Per il Regno è meraviglioso, dato che in precedenza il compimento dell’Ira è appunto
motivato e i celestiali vedono la magnificenza del compimento dell’Opera. Il “grande” significa
realmente per il mondo “imponente”, superando tutto ciò che era stato finora.
4. Il primo e secondo angelo del Giudizio chiamavano
sul piano, rispettivamente, soltanto un angelo Comandante e uno esercitante; il
terzo angelo, sette esercitanti, che insieme sottostanno a un angelo imponente
di Comando. Le ultime sette piaghe partono direttamente dal maestoso trono del
Potere.
5. “2E vidi come un mare di vetro e di fuoco, e
coloro che avevano ottenuto la vittoria sulla bestia e sulla sua immagine e sul
numero del suo nome stavano in piedi sul mare di vetro, accompagnandosi con
delle arpe divine» [Ap. 15,2]. – Il mare di vetro
non contiene in sé nessun’altra interpretazione che quella di prima, ma
l’accrescimento con “mescolato al fuoco” significa un decorso di Giudizio molto
esteso. Inoltre: nelle faccende del mondo, il
mare, la cui fine vedono tutti i
celestiali = vitreo, trasparente, viene mescolato con la Santità (Fuoco), per
purificare la materia.
6. Le scorie della precedente visione parziale (grappoli della vigna della terra), qui sono gli sconosciuti che – non avendo mantenuto
la vittoria sulla bestia – sono nel fuoco durante questo tempo, nel torchio; invece
i vincitori stanno presso il mare di vetro = avendo parte
nell’adempimento.
7. Avevano = parte di Grazia, che però viene data senza merito, ma non senza piena
dedizione, non senza la vittoria sulle bestie del potere del mondo. Arpe = segno visibile e udibile;
in più, divine
= preso dall’Arco del Patto, e significano in aggiunta, il perfezionamento,
inoltre lo strumento, perciò annuncia l’onore dell’Alta Casa.
8. Non tutti i suonatori d’arpa hanno svolto la via su
di un mondo. Se l’intero coro di arpe fosse chiamato a Casa prima delle sette
piaghe, la conclusione della Rivelazione rimarrebbe inesatta e non verrebbe
raggiunto il compiuto dell’Ira. No, – le loro opere, la loro fermezza, la fede
e la forte dedizione voluta per il Regno, stanno presso il mare di vetro;
perciò, intanto solo ‘come’ un tale dato di fatto, non veramente già compiuto.
Il riflesso del futuribile è mostrato.
9. «3aE cantavano il cantico di Mosè, servitore di
Dio, e il cantico dell’Agnello, dicendo:» [Ap. 15,3a]. – I due testimoni. Il cantico del servo (Mosè)
è quello del Diritto, quello dell’Agnello è come il Principio redentore ([Salmo
119,54]: «I tuoi statuti sono i miei cantici, nella casa del mio
pellegrinaggio»; – [Luca 2,14]: «’Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in
terra fra gli uomini ch’Egli gradisce!’»).
Al Portatore della Legge, Mosè, segue il Portatore del comandamento, Gesù. Il servo precede il Signore
= Diritto e Principio mettono fine al
Giudizio! Ma il cantico di Mosè risuona
fino alla conclusione dell’ulteriore Esercizio del Diritto, mentre in seguito, il cantico dell’Agnello della
santa Pace eterna riecheggerà come redenzione compiuta e verace.
10. “3bGrandi e meravigliose sono le tue opere o
Signore Iddio onnipotente; giuste e veraci sono le tue vie, o Re delle nazioni.
Chi non temerà, o Signore, e chi non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo
sei santo, e tutte le nazioni verranno e adoreranno al tuo cospetto, poiché i
tuoi giudizi sono stati manifestati» [Ap. 15,3a-4]. – All’adorazione della glorificazione è stato
aggiunto qualcosa, per riconoscere qualcosa più avanti.
11. Grande è l’Opera del Diritto! A Ur, il Portatore
del Diritto, è da offrire la riverenza come dono. Non con la paura da schiavo;
un figlio giunge al Trono di Grazia con la riverenza. E meravigliosa è l’Opera
della Pace, perciò: “Tu solo sei santo!”.
Chi afferra l’imponente esclamazione delle moltitudini celesti? Ma quanto abuso
ne viene fatto con l’onnipotente Santità! Tra l’altro, viene detto: “Dovete
essere santi, perché Io sono santo, il Signore vostro Dio” ([Lev. 19,2]: «Parla a tutta l’adunanza dei figlioli
d’Israele e dì loro: ‘Siate santi, perché io, l’Eterno, l’Iddio vostro, sono
santo’») da ciò annuncia
l’indicazione che questi cosiddetti (santi) sono proceduti
appunto dal Creatore e perciò sono santificati, ma per nulla auto santificati.
Chi si fa chiamare ‘santo’, pecca contro lo Spirito Santo di Dio! E’ il
riflesso alla collaborazione e all’essere attivi da sé ([Matt.
12,32]: «E a chiunque parli contro il Figliuol dell’uomo, sarà perdonato, ma a
chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo
né in quello avvenire»).
12. Il Diritto e la Pace sono le due vie, e i
monti compiono il Giudizio e lo scioglimento. Perciò: “Tu, Re delle nazioni!”.
L’ultima opera presso il mare di vetro rivelerà le meraviglie della Giustizia
divina. Quando Dio avrà torchiato la Sua ira (Ap. 21,5-27), nulla resterà più fuori. Questa è l’anticipazione,
all’apertura del Cielo
13. I tuoi giudizi sono
stati rivelati = lo Stato di Diritto nel
Giudizio, avverrà per Giustizia. Nel senso nascosto: la Parte-Ur = la santa Parte di Ur nell’Opera diventerà evidente; e ‘ogni Opera
è Parte di UR’! Quindi sono inclusi come Parte nella Sua Opera anche ‘tutte
le nazioni’. L’Anno-Atto-Ur, nella Parte di Ur, della redenzione. In verità,
nei confronti degli sforzi distruttivi delle bestie del potere del mondo, la
santa Opera, come eterna Parte-Ur stabile, è un grande, meraviglioso Fasto e
santa Maestà!
14. Ma succede ancora qualcosa: «5E dopo
queste cose, guardai, e il tempio del tabernacolo della testimonianza fu aperto
nel cielo» [Ap. 15,5]. – La nuova
visione viene dischiusa tramite l’indicazione della Parte di Ur, perché il “dopo” vale per il
riporto a Casa. Aperto il tempio = l’intero ritorno
dello “spirituale perduto viene accettato.
Questo lo dice qui il “Tempio del Tabernacolo”: la santa Custodia della Testimonianza nel Cielo = ogni Opera dell’Onnisanto è una sublime Testimonianza.
15. Questo vale ogni volta per il Compimento di sei
Giorni del creare attraverso un Giorno di Festa ([Gen. 1,31]: «E Dio
vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Così fu sera, poi
fu mattino: e fu il sesto giorno»),
che diventerà testimonianza dei ricchi giorni di lavoro, in particolare
dell’attuale sesto Giorno della Creazione con il dominante Amore di Dio. Agirà
durante l’emissione del Giudizio attraverso le quattro determinanti
Caratteristiche secondo la seria domanda: “Tutto
questo l’ho fatto per te; che cosa fai tu per Me?”. E dato che il mondo non
darà nessuna risposta a questa domanda, è l’Amore che la deve dare a Se stesso.
16. “6E sette angeli che recavano le
sette piaghe uscirono dal tempio, vestiti di lino puro e risplendente, e col
petto cinto di cinture d’oro». [Ap. 15,6]. – Ambedue le immagini, per quanto riguarda la Terra,
sono da separare in modo temporale. L’attuale visione è persino preceduta dalla
precedente. Nel senso del mare di vetro sono però una conseguenza dipendente.
Che l’immagine della Terra viene mostrata dopo quella per il Regno, è una
dimostrazione ancora più eclatante per la santa Parte di Ur, perché solo dallo
spirito possono fluire le Verità guaritrici dal Tempio aperto del Tabernacolo
per la Terra e dell’Atto del Giudizio più grave. E’ l’intenzione più
meravigliosa, che mantiene eretto l’Arco del Patto e della Grazia in maestosa
Costanza.
17. Dunque, gli angeli preparati dal terzo angelo del
Giudizio finale, emergeranno dalla verità della salvezza e dal Giudizio secondo
le due interpretazioni. Ora: vestiti di vesti
di puro lino e risplendente = la Forza e la Chiarezza auto conquistata dalla
collaborazione nell’Opera di redenzione; cinture d’oro = strettissima unione immutabile con UR; ai loro petti = portate così in
alto, sollevati al cuore di Ur. Significa
ancora, l’onore personale dei sette principi, al cui campo di potere
appartengono gli angeli, e perché i sette Raggi della Vita fondamentale sono da
re-abilitare nella parte caduta.
18. “7E una delle quattro creature
viventi diede ai sette angeli sette coppe d’oro piene dell’ira di Dio, il quale
vive nei secoli dei secoli». [Ap. 15,7]. – Questo ‘essere’ può essere solo il primo, quindi
il primo Guardiano della Corrente del Creatore, ‘Pison’
nel segno della bilancia e della spada. Come in nessun altro tempo sarà ora
raddrizzato nuovamente l’Ordine (bilancia) in tutte le parti della caduta, e
cioè tramite la Volontà di Dominio (spada) di Ur, come ha annunciato Gesù ([Giov. 4,34: “Il mio cibo è di far la volontà di Colui che
mi ha mandato, e di compiere l’opera sua»).
19. Le coppe d’oro! Lo spavento finale, dovrebbe essere contenuto in
vasi preziosi? Ah, l’ira di Dio è = Misericordia
incompresa! L’ultima Caratteristica del
Padre, come Ur, è posta in alto! In essa, Egli adagia l’ira! Se anche le coppe,
che contengono l’Ira, fossero di metallo o sanguinose, oh, in verità, – il
Giudizio distruggerebbe solamente! Ma d’oro = la Misericordia! ([Salmo 130,4]: «Ma presso te v’è
perdono affinché tu sia temuto!»)
20. Per via della Giustizia, l’ira non viene fermata,
e il mondo può gloriarsi felice nella sua ora più amara, così che l’amarezza
riposi in coppe d’oro. Non la vedrà né la riconoscerà, ma solo quando
21. Oro = autentico; coppa = contenitore. DIO conserva tutto, veramente e certamente nella Sua
mano! Di eternità in eternità significa veramente, Onnipotenza; ma
nell’immagine è la via della Legge e della Giustizia verso la Fedeltà e la
Verità; dall’Ira alle coppe d’oro; dalla caduta di Satana alla redenzione della
Creazione! Giovanni lo ha visto così.
22. “8E il tempio fu ripieno di fumo a causa della
gloria di Dio e della sua potenza; e nessuno poteva entrare nel tempio finché
fossero compiute le sette piaghe dei sette angeli» [Ap. 15,8]. – Il tempio ([Isaia 6,1]: «Nell’anno della morte
del re Uzzia, io vidi il Signore assiso sopra un
trono alto, molto elevato e i lembi del suo manto riempivano il tempio»), qui il Trono alto ed elevato è colmo di fumo = preghiere d’intercessione,
che malgrado la Resa dei conti dell’Ira, la caduta sperimenterà presto la sua
definitiva purificazione dalla caduta attraverso le sette coppe d’oro.
23. Che i portatori del co-sacrificio possano ricevere
il fumo dell’intercessione per fede, amore, fedeltà e dedizione, è proprio la
meravigliosa Opera di Dio ai Suoi figli! In essa Egli pone la Forza, perché
porta al compimento la Creazione. Che secondo l’immagine nessuno possa entrare
nel Tempio, vale per i figli della Luce in modo condizionato, assolutamente
però per tutti coloro che durante questo tempo di piaghe verranno richiamati.
Costoro attenderanno successivamente la grande entrata, a cui seguirà la sera di Festa del Giorno dell’Amore della
Creazione.
254 Nel frattempo, alcuni figli del Regno, i portatori
del Comando, andranno nell’Onnisantissimo, perché
fanno parte del Patto di Grazia, perché dal Piatto d’argento del santo Focolare
verrà tolto il fuoco dalle coppe; e soltanto ‘il trono’, quindi i primi delle
sedie, potranno sopportare il relativo Fuoco della Resa dei conti della
Santità, co-portato anche per l’oscurità.
25. La ‘Misericordia non compresa’ purifica l’intera
caduta dei figli nel santo Fuoco, con cui il meraviglioso Compimento avrà la
sua preparazione. Il successivo ‘equipaggiarsi’ è regale per la nuova, santa
Nascita (7° Giorno)! La Glorificazione viene coperta durante il tempo
d’Ira, ma quando successivamente i figli entreranno nel Santuario, ognuno potrà
di nuovo inginocchiarsi con le arpe d’oro, oppure con le coppe d’oro piene di
opere di Fumo, perché per loro sarà apparecchiato il Tavolo dei Doni
dell’eternità.
26. Giovanni descrive la sua visione solo
indirettamente; nelle sue indicazioni il più è velato, che scoperto. La
copertura somiglia a quella della nuvola, che può essere un poco tirata via,
affinché la ‘Consolazione’ colmi il cuore ai poveri figli sulla Terra, e lo
rimangono certamente.
“Il SIGNORE è
nel Suo santo Tempio,
tutto il
mondo faccia silenzio dinanzi a LUI”.
[Salmo 75, 9]
«Ma
io proclamerò del continuo queste cose,
salmeggerò
all’Iddio di Giacobbe»
[indice]
* * *
Parte III / II
(premessa)
Il
resto del confronto del divino compimento dell’Opera. Questo – generalmente
unitario – si suddivide in sette immagini
del tempo, condizionate tramite gli angeli delle coppe dell’Ira. Questi
fanno parte della terza epoca della fine, indipendentemente dal loro
ombreggiamento nella parte ora velata, cosa che lo dimostra p.e. l’anno del
destino 1943. Ogni angelo opera circa quattro anni; nell’insieme riempiono il terzo tempo del Giudizio. Ogni
immagine singola passa l’una accanto all’altra nel suo genere proprio e
complessivo.
Parte III / II
[Ap. 16,1-2]
Il primo angelo porta la follia di potere
1. “1E udii una gran voce dal tempio che diceva
ai sette angeli: “Andate e versate sulla terra le sette coppe dell’ira di Dio!»
[Ap. 16,1]. – Solo una Voce ha il Diritto della piena
Onnipotenza di emettere il Comando dalla Condizione. Sentire dal tempio = nel proprio pieno Potere, di annunciare il verdetto con
immediata esecuzione; andate = verso il luogo dell’esecuzione; versate = il giusto
Giudizio; sulla
Terra = sul
resto della misera minestra di lenticchie:
uomini, esseri e, sul luogo una volta lasciato a Lucifero.
2. “2E il primo andò e versò la sua coppa sulla
terra; e un’ ulcera maligna e dolorosa colpì gli uomini che avevano il marchio
della bestia e che adoravano la sua immagine» [Ap. 16,2]. – Si pensa quasi sempre, letteralmente, che sul
corpo si formino delle cattive ulcere. A parte di generali epidemie che sorgono
ovunque, l’immagine delle ulcere significa: versare
sulla Terra = incassare il debito;
Terra =
ancora veramente gli uomini; cattive e dolorosi
ulcere = pessime
inclinazioni, soprattutto la follia del potere;
ulcera nel corpo,
funzione importante = funzionari; quindi: i capi
influenzano i loro popoli. Gli uomini
valgono come forza centrale, partiti e opinioni del mondo, in cui si mostra orribilmente
l’ulcera della follia del potere.
3. Anche se nell’anno 1943 questa era riconoscibile
prevalentemente solo in un popolo, si mostrerà più avanti – gravemente
spaventosa – in quasi tutti i popoli. Quanto profondamente e da tanto tempo,
questa ha preso possesso di “tutto il mondo”, non ha bisogno di spiegazione,
perché il potere di Giudizio trasmesso all’angelo si limita per nulla a uno
stretto tempo di Giudizio; agirà come con gli altri angeli delle coppe: fino all’ultimo Atto della terza visione
principale!
[indice]
Parte III / II
[Ap. 16,3]
Il secondo angelo uccide il mare (comunità)
1. «3Poi l’altro angelo versò la sua coppa
nel mare; ed esso divenne sangue come di morte; e ogni essere vivente che si
trovava nel mare, morì».” [Ap. 16,3]. – Ora segue colpo su colpo, senza sosta; non arriva
nemmeno un rinnovato invito. L’unica voce dell’Onnipotenza era sufficiente! Nel
suo effetto si rivela la maestosa magnificenza e dominio di Ur.
2. Versare la coppa
dell’Ira nel mare = nella fraternizzazione etnica che dovrebbe salvare i loro capi. Questi non hanno
ancora raggiunto la conoscenza che i popoli non si lasciano rappezzare (come
all’incirca nel 1947), per fondare una salvezza. La coppa del primo angelo non
ha trattenuto nulla. diventa sangue come di un
morto = il
loro sforzo si arresta; tutte le anime viventi
= coloro che agiscono con una certa
illuminazione; morirono nel mare = non possono fare nulla.
La loro volontà, anche se buona, muore sotto premesse di alleanze del tutto
false unite alla rinfusa.
[indice]
Parte III / II
[Ap. 16,4-7]
Il terzo angelo sopprime i pozzi (influenza)
1. «4Poi il terzo angelo versò la sua coppa nei
fiumi e nelle fonti delle acque; e le acque diventarono sangue». [Ap. 16,4]. – L’acqua in sé è grazia e verità
([Giov. 3,5]: «Gesù rispose: “In verità, in verità ti
dico, che se uno non è nato dall’acqua e dallo Spirito non può entrare nel
regno di Dio”»), ma in vista alla sua
interruzione quasi totale: corsi d’acqua = alleviazioni, alleggerimenti,
solo alleanze militari segrete; fontane d’acqua = influenze sotto il mantello di copertura della salvezza del
mondo.
2. Perfino coloro che hanno una ricca conoscenza non
possono pontificare le comunità distrutte dai due angeli nel senso di nuove
alleanze. Con le unioni (fiumi) e grandi promesse ed influenze (fonti) viene
commesso talmente l’inganno e la perfidia, che i pochi onesti (anime nel mare)
capitolano. Accanto all’inimmaginabile bramosia, regna un’inimmaginabile
povertà.
3. Malgrado i colpi senza sosta, subentra un’interruzione,
la quale riguarda una faccenda del Regno, indipendente dall’agire dei sette
angeli delle coppe. L’interpolazione si basa per primo sulla sorveglianza delle
intere conseguenze del Giudizio; per secondo, ancora a un avvenimento che è una
particolare indicazione. Nel frattempo, però, Giovanni ha uno sguardo su ciò
che avviene nel Regno.
4. I tre angeli che conducono la terza epoca della
fine del Giudizio (circa dal 1954) hanno già versato parecchio. Perciò il
passaggio dal secondo al terzo tempo è generalmente difficile da distinguere.
L’Atto del Cielo, malgrado l’interruzione del dominio della Grazia, è
l’incompresa Misericordia, infatti l’aiuto per i vincitori giungerà in segreto
a favore del mondo. Solamente, che questo non è incluso nella Rivelazione.
5. E la cosa segreta: «5E sentii l’angelo dell’acqua che diceva:
“Sì, o Signore, Iddio onnipotente, i tuoi giudizi sono veraci e giusti. Colui
che è e che era e che sarà, Santo, per aver così giudicato”» [Ap. 16,5]. – Ciò che fa la Tua Volontà: l’interruzione del
dominio della Grazia, il nascosto collegamento dal Regno ai cittadini sulla
Terra. L’angelo dell’acqua = il portatore
della Verità che annuncia che
l’Onnipotente è giusto e santo, l’unico verdetto del Giudizio.
6. «6Essi hanno sparso il sangue dei santi e dei
profeti e tu hai dato loro a bere del sangue; essi ne sono degni!» [Ap. 16,6]. – Questo non ha bisogno di spiegazione ([Matt.
23,35]: «…perché ricada su di voi tutto il sangue giusto sparso sulla terra,
dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che voi uccideste tra il santuario e l’altare»). Ma: «7Udii un altro un altra voce (un altro
angelo) dall’altare che diceva: “Sì, o
Signore Iddio onnipotente, i tuoi giudizi sono giusti e veraci”» [Ap. 16,7]. – Dall’altare = trono,
protezione del Diritto; anche qui quella
della Santità di Ur e di tutti gli abitanti della Luce ([Efes.
3,15]: «Per questo motivo, io dico: piego le ginocchia dinanzi al Padre, dal
quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome»).
7. La conferma del Diritto non ha luogo, perché ne ha
bisogno nei confronti del mondo; è il riconoscimento delle condizioni che
pretendono un immane effetto, per cui, intanto la condizione della Santità
viene elevata al di sopra della Legge della libera volontà.
[indice]
Parte III / II
[Ap. 16,8-9]
Il quarto angelo batte il sole (l’autorità mondiale)
1. «8Poi il quarto angelo versò la
sua coppa sul sole; e al sole fu dato di bruciare gli uomini col fuoco. 9E
gli uomini furono arsi dal gran calore; e bestemmiarono il nome di Dio che ha
la potestà su queste piaghe, e non si ravvidero per dargli gloria» [Ap. 16,8-9]. – Con il pieno effetto del terzo tempo della fine
del Giudizio, inizia una forte avversità eclatante.
2. Sole = rispetto all’immagine, l’autorità della Terra,
per quanto si china alle bestie del potere del mondo. Le grandi potenze si
sforzano di coprire con dello splendore il loro potere e la loro capacità che
sta raggrinzendo. Questo intervento è prevalentemente da impiegare sulle
comunità dei popoli che hanno sperimentato solo poca distruzione. Sono colpite
solamente le ambizioni delle comunità dei popoli.
3. Raggiungere alleanze e, allo stesso tempo la
propria posizione al timone, richiede un notevole sforzo. uocere
gli uomini con il fuoco e farli ardere con gran calore = delle sofferenze orrende e crudeli, come un tino per la fusione; al Sole (all’angelo) fu dato = avviene durante il suo tempo. Il folle gioco con idee miserabili, viene
considerato dai popoli come fossero loro
idee; perciò bestemmiano il nome di Dio, non vedono ciò che devono, grazie alle
idee folli dei singoli. Non lo ha mandato Dio, …il vendicatore?
4. Quale contraddizione! Loro non credono più al
Donatore di tutti i buoni Doni, ma utilizzano Dio come discarica di colpe per
ogni tormento. Questa è la loro maggior bestemmia: rivestire la santa
Misericordia di Dio in una camicia da stolto! Ovvero: occhio per occhio, dente
per dente! Dio potrebbe estinguere le piaghe in …un giorno, se gli uomini
facessero penitenza e si sottomettessero a Lui per Grazia. Invece si aggrappano
alla loro caducità, quella del mondo come ai fianchi di una nave distrutta
dalla tempesta. Verrà tentato di tutto – soltanto – si resiste all’Onnnisanto!
[indice]
Parte III / II
[Ap. 16,10-11]
Il quinto angelo batte il seggio (la legge mondiale)
1. «10Il quinto angelo versò la sua
coppa sul trono della bestia, e il regno d’essa divenne tenebroso; e gli uomini
si mordevano la lingua per il dolore e 11bestemmiarono l’Iddio del
cielo a motivo dei loro dolori e delle loro ulcere; e non si ravvidero delle loro
opere». [Ap. 16,10]. – Trono = autorità mondana, opinioni e simili. Il trono colpito = la legge del
mondo. Con ciò è meno inteso il Tribunale
circondariale, che piuttosto l’opprimente classe (remissioni, disposizioni) e
ordinamenti non scritti di differenze sociali che hanno creato il trono del
mondo. Questa classificazione, tuttavia, che non dev’essere confusa con una
separazione puramente naturale, ha provocato l’odio di classe.
2. Distruggere un tale orientamento anti divino nel
segno del Giudizio finale, pretende come un intervento chirurgico nella legge
del mondo che all’origine non esiste da secoli. Il continuo scambio di
un’etichetta, non inganna. Tali fondatori scientifici di quest’ordine di classe
anti divino non hanno fatto nulla per eliminare il ‘foruncolo’. Anche oggi non
si è privi di una visione su questo; soltanto, – chi vuol creare un
cambiamento? Così facendo si minerebbe la propria posizione, e le poche ‘anime
vive’ che lo tentassero, ancora oggi nuoterebbero inutilmente contro questa corrente.
3.Per tutti gli altri vale questo: mordersi le lingua =
il loro ‘detto’, distruggere se stessi. Una volta diversi movimenti di potere hanno sovente tirato
esteriormente alla stessa corda; oggi ci si espone vicendevolmente con fervore.
Lingue = giornali, informazione, propaganda di sfida, per coprire delle proprie manchevolezze e scoprire
quelle altrui.
4. Bestemmiare Dio nel
Cielo ha lo stesso significato come
prima, soprattutto se ci si riferisce alla piaga
delle ulcere (pessime inclinazioni). La follia del potere sperimenterà un tale colpo,
che il dolore per la perdita li lancerà del tutto fuori dalla loro direzione. Non ravvedersi =
malgrado la decadenza cercheranno con tutta la forza di conservare il loro falso sistema di mondo.
[indice]
Parte III / II
[Ap. 16,12-16 ]
Il sesto angelo distrugge l’Eufrate (il commercio mondiale)
1. «12Il sesto angelo versò la sua coppa sul gran
fiume Eufrate, e l’acqua ne fu prosciugata affinché fosse preparata la via ai
re che vengono dall’oriente» [Ap. 16,12]. L’Eufrate ha un senso spirituale, naturale e
tecnico. L’Eufrate spirituale ([Gen. 2,14]: «E il quarto fiume è
l’Eufrate»), un simbolo dalla fonte
di Ur, non può essere colpito; il naturale non era e non è così significativo,
cosicché gli valga un intero Atto di Giudizio.
2. Il commercio mondiale, flusso concreto, è prosciugato = smercio e le aree
d’accoglienza si contendono. A questo contribuiscono: crollo di immagine di
potere, comunità, influenza, autorità e legge del mondo. Le ‘arterie di denaro’
si seccano
= speculazioni subiscono sempre maggior fallimenti; molti potenti di borse non
si affidano più alla loro ‘nave’ (gli affari) = al
fiume Eufrate. Con ciò un giorno si
esaurirà il commercio del mondo nell’attuale forma (Ap. 18,11-19).
3. Qualcosa risplende meravigliosamente: fin da Adamo
l’operare evidente di Dio si ritirò un poco alla volta, finché avvenne nell’oscurità
dei giorni della settimana “la santa Nascita”. Allora la Luce dello Spirito
aumentò di nuovo, – quasi sempre in segreto; perché il calo dell’Eufrate nel
senso raggiunto aprì “ai re la via che viene
dall’Oriente”.
4. Re = messaggeri del
Regno provvisti con grande autorità di
potere. Accompagnano il “Cavaliere bianco Fedele e Verace” prevalentemente
quattro araldi della Luce, due d’avanti e due dietro (Ap.
18,1 e 21; 19,11 e 17; 20,1). Dal
Levante/Oriente = dal Regno di Luce
portano la grande Magnificenza sulla strada seccata dell’Eufrate:
riedificazione di ciò che è caduto tramite il Dominio di Ur!
5. Il resto si riferisce all’intero tempo dei sette
angeli. «13E
vidi uscir dalla bocca del dragone e dalla bocca della bestia e dalla bocca del
falso profeta tre spiriti immondi, simili a rane; 14perché sono
spiriti di demonì dai re di tutto il mondo per
radunarli per la battaglia del gran giorno dell’Iddio onnipotente». [Ap. 16,13-14].
6. Dragone = miscredenza; bestia = potere del mondo; falsi profeti = orientamento di
pensare; dalla
loro bocca = presunzione di potere, agire impuro; simili a rane = pensare molto
basso, sovente senza senso ed intelletto.
Spiriti di diavoli = esseri e uomini
senza Dio; radunare dei re del mondo per combattere contro Dio = voler sbarrare
la via al Cavaliere bianco e ai Suoi araldi.
7. I re del mondo si invitano reciprocamente. Il grande giorno di Dio
= la resa dei conti e le conseguenze, da cui non si può scappare e non si può mentire, per
cui si attrezzeranno insieme. La battaglia non riguarda solo ufficialmente il
rinnegamento di Dio, ma anche il non voler rinunciare alle posizioni mondiali,
bramosie di ogni genere e tendenze verso lo Spazio.
8. L’Onnieterno affronta
questa battaglia: «15Ecco, io vengo come un ladro. Beato colui che veglia e
serba le sue vesti, onde non cammini ignudo e non si veggano
le sue vergogne». [Ap. 16,15]. L’armamento del
mondo va in rovina con il: Io vengo come un ladro ([Matt. 24,27]:
«Perché, come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la
venuta del Figliuol dell’uomo»)!
Chissà quando, dove e come, e chi, Dio vuole in genere incontrare?
9. Questo vale anche per coloro che hanno osservato la
vittoria sulla bestia, altrimenti non verrebbe annunciato che sarebbe beato colui che veglia
= essere pronto alla venuta di Dio; che tiene i suoi
abiti = la
fede nell’Ordine e contemporaneamente la
tiene stretta. Abiti, significa protezione, nella quale ci si affida o sotto la quale ci si può
anche mettere. Chi non lo fa, nel tempo di prova ha molta poca protezione. Camminare ignudo = senza un guida della Luce;
vedere le sue vergogne = povertà di
cuore, assenza di fede e d’amore. Una
vita senza vera speranza.
10. Ora, ancora qualcosa che apparentemente non ha
nulla a che fare con questo. «16E radunarono i re in un luogo che in ebraico
si chiama Armaghedon» [Ap. 16,16]. – Si noti che Giovanni non fornisce nessuna relazione,
ma vede l’immagine soltanto nella connessione di ciò che era stato menzionato
prima, cosa che per questo non è sottomesso al sesto angelo delle coppe.
L’anticipazione di quell’Atto che porterà un nuovo Cielo e una nuova Terra (Ap. 21,1).
11. Chi viene radunato? Difficilmente ci si può
riferire a coloro che qui vengono chiamati i beati; loro in realtà non
compaiono. Invece Giovanni vede i re del mondo, poiché essi si preparano, ma
dato che l’Onnieterno arriva come un ladro nella
notte per il loro giorno d’armamento, il raduno nel luogo di Armaghedon non potrà svolgersi né ora, né prima, né durante
il tempo dell’armamento. Esso ricade sul ‘dopo’.
12. Si combatterà davanti alle Porte. A questo è
allacciato il contrordine degli accusati, tuttavia il Diritto, il Giudizio e
l’Esecuzione daranno l’Armaghedon = luogo di
purificazione, con il suo doppio senso:
davanti alla sua porta, per la seconda volta nel sesto Giorno della Creazione,
combatteranno Luce e tenebra. Un luogo della sottomissione, a cui segue la
Grazia, oppure quell’ultima perdita, voluta, che forma le Condizioni
dell’Opera-Ur.
13. Che il veggente porta solo più tardi l’immagine
d’effetto, ha il suo motivo nell’incompresa Misericordia. E’ una consolazione,
un’indicazione alla Grazia per i credenti, che sperimentino l’unico sostegno
possibile che può essere offerto nella fase culminante del Giudizio.
[indice]
* * *
Parte III / III
[Ap. 16,17-21]
Il settimo angelo distrugge l’aria (la politica)
1. «17Poi il settimo angelo versò la sua coppa
nell’aria, e una gran voce uscì dal tempio, dal trono, dicendo: “E’ fatto!”»
[Ap. 16,17]. L’uomo può vivere per giorni senza fuoco, acqua o
nutrimento, ma non pochi minuti senz’aria. Perciò questa viene colpita per
ultima, perché con ciò l’ira di Dio è completa.
2. Interpretare l’aria come politica ha due motivi: uno, un giorno questa scoppierà come
una bolla di sapone nell’aria, – e allora non sarà più quella attuale o del
tempo passato. La seconda causa è radicata nei miseri tentativi dell’intesa per
i propri bisogni di vita, ma senza una reciproca intesa (concessioni), i popoli come tali cessano d’esistere (l’ultima costruzione della torre di
Babele).
3. Una voce dal Cielo = la Verità rivelata; dalla Sedia = il Governo dell’ulteriore Esercizio del Diritto; procedere = chinarsi verso la fine; è fatto = il Giudizio dell’Ira. Ciò che segue è da considerare come un rimettere in Ordine, come avvistamento ([Matt. 13,40]: «Come dunque si raccolgono le zizzanie e si bruciano col fuoco, così avverrà alla fine dell’età presente»; [Matt. 24,41]: «Due donne macineranno al mulino: l’una sarà presa, l’altra lasciata»; [Matt. 25,33]: «…e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra»). Ur esegue la selezione ‘dopo’ la fine, mentre fino alla fine restano ripercussioni, perché le Forze del Cielo si muoveranno dopo la grande afflizione ([Matt. 24,29-31]: «Or subito dopo l’afflizione di quei giorni, il sole si oscurerà, e la luna non darà il suo splendore, e le stelle cadranno dal cielo e le potenze del cielo saranno scrollate. E allora apparirà nel cielo il segno del Figliuol dell’uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figliuol dell’uomo venir sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria. E manderà i suoi angeli con gran suoni di tromba a radunare i suoi eletti dai quattro venti, dall’un capo all’altro dei cieli») = la “Verità” conduce la selezione, ma anche l’Aiuto tramite questa.
4. «E si fecero tuoni e voci e lampi; e ci fu un
gran terremoto, tale che da quando gli uomini sono stati sulla terra non si
ebbe mai terremoto così grande e così forte» [Ap. 16,18]. – E’ già comparso una volta un temporale, ma in cui
le voci stavano fra fulmini e tuoni. Qui non sono più un avvertimento, ma
esclamazioni del ‘È compiuto!’. Perciò i tuoni precedono i fulmini, cosa che
non succede durante dei temporali naturali. Tuono = crollo della
sussistenza del mondo e la chiarezza del
Regno, rivelata.
5. Il terremoto non è nessuna conseguenza, è l’unisono
di voci, tuoni e fulmini = demolizione
dell’intero telaio del mondo; tuttavia,
qui non solamente in modo di Stati e di Vita, ma delle imponenti eruzioni
naturali scuoteranno questa Terra. Perciò è marcato particolarmente:
Tale
terremoto così grande!
6. «E la gran città fu divisa in tre parti e le
città delle nazioni caddero, e Dio si ricordò di Babilonia la grande, per darle
il calice del vino del furor dell’Ira sua» [Ap. 16,18]. – La grande città è là come qua il luogo
dell’intera tenebra. Decade in tre parti come gli spiriti impuri del dragone,
della bestia e dei falsi profeti.
7. Queste parti combattono uniti contro Dio, ma fra di
loro sono in disaccordo. Le parti si sono mostrate da tempo come rinnegamento
di Dio, bestemmia contro Dio e tiepidezza verso Dio. Ora compaiono così
potenti, che dilaniano delle comunità umane. Le
città delle nazioni cadono = dogmatismo, darwinismo, classi. A Babilonia era stato pensato prima che a Dio = il
loro agire viene ricompensato: Al mondo viene dato il calice del vino della
grave Ira di Dio ([Tob.
3,5]: «Agisci pure come ora meglio ti piace, da’ ordine che venga presa la mia
vita, in modo che io sia tolto dalla terra e divenga terra, poiché per me è
preferibile la morte alla vita»).
8. Le città dei pagani cadute significa pure = decadono
da Babilonia, perché ‘pagani’ significa due
cose. Innanzitutto sono quelle nelle quali s’incorporano i tre orientamenti
menzionati; per secondo, coloro che sono giunti al trono di Grazia, ai quali fu
portato il Vangelo oppure il Giudizio, la conoscenza, il ritorno e la
redenzione.
9. «E ogni isola fuggì e i monti non furono più
trovati» [Ap. 16,20]. – Isole = posti di
salvataggio, l’aiuto dov’è possibile; fuggire = la Salvezza viene ritirata;
nessun monte fu più trovato = stabilità,
verità, Luce, Grazia. Su questo, la
parola di Gesù: ([Matt. 23,37-38]: «Quante volte ho
voluto raccogliere i tuoi figlioli, come la gallina raccoglie i suoi pulcini
sotto le ali; e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa sta per esservi
lasciata deserta»)
10. «21E cadde dal cielo sugli uomini
una gragnola grossa del peso di circa un talento (
11. La bestemmia ha la stessa\ interpretazione come si
è avuto finora. Ma ora: ‘la sua piaga era molto
grande’
([Zacc. 14,12]: «E sarà la
piaga con la quale l’Eterno colpirà tutti i popoli che avran
mosso guerra a Gerusalemme: la loro carne si consumerà mentre stanno in piedi,
gli occhi si struggeranno loro nelle orbite, la lor lingua si consumerà nella
lor bocca»). = concessione,
provocata dagli uomini. Ciononostante, segue la selezione, quando con la
grandine di un mezzo quintale terminerà l’ultima piaga del riversamento
dell’Ira. Il tempo tra la piaga della grandine e la selezione dovrà ancora
sopportare le ultime doglie del Giudizio.
12. Sì, – malgrado gli avvenimenti che sembrano come
sparsi nell’Atto finale, tutto si ripeterà d’un tratto ([Matt.
24,39]: «...e la gente non si avvide di nulla finché venne il diluvio che portò
via tutti quanti, così avverrà alla venuta del Figlio dell’uomo»). Il tempo del Giudizio con le sue doglie, prima e
dopo si potrebbe certamente abbreviare in vista di una svolta degli uomini.
Allora a loro verrebbe d’un tratto la conoscenza, ciò che sarà rivelato
magnificamente nella terza parte dell’ulteriore Esercizio del Diritto.
[indice]
* * *
Parte III / III
[Ap. 17-18]
Insurrezione
delle potenze mondane e spirituali con l’aiuto dell’oscurità
Il
Giudizio su di loro si accresce
Se finora la bestia del potere mondano e
spirituale è comparsa separatamente, allora la nuova parte mostrerà che il
dragone mette da parte la scissione da lui provocata e va nella fase finale con
forza riunita ma del tutto esaurendosi. Invece nel finale il Potere-Ur si
misurerà con la demoniaco, perché una volta Sadhana
si aveva osato misurarsi con UR. Questo pareggio sarà parzialmente svelato.
Come la prima parte, anche questa III sperimenta quattro tratti che – allineati
– non portano con sé nessun limite di popoli né epoche, di come si procedeva
nell’Esercizio del Diritto. – Cominciamo:
[indice]
Parte III / III
[Ap. 17,1-6]
Il quarto angelo e la grande Babilonia
1. L’inizio nella grande cornice, le cui singole
conseguenze si cristallizzano soltanto un poco alla volta.
2. «1E uno dei sette angeli che avevano le sette
coppe, venne e mi parlò dicendo: “Vieni, ti mostrerò il giudizio della gran
meretrice che siede su molte acque”» [Ap. 17,1]. – Se la terza parte del tempo principale del
Giudizio comincia ufficialmente con l’operare degli ultimi quattro angeli delle
coppe, di conseguenza lo può essere solamente il quarto dei sette che è
sottoposto al primo.
3. La Serietà, la lancetta della bilancia nella
Caratteristica determinante e portante, pareggia i determinanti Raggi della Vita
fondamentale dell’Ordine, della Volontà e della Sapienza con il portante della
Pazienza, dell’Amore e della Misericordia nella propria maestosità. Questo
angelo amministra: 1°) il terzo tempo del Giudizio finale; 2°) porta l’ira di
Dio all’ultima conclusione voluta; 3°) esegue il Pareggio della Creazione; 4°)
da tutto questo posa la vittoria della Corona sul santo Focolare nell’Onnisantissimo. Quindi, è importante quale angelo opera.
4. La sua Chiamata “Vieni” che finora si è riferita a
Giovanni, vale ora in assoluto per tutte le anime, per tutti i figli. E’ di un
alto senso la grande Chiamata della Condizione-Ur: “Vieni!”. Non si può più
schivare! Anche il resto è rivolto a tutti, e tutti devono vedere che cosa
c’era, che cosa c’è e che cosa viene. Lo mostrerà il versetto 9.
5. Voglio mostrarti = ammaestramento; il Giudizio = la Resa dei
conti senza la libera Grazia; la grande meretrice = riassunto dei vizi degli uomini oscuri; che siede su molte
acque = che occupa tutte le sedi di autorità e comunicazione; anche: atteggiarsi
caparbiamente.
6. «2Con la quale han fornicato i re della terra,
e gli abitanti della terra sono stati inebriati del vino della sua
fornicazione» [Ap. 17,2]. – Aver fornicato = sfruttamento esteriore di una posizione; i re della Terra = come finora spiegato, i dominatori e gli autorevoli. Abitanti della Terra = tutti coloro che
si elevano al di sopra di Dio; si sono inebriati = si sono lasciati sedurre,
gli “amanti (fornicatori) in alto”, che tendono a conquistare l’onore e
mammona, preferibilmente ambedue.
7. Nell’ebbrezza, tutto acquista due immagini, anche
due colori. Ciò che elevano al di sopra di sé lo considerano come ‘fenotipo’[2].
Del vino della sua fornicazione = anestetico, deformazioni della verità della vita. I re hanno
inventato questo ‘vino’, gli abitanti della Terra si danno troppo volonterosi
all’inebriamento. Non c’è da stupirsi che da ebbri non hanno né il tempo, meno
ancora di vedere i segni di gravi conseguenze - !
8. «3Ed egli, nello Spirito, mi
trasportò in un deserto; ed io vidi una donna che sedeva sopra una bestia di
colore scarlatto, piena di nomi di bestemmia e avente sette teste e dieci corna»
[Ap. 17,3]. – Questo ‘nello Spirito’ non è da impiegare – come
sempre – solo per Giovanni; questa volta deve valere per ognuno che è animato
insieme al veggente ‘spiritualmente’; nello
Spirito = liberamente
consapevole, con la sua propria volontà e
mediante la grazia, che è in Cristo Gesù, avendo scelto la via verso l’alta
Meta.
9. Tutto è certamente Grazia! Ma dalla Sapienza della
Luce, anche la giusta parte delle proprie facoltà, si lascia impiegare per la
via con la consapevole energia. L’io
non deve certamente trionfare sull’anima, dev’essere il suo servitore. Chi
ottiene questo, ha ambedue:
10. Portato nel
deserto = nell’umanità rovinata, trasportato nella desolazione del suo cuore, a cui fugge lo Spirito libero, puro. Il deserto
significa qui, ancora l’assenza di fede. Ora, – il vedere una
donna! Non riguarda nessuna personalità,
magari come una volta di una sola generatrice di peccati. L’apparizione si riferisce a tutti coloro che secondo
la dimostrazione avvenuta, hanno
‘fornicato’.
11. Non per nulla viene chiamata la grande Babilonia,
il principio della bramosia dell’io, il cui reame di potere inonda gli uomini
senza freni, li inebria con il suo vino della fornicazione. I figli di Dio,
stando ancora sotto la divina Influenza della Luce, percepiscono rabbrividendo
i poteri diabolici, mentre “coloro che abitano sulla Terra” preferiscono
cercare ciò che vogliono nel cieco specchio del mondo.
12. La donna siede su
una bestia di colore scarlatto = forza sottomessa, istinto sotto lo sfruttamento di
posizioni importanti, quindi del tutto condotta dalla bramosia dell’io. Una bestia = predisposizione
unilaterale, anche unica; il colore scarlatto significa qualcosa del tutto particolare. Scarlatto = cattivo contagio; e colore = pericolo
dell’inquinamento. Nel collegamento con
la donna vale la bestia come pazzia di potere, che ha incatenato la bramosia
dell’io con una forza violenta.
13. Qui “la bestia” è quella che unisce o unifica le
parti di potere mondano e spirituale, dapprima separate. Era piena di nomi di bestemmia
= non più soltanto che i nomi erano scritti sulla bestia, non – scritta piena
di nomi, cosa che significa contemporaneamente una
misura stracolma.
14. Nuovamente sette
teste, dieci corna! L’unificare della
bestia al drago precedente, determina un altro significato, senza però
sospendere quello antefatto. Dalla bramosia dell’io sorgono soprattutto = bramosia di fama, ingiustizia, ipocrisia, avarizia,
irascibilità, servilismo e brama di vendetta.
Questi spingono in avanti le loro corna = bramosia di
piacere, alterigia, stupidità, cattiveria, litigio, contesa, diffamazione,
lussuria, avarizia di possesso, follia.
15. Quanto in alto stanno nel valore gli istinti
curati dagli uomini del suolo della Terra, è dimostrato: «4La donna
era vestita di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di
perle. Aveva in mano un calice d’oro, era piena di abominazioni e delle
immondizie della sua fornicazione» [Ap. 17,4]. – La bramosia dell’io adornata può gareggiare
apparentemente senza fatica con i celestiali, perché anche loro hanno solo
delle arpe e coppe d’oro e simili.
16. Soltanto – questi gioielli della donna sono solo
indorati nella presunzione. Crede di aver un aspetto magnifico, e in modo
terreno è così. Ma chi discerne il Gioiello del Cielo con la cianfrusaglia del
mondo? – Chi però ha visto una sola volta un Raggio dell’Infinito, può chiamare oscuro anche il più chiaro splendore del
mondo. Così è rispettivamente il discernimento fra l’autentico Gioiello del
Regno e il povero oro da gatto della donna-mondo!
17. La donna era
vestita = la
sua natura velata, anche accompagnata dal
parentado; con porpora = bramosia di
dominio; scarlatto = prevaricazione; indorato con oro = opere illusorie; pietre preziose = mondo esteriore; perle = lacrime, a suo carico. Ma non è ancora sufficiente! Per la
bramosia dell’io, tutto è ancora troppo poco. Per ignorare il confine che ha
disdegnato, tende la mano al Santissimo, il Quale alla Terra offre protezione e aiuto: cioè ad un calice d’oro. E’
sempre un Simbolo del santo Calice, per quanto possa essere descritto come d’oro.
18. La donna commette un peccato con l’alto segno,
perché la Dottrina di Dio è una stoltezza per la bramosia dell’io ([1°
Cor. 1,18]: «Poiché la parola della croce è pazzia
per quelli che periscono; ma per noi che siam sulla via della salvazione, è
potenza di Dio»). Colma di abominazione, impudicizia della fornicazione = coscientemente
cattiva di rendere ridicola il Santo, di schernire; piena = una misura
stracolma, alla quale sta proprio di
fronte la piena misura dell’Ira. Nella sua mano = oltre
allo scherno come bestia spirituale ha il
potere saccheggiare per sé il Vangelo.
Questo è il più grave abominio e porta la rovina alla grande Babilonia.
19. «5Sulla fronte aveva scritto un nome:
“Mistero, Babilonia la grande, la madre delle meretrici e delle abominazioni
della terra”» [Ap. 17,5]. – Sulla sua fronte = comprensibile superiorità;
scritto =
inciso e trionfante; mistero = abbagliatrice; madre della
prostituzione e tutti gli abominii sulla Terra = porta e nutrice
dell’anticristo. In verità, una
madre-bestia, che genera instancabilmente i suoi piccoli.
20. «6E vidi la donna ebbra del sangue
dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Al vederla, mi meravigliai
grandemente» [Ap. 17,6]. – Ebbra = incosciente; si
lascia – come ebbra – indurre a diverse cose. Ma non è ebbra solo da se stessa,
ma – terribile e spaventosa – del sangue dei santi e dei testimoni di Gesù
= dei figli della Luce, i qual vanno nella materia come portatori del
co-sacrificio.
21. Questa Babilonia, dominando i troni del potere
mondano e spirituale, ha scatenato innumerevoli fiumi di sangue, iniziati un
giorno da Abele fino a Zaccaria, con la persecuzione dei cristiani, con
l’inquisizione e fino ai giorni degli abomini della guerra mondiale. – E
quant’altro rimane ancora riservato?
22. Se il veggente si stupisce, allora è
veramente spaventato. Allora vidi – l’Edificio della Creazione e il suo decorso
come Gradini sulla Scala del Cielo, su cui ora la figlia caduta deve
arrampicarsi insieme al seguito – fino alla fine, fino in cima! La grande
Babilonia è il peso della figlia in questo “santo-grave Dramma della
Creazione”, che attira in basso, creato dalla colpa.
[indice]
Parte III / III
[Ap. 17,7-18]
La rappresentazione della donna e
della bestia
1.
La nuova immagine
inizia con la domanda: «7Ma l’angelo mi disse: “Perché ti meravigli? Io ti dirò il
mistero della donna e della bestia che la porta, e le sette teste e le dieci
corna. 8La bestia che hai visto, era e non è; e deve salire
dall’abisso per andare in per
2.
dizione. E quelli che abitano sulla terra i cui nomi non
sono stati scritti nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, si
meraviglieranno, vedendo che la bestia era e non è, e riapparirà» [Ap.17,7-8].
2. La bestia = pazzia condotta
dalla bramosia dell’io; è stata = la sua fine è predeterminata; e non è = è senza verità. L’angelo parla dalla vetta della Luce, dalla caduta
di Lucifero fino alla completa redenzione. Lo spazio e il tempo intermedi sono
forme che perdono la loro esistenza senza valutazione di parte. Quindi: ritornerà di nuovo = si lancia nuovamente in due limiti di tempo. Così, in pratica, domina ancora, per cui il suo
ritorno cade nella quarta parte dell’ulteriore Esercizio del Diritto.
3. Salire dall’abisso. Nel senso materiale, questa è una forza subordinata,
anche intelligenza; nel santo senso-Ur l’abisso significa la materia, nella
quale il fuoco di Dio ha spinto Lucifero. Salire, da qui, ha richiesto il tempo
sconosciuto di quasi sette Ore della
Creazione, di cui secondo l’Ordine fa parte anche “andrà in perdizione”. Noi vi andiamo improvvisamente, senza
ostacolo; nella dannazione = nella dissoluzione dell’essere istintivo, non di
quello animico, poiché delle anime diventate
istintive sperimenteranno il loro Armaghedon.
4. Di questo si
meravigliano coloro che abitano sulla Terra
= uomini del suolo della Terra si spaventano anche, solo diversamente da Giovanni,
poiché i loro nomi non sono scritti = sono risultati
inutili. Loro sono bensì anche scritti
nella santa Opera di UR, se non nel Libro della Vita, allora in quello della
morte, alla resa dei conti.
5. Dal principio del
mondo = dall’inizio
della materia e non magari i ‘figli del Regno’. Nella caduta i loro nomi sono stati scritti nel ‘Libro del Giorno del Creatore’. Se,
quando e in quale modo potranno un giorno di nuovo esservi iscritti, lo dirà la
fine di questa Rivelazione.
6. Il vedere la bestia
= arrivare
alla riflessione; che è stata e non è e che sarà = sulla bestia, cioè perdere
ogni sostegno nella loro illusione.
Questo lo intendeva l’angelo con il linguaggio un po’ confuso delle immagini.
Perciò la sua grande chiamata: «9aQui sta la mente e la sapienza!»
[Ap. 17,9a]
7. L’angelo non eleva invano in alto lodando
8. «9bLe sette teste sono sette monti sui quali la
donna siede e sono anche sette re» [Ap. 17,9b]. – Il monte interpretato secondo la Luce, è trascuratezza,
secondo l’immagine del tempo, la falsa
elevazione. Comunità (popoli, logge
ecc.), legge del mondo, atti di difesa e d’accusa, concetti di fatti materiali,
conoscenza (invenzione). Re, come vengono chiamati i monti, sono tutto e tutte
le potenze dominanti.
9. «10Cinque sono caduti, uno è, e l’altro non è
ancora venuto; e quando sarà venuto, ha da durar poco» [Ap. 17,10]. – Quanto poco questi ‘re con i monti’ si riferiscono
a dei sovrani, lo si nota facilmente. Cinque
sono caduti = arbitrio arrestato alla caduta nella Creazione; secondariamente, i
cinque sensi naturali, che sovente sono
sottoposti alla brama dell’io, mentre il sesto e settimo senso senza la Verità
non valgono come forze spirituali ultrasensoriali.
10. Uno è = è reale, e i campi del potere dei cinque caduti devono
piegarsi al suo dominio, in cui alla realtà terrena caduca, viene dato il
cambio da quello spirituale che arriva. Chi lascia cadere i cinque sensi
naturali = subordinato, si dà al vero Spirito e alla vita esistente. Che all’ultimo re = conoscenza, rimane
solo un breve tempo, dipenderà dallo sviluppo finale. Se ora la realtà e la
conoscenza basteranno per arrivare a quel senso di cui fa parte la Sapienza, è
discutibile. L’angelo lo annuncia.
11. «11E la bestia che era e non è, è anch’essa un
ottavo re, e viene dai sette e se ne va in perdizione» [Ap. 17,11]. – Sebbene riguardo al
tempo della bestia = cattivo principio,
non sarà più determinante, sarà comunque sostenuto da Lucifero. Ma è stato = la sua caduta è stata;
e non è
(più) = poiché sarà vinto dall’ “E’ compiuto!” Questo è l’ottavo, posticipato
nella caduta ai sette principi della Luce.
12. C’erano otto grandi Spiriti: Sadhana
e gli arcangeli-Ur[3].
Perciò: Egli è dei sette = non proceduto da
loro, ma facente parte di loro,
attraverso la sua caduta oramai dipendente da loro. I sette stanno al di sopra
di lui. Ma anche in modo terreno i portatori dei principi cattivi dipendono dal
potere del mondo.
13. Dato che la bestia nel tempo dell’immagine non è
più Lucifero stesso ma è il principio demoniaco, deve di nuovo andare nella perdizione = dissoluzione, oppure seconda morte (21,8); andare = all’improvviso, contemporaneamente, tutto ciò che gli si è ascritto.
La predetta dipendenza si estende nel decorso dell’immagine a: «12Le dieci
corna che hai visto, che sono dieci re che non hanno ancora ricevuto il regno,
ma riceveranno potestà come re, assieme alla bestia, per un’ora» [Ap. 17,12].
14. Le dieci corna
come re = troneggiano gli istinti della brama dell’io; ma, senza regno = senza ricchezza. Dato che non somigliano ai re delle teste, non hanno
nessuna sfera personale di potere, sono delle posizioni. Un tempo (un’ora) = è
lasciato a loro per comparire insieme, inseguire delle mete, anche in quel
tempo materiale della Creazione; nel senso dell’immagine “l’alto tempo concentrato della terza epoca della fine”. E il ricevere il
potere con la bestia = la rafforzata bassezza e dipendenza dalla grande
Babilonia.
15. «13Costoro hanno un unico intento e daranno la
loro potenza e la loro autorità alla bestia» [Ap. 17,13]. Un unico intento = sottomettersi
all’unica legge, oltre a questo, una
comune influenza dalla brama dell’io. Dare la
loro forza e potere alla bestia, tramite
cui riceveranno unitariamente il potere, elevando
solamente la loro vita istintuale, animale-istintiva, sotto la degradazione dei cinque sensi naturali (presenti) in un “sentimento umano”.
16. «14Costoro
guerreggeranno contro l’Agnello e l’Agnello li vincerà, perché egli è il
Signore dei signori e il Re dei re; e vinceranno anche quelli che sono con lui,
i richiamati, gli eletti, e i fedeli» [Ap. 17,14]. – Non ‘c’è da stupirsi, che gli adoratori della
brama dell’io combatteranno contro l’Agnello = Cristo e il Suo
Vangelo, altrimenti al posto della gioia
terrena dovrebbe porsi (per
ciascuno) una vita nell’astinenza e nel
portare la croce[4].
16. Ma a cosa serve la loro battaglia, se l’Agnello li
vincerà? Questo riguarda ancora il verdetto per i re indicati. I loro uomini
saranno rovesciati nel loro tempo, – se non prima; quindi, con la morte e con
la resa dei conti finale, che loro sperimenteranno.
17. L’Agnello darà la Sua Vittoria anche a coloro che
passano attraverso la scuola dell’umiltà. Costoro possono vivere sia sulla
Terra come anche già nell’aldilà. Lo afferma: per
gli eletti = coloro che sono sulla buona via; eletti = perfetti; credenti = la grande
moltitudine. Non a caso gli eletti sono
piazzati nel mezzo; tramite loro, l’Alta Guida della Grazia giunge ai chiamati
e fedeli nel giusto pareggio. Un giorno gli eletti porteranno come sposa di
ambedue i gruppi come una veste e come un gioiello.
18. «15Poi mi disse: “Le acque che hai veduto e sulle
quali siede la meretrice, son popoli e moltitudini e nazioni e lingue”» [Ap. 17,15]. – E’ la continuazione
di ciò che risulta alla fine dall’immagine del tempo. Le acque come popoli, moltitudini, nazioni e lingue sono gli ammassamenti di coloro che pensano all’unanimità nelle assemblee; gli
ignari, gli indifferenti e coloro che gridano insieme.
20. «16E le dieci corna che hai visto e la bestia
odieranno la meretrice e la renderanno desolata e nuda, e mangeranno le sue
carni e la consumeranno col fuoco» [Ap. 17,16]. – Le corna non sono identiche di quelle della bestia
scarlatta (Ap. 12,3),
nemmeno di quelle che hanno dato il loro potere unito alla bestia (Ap. 13,1),
perché non sono menzionate delle teste. Questa è una faccenda particolare.
21. Sotto la guida dell’angelo, Giovanni vede insieme
il passato e il futuro. Non sono gli istinti della brama dell’io che odieranno
la meretrice, piuttosto gli uomini subordinati agli istinti, in cui la
subordinazione si rivelerà anche come bestia. Lo dirà il testo che pre-menziono: «Perché
Dio lo ha dato loro nel cuore» (Ap. 17,17). Dio stesso non cambierà mai gli istinti, ma Egli dà la facoltà e
la Grazia di trasformare tali istinti. Dare nel
cuore = nella
conoscenza ragionevole.
22. Una volta toccata da questo, l’anima ha nostalgia
di liberazione. Allora tende avanti le sue dieci
corna (attività): cinque sensi naturali, tre sensi di Grazia (nostalgia, conoscenza, dedizione) e due sensi spirituali (illuminazione,
sentimento religioso). Odiare la meretrice e
renderla desolata = staccarsi; mangiare la sua carne
= sottoporre il materiale alla
trasformazione spirituale; consumare con il fuoco
= uccidere con i tre sensi di Grazia
dell’anima ed i due sensi della Luce dello spirito.
23. «17Dio infatti ha messo in cuor
loro di eseguire il suo disegno e di avere un medesimo pensiero e di dare il
loro regno alla bestia finché siano adempite le parole di Dio» [Ap. 17,17]. – Di ciò ne darà la conferma il tempo, poiché “eseguire i suoi disegni ed avere lo stesso pensiero” secondo l’immagine è
la grande misteriosa preparazione a questo Atto.
24. I dieci sensi riconoscono la santa opinione e vi
si adeguano unanimemente, subordinando i cinque sensi naturali ai tre sensi di
Grazia e ai due sensi spirituali, perché anche all’inizio i sensi naturali
hanno portato un’alta decisione, a cui li elevano di nuovo i cinque sensi della
Luce. Se i cinque sensi naturali ([Matt. 25,1-13]: la parabola delle dieci vergini) diventati stolti, ricevono presto il buon olio dello
Spirito, potranno ancora seguire i cinque sensi della Luce (giungere a un
impulso più elevato).
25. Poi cedono il loro
regno = la
vita del mondo; alla bestia = estirpare gli istinti della brama dell’io, “finché le parole di Dio siano adempite!”. Questo si
riferisce all’intera Rivelazione di Giovanni, alla grande Porta per
“l’Eternità-Ur in Spazio e Tempo”! Quest’immagine veramente ultima era stata
data in anticipo ai fedeli nel mondo. Il Significato di base riguarda tuttavia
l’enorme Anno-Atto-Ur già menzionato, e non soltanto il suo sesto Giorno
dell’Amore.
26. Quello che UR ha mostrato ai Suoi grandi Spiriti
in questo Anno nel primo Giorno dell’Ordine, scritto alla Sera del quarto
Giorno, quello della Serietà, nel Suo Libro della Creazione come Testamento,
vale esclusivamente a questo: “finché le
Parole di Dio siano adempite!”
27. Infatti, l’Anno-Parola-UR era già compiuto; a lui
seguiva l’Azione, sigillata dal GOLGOTA come il santo-vero Garante della
parola: “Sia Luce: tramite l’Azione!”
28. La successiva indicazione restituisce al veggente
il vero decorso dell’immagine. «18La donna che hai visto è la
gran città che impera sui re della terra» [Ap. 17,18]. – Con ciò è indicata la terza parte nel riassunto. La donna = tutto ciò che è anti divino, ora chiamata la grande città; circondata
da mura = quindi caparbietà rigida; impera sui re della Terra
= radunare alla battaglia i re delle teste e
delle corna. Ciò che porta la battaglia
attrezzata della meretrice di brama dell’io, lo rivelerà la fine della terza
epoca del Giudizio.
[Salmo 110, 5-6]
«Quelli
che si gloriano non sussisteranno
dinanzi
agli occhi tuoi,
tu
odii tutti gli operatori d’iniquità.
Tu
farai perire quelli che dicon menzogne;
l’Eterno
aborrisce l’uomo di sangue e di frode».
[indice]
Parte III / III
[Ap. 18,1-19]
Inizio
del crollo annunciato
1. «1E dopo queste cose vidi un altro angelo che scendeva dal
cielo, il quale aveva gran potestà; e la terra fu illuminata dal suo splendore» [Ap. 18,1]. – Il primo dei
quattro araldi compare come ufficiale comandante del terzo Giudizio angelico. A
differenza degli angeli precedenti, lui appare nel fasto di Colui che lo manda.
Inoltre non viene soltanto sulla via dell’Eufrate, ma discende dal Cielo = con grande velocità e inimmaginabile Veridicità. Il messaggero regale introduce fattivamente il
crollo della meretrice di scarlatto.
2. Un gran potere = non solo quello degli araldi, no, ma con una più profonda parte del Potere del Creatore, intesa quale prima Camera del Cuore-Ur. Tuttavia, il
messaggero regale non è nessuno dei portatori fondamentali di questa Potenza
creativa, gli è stato affidato soltanto dalla Fonte della grazia dell’Alleanza,
affinché così esista un Giudizio finale indebolito. Se il Creatore agisse nella
propria Sovranità, il resto ancora notevole della minestra di lenticchie
luciferina sperimenterebbe una dissoluzione, invece che la redenzione.
3. Solo per questo motivo “l’altro angelo” può ‘avere’
parte della Potenza del Creatore. E perciò discende dal Cielo con gran Potere,
affinché la Terra venga illuminata dal suo splendore. Terra = uomini che
appartengono ancora alla grande città; essere
illuminato = insegnare, riconoscere il potere e la magnificenza del
Regno. Perciò lo splendore dell’angelo = con
l’auto inganno non c’è più nulla da coprire.
4. «2Ed egli gridò con voce potente
dicendo: Caduta, caduta è Babilonia la grande, ed è divenuta covo di demoni,
contenitore di tutti gli spiriti immondi e contenitore di ogni uccello immondo
e abominevole» [Ap. 18,2] – Al contrario della
stessa chiamata nel Regno, ora viene annunciata la vera caduta. Caduta = restare vittima della caduta, diventata esigibile; Il “è” assume perciò il tutto,
fino alla completa fine.
5. La distruzione della Babele di una volta non ha avuto
bisogno di nessun impiego celeste di fronte alla caduta della meretrice-Babele.
Perciò grida con potenza = compenetra
Spazio e Tempo; inoltre, grazie
all’Incarico ricevuto. Per l’angelo vale (Isaia 51,9): «Risvegliati! Risvegliati! Rivestiti di forza,
o braccio dell’Eterno!». Invece, con la
gran voce = facoltà personale, per essere all’altezza della
rappresentanza del Creatore; dicendo = espressa conferma dell’Incarico.
6. La Grande Babilonia = oscurità, finché non può giungere ancora a nessun ritorno; diventata covo di diavoli =
vale per il mondo e per il suo più stretto
circondario, mentre altri pianeti, che
appartengono pure alla materia, stanno molto più in alto. Diavoli = esseri e uomini caduti;
contenitore/albergo = abitazione poco
buona; Trattenuto = la materia
terrena li tiene catturati; tutti gli spiriti impuri
= orientamenti d’intelligenza anti divini; uccelli immondi e
abominevoli = coloro che si elevano al di sopra della Parola di Dio (volare), così da miscredenti immondi davanti a Dio,
come massa, in abominio dai superiori.
7. «3PPoiché tutte le nazioni han
bevuto del vino dell’ira della sua fornicazione con lei, e i mercanti della
terra si sono arricchiti con la sua sfrenata lussuria» [Ap.18,3]. – Il vino dell’ira porta l’inganno e l’annebbiamento
dei sensi; la sua fornicazione = influenza del
potere su coloro che sono attaccati alla materia.
Qui sta in inaudito impiego di potere e ira contro ira!
8. Tutte le nazioni = le genti
materiali e terrene, esseri infernali; hanno bevuto = si sono lasciati sedurre dalla brama dell’io; i re sulla Terra = conducenti in
vista mondano e spirituale; hanno fornicato con lei
= prestare differenti servigi; i mercanti sulla
Terra si sono arricchiti = gruppi industriali, coloro che sono ricchi nell’influenza
nella politica, giornale, film, ecc.
Inoltre, con la sua sfrenata lussuria = nell’agire folle
di conquistare ciò che è terreno e rigettare ciò che è divino.
9. L’araldo ha introdotto il crollo in modo celeste.
Anche se c’è ancora qualche immagine intermedia, questo ha la sua importanza.
Soltanto, – non lo indica l’araldo, è il CREATORE che dirige questa potente
Sinfonia. Ciò che avviene nel mezzo lo è nell’influenza tramite gli angeli
sottoposti alle Caratteristiche.
10. «4aPoi udii un'altra voce dal cielo che diceva»
[Ap. 18,4a]. – Al veggente nulla sfugge di tutte le cose
che succedono intorno a lui nel Regno. – Un’altra voce = un angelo comandante dato per diritto all’araldo e
a lui direttamente aggiunto, che ha da mostrare i segnali dal grande Messaggio
dei figli del Regno sulla Terra.
11. «4bUscite
da essa, o popolo mio, affinché non siate partecipi dei suoi peccati e non
abbiate parte delle sue piaghe» [Ap. 18,4b]. – Questo Messaggio dell’Onnipotente vale esclusivamente
per la Terra. ‘Quest’altra voce’ trasmette letteralmente ciò che l’Onnisanto-Ur ha da dire dal Suo maestoso trono. Manca
ancora un piccolo tempo, prima che arrivi il Re, per cui Egli stesso non parla
ancora alla Terra.
12. Ora il grande appello: “Uscite da essa, o popolo Mio!”
= Qual invito contiene quel: Abbandonate
tutto, rinunciate a onori e a funzioni; non cercate la ricchezza né possesso; presto è passato! Non abbiate caro nulla del luogo
d’abominio, accontentatevi con ciò che vi dona l’Onnipotenza. E voi alla fine
esclamiate giubilando:
“Quale Pienezza ci ha dato il Padre!”
13. Affinché non siate
partecipi dei suoi peccati = della sua cattiveria;
e non abbiate parte alle sue piaghe = al Giudizio, come peso interiore ed esteriore. Qualcuno crede che
Dio distolga ogni peso dai fedeli. Su questo Paolo dice [1° Cor.
5,9-13]: «Altrimenti dovreste sgomberare il mondo!». Proprio tramite gli
ultimi dal popolo (Regno) i figli del mondo rovinato devono essere sollevati
dalla loro seconda morte. Se il popolo di Dio rimanesse libero da ogni peso del
destino, – avrebbe da soffrire di più a causa del mondo che dalla sofferenza
con e nel grande destino finale.
14. «5Perché i suoi peccati giungono fino al Cielo
e Dio si è ricordato delle sue iniquità» [Ap. 18,5]. – Fino al Cielo = la misura di
tempo e spazio della materia, trabocca.
Fra l’oltraggio e il Cielo non c’è più nessun’altra barriera che questa: la
Misura della Grazia! Così Dio deve ricordare = pensare che il
tempo della ricompensa e della liberazione dei fedeli non rimanga inadempiuto.
15. «6Rendetele il contraccambio di quello che
essa vi ha fatto, e rendetele al doppio la retribuzione delle sue opere; e nel
calice in cui ha mesciuto ad altri, mescetele il doppio» [Ap. 18,6]. – Quest’ordine non dipende più dalla chiamata al
popolo. E’ forse l’Onnisanto che dice questa Parola?
No, in quanto che i figli celesti del Regno, grazie al loro co-scrificio, sono autorizzati a far appello alla santa
Giustizia, ma anche alla Benignità. Affinché il caduto sia di nuovo
“sollevato”. In segreto è l’Altissimo stesso che elargisce il Comando; avviene
soltanto nell’evidenza tramite l’angelo comandante, il quale rappresenta
l’Araldo del Regno.
16. L’Ordine e la Volontà invitano gli altri cinque
Raggi della Vita fondamentale: Rendetele = secondo il
Potere della nostra Sovranità; come ha retribuito = agire secondo il suo arbitrio; doppio = spiritualmente e
terrenamente. Questo ‘doppio’ si basa
sull’abuso del calice d’oro, perché nel cui
calice lei ha versato = cioè non in un
qualunque calice di vino che la meretrice di scarlatto ha preso, ma nel Simbolo, nel santo Calice, il Simbolo della Dottrina di salvezza di Gesù, il
Sacrificio e la redenzione di Dio. Per questo le viene versato il doppio = nel tempo e nell’aldilà attraverso la prima e la seconda
morte. Così dovranno sostenere Giudizio
della seconda morte (Ap.
20,6 e 20,14).
17. «7Quanto essa ha reso in gloria per se stessa
e per il lusso, tanto datele di tormento e cordoglio, poiché ella dice in cuor
suo: “Io seggo regina e non son vedova, e non vedrò mai cordoglio”» [Ap. 18,7]. – ([Luca 12,19-20]: «Dirò all’anima
mia: “Anima, tu hai molti beni risposti per molti anni; riposati, mangia, bevi,
godi”. – Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà
ridomandata; e quel che hai preparato, di chi sarà?”). In verità, la santa Misericordia aveva bisogno di ‘un‘altra visione’: una nuova Creazione
sarà il ‘suo diritto’ sulle anime corrotte e, tale, – da farla risplendere sui
corruttori.
18. Glorificarsi = strappare a sé
il dominio; fatto intenzionalmente
= gonfiato nell’arbitrio. L‘arbitrio e il dispotismo vengono loro
ricompensati, versandoli con tormento e
sofferenza = la violenza carnale terrena
e spirituale generano una coscienza tormentosa, l’amara paura dalla propria
rovina, senza trovare alcun mezzo per fermarla.
19. Parlar in cuor suo = oltraggiare fino
all’ultimo termine della rovina; io siedo = ho una salda posizione,
sovente attraverso il tradimento di amici e nemici, della patria e del Vangelo; come regina = dominare i succubi;
non vedrò mai cordoglio = chiudersi alla sofferenza dei sofferenti.
20. «8Perciò in uno stesso giorno verranno queste
piaghe: mortalità e lutto e fame, e sarà consumata dal fuoco; poiché potente è
il Signore Iddio che l’ha giudicata» [Ap. 18,8]. – “Questo giorno
indicato non ha 24 ore ([2°
Pietro 3,8]: «Ma voi, diletti, non dimenticate quest’unica cosa: che, per il
Signore, un giorno è come mille anni, e mille anni son come un giorno») = può essere il
riconoscere graduale, ma anche un risveglio improvviso,
spaventoso. Le sue piaghe = con le speranze
e i legami stretti, i preparativi politici,
tutto sperimenta l’inesorabile distruzione.
21. Morte = senza sostanza
di vita; sofferenza = senza vera
esistenza; fame = non una mondana, certamente
nessun possesso di spirito; consumata con il
fuoco = totale
perdita. Questo, ora, da DIO ! Egli
sterminerà ciò che essi stessi, gli uomini, non possono ‘far morire’, poiché
Dio, il Signore, è forte. Colui che giudicherà = Chi ha giudicato
il centro della materia sul Golgota stesso.
Ma poi ha istituito com’era ‘edificata’ la Sua Croce, e mettere nel giusto,
come Egli, attraverso la propria resurrezione, per tutto il popolo, include
‘giustamente’ la morte nella Sua vita di Creatore!
22. «9I re della terra che fornicavano e lussureggiavan con lei, la piangeranno e faran cordoglio per lei quando vedranno il fumo del suo
incendio» [Ap. 18,9]. – Sono da
menzionare in anticipo due gruppi, di ognuno quattro generi, poi si può
risolvere facilmente l’immagine complessiva: il gruppo del mondo dei re
nominati: i mercanti, i commercianti e signori del mare (versetto 17); e il
gruppo spirituale del Cielo: dei santi, apostoli e profeti (versetto 20).
23. I re piangeranno e
faran cordoglio
= la classe superiore cerca di nascondersi
dietro al cosiddetto bene; fornicato e lussureggiato
= aver agito senza autentico discernimento; quando vedranno = riconoscere in
un giorno (il loro); il fumo del suo incendio
= le conseguenze delle proprie azioni.
24. «10Standosene da lungi per tema del suo
tormento diranno: “Ahi! Ahi! Babilonia, la gran città, la potente città! Il tuo
giudizio è venuto in un momento!”» [Ap. 18,10]. – Starsene lontani = senza fonti d’aiuto;
per tema del suo tormento = dover assistere
alla rovina, tremando; guai, guai = che cosa c’è da fare?;
la grande città Babilonia = tutti i gruppi
industriali riuniti; la forte città = ancora una volta sollevarsi contro Dio. Ora il forte Dio si trova contro la forte città! In un momento = l’inizio dell’avvenimento,
non più nessuna indugio come quello di un giorno.
25. «11I mercanti della terra piangeranno e faran cordoglio per lei, perché nessuno compera più le loro
mercanzie» [Ap. 18,11]. – Mercanti = potenti delle borse e delle industrie, tutti coloro che sono attaccati al solo lavoro materiale; piangono e portano sofferenza
= indignazione irosa, perché il loro mercato, anche il loro mercato di
idee, è diventato caduco ([Atti Ap.
19,23-28]: «Ora in quel tempo nacque non piccol tumulto
a proposito della nuova Vita. Poiché un tale, chiamato Demetrio, orefice, che
faceva dei tempietti di Diana in argento, procurava non poco guadagno agli
artigiani. Radunati questi e gli altri che lavoravan
di cotali cose, disse: “Uomini, voi sapete che dall’esercizio di quest’arte
viene la nostra prosperità. E voi vedete e udite che questo Paolo ha persuaso e
sviato gran moltitudine non solo in Efeso, ma quasi in tutta l’Asia, dicendo
che quelli fatti con le mani non sono déi. E non solo v’è proprio che questo
ramo della nostra arte cada in discredito, ma che anche il tempio della gran
dea Diana sia reputato per nulla e che sia perfino spogliato della sua maestà,
colei che tutta l’Asia e il mondo adorano, Ed essi, udite queste cose, accesi
di sdegno, si misero a gridare: Grande è la Diana degli Efesini!”»).
26. «12Mercanzie d’oro, d’argento, di pietre
preziose, di perle, di lino fino, di porpora, di seta, di scarlatto, e ogni
sorta di legno odoroso, e ogni sorta d’oggetto di legno preziosissimo e di rame,
di ferro e di marmo» [Ap.
18,12]. –
Qui può cambiare qualcosa nell’interpretazione, in quanto ora si mette
prontamente in prima linea le cose materiali. Ciononostante, lo ‘Spirito del
Giudizio’ rimane il più importante fino alla fine. Così anche qui.
27. La mercanzia
dell’oro rovinata
= circolazione
del denaro (fin dalla prima inflazione); argento = promesse; pietre preziose = punti d’appoggio; perle = sedi; lino prezioso = standard di vita; porpora = ricchi possedimenti;
seta = aspirante; scarlatto = arresto; legno odoroso = arte; strumenti diversi = esperienza raccolta,
e cioè dall’avorio = grande arte di
Stato; legno
prezioso = scienza (genere tecnico); rame = unioni di popoli; ferro = armamento; marmo = accordi particolari.
Questo riguarda soprattutto i potenti (spiriti impuri v. 2). Ma ora tocca alla
massa e cioè:
28. «13Cinnamomo
e l’amòmo, e i profumi, gli unguenti, l’incenso, il
vino, l’olio, i buoi, e le pecore, i cavalli, i carri, i corpi e le anime degli
uomini».” [Ap. 18,13]. – Quell’accusa ([Ez.
27]) alla ricca Tiro, per questo è un
parallelo, come anche a Babilonia ([Isaia 13 e 21]; [Ger. 50-51]). Ma
qui l’intera umanità del mondo babilonese sperimenta la sua duplice morte.
29. Cannella = soddisfazione; le essenze = sacrificio; unguento = buoni istinti; incenso = adorazione; vino = etica; olio = forza utile; farina per pane = necessario
possesso; grano = fertilità; bestiame = utilizzo; pecore = tranquillità; cavalli = forza; carri = servilità; corpi = dipendenza. Ma le anime degli uomini sono la fede in Dio e
questa è stata rubata. Al suo posto si trova l’uccisione della fede, anche
schiavismo (uccelli – v.
2).
30. «14E i frutti che l’anima tua appetiva se ne
sono andati lungi da te; e tutte le cose delicate e sontuose sono perdute per
te e non si troveranno mai più» [Ap. 18,14]. – Frutta = generale fertilità
(grano, solo quello
degli uomini); che l’anima appetiva =
mercanteggiare con tutti i mezzi; sono andati lungi da
te = oramai
senza successo; non si troveranno mai più
= perfezione esteriore ingannevole; magnifico = messo in alto. Il secondo ‘andato
lungi da te’ = il forte Dio ti ha tolto.
Perciò: non si troveranno mai più!
31. «15I mercanti di tali mercanzie arricchitisi da
essa se ne staranno lungi per tema del suo tormento, piangendo e gemendo» [Ap. 18,15]. – Alla terza categoria succederà come alle prime due
che valgono come re delle teste, mentre loro e la quarta categoria sono i re
delle corna. Mercanti = scienziati che usurano con le invenzioni, per il merito o a
danno delle forze planetarie; tali mercanzie = possibilità ‘riccamente’ sfruttate; stare lungi = incapaci, per lo
spionaggio, di evitare il disastro; del frutto
del suo tormento = rimorsi, paura della rovina; piangere e gemendo = futile tentativo di mettere un innocuo mantello al
loro scavare della morte.
32. «16Guai, guai! La gran città ch’era vestita di
lino fino e di porpora e di scarlatto, e adorna d’oro e di pietre preziose e di
perle!» [Ap. 18,16]. – La gran città = ferma speranza; vestita = avvolta; con lino fino = vita spensierata; porpora = influenza di
potere; e scarlatto = licenze; placcato di oro = agire ingannevole; oro = illusioni, opere
d’abbaglio; pietre preziose = posizione esteriore;
perle = cordialità.
33. «17Una cotante ricchezza è stata devastata in
un attimo. E tutti i piloti e tutti i naviganti e i marinai e quanti trafficano
sul mare se ne stavano da lungi» [Ap. 18,17]. – In un attimo, è spiegato nel versetto 10. Devastato = diventato inutile; tale ricchezza = sforzo dei re, dei
mercanti, dei commercianti (politica, lavoro, scienza); e armatori (arte) = portare tutto a un comune denominatore, oppure giocarselo fino in fondo, mantenendo la
rotta, obbedendo; e quanti trafficano = appartenere alla
moltitudine degli armatori, e cioè: sulle navi = i tirapiedi volontari;
sul mare
= gli inesperti sfruttati; tutti stavano lungi = non possono più
salvarsi dal naufragio.
34. «18E vedendo il fumo
dell’incendio d’essa, esclameranno dicendo: “Quale città era simile a questa
gran città?”»
[Ap. 18,18]. – Il fumo del suo
incendio = conseguenze terribili; in
collegamento con la gran città = chi ha fatto
cose grandi come noi? E poi naufragano
con le loro macerie.
35. «19E getteranno della polvere sul capo e
grideranno, piangendo e gemendo diranno: “Ahi! Ahi! La gran città nella quale
tutti coloro che avevano navi in mare si erano arricchiti con le sue merci, in
un momento è stata ridotta a un deserto”» [Ap. 18,19]. – Per la terza volta “Guai! Guai!” – tutti e tre
causati dai tre angeli del Giudizio, – riassume ciò che è successo finora in
modo crescente. Perciò, gettare polvere sul
loro capo = arraffare ciò che è diventato inutile per mostrarlo al
Giudice e poter dire: “Volevamo solo il meglio!”
36. Nuovamente il quattro, cioè: gridare = prevaricare; piangere = lavarsi puri; gemere = accusare Dio; parlare = affermare la loro innocenza; in più la gran città = il loro campo
d’azione diventa la dimostrazione della loro colpa, poiché i colpevoli sono diventati ricchi con le navi sul mare = potere attraverso l’influenza; della loro mercanzia = potere tramite
la politica, il lavoro, la scienza, l’arte.
Ora accade in un attimo! Con ciò è avvenuta l’introduzione e una parte del
crollo.
[indice]
Parte III / III
[Ap. 18,20-23]
La fine del Giudizio viene sigillata
1. «Rallegrati d’essa o cielo, e voi, santi, e
apostoli e profeti, rallegratevi, poiché Dio, giudicandola, vi ha reso
giustizia» [Ap. 18,20]. – Ogni parola di
Dio ha due facce, quello che uno ha da aspettarsi e una che adempie. La prima
procede dalla Grazia, la seconda dalla Giustizia! Alla Grazia si dice:
“Sciocchezza!”. Ma se l’adempimento guarisce una tale cecità, allora si grida:
“Perché Dio permette questo?”. – Soltanto, “La profezia si adempirà pure a suo tempo!” ([Habacuc
2,3]: «Poiché è una visione per un tempo già fissato; ella s’affretta verso la
fine e non mentirà: se tarda, aspettala, poiché per certo verrà, non tarderà»).
2. Perché devono gioire i Cieli, i santi, gli apostoli
e i profeti di questa amarezza? Oh, è quella maestosa gioia, sconosciuta sulla
Terra. Rallegrati, perché con la fine del Giudizio la grave caduta è passata,
la grande ‘ferita della figlia’ è guarita. La magnificenza del Golgota opera
nel ‘Gloria’ e nel ‘Giubilate’ di DIO l’alto Giorno del
riposo!
3. Ma significa ancora qualcos’altro: il quadruplice
gruppo della Luce deve troneggiare sulla
caduta, cosicché le possa essere data la benedizione del Cielo e affinché stia
sotto questa benedizione come sotto la protezione e il patrocinio di Dio. Il ‘sopra’, quindi, non è presunzione; contiene
il doppio dovere del co-aiuto per la benedizione e per la propria assoluta
umiltà.
4. Cielo = eterno Dominio; Santi = co-portatori del
Sacrificio; apostoli = che predicano e sentono la Parola di salvezza; profeti = trasformare in
azione il pensiero e la parola. Loro
tutti, del tutto uniti, rappresentano simbolicamente il Cuore-Ur con le Sue
quattro Camere del Cuore.
5. Perché Dio ha = già stabilito la
redenzione di base; reso giustizia = quello che i figli del Regno possono pretendere. Qui si vede che il Giudizio era stato provocato
dall’Opera mentre l’esecuzione si riferisce sempre soltanto condizionatamente
al Giudizio di Dio! Il riportare ciò che era caduto era stato pensato per il
libero co-aiuto degli abitanti del Regno. I co-portatori del Sacrificio sono
perciò i co-esecutori del Giudizio. Il Giudizio di Dio è e rimane la maestosa
“Parte-Ur”; il giudizio dei figli del Regno è il “verdetto del Diritto secondo
la misura della Santità offesa”!
6. Il ‘vostro giudizio’ è ancora: la vostra dedizione
(partecipazione) alla Mia Opera e alla redenzione. Perciò: giudicandola = dapprima vendicata, dopo riedificata, raddrizzata con
l’ultimo Atto di Grazia (vedi cap. 21,3-5):. Su ciò
UR veglia come santo Vendicatore. Egli ha aperto i Libri, e alla Sera del
Giorno dell’Amore compiuto Egli chiude di nuovo il Suo Libro principale. IL
Golgota ha pareggiato il dare e l’avere dell’Opera.
7. «21Poi un potente angelo sollevò
una pietra grossa come una gran macina, e la gettò nel mare dicendo: “Così sarà
con impeto precipitata Babilonia, la gran città, e non sarà più ritrovata”»
[Ap. 18,21]. – Il potente angelo è il secondo re del fiume
Eufrate. Quello che il primo ha illuminato con la sua gloria, ora il secondo lo
copre in segno che è avvenuto. Il primo araldo agisce nel Potere del Creatore,
il secondo nella Forza dell’alto Sacerdote Melchisedec.
8. Sollevò una grande
pietra = la
pietrificazione della figlia caduta e la crudeltà del mondo. Come una macina che può macinare il grano, nella
Mano di Dio è la Pietra della Grazia che copre l’abisso, per preservare i
salvati da una nuova caduta. Fatta così è la santa macina che guadagna dal
chicco la farina fine. Su questo, la fine dice di più: una terza
interpretazione. Il Giudizio viene finalmente sospeso dall’Alto Sacerdote; non
ha più bisogno di nessuna continuazione né di una ripresa.
9. La gettò in mare = da questa pietra
vengono colpiti tutti i mondani insieme alla loro vita mondana, ma non per essere macinati dalla Grazia come per la
macinazione del chicco di grano. Oh, vedete la Gentilezza di Dio: “La Tua Parola non è altro che Verità; tutti i Diritti della Tua Giustizia
durano in eterno!” (Salmo
111,7).
10. Con impeto = potente, anche
violento; la
grande città Babilonia gettata = l’istinto viene estirpato;
nell’eterna dannazione non cadono i
poveri figli, perché questo non sarebbe nessuna Misericordia di UR. Soltanto i
frutti della formazione apparente di Lucifero, cioè giustamente, la materia,
come la grande città Babilonia. Questa viene distrutta.
11. Così parla l’araldo nella forza del Sacerdote: non sarà più ritrovata!
La materia non era stata formata dalla Potenza della Luce, non ha quindi
nessuna sussistenza di Eternità, perché non vi sarà più sofferenza, né peccato,
né cordoglio, né dolore né morte. Ogni povertà viene liberata e portata a Casa!
Le magnifiche Caratteristiche dell’Alto Sacerdote Melchisedec,
Sapienza e Serietà hanno pronta un’assoluzione, che non può mai essere
riconosciuta o impiegata in modo terreno, perché è sorta unicamente dal “santo
Sangue del Golgota”! E nessun’altro che COLUI che ha portato il sangue al
sacrificio, il “grande Alto Sacerdote GESU’”, è autorizzato di assegnare un tal
complessivo perdono! (Ebr.
4,14-16 / 5,9-10)
12. Non è ancora ora. Dapprima l’araldo dice ciò che non
si ritrova più. «22E in te non sarà più udito il suono né di
arpisti né di musici, né di flautisti né di sonatori di tromba, né sarà più
trovato in te alcuno artefice d’arte qualsiasi, né s’udrà più in te rumor di
macina. 23aE non rilucerà più in te lume di lampada,e non s’udrà più
in te voce di sposo e di sposa!» [Ap. 18,22-23a].
13. In genere, così cessa la vita. La voce = vanagloria; cantori = lodare in modo terreno;
arpisti =
imitare con la bocca; flautisti = dare il rintocco; non dev’essere più
udito, nemmeno trovato = il Libro del Giudizio di Dio viene chiuso per sempre.
14. Nessun artefice di
nessuna arte = produzione con percentuali;
la voce del mulino = ripetere
chiacchiere in modo spensierato e senza scrupoli;
non rilucerà più nessuna lampada = propaganda
abbagliante; voce dello sposo = corteggiatori per il materialismo; della sposa = seguire
volontariamente. Per quanto riguarda
l’immagine del tempo, questo decade ancora sugli esseri e sugli uomini, ma per
la visione ultima vale solo ancora per gli istinti, la forza che separava le
anime dalla Luce.
15. «23bPerché i tuoi mercanti erano i
principi della terra, perché tutte le nazioni sono state sedotte dalle tue malìe. 24In essa fu trovato il sangue dei
profeti e dei santi e di tutti quelli che furono uccisi sopra la terra» [Ap. 18,23b-24]. – Ciò che viene detto per ultimo è un riassunto.
16. Vale ancora un’indicazione: tutte le nazioni = uomini del mondo; con la tua malìa = promesse di
ricchezza, potere, influenza; essere sedotti = essere esiliati.
Chi poteva liberarsi, doveva pagare il tributo a questo mondo: il sangue dei profeti e dei santi! Non per tutti, questo significa la morte da martire;
in genere per questo è da considerare la rinuncia a tutto il terreno per lo
spirituale.
17. Con ciò il crollo in sé è concluso. Quello che ne
porteranno ancora le successive immagini è il “mettere in ordine le macerie” e
cioè: persino ciò che la caduta della figlia (Sadhana) della Creazione ha operato dalla sua forza
apparente, il Misericordioso lo vuole impiegare ancora come una crosta
terrestre, che comunque rimane una ‘parte del campo’
nell’arare. La trasformazione sarà il ritorno del figlio perduto; il campo è il
nuovo Giorno della Creazione. Il veggente di Dio ha riconosciuto questo in una
meravigliosa Veracità, e nel rivelarlo, “Qui sta la mente e la sapienza”.
[Salmo 19,3-4]
«Il
giorno al giorno ne affida il messaggio,
e
la notte alla notte ne trasmette notizia.
Non
è un linguaggio, e non sono parole;
di
cui non s’ode il suono.
Ma la loro voce si diffonde per tutta la terra
e
fino all’estremità del mondo i loro accenti vanno»
[indice]
* * *
Parte III / IV
[Ap. 19-20]
La
fine di tutte le potenze mondiali – La resa dei conti dell’ultimo tempo
1.
L’ultima parte dell’ulteriore Esercizio del Diritto, il “grande Giorno del
Signore!”. Risplendente, anzi ammonendo, passa attraverso la meravigliosa
Apocalisse; santa-seria è la sua Scrittura della Creazione. Il suo tempo è
smisurato. Il principio procede dal Creatore; la direzione conduce alla fine
del potere del mondo; il corso è la resa dei conti; la meta è la riedificazione
dell’Ordine di UR per tutti i figli della Creazione.
2.
Quello che è stato rivelato finora viene ancora incorniciato con due colori
dalle immagini in arrivo: dal blu del Cielo e dal grigio del mondo. L’Infinito
mantiene il ‘Trono del Dominio’; il finito – il tempo, popoli, uomini e destini
– è per sempre sospeso. L’infinito, l’eterno Potere-Ur, è la Parola: “Guarda, Io faccio tutto nuovo!” (Ap. 21,5).
3.
Inafferrabile Grandezza, Potere, Maestà e Magnificenza lasciano cadere una
Goccia dalla Fonte della Grazia del Patto sul tempo della fine – un ATMA! – Quanta Redenzione dal sangue
del Golgota riempie questo unico ATMA? Non calcolatelo, voi uomini; guardate la
Benignità di Dio!
4.
La quarta parte, come la seconda, si suddivide in sette immagini temporali,
alle cui sequenze allineate giungono ancora di più quasi simultaneamente delle
influenze e degli effetti, quanto più la limitatezza e la redenzione vengono
spinte verso la loro dissoluzione e perdonate. Ora da ciò la prima immagine:
* * *
[indice]
Parte III - IV
[Ap. 19,1-10]
Previsione del tempo durante e dopo la
resa dei conti
5.
La visione di Giovanni nel Cielo viene prima percepita sulla Terra, quando
compare la quarta parte principale: “La Magnificenza Celeste”. – «1Dopo queste cose, udii come una gran voce di una immensa moltitudine
nel cielo che diceva: “Alleluia! Salvezza e gloria e onore e potenza
appartengono al nostro Dio!”» [Ap. 19, 1].
Il dopo sia la conclusione, come anche l’Atma di UR è una conseguenza del tutto
determinata, che dev’essere inclusa dal momento dell’inizio dell’immagine fino
alla fine della visione complessiva.
6.
Udire = dato di fatto; una voce di una gran moltitudine = dalla dichiarazione unanime di tutti
i richiamati a Casa dai singoli tratti di tempo, che conduce all’adorazione di
gloria per la meravigliosa fine. Nel
Cielo = le moltitudini dichiarano e
ricevono la Salvezza veritiera; che
dicevano = e dichiarano la vita spirituale
di Luce.
Alleluia! Questo non è solamente un gioire, altrimenti farebbe parte della fine
dell’intera Rivelazione.
7.
L’immagine mostra un quadruplice alleluia, la cui importanza non si può non
riconoscere. Qui è semplicemente l’anticipazione di una preghiera conclusiva,
perché anche le moltitudini vedono gli ultimi fermenti. Per questo nel corso
del tempo vale però giustamente come forza del Diritto pronunciata, che il
Regno conserva la fine per suo diritto.
8.
Salvezza, Gloria, Onore, Forza! Nuovamente una quadruplice adorazione. Questo
“Quattro” rappresentato in modo molteplice possiede un mistero come il nuovo
nome, che il versetto 12 rivela ancora. Se DIO ha parlato del Cuore vivente,
che – suddiviso in quattro Camere efficaci – pende adagiato nel Petto come
nell’universo di questa Terra (la
Terra pende nello Spazio con 23, 27° d’inclinazione), sulla quale il SANTO
vuole compiere la Sua Opera miracolosa, allora sono da riconoscere le
magnificenze di tale Rivelazione. Riflettete, voi ultimi di questo mondo!
9.
La quadruplice adorazione di Gloria vale perciò per la quadruplicità di UR come
Creatore, Sacerdote, Dio e Padre,
come ai sette Raggi di Vita fondamentale suddivisa in Essa. Qui significa
ancora quanto segue:
Salvezza = Tu hai con il Tuo Diritto,
Gloria = fondato la Tua Opera,
Onore = elevato in Alto a Te,
Forza = e non v’è nessuno che Ti
resiste!
10.
Questo trova nell’espressione “Sia Dio il
nostro Signore” il più degno rafforzamento. Per di più la rivelazione
conosce quattro quadruplici adorazioni di lode (Ap.
5,13 / Ap. 12,10 / Ap. 15,3
/ Ap. 19,1-2).
11.
Ma ancor più: «2
“Perché veraci e giusti sono i suoi
giudizi, avendo Egli giudicato la gran meretrice che corrompeva la terra con la
sua fornicazione, ed ha vendicato il sangue dei suoi servitori ridomandandolo
dalla sua mano”» [Ap. 19,2]. – Veraci
= l’ultimo Cenno
d’ammonimento e di grazia; e giusti = intoccabile, pensato
misericordiosamente per i più umili nel senso dell’esclamazione dell’Alleluja; i Suoi Giudizi = finora indicato solo come singolo, in questo numero
plurale significa il
Giudizio eseguito e la conseguente riedificazione. In questo modo la grande meretrice ottiene anche la sua doppia immagine: la figlia caduta e il male
proceduto da essa
= Babilonia.
12.
Anche qui potrà significare: i primi saranno gli ultimi, gli ultimi saranno
però i primi. Sadhana è proceduta dal Cielo come prima figlia, riceverà come ultima la Benedizione della Sera nel
glorioso Giorno dell’Amore. Nell’atto dell’immagine si tratta della brama
dell’io, da cui sorge il maggior male. Il sangue dei servitori di Dio viene reclamato = ogni co-sacrificio viene
richiesto indietro,
i figli della Luce svincolati dalla materia; dalla sua mano = dalla
guida consapevole nell’errore. Nella pretesa si trova contemporaneamente la ‘santa
vendetta’ per i servi.
13.
«3E una seconda volta dissero: “Alleluia! Il
suo fumo sale per i secoli dei secoli”» [Ap. 19,2] –
L’adorazione di gloria – com’era iniziata – termina con un “Alleluia!”, che significa = “Io, IMANUEL, sono l’Inizio e la Fine”, in ciò splende la Sua
ultrapienezza della Sua magnificenza e della Sua forza del Diritto. Il primo
alleluia cela oltretutto la presa di conoscenza del Testamento della Creazione;
il secondo alleluia, il suo particolarissimo rafforzamento in vista
dell’compimento.
14.
Il fumo sale in
eterno = nell’Opera di fatto dalle
moltitudini, e
solo condizionatamente dal male. Il fumo vale piuttosto per lo spirituale
soltanto nella preghiera di salvezza e d’intercessione di queste moltitudini;
perciò sale in eterno = l’eredità inestinguibile, un chicco di grano che porta i suoi frutti.
15.
«4I ventiquattro anziani e le quattro creature
viventi si gettarono giù e adorarono Iddio che siede sul trono, dicendo: “Amen!
Alleluia!”» [Ap. 19,2]. – Qui non adorano insieme anche i Primi? I sette
principi del Regno fanno comunque parte del Trono, e il gettarsi giù passa, o
dai Primi fino alle moltitudini, oppure viceversa. Dato che ora hanno prima
adorato le moltitudini cui partecipava non menzionato il quarto gruppo del
trono, ora seguono gli anziani e i quattro animali come terzo e secondo gruppo.
In verità, un santo Ordine di base.
16.
Si gettarono giù = un atto d’umiltà, ma ancor più, un Simbolo della purificazione
dei caduti
attraverso il Giudizio finale. Gli adoratori sfiorano il suolo con i loro volti
e le loro mani = UR si china giustificando nella Grazia, alla caduta della
figlia. Quindi, espressamente, l’adorazione a Dio, alla terza Camera del Cuore di UR, in cui la Pazienza e
l’Amore con il Calice e la Croce hanno ricevuto la loro santa unione.
17.
Dio sul Trono ([Isaia 6,1]:
«Nell’anno della morte del re Uzzia, io vidi il
Signore assiso sopra un trono alto, molto elevato e i lembi del suo manto
riempivano il tempio») = nell’eterno
dominio e magnificenza,
EGLI porta il ‘compiuto!’ al Giorno dell’Amore come il Portatore della Croce,
GESU’! Gli adoratori lo confermano con un “Amen”, con il “Così avvenga!”. Il
primo senso si trova nel “Lo dice Colui
che si chiama AMEN!”, soprattutto la magnificenza del Cielo ha iniziato la
vittoria finale. “Amen” è qui un’invocazione a “Colui che è”, giacendo nel terzo alleluia.
18. «5Una
voce partì dal trono dicendo: “Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servitori,
voi che Lo temete, piccoli e grandi”». [Ap. 19,5]. – Una voce
= opinione unanime, e l’espressione parte dal
Trono. E’ stato menzionato a sufficienza la riedificazione dell’Ordine; quindi
non è difficile riconoscere qui il portatore dell’Ordine, perché l’Ordine è
stata la prima Caratteristica di UR, per l’Opera.
Uraniel rappresenta contemporaneamente il settuplice Potere del Diritto della Maestà-Ur.
19.
Partì da = nella sua essenza di portatore. Questo meraviglioso
principe del Regno testimonerà più tardi la sua
umiltà (al versetto 10). Lodate il nostro Dio = riconoscete, per noi, l’Amore nella Croce: il nostro
CRISTO! ([Rom.
5,8]: «Iddio mostra la grandezza del proprio amore per noi, in quanto che,
mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi») Il Nome UR non viene
nominato dal primo angelo, perché l’Onnisanto Lo
aveva coperto con la caduta di Lucifero, affinché i caduti non sentissero
troppo la Santità. Se ora come DIO Egli ha purificato la caduta nella
Creazione, anche la terza Camera del Cuore deve rimanere anche fino alla fine
nella pre-reggenza. La continua adorazione in gloria
degli angeli a Dio conferma quest’Opera d’amore di Cristo. Quindi, l’invito di Uraniel, il Portatore dell’Ordine, “lodate il nostro Dio!”, è un magnifico
Diritto.
20.
Tutti i Suoi servi = coloro che seguono come cooperatori il
Sacrificio riconosciuto di UR; coloro che Lo temono =
i redenti dalla maledizione della materia satanica; ambedue: i piccoli = che giungono al ritorno
soltanto dopo la via in un mondo; i grandi = che potevano vincere Babilonia. Gli ultimi vengono posti
al di sopra dei più piccoli, ma soltanto per assisterli.
21.
«6Poi udii come la voce di una gran
moltitudine e come il suono di molte acque e come il rumore di forti tuoni che
diceva: “Alleluia! Poiché il Signore, Iddio nostro, l’Onnipotente, ha preso a
regnare”» [Ap. 19,6]. – L’immagine del tempo viene mostrata insieme al
quarto alleluia, soprattutto perché le tre voci fanno parte del primo. Quindi
sono anche quattro cori che parlano, di cui il primo era l’inizio, mentre i
triplici gruppi di voci formano la direzione, il decorso e la conclusione.
22.
Sotto la guida di Uraniel viene terminata la quarta
quadruplice adorazione di Gloria, perciò la prima voce è una
rappresentazione del Potere del Creatore; la seconda, come la grande
moltitudine, la Forza del Sacerdote; la terza come grandi acque, la
Potestà di Dio; la quarta come quella di forti tuoni della Forza del
Padre. Le quattro voci formano un’assoluta unità nel senso della quadruplice
Entità (non quattro
figure) e i
quattro gruppi del trono. – Sì, ‘Io sono’, perciò
tutti come una sola voce!
23.
Alleluja! Questo quarto alleluia può
essere accolto quasi solo sentimentalmente, poiché l’onnipotente Dio ha dato =
in effetti l’Onnipotenza dalla Sua Parte del Cuore di Dio attraverso “l’Opera
di Cristo nella Mano”, come sublime Reggenza per il sesto Giorno della
Creazione.
24.
Ha preso a regnare = fondato eternamente
25.
«7Rallegriamoci e giubiliamo e diamo a lui la
gloria, poiché son giunte le nozze dell’Agnello, e la sua sposa s’è preparata»
[Ap. 19,7].
– Malgrado il giubilo, l’esclamazione ha ancora un secondo senso, e cioè: rallegrarsi = il Regno gioisce; essere lieti = prendere possesso della materia; dare l’Onore a Lui = nel servizio; sono giunte le nozze = riportati nella Luce, nel “E’ compiuto!”, “È
avvenuto”! L’Agnello, come sempre, significa = l’Opera di Cristo. Il trasferimento sulla
Terra richiede ancora ‘un piccolo tempo’, in vista delle ulteriori sequenze
d’immagine.
26.
Preparate le nozze per coloro che si sono uniti nella chiamata del quadruplice
alleluia, vale per la donna della comunità fedele, perché quando l’Opera del
Giorno dell’Amore sarà incoronata, allora le creature dallo spirito e
dall’anima saranno diventate “figli di UR”. E quest’Opera, riuscita in modo
inaudito, l’Onnisanto la chiama “Sua sposa”, la Sua
assoluta Proprietà.
27.
Ancora un senso più profondo: ‘la magnifica sposa’, una volta ‘l’amabile Sadhana’, nella quale l’Opera di UR ha trovato il suo
vis-à-vis, si tiene pronta. Solo con il suo ritorno l’intera caduta sarà
salvata, con il suo re-insediamento in tutti i diritti del Regno i fedeli
riceveranno la loro più alta ricompensa. Nel momento in cui il “E’ compiuto”
riecheggiò imponentemente attraverso gli Spazi, il punto basso della Creazione
era stato sorpassato, il tempo era stato regalato per una unica conoscenza.
28.
Il ‘compiuto’ , la cui portata rimane umanamente inafferrabile, non deve aver
fatto scaturire ciò per cui era avvenuto? Oh, – dopo una terribile lotta tra il
“Figliuol d’uomo” e il “signore della Terra” venne la conoscenza, a cui seguì
il diritto ritorno. Questo non poteva essere un rientro a Casa, poiché questo
avverrà solamente quando la donna sarà pronta per le nozze. Giovanni descrive
questa Rivelazione data gloriosamente, con poche parole marcanti.
29. «8le è
stato dato di vestirsi di lino fino, risplendente e puro» [Ap. 19,8].
– Il prezioso lino = la Giustizia dei santi. Al ritorno si viene
invitati, mai costretti; perciò le era dato (a Sadhana) = offerta
l’occasione; di vestirsi = nella confessione, accettare il Sacrificio dato, per lei; per cui la pura = purificata attraverso il
Golgota; risplendente = appartenente al Regno; riceve il lino = quella Benignità che avvolge un
figlio. Santificazione = dichiarazione di diritto dalla
riconoscenza del sacrificio dell’Espiazione, anche liberazione dalla caduta. Questo, ora, si riferisce
a tutti. Il “prezioso lino come Giustizia dei santi” menzionato in aggiunta, è
un gioiello che UR preserva alla Sua nuova Opera del Giorno. Ma Giovanni lo può
già vedere.
30. «9E
l’angelo mi disse: “Scrivi: beati quelli che sono invitati alla cena delle
nozze dell’Agnello”. E aggiunse: “Queste sono le veraci parole di Dio”» [Ap. 19,9].
– La Voce dal Trono ordina: Scrivi!
In sé questo non è nulla di particolare, dato che Giovanni ha ricevuto
ripetutamente l’ordine di scrivere. Qui però si riconosce che è il primo
principe che rappresenta la figlia caduta, che impone l’ordine di scrivere.
31.
Chi osa tendere oltre agli stretti confini dell’intelletto umano, si accorgerà
presto quanto altamente importante sia proprio la rappresentazione di Uraniel. Sadhana si è distrutta
il fondamento dell’Ordine. Quindi il portatore dell’Ordine sta di fronte a ciò
che è caduto: prima del suo ritorno, come pretendente ed accusatore ([Giov. 5,45]: «E’ scritto nei profeti: E saranno tutti
ammaestrati da Dio. Ogni uomo che ha udito il Padre ed ha imparato da lui,
viene a me»);
dopo, come grande aiutante, che come dalla sua Entità ha da guidare il prestito
distrutto alla giusta corsia dell’Ordine. Perciò il primo principe dà
l’incarico di scrivere, perché lo scritto nella Luce sarà l’immutabile
Testamento, l’unico!
32.
E la firma nel documento? Beati coloro = i
chiamati; ma
pure: beato = riscattato attraverso il
Sacrificio-Ur
della somma del riscatto del GOLGOTA; per la Cena = l’ultima
di questo Giorno.
Quando la Campana-Ur annuncerà la Sera, allora la meravigliosa Opera del Giorno
del Creatore sarà compiuta, allora torneranno tutti a Casa per l’ultimo pasto d’amore o Cena. Ogni buon padrone
di casa offre una cena a tutti i suoi ospiti, anche se l’opera del giorno di
diversi figli è stata soltanto scarsa. Tanto più: Egli non lasceà
andare a dormire nessuno affamato. Quanto più il Signore! – La Cena dell’Agnello rimane il simbolo di
quello con cui Gesù ha saziato i Suoi discepoli.
33.
Ogni figlio è stato chiamato, e ora viene chiamato a Casa. Il detto del
diritto, dello “Scrivi”, significa: l’intera opera filiale è riscattata per la
Cena, ed è riportata di nuovo a Casa tramite l’Agnello, per ricevere la nuova
Opera in un’alta santa Notte di Creazione, il riccamente benedetto ‘Giorno di
Festa del SIGNORE’! – Qui, lo sottolinea il portatore dell’Ordine:
“Queste sono le veraci Parole di Dio!”
34.
«10E io mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo.
Ma egli mi disse: “Guardati dal farlo; io sono co-servo come te e come i tuoi
fratelli, che custodiscono la testimonianza di Gesù. Adora Iddio!» [Ap. 19,10].
(La testimonianza di
Gesù è lo Spirito della Profezia). – Che Giovanni si prostri dinanzi al principe è
comprensibile. Ma il portatore dell’Ordine si chiama in umiltà un co-servo di
Giovanni e dei suoi fratelli. Quanto ha ragione! Dato che anche lui è stato
guidato nella materia attraverso il peccato, esaminato, purificato e di nuovo
riportato a Casa. Uno che ha «la Testimonianza di Gesù”». Anche per lui vale la
parola secondo Romani 6,18: «Ed essendo
stati affrancati dal peccato, siete divenuti servi della giustizia».
35.
Adora Iddio! ([Matt. 4,10]: «Allora Gesù gli
disse: “Va’, Satana, poiché sta scritto: adora il Signore Iddio tuo, e a lui
solo rendi il culto”.»). Questa, per Giovanni, è un’amorevole guida, non un
rimprovero, perché tramite l’immensa visione non sa quasi che cosa fa parte
dell’Onnisantissimo. Lui vorrebbe includere tutto. E
se adora l’Agnello-Ur, gli sembra giusto anche adorare l’Opera che è stata
creata dalle mani del suo Maestro. In questo senso il veggente ha fatto bene. –
Ora segue la successiva immagine.
[indice]
Parte III / IV
[Ap. 19,11-16]
Il Signore della resa dei conti
1.
L’Onnipotente precede sempre d’un Passo, affinché l’Opera Lo possa seguire.
Così anche qui un’immagine in anticipo della celeste visione del Signore. «11Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; e colui che lo
cavalcava si chiama ‘Fedele’ e ‘Verace’; ed egli giudica e combatte con
giustizia» [Ap. 19,11]. – Forse per Giovanni il Cielo finora è stato chiuso?
No, lui è già nell’Empireo, ma ora questo stesso gli viene dischiuso del tutto:
una piramide di Creazione di inafferrabile magnificenza! E lui guardò! Su
questo è come finora nessuna indicazione su una nuova immagine, l’esclamazione:
‘Guardò!’.
2.
Già una volta è comparso il cavallo bianco (Ap. 6,2). Qui ha lo stesso significato come là, in più,
ancora, che tira dietro di sé tutte le Forze. E Chi vi era seduto! Colui che è
il maestoso, unico Sovrano, Colui che ha il Seggio del Diritto su ogni Potere,
Forza, Vigore e Potestà. Oh, quale profondità di ricchezza! ([Rom.
11,33]: «O profondità della ricchezza e della sapienza e della conoscenza di
Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi, e incomprensibili le sue vie!»). Lo stare seduto sul
cavallo bianco è oltretutto l’atto più regale e vale come segno di partenza,
come anche il Finale-Ur. Quello che avverrà ancora per la Terra, è nel Regno
quel dato di fatto di cui nulla dev’essere cambiato.
3.
Fedele e Verace! L’indicazione è nel Nome e nella descrizione di Colui di ciò
che Egli è. Anzi, ancora di più, ciò che Egli ha ‘comandato’: La fedeltà! – Che cosa ha indotto
l’Onnipotente ad eseguire la Sua Meta malgrado la grande caduta, appunto di
riportare di nuovo i figli smarriti? Egli ha aggiunto all’Amore la Sua regale Fedeltà!
Solo dei cattivi possono dire: “Poiché la
Sua Opera aveva subito un naufragio così misero, Egli doveva fare di tutto per riabilitarSi”. – Quindi, dare a Se stesso una Fedeltà?
4.
Quale Verità: ‘Fedeltà a se stesso è la radice di ogni fedeltà!’. Il Suo essere
“Fedele” e “Verace”, era rivolto alle creature-figli, perché la Fedeltà ha
aiutato l’Amore a raddrizzare di nuovo ciò che era caduto. Ora che Egli siede una seconda volta sul cavallo bianco = siede di Diritto per ambedue i
Fondamenti della Creazione, allora la Fedeltà e la Veracità d’aiuto sono la redenzione
diventata assoluta! (Rom.
8,34)
5.
Egli giudica = nell’avvenimento del
tempo celeste solo ancora il raddrizzare, il conciliare in eterno la contesa nella Creazione. Come ultimo
effetto dell’ulteriore Esercizio del Diritto vale per il mondo
certamente secondo la parola ancora come Giudizio ciò che si riferisce al contendere = lottare, e nella battaglia decisiva
significa impiegare la Giustizia.
6.
Il tempo della prova della libertà è stato difficile, avendo da sostenere
dapprima Sadhana e poi i principi. Ma se UR voleva
formare i figli secondo la “Sua immagine”, doveva permettere loro di eseguirla;
e dato che facendo questo era magari possibile una profonda caduta, quanto alta
era prevista la salita degli spiriti liberi, allora proprio questo richiese
l’impegno per la Giustizia giudicante e contendente del Fedele e Verace.
7.
«12I suoi occhi erano una fiamma di fuoco e sul
capo v’erano molti diademi; e portava scritto un nome che nessuno conosce,
fuorché lui stesso» [Ap. 19,12]. – I Suoi occhi compenetrano tutte le cose e sono come una
fiamma di fuoco
= due tipi di Potestà d’Esercizio in vista dei due Fondamenti della Creazione.
Le fiamme possono riscaldare oppure consumare. Qui la fiamma è il simbolo della
santa ed unica redenzione attraverso un Verace (Ap.
al cap. 1,
8.
Sul Suo capo = il Dominio personale più
sublime, unico;
molti diademi = ha già creato molte Opere; perché al Giorno della
Creazione dell’Amore sono preceduti cinque simili Giorni magnifici, le cui
Opere precedenti nessuno può contare. Ognuna ha ricevuto la sua incoronazione,
perciò, “molti diademi”.
9.
E portava scritto un
nome = stabilito, autenticato nel Suo
Testamento. E’
lo ‘Scritto dell’Anno-Atto-Ur’, soprattutto qui il pieno impiego delle forze-Ur
per il Golgota, anzi, con la Sua Legge della Vita grazie al Seggio del diritto
della Propria sovranità. Ora, il Nome tenuto nascosto a causa della caduta, può
di nuovo essere rivelato. Alle chiese di Pergamo e di Filadelfia era già stato
dato un accenno, e tramite l’adorazione di Gloria è già stato confermato a
sufficienza.
10.
Che nessuno conosceva
fuorché Egli stesso
= conservato nel
Santuario dopo la caduta e soltanto quivi rimasto pertinente. In questo, vi era ‘la
sedia’ (il trono), nella cui immediatezza si
poteva sentire e nominare il Nome. Al di fuori del Santuario, rimaneva nascosto
fino all’Ora di un’ultima Rivelazione per il Giorno e per i Suoi figli.
11.
«13Era avvolto d’una veste tinta di sangue, e
il suo nome è: ‘Verbo di Dio’». [Ap. 19,12].
– avvolto = adeguatamente vestito; con una veste = collegamento, ponte, che ha elevato la caduta
di nuovo a Lui.
12.
Originariamente ‘la veste’ è la
visibilità, cosa che succedeva prima nel Regno; non riguarda prima l’incarnaziuone di Dio. Tinta di sangue = ha
santificato l’Opera con la Legge della Vita, perché LUI è Santo.
13.
Il Suo Nome è “Il Verbo di Dio”. La
Rivelazione indica molti Nomi e ognuno è un tratto dell’essenza del Signore,
così come il nuovo Nome riceve il santo Essere, ed è, oppure Si chiama ed è,
‘UR’: il Firmamento inesplorato che l’Eterno rivela a modo Suo. “Il Verbo di
Dio”, però, è il nome GESU’, e questo è conosciuto. Perciò qui sta scritto solo
“il Suo Nome”, e non il “nuovo Nome”.
14.
«14Gli eserciti che sono nel cielo Lo seguivano
sopra cavalli bianchi ed eran vestiti di lino fino
bianco e puro» [Ap. 19,14]. – Lo seguivano = riguarda dapprima l’ante immagine del Regno dalla prova della libertà della
Creazione, dal
cui seguito è da considerare il rimpatrio degli smarriti dopo la caduta.
Quest’ultimo riguarda anche la sequela dopo GESU’, che quindi non sperimenta
nessun degrado, com’è ovvio.
15.
L’esercito nel Cielo = i fedeli conoscevano le
condizioni riservate a UR, inevitabili per l’esecuzione dell’Opera, e le hanno
poste al di sopra della loro libera volontà. Così erano d’accordo = un esercito che è andato
contro i trasgressori delle condizioni con l’armatura
([Ef. 6,11]: «Rivestitevi della
completa armatura di Dio, onde possiate star saldi contro le insidie del
diavolo»).
Significa pure, seguire
il bene – la
Benignità – di DIO!
16.
Su cavalli bianchi = per i figli, quella Forza pura, buona, che hanno ottenuto tramite
il co-aiuto del Cavaliere fedele e verace. Mentre invece il puro lino = la via del co-sacrificio; il bianco = dalla prova della libertà
nella Creazione sostenuta nel Regno, ambedue conquistate da sé; il lino è in più la giustificata
guarigione.
17.
«15E dalla sua bocca gli usciva una spada
affilata per percuotere con essa le nazioni; ed egli le reggerà con una verga
di ferro, e calcherà il tino del vino dell’ardente ira dell’onnipotente Iddio»
[Ap. 19,15].
– Tre cose: nel passato, nel futuro e nel presente. La spada come possesso
senza tempo è legata al passato: andava
= fin
dall’eternità! Reggere le nazioni con verga di
ferro sarà = nel futuro, dato che l’ulteriore Esercizio del Diritto esiste tuttora. Ma calcare i tini = presenza dei sette angeli del
Giudizio che stanno operando.
18.
Dalla sua bocca = la Legge veritiera; una spada tagliente = arma della decisione. La spada a due tagli (Giov. 12,48) ha provocato la separazione;
il tagliente della decisione è nella Parola. Questa, porta a tal punto anche il
Compimento dell’Ira, ed è – non per ultima – il giusto pareggio per la lotta di
Michele contro Lucifero.
19.
Nazioni = i senza fede; percuotere = colpire con l’inesorabilità
della Parola.
Più avanti rappresentano qualcosa di particolare (Ap. 21,26 / 22,2). Reggerà = assenso e adempimento; l’allora è un diventa ([1°
Tess. 5,24]: «Colui che vi chiama è Fedele, e farà
anche questo»),
al quale l’Aurora dell’ ‘È’ risplenderà magnificamente. Reggere = guidare percettibilmente, mentre prima era non
percettibile: un ‘pascere’ in ambedue i casi, però la Volontà di Dio come verga
di ferro, come aiuto in più. Ferreo
= giusto; verga = buono; quindi: giusta benignità!
20.
Egli percuote = le vince; tino = segno della Serietà nella Caratteristica determinante e portante; vino = la bevanda più nobile, qui un alto Simbolo del Sangue del
Sacrificio; ira ardente = straordinaria protezione del
Diritto di DIO,
la cui Pazienza e Amore hanno testimoniato e partorito il Figlio del
Sacrificio. Il calcare il tino è finora da trasferire soltanto sull’attualità
nel senso dell’ulteriore Esercizio del Diritto.
21.
Il capitolo 10,7 dimostra dal settimo angelo l’attuale calcare il tino, il compimento
dell’Ira, del Giudizio e del Mistero. Da ciò si possono riconoscere quattro
Cose-Ur, che irradiano il Giorno della Creazione. E questi sono:
a) La previsione-Ur attraverso lo scrivere il Testamento della
Creazione;
b) La caduta, proceduta dalla Legge della libera volontà, la sua
soluzione (aiuto) rimasta assegnata alla Legge della condizione da UR;
c) La Rivelazione celeste dell’assegnazione tramite il Golgota;
d) La Rivelazione di queste cose di UR all’Opera e per i figli.
22.
Questo è l’Onnipotente = perfezione del Potere, che Egli rivela
completamente attraverso il Suo compimento del Mistero.
23.
«E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE dei RE,
SIGNORE dei SIGNORI» [Ap.
19,16]. – L’unico Nome scritto
corrisponde al versetto 12; sulla Sua veste c’è la spiegazione per la nuova
Rivelazione delle Sue cose-Ur: un rimettere di nuovo nelle mani di tutti i
figli, perché ogni Creazione è la Veste magnifica dell’Onnipotente. Il nome
“UR” sulla veste, vale perciò per l’Opera, mentre sull’anca vale per Lui
stesso: Re e Signore.
24.
Non a caso il nome del Reggente sta scritto sull’anca, dato che le anche sono
il sostegno più forte della costruzione del corpo. Anche la lotta di Giacobbe
si è trasferita una volta decisivamente sull’anca ([Gen. 32,30-32]: «E
qui lo benedisse. E Giacobbe chiamò quel luogo Peniel,
‘perché’, disse: ‘ho veduto Iddio a faccia a faccia e la mia vita è stata
risparmiata’. Il sole si levò com’egli ebbe passato Peniel;
e Giacobbe zoppicava dell’anca. Per questo, fino al dì d’oggi gli Israeliti non
mangiano il nervo della coscia che passa per la commessura dell’anca, perché
quell’uomo aveva toccato la commessura dell’anca di Giacobbe, al punto del nervo
della coscia»). Allora Giacobbe chiese del
tutto inutilmente il Nome del lottatore santo, ma non lo conobbe mai. –
25.
Ora nel Piano compare gloriosamente la terza immagine del tempo della fine. Dà
il cambio alla precedente e porta qualcosa di nuovo, eternamente nata nella
Fonte-Ur della santa Grazia, nella Luce delle Fiaccole delle sette
Caratteristiche. E perciò ora:
[indice]
Parte III / IV
[Ap. 19,17-21 ]
La dissoluzione di ogni potere del mondo
1.
«17Poi vidi un angelo che stava in piè nel
sole, ed egli gridò a gran voce, dicendo a tutti gli uccelli che volano in
mezzo al cielo: “Venite, radunatevi per il gran banchetto di Dio, per mangiar
carni di re e carni di capitani e carni di prodi e carni di cavalli e di
cavalieri e carni d’ogni sorta d’uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi»
[Ap. 19,17].
– Stupisce magari che già ora sia venuta la dissoluzione del potere del mondo,
benché secondo la parola del veggente si parla del dominio del mondo, specialmente
del lasciar andare da parte l’intera oscurità dopo i mille anni di Grazia (Ap. 20,7).
2.
L’angelo è il terzo araldo. È l’Onnipotenza di UR che della dissoluzione si può
incaricare questo messaggeri, dato che rappresenta in modo evidente la terza
Entità di DIO, il Sacrificio dell’Amore, anzi il sesto Giorno della Creazione
preso dalla terza Camera del Cuore. Non ha però nessuna precedenza davanti agli
altri re dell’Eufrate, perché: Sole
= UR stesso, che dona la Luce della
Vita. Perciò l’angelo sta
nel Sole = è
pertinente per la conservazione, per cui è incaricato come uno dei più alti Messaggeri del Regno. Lui rappresenta il Regno
della Santità, la via del co-sacrificio di tutti i figli della salvezza e della
potestà di Dio.
3.
Gridò a gran voce = dalla Potestà del Comando; diceva = ordina dal Comando e grazie
alla sua personale pertinenza; a tutti gli uccelli = anime
degli uomini ed esseri,
che si possono elevare almeno temporaneamente al di sopra della materia: volano = Dono e propria Forza impiegata per
il talento di lasciar sotto di sé il mondano; volare sotto il Cielo = non
ancora conquistato del tutto il puramente spirituale. Ma che sono in volo, sorge
dalla Chiamata alla Cena. Il “venite”
vale per il loro impiego della volontà.
4.
Radunatevi! Questo potrebbe succedere
sulla Terra solo in misura limitata, e secondo il genere del Regno è al secondo
posto. Le Forze raccolte sulla base dell’essenza hanno maggior forza
irrompente. Questo radunarsi è inteso, vale certamente anche per le chiese, le comunità, ecc., per quanto questi
non perseguano un altro scopo che “radunare il Regno”! Per il grande banchetto di Dio = una Cena anticipata, nella quale i figli
descritti come uccelli vengono preparati alla Cena con l’Agnello. Che questa
stia al secondo posto, corrisponde all’immagine del tempo per la Terra; il
Golgota porta la Cena di Dio, e questa è la Cena dell’Agnello!
5.
L’ “estirpazione della carne” vale intanto per la propria insufficienza,
altrimenti nessuno può essere un co-portatore del sacrificio. Mangiare la carne altrui = aiutarli con l’intercessione e
nei fatti; contro i re = bramosia di dominio; cavalieri = saccenteria; forti = vanteria; cavalli = pensieri vaganti; che vi siedono = sfrenatezza; corteggiamento = rifiuto degli obblighi
interiori; servi = sottomissione; piccoli = arraffare piccolezze; grandi = arroganza. Tutto questo è da estirpare.
Sulla parola amata del mondo: “se lo fa l’altro, lo faccio anch’io”, c’è da
dire: la menzogna punisce se stessa.
6.
Malgrado l’estirpazione sia fuori dubbio, l’immagine del tempo significa anche
altro. Tutti i gravami terreni collegati con gli indicati generi di persone
sono certamente destinati al naufragio, che però non si svolge nell’eterno inferno. Chi crede in questo,
porta in sé il germe della morte da prostituta della brama dell’io, perché è
naturale che ognuno esclude volentieri se stesso dalla dannazione, ma con ciò
si troverebbe fuori dal giudizio e dalla sua Giurisdizione, che non deve venire
solamente alle pecore alla destra, ma anche ai capri sulla sinistra.
7.
La dissoluzione del potere del mondo non arriva mai così, bandendo eternamente
i cattivi in un luogo come succedeva nel tempo tramite la materia, piuttosto,
attraverso il
mangiare la carne
= totale trasformazione. In questo modo nel Cielo e nell’inferno della materia
le forze scheggiate vengono trasformate, allo stesso modo di come un uomo
riceve la forza corporea e spirituale attraverso il cibo. Non esiste nessun
inferno senza utilità; perché tutte le
forze hanno da servire Dio e la Sua Opera! Chi sostiene che esista
un’eterna dannazione, anche una distruzione, potrà dire all’Altissimo: “La Tua
Opera ha una lacuna nell’Onnipotere!”. Ma questo, chi
lo vuole osare?
8.
«19E vidi la bestia e i re della terra e i loro
eserciti radunati per muovere guerra a colui che cavalcava il cavallo e
all’esercito suo» [Ap. 19,19]. – Ora, …il Ladro è arrivato! All’improvviso per
coloro che Lo attendevano, ancora più improvvisamente per tutti i rinnegatori.
Ambedue, la Luce e la tenebra, entrano in battaglia. Non veramente a una nuova;
questa è la “battaglia finale nella Guerra della Creazione”. Questa battaglia
finale farà scaturire in ogni caso un avvenimento ultimo.
9.
La bestia = il potere unito del mondo; re della Terra = sviluppati con una personale
esecuzione di volontà;
radunati = adoperando tutte le facoltà; guerreggiare = per raggiungere la loro ‘meta
del mondo’, elevando quindi il materiale al di sopra dello
spirituale.
10.
«20E la bestia fu presa e con essa fu preso il
falso profeta che aveva fatto i miracoli davanti a lei, coi quali aveva sedotto
quelli che avevano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua
immagine. Ambedue furon gettati vivi nello stagno
ardente di fuoco e di zolfo» [Ap. 19,20].
– Chi legge questo senza la simbolismo della Luce, rinnega ciò che è stato
prima. Dopo di allora, esisterà un eterno inferno? Nondimeno, chi è di buona
volontà noterà che le parole così terrene contengono un senso del Cielo.
11.
La bestia fu presa = la gente del suolo della Terra
perde la sua posizione nel mondo e la sua ricchezza, il potere e l’influenza, tutto diventa cianfrusaglia
insensata; falso
profeta = parola non vera, che inverte
intenzionalmente il bene nel contrario; che aveva operato segni = che aveva creato tramite la tecnica, l’arte, la scienza
fenomenale, ciò che fa stupire gli uomini, conseguendo ammirazione, e alla fine
spingendoli alle adorazioni. La “parola non vera” è anche diffamazione fino a
rinnegare Dio.
12.
Ambedue = la volontà dell’uomo e la sua
formazione; gettati vivi = in contrasto ai re non vengono
trasformati,
perché sono solo ancora degli involucri vuoti della materia. Le sostanze di
forza interiore di Lucifero, spezzate in eoni, ricevono la trasformazione,
perché sono il bene nobile, il bene del Regno, mentre il suo esteriore come
materia grossolana attraverso la misurazione delle forze non è nessun bene
nobile nel senso della parola. La sua trasformazione per poterla usare per il
resto del Giorno dell’Amore, non è più considerata. Ma UR nella Sua nuova
‘Notte di Creazione’ può formare dall’argilla vecchia un nuovo vaso.
([Ger. 18,6]: «O casa d’Israele, non posso io far di
voi quello che fa questo vasaio? Dice l’Eterno: “Ecco, quel che l’argilla è in
mano al vasaio, voi lo siete in mano mia, o casa d’Israele!”»).
13.
Perciò: gettati vivi = la cosa messa da parte
così com’è; nello stagno
di fuoco =
abisso, ma comunque un fondo; bruciare con lo zolfo = nel quale il Fuoco dell’Onnipotenza di Dio e lo zolfo, la
corrosione, svolgeranno la purificazione. Da ciò il Dio-Ur creerà un giorno da
questa degli elementi di salvezza per tutti i figli, che loro prenderanno nelle
mani con il fiato sospeso, perché Colui che crea, che dimora nelle forze dei
Pensieri, diventerà un giorno un’Opera dello spirito.
UR non perde nulla!
14. «21E il
rimanente fu ucciso con la spada che usciva dalla bocca di colui che cavalcava
il cavallo; e tutti gli uccelli si satollarono delle loro carni» [Ap. 19,21].
– Il rimanente = tutte quelle anime, uomini e anche esseri che non riconoscono lo spirito: vengono uccisi = quindi non ancora la trasformazione.
15.
Ma più tardi il Re, seduto per Suo Diritto nel Governo del Suo Potere con la spada = Parola di Vita, uccide le anime morte e attraverso la morte = restituisce loro la
trasformazione, alla Sua eterna Vita vera. La spada, anche qui uscendo da una bocca, è la Sua personale Rivelazione come anche la Sua Parola.
16.
Tutti gli uccelli si satollarono, non include solamente i figli secondo il
versetto 17, bensì, in genere, tutti i figli vengono satollati dalla loro via
del co-sacrificio, dalla trasformazione, dalla Grazia e dal mettere da parte
delle forze diventate inutili per il giorno dell’Amore = avendo l’eterna
Redenzione ([Ebr. 9,12]: «…non mediante
il sangue di becchi e di vitelli, ma mediante il proprio sangue è entrato una
volta per sempre nel santuario, avendo acquistata una redenzione eterna»), perché il nuovo (Ap. cap. 22) lo rivelerà del tutto
gloriosamente, per quanto sia da donare a questo mondo.
[Salmo 2, 1-6: ]
«I re della terra si ritrovano e i principi
si consigliano assieme contro l’Eterno
e contro il suo Unto, dicendo:
Rompiamo i loro legami e
gettiamo via da noi le loro funi».
[indice]
Parte III / IV
[Ap. 20,1-3]
Chi
misurerà il santo dare e avere dell’ulteriore
Esercizio del Diritto? Non è il solo Giudice-Ur che
sulla Sua bilancia dell’Ordine peserà o soppeserà, separerà alla destra o alla
sinistra? La terza immagine del tempo della quarta visione parziale ha dato la
dissoluzione del potere del mondo, aperta là solo su grande scala; il suo
particolare rimarrà quasi nascosto, ma con la fine dell’immagine del tempo
troverà il suo compimento. Invece sulla Terra avrà ancora effetto per quanto
risulta dalla quarta, sesta e settima immagine della quarta visione parziale.
La quarta immagine del tempo è quindi:
L’oscurità viene legata
1.
Se il legare si trova dietro alla dissoluzione, allora per il fatto che la via
dalla materia deve ricondurre all’essenziale, come la caduta – staccata dalla
Luce – dalla sostanza-essenza si giunga alla materia. A questo è legato, anche
dopo i mille anni di Grazia, il lasciar andare la tenebra, che però non può fermare gli Atti
dell’Onnipotenza effettuati dal Regno. Lasciare ancora una volta per breve
tempo il luogo di macerie del mondo, dimostra all’avversario la sua completa
sconfitta.
2.
«1Poi vidi un angelo che scendeva dal cielo e
aveva la chiave dell’abisso e una gran catena in mano» [Ap. 20,1].
– E’ il quarto re dell’Eufrate. Sul Piano sta l’intera rappresentanza della
quadruplice Entità di UR ed è questa a mettere mano all’Opera nella Potenza,
Forza, Vigore e Potestà. E’ comprensibile che l’Araldo proviene dal Cielo;
pure, che con ciò si svolge un’ultima voluta separazione. Solo la separazione
degli spiriti conduce alla decisione dell’ultima dedizione a DIO! Anche gli
esseri dell’oscurità – quando il loro “piccolo tempo” è trascorso – giungeranno
alla dedizione.
3.
L’angelo scende dal
Cielo = con il carro di Elia ([2° Re 2,11]: «…ecco
un carro di fuoco e dei cavalli di fuoco che li separarono l’uno dall’altro ed
Elia salì al cielo in un turbine»), perché così si rivela la Volontà dell’Onnisanto! E all’improvviso significa, veloce, e anche = abbreviando il tempo del pianto. L’accorciamento del tempo ([Matt.
24,22]: «E se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno scamperebbe..») ha oltre alla legislazione
di Dio per i fedeli della Luce, anche la legislazione della Grazia per i
caduti. L’oscuro ammassamento porta un superare di ulteriore colpa. A questo,
l’Onni-Misericordioso mette però un chiavistello,
come pure al peso troppo grande dei fedeli nel mondo. LUI questo lo prende
nelle due mani, rispetto alle due
azioni, e per le pecore è la Mano destra = giustamente
fatto; per i
capri la Mano
sinistra = che trae la Grazia dalla parte del
Cuore di Padre.
4.
Egli aveva = la funzione della Misericordia; la chiave = aprire o chiudere la porta. Ambedue è Grazia! Inoltre:
come quarto Guardiano ha ‘saldamente
nella mano’ il tempo abbreviato e le sue conseguenze. Nella Luce sarà
‘l’ultima Ora del Giorno dell’Amore’. La chiave per l’abisso è
contemporaneamente quella con cui sarà chiuso il Santuario, quando inizierà
l’Alta Notte per il settimo Giorno. L’abisso chiuso diventa la fine della
Creazione parziale materiale.
5.
Proprio questa chiave è il grandioso collegamento fra il Cuore del Padre di UR
e il figlio perduto. Ciononostante, il Diritto della santa Serietà non viene
sminuito nella riparazione. Lo dice la grande catena = duro
legame,
calcolando dapprima completamente la colpa, non dando nessuna possibilità per
un agire libero. Ma poi, tutto a un tratto, il male e i libri della colpa
verranno chiusi, cosa che accadrà nella diretta sequenza del tempo.
6.
«2Ed egli afferrò il dragone, il serpente antico,
che è il Diavolo e Satana e lo legò per mille anni» [Ap. 20,2].
– Tutte le battaglie d’opinioni su quest’immagine sono soltanto da derivare
dalla comprensione legata alla Terra. Si interpretano arbitrariamente i numeri,
senza soppesarli reciprocamente, dato che tutte le immagini sono mostrate nel
modo celeste e solo una piccola parte corrisponde al terreno, il materiale dei
numeri, soprattutto le indicazioni del tempo ([Salmo 90,4]: «Perché
mille anni agli occhi tuoi, sono come il giorno d’ieri quand’è passato e come
una veglia nella notte») cadono particolarmente sotto la rispondenza spirituale.
Quindi anche qui
7.
E lui prese = nella sua pertinenza egli ha; il dragone = il materialismo; antico serpente = come primo seduttore (Lucifero), che striscia attraverso
tutto il tempo della caduta nella Creazione; diavolo = le
false rappresentazioni, cattivi mascheramenti; Satana
= l’ostinazione, la rinnegazione della
Guida giustificata della Creazione, anche ripresa.
8.
E’ notevole, che oramai anche l’avversario di Dio ottenga una quadruplice
descrizione: dragone, antico serpente, diavolo, Satana. Se questo riguardasse
soltanto un genere d’essere, tutti
questi nomi sarebbero soltanto delle parole secondarie d’abbellimento di
Giovanni. Soltanto, la brevità del suo linguaggio nell’immensa visione,
dimostra che ogni parola significa più che soltanto un senso. Perciò le quattro descrizione stanno in certo qual modo
di fronte alla quadruplice Entità di UR, cosa che significa, che Sadhana ha teso una volta illegittimamente al Potere del
Creatore.
9.
Era dato alle creature di incorporare le Forze delle Entità di Sacerdote, Dio e
Padre. Non si doveva mangiare dell’Albero della Conoscenza come simbolismo
della Creatività di UR. E’ comprensibile che Lucifero volle attirare dalla sua
parte le Luci attraverso la seduzione fondamentale che gli venivano sovente
inviati per la sua salvezza, cosa che anche sovente gli riuscì. Quanto gli ha
fatto male il frutto del Creatore, lo mostra precisamente il decorso della
materia. Ora lui stesso deve
riportare al Creatore il ‘frutto rubato’, – però come Sadhana!
10.
L’essere di Satana e la persona di Lucifero non sono identici. Il Satana = principio cattivo, lo lega soltanto l’angelo = buona Forza.
11.
Questo legame esiste già da molto tempo. Tuttavia, l’incatenarsi secondo la
sequenza del tempo dell’immagine vale dal momento in cui diventa percettibile,
indipendentemente dal fatto che lo si riconosca oppure meno. Lo stesso si
riferisce ai mille anni. Migliaio
= una realtà, con cui ognuno deve fare i conti; mille = avvenimento
complessivo; anni = esecuzione della parte materiale della Creazione, il decorso di vecchie
corsie e l’inizio di nuove, anche il tempo della svolta della Creazione per il
mondo.
12.
Le Condizioni che finora governavano su vie segrete dell’Ordine, ora si
manifestano apertamente, affinché in queste, l’uomo, il mondo e quello che vi
appartiene, abbia da rispecchiarvisi. Una svolta = mille
anni, volano
via più velocemente di come si crede. L’uomo cerca con la forza di trattenersi
ciò che è suo ed aumenta maggiormente il suo sforzo, più nota la sua impotenza.
Sì, – la veglia notturna dei mille anni è iniziata da tempo! Ma questo è da
interpretare solamente in modo spirituale.
13.
«3Lo gettò nell’abisso e lo chiuse, e lo
suggellò sopra di lui onde non seducesse più i pagani finché fossero compiuti i
mille anni; dopo di che egli ha da essere sciolto per un po’ di tempo» [Ap. 20,3].
– Gettare = catapultare ([Isaia 27,12]: «In quel
giorno, l’Eterno scuoterà i suoi frutti dal corso del fiume al torrente
d’Egitto, e voi sarete raccolti ad uno ad uno, o figliuoli d’Israele»), togliere dalla salvezza
nella nullità della materia. Chiudere l’abisso = mettere
fine alla vita senza leggi, suggellare su incarico del Regno; mettervi sopra il sigillo = portare tutto il basso sotto la
decisione dell’Onni-Salvezza, quindi suggellare il
precipitato nella riconciliazione attraverso il Golgota. Questo è il senso
spirituale, che si rivela dopo l’ultimo distacco.
14.
Affinché non
seducesse più i pagani,
afferma che l’influenza degli uomini ha già gettato le sue ombre così lontano
in avanti, che per loro sarà difficile cambiare da un’epoca di tecnica mordente
a un’epoca di generale liberazione, oppure, – lasciarvisi guidare. Finché non fossero compiuti mille
anni = è ciò è
stato predetto, con l’aggiunta: ‘la svolta del tempo spirituale avverrà da
parte di DIO’!
15.
Dopo, dovrà staccarsi. Se nei mille anni le condizioni-Ur giungono al Diritto
della Creazione, allora ne soffrirà la Legge della libera volontà. Quando Sadhana si è rivoltata contro Dio, grazie alla libera
volontà, ha disdegnato le giuste Condizioni, conservatrici di UR, le ha
costrette e ne ha abusato. Così non rimane nessun altro giusto pareggio tranne
che la libera volontà sperimenti nel tempo la costrizione tramite UR. Questo
non provoca nessuna distruzione, ma la maestosa Libertà di UR eleverà di nuovo
in Alto ciò che Lui aveva preparato a favore di tutti i figli: il secondo
Fondamento!
16.
Quanto incomparabilmente regna UR! Dopo la Potestà dei mille anni Egli regala
di nuovo alle forze legate il loro libero moto in quel breve tempo, anche se
allora agirà nuovamente la meretrice della brama dell’io. Il tempo di Grazia
posto in alto da UR avrà sciolto il legame dell’oscurità. Ciò che si innalzerà,
sarà soltanto il flusso delle ultime sostanze di forza, le quali non devono più
servire all’Opera. Dato che non devono andare perdute, sarà dato il ‘piccolo
tempo per sfuriarsi’, che non ha il valore di un anno. E’ un flusso di Grazia
aggiunto, la cosa minuscola di un ATMA, con cui UR soffia sulla rimanenza. –
17.
La quarta sequenza dell’immagine del tempo, che porta in sé molto del dinamico,
davanti a cui quasi tutti gli uomini chiuderanno i loro occhi, è passato. Sì,
per non vederlo, per non accorgersene, ci si precipita intenzionalmente nel
grave traffico del mondo. Ma questo non è utile a nessuno; la resa dei conti è
sul Piano dell ‘Ora
(Ap. cap. 18,19).
18.
Le i immagini si allineano magnificamente. Su ciò che opprime, segue di nuovo
la Luce. Anche gli uomini del suolo terreno si ribellano veementemente a riconoscere
gli avvenimenti, nemmeno quando gli stessi schiacciano il loro modo di vivere
diventato stupido. Barcollano con la morte nel suo abisso – animicamente
come anche terrenamente. Allora la santa Misericordia non dovrebbe alzare
[indice]
Parte III / IV
[Ap. 20,4-6]
I testimoni di Dio e il loro insediamento nella
funzione
1.
Chi crede che la funzione dei testimoni di Dio non sia di nessun aiuto, non
conosce il collegamento di salvezza fra il Maestro dell’Opera e l’Opera, fra
Padre e figlio, per non parlare fra Creatore e creatura. Allora l’uomo guarda
troppo la grande voragine che separa la ‘polvere terrena’ dall’Altissimo; ma
sovente non considera il maestoso confine che dev’essere osservato. Però, il confine è il ponte sul quale il
caduto viene guidato dalla lontananza voluta liberamente verso la vicinanza del
Cuore di UR.
2.
«4Poi vidi dei troni, e a coloro che vi si
sedettero fu dato il potere di giudicare. E vidi le anime di quelli che erano
stati decapitati per la testimonianza di Gesù e per la parola di Dio, e quelli
che non avevano adorato la bestia né la sua immagine, e non avevano preso il
marchio sulla loro fronte e sulla loro mano; ed essi tornarono in vita, e
regnarono con Cristo mille anni» [Ap. 20,4].
– E’ incerto per chi ci siano i troni, se c’erano oppure se sono stato messi.
3.
Il “trono dell’eterno dominio” passa come linea risplendente attraverso
l’Apocalisse. Se se ne parla continuamente, allora nemmeno i troni che sono da
includere nel trono del Dominio non sono stati messi in precedenza. Sono un
diritto di figlio, conquistato attraverso la prova della libertà sostenuta
nella Creazione. Il Giudizio viene dato a tutte le schiere? In genere ogni
figlio fedele ha naturalmente il diritto di assistere al Giudizio, ma dato che
le ‘chiere’ durante la via in un mondo sono diventate
esse stesse dei debitori (colpevoli), per loro il diritto viene
soppesato con la co-colpa, in cui si trova la parte d’aiuto attraverso le vie
del co-sacrificio, in modo che ci siano i troni anche per loro.
4.
Troni = nella conservazione del diritto; coloro che vi si sedettero = coloro che possono pretendere
la parola come testimoni; poiché unicamente il rapporto fra “DIO quale Giudice” e dei
co-consiglieri, è chiaramente visibile. Tutti gli assistenti al Giudizio
riconoscono UR come l’unico Giudice supremo, Avvocato, Difensore e, – Esecutore
del Giudizio, e sono animati dalla volontà per il perfezionamento dell’Opera,
che è raggiungibile solamente attraverso la redenzione intera. Quindi a loro
“può essere dato il Giudizio”.
5.
Fanno parte del Giudizio degli aiutanti che hanno la ‘testimonianza’ ([Rom.
8,16]: «Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo
figliuoli di Dio»). Anche qui non vale
necessariamente la morte da martire, ma viene calcolata espressamente per via
della Testimonianza di Gesù e della Parola di Dio. Giovanni lo riassume in due
gruppi fondamentali: i martiri e coloro che non hanno adorato la bestia.
Ambedue i gruppi sono inclusi nell’immagine del tempo presso l’Alto Trono.
6.
Costoro tonarono in
vita e regnarono con Cristo per mille anni = lo stesso tempo in cui Satana è legato. Ma che cosa succede con
lui dopo? Nella Luce sarebbe semplicemente insopportabile per i testimoni del
Cielo se ora, dopo i mille anni, venisse loro tolto l’impiego della funzione
diventato magnificamente giusto. No, qui i mille anni significano piuttosto il loro
tempo. L’unica santa svolta è per loro solamente d’adempimento – non del tempo – da non metterlo pari al millennio
riferito a Satana. Se fosse diverso, il Figliuol dell’uomo avrebbe pronunciato invano
la Sua alta preghiera sacerdotale (Giov. cap. 17).
7.
«5Il rimanente dei morti non tornò in vita
prima che fossero compiuti i mille anni. Questa è la prima risurrezione» [Ap. 20,5].
– La rimanenza della quarta visione parziale rivela precisamente la parola poco
chiara, perché gli altri morti, che il terzo angelo re ha dato da consumare
agli uccelli, lascia dedurre che un gruppo di morti sia già risorto, che però
non riguarda i ‘testimoni del giudizio’. Questi ultimi, svincolati dalla
materia, sono ritornati nel Regno, altrimenti non avrebbero ottenuto i troni.
Quindi si tratta di tali, che solamente tramite il giudizio sono giunti al
ritorno o nella seconda morte. Il gruppo non nominato si riferisce al cap.
19,21 («E il rimanente fu ucciso con la spada che
usciva dalla bocca di colui che cavalcava il cavallo, e tutti gli uccelli si
satollarono delle loro carni»). Ai due gruppi di morti
stanno di fronte due gruppi di Giudizio.
8.
Non tornarono in vita = hanno perduto la prima porta
della salvezza e devono portare il loro
inesorabile Armaghedon, secondo il tempo e nel senso simile
all’incatenamento di Satana. Questa è la prima risurrezione = vale esclusivamente per la posa dei troni e per la prima condizione
del Giudizio, con cui viene anche concluso il “piccolo tempo”. Quello che da
ciò accadrà ancora sulla Terra, è lo “spazzare la pula dall’aia di Dio”! ([Matt.
3,12]: «Egli ha il suo ventilabro in mano e netterà interamente l’aia sua, e
raccoglierà il suo grano nel granaio, ma la pula andrà con fuoco inestinguibile»)
9.
La prima risurrezione ha un’eterna visione, altrimenti Mosè ed Elia non
sarebbero comparsi durante la trasfigurazione di GESU’ ([Luca
9,30]: «Ed ecco, due uomini conversavano con lui, ed erano Mosè ed Elia»). Quello che seguirà alla
fine del Giorno, può passare da una seconda morte nella seconda risurrezione,
che riceverà certamente la sua Magnificenza. Ma la Corona nella prima morte è
la Risurrezione di CRISTO, verso la quale fluisce e spinge ogni Vita. Il
seguito testimonia questa immagine.
10.
«6Beato e santo è colui che partecipa alla
prima risurrezione. Su loro non ha potestà la morte seconda, bensì saranno
sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni» [Ap. 20,6]. – Beati e santi! Due forme
di Vita! La differenza consiste nella successione, e che l’essere beati sorge
dal co-sacrificio, mentre l’essere santi, dalla Grazia.
11.
Colui che partecipa
alla prima risurrezione = appunto,
inclusa in quella di Gesù; regnare
con Lui i mille anni
= lo stesso come
nel versetto 4.
La radice primordiale si trova nella prima ribellione di Sadhana,
che non è stata la vera caduta, ma si riflette nella prima morte e,
spiritualmente, doveva avere una prima liberazione dalla conseguenza. Tutto ciò
che è prima, ha inoltre il suo motivo
di verità nel ‘Primo’, in ‘UR’, che Daniele chiama “il Vegliardo” ([Dan.
7,9]: «Io continuai a guardare fino al momento in cui furon
collocati dei troni, e un vegliardo s’assise. …»).
12.
Su costoro l’altra morte non ha nessun potere. Questo sta sui Piedi di DIO, che
sono come ottone! In questo nessuno può scuoterLo; e
per quanto è stata terribile la caduta per il Giorno dell’Amore di Dio, era il
peggio per i figli caduti – è qualcosa di piccolo contro questa Parola
dell’eternità! Non Lucifero, non il peccato né lo smarrimento hanno tale potere
durante una vita! Proprio in questo si rivela la vera risurrezione in Gesù, che
nella prova della libertà nella Creazione menzionata, il Compimento ha la sua
radice di base.
13.
Bensì saranno = convocati dall’Alto Sacerdote Melchisedec; come sacerdoti di Dio = adempitori dei Comandamenti alla base delle caratteristiche di Pazienza e Amore; sacerdoti di Cristo = nel pensiero, in parola,
nell’azione e la conseguenza porta la meravigliosa Opera di redenzione come
Luce ai poveri in spirito, quindi essere seguaci giusti e giustificati.
14.
Regnare con Lui = con l’eterno-santo UR, che dalla terza Camera del
Cuore di Dio ha compiuto “l’Opera di Cristo”, portando la Creazione in Mani
fedeli. La Reggenza qui non ha neppure nessun limite di anni terreni, vale come
mille = unica reintegrazione nella sequenza continua: un tutto! L’apostolo dei gentili ha saputo molto di questo Tutto ([1° Cor. 13,10]: «Ma quando la perfezione sarà venuta, quello
che è solo in parte, sarà abolito»). Ora è ancora necessario di lasciare solo il ‘piccolo
tempo’ a coloro che sono legati. Perciò segue con la penultima immagine:
[indice]
Parte III / IV
[Ap. 20,7-10]
La rimanenza del pasto di lenticchie
1.
Esaù ha rinunciato spensieratamente alla primogenitura per una minestra di
lenticchie ([Gen. 25,29-34]: “Or come Giacobbe s’era fatto
cuocere una minestra, Esaù giunse dai campi, tutto stanco. Ed Esaù disse a
Giacobbe: ‘Deh, dammi da mangiare un po’ di codesta minestra rossa; perché sono
stanco’. E Giacobbe gli risposte: ‘Vendimi prima di
tutto la tua primogenitura’. Ed Esaù disse: ‘Ecco. Io sto per morire; che mi
giova la primogenitura?’ E Giacobbe disse: ‘Prima, giuramelo’. Ed Esaù glielo
giurò, e vendé la sua primogenitura a Giacobbe. E Giacobbe diede a Esaù del
pane e della minestra di lenticchie. Ed egli mangiò e bevve; poi si levò, e se
ne andò. Così Esaù sprezzò la primogenitura»). Questo non è soltanto un
avvenimento biblico, ma un riflesso della primogenitura di Sadhana,
l’unica (che accade solo una volta), il Duale della Divinità-Ur! Per il
potere di cui era affamata, quando ritornaò a Casa
dal Campo della Creazione e vide la sua magnificenza subordinata, come il
bestiame del campo era subordinato a Esaù, ha rinunciato con disprezzo al
diritto come primogenita: “A cosa mi serve un Dono che mi renda dipendente dal
Donatore?” («Tanto, devo
morire. A che mi serve la primogenitura?»)
2.
La minestra rossa poteva calmare la fame solo temporaneamente. La caduta è la
minestra di lenticchie, la materia è il piatto. Questo era vuoto con il ‘È compiuto!’. Allora a Sadhana cadde il cucchiaio dalla mano. Ma UR non ha
lasciato che si deteriorasse nessun povero resto dal bordo del piatto; perciò
Egli ha dato “quel piccolo tempo” per la purificazione, come avverrà:
3.
«7Quando i mille anni saranno compiuti, Satana
sarà sciolto dalla sua prigione 8e uscirà per sedurre le nazioni che
sono ai quattro punti della terra, Gog e Magog, per
adunarle per la battaglia, il cui numero è come la rena del mare» [Ap. 20,7-8].
– I mille anni sono qui in aggiunta il tempo di Grazia per la rimanenza di
lenticchie; saranno
compiuti = pronti per la purificazione; Satana sarà sciolto dalla sua
prigione = dall’ingarbugliamento nella
materia, da cui i caduti sono da sciogliere.
4.
Le nazioni ai quattro
punti della Terra
= sedurre gli
uomini del suolo terrestre è lotta contro la Legge, contro la Giustizia, contro
la Verità e contro la Fedeltà. Allora i quattro venti erano stati trattenuti. Ora inizia la battaglia ai quattro punti = i centri di potere stesi su
tutta la Terra;
la Terra = nella vita legata; Gog e Magog = come dominio del mondo e dei
suoi popoli; per riunirli = guidarli con opinione unanime e
con dittatura; alla contesa = nella ribellione contro Dio. Gog = dominio senza scrupolo, come
martello; Magog = popolo, metallo, che dev’essere
forgiato.
5.
Quale numero è come la rena del mare che non ha quasi l’aspetto di resti? Il
numero sembra sconvolgente, ma così è rivelata la sua scarsità, perché: sabbia = è una cosa inutile; del mare = secondario. In calce sia annotata la
discendenza di Abraham come “stelle nel Cielo e sabbia del mare”, secondo il
dualismo della Creazione, Luce e tenebra.
6.
«9E salirono sulla distesa della terra e
cinsero d’assedio il campo dei santi e la città diletta; ma dal cielo discese
del fuoco e li divorò» [Ap.
20,9]. – Salirono = trasformare l’era
tecnologica della rovina, senza Dio, è un fallimento, perché i quattro venti
sconvolgono i quattro punti, per via del “È troppo tardi”.
7.
Sulla distesa della
Terra = gravato su tutto il mondo. Inoltre: la caduta spinse
Lucifero dal centro al bordo più esteso, più largo dello spazio lasciatogli.
Accorrono da quest’ampiezza, da questa lontananza da UR; attorniare = spingere alle strette lo
spirituale con precetti, voler catturare i credenti con argomenti. Ma il campo dell’esercito
dei santi è la Centrale di Forza ([Giov.
7,38]: «Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva
sgorgheranno dal suo seno!») dove UR ha raccolto l’incommensurabile ricchezza per i Suoi
figli fedeli, i quali hanno ricevuto la santificazione, per cui Giovanni li
chiama qui, in breve, santi.
8.
Città = il luogo dei fedeli, anche la faccenda della
fede, in e per la quale i figli hanno la loro sede di pace; diletta = il Santuario di Dio è il più
interiore della fede.
Proprio questo viene
attorniato = profanato; sulla distesa = calpestare, voler far tacere a morte.
Ma …
9.
Ma cadde = rapida vendetta; fuoco = attraverso il Potere del
Creatore, che
purifica quei resti, che raggiungeranno un’utilità solamente dopo la seconda
morte. Da Dio = la Serietà altamente
sacerdotale agisce con la Parte del Diritto nella riparazione! DIO, con la premessa
dell’Amore nel Suo Giorno, riporta a Casa, come Gesù, ciò che era perduto sul
Getsemani e sul Golgota! Il Sacrificio-Ur è compiuto!
10.
Dal Cielo = la conferma veritiera del
Compiuto; li consumò = s’incorpora i resti, li
riprende tutti nell’esistenza della Creazione. Questo non significa perciò nessuna fondamentale
dissoluzione. Quando sarà aperto il nuovo Cielo e la nuova Terra, allora si
rivelerà anche la Magnificenza del resto (cap. 21).
11.
Il veggente può rivelare su tempi ampiamente estesi dallo spazio-Ur e dal
tempo-Ur le premesse per il perfezionamento delle attività di UR. Sono ascesi e
caduti dei popoli, dei re, dei potenti, perché tutti si sottomettono solamente
all’esistenza, non all’Esistenza-Ur. In poche parole si allinea immagine ad
immagine, un Mistero spirituale cosmico, finora come sepolto in una coperta di
Mosè. Tutta
12.
I versetti 8 e 9 mostrano la fine insieme alla conseguenza del Giudizio finale.
Nell’insieme sono da considerare due cose: il
tempo dinamico e quello del singolo destino. Il primo, per quanto vale per
il tempo della fine, comincia con l’Ascesa al Cielo di Gesù, che è un Garante
simbolico per il rimpatrio dei figli. Nella dinamica, il Giudizio è un continuo
lento accrescimento che ha a che fare con ‘l’essere giudicato’ del Lucifero
personale durante la discesa di Gesù all’inferno.
13.
A quel tempo fu giudicato, rialzato di nuovo con tutta la Serietà, nella cui
conseguenza la materia subisce il suo vero Giudizio. Nondimeno, nella
Rivelazione, dei singoli destini si riferiscono strettamente alle immagini
singole. Proprio in questo si rivelano gli Anni-UR, la cui motivazione o
edificazione, insieme alla direzione, al decorso e alla meta, riposa sull’Ordine = (Ordnung)
= Ur-d-nung = UR e le Sue Entità!
14.
Il culmine nel decorso dal singolo, senza pero ostacolare il Giudizio dinamico,
comincia con gli esempi della Falce e del Torchio, ed occupa anche ‘l’ampiezza
della Terra’, come nell’ultima dichiarazione di
guerra contro DIO. Gli stolti non lo vogliono vedere. Se ora la destra di UR
muove le ultime “figure dello scacco matto”, non varrà più soltanto la libera
volontà, ma piuttosto quella condizione-Ur giuridica: lo dovete vedere e sentire!
15.
La gente di vera fede sente da tempo dallo “Spirito di Dio” ([Rom,
8,14]: «Tutti quelli che son condotti dallo spirito di Dio son figliuoli di
Dio»)
quanto fortemente l’uomo e il suo idolo, il suo povero mondo, si trova sotto il
peso del Giudizio e, – che il Santo Giudice cammina già sulla Terra, perché la
resa dei Conti dell’intera caduta rimane: la separazione delle pecore dai capri
è l’Azione assoluta dell’Altissimo Giudice. Sì, il Fuoco di Dio dal Cielo
pretende la sua definitiva riparazione. Questa giace nell’epoca che risveglia
la paura, il cui tempo è colmo traboccante d’afflizione.
16.
La conclusione del Giudizio che fa ancora parte della sesta immagine, dice: «10E il diavolo che li aveva sedotti fu gettato nello stagno di fuoco e
zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati
giorno e notte, nei secoli dei secoli» [Ap.20,10]. – Innanzitutto, questo
vale per il cattivo principio, ma dato che ha un “è venuto”, allora non rimane
impersonale. Sin da Satana il male si è perpetrato nei figli da lui sedotti,
nei confronti dei quali lui è l’autore della colpa, per cui il male personale
si trova davanti al male principale.
17.
Nella persona e nel principio sono anche inclusi ‘i diavoli’, caduti per loro
propria volontà. Di questo fanno parte ancora tutte le anime che non avranno
avuto la prima risurrezione. Fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo = non ha nessun altro
significato di quello finora, eccetto al personale, proprio. Il tempo vale per
il principio, perciò con la bestia viene menzionato contemporaneamente il falso
profeta.
18.
Essere tormentato = essere senza riposo a causa
della propria colpa.
Non c’è espressamente nessuno a tormentarli. Può DIO, che chiama a Sé i
travagliati e gli aggravati ([Matt. 11,28]: «Venite a me, voi
tutti che siete travagliati ed aggravati, io vi darò riposo») formare un tale tormento
dal suo Potere? Se avvenisse così, allora la sua durata sarebbe insopportabile!
Con ciò la redenzione sarebbe sempre aperta! Ma l’infinito, maestoso Sacrificio
di UR ha incluso l’opera della caduta nella redenzione. Mentre invece il
pentimento pesa più gravemente che un Giudizio, che veniva appeso al tempo e
alla sua conseguenza. L’espiazione è riparazione, che è da esperire nell’Armaghedon come gli amari tormenti.
19.
Giorno e notte = pentimento e ribellione. Qualche condannato avrà un
profondo pentimento; più tardi si vorrà scusare e consegnare una contro-accusa.
Perciò giorno e notte. Ma il Giudizio rosicchia, rende inquieti, finché il
pentimento diventa più lungo, la ribellione più breve. Sì, – da eternità in eternità (nei secoli dei secoli) = dalla materia fino alla Salvezza del Regno, che porterà la definitiva
guarigione anche ai prigionieri nella seconda morte.
20.
Se tale eternità valesse come incommensurabile, allora il sacrificio di UR e la
redenzione sarebbero delle inutilità. Da/fino = di
tempo in tempo! Appena smettono di
ribellarsi, per loro ‘l’eternità’ è finita. L’Armaghedon
li potrà liberare ([1° Pietro, 4,6]: «Poiché per questo
è stato annunciato l’Evangelo anche ai morti; così che anche se giudicati
secondo gli uomini quanto alla carne, vivano secondo Dio iguardo
allo spirito»)
e la Campana della Sera li richiameràa a Casa, anche
se come ritardatari, ma ancor prima del rimpatrio della figlia della Creazione.
21.
Il finale! Scritto quasi senza connessione. Questo è dipeso dalla pienezza
schiacciante che Giovanni vede alla fine. E se l’ultima immagine della quarta
visione parziale dal terzo tratto della Rivelazione dice:
la definitiva dissoluzione della Creazione materiale
significa,
almeno in un certo senso,
che l’abbondanza di cui sopra deve essere riconosciuta.
[indice]
Parte III / IV
[Ap. 20,11-15]
Definitiva dissoluzione della Creazione materiale
la pienezza menzionata è
almeno da riconoscere come presagio.
1.
Invece del genere di interpretazione avuto finora, questa immagine è da
considerare solo nella sua interezza. Certo, è già stato dato qualcosa di
importante, cominciato dal Sacrificio-UR fino al rimpatrio di Sadhana, dell’amata figlia della Creazione. Questa
imponenza non la possono mai del tutto afferrare lingue umane nella loro
dialettica. La lingua della Luce – per quanto possibile – viene riconosciuta
solo da parte dello spirito.
2.
Alla materia è stato dato il cambio, l’Armaghedon è
stato accampato davanti al Regno, e alla seconda morte segue la seconda
risurrezione, che non ha bisogno di nessun sacrificio. Anch’essa ha la sua base
nella risurrezione di GESU’. Il veggente parla sovente di due generi di morte e
di risurrezione, ma mai di un sacrificio, che avesse bisogno di una
ripetizione.
3.
Gesù è andato al Golgota con la colpa dell’intera caduta. Ma hanno portato LUI
nella tomba. Uno dei Suoi più santi Simboli! Chi va con Lui al monte del peso e
della colpa, del Sacrificio e dell’Espiazione, ha la prima risurrezione e viene
pure portato nella tomba di Pasqua.
Senza croce si cade nella fossa, nella seconda morte. Attraverso la croce,
GESU’ ha aperto la tomba dall’interno, quindi il suo santo Interiore. Coloro
che sono caduti nella fossa sono i ritardatari, trascinati da Gesù, perché
hanno riconosciuto solo con la loro morte, dell’Armaghedon,
nel tormento del loro pentimento. Quelli che sono ‘portati’ alla tomba (inteso
spiritualmente) sono i primi.
4.
Quale Amore inonda questo Giorno, che dopo la seconda morte, DIO scambia il
Trono del Diritto con il “bianco trono
della Grazia”! La maestosa differenza è da intendere in modo che i celesti
stanno in ginocchio in questa profonda adorazione, per adorare in silenzio. Il
bianco Trono di Grazia è la meta raggiunta. Non c’è più nulla da spiegare.
Nella Misericordia splendente, che è di colore bianco, compare sul Piano il
Padre-Ur.
5.
Sprofonda ciò che ha portato all’Amore, miseria e dolori. In questo flutto di
Luce la finale resa dei Conti è un ri-prendere, perché nulla rimane indietro,
che quelle sostanze di forza già menzionate, che UR conserva nella Sua Fonte.
Questa è l’Immagine complessiva, prima che la Campana-Ur suoni la santa Notte,
a cui seguirà un nuovo “Sia fatto!”.
6.
«11Poi vidi un gran trono bianco e Colui che vi
sedeva sopra. Dalla sua presenza erano fuggiti terra e cielo; e non fu più
trovata traccia di loro» [Ap.20,11]. – E’ di nuovo l’UNO, l’Eterno-Santo, UR,
l’Eterno-Unico e Verace, che raduna intorno a Sé i figli ricchi e poveri ([Giov. 10,16]: «Ho anche delle altre pecore che non son di
quest’ovile; anche quelle io devo raccogliere, ed esse ascolteranno la mia
voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore»). Nella glorificazione beata,
ogni causa e conseguenza è differente, quelle della Misericordia sono uguali ([Matt.
5,7]: «Beati i misericordiosi, perché a loro sarà fatta misericordia »). Quale simbolo! Lei,
7.
Seduto = Assumere il Nuovo; sul Trono = appoggiato sulla Pertinenza; grande, bianco = eterna Pace; la Terra fugge = il pensare e creare materiale
sono scomparsi;
il Cielo fugge = quello che gli uomini elevano
su di sé come idolo,
contemporaneamente quelle sfere che dopo il ‘grande raccolto’ saranno
superflui. Profondamente spirituale: Terra e Cielo = la
caduta e il Sacrificio della Creazione diventato perciò necessario.
8.
La Terra pronunciata
prima del Cielo,
significa anche = dapprima
viene trasformato il Cosmo materiale nel senso di questa Rivelazione, dopo
segue il “pre-cortile” del Regno, l’Armaghedon e le parti delle sfere. Ambedue fuggono dinanzi al Volto = davanti a ciò che UR vede e
osserva, cioè:
La Sua nuova opera!
9.
Non fu più trovato posto per loro. Compensato nel dare e avere la “Sostanza del
Regno” giace sul santo Focolare per il Nuovo (l’Opera) che irradia chiaramente
la visione. E ancora: non si pensa più alla caduta, come una colpa pagata o
rimessa nella Grazia, non essendo più sollecitata. Rimane soltanto la maestosa
Croce come ur-eterno Simbolo dell’Amore e del grande
Sacrificio; e alla Sera tutte le moltitudini vedranno solennemente
10.
«12E vidi i morti, grandi e piccoli, che
stavano ritti davanti al trono; e i libri furono aperti. E un altro libro fu
aperto, che è il libro della Vita, e i morti furon
giudicati in base alle cose scritte nei libri, secondo le opere loro» [Ap. 20,12].
– I morti, nel punto di vista di quest’immagine, sono coloro della prima e
della seconda risurrezione. I grandi, la cui nomina è identica con il grande
Trono, sono coloro che sono rimasti fedeli al Regno, i primi. Ma la loro resa
dei conti segue per ultima, dato che questi stanno scritti nell’unico Libro della Vita. Il più bello,
con cui UR irradia splendidamente il meraviglioso Giorno dell’Amore, viene
riservato fino all’ultimo. I piccoli, nominati dopo, vengono giudicati per
primi, cosa che dimostra la moltitudine dei libri. Dato che anche loro devono
essere inclusi nel bianco trono di Grazia.
11.
Un’indicazione: i grandi che sono proceduti prima, da UR e fino a GESU’, sono
stati sempre i primi inviati; seguendo loro, tutti i piccoli hanno preso la
loro via. Ma da qui vengono preposti, perché UR non può concludere con loro il Giorno, ma soltanto per loro. I Suoi grandi sono i
co-concludenti. Qui sta
12.
Stare dinanzi a Dio = i grandi mediante la
collaborazione, i piccoli tramite la seconda risurrezione davanti
all’Onniveggenza di UR;
libri = avvenimenti scritti, legati oppure anche
inclusi nell’Opera per ogni morto; aperti
= dover confessare
ciò che sta scritto
nel libro; inoltre in quanto compiuto. L’aprire vale anche per i fedeli,
soltanto il “Libro della Vita” dice chiaramente che cosa risulta dalla loro
resa dei conti.
13.
Non riguarda per nulla che “i morti vengono giudicati”, ma ognuno deve rendere
conto per le Opere ([Rom. 2,1-3]: «Perciò, o uomo,
chiunque tu sii che giudichi, sei inescusabile; poiché nel giudicare gli altri,
tu condanni te stesso, perché tu che giudichi, fai le medesime cose. Or noi
sappiamo che il giudizio di Dio su quelli che fanno tali cose è conforme a
Verità. E pensi tu, o uomo che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu
stesso, di scampare al giudizio di Dio?»). Il ‘giudicare’ significa veramente, presentare la
cambiale (titolo di debito). Soltanto, – non sarebbe il Santo-UR sul Trono
della Misericordia, se le cambiali non trovassero nessuna estinzione. Un’oscura
parola della Rivelazione annuncia che cosa sta succedendo.
14.
«13E il mare rese i morti ch’erano in esso; e
la morte e l’Ades resero i loro morti ed essi furono
giudicati ciascuno secondo le sue opere» [Ap. 20,13].
– Se questo riguardasse dei morti nuovi, nessun libro sarebbe stato aperto
prima. Nella materia tutti erano “i morti” nel senso del peccato. Dato che ora
il primo Giudicare della cambiale (titolo di debito) attraverso il libri è
passato, segue il secondo nel Titolo di Grazia ([Rom. 11,27]: «Egli
allontanerà da Giacobbe l’empietà; e questo sarà il patto con loro, quand’io torrò via i loro peccati»). – Il mare rende i morti = coloro che non sono diventati
empi per cattivo istinto, che sono naufragati solamente nell’uccisione della
fede a causa dell’abbaglio. Ora sono liberi. Dopo l’ultima resa dei conti non devono
ritornare in questo mare.
15.
Questo vale anche per i morti della morte, colui che guida nell’errore, e
quelli dell’inferno, coloro che rinnegano consapevolmente Dio. La morte li rende = la loro inimmaginabile cecità
di fronte a DIO ha cessato; l’inferno
li rende = ora sono liberati dal loro
oscuro istinto.
I due gruppi sono i precipitati con Lucifero, perciò vengono nominati insieme.
16.
Furono giudicati ognuno secondo le proprie opere. Qui c’è un parallelismo
dell’aprire i libri, perché un giudicare della morte e dell’inferno, viene
eseguito dai libri, l’altro dalla resa del mare. Se viene rivelato ancora un
peso impressionante, allora corrisponde ai messaggi alle chiese. Là venne
menzionata prima la lode, poi l’ammonimento, l’avvertimento, anche la minaccia.
Ed anche se quest’ultima fu necessaria, per cui seppero il loro ‘orientamento’,
ne vennero però anteposti la lode e l’incoraggiamento.
17.
Perciò nel finale dell’ulteriore Esercizio del Diritto: nel primo giudicare
l’incoraggiamento dell’assoluta Grazia, nel secondo la santa Serietà, ha ancora
da mostrare l’amarezza del Giudizio, mentre dapprima viene certamente dato il
peso e infine la Grazia. L’immagine di scambio corrisponde ai due portatori del
Fondamento. Già negli ammonimenti si trova la punizione, perché senza premessa
di punizione non è necessario nessun ammonimento; mentre
18.
Il Giudizio dell’aprire dei libri spinge molti morti nuovamente verso l’Armaghedon, per compiere quivi la loro espiazione. Fra
questo tempo e quello in cui il mare, la morte e l’inferno rendono i loro
morti, si trova come un abisso, non come nel versetto 3. Il giudicare secondo i
libri dura fino alla fine della materia. Se qui non sta scritto nulla del fuoco
e della rovina, allora è perché
19.
Ma nessuno voglia pensare che il tempo del Giudizio non porti dei pesi troppo
gravosi! Un tale conto non risulta giusto! “Di
eternità in eternità!” porta pianto, miseria, disperata auto-maledizione.
Per tali anime questo sarà come delle dure eternità, finché un giorno non
splenderà la Grazia attraverso il Potere del Diritto.
20.
C’è poi un tempo = la prima resa dei conti; due tempi = giorno e notte; e un mezzo tempo = il tempo spezzato oppure la
svolta è passato,
così segue il secondo Giudicare delle opere dopo il mare, dopo la morte e dopo
l’inferno, perché allora sarà calcolato l’Armaghedon
dalla somma della colpa a cui sarà data l’eterna direzione. Questa è
21. «14E la
morte e l’Ades furon
gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè, lo stagno di
fuoco» [Ap. 20,14].
– E’ da osservare che non viene menzionato insieme soltanto il mare. Secondo il
cap. 19,20 la bestia e il falso profeta = le sostanze di forza e dell’azione
dei caduti vengono gettati vivi, cioè vengono mandati alla trasformazione;
invece la morte e l’inferno vengono gettati del tutto = definitivamente tolti. L’altra loro morte perciò non è identica con la seconda
morte dei morti, piuttosto è una faccenda del tutto a se stante.
22.
Perché: «Io li riscatterei dal potere del
soggiorno dei morti, li redimerei dalla morte; sarei la tua peste, o morte,
sarei la tua distruzione, o soggiorno dei morti; ma il loro pentimento è
nascosto agli occhi miei!» [Osea 13,14]. Ambedue non sono per nulla delle sostanze dell’Opera, ma
solo il principio provocato da Lucifero. Non sono nemmeno della parte che UR
conserva per la nuova Opera. Perciò
vengono gettati nella
loro morte = dissoluzione nel nulla, perché è fantasmagorismo.
23.
«15E se qualcuno non fu trovato scritto nel
libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco» [Ap.20,15].
– Chi crede che ‘qualcuno’ siano delle persone, è molto lontano dalla Luce di
Dio. Sembra certamente come se alcuni saranno gettati nello stagno, perché nel
Libro della Vita secondo il versetto 12 soltanto i grandi morti hanno i loro
nomi. Ma non si dimentichi che ai piccoli morti sia i libri che anche l’Armaghedon, estinguono il titolo di colpa (debito), con cui coloro che oramai sono “liberi dalla colpa”
vengono aggiunti nel libro della Vita (anche se come ritardatari), affinché anche loro vivano come cittadini del Regno
nello “Spirito di Dio”! ([Rom.14,11]: «Infatti sta scritto:
Com’io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me, ed ogni
lingua darà la gloria a Dio» – [1° Pt. 4,6]: «Poiché
per questo è stato annunciato l’Evangelo anche ai morti; onde fossero bensì
giudicati secondo gli uomini quanto alla carne, ma vivessero secondo Dio quanto
allo spirito»)
Il sacrificio-UR e la redenzione-Golgota,
sono il santo Alfa e Omega della Creazione,
il Verace, l’Eterno dallo spazio-UR ed dal tempo-UR!
24.
Il ‘qualcuno’ sono cose costrittive: mare, morte, inferno, bestia, ecc., che erano soltanto
degli aborti della pazzia luciferina. Tutte cose, queste, presentate da
Giovanni come persone allo scopo della miglior comprensione, ma non si
troveranno certamente nel libro della Vita, perché non provengono – comunque
senza sostanza – dalla Volontà per l’Opera di UR. Nello stagno di fuoco = dissolti attraverso l’eterno
Ordine di UR, cessare d’esistere, come una fiamma che muore senza nutrimento. “Se il disegno o l’opera è dagli uomini (cioè
dal male), allora sarà sottomesso”.
Solo ciò che crea
25.
Proprio questo dimostra magnificamente come
26.
L’ulteriore imponente Esercizio del Diritto ha raggiunto la sua fine.
Il santo Diritto di UR, Egli come unico Creatore, non sarà più aggredito da
nessun duale che pretendeva per sé il diritto alla Vita, passando oltre alle
Sue condizioni-Ur. EGLI ha espiato, purificato, riedificato e di nuovo
riportato definitivamente l’amara caduta nella Creazione, difficilmente
comprensibile, tramite il maestoso-santo Atto di Sacrificio!
27.
Nel maestoso Giorno di un così inafferrabile AMORE, DIO ha ottenuto la fine
dell’Opera. Le Preziosità del Regno che sono giunte nella Rivelazione,
diventeranno completamente visibili ed afferrabili soltanto nella nuova,
settima Creazione del Sabato. Solo il veggente vede oltre alla santa Notte
della Creazione l’inizio di un meraviglioso nuovo Mattino, di un Giorno nel
quale saranno offerti ai figli i Frutti del Giorno dell’Amore dalla Camera del
Cuore del Padre.
“MISERICORDIA”
si chiamerà questa Corona.
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O - - - - -
[indice]
Il testo prosegue con la parte IV: “La magnificenza celeste”
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[1] Ernting: una
località della Germania
[2] Fenotipo: (dal greco phainein,
che significa "apparire", e týpos, che significa
"impronta") si intende l'insieme di tutte le caratteristiche
manifestate da un organismo vivente, quindi la sua morfologia, il suo sviluppo,
le sue proprietà biochimiche e fisiologiche comprensive del comportamento.
Questo termine viene utilizzato in associazione al termine genotipo; dove per
genotipo si intende la costituzione genetica di un individuo o di un organismo
vivente
[3] Concetto già espresso in altra rivelazione
tramite Jakob Lorber nel 1840. – (vedi “Il
Governo della famiglia di Dio” vol. 1 cap.5)
[4] Portare la
croce: concetto già espresso in un'altra rivelazione “Autobiografia
di Cristo” cap. 12.