(Dettato ad Anita Wolf nel 1976/1977)
Samuele,
sacerdote e giudice in Israele, la sua vocazione, la sua vita e la sua opera.
Il popolo legato all’esteriore cerca segni ed orpelli, vuole un re. Samuele
unge sia Saul che David per re d’Israele. “Questo primo re e coloro che lo
seguiranno, portano con sé Israel sull’orlo della fossa. Prima ci sarà molta
gloria e onore. Tuttavia, come l’uomo scende nella tomba, così è del mondo
tutto il povero splendore.
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(Samuele il
chiamato)
[1080
a.C.]
Titolo
originale: “Der Eine”
Traduzione: Ingrid Wunderlich
L’originale edito dal circolo degli amici di Anita Wolf - C/o Jurgen Herrmann
Hohenfriedberger Strasse, 52 - 70499 Stuttgart
Email: bestellung@anita-wolf.de.
Sito: http://www.anita-wolf.de
Questa edizione in lingua italiana è stata curata dal gruppo:
‘Amici della nuova Luce” – www.legamedelcielo.it
Contatti: info@anitawolf.it
«Io sono l’Alfa e l’Omega
l’inizio e la fine, che è, che era e che viene:
l’Onnipotente».
[Apoc. 1,8]
Prefazione
Una storia antica che oggi non sarebbe più attuale, oppure è un pozzo
profondo eterno e immutabile da cui fluisce ogni vita, da cui si può attingere
sempre e continuamente? Ognuno che lo suppone, pur credente, non dovrebbe mai
pensare in modo antico, incurante: ‘Non ne abbiamo più bisogno!’. Se Dio
è l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, allora i
Suoi doni e rivelazioni hanno sussistenza nell’eternità. Non è bene pensare che
Dio sia presente solo ora per noi
ultimi nel mondo, né che la Sua Parola valesse solo per il tempo antico:
«Sono forse un Dio
da vicino, e non un Dio da lontano?», dice l’Eterno. [Ger. 23,23]
Possa essere ciò che sa dirci la presente opera, un ulteriore testimonianza
dell’eterno Iddio, il Quale prima non sarebbe da chiamare ‘antico’, né ora ‘nuovo’, poiché quello che Egli dà, possiede validità onniduratura. Proprio dagli ultimi di questo mondo può
essere accolta la verità di Dio da tutto il cosiddetto antico. Non la storia
come tale sta in primo piano, ma l’unica cosa che l’UNO, l’Unico Dio, insegna sempre
con la stessa: ‘La Sua eterna Parola!’
Raccogliere le parole dall’alto diventa perciò per noi motivo di servizio,
al fine di preservare l’essenzialità del contenuto biblico ampliato da queste
‘nuove’. Tra le tante, la fiamma ‘Ariel’, che non si spegneva mai, per una sua
propria ‘fonte’ ultraterrena (2,23), e Samuele, è uno del 3° gruppo di anziani
(5,25). Non mancano i chiarimenti per correggere nella Scrittura quelle parti
avariate che, in questo tempo della venuta spirituale del Signore,
devono essere chiarite, come ad
esempio al cap. 8,40-60, in cui Samuele stesso percepisce degli errori che
verranno trascritti nelle cronache della storia, e che solo nel futuro tempo –
quello dell’oggi – saranno chiarite nella verità portata avanti dal Signore
stesso. Ma non questo solamente, poiché, ad esempio, gli eventi biblici al cap.
13, 6-23 e tutto il cap. 14 (1° Sam) non vengono citati in questa rivelazione,
ma anzi, va fatta una riflessione sulla sua veridicità, poiché, l’inizio del
cap. 15, come su accennato è completamente falso. E quindi, anche l’uccisione
di Agal per mano di Samuele, re degli amaleciti, è
una falsità perpetrata dagli scrivani di Saul. E non solo. Anche al cap. 10 in
cui viene riferito l’episodio con gli inviati di Saul, in realtà in questa
rivelazione viene presentato in modo completamente diverso che al cap. 19
biblico.
Anche da prendere in considerazione le meravigliose parole di Dio a
Samuele, quali tasselli rivelatrici del mistero della vita in sé, nonché della
caduta della prima figlia e della preordinazione di come recuperarla (cap. 10).
E in concomitanza, viene pure rivelato che nel regno esistono delle ‘stazioni’,
quali ‘punti di raccolta di Luce’, come dei libri-archivi nei quali tutto ciò
che necessita debba essere conservato, lo è, come questa rivelazione attraverso
la quale veniamo a conoscenza di cose e colloqui accaduti 3000 anni fa. La
storia del primo re Saul, contrapposto a Davide, non poteva restare non
spiegata nei suoi particolari, poiché capire certi elementi importanti di molte
incomprensioni nel testo biblico, era necessario, così come il perché della
continua lotta di Saul contro Davide e il ruolo di Samuele, quale mediatore
inviato da Dio.
Un ulteriore occasione di comprendere moniti, insegnamenti e consigli dalla
Luce, per conoscere la storia e i suoi personaggi, ed affrontare il mondo e le
sue insidie.
Weiz, Stiria
A.W.
1976-1977
.
Una preghiera
viene ascoltata - A Silo, un inviato dal Regno, o Dio stesso? - A Eli è
presentata ‘la resa dei conti’ - Hanna cede Samuele di dodici anni al tempio |
|
La quadruplice
chiamata di Dio a Samuele - Dio lo guida, poi l’annuncio di un giudizio |
|
Il furto
dell’Arca per esporla come simulacro al nemico - Una guerra è perduta, pure
l’Arca dell’Alleanza |
|
In attesa di
notizie sull’Arca, Samuele deve annunciare - Chaha
ritorna dalla Filistea - Parole dall’Alto tra i due |
|
I filistei e la
maledizione - Restituzione dell’Arca - Samuele a colloquio con Dio - A Silo,
avvertimento al popolo, poi liberato dalla colpa |
|
Molte rivelazioni
a Samuele, anche il pre-annuncio di un re per
Israele |
|
In Rama,
Samuele con Dio gli tocca la veste - Gli anziani pretendono un re - L’unzione
serve? |
|
Il Conforto di
Dio e l’annuncio dell’incontro con Saul - Il primo re e la guerra contro gli
amaleciti - Chiarimenti biblici |
|
Difficili
domande sul portare pesi - Saul ottenebrato chiama Samuele - L’incarico in
Betlemme per trovare Davide - La scelta - Ancora un elevato colloquio sulla
resa dei conti |
|
Messaggeri di
Saul e lui stesso quali falsi profeti - Una rivelazione particolarmente alta
in una capanna |
|
Un pugno di uomini
fedeli - L’avvincente presenza di Dio - Anche un’adorazione |
|
Khemal dispiaciuto - Samuele interiorizzato
insegna - Gli amici meditano - Il Padre consola Samuele |
|
I buoni amici
aiutano - In viaggio verso Davide - Una schiera di aiutanti - Sull’impervio
monte per benedire Davide |
|
Chaha racconta la sua missione - Una ragazza
cambia le sorti della battaglia - Una missione per la conversione di Bensanar |
|
L’ultima benedizione
a Davide - A un cattivo, seria resa dei conti, ad una fedele, il miglior
Aiuto |
|
Due poveri
orfani vengono aiutati - Un drappello di Davide è salvato - La contrada dei
gentili - Gli ultimi insegnamenti anche sul falso ascetismo - La meravigliosa
presenza di Dio. |
|
Nell’ultimo
giorno terreno di Samuele, anche un vegliardo torna a Casa - Dio viene a
prendere Samuele - Ultimi insegnamenti |
Indice dei
Nomi
Dio il
Padre
Samuele successore
di Eli
Abelae carpentiere
in Rama
Barara figlia
di Bensanar
Ben-Chosoa ricco avaro
Bensanar criminale
poi convertito
Berechsa un
giovane diciannovenne, povero orfano
Chaha principe
di Giuda, viaggiatore e ricercatore
Davide 2°
re d’Israele
Ecron principe
filisteo
Eli sacerdote
e giudice
Eliab fratello
di Davide
El-Kana padre di Samuele
Gionatan figlio di Saul
Giosuè un
contadino filisteo
Giuditta sorella
di Berechsa, povera orfana
Hanna madre
di Samuele
Hashuba uomo
anziano in Rama
Hophni (Cofni) figlio di Eli
Isai il
padre di Davide
Ka’jiun vegliardo
in Rama
Kedas l’anziano
di un villaggio di credenti
Khemal anziano
di Giuda (antagonista poi convertito)
Lamuor anziano
del Consiglio di Gad, vicino di casa
Lushar anziano
di Simeone
Machnalo messaggero
presso Davide
Maga una
gentile oste
Magdala la
madre di Davide
Manutos anziano
levita
Micheam moglie
di Abelae
Ochnia di
Beniamino (antagonista poi convertito)
Patael un
fedele di Rama, vicino di casa di Samuele
Pinehas (Pincas) figlio di Eli
Rachele figlia
di Maga
Rashi di
Sebulon (antagonista poi convertito)
Reborana locandiera
pronta nell’aiuto
Sallu marito
di Reborana
Sarah moglie
di Bensanar
Saul 1°
re d’Israele
Tamara figlia
di Maga
Località citate
Afek / Ai
/ Asdod / Beth-Aven / Betel
/ Beth-Horon (vicino Jafi) / Beth-Semes / Benjamin
/ Betlemme / Carmel (vicino Sif)
/ Eben-Ezer / Enghedi (sulle alture presso il Mar
Morto) / Escron / Ethain
/ Gad / Gibea / Gilgal (Gàlgala)
/ Ghinea-Benjamin / Gibea / Hachila (nel deserto di Sif) / Hebron / Jafi (vicino
il mare) / Maon (un deserto) / Mizpa /
Naioth (vicino Rama) / Ofra / Keghila / (nel deserto) / Rama / Sebulon / Sif / Silo / Tekoa (a nord est di Ebron) / Zin (deserto verso Bethel)
[1° Sam. 1,1-18]:
«C'era un uomo di Ramatàim, uno Zufita delle
montagne di Efraim, chiamato Elkana,
figlio di Ierocàm, figlio di Eliàu,
figlio di Tòcu, figlio di Zuf,
l'efraimita. [2] Aveva due mogli,
l'una chiamata Anna, l'altra Peninna. Peninna aveva figli, mentre Anna non ne aveva. [3]
Quest'uomo andava ogni anno dalla sua città per prostrarsi e sacrificare al
Signore degli eserciti in Silo, dove stavano i due figli di Eli, Cofni e Pìncas, sacerdoti del
Signore. [4] Un giorno Elkana offrì
il sacrificio. Ora egli aveva l'abitudine di dare alla moglie Peninna e a tutti i figli e le figlie di lei le loro
parti. [5] Ad Anna invece dava una parte sola; ma egli
amava Anna, sebbene il Signore ne avesse reso sterile il grembo. [6]
La sua rivale, per giunta, l'affliggeva con durezza a causa della sua
umiliazione perché il Signore aveva reso sterile il suo grembo. [7]
Così succedeva ogni anno: tutte le volte che salivano alla casa del
Signore, quella la mortificava. Anna dunque si mise a piangere e non voleva prendere
cibo. [8] Elkana, suo marito,
le disse: “Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore?
Non sono forse io per te, meglio di dieci figli?”. [9] Anna,
dopo aver mangiato in Silo e bevuto, si alzò e andò a presentarsi al Signore. In
quel momento il sacerdote Eli stava sul sedile davanti a uno stipite del tempio
del Signore. [10] Essa era afflitta ed innalzò la
preghiera al Signore, piangendo amaramente. [11] Poi
fece questo voto: “Signore degli eserciti, se vorrai considerare la miseria
della tua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua schiava e
darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò al Signore per tutti i
giorni della sua vita e il rasoio non passerà sul suo capo”. [12]
Mentre essa prolungava la preghiera davanti al Signore, Eli stava
osservando la sua bocca. [13] Anna pregava in cuor suo e
si muovevano soltanto le labbra, ma la voce non si udiva; perciò Eli la ritenne
ubriaca. [14] Le disse Eli: “Fino a quando rimarrai
ubriaca? Liberati dal vino che hai bevuto!”. [15] Anna
rispose: “No, mio signore, io sono una donna affranta e non ho bevuto né vino
né altra bevanda inebriante, ma sto solo sfogandomi davanti al Signore. [16]
Non considerare la tua serva una donna iniqua, poiché finora mi ha fatto
parlare l'eccesso del mio dolore e della mia amarezza”. [17]
Allora Eli le rispose: “Và in pace, e il Dio
d'Israele ascolti la richiesta che gli hai fatto”. [18] Essa
replicò: “Possa la tua serva trovare grazia ai tuoi occhi”. Poi la donna se ne
andò per la sua via e il suo volto non fu più come prima».
Una preghiera viene ascoltata - A Silo, un inviato dal Regno, o Dio
stesso?
A Eli è presentata ‘la resa dei conti’ – Hanna cede Samuele di dodici
anni al tempio
1. Samuele, un figlio chiesto a Dio, viene consacrato a Lui. Una donna di nome Hanna si trova presso il Tabernacolo a Silo dove spesso soggiornava e, come fino a questo giorno, non era mai stata esaudita da Dio. Così pensava! Ora è immersa nella sua preghiera, stringe le mani, supplica e piange. Il sacerdote Eli la tocca dicendo bruscamente di andar via e piangere altrove la sua ‘bevuta’.
2. “Non sono ubriaca”, gli occhi di Hanna sono chiari, nonostante le lacrime.
- Ad Eli le viene in mente. La conosce bene, suo marito El-Kana ha sempre portato giusti sacrifici quando veniva a Silo per adorare.
*
3. Sono passati anni. Eli siede da solo davanti al santo tabernacolo, mormorando: “Hanna è molto credente, …mentre i miei figli”. Dal più profondo del cuore sgorgano dei sospiri: “Che cosa ho mancato di fare, per non aver educato i miei figli, timorosi di Dio? O Signore, perché è venuta su di me la Tua verga a causa dei miei figli?”
4. Nessuno lo sente parlare, lui è solo, …oppure no? Dio, infatti, è onnipresente, vicino e lontano; le Sue mani onnipotenti non perdono mai nulla. “Cosa ho peccato contro di Te, o Signore? Se pecchiamo verso gli uomini, allora può giudicare il giudice; ma se pecchiamo contro di TE, Te che sei il Giudice eterno su tutto ciò che vive? Quindi, devo aver peccato contro di Te. Come dovrebbero sorgere diversamente da me dei ragazzi cattivi? Oppure dipende unicamente dalla donna?” (Genesi 3,12)
5. Sulla via arriva un uomo, addobbato stranamente con un abito quasi scintillante, tanto che Eli deve chiudere brevemente gli occhi per sopportare il chiarore solo un po’ alla volta. Rabbrividisce. Chi è il viandante? Costui si sta avviando verso il Tabernacolo di Dio. Lui, il primo sacerdote, deve chinarsi senza sapere a quale costrizione è sottomesso? L’uomo comincia a parlare, e le parole sono come d’acciaio e di panno lindo. Eli non ha mai sentito un tale tono. Nella sua mente comincia a pensare: ‘Un angelo, oppure, …Dio? …?’
– “Vieni, devo parlare con te davanti al Fuoco di Dio!”.
*
6. Stanno seduti davanti alla seconda cortina che separa il vano dell’Arca del Patto dal resto della tenda. “Chi sei?”, osa interrogare Eli questo strano uomo. “Non so se posso portarti con me nel Tabernacolo di Dio. Possono entrarvi solamente io e i sacerdoti secondari”.
7. “Ah, è così? E tu conosci Dio? Il Creatore dell’Infinito dipende da questa piccola nicchia? Egli sarebbe da vedere, da sentire solo qui? Conosci i tempi del passato? Oppure il futuro ne partorirà ancora? Dà una risposta, se ne sai una!”
8. “Signore, non lo so”. Eli cade sulle sue ginocchia. E’ successo qualcosa d’inaudito. Oh, sì, ha già sentito la voce di Dio, quando ha pregato davanti al fuoco ARIEL. Se avesse sempre sentito bene, sempre fatto il giusto, …lui non lo può proprio decidere.
9. “Ricordati: se Dio fa i Conti con te, allora ringraziaLo fino all’ultima ora della vita. Egli ti ha preparato così la via per l’eternità. Non osare, come lo ha fatto una volta Adamo, di caricare la tua colpa sulla donna. Infine ti sei ricordato il perché i tuoi figli vivono troppo in modo mondano. Li hai educati in modo del tutto sbagliato – perché sei stato orgoglioso di loro – hai consumato unicamente con loro i molti doni portati a te.
10. Dio ha dichiarato la casa di tuo padre nel paese del Nilo, per esserGli una fedele stirpe di sacerdoti (la tribù di Levi). Ora Dio ti dice: «Hai onorato più i tuoi figli, che Me. Non hai vissuto sempre onestamente dinanzi a Me. Voglio ricompensare in modo clemente, perché hai avuto dei dubbi e ti sei battuto il petto: ‘Signore, perdona!’ Ma ricorda:
Io onoro quelli che Mi onorano,
e quelli che Mi disprezzano saranno avviliti. [1° Sam. 2,30].
11. Sei l’ultimo della tua casa che fa la Bontà di Dio. Egli
toglie via i tuoi figli e li istruisce in quel luogo che si chiama ‘la DIMORA
di Dio’. Non questa tenda che non sussisterà più per molto»”.
- Eli domanda spaventato: “Dove deve dimorare Dio diversamente?”
«Il Cielo è il Mio Trono
e la Terra è lo sgabello dei Miei piedi!» [Isaia 66,1]
12. Come una
fiamma esce
- “Non è ancora ora. Dapprima educa il ragazzo che ti manderò, affinché il tuo errore sia purificato dinanzi a Me. Poi, nella Mia Benignità, ti toglierò da questa Terra”.
- Eli non si accorge, cieco di lacrime, che Dio, il ‘Viandante’,
entra nella sala dell’Arca del Patto e passa con Mani meravigliose attraverso
la Fiamma, attraverso ARIEL. E’ il Supremo, e al di sopra non v’è altro che la
volta della tenda, come il Cielo per
13. Finalmente il sacerdote alza gli occhi. “Signore, sei stato TU a visitarmi per via dei miei peccati? Hai da fare i conti con me?”. Va’ verso l’Arca del Patto. Dove altrimenti dimorerebbe Dio? Con tale pensiero corre al Santissimo, gettando di lato la cortina, titubante, guarda dentro. Nulla! O guai, Egli se n’è andato! Nemmeno la Nicchia (il Tabernacolo) che Egli ha fondato per Mosè, Gli è abbastanza buona per rimanere qui. ‘Ecco, questo dipende unicamente da me’. I pensieri si accavallano.
14. ‘Ho svolto il servizio nel Santuario e so che Dio è apparso qua e là ad Abramo e ad altri giusti. A me mai, finora. Oggi, …la grave resa dei conti che pesa sulla mia anima. I figli amati devono morire prima di me? La mia casa dev’essere estinta? Signore! O Signore, abbi pietà di me!’
15. Eli esce. E’ indegno rimanere dove Dio ha fatto i conti con lui.
- “È così? Soltanto, …fatto i conti? Non hai sentito la Misericordia che proveniva dalle Sue parole abituate alla salvezza?”
- Allora è come un Soffio intorno a lui. Ed Eli china il capo.
*
[1° Sam. 1,19-28]: «[19] Il mattino dopo si alzarono e dopo essersi prostrati davanti al Signore tornarono a casa in Rama. Elkana si unì a sua moglie e il Signore si ricordò di lei. [20] Così al finir dell'anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele. “Perché”, diceva “dal Signore l'ho impetrato”. [21]Quando poi Elkana andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il voto, [22]Anna non andò, perché diceva al marito: “Non verrò, finché il bambino non sia divezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre”. [23] Le rispose Elkana suo marito: «Fà pure quanto ti sembra meglio; rimani finché tu l'abbia divezzato; soltanto adempia il Signore la tua parola». La donna rimase e allattò il figlio, finché l'ebbe divezzato. [24] Dopo averlo svezzato, andò con lui, portando un giovenco di tre anni, un'efa di farina e un otre di vino e venne alla casa del Signore a Silo e il fanciullo era con loro. [25] Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli [26] e Anna disse: “Ti prego, mio signore. Per la tua vita, signor mio, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. [27] Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho chiesto. [28] Perciò anch'io lo dò in cambio al Signore: per tutti i giorni della sua vita egli è ceduto al Signore”. E si prostrarono là davanti al Signore.»
16. Si
avvicinano dei passi. Alza gli occhi di malumore. Se già per la prima volta ha
potuto vedere Dio, ascoltarLo apertamente, di questo
si vuole occupare profondamente, anche col proprio pentimento e con
l’espiazione che è da adempiere. Ma ecco che viene disturbato. Di nuovo un ‘ah’ ed un ‘guai’; il Signore è stato clemente, mentre lui non riconosce subito
che tutto è la guida di DIO. Si
vergogna di se stesso.
17. Hanna arriva senza suo marito, ma con un ragazzo di
dodici anni. “Perdona”, saluta lei, e depone il dono per il Tabernacolo, “Dio
mi ha dato nel sogno l’istruzione di offrire ‘a Lui’, al Signore, mio figlio, già prima
del concepimento. Devi farne un autentico sacerdote, istruirlo di ciò che deve
sapere. Il resto…”, lei indugia, non è facile
ciò che ha ancora da annunciare, “…Samuele viene mantenuto dal Signore. Così è
il mio sogno”. Hanna spinge il ragazzo davanti a sé, per salutare Eli.
18. Strano, il ragazzo
non fa quello che fanno tutti gli altri, cosa che sarebbe da aspettarselo. Lui
bacia il lembo dell’abito del sacerdote in segno che così si onora Dio, memore
delle parole di Dio che egli una volta ha pronunciato. Eli guarda al ragazzo: sta
facendo la cosa giusta. (ma) Non lui è da onorare! E ora ricorda che Dio
onorerebbe colui che onora LUI, ma che disdegnerebbe anche colui che disdegna
DIO. Quale Mene tekel[1]
dalla Luce dell’alta eternità!
19. Oh, Dio
onora tutti i Suoi figli, il che significa amare, guidare, benedire, non
disprezzando coloro che si sono distolti e che ora fanno del male, …come i Suoi
figli, i quali vengono disprezzati dagli uomini non appena si nota la loro
cattiveria. Lui accarezza i capelli chiari
del ragazzo. “Vieni, ti mostro il tuo giaciglio; sei stanco, domani ti
istruisco su ciò che hai da fare e su ciò che non devi fare. Con te, Hanna, sia
la benedizione di Dio! Hai sacrificato a Lui il tuo cuore di madre, sacrificio
che sta incomparabilmente più in alto che ogni sacrificio di questo mondo”.
20. Prendendo
il ragazzo per mano, entrano nella tenda. Samuel si volta e fa cenno a sua
madre. Hanna attende ancora a lungo e, nonostante la pace, il suo cuore è
pesante. Ma è come un fulmine, come un bagliore che si sprigiona dalla cortina
e circonda la vittima. Ora, del tutto consolata, va a casa. Non ha perduto il
suo ragazzo.
[indice]
[1° Sam. 3,1-18]:
[1] Il giovane Samuele continuava a servire il Signore sotto la
guida di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non
erano frequenti. [2] In quel tempo Eli stava riposando
in casa, perché i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a
vedere. [3] La lampada di Dio non era ancora spenta e
Samuele era coricato nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di
Dio. [4] Allora il Signore chiamò: «Samuele!» e quegli
rispose: «Eccomi», [5] poi corse da Eli e gli disse: «Mi
hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti ho chiamato, torna a dormire!».
Tornò e si mise a dormire. [6] Ma il Signore chiamò di
nuovo: «Samuele!» e Samuele, alzatosi, corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato,
eccomi!». Ma quegli rispose di nuovo: «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a
dormire!». [7] In realtà Samuele fino allora non aveva ancora
conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del
Signore. [8] Il Signore tornò a chiamare: «Samuele!» per
la terza volta; questi si alzò ancora e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato,
eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovinetto. [9]
Eli disse a Samuele: «Vattene a dormire e, se ti si chiamerà ancora, dirai:
Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta». Samuele andò a coricarsi al
suo posto. [10] Venne il Signore, stette di nuovo accanto
a lui e lo chiamò ancora come le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele
rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta». [11]
Allora il Signore disse a Samuele: «Ecco io sto per fare in Israele una
cosa tale che chiunque udirà ne avrà storditi gli orecchi. [12]
In quel giorno attuerò contro Eli quanto ho pronunziato riguardo alla sua
casa, da cima a fondo. [13] Gli ho annunziato che io
avrei fatto vendetta della casa di lui per sempre, perché sapeva che i suoi figli
disonoravano Dio e non li ha puniti. [14] Per questo io
giuro contro la casa di Eli: non sarà mai espiata l'iniquità della casa di Eli
né con i sacrifici né con le offerte!». [15] Samuele si
coricò fino al mattino, poi aprì i battenti della casa del Signore. Samuele
però non osava manifestare la visione a Eli. [16] Eli
chiamò Samuele e gli disse: «Samuele, figlio mio». Rispose: «Eccomi». [17]
Proseguì: «Che discorso ti ha fatto? Non tenermi nascosto nulla. Così Dio
agisca con te e anche peggio, se mi nasconderai una sola parola di quanto ti ha
detto». [18] Allora Samuele gli svelò tutto e non tenne
nascosto nulla. Eli disse: «Egli è il Signore! Faccia ciò che a lui pare bene».
La quadruplice chiamata di Dio a Samuele
Dio lo guida, poi l’annuncio di un giudizio1. Già da un anno Samuele è sotto l’educazione di Eli. Una volta ha visto i suoi genitori quando hanno portato i loro doni per il Tabernacolo. Il servizio gli piace, ma non è ancora potuto entrare nel Santuario. A volte si alza di notte con un bruciore nel petto: adorare là dove Dio è a Casa! Così, sta presso la cortina interna e non osa nemmeno appena toccarla, figurarsi a guardarvi dentro. Eli non si è mai accorto di questo.
2. Da quella rivelazione di grazia (cap. 1) Eli non ha percepito più nulla, come se ora il Cielo si fosse chiuso. “La Tua Parola è diventata cara”, dice in preghiera. “Che cosa devo fare con il ragazzo che TU hai portato qui?”. Silenzio intorno a lui, persino davanti all’Arca del Patto dove brucia la fiamma. “Ah Signore, ho peccato troppo. Perché mi hai abbandonato?”. Una seria, grave supplica, di una interiorizzazione dal fondo più intimo dell’anima.
*
3. Samuele va verso la vicina collina dove si ferma volentieri e guarda lontano. Qui – non sa come avviene – può pregare diversamente che alla presenza di Eli. Lo ha già imparato da lui. “Dio, non sei anche nostro Padre?”. Questo sta scritto nel discorso d’addio di Mosè. Colui che era del tutto colmo dello Spirito di Dio, aveva detto: «Non è Egli tuo Padre e il tuo Signore?». Il bambino, quando anni prima era ancora a casa, aveva sentito El-Kana dire che era appunto lui, ad essere suo padre.
4. ‘Giusto’, lo aveva istruito l’uomo, ‘per questo mondo sono tuo padre, e Hanna è tua madre. Per l’eternità è solo Dio il Padre di tutti i Suoi figli, poiché Egli ci ha elevati tutti insieme dal Suo Fondamento vitale, ha soffiato su di noi con la Sua potenza, affinché diventassimo viventi e lo potessimo anche rimanere. Dio si chiama ed è la Vita eterna! Non c’è nulla di più supremo di quello che era, è e rimane Dio!’
5. Allora Samuele, otto anni, non lo aveva compreso. Oggi si sta facendo Luce in lui, che è da intendere così: ‘Dio, …Signore e Padre!’. Quando guarda in lontananza, gli giunge la conoscenza. Alza le mani: “Ti voglio chiamare PADRE, quando…”
- Eli chiama.
- Corre veloce da lui, ma la riflessione si blocca. Nel primo anno d’insegnamento ha chiamato ad Eli ‘padre’, e gli occhi del sacerdote avevano brillato, sempre colmi di gratitudine. Oh, se avesse avuto tali figli come lo è Samuele, allora…
6. “Ti ascolto, anziano sacerdote!”
- “Perché non mi chiami ‘padre’ come prima?”
- Samuele è ancora troppo giovane per definire ciò che lui ha già afferrato. “Tutta la gente ti chiama così, e vorrei darti l’onore”.
- Non c’è nulla da obiettare, ma per Eli è come un dolore, come se avesse perduto la fiducia di colui che era stato chiamato da Dio. Entrambi non sanno che il ragazzo ha ricevuto sulla collina una ‘chiamata interiore’, che l’uomo sente così raramente.
*
7. Il ragazzo svolge assiduo il suo servizio, di cui fa parte la pulizia del pavimento del Tabernacolo. Stanco dall’aver agito bene, alla sera si corica tardi e si addormenta già durante la preghiera. Eli sorride. Pure lui è stanco, ma va ancora nel Santissimo per il servizio notturno. Serie richieste salgono su a Dio.
8. Lungo i lati dell’antisala ci sono dei teli doppi tra i quali si cercano delle occasioni per dormire. La casa di Eli si trova vicino al Tabernacolo di Dio, ma lui ritorna sempre più raramente a casa; è la spinta a riparare ciò che ha mancato di fare con i figli. E riflette: ‘Se ora si fermasse più spesso nel Tabernacolo, un giorno la sua anima si sgraverebbe di questo’. In ciò ha ragione, solo che non lo sa ancora così certo.
*
9. È mezzanotte[2]. La lampada e la luce di Dio brillano attraverso la cortina interna. Una mano tocca la spalla del giovinetto. “Samuele!”.
- Lui si sveglia di soprassalto e corre da Eli. “Sono qui”, dice, “mi hai chiamato?”.
- Il sacerdote si solleva sul suo giaciglio. “Non ti ho chiamato, figlio mio. Va e coricati per dormire”.
- Il giovinetto ubbidisce. Ma comunque, gli sembra strano: aveva proprio sentito che qualcuno lo aveva chiamato.
10. Dio chiama una seconda volta.
- Nuovamente Samuele va da Eli, che però asserisce di non averlo chiamato. L’ora della mezzanotte non è ancora trascorsa, …allorquando risuona una terza volta: “Sanuele!”.
- Allora Eli si accorge che lo ha chiamato DIO, tre volte. Afferra le mani del ragazzo: “Va a dormire. Se vieni chiamato di nuovo, allora dì:
‘Parla Signore, il tuo servo ascolta!’.”
11. Samuele si corica stordito. Non si addormenta, e poco dopo risuona la quarta chiamata: “Samuele!”
- Sveglissimo, risponde ciò che Eli gli aveva comandato. Ecco che si trova una luce come una Forma al suo giaciglio, ma non chiaramente riconoscibile. Si sente deliziato, in più, un poco impaurito.
12. Una mano sfiora la giovane fronte: “Ascolta: in Israele farò una cosa, e chi se ne accorge si spaventerà. Io ho teso la Mia mano sulla casa di Eli, e quello che ho iniziato lo porto a termine! Io so precisamente quanto oltraggiosamente hanno vissuto i suoi figli[3]. Solo che da poco tempo ci si è resi conto di che cosa hanno fatto con ciò contro di Me. Saprai il seguito”. La Luce fugge. Presto, dopo l’alba, e già mattino.
13. Eli riconosce che Dio ha parlato con Samuele; il bagliore era penetrato fino a lui, ma dato che il ragazzo tace, presagisce una parola contro di sé, ciò che sarebbe anche contro la sua casa. A Samuele, l’anziano fa pena. È sempre stato buono, sovente gli ha reso facile il lavoro, e ciò che insegna è vero e giusto. Ma adesso…: “Dio fa ciò che Gli compiace”.
*
14. ‘Ora mi voglio piegare’, passa attraverso il cuore di Samuele. ‘La Volontà di Dio è sempre buona, anche se non si comprende il Suo Governo’. Ora ha sedici anni, è conosciuto ovunque. Giovane, eppure, un profeta come non si è conosciuto finora, eccetto che Mosè.
15. Eli è all’ombra di questo giovane. Ciò che Dio gli dice, lo comunica ad Eli, come se lo avessero ricevuto entrambi. Tuttavia si sente che Samuele ‘sta nelle parole di Dio’. Arriva molta gente, ma solo qualche richiesta, …troppo umana, viene negata. Samuele lo fa indicando di pensare più allo spirituale; allora, presto, il Signore darà nella Sua Grazia ciò che è necessario. (Luca 12,22).
16. Uno mormora: “Per quale ragione è un profeta? Chi altro deve parlare per noi?”
- “Ah, questa barba da latte, come potrebbe ascoltarlo il nostro Dio?”, dice un secondo.
- “Non peccare!”, lo avverte un terzo. “Dio ha destato qualche ragazzo, e con ciò ha portato sulla via del ritorno della gente vecchia. Ho viaggiato molto; ma non ho trovato da nessuna parte un secondo Samuele. Siate contenti, ringraziate il Signore che in tempi difficili Egli ci assiste tramite lui”.
17. “Questo può succedere prima di quel pensiamo”. Un uomo alto si fa avanti. “Sono Chaha il viaggiatore, conosco tutt’intorno molti popoli e so che su di noi si sta preparando una sciagura. Sono fuggito in tempo dalla Filistea; là si radunano dei guerrieri. Non è mia abitudine di vedere nero, e …tuttavia il nostro popolo va incontro a una dura lotta. Confido del tutto nel Signore, chissà se infine Egli non ci aiuterà tramite Samuele. Chi parla contro il profeta, parla contro Dio!”
- Qua e là si parla, le opinioni si dividono.
18. Uno risponde: “Sarebbe da interrogare Eli”.
- “Samuele è più maturo che qualche anziano. Ed Eli…? Con lui non regna nessun vero ordine. Purtroppo, ora è così che i figli scelgono le proprie vie. Se fallisce la casa paterna, il peso cade sui genitori. Diversamente, tutti devono stare diritti dinanzi al Signore”.
- “Hai proprio ragione, Chaha; speriamo che nulla di grave riguardi Israele”.
- In parte alleggeriti, in parte preoccupati, ci si lascia.
*
19. È nell’aria che Dio appaia a Silo quando Samuele serve davanti all’Arca. Lui prega sempre per ognuno, mette l’umano nell’Atto di Grazia di Dio; in più, verso la creatura, su tutto ciò che può venire di male su uomo e animale. Quando ancora una volta parla con Dio, il Signore compare. La Fiamma-Ariel divampa in alto.
20. “Samuele! Come veggente dovresti onorare la Mia Volontà. È tempo per quello che ho detto contro Eli e contro il popolo. Non alzare la mano che Eli sarebbe sacerdote e profeta prima di te. Lo è anche stato, ed Io calcolo tutto il bene per il suo diritto. Se durante una via di cammino viene fatto il conto, allora è molto misericordioso, e non irato come si vuole incolpare Me.
21. L’umanità ha una scarsa immagine della Mia Volontà, considera l’Educazione come rovina. Guarda nel fuoco, che Io ho acceso sotto Mosè, ma che un giorno passerà come se non fosse mai stato. Non pensare che se un giorno la Mia Volontà ha acceso questa fiamma sul superiore dell’Arca del Patto, questa debba anche rimanere in eterno. Sai tu, Samuele, che cosa significa ‘Eternità’, e dove questa è a casa?”
22. “Signore, che cosa significhi non lo so, ma è a casa presso di TE”.
- “Bene; il resto lo imparerai ancora. Se ti significo molto, figlio Mio, allora avrai riconosciuto l’Alfa’, e più tardi l‘Omega’ avrà il suo turno”.
- “Posso chiamarTi ‘Padre’, quando Ti mostri a me?”
- “Sempre! E sappi ancora: non come Mi si chiama, ma quello che viene dal cuore, dallo spirito, da questo risulta l’unione più intima con Me. Ora, …che cosa ti mostra il Mio Fuoco-Ariel?”
23. Samuele alza lo sguardo e gli sembra come se quella luce miracolosa che non viene nutrita dalla materia, fosse ad un tratto rosso sangue. Essa lampeggia e - Signore Zebaoth - non può essere? Nella fiamma una parte diventa più scura, alla fine è un fumo (Ap. 14,11) che penetra attraverso il soffitto della tenda e fugge come una nuvola.
24. Profondissimamente sconvolto, il giovane veggente chiede: “Padre, che cosa significa? Può defluire dalla Tua alta luce, ciò che il popolo-umanità rovina? Oh, Creatore, aiuta! Non lasciar rovinare ciò che proviene dalle Tue mani abituate alla salvezza!”
- Dio solleva una Mano e passa una volta attraverso l’alto Ariel. Ora è nuovamente il puro Fuoco. Samuele fa un sospiro di sollievo, attende in silenzio se e come, il Signore spiegherà l’immagine.
25. E Dio dice: “Su Israele, sui popoli e sugli uomini che sono contro ogni Ordine, contro ogni amore, viene la sciagura. Io non scelgo qualcuno per rovinare per questo degli altri. Io non rovino!! – Si dirà: ‘Lo ha mandato Dio’, e non sanno quanto stolti sono questi detti. Certo, ogni cosa proviene dalla Mia mano, e chi dev’essere educato, lo educo Io; mentre è il cattivo procedere ad avere le sue cattive conseguenze. Se anche questo passa attraverso la Mia mano, allora nella sciagura sull’uomo e sul mondo viene ancora la MIA BENEDIZIONE. Infatti, dove viene tagliato un filo, Io da tempo ho allacciato ‘prima’ le estremità, …per la Mia eternità!”
26. “Padre, non vuoi evitare la sciagura, per Compassione? Ricorda l’innocenza e chi deve soffrire”.
- “Vuoi darMi degli ordini come devo agire?”
- “Signore!”. Samuele cade giù, non osa guardare Dio.
- “Calma, caro figlio, Io so com’è fatto il tuo cuore”.
- “Indicami come devo camminare, come devo agire quando la sciagura si trascina attraverso oscuri vicoli”.
27. “Samuele, hai la Mia Parola, e dov’è questa, là sono Io stesso! Se la mando tramite i messaggeri della Luce, allora è come se avesse parlato la Mia bocca. Chi giunge così alla Rivelazione, sa per certo che l’ho annunciata Io! La verità del Cielo proviene unicamente da Me! - Ora procedi secondo la Mia Volontà”.
- “Con Te, o Padre, Tu, mio Dio, mi riuscirà ciò che mi hai incaricato”.
28. “E se non ti riuscisse?”
- Una delle questioni più difficili che un uomo rarissime volte sa interpretare. “Lungi da me, non fidarmi della Tua Onnipotenza! Ma quello che non potrà riuscirmi, allora prego: Tu siimi comunque clemente, affinché il mio fallimento non giunga dinanzi al Tuo Seggio di governo”.
29. “E come devo aiutare, se non lo devo vedere?”
- “O Padre!” Samuele sorride. “Tu sai che cosa intendevo. Quello che noi seppelliamo nell’estremo angolo di un’oscurità, …ah, Tu scopri tutto, i Tuoi occhi vedono il nostro fare e non fare (Salmo 139,7-12). La Tua reggenza è ovunque. Con il Seggio del governo intendevo che non devi rattristarTi, se appena mi sfugge qualcosa qua e là”.
30. “Sii consolato e benedetto. Non scoraggiarti mai quando le tue stesse colpe scorrono su Israele e sugli altri. In ogni sciagura, come la si chiama, giace una parte di Benedizione della Mia Grazia, che poi un giorno sarà da vedere e da riconoscere nella Mia Eternità. Ti basti questo!”
- “Sì, Padre, anche nell’eternità c’è abbastanza della Tua Benignità e Misericordia. Benedici Eli, perché mi ha insegnato molte buone cose”.
31. Dio solleva in alto le due mani. Allora Samuele vede un'altra immagine oscura, e vi è comunque un chiaro bagliore che sa dare il cambio all’oscurità: la morte dell’uomo è l’inizio della Vita eterna - come proceduta una volta dallo Spazio e dal Tempo di Dio, la via attraverso la materia, …chiara, …scura, …chiara, …e poi ritornati di nuovo beati nella Casa del Padre Creatore-Dio.
[indice]
[1°
Sam. 4,1-11]: [1] …In quei giorni i Filistei si radunarono per
combattere contro Israele. Allora Israele scese in campo a dar battaglia ai
Filistei. Essi si accamparono presso Eben-Ezer mentre
i Filistei s'erano accampati in Afèk. [2]
I Filistei si schierarono per attaccare Israele e la battaglia divampò, ma
Israele ebbe la peggio di fronte ai Filistei e caddero sul campo, delle loro
schiere, circa quattromila uomini. [3] Quando il popolo fu rientrato
nell'accampamento, gli anziani d'Israele si chiesero: «Perché ci ha percossi
oggi il Signore di fronte ai Filistei? Andiamo a prenderci l'arca del Signore a
Silo, perché venga in mezzo a noi e ci liberi dalle mani dei nostri
nemici». [4] Il popolo mandò subito a Silo a prelevare
l'arca del Dio degli eserciti che siede sui cherubini: c'erano con l'arca di
Dio i due figli di Eli, Cofni e Pìncas. [5]
Non appena l'arca del Signore giunse all'accampamento, gli Israeliti
elevarono un urlo così forte che ne tremò la terra. [6] Anche
i Filistei udirono l'eco di quell'urlo e dissero: «Che significa il risuonare
di quest'urlo così forte nell'accampamento degli Ebrei?». Poi vennero a sapere
che era arrivata nel loro campo l'arca del Signore. [7] I
Filistei ne ebbero timore e si dicevano: «E' venuto il loro Dio nel loro
campo!», ed esclamavano: «Guai a noi, perché non è stato così né ieri né
prima. [8] Guai a noi! Chi ci libererà dalle mani di queste
divinità così potenti? Queste divinità hanno colpito con ogni piaga l'Egitto
nel deserto. [9] Risvegliate il coraggio e siate uomini,
o Filistei, altrimenti sarete schiavi degli Ebrei, come essi sono stati vostri
schiavi. Siate uomini dunque e combattete!». [10] Quindi
i Filistei attaccarono battaglia, Israele fu sconfitto e ciascuno fu costretto
a fuggire nella sua tenda. La strage fu molto grande: dalla parte d'Israele caddero
tremila fanti. [11] In più l'arca di Dio fu presa e i due
figli di Eli, Cofni e Pìncas,
morirono.
Il furto dell’Arca per esporla come
simulacro al nemico
Una guerra è perduta, pure l’Arca dell’Alleanza
1. Dalla Filistea echeggiano dei corni maligni, diffondendo un grande spavento. “Stanno già al confine e ci attaccheranno!”. Uomini, donne con i figli, fuggono nell’interno del paese. Da tanto si sapeva che i nemici erano in agguato, ma non si badava all’avvertimento che i superiori, soprattutto Samuele, avevano fatto sentire. Rapidamente vengono preparati dei guerrieri, si guarda incontro al nemico.
2. Quando si vedono le loro file perfettamente allineate, si piagnucola: “Chi deve aiutare?”.
- I figli di Eli che hanno sperimentato la battaglia perduta presso Eben-Ezer, parlano con i capi dell’esercito. “Andiamo noi a prendere la nostra Arca del Patto; se questa è con noi, batteremo i nemici!”.
- Qualcuno dice: “Né il ‘Tabernacolo di Dio’, né meno ancora ‘Dio’, ci aiuterà”. Ci si aggrappa a quello che si vede. Quello interiore, la vera difesa, non viene nominato. Gli uomini sono molto più attaccati a tutte le cose esteriori.
3. Chaha, che è veramente un principe, fa riflettere: “Io lo domanderei a Samuele se si può rubare l’Arca del Patto dal Tabernacolo di Dio”.
- “Rubare…? È proprietà nostra. Nelle necessità ci deve aiutare”, dice Lushar, un anziano, veementemente istigato da Pinehas e da Hophni.
- “Volete voi causare un tale oltraggio a vostro padre?”, Chaha intende i figli di Eli. “Lui non lo permetterà,
altrimenti è lui che dovrebbe portare
il misfatto dei figli davanti a Dio”.
4. “Fanatico!”, s’arrabbia Pinehas. “I filistei s’accampano nuovamente presso Afek. Le nostre perdite sono già grandi, mentre i filistei sono ancora in gamba. Che cosa deve fare il nostro mucchietto?” Molti sono contro Chaha che cavalca già verso Silo per avvertire Samuele. Qui il fedele, anche a causa della preoccupazione per il Santuario, dimentica che Samuele è il veggente di Dio; lui saprà prima qual è il suono di campana della sciagura.
*
5. I filistei festeggiano la loro prima vittoria; Israele ha appena il tempo di radunarsi nuovamente. I figli di Eli prendono degli asini per andare a Silo. Nel frattempo Chaha è arrivato prima, incontra Samuele ed Eli davanti all’ingresso presso il Tabernacolo e riferisce ciò che si ha intenzione di fare. Eli è sconvolto, titubante su come si deve comportare. Lui non riuscirà a farcela contro i suoi figli. E i più anziani, …le guide del popolo, in contesa? Non sarà in grado di votare contro di loro.
6. Chaha guarda Samuele, il cui volto splende stranamente mentre dice: “Noi aspettiamo la ‘notizia’ del Signore. Chi si affida sull’esteriore, avrà il danno nell’esteriore. Chi confida in DIO, Egli lo aiuterà. Che cosa ne dici, anziano sacerdote Eli? Per quaranta lunghi anni sei stato un fedele sacerdote per il popolo”.
- Chaha annuisce: ‘Oh, sì, come sacerdote, Eli è sempre stato buono, questo non lo può contestare nessuno. Ma, …altrimenti?’
- Eli si vergogna. Ah, che cosa gli aveva detto il Signore? Ultimamente, attraverso Samuele? Se il popolo si oppone a lui, come può essere contrario? Posa una mano sul capo di Samuele e confessa del tutto apertamente:
7. “Ora sei tu il sacerdote di Dio. I vecchi se ne vanno, i giovani arrivano nella guida. Agisci come lo ordinerà Dio”.
- “Non cerchi delle scuse?”, chiede Chaha. “Tu, Eli, sempre ancora il primo, puoi e devi decidere; e questo si farà. Si sa molto bene che Samuele è eletto da Dio nell’alto spirito; ma la questione è rivolta a te”.
- “Aspettiamo finché sarà ora”. Eli conosce troppo bene il popolo. Se tutto va bene, è facile nella briglia; se arriva un disagio, allora si abbatte sovente l’ultima barriera di fede, che lega Israele al ‘Dio dei suoi padri’.
8. Stanno arrivando precipitosamente alcuni anziani. “Eli! Aiuta!”. Non guardano Samuele che sta altamente diritto presso l’ingresso del Tabernacolo. Eli spera che il Signore guiderà questo oltraggio. Lui è molto contrario che vengano a prendere l’Arca, ma è soltanto troppo debole per insistere. Con deboli parole ferma il desiderio.
- “Vuoi lasciare che il popolo vada in rovina?”, grida Hophni a suo padre. “Forse sei troppo vecchio per decidere!”
- “Chi deve decidere?”, domanda Chaha che sta accanto a Samuele presso l’ingresso.
- “Lo facciamo noi stessi, perché quando si tratta del popolo, i sacerdoti non hanno nulla da dire!”, dice risoluto Lushar.
9. “Nemmeno un veggente di Dio?”. Samuele guarda Lushar con occhio acuto.
- “Tu, infame! Impara prima la tua funzione! Noi ci sacrifichiamo nella guerra; tu stai soltanto in giro pigro e t’immagini di essere chissà chi!”
- “Lushar!”, esclama Chaha forte. Non dovrebbe uscire Dio ora dal Suo Tabernacolo per tenere un Giudizio d’Ira? Ma il Tabernacolo tace.
10. “Che cosa pretendete da me?”, domanda Samuele.
- “Da te, nulla!”, s’infuria il più anziano Manutos. “Noi trattiamo soltanto con Eli di consegnarci l’Arca. Questa sarà portata davanti all’esercito; poi si vedrà che cosa ne sarà”. “Così le cose non vanno davvero!”, cerca di sviare Eli. “Mosè non ha mai permesso di portare la Santa Arca davanti ad un caos di guerra”.
11. “Sei stupido?”, litiga Pinehas. “C’è forse Mosè? No! Quindi non hai nulla da dire. Non ricordi quando Giosuè l’ha presa presso Gerico? (Giosue cap. 6) Se là sì, perché non contro i filistei?”
- Hm, secondo la Scrittura, Dio avrebbe persino ordinato che si seguisse l’Arca del Patto. Che cosa c’è da fare?
12. Samuele tocca la cortina come se la volesse legare più forte, e dice: “In ciò avete ragione, ma ciò che voi dimenticate, è che allora il Tabernacolo di Dio non erastato ancora di nuovo eretto; l’Arca, senza la sua base era stata portata per il conforto di tutto il popolo”.
- “Sì, e per noi viene nascosta…” A Pinehas il resto rimane bloccato in gola.
- Chaha lo ha preso per il vestito. “Sta zitto! Deve giudicarti il Signore? Durante le alte festività, ognuno che dimora in Silo può vedere l’Arca del Patto. Certo, non sei mai stato qui quando abbiamo festeggiato le feste di Dio. Quindi…”
13. “Basta parlare!”, ordina Lushar. “Noi non ritorniamo senza l’Arca del Patto! I filistei ritornano tra otto giorni. Se i nostri vedono l’Arca, allora aumenta il loro coraggio, e noi…”
- Samuele apre di scatto la cortina. “Andate a prendervi l’Arca, ma prima ascoltate la Parola del Signore”.
14. Questa la si sente chiaramente: “Voi volete dissacrare la Mia Benedizione nel frastuono sanguinoso; darla a tutto il mondo! Se lo fate, allora vedrete ciò che farò IO! Voi non sperate in Me, vi attaccate a dei segni esteriori. Non dite che ho lasciato un giudizio tramite Mosè, come se Mi appoggiassi sull’esteriore. Voi stolti! Che cosa sapete voi, ciò che significhi per Me l’Interiore e l’esteriore? Andate pure! Vedrete come so agire!”
15. L’ulteriore Parola è per Samuele: “Lasciali fare, Mio veggente! Devi consolare molta povera gente e preparare di nuovo il Mio Tabernacolo, come una volta è avvenuto con Mosè e con Giosuè”. All’improvviso divampa un fulmine dal Tabernacolo di Dio e si sente un lontano rullare di tuono. Ci si irrigidisce e, …si scuote via la preoccupazione.
16. Eli si strappa la barba, i suoi occhi s’oscurano. Chaha è disperato, mentre Pinehas, Lushar, Manutos ed Hophni ridono. Oh, questo oltraggio! Ma se Dio non obiettava… EGLI però ha fulminato, ha tuonato com’è il suo alto Diritto, affinché… I quattro uomini indugiano a penetrare nella Tenda. Ah, che cosa? Il cosiddetto ‘Santuario’, non è pure null’altro che un vano in cui si abita. Sì, sì. Si è sempre detto: ‘Qui abita Dio!’
17. Quando sollevano la parte superiore dall’altare, questa stava quasi per cadere. La Fiamma volteggia fino al soffitto e si abbassa sullo zoccolo vuoto. Si affrettano fuori, confusi, ma scherniscono: “Non abbiamo preso tutto a Dio; Samuele può pregare affinché colpiamo i nostri nemici”.
- Costui tace.
- Eli piange, e Chaha se ne va a cavallo. ‘Perché il Signore non è intervenuto? Perché Eli era senza forza? Samuele ha fatto finta come se questo non lo riguardasse più? Perché…
*
[1°
Sam. 4,12-18]: [12] Uno della tribù di Beniamino fuggì
dalle file e venne a Silo il giorno stesso, con le vesti stracciate e polvere sul
capo. [13] Mentre giungeva, ecco Eli stava sul sedile
presso la porta e scrutava la strada di Mizpa, perché
aveva il cuore in ansia per l'arca di Dio. Venne dunque l'uomo e diede
l'annuncio in città e tutta la città alzò lamenti. [14] Eli,
sentendo il rumore delle grida, si chiese: «Che sarà questo grido di tumulto?».
Intanto l'uomo si avanzò in gran fretta e narrò a Eli ogni cosa. [15]
Eli era vecchio di novantotto anni, aveva gli occhi rigidi e non poteva più
vedere. [16] Disse dunque quell'uomo a Eli: «Sono giunto
dal campo. Sono fuggito oggi dalle schiere dei combattenti». Eli domandò: «Che
è dunque accaduto, figlio mio?». [17] Rispose il
messaggero: «Israele è fuggito davanti ai Filistei e nel popolo v'è stata
grande strage; inoltre i tuoi due figli Cofni e Pìncas sono morti e l'arca di Dio è stata presa!». [18]
Appena ebbe accennato all'arca di Dio, Eli cadde all'indietro dal sedile
sul lato della porta, battè la nuca e morì, perché
era vecchio e pesante. Egli aveva giudicato Israele per quarant'anni.
18. Presto Israele deve sperimentare come ogni uomo, che le Cose di Dio non si commerciano secondo la misura umana. I filistei si radunano in molti. Israele sta già per scoraggiarsi, quando dalla parte posteriore riecheggiano molte grida: “Arriva l’Arca dell’Alleanza!”. La si pone davanti all’esercito. Un forte giubilo. Ma nuovamente, non: ‘DIO aiutaci’. Oh, no, ma: “L’Arca è con noi!! Questa aiuta!”
19. I filistei sono presi dal terrore, perché il Dio d’Israele è un Dio molto potente. Egli ha battuto gli egiziani, ha battuto Canaan. Allora il comandante del campo salta su un grande sasso e scongiura: “Voi, uomini liberi, volete cadere nelle mani degli ebrei per via di un fantasma?”. Sfodera di scatto la sua spada, si precipita in avanti, e dietro di lui i suoi guerrieri lo seguono in un fronte largo. Dapprima si conquista l’Arca dell’Alleanza. Poi tutto il coraggio va lì. Israele viene duramente colpito, quasi trentamila uomini cadono nella lotta malvagia.
20. Chaha conduce a Silo il resto della truppa diventata piccola. Eli prende posto sulla sedia davanti al Tabernacolo sconsacrato, stanco di vivere, ha novantotto anni. Ha già perso la vista. Nel periodo della guerra Samuele ha svolto il servizio per lui, è pure andato a scegliersi un bravo ragazzo che ora fa tutto ciò che a suo tempo faceva Samuele. Per Chaha è difficile riferire della sciagura. L’esercito è consumato, alcune località sono del tutto devastate, donne e bambini deportati. Quando Eli chiede dapprima dei figli, e solo poi dell’Arca dell’Alleanza e sente della disfatta, soprattutto della morte dei due figli, si accascia sulla sedia e la sua vita si spegne.
21. “Non lo dovevo rivelare al cieco”, sospira Chaha quando Samuele esce dal Tabernacolo.
- “Non hai nessuna colpa”, lo consola. “Non lo avrebbe potuto tacere nessuno ad Eli. E poi… Oh, vogliamo diligentemente testimoniare della buona vita di Eli, che ha servito per quarant’anni il popolo, come sacerdote e come un giudice particolarmente buono. Quello che è successo nella sua casa, di questo giudicherà con lui soltanto Dio”.
22. “Ti ringrazio, Samuele; Dio ti ha ora messo al nostro fianco. Oh, questi molti morti, le lamentele aumentano”.
- “Non mi devi ringraziare. Se mi domandano, allora vieni raccomandato da me. Fai parte della serie dei principi, puoi fungere per Israele e - almeno per ora - come giudice e come principe.
23. “Non so come si deve governare”.
- “Non preoccuparti, amico mio, il Signore non ti abbandona. Non durerà nemmeno più a lungo, che allora giungerà un altro al governo; se per il bene, se per il peggio… è ancora nascosto”.
- Nel frattempo arriva Lushar zoppicando, con lui tre guerrieri; si vede che hanno faticato. Samuele ne ha certamente compassione, tuttavia domanda seriamente nel Nome di Dio:
24. “Dov’è l’Arca dell’Alleanza? Datemi la risposta dinanzi all’UNO a cui appartiene il Santuario!”
- I guerrieri abbassano le loro teste, ma Lushar schernisce per nascondere le sue paure: “Non l’abbiamo lasciata lì, i filistei, queste serpi, l’hanno rubata”.
- “E voi lo avete permesso?”, domanda aspramente.
- “Aha, come dovevamo difenderci? Uno contro dieci?”
25. “Contro UNO! Contro il nostro Dio, il Santo! Non siete andati con Lui, perciò Egli vi ha abbandonato”.
- “Ah, tu, uomo superficiale!” brontola Lushar, che per paura non sa che cosa dire. Se Samuele è davvero un profeta, allora…
- Già viene scoperto l’avvenimento. “Devo dire come sono andate le cose?”
- Il più anziano si abbassa.
26. “Tu ti sei messo presso l’Arca, ma sei scappato da un unico uomo! Manutos Non ha avuto il coraggio di reagire, e così è stato facile prendere l’Arca”.
- “Vacci tu una volta in guerra! Manutos è sparito, e che Eli è morto è bene per noi. I filistei hanno molti dèi, perciò sono più forti che noi con quell’Uno. Non c’è da stupirsi se siamo stati sconfitti. Non è vero?”
27. “Se la sera non ti dovesse più trovare in vita, allora continua a schernire, contro Dio!”
- “Tu menti, Samuele!”.
- Chaha non si tiene più, afferra Lushar per la nuca. “Ti scuoterò, finché cade da te la cattiveria! Ho combattuto vicino all’Arca dell’Alleanza e volevo venire subito in aiuto. Io ho visto come siete scappati. Per via dei morti non mi è stato più possibile spingermi avanti”.
- Samuele lo conferma. “Mi dispiace, Lushar; se ti interroga il Signore, che cosa gli dirai?”
- “Non ti riguarda! E io…” All’improvviso cade in profondo svenimento.
- Samuele e Chaha lo coricano. “Troverà ancora la via migliore”, dice piano Samuele.
28. Lushar apre ancora una volta gli occhi e sussurra: “Servo di Dio, aiutami nella mia mancanza”.
- Samuele accarezza il viso del morente, la sua preghiera sale fino al Trono di Dio.
- “Che ne sarà ora?”, domanda Chaha. “Se i filistei avanzano, allora sperimenteremo un secondo paese del Nilo”.
29. “Per via di tutti gli oltraggi, non soltanto a causa dell’Arca, bensì perché Israele non si osserva più giustamente i santi Comandamenti, dovrebbe restare così già per un lungo tempo. Fiorirà il guadagno del danaro. Sì, per la vita si potrà provvedere; ma sarà necessario contrattare sempre, fare affari di notte, negli angoli bui, saccheggiare gli stranieri, e anche i propri fratelli. Ti prego, Chaha: sii il mio confidente, sii il mio amico”.
*
30. I guerrieri hanno portato via Lushar, così restano soli.
- “Eli è sempre stato riverente verso Dio, soltanto, non è stato in grado di diventare duro quando era necessario. Gli verrà tenuto in conto, perché lui stesso leniva persino delle punizioni obbligatorie, e sovente le ha del tutto rimesse. Questo, non sarebbe sbagliato se Dio, l’Eterno-Uno… Oh, se Egli non agisse così con noi, …dove arriveremmo una volta?
31. Gli uomini sono empì, dalla culla fino alla tomba e…”
- “Posso chiedere?”.
- Samuele annuisce.
- “Tu parli della culla in cui dormono i figlioletti. Che cosa ne sanno della vita di questo mondo? Ci vivono entrandovi. Da bambinelli innocenti! Ma com’è che sono poi empi dal primo respiro di vita?”
32. “Ovviamente sono liberi dal peccato, finché non giungono coscientemente alla vita. Tuttavia, nati in questo mondo, sia venendo dall‘alto oppure dal basso – tu conosci la differenza – la parte materiale accolta passa insieme al neonato. È questo che intendevo. - Ora vieni, davanti a Silo si raduna molta gente con gli ultimi che la faida ha avanzato. Dobbiamo aiutare; dapprima presentare la verità di come si è arrivati a questo orrore”.
33. “Questa diventerà una resa dei conti, o Dio…!”, sospira Chaha. “Come vuoi superarla?”
- “Non io, amico mio, DIO sarà presente”.
- Chaha fa un sospiro di sollievo.
- “Così sia! Sia fatta la Sua Volontà abituata alla salvezza”. Samuele chiude prima la cortina del Tabernacolo.
*
34. Si arriva da vicino e da lontano. Non c’è quasi nessuno dei guerrieri che non sia ferito. “Che afflizione! O Signore, dammi la Tua Parola, vorrei…”. Viene già circondato da parecchi che gli corrono incontro.
- “Profeta”, gridano, “aiuta, affinché DIO ci possa aiutare!”
- Samuele tace, finché la folla diventa all’improvviso calma. E’ come al tempo di Mosè quando c’era stato subbuglio nel campo[4], e Dio si era irato. Solo che la maggior parte non ne sapeva nulla di quando sono venuti a prendere l’Arca. Però, quando la si è portata attraverso la città ed il paese e attraverso le file dei guerrieri, allora si era giubilato. Alcuni osavano persino toccarla. Dal Cielo cade giù un chiaro Raggio. Ah, è il sole? No, questo si nasconde dietro grosse nuvole. E’ una Luce opaca che avvolge Samuele, come un mantello. E non c’è nessuna Parola umana che fruscia così sugli uomini.
35. Così parla il Signore: – Vi ho condotto fedelmente per Mano, come la mano di un Padre come avviene per gli uomini. Ci sono uomini lontani che l’hanno percepito ed hanno agito di conseguenza, anche se non conoscono il Mio Nome come fu dato ad Israele. Avete riconosciuto i Comandamenti rivelati attraverso Mosè? Li avete onorati? Quelli che lo hanno fatto, oggi staranno al di fuori del Giudizio che IO terrò.
36. Quanto è stato bene per coloro che hanno rubato (dal Tabernacolo) l’Arca dell’Alleanza, intendo questi di Israele, perché sono caduti nella morte del corpo. Ora sarà aperto il loro occhio ed è la Mia Benignità che per loro viene tenuta la resa dei conti nell’aldilà. Venite avanti, voi che avete insudiciato con atteggiamento empio il Mio Santuario, quello che per voi è stato fondato come Santo. Per voi! Non è successo per ME; perché la Mia Santità, non importa come Si riveli, non viene mai toccata! E questo è per la salvezza di tutti i figli di tutto il mondo.
37. Dall’enorme numero del popolo, in sette hanno chiesto se IO permettessi a Samuele di rapire l’Arca del Patto nel caos della grave battaglia. Eccetto loro, nemmeno uno solo ha chiesto se IO volessi aiutare. Vi stupisce ancora che i nemici hanno vinto? Trentamila israeliti sono morti, sacrificati inutilmente per il mondo. Se potete, voi sapete cosa intendo, allora aumentate il vostro prezzo di trenta volte (per il riscatto dell’Arca). Così, alla dote, ora sarà tolto trenta volte per mille, …per via del riscatto, e per ‘trenta’ un giorno l’Altissimo sarà tradito.
38. Voglio benedire i buoni, e per via dei sette (in)fedeli per i quali è stato un oltraggio togliere l’Altissimo dal Tabernacolo, deve rimanere soltanto per sette lune nelle mani del nemico. Chi ha peccato molto, e se ne pente sinceramente, lo voglio pure benedire, e ciascuno potrà camminare dietro ai fedeli, per giungere un giorno nel Regno dei Cieli anche nella loro ombra.
39. Ce ne sono ancora alcuni tra di voi che hanno portato l’Arca dell’Alleanza. Domando a costoro: “Perché era diventata sempre più pesante, …il che non era causato dal lungo portare? … Nessuno conosce una risposta? Allora l’avvolgo in un mistero, che un giorno sarà da svelare. L’esteriore in cui poi Mi recherò (Gesù), quando comincerà l’ultimo tempo, è simile allo zoccolo su cui sta l’Arca. Anch’esso venne sconsacrato. Soltanto, avete visto come il Mio Fuoco Ariel è volteggiato al soffitto e poi si è adagiato sullo zoccolo senza la sua Arca.
40. Proprio così sarà dissolta anche la materia, lo zoccolo mediante il quale è da portare il Sacrificio per i caduti. Ogni anima che si è ascritta all’oscurità appartiene allo zoccolo. Il Mio grande Sacrificio (del Cristo) aggraverà pesantemente l’umanità, quando le sarà tolta ‘il Fondamento’, come alla Mia Arca lo zoccolo, che preservava ciò che serve di Benedizione alla Mia schiera filiale. Perciò quel segno che la Mia Arca del Patto diventava sempre più pesante per i portatori.
41. Che cosa sapete del Mio Tabernacolo che si chiama ‘Custodia’? Un padre, una madre, non riconduce di nuovo a casa il suo bambinello quando è scappato? Non sono Io il PADRE eternamente? Non devo di nuovo condurre i piccoli nel recinto di Casa, quando si sono allontanati strisciando fuori dalla santa Custodia? Oh, non dite di non dover andare nel Tabernacolo!
42. Non nel Tabernacolo di Silo; questo è appunto un simbolo, perché l’uomo si aggrappa volentieri all’esteriore. La vostra Patria non è di questo mondo e non vi si troverà mai! Se tendete all’amore, alla verità, al diritto e al dovere, se osservate i Comandamenti, allora avrete sempre la pace, finché ognuno, dopo la vita terrena, possa ritornare nella Casa del Padre.
43. Se volete vedere una parte della Mia ricchezza, allora guardatevi intorno per ciò che ho dato tramite la natura. La natura vi può essere un vero Tempio, se in essa percepite il Mio respiro che soffia attraverso ogni Vita. – Ora pentitevi, convertitevi! Imparate a percepire il meglio da ciò che avete perduto; allora, nonostante tutta la vostra miseranda umanità, la Mia benedizione e grazia siano con voi.
44. Badate alla voce di Samuele. IO l’ho eletto; e lui, anche se bambino, era pronto a servire Me. Il servizio per Me vale per ogni uomo che vive nel bisogno e nella preoccupazione, e in più, per la creatura oppure per coloro la cui afflizione animica a causa di tutte le ingiustizie commesse da sé, sono sempre più grandi che i dolori del corpo.
45. Il corpo passa, lo spirito e
l’anima rimangono. Guardatevi dal commettere ancora una volta l’oltraggio, e
poi, in più, anche giubilare. Non potrebbe essere, per abbandonarvi per questo mondo?[5] Che cosa, allora? Potreste mai ritornare nel paese donato
ad Abraham Senza la Mia custodia? I futuri lo sapranno. Tuttavia Io raccolgo
ogni cara fatica e la utilizzo, non appena i suoi semi sono maturi. Quello che
voi avete perduto, lo voglio riportare; Samuele vi istruirà dal Mio Spirito”.
46. Silenzio. Nessun uccello canta, nessun soffio d’aria; si vede solo il Bagliore come va verso il Tabernacolo sconsacrato, seguito da Samuele. Allora tutti seguono lentamente fino all’ingresso.
- Samuele vi entra. Porterà per loro un’ulteriore Parola di conforto? Non li ha consolati DIO? La Sua resa dei conti, …non è stata clemente? Qua e là un sospiro, un pianto tenue. Ah, ci si deve attribuire a sé l’amarezza. Quanti uomini, figli, sono stati annientati per nulla.
47. Samuele ritorna e chiama a sé Chaha: “Popolo d’Israele! Vi siete lamentati a causa della sofferenza che è venuta su di voi. Dovete sapere che i filistei avrebbero anche vinto perfino se l’Arca dell’Alleanza non fosse stata tolta dal Santuario. Considerate soltanto le cose esteriori, e vi sarà facile riconoscere il mistero che il Signore rivela con le Sue Cose.
48. Sovente, da quando esiste la Fondazione di Dio, avete mormorato che non serve a nulla non permettervi di entrare. Già sotto Mosè la folla si accontentava quando lo faceva il solo servo di Dio. Oh, allora si era liberi, Dio non poteva dire che si sarebbe potuto offendere il Santuario mediante pensieri, parole e gesti. Su ciò che la vita nel mondo pretende, si fanno invece molti pensieri, dal mattino fino alla sera, fin nella notte. Ciò che pretende il Santo, l’Arca dell’Alleanza, la Rivelazione di Dio, di questo si vuol sapere poco, eccetto i fedeli che sono strettamente uniti con Lui.
49. Questo Tabernacolo – che Dio ha chiamato ‘Protezione’ (‘custodia’) – è stato dato al nostro mondo in questo modo una sola volta, perché è sempre l’UNO dal Quale tutto proviene, al Quale tutto va, che mantiene e porta, Opere su Opere! È il Santuario di Dio, anche se nella visione esteriore è e rimane l’eterno collegamento che il Creatore ha creato per il Suo popolo. Di questo ne fanno parte oltre agli uomini in primo rango, quei figli che dimorano nel Regno della Luce, ma anche le povere anime che si sono perdute da sé, come lo ha fatto sovente Israele.
50. Ma poiché credete nell’UNO – anche se nel giorno d’oggi avete commesso un servizio idolatra – e siete convinti di essere l’unico popolo di Dio, allora, …oh, quanto volentieri, fate un grande arco intorno al Santuario, intorno a Dio, e questo sarà così tra tutti gli uomini fino alla fine di questo mondo. Sulla via dove stavolta non è stato portato tutto il Tabernacolo, certi hanno teso le loro mani per toccare l’Arca. – Perché? Avete riflettuto su questo?
51. Questo non entrava nella vostra luce di fede, e tuttavia l’Arca dell’Alleanza di Dio significa quella fede che EGLI ci ha comandato, che EGLI ha custodito. Per questo motivo ha posto l’Arca nel Santuario! La fede di un figlioletto portata a LUI, Egli la mette in Sé, nel Suo Santo, perché in questo modo ogni figlio di fede è legato a Lui nella beata comunione. Questa è la cosa suprema che il Creatore ha creato:
Padre e figlio!
52. Nell’esteriore, per la rivelazione della Sua Magnificenza, il Tabernacolo come simbolo…”, Samuele lo indica, “…è come una madre, la maternità, legata dalla Pazienza, dall’Amore e dalla Misericordia. E il Patto, il Santuario e l’Arca dell’Alleanza, quello che Dio ha creato per il popolo-figlio per la sua gioia benedicente, è nella più profonda visione, l’Uno e la Sua Opera, la schiera dei figli tolta come ‘Opera’.
53. Se onorate il Signore, osservate i Comandamenti che EGLI ha dato; allora starete sempre in quel Padiglione che non ha mai bisogno di una contemplazione esteriore. Questo Santuario è ovunque! Non esiste nulla in tutto il mondo dove non soffi il Suo respiro, il Suo ATMA! RiconoscendoLo nella riverenza e nell’amore, così come possiamo anche possedere la maestosa Immagine di Dio interiormente, allora si resterà sempre nel sommo Santuario!
54. Dato che questo non dev’essere disonorato, perciò vi è quel segno che nel Tabernacolo deve entrare colui che Dio ha destinato a questo. Vedete, questa non è una preselezione né davanti al popolo, né davanti a tutti gli uomini; è un simbolo, perché nel Santissimo di tutto il Santuario, il Santissimo regna eternamente Unico, e sta nella Sua funzione di sommo Sacerdote.
55. Chi non ha afferrato del tutto questo, ritorni domani, lo voglio istruire sulla Grazia di Dio. Adesso è ancora da scegliere chi deve stare come primo sui vostri prìncipi e anziani, per un governo unitario. Raramente è esistito un accordo; c’era sempre qualcuno che voleva dire di più dell’altro, e quello che è successo lo avete proprio sperimentato”.
56. Qualcuno afferma: “Dipendeva da Eli, lui avrebbe …”
- “Vieni avanti!”, ordina Samuele, visto che chi ha parlato vuole nascondersi. “Chi dice una cosa così stupida, la sostenga!”
- Altri lo spingono avanti. “Non volevo dire qualcosa di cattivo!”, si difende l’uomo.
- “Non importa, vai avanti! Samuele saprà farti i conti per via di ‘Eli’”.
- Il veggente non tiene pronto il conto, ma invece, dice seriamente:
57. “Eli era un buon giudice e profeta, sovente non è stato obbedito e gli hanno messo ostacoli sulla via. Lo si farà anche con me. Soltanto, …che io servo Dio, al Quale nessuno resiste!”. Si rivolge all’oratore: “Vuoi governare tu il popolo?”
58. “Ah, Samuele, non io, ma Colui che tu vuoi nominare per noi, questo vale anche per me”.
- “Hai una bella paura, mio caro”, sorride Samuele. “Chaha, di per sé un rampollo di prìncipi, dev’essere il vostro primo sotto la mano e gli occhi di Dio. Chi è contrario?” Non si alza nessuna mano, si è troppo contenti di possedere un buon principe. Soltanto, …la santa Arca dell’Alleanza. O guaio, se soltanto ritornasse….
59. “Se avete DIO tra di voi”, Samuele raccoglie i sospiri, “allora avete la Sua benedizione, la Sua Grazia, la Sua Pace e, …Lui stesso”.
[indice]
[1° Sam. 5,1-12]:
[1] I Filistei, catturata
l'arca di Dio, la portarono da Eben-Ezer ad Asdod. [2] I Filistei poi presero l'arca
di Dio e la introdussero nel tempio di Dagon. [3]
Il giorno dopo i cittadini di Asdod si alzarono
ed ecco Dagon giaceva con la faccia a terra davanti
all'arca del Signore; essi presero Dagon e lo
rimisero al suo posto. [4] Si alzarono il giorno dopo di
buon mattino ed ecco Dagon con la faccia a terra
davanti all'arca del Signore, mentre il capo di Dagon
e le palme delle mani giacevano staccate sulla soglia; solo il tronco era
rimasto a Dagon. [5]A ricordo di ciò i
sacerdoti di Dagon e quanti entrano nel tempio di Dagon in Asdod non calpestano la
soglia fino ad oggi. [6] Allora incominciò a pesare la
mano del Signore sugli abitanti di Asdod, li devastò
e li colpì con bubboni, Asdod e il suo territorio. [7]
I cittadini di Asdod, vedendo che le cose si mettevano
in tal modo, dissero: «Non rimanga con noi l'arca del Dio d'Israele, perché la
sua mano è troppo dura contro Dagon nostro
dio!». [8] Allora, fatti radunare presso di loro tutti i
principi dei Filistei, dissero: «Che cosa si deve fare dell'arca del Dio
d'Israele?». Dissero: «Si porti a Gat l'arca del Dio
d'Israele». E portarono a Gat l'arca del Dio
d'Israele. [9] Ma ecco, dopo che l'ebbero trasportata,
la mano del Signore si fece sentire sulla città con terrore molto grande,
colpendo gli abitanti della città dal più piccolo al più grande e provocando
loro bubboni. [10] Allora mandarono l'arca di Dio ad Ekron; ma all'arrivo dell'arca di Dio ad Ekron, i cittadini protestarono: «Mi hanno portato qui
l'arca del Dio d'Israele, per far morire me e il mio popolo!». [11]
Fatti perciò radunare tutti i capi dei Filistei, dissero: «Mandate via
l'arca del Dio d'Israele!». Infatti si era diffuso un terrore mortale in tutta
la città, perché la mano di Dio era molto pesante. [12] Quelli
che non morivano erano colpiti da bubboni e i lamenti della città salivano al
cielo.
In attesa di notizie sull’Arca, Samuele
riprende il popolo
Chaha ritorna dalla Filistea – Parole
dall’Alto tra i due
1. “Che cosa c’è ancora da fare? Abbiamo compiuto il pentimento dinanzi al Signore, abbiamo perdonato ai debitori, nonostante ciò, l’Arca dell’Alleanza non ritorna. Molto popolo, davanti a questo i dodici anziani, ci si lamenta presso Samuele. Il principe Chaha aveva cavalcato con un paio di fedeli nel paese dei filistei. Lì gli si diceva schernendo: “La faida è passata, abbiamo conquistato il vostro Santuario”.
- Sono trascorse sei lune, non si sente nulla dei filistei. Nel frattempo questi non hanno lasciato uscire ed entrare nessuno dal paese, eccetto Chaha e il suo seguito.
2. Samuele ha visto qualche immagine, ma il Signore ha comandato di tacere ancora, finché non ritornava Chaha. Il profeta non vuol credere veramente alle visioni, per via di lui stesso, non contro Dio. Ora deve avere la testimonianza insieme al popolo. Nel Tabernacolo si era appena fortificato nella preghiera, allorquando viene chiamato ad uscire. Ora sta lì, giovane negli anni; e nonostante ciò, …si retrocede di molto, perché ha l’effetto di essere così grande e nobile. Lui indica alla volta del cielo e dice:
3. “E’ bene che siete arrivati. Nell’ultima settimana ho avuto qualche visione, e Dio ha detto che avrei visto bene, ma di aspettare finché ritornava il principe Chaha. E’ …”
- Un anziano interrompe: “Non ritornerà mai più! Credi davvero che i filistei lo lasciassero entrare e poi passare indenne i nostri confini, come se fosse magari eterna pace tra di noi? Il Giordano fluisce all’insù, piuttosto che i cattivi lascino in pace Israele!”
4. “E noi, …loro?”, lo chiede in modo molto duro. “Calcolate quante volte abbiamo rotto la pace. Perfino quando il nostro Dio ci ha lasciato ritornare nel nostro paese, del patriarca, …che cosa si è fatto? Che cosa si voleva ottenere? Solo a Giosuè, il successore del nostro grande Mosè, gli fu possibile tenere calmo Israele. Certo, dapprima si dovette ammansire di nuovo le tribù diventate nuovamente selvagge, e facendo questo non si poté evitare qualche colpo di spada.
5. Purtroppo allora, quando il paese era suddiviso in dodici tribù, qualche giovane principe agì contro l’ordine di governare pacificamente il Canaan; e per quello che poi successe nel sangue, fu incolpato Giosuè. Oh, sì, la storia che si scriverà più avanti, saprà cancellare del bene; e quello che è male lo si caricherà a coloro che sono per la giustizia, il diritto e la libertà.
6. Questo rimarrà finché finirà l’umanità a causa di quegli orribili oltraggi che oscurano il Cielo per loro. Questo significa: ‘Le Parole di Dio verranno molto modificate’, e dove non governerà il Suo Potere, il Cielo rimarrà del tutto chiuso per questa folla di uomini.
7. Solamente… l’UNO, oltre il Quale non v’è nessun altro, nessuno accanto a Lui nello stesso rango, tiene santo-alto quella meravigliosa sacra potente Parola quando, dopo il diluvio, i paesi sorsero nuovamente tutt’intorno:
‘D’ora in poi non voglio più maledire la
TERRA per via degli uomini’. [Gen. 8,21]
8. Non crediate che gli uomini sussistano con il mondo, ‘tanto Dio lo avrebbe promesso’. No! La Terra, il Suo santo REGNO-TERRA che Egli ha creato prima che fosse mai sorto un uomo, questo rimane! Con il ‘maledire’ non è inteso ciò che la gente fa e ciò che è proibito. Per Dio, questo significa: ‘Egli non vuole rovinare la Terra, il Suo Regno, prelevato dall’Eternità sconosciuta, adagiato nella Sua inafferrabile eternità, nella Sua mano di Creatore abituata al Bene!’
9. ‘A causa degli uomini’ sono coloro che risalgono dalla caduta, che spargono il loro male su questo mondo, anche a causa degli altri che vengono per aiutare i perduti, affinché anche costoro arrivino un giorno nel Piano di salvezza di Dio. Gli ‘altri’ colgono una parte dal povero abisso, la parte dell’anima che deve essere trasformata.
10. Dio aveva promesso ad Abraham la semenza di sabbia e di stelle, ma più tardi, in modo arrogante lo si è interpretato come moltitudine. Tuttavia si è contato il popolo già sulla via del deserto, e verrà contato contro la vostra volontà fino alla fine, quando non esisteranno più popoli, ma ancora solo ‘gli ultimi uomini’. Questo è riservato a quell’ultimo tempo. Se l’umanità si sottomettesse sempre all’UNO, al suo Creatore-Padre, oh, non esisterebbe il cosiddetto ultimo tempo! Il decorso della materia non è altro che ‘entrare e uscire’! Fuori dall’oscurità, e dentro all’eternità di Dio, che non ha né tempo né confini, perché la cosa eterna riposa in Lui, ed eterna è la Vita, da e nella Magnificenza di Dio!
11. Siete impazienti, qualcuno di voi pensa: ‘Non siamo venuti ad ascoltare una predica; vogliamo sapere dov’è l’Arca del Patto. E’ stata sconsacrata, perché delle mani impure dei pagani l’hanno toccata?’. – Pensate solo secondariamente a come gli sarà andata al vostro principe Chaha: ‘Se ritornasse, lui e la sua schiera dovrebbe dapprima espiare, perché avrebbero vissuto a lungo tra i pagani’. – O voi stolti!
12. L’Arca dell’Alleanza di Dio l’hanno sconsacrata coloro che l’hanno portata via, quelli che hanno giubilato, che l’hanno toccata con le mani sporche, se in genere esiste la sconsacrazione nel senso di Dio. Tanto meno come si potrebbe sottrarre a Lui la Sua Santità, tanto meno nelle cose che Egli ha dato per la rivelazione della Sua Volontà! Non crediate che sia bene che di conseguenza non esistesse nessuna sconsacrazione, non avrei parlato con ragione che l’avevate sconsacrata voi. Bene, quindi, se non voi, allora nemmeno i filistei. Teniamo il conto:
13. Avete dovuto sopportare il disagio della guerra, sono caduti 30.000 uomini, sono stati rovinati donne, bambini, luoghi. Quindi il Signore avrebbe punito voi per via del male di aver esposto alla rapina il Suo Santuario. Se e come il ‘povero vincitore’ (i filistei) deve portare i suoi pesi, allora si dirà: ‘Lo ha fatto Dio!’. – Punire come lo intendono gli uomini, Dio non lo farà mai! Ma che l’uomo s’intrappola da se stesso, questo passa pure attraverso la Sua mano; e siate certi: sarà sempre una Grazia incompresa, quando la punizione creata da sé, inflitta a causa della cattiveria, fluisce ancora attraverso le mani di Dio!
14. Se Egli chiudesse le Mani di Grazia e – inteso umanamente sarebbe anche giustificato – dal diluvio non sarebbe mai sorto nuovamente un nuovo paese. I resti dell’umanità che allora esisteva, sarebbero da tempo svaniti come una foglia appassita nel vento, e non vi sarebbe rimasto nulla che un nulla nel nulla! Ora avete sentito un’ulteriore predica”, Samuele lo pronuncia seriamente, “badate a riconoscere la Parola di Dio. Ritornate domani, voi anziani rimanete con me; vedrete ciò che succederà”.
*
15. Si ritorna a casa oppressi, avevano sperato che Samuele potesse smuovere il ‘Dio d’Israele’ con una preghiera per addolcire la Sua Ira e riportare l’Arca, affinché si sapesse che ora si è riappacificati con LUI. Invece, ciò che è stato ascoltato, fa già pensare: solo pochi ne hanno afferrato il senso profondo.
16. La Parola era stata ora pronunciata invano? Quale senso ha avuto, presentare qualcosa che l’ascoltatore non comprende? C’è chi presagisce che ogni rivelazione, parola o immagine, non sono mai date per un piccolo tempo, ma sempre per l’eternità, per la vita. L’uomo è solo adagiato fra la culla e la tomba? Non comincia la sua vita con il primo respiro su questo mondo e, quando sfugge da lui l’ultimo respiro, cessa? Sarebbe questo, degno di un Creatore? Questo lo potrà esaminare ognuno per se stesso. Samuele fa sapere agli anziani qualcosa delle visioni.
*
17. Da Silo arrivano continuamente delle persone per spiare ciò che avviene. Al profeta vanno bene i molti testimoni. Egli indica alla vicina collina sulla quale passa un sentiero. Là vortica della polvere. Dovrebbero …i filistei? No, è una breve cavalcata. Presto Chaha lo si riconosce in cima, indenne, seguito dai suoi uomini. Le facce sono molto serie e loro non portano nessuna Arca del Patto. Guai! Guai! Il Signore ci ha abbandonato!
18. Alcuni fanno pressione sul principe Chaha.
- Samuele respinge rapidamente: “Non vedete che gli uomini sono stremati? Se avete dovuto attendere finora, allora concedete loro dapprima un sorso di ristoro”. Egli aveva preparato tutto in previsione e ora conduce il gruppo nella sua casa. La folla attende davanti alla porta. Non promette nulla di buono, se …
19. Uno che è ragionevole contraddice: “Loro sono”, intende Chaha e gli uomini, “ritornati senza afflizione. Hm, non ci vorrà nemmeno molto che Samuele esca di casa con Chaha. Chissà se prima è stato concordato che cosa devono dire, che cosa tacere”.
- A questa domanda posta maliziosamente, il servo di Dio rimprovera:
20. “C’è qualche donna che riesce ad affilare solo la lingua maligna, non lo si dovrebbe aspettare dagli uomini. Ma sia subito detto: ‘Non è stato detto nulla tra noi, e - così come qualunque uomo, senza dono di veggenza - non so ancora che cosa è successo. Quello che ho potuto vedere nello spirito, lo può e lo confermerà il principe. Parla, caro amico, affinché certi non diventino di nuovo folli”.
21. “Lo voglio fare. I filistei non ci hanno toccati. E perché? Quando hanno portato l’Arca dell’Alleanza di Dio nel padiglione del loro ‘Dagon’ (idolo dei filistei), lo stesso si è rovesciato. In più, nel circondario è scoppiata un’epidemia. Molta gente è stata afflitta da foruncoli purulenti, sono stati colpiti perfino i bambini. Allora si è gridato in modo feroce: ‘Portatela via, l’Arca del Dio d’Israele. LUI ci ha colpiti!’. Così sembrava, perché la malattia è comparsa il giorno successivo dopo che avevano portato la nostra Arca nella casa degli idoli”.
22. “Non hai obiettato, Chaha?”, domanda Samuele, “che il nostro Dio è buono, che non agirebbe mai così? Ora i filistei penseranno che noi abbiamo un Dio cattivo. Tali dicerie devono essere evitate”.
- “Ha”, esclama un uomo, “io credo che il Signore ha battuto i ragazzi, perché…”
- “Non continuare”, avverte Samuele, “potrebbe essere il tuo ultimo discorso”.
- Chaha oltrepassa l’uomo e continua a riferire:
23. “Io volevo già obiettare, nel mentre, ho sentito queste parole: ‘Lasciali con la loro opinione, poiché IO l’ho fatto come un segno particolare di ciò che avverrà adesso’. – Già il giorno dopo lo abbiamo visto: nottetempo hanno portato l’Arca da Asdod a Gad. Vi siamo andati, abbiamo attraversato il paese senza essere notati.
24. Anche in Gad è scoppiata l’epidemia. Allora si è portato rapidamente ‘il Santuario’ ad Escron. Nessuno lo voleva più avere. Perché in Escron sono morte molte persone. Alla nostra presenza si sono radunati i superiori, per quanto non erano affetti. Loro hanno ordinato: ‘Via con il Dio d’Israele, Egli ci ha colpito!’
25. Avremmo volentieri portato con noi l’Arca dell’Alleanza, ma nuovamente venne la Voce: ‘Tieniti indietro! Guarda il Mio Segno: coloro che portano l’Arca al confine, verranno poi guariti. Ma tu taci, altrimenti si colpirebbero a vicenda, perché ognuno vorrebbe portarla per guarire. Va lì, offri degli uomini fino al confine, presso Beth-Horon, là incontrerete altrii filistei. La loro paura li guarirà, anche se stolta. Tuttavia, non sapendo altro diversamente, dalle loro paure ne verrà qualcosa di buono’.”
26. Chaha si asciuga la fronte e gli occhi. “Così, certamente come sto qui dinanzi a voi, così certamente ha parlato Dio! Ora vi chiedo: ‘Chi vuol venire con me per riportare il nostro Santuario? Se anche Samuele lo vuole così dallo Spirito di Dio, com’è stata portata via, così deve di nuovo ritornare a Silo, con fatica’.”.
27. “Molto bene, principe Chaha,” conferma il profeta che sente bisbigliare un paio d’uomini che si poteva prendere un carro trainato da buoi. Allora dice, “Ah, in tutte le faccende del mondo ci si affatica volentieri per incassare, e a qualcuno non è troppo di affaticarsi oltremodo, di arraffare dagli altri per arricchirsi, e solo con Dio…? E voi, pensate stoltamente, che a Lui non si potrebbe togliere qualcosa che Egli non voglia darci”. Gli occhi di Samuele scintillano aspramente.
28. “Io vi dico, che senza Dio voi siete un nulla nel nulla! Se Egli ci ha dato per inaudita Benignità quel Segno della Sua Alleanza, allora pensate all’immeritato. All’umanità piacerebbe certamente di più: poterLo riconoscere senza alcun Segno, mantenere i Comandamenti che Egli ha dato. Non è un ammonimento che i pagani si fanno da sé i loro idoli, e anch’essi vorrebbero avere una contemplazione? In questo modo, non saremmo simili a loro? Se avete l’Arca dell’Alleanza, allora credete di avere Dio!
29. Questo rimarrà finché ci si aggrapperà alle immagini. Ma più lo si fa, più lontano si sta da Dio. Tuttavia, se uno è volonteroso dalla piccolezza del suo essere, allora il nostro Padre benedice un tale cuore. Ma chi dà la precedenza alla contemplazione, è malmesso nella fede.
30. Noi possiamo riavere l’Arca dell’Alleanza, soltanto, questa non vale unicamente per Israele, ma fin dai tempi quando ‘cadde una stella dal cielo’ (Ap. 9,1: «Poi vidi un quinto angelo, e vidi una stella caduta dal cielo sulla Terra, e ad esso fu data la chiave del pozzo dell’abisso»: Sadhana) ed è il maestoso senso: il clemente Testamento di Dio (vedi Eternità-UR … 4° Giorno) per la Luce dei figli che passano attraverso la materia nel co-sacrificio. Nell’alta Arca del Regno, nel nascondimento, Dio custodisce i figli. Questo è il Mistero dato qui per un tempo, sussistendo nell’Eternità di Dio; perché è LUI stesso, il Santo”. Ora Samuele si rivolge alla folla:
31. “Ora consiglio: scegliete quattro volte dodici uomini, che vadano a prendere l’Arca”.
- “Perché così tanti?”, chiede uno che disturba. “Abbiamo il nostro lavoro e non possiamo…”
- Uno più ragionevole tira avanti il disturbatore: “Ti conosco, il profeta ti conosce ancora meglio, e il Signore meglio di tutti. Il tuo lavoro è pari a nulla, devono lavorare donna e figli, inoltre conduci un’amministrazione abominevole. Dio non può impegnarti per questo lavoro d’onore”.
32. Chaha batte il bravo sulla spalla. Spontaneamente si radunano molti uomini che si mettono a disposizione di Chaha. Lui si sceglie i più robusti; agli altri ordina di aiutare le famiglie che per un certo tempo dovranno fare a meno di marito e figlio. Entro due giorni si deve partire.
*
33. Samuele vorrebbe discutere alcune cose con il principe, e gli chiede se fosse molto stanco.
- “Mi basta il sonno per la notte”, risponde costui, “anch’io ho qualcosa sul cuore”.
- Solo loro vanno nella casa di Samuele. “Parla tu per primo”, dice lui gentile.
- “Ebbene, ci sono alcune cose…”, comincia Chaha. “Per primo: ‘Perché quattro gruppi, rispettivamente di dodici uomini?’. Secondo: ‘Intendi con ciò le dodici tribù perché abbiamo perduto il Santuario?’. E la terza domanda: ‘Perché il divino riguarda solo apparentemente Israele?’.”
34. Risponde Daniele: “Le tue domande sono pensate, soprattutto l’ultima l’avevo presentata ad Eli. Lui però non sapeva come me la si doveva interpretare. Nel frattempo, io so qualcosa di più, perché il Signore me lo ha rivelato. Trattiamo intanto la tua prima domanda nella quale c’è una maggior profondità di come immagina la nostra brava gente”. Samuele include veramente anche il disturbatore come ‘cara gente’.
35. “Ci sono i buoni e anche i cattivi, …adulti; non si può pretendere seriamente dai bambini una differenza fra buono e cattivo. Eli, che era affezionato ai suoi figli, voleva incolpare sua moglie degli errori dell’educazione. Dio gli ha mostrato la sua ingiustizia. Dunque, …la sua funzione è stata difficile perché Israele era sovente molto caotico. E’ meglio scusare qualcosa, poiché il SIGNORE ci scuserà in eterno davanti a Se stesso.
36. Eppure, così non si viene scusati, ma semplicemente è tutto pareggiato. Proprio nella resa dei conti si aumenta la nostra salvezza, la guarigione che viene dal SALVATORE. Dio disse già a Mosè:
«Io sono il Signore, il
tuo Medico!» [Es. 15,26].
37. Un medico può guarire, non per ultimo la ‘cara gente’. Con la Benignità di Dio vogliamo dare una giusta risposta alle domande. Il numero ‘quattro’ dovrebbe esserti noto; con questo comincia per noi il nuovo conto del tempo (da Adamo). Non sarà l’ultimo. Non soltanto nella storia israelita questo ‘numero di Dio’[6] ha il massimo valore, con ed accanto all’UNO. Nel Simbolo giace il Tabernacolo come nel Quadrato, e molto altro ancora che non si può contare.
38. Dall’eternità, riservato al futuro, mi è stata mostrata l’Alta Città che si chiamerà così come Abraham ha chiamato la capitale del nostro paese: ‘Gerusalemme’. Inoltre ho sentito: ‘SANTA-LUCE’, edificata in un quadrato, con quattro mura lunghe uguali, e in queste, dodici Porte (Ap. 21,16-27). Questo è il motivo più profondo del perché ho nominato queste cifre. Per la nostra cara gente le chiamiamo ancora una volta così, se basta, allora penseranno alle dodici tribù.
39. “Magnifico!”, Chaha è entusiasta. “E’ una Grazia immeritata il perché tu sei con noi. Eli… Spiritualmente, non sarebbe una lode che l’uomo sovente dà e qualche volta prende anche in modo stolto. Tu sei superiore a lui. Il Signore ha provveduto in anticipo, affinché non fossimo perduti. Certo, EGLI è il nostro Aiutante, ma visibilmente aiuta anche volentieri attraverso i Suoi figli”.
40. “Infatti”, conferma Samuele. “Ma guarda: se EGLI ha messo qualcuno nella funzione, allora è e rimane la Sua Faccenda ciò che rivela attraverso un inviato. Per questo Gli sia la nostra gratitudine, lode, gloria e onore. Per la cifra di salvezza ‘quattro’ e la successiva ‘dodici’ esiste ancora un’ulteriore Luce che rimarrà a lungo incompresa, poiché fino all’ultimo tempo non la si riconoscerà quasi. Questo lo puoi tenere per te; perché adesso per questo ci sono pochi maturi, e solo più tardi, non matureranno così facilmente.
41. Il Santo è un ‘quattro’! Non quattro Persone, non aggrottare la fronte. Sono quattro generi d’Entità, comparabilmente alle nostre direzioni del Cielo, come sono state date una volta come Promessa ad Abraham (Gen. 13,14). Più avanti lo si interpreterà in modo mondano. Chi considera lo spirituale in senso mondano, perde per questo mondo la Luce del senso della Vita. I generi d’Entità di Dio sono delle Forme di rivelazione, rispettivamente come qualcuno può sopportare una rivelazione di Dio”.
42. “Difficile da comprendere. Istruiscimi, Samuele, fin dove lo posso afferrare”.
- “Non c’è molto da insegnare, poiché tu sei unito con Dio come pochi del popolo. Tuttavia, abbiamo buoni uomini ed anche donne. Ora vediamo la seconda domanda che hai posto: del perché il Santuario è andato perduto.
43. Che il Creatore sappia tutto, anche prima, da eternità, lo sai. Rifletti quindi ogni parola che Abraham ha ricevuto per il popolo per il futuro: quattrocento anni, quattro età d’uomo in cui sarebbero stati prigionieri (Gen. 15,13-16). Il Signore ha sempre predetto ciò che sarebbe accaduto, e quante volte il popolo si è distolto da Lui.
44. Non diversamente è ora. Quanto ad Eli, gli è stato reso difficile, cosicché dei buoni insegnamenti non sono quasi serviti più. Quando si notava che i filistei potevano sopraggiungere, si rimandava: ‘Il Signore aiuterà!’. Ma non si andò da Lui con una seria supplica. Oh, no: - si prese il segno esteriore, ciò che Egli ha sempre dato nella Misericordia. Cosicché, c’è da stupirsi che l’Arca non ha potuto aiutare perché non ci si è afferrati alle Mani del Santo?
45. Questo varrà per l’umanità fino alla fine della materia: ‘Chi si appoggia sull’esteriore, cadrà con l’esteriore!’. Israele - sia detto all’Iddio - si ascriverà costantemente al mondo. Nell’insieme, intendo. Invece la Grazia di Dio è sempre pronta. Per via della Rivelazione, l’Arca dell’Alleanza ritornerà qui, e sarà solo sette lune (mesi) in mano ai pagani.
46. Dunque, predominano le sette Caratteristiche di Dio, quindi è una piena Misericordia. Da qui i Raggi colpiscono la materia, indietro, in avanti, in ogni tempo. Sarà l’errore di molti popoli, che considerano tutto soltanto per sé, …per il bene, ben inteso. Il male vale poi, sempre per gli altri. Non per ultimo è questa la mancanza d’amore anche per coloro che si dichiarano credenti. Quelli che sono credenti, amico Chaha, sanno precisamente, che solo con la benedizione di Dio si è uniti con Lui nell’eternità!
47. Ora puoi risolvere da te la tua terza domanda. Ogni Rivelazione, in qualunque epoca del mondo, è questo ammonimento: il popolo di DIO! Non quello della materia, ma coloro che si mettono a disposizione come servizio del co-aiuto. Non il popolare, l’etnico, ma lo spirituale si trova nella somma Magnificenza della Luce, presso il Creatore, il Sacerdote, Dio e Padre.
48. Così resterà mondano laddove ciascuno dirà di sé: ‘Solo io!’. Questo vale prevalentemente nella religione, indipendentemente in cosa ogni popolo unisce con ciò. Soprattutto nella fede, questo farà cattivi fiori, e questi sono il veleno di ogni arroganza. Non essere ora oppresso, amico mio, ci sono e ci saranno in ogni tempo, altri che dallo Spirito produrranno l’equilibrio; tuttavia, …tramite la clemente Guida e la Misericordia di Dio.
49. Noi vediamo sì che ci si vede come eletti, ma si accettano le culture di coloro che si chiamano pagani, la loro merce, il denaro ed ancora ulteriormente altro, a causa del guadagno materiale. Per questo il pagano va bene! Per me, Chaha - lo dico solo a te - non esistono pagani; perché…”
- “Ah no? Perché il Signore li separa da noi?”
50”. Tu credi che sia l’Opera di Dio?”
- “Hm”. Chaha appoggia la fronte nelle due mani.
- Samuele tace. Chi cerca realmente, troverà realmente.
- Presto il principe alza di nuovo gli occhi. “Così come te”, dice riflessivo, “non lo potrei spiegare. Ma sono certo che se nel mondo esistono unicamente uomini che ricevono tutti insieme la vita dallo Spirito del Creatore, allora per Lui, l’uno come l’altro, Gli deve essere caro e prezioso, per occuparsi di ogni singolo, …se posso dire così. Oppure no?”
51. “Oh, sì, Chaha, Dio lo fa senza chiedere che cosa si è, dove si vive, come ci si atteggia. Non dev’essere l’intenzione Sua, che si chiama BONTÁ, riportare a Casa proprio gli smarriti, sostenere i vacillanti, sollevare i caduti? Una volta ha detto a Mosè mentre questi si rivolgeva al popolo: ‘Io sono il Signore, il vosro Aiutante!’. Qualcuno mi dica che questo valeva solamente per il popolo viandante.
52. Se Dio dal Suo Potere ha creato il Cosmo, ogni vita, allora Egli governerà senza dubbio anche il Suo Cosmo con tutto ciò che vi è dentro. Noi, inteso Israele, che si mette troppo volentieri su un alto pinnacolo, siamo una minuscola particella del Cosmo. Nel confronto…”, Samuele guarda una grande immagine, “…noi siamo una zanzara di fronte al nostro mondo, che finora non è stato ancora esplorato.
53. Una volta i figli di Dio hanno attraversato il Cosmo, ai quali questo mondo sembrava come una zanzara in confronto all’Empireo, l’incommensurabile Regno dell’Altissimo”.
- Chaha percepisce la luce che sta accanto a Samuele.
- Costui continua già a parlare: “Amico mio, vogliamo servire Dio, mano nella mano; tu nel mondano, io nello spirituale. Ogni buon operare fin dove lo compiamo, passa attraverso la Sua Volontà. Allora non vale soltanto per un uomo, per un popolo, per un mondo; questo vale per il Tutto, venendo dalla santa Onnipotenza del Creatore, con Cui Egli mantiene anche l’Universo, l’ETERNO-REGNO !
54. Ora sai che né la santa rivelazione di Dio, né le Sue parole o le azioni, né il Tabernacolo né l’Arca dell’Alleanza e molto di più, non è misurato unicamente per Israele. Dovrebbe la Magnificenza, la Guida di Grazia insieme all’Onnipotenza, valere per il nostro piccolo popolo? La Sua fatica non sarebbe quasi inutile? Come il nostro popolo ha agito finora – ma pure altri popoli, caro Chaha – certo sicuramente qualche volta bene, questo lo metto volentieri in evidenza, non è nuovo né per te né per me. Credilo soltanto: cambierà poco l’intera umanità, perché aggrava se stessa con la materia.
55. Molti, infatti, sono caduti insieme alla prima figlia del Cielo (Sadhana) nell’abisso della materia, e costoro portano al mondo con sé, con la loro nascita, l’oscurità. Questi sono degli smarriti, malati nell’anima. Finché questa orribile grande oscurità non sarà stata purificata e non sarà diventata almeno un poco, di nuovo, Luce, passeranno dei tempi, per noi ancora incommensurabili.
56. Questo non riguarda solamente il futuro, ma anche il passato. Che cosa ne sappiamo noi, quale parte dell’eternità della Creazione il Santo ha già tolto alla caduta? Quali tempi sono necessari alla materia affinché si riveli il mistero di Dio, dell’intera Redenzione? Ma avverrà! Io lo vedo come una lontana Stella, chiaramente splendente nella maestosa rappresentazione.
57. Delle ‘Fonti’ passano su questa Terra, fino a quando l’umanità si staccherà dalla polvere della materia e si lascerà elevare alla chiarezza di una reale conoscenza. Ciò che accadrà poi, fratello, …non lo so. E’ bene, se non vediamo il futuro fino all’ultimo. Ci spaventeremmo (l’Apocalisse di Giovanni), contendere con Dio per via dei molti infelici ‘il perché’. Una cosa è sempre possibile: la dedizione alla Guida del nostro Signore! Se Egli ha ellevato le Sue Opere dalla Fonte del Potere e della Forza, …non dovrebbe poter allacciare la fine all’inizio?
Ed Egli lo farà!
58. Lui tiene magnificamente insieme il Suo Tutto, e nulla, nulla Gli va perduto! Il Suo Tempo è un altro di come lo afferreranno i piccoli uomini; e il Tempo di Dio non è mai da allacciare ad un tempo del mondo. Qui c’è la differenza: i tempi che per noi sono passati, non si possono percepire a posteriori. Al massimo si può dire che in loro è successo questo e quello. Persino qualcosa del proprio non si può percepire dopo. Ma, …il Santo?
59. C’è una sola Eternità, vi è un solo Dio. Egli conserva ciò che avviene in questo Suo Tempo di Creazione saldamente ancorato nella Sua mano del Diritto! Egli coprirà certe cose per noi, perché siamo empì. Per noi dei Tempi delimitati sono una eternità; una intera non la potremmo nemmeno misurare, …né sopportare”.
60. Si può quasi toccare il silenzio che oscilla tra i due uomini come un pendolo. Il principe Chaha si alza lentamente. Lui dice con voce bassa, facendo riconoscere il suo sentimento: “Ho sentito molto, e …era dato da Dio attraverso di te, Samuele. Lascia che ci pensi prima che vada a prendere l’Arca dell’Alleanza. Quando ritornerò, ne potremo parlare?”
61. “Sì”, risponde il profeta, “E’ persino bene se interiormente giungi alla calma, cosa che è possibile su questa via di salvezza. Dio benedica te e la tua via, …e anche i cari portatori. Una stretta di mano, qua e là un cenno con gli occhi.
[indice]
[1° Sam. 6,1-12]:
[1] Rimase l'arca del Signore nel
territorio dei Filistei sette mesi. [2] Poi i Filistei convocarono
i sacerdoti e gli indovini e dissero: «Che dobbiamo fare dell'arca del Signore?
Indicateci il modo di rimandarla alla sua sede». [3] Risposero:
«Se intendete rimandare l'arca del Dio d'Israele, non rimandatela vuota, ma
pagate un tributo in ammenda della vostra colpa. Allora guarirete e vi sarà
noto perché non si è ritirata da voi la sua mano». [4] Chiesero:
«Quale riparazione dobbiamo pagarle?». Risposero: «Secondo il numero dei capi dei
Filistei, cinque bubboni d'oro e cinque topi d'oro, perché unico è stato il
flagello per tutto il popolo e per i vostri capi. [5] Fate
dunque immagini dei vostri bubboni e immagini dei vostri topi che infestano la
terra e datele in omaggio al Dio d'Israele, sperando che sia tolto il peso
della sua mano da voi, dal vostro dio e dal vostro paese. [6]
Perché ostinarvi come si sono ostinati gli Egiziani e il faraone? Dopo
essere stati colpiti dai flagelli, non li lasciarono forse andare, cosicché
essi partirono? [7] Dunque fate un carro nuovo, poi
prendete due vacche allattanti sulle quali non sia mai stato posto il giogo e
attaccate queste vacche al carro, togliendo loro i vitelli e riconducendoli
alla stalla. [8] Quindi prendete l'arca del Signore,
collocatela sul carro e ponete gli oggetti d'oro che dovete pagarle in
riparazione in una cesta appesa di fianco. Poi fatela partire e lasciate che se
ne vada. [9] E state a vedere: se salirà a Bet-Sèmes per la via che porta al suo territorio, essa ci
ha provocato tutti questi mali così grandi; se no, sapremo che non ci ha
colpiti la sua mano, ma per puro caso abbiamo avuto questo incidente». [10]
Quegli uomini fecero in tal modo. Presero due vacche allattanti, le
attaccarono al carro e chiusero nella stalla i loro vitelli. [11]
Quindi collocarono l'arca del Signore sul carro con la cesta e i topi d'oro
e le immagini dei bubboni. [12] Le vacche andarono
diritte per la strada di Bet-Sèmes percorrendo sicure
una sola via e muggendo continuamente, ma non piegando né a destra né a
sinistra. I capi dei Filistei le seguirono sino al confine con Bet-Sèmes.
I filistei e la maledizione –
Restituzione dell’Arca – Samuele a colloquio con Dio
A Silo, avvertimento al popolo, poi
liberato dalla colpa
1. “Che cosa sono questi pettegolezzi?”, grida un filisteo nella folla radunata. Ora nessuno bada a chi è malato oppure sta quasi per morire. L’epidemia non vuole scomparire. “Abbiamo di certo creduto che se avessimo tolto ai nemici avversari il loro idolo, sarebbero crollati loro, ma non noi.
2. Con le armi abbiamo vinto; ma che cosa è venuto su di noi? Dove sono i sacerdoti? Altre volte oracolano tutto il giorno. Ora che abbiamo bisogno dell’aiuto dei nostri dèi, rimangono lontani da noi per paura di ammalarsi pure loro, il che significa: gli dèi che rispettiamo, non valgono più nulla! Che vengano qua a consigliarci!”. Finalmente uno che osa provocare i sacerdoti
3. Arrivano tutti, pure il principe Ecron che, come tutti, cerca di evitare la ‘punizione dell’Iddio d’Israele’. I sacerdoti si sono consigliati su cosa ci fosse da dire. Un caos di domande, finché uno che parla su incarico del suo principe alza le mani. Allora si fa silenzio. Si rivolge ai sacerdoti:
4. “Il dio Dagon viene molto onorato da noi. Sappiamo che non lui ci ha colpito con bolle e con topi che inondano i campi. Quindi il male viene dalla vittoria, avendo tolto all’Iddio d’Israele il Suo Santissimo. Che guadagno è? Ah, ci siamo procurati il peggio! Non vogliamo più avere quest’Arca, anche se è preziosa. Come la possiamo rispedire? E senza nessun tributo?”
5. Il sacerdote superiore aggrotta la fronte. “Ebbene, tu lo devi sapere, superiore del dio Dagon, se gli dèi sono d’accordo. E cosa dobbiamo mandare come risarcimento? Non possiamo più ristabilire i morti, non abbiamo bisogno di riedificare delle case bruciate, questa è una faccenda dei perdenti. E poi, le donne insieme ai bambini che ci sono caduti nelle mani? Se li rispedissimo insieme, sarebbe ben una sufficiente sacrificazione”.
7. Il superiore contraddice: “Con ciò la malattia e la natura spogliata non sarebbero comunque soppesate. Provatelo! Forse – ma non lo possiamo sapere – l’Iddio d’Israele è il supremo della stirpe degli dèi, quindi sarebbe difficile addolcirLo. Voi ne date solamente un minimo, cosa che soprattutto non vi costa nulla”.
8. “La faida ci è costata molto; uomini nobili del
popolo sono caduti e…”
- “E’ una faccenda del paese condurre la guerra. Dei sacerdoti non ne hanno nulla a che fare. Ebbene, Israele comincia sovente a litigare ai confini, ma così agisce ogni popolo. Anche voi! Scegliete un tesoro che portate con l’Arca fino a Beth-Semes. Là certamente la vengono a prendere”.
- “E come dev’essere il tesoro?”, chiede il principe Ecron.
9. “Fate versare cinque bolle d’oro per via della malattia, secondo il numero di cinque prìncipi, e cinque topi, che sono la nostra seconda piaga”.
- “Quanto grandi?”, chiede un avaro che pensa alla sua cassapanca colma d’oro. Il superiore, conoscendolo, dice con ironia:
10. “Ogni bolla nella forma di una zucca, sia alta quattro gomiti[7] e larghe due gomiti, riempite con argento e con rame. Inoltre, anche i topi, pure d’oro, devono essere della grandezza di un ‘fenec’. Vi siete appropriati dell’Arca come una volpe la preda. Con ciò la deità straniera è sicuramente da riappacificare”.
11. Oh, che guaio! Chi deve dare tutto questo?
- “Un gomito? Non è troppo alto? E i topi? Della grandezza degli stessi animali?”, esclama l’avaro.
- La folla è d’accordo. Perfino il principe di Ecron si arruffa la sua barba disordinata. Il primo dei loro dèi, Dagon, dovrebbe sapere se si debba sacrificare così tanto. La Filistea non è un paese povero e si ruba ovunque. Il sacerdote lo sa troppo bene, perciò rimane duro.
12. “Perché chiudete il vostro cuore come lo hanno fatto gli egiziani insieme al faraone? Voi conoscete la saga di come il Dio d’Israele ha battuto il popolo del Nilo. Oh, dovete fare ancora molto di più! Prendete un nuovo carro per l’Arca e fate delle piccole cassette, chi vuole può portare in più, anche un dono per la sua guarigione. Se guarite, significa che i sacrifici compiacciono al Dio d’Israele; se no, allora non LUI ha caricato il male, ma è venuto come per caso, come dei popoli senza dèi che possono essere colpiti da qualche male”.
*
[1° Sam. 6,13-21]: [13] Gli abitanti
di Bet-Sèmes stavano facendo la mietitura del grano
nella pianura. Alzando gli occhi, scorsero l'arca ed esultarono a quella
vista. [14] Il carro giunse al campo di Giosuè di Bet-Sèmes e si fermò là dove era una grossa pietra. Allora
fecero a pezzi i legni del carro e offrirono le vacche in olocausto al
Signore. [15]I leviti avevano tolto l'arca del Signore e la cesta
che vi era appesa, nella quale stavano gli oggetti d'oro, e l'avevano posta
sulla grossa pietra. In quel giorno gli uomini di Bet-Sèmes
offrirono olocausti e immolarono vittime al Signore. [16] I
cinque capi dei Filistei stettero ad osservare, poi tornarono il giorno stesso
ad Ekron. [17] Sono questi i
bubboni d'oro che i Filistei pagarono in ammenda al Signore: uno per Asdod, uno per Gaza, uno per Ascalon,
uno per Gat, uno per Ekron. [18]
Invece i topi d'oro erano pari al numero delle città filistee appartenenti
ai cinque capi, dalle fortezze sino ai villaggi di campagna. A testimonianza di
tutto ciò rimane oggi nel campo di Giosuè a Bet-Sèmes
la grossa pietra, sulla quale avevano deposto l'arca del Signore. [19]
Ma il Signore percosse gli uomini di Bet-Sèmes,
perché avevano guardato l'arca del Signore; colpì nel popolo settanta persone
su cinquantamila e il popolo fu in lutto perché il Signore aveva inflitto alla
loro gente questo grave castigo. [20] Gli uomini di Bet-Sèmes allora esclamarono: «Chi mai potrà stare alla
presenza del Signore, questo Dio così santo? La manderemo via da noi; ma da
chi?». [21] Perciò inviarono messaggeri agli abitanti di
Kiriat-Iearìm con questa ambasciata: «I Filistei
hanno ricondotto l'arca del Signore. Scendete e portatela presso di voi».
13. Poiché le piaghe non vogliono ancora scomparire, ci si sbriga rapidamente per produrre i doni per il Dio. E’ il settimo mese quando tutto è pronto. Vengono pure i fabbri, si vuol vedere se si può lodare il loro lavoro. Alla processione anche i principi accompagnano. A distanza segue molto popolo, soprattutto quei malati che possono ancora camminare. La speranza di guarire all’istante, li spinge, non appena l’Arca viene consegnata al confine.
14. Da questa parte di Beth-Seme sono contenti quando l’Arca di Dio viene a trovarsi sul campo del contadino Giosuè. C’è una grande pietra sulla quale si sacrifica …come lo fanno i pagani. Strano, il male (non) cade sugli israeliani; l’annuncio che il principe Chaha verrebbe per prendere il Santuario, aumenta la gioiosa agitazione, …nonostante il male.
*
15. Samuele era andato fino a Mizpa, vicino a Gerusalemme. Da lì fino a Beth-Semes non è più lontano. Non vi sale del fumo? Nel frattempo è arrivato Chaha, dall’altra parte stanno i filistei. Qualcuno della loro gente sente che le bolle diventano veramente più piccole, mentre fra gli israeliani ed intorno a Beth-Semes muoiono ancora molte persone. La riflessione arriva troppo tardi. Si sarebbe dovuto avvertire finché fosse arrivato il principe oppure Samuele, per riportare a casa l’Arca con un’autentica sacrificazione come faceva Mosè. Intanto Chaha non dice nulla.
16. Lui esamina i vasi d’oro; per accontentare i filistei li ringrazia, e tutto sarebbe regolato in modo giusto. Ora può essere pace. Lui stesso la pensa diversamente. Pace…? Una parola, inutile per questo mondo. Anche se fosse, allora solo per un breve tempo, perché la PACE di DIO è un attributo, un’alta Proprietà del Cielo! Lui sospira. Peccato che del carro si bruci tutta la legna sulla pietra del sacrificio. L’Arca non leggera era da riportare a casa sul carro. No! - Dio vuole che venga …portata, ‘come si portasse Lui’.
17. La mattina successiva arrivano dei giovani. “Principe Chaha, il profeta è vicino a Mizpa; là deve giungere qualcuno non appena gli è possibile. Tu stesso devi attendervi con l’Arca. Samuele vuole riappacificare il popolo con Dio”.
- Il principe apre gli orecchi. ‘Riappacificare’ non suona secondo il modo di Samuele. Ah, possano percorrere i portatori anche questa strada. I filistei, come sostenevano, avrebbero percorso fino al confine una via, il che deve significare che erano d’accordo a portare i loro sacrifici. Ma ‘noi’, ora, serviremo sempre Dio? Un profondo dolore rimane bloccato nel petto del principe. Si mette subito in cammino.
18. Un contadino presta un carro per gli importanti vasi d’oro. Oh, ai portatori l’Arca diventa pesante, e sempre più pesante, mentre Chaha – dando il cambio a quelli che sono troppo stanchi – non sente nessun giogo, soltanto il peso. Finalmente si vede Mizpa. Gli uomini fanno un sospiro di sollievo, ci saranno un paio di giorni di riposo, …pensano loro.
19. Davanti al muro si raduna una folla di persone. Ci si chiede già: “Dov’è l’Arca dell’Alleanza? I filistei l’avrebbero consegnata. Il Signore si distoglie sempre da noi. Il profeta vuole venire, speriamo ci dica qualcosa di buono; non mi fido della sua parola. Lo vedrete ancora quello che arriverà, …nel nome del nostro Dio”. Molte chiacchiere, nessuno sa darsi un consiglio giusto.
20. Suonano le trombe. Samuele lo ha fatto fare di proposito. Da Silo segue molto popolo. “E’ arrivata la nostra Arca dell’Alleanza!”, echeggia dalle file.
- ‘Ah, Signore!’, supplica il profeta nel cuore. ‘Non lo sanno in altro modo. Perdona! Intendono Te, sono contenti, perché hai rivolto a noi di nuovo il Tuo Volto. Ti prego, consideralo come se avessero nominato TE’.
21. Nessuno sente il Soffio. Samuele, del tutto unito con Dio, lo sente in modo come se Egli camminasse fisicamente accanto a lui; no… davanti a lui, come se Egli venisse a prendere Lui stesso il Suo Santuario. Per chi…? La domanda sale nel silenzioso riflettente. Sì: …per chi?
- “Per Me, Mio servo, non ho bisogno di recuperare nulla di Santo; e lo puoi sapere che… Perché IO sono Santo. - Dalla Mia Entità nulla è lontano. Ciò che è santo rimane in Me!
22. Io non vengo a prendere l’eredità (l’Arca) per Israele affidata attraverso Mosè. Sarebbe magro se la Mia fatica valesse per un solo popolo. Ma cosa significano le sue cifre di fronte alla Mia schiera di figli nella Luce? Anche altrove, essi percorrono gioiosi le loro vie del co-aiuto, come lo fai pure tu. No, figlio Mio!
23. Io vengo a portarla nel ‘Tabernacolo del Mio Diritto’. come
segno del perché non Mi risparmio lo sforzo di riportare a Casa la Mia prima
figlia con i suoi co-caduti, tramite la Mia ultima Chiamata (Golgota).
Si valuterà il Mio operare in modo molto mondano, perfino
alla fine di questo mondo non si afferrerà quasi il Mio Senso salvifico, tranne
pochi. Dato che cammino invisibile dinanzi a te, è un’indicazione, perché non
si pensa al Mio Senso salvifico, non lo si comprende, anche se ora lo
rivelassi”.
- Mentre Samuele e la folla che aumenta camminano spediti, il
profeta sente ancora di più della Parola di Dio.
24. “Quando parlo di pochi, tu pensi quanto fedele sia la Mia Preoccupazione e se la Mia Onnipotenza – che giustamente tu chiami clemente – non potrebbe operare diversamente che sempre soltanto nel piccolo. Dunque, mentre vai, come il tuo procedere, ti sia aperto un mistero. Questo sia detto per l’umanità del mondo. Per Me stesso non esistono Misteri! Il Mio operare sembra sovente misterioso per il fatto che l’uomo, anche i cari viandanti, non sempre notano il Mio Governo. Si considera quasi tutto con superficialità.
25. Tu fai parte del terzo gruppo dei Miei anziani e nulla ti era celato di ciò che si è svolto nella caduta di quella Stella (Ap. 9,1). Da allora, per voi incommensurabilmente lungo, Lucifero brontolava, con il magro diritto che sarebbe stato facile se avessi impiegato gli eserciti del Cielo, per vincerlo. – La Mia Onnipotenza, non dovrebbe ottenere con meno, ciò che si può ottenere più facilmente con molti?
26. Ora Satana deve badare che Io venga anche con pochi, sovente soltanto con un unico dei primi[8]. Lui deve riconoscere che la Mia Onnipotenza si rivela pure nel minimo, senza alcuna diminuzione, come nel grande. Ciò viene predetto a te come uomo perché dallo spirito tu lo sai così come lo sanno tutti i nati della Luce, che con la Mia ultima voluta Chiamata di tromba – che certamente non si perderà nel vento, ma non perderà nulla del suo vigore, della sua forza, fino alla fine dell’intera materia – raccoglierò anche solo pochi intorno a Me e farò con costoro (gli apostoli) ciò che Mi compiace per la liberazione della caduta. Per te sia accennato qualcosa su questo:
27. Ti segue molta gente, però sono solo pochi, e li conti facilmente sulle tue dita, che vengono a prendere l’Arca dell’Alleanza con vera fedeltà. Invece, con un piccolo numero riporterai a Silo la Mia benedizione dal Patto e dalla Grazia, l’Arco della Mia Salvezza che ho posto prima che avvenisse la caduta. Una piccola città (Michea 5,1), come la sceglierò un giorno per Me, quando camminerò verso la guarigione finale della salvezza (la croce).
28. Anche allora si griderà: «Da lì non viene nessun profeta e nessun Messia!». Questo perché si ama l’esteriore del mondo e lo si crede enorme, invece è perituro, come se morisse una piccola zanzara. Costoro lodano con la loro piccola vita il loro grande Creatore; l’uomo che non vuole riconoscere l’essenza della Mia Onnipotenza, non sa invece oppure poco dell’onore e dell’adorazione che Mi si tributerebbe facilmente.
29. Non essere triste perché ti accenno questo, Samuele. Tu devi imparare a conoscere le tue pecore, le bianche, le grigie e le scure. Puoi resistere loro con le Mie parole, ma non devi credere che ora tutto sarebbe bene perché si giubila, perché si porta a casa con giubilo la Mia Arca dell’Alleanza. Dov’è la vera Patria? A te non lo devo proprio dire, se non altrimenti, attraverso la richiesta di coloro che - come te - stanno nel diritto della Patria del Cielo.
30. Ora va per la tua via. Se senti la Mia Parola unicamente nel fondo del Mio Tabernacolo, allora sii certo: Io parlerò sempre con te non appena avrai bisogno del Mio incoraggiamento. Diversamente, i Miei grandi figli sanno che cosa c’è da fare o da non fare, per annunciare la Magnificenza della Mia Volontà”.
31. Durante questo lungo discorso di Dio si è fatto molto silenzio dietro a Samuele. Dovrebbero aver tutti… No, non ci si volta nemmeno, si sente lo strisciare i piedi, a volte un piccolo rumore. La Parola del Santo deve aver colpito anche la folla, anche se nessuno non ha sentito nulla, e nessuno sa come sono andate le cose perché ad un tratto è caduto su di loro uno strano silenzio.
32. Il profeta sussurra: ‘La Tua benedizione, Tu sai includerla magnificamente. Non solo per me, no, buon Dio: avvolgi tutti nella Benedizione del Tuo Amore, nella Parte del Cuore del Padre della Misericordia. Oh, Grazie, Grazie!’. E nuovamente, intorno a Samuele è come un Soffio: ‘Anche senza visione né voce, Dio cammina come una volta con Mosè, durante il giorno nella nuvola, avvolto, come appunto ora; nella notte in una colonna di fuoco. Il che significa che la Tua Parola e la Tua Guida sono potenti, provenendo dalla Fonte del Creatore’.
33. Ogni uomo potrebbe riconoscere a non incatenarsi al perituro, potrebbe vedere che cosa avviene da DIO. E che cosa non proviene da Lui? Ognuno dovrebbe pensare in modo spirituale. Questo passa attraverso la mente di Samuele. Quindi, la via fino a Mizpa rimane sommamente benedetta, per le grandi anime e per le piccole, ed è come raramente, un gregge e un pastore. Il profeta può considerarsi come tale. Alza gli occhi: ‘Unicamente Tu, Signore, sei il nostro Pastore; noi, stando al Tuo Servizio, siamo - se lo posso dire dinanzi a Te - forse i cani del pastore che svolgono bene la loro funzione, e questo unicamente con la Tua Forza e Grazia. Oppure così: Tu sei il capo Pastore, e noi altri siamo i Tuoi sotto-pastori’.
34. Su una superficie posta in alto si vede un andirivieni inquieto. Il Sole esce dal suo letto di nuvole offrendo ai viandanti un po’ di gioia. Il calore era abbastanza forte. Dietro a Samuele ci si raduna fittamente. Il profeta prosegue più rapidamente; non perché sia impaziente, vuole sapere che cosa c’è intorno all’Arca dell’Alleanza. Non presagisce nulla di buono.
35. Il principe Chaha lo ha visto per primo, gli corre formalmente incontro. Quelli che aspettavano presso Mizpa, non vi badano, danzano ancora intorno al Santuario. Certamente dalla loro gioia e fede: “C’è di nuovo il Signore!”
- “Samuele”, esclama forte Chaha.
36. Costui allarga le sue braccia per abbracciare l’amico. Nei suoi occhi vede la conferma di ciò che non era giusto. Dunque, …il Signore ha parlato con lui in modo paterno; degli errori si possono correggere. Dal gruppo sono in molti a salutare il loro principe. Oh, anche le parole silenziose di Dio si riveleranno, così e diversamente. Samuele è lieto che coloro che lo hanno seguito si sono subordinati a Chaha; diversamente di altri che si avviano presso l’Arca dell’Alleanza.
37. Quelli che danzano nell’estasi intorno all’Arca, s’irrigidiscono all’improvviso come se qualcuno li avesse banditi con forza al suolo. Si guardano intorno spaventati. Non sta vacillando l’Arca dell’Alleanza? La schiera di Silo è scossa di ciò che si mostra davanti agli occhi di tutti. E’ come se il ‘Fuoco-Ariel’ si adagiasse su di loro, benché sia nel Tabernacolo; è come... sì, come se il Signore rimanesse nel Santuario e quivi non Lo vedesse nessuno, eccetto ogni sacerdote che officia. Voi stolti: …che cosa ne sapete della Rivelazione di Dio?
38. Ah, vedete, il bagliore proviene dal Sole che si riflette nel tesoro dell’oro e nel molto argento. In più anche nel fino rame. Ma potrebbe… Samuele sta lì con aria seria. C’è chi pensa: ‘Pah, il giovane; oh, ha un aspetto del tutto differente, dignitoso, grande e forte. Hm, quasi come un vegliardo’.
39. La voce echeggia lontano fino alle ultime file della massa, quasi da non abbracciare con lo sguardo: “Israele!”. Questo passa come un colpo attraverso il corpo e l’anima; fa tremare il cuore, e qualcuno abbassa svergognato il suo capo nell’improvvisa conoscenza: sbagliato! “Israele, dove sei capitato? Dov’è il tuo buonsenso? E dove, domando io, è il tuo Dio? Non indicate la nostra Arca dell’Alleanza, non pensate al Tabernacolo di Dio che si trova in Silo. Non guardate nemmeno su al Cielo blu credendo che solo là Egli sarebbe a Casa.
40. Ah, Egli è lontano da voi, perché voi vi mettete lontani da Lui. Perché Lui - oggi fate attenzione - è l’Ovunque, che sta lontano se non Lo si vede, se non Lo si sente. Il popolo è diventato ribelle da molto tempo. Quelli che sono rimasti fedeli nel servizio, li devo contare sulle dita della Mia mano. E questi sentono l’Amore di Dio, la Sua Bontà, la Sua Benedizione, che Egli, nonostante il vostro allontanamento, guarda giù a voi nella Compassione.
41.Oggi devo fare i conti con voi. Certi dicevano che non si darebbe nulla per la mia arte, che il mio profetare non valesse nulla. Su Incarico di Dio faccio i conti con voi! Se ora guido davanti ai vostri occhi gli ultimi mesi, non è per srotolare il pianto, per contare i molti morti che se ne sono andati inutilmente, la fatica, che l’orrenda faida ha portato con sé.
42. Nessuno pensi che fosse colpa dei filistei. Voi stessi siete gli autori dei vostri pesi! Chi non riesce a crederlo, se ne vada via! Ma siamo degni di ricevere la Benedizione di Dio?”.
- Nella calura di un giorno afoso gli uomini sono presi da un gelo che fa tremare il cuore di paura. Eli in questo era molto più pio, egli amava abbellire, riedificare, aveva…
43. “Precisamente! Il pio Eli avrebbe agito diversamente con voi. Non lo dimenticate: io sto dinanzi a voi su incarico di Dio, nel Simbolo del Sua Alleanza, della Sua Grazia!”. Samuele posa le mani sulla coperta, …e questa scintilla come un Fuoco sconosciuto che si vede ma che non esiste.
44. “Chi non ha conteso contro Dio, rimproverando Eli dei suoi peccati, mentre doveva portare amaramente i propri mali? Ma su questi ci si metteva una mantellina! E’ forse il modo degli uomini di vedere in se stessi lo scintillio, e negli altri, notte e cenere? Lo si nota in questo, ma si tace a morte la coscienza, quando si pensa, si parla e si agisce in modo sbagliato. Le conseguenze mostrano dov’è la Luce e dov’è l’oscurità. Pure ora è lo stesso.
45. Voi date gli errori ai vostri nemici e vi credete puri dinanzi al volto di Dio!”. Samuele chiama i portatori. “Sollevate in alto l’Arca affinché ognuno noti chi è che detta la resa dei conti!”. Altri guardano interrogativamente a Samuele, se anche loro possono aiutare. Questi, essenzialmente pochi, a cui Dio ha parlato in modo così meraviglioso. Fa loro un gentile accenno. Sarà una Benedizione particolare, se la si vuole chiamare così, che i bravi possono sentire.
46. E’ solo questo: quando contro la parola di Eli si è rubato l’Arca per dissacrarla. Samuele non sminuisce come se non esistesse nessuna sconsacrazione, perché Dio è intoccabile. C’è da eseguire la resa dei conti, se la si deve sentire interiormente. Il peso degli ingiusti non giace sul mucchietto dei giusti. Invece la Benedizione che riposa sui fedeli può, una volta, coprire gli infedeli, quando dovranno andare nel luogo del Giudizio (nell’aldilà).
47. “Non crediate che fossero colpevoli solo coloro che sono venuti a prendere l’Arca. Non li voglio contare, quelli che l’hanno toccata con le mani sporche, con l’anima sporca. Il Simbolo: chi si scusa dinanzi a Dio, chi disdegna un nemico, chi tradisce amici e fa molto del male, costui cerca di dissacrare la Santità di Dio!
48. Questo viene fatto contro di sé, mettendo-sassi su quella via che li ri-conduca nella Casa di Luce di Dio. Non è inteso Silo. Il nostro mondo non sopporterebbe la Casa di Luce di Dio, e non vi si entrerà mai! Chi crede questo, si sbaglia fino all’ultimo giorno della sua vita. Allora domanderà timoroso: ‘Signore, ma dove sei? Ho sempre creduto in Te, ho tenuto in alto la speranza di vivere una volta con te in questo mondo’.
49. Vorrei che Israele e tutti i popoli avessero un giorno il giusto riposo. Invece a causa di molti oltraggi non si arriva mai alla distensione. Il SIGNORE ha forse battuto i filistei affinché ritornasse l’Arca? Questo si mostrerà in futuro, se l’Eterno lancerà la verga, oppure se sarà l’uomo a rendere acida la strada della sua vita. Sì, fino alla fine di questo mondo si dirà: ‘L’ha mandato DIO!’. Mentre a se stessi ci si riferirà con la Grazia, la Pace e la Benedizione, pensando meno a Lui, al Donatore di tutti i buoni Doni.
50. S’incolpa Dio per i disagi, e non si sospetta che da ciò risulterà un largo crepaccio che sarà difficile da superare; non prima che si accetti il fatto che il bene viene dal Signore, il male dall’oscurità del mondo. Non alzate le spalle che nessuno può farci niente se il male del mondo attacca. DIO avrebbe creato il mondo, quindi dovrebbe… Sono cattivi gli alberi se nell’autunno lasciano cadere le foglie? Sono maligni gli animali, che cercano soltanto il loro cibo, raramente di più di quello che serve per calmare la loro fame? E l’uomo? Lui sta volentieri seduto con le sue pentole, e chi commette usura, è peggiore di una tigre che a volte sbrana un uomo.
51. Il Pianeta non è la TERRA, il terzo elemento nel quale la Divinità, per Pazienza e Amore, ha incluso la caduta della figlia, a voi ben nota nella redenzione fondamentale. Purtroppo, ci si concede volentieri dei vizi che provengono da questa caduta della figlia. Oh, tutti coloro che non vincono i propri cattivi vizi, cadono da sé”.
52. “I vizi sono impiantati in noi”, esclama un maligno. “Ci siamo partoriti da noi stessi? Non siamo qui per ascoltare la tua predica, Ooo…, cambia il mondo! Magari Dio gioisce, se ti riesce!”
- Si è scandalizzati? Ma no, è proprio così.
53. Uno dal gruppo di Chaha tira avanti l’istigatore: “Presso l’Arca del Patto di Dio bada bene, affinché non ti capiti come una volta alla frotta di Core” (Numeri 16)!
- “Ah sì?”, si ribella costui, “Samuele sostiene che da Dio venga tutto il Bene. Come mi giudicherebbe dopo?”
- “La paura ti è sulla nuca! Ognuno provoca il suo giudizio, non il Giudice. Qui si tratta unicamente del legame tra Dio e l’uomo”.
54. “Risparmia la tua contraddizione”, comincia Chaha. “Mosè ha rappresentato Dio come Giudice, ed Egli lo è certamente! Solo, la domanda è come Egli giudica, se ci si carica su se stessi i propri peccati. Chi non vuole stare sotto il Giudizio di DIO, sta nel giudizio di questo mondo! Questo è così grave, come non lo si misura prima; questo proviene appunto dal regno del principe dell’inferno.
55. Se non si viene attirati nella rovina, allora la Mansuetudine di Dio copre qualcosa. Rimane il Giudicare! Infatti, un più sublime Dono del Cielo per l’uomo è la coscienza, la cui voce separa tra la seduzione e il proprio cattivo stato.
56. “Tu hai taciuto a morte la coscienza”, Chaha trattiene l’uomo che vorrebbe scappare. “C’eri anche tu quando sono andati a prendere l’Arca, ed hai provocato Dio. Non ti meravigliare se Egli giudica! Che Egli ti voglia essere clemente!”.
- Non inteso in modo cattivo, uno domanda: “Sei diventato proprio un profeta? Mi è sembrato come se avesse parlato Samuele. Da ora credo che egli sia un profeta”.
57. “Questo lo posso essere”, conferma costui, “e il nostro principe ordinato da Dio alla funzione, ora, stava sotto il Suo Arco della benedizione. Ora basta con le parole che dovevate sentire. Chi vuole, ci segua verso Silo, ognuno che vuole farsi rappacificare. Quando la luna sta allo zenit, venite presto, affinché sulle vie abbiate di notte il luminare del Cielo.
58. Si rivolge sorridendo ai portatori. “Non avete brontolato a causa del peso che dovevate sopportare. Uno vada a prendere una carrozza, affinché l’Arca possa giungere nel luogo scelto da Dio. Ma tu, popolo, ricorda le molte migliaia che la faida ha provocato, ed ammetti che è avvenuto per il tuo proprio procedere.
59. Vi dico, nuovamente su incarico del nostro Signore: – Su di voi non verrebbero mai le guerre, se teneste in alto il Diritto dei santi Comandamenti. Ma lo potete affermare?”. Samuele tace, lui vede il muro opaco che offusca l’orizzonte interiore, cioè l’ammissione e la conoscenza dell’intera umanità del mondo.
60. Da Mizpa hanno portato un carro con degli asini. Ora Samuele segue, non veramente per sorvegliare il trasporto; è la sua umiltà: ‘Tu, mio magnifico Iddio, passa sempre davanti, fammi seguire la Tua Luce’. I portatori devono rimanere con i carri e gli animali, per assistere necessariamente, quando oscilla su vie non diritte. Samuele fa cenno a Chaha, che passa oltre. Come uomo ha bisogno dell’amico.
61. Si cammina per due giorni, nelle ore afose è difficile procedere. Si bada anche agli animali. Qualche uomo se ne va, per questo ne seguono dei nuovi, che non evitano la via fino a Silo. Si è molto diffusa la voce di ciò che era successo, e in genere Israele è attaccato al suo Santuario.
62. Il profeta sorride piano. “Cosa c’è?”, domanda Chaha.
- “Guarda come vacilla il carro. Che non si rovescia ancora, lo rende la Bontà del nostro Signore. Un simbolo: ‘Così il Creatore tiene le Sue Opere!’. Quante volte si piega di lato”, indicando il carro, “così Israele, anche se non vuole perdere il Santuario. Oh, il Potere di Dio lo sostiene! Il nostro, nel Suo popolo! Non vi è nulla che non sia da Dio! Voglia portarci Lui sani e salvi fino a Silo, allora ciò sia quel segno, che anche tutta la povera caduta giunga (un giorno) alla Città-Luce della Sua Magnificenza”.
63. “Quest’immagine riflette davvero ciò che avviene con il nostro popolo, …e certamente con l’intera materia”, conferma Chaha. “Mi sembra come se lo potessi vedere con i tuoi occhi, sentire con il tuo cuore, come se ora io…”. Il principe tace. E’ sopraffatto perché, quasi come il profeta… Non osa nemmeno di darsi al pensiero. Il buon servo di Dio prende le mani dell’amico, per un po’ cammina accanto a lui così sprofondato, come se non ne avesse nulla da dire. E poi:
64. “Non sei stato impiegato da te e da me come superiore d’Israele. Arriveranno molte cose gravi su di noi. Allora ci vuole una guida particolare. Oltretutto, anche tu sei proceduto dal Cielo, unito con la Luce, hai osservato il tuo voto, una volta hai giurato davanti al Trono di Dio. Ti meravigli?
65. Nel senso del Governo creativo, nessuno proviene dalla materia, perché non il corpo, che cade nella morte, è la Creazione di Base della Vita. Il Creatore ha creato la schiera dei figli nella Luce; lo spirito e l’anima di un figlio ritornano là da dove sono proceduti, e i caduti vengono guidati più tardi a Casa dopo il ritorno. Considera questa differenza. Soltanto…
66. Non essere presuntuoso quando si può sapere da dove si è provenuti, ma ciò obbliga di eseguire il voto che l’uomo solo molto raramente vuol riconoscere. Tu pensi: ‘Quello che non si sa, non lo si può nemmeno osservare’. Sì, se lo si osserva secondo il punto di vista del mondo. Presso Mizpa hai parlato della coscienza che il Creatore ci ha dato. Sovente è solo un vago percepire come si dovrebbe agire veramente. Se vi si bada, allora ci riesce anche la buona azione.
67. Che nella materia non possiamo vivere del tutto spirituali, il Signore lo sa. La Sua cordiale Misericordia ci guarda oltre, sorridendo. Se Egli misurasse nell’uomo ogni decima di una misura - dove si arriverebbe? Nonostante ciò, non dobbiamo semplicemente contare sul fatto che Dio perdona i nostri peccati. Se fosse così – e questo è il pensare dell’uomo – viene a mancare la via del ritorno a Casa e si diventa un figlio guidato a Casa. Conosci già la differenza.
68. La fatica che si teme ritorna di nuovo, e con il suo peso insegna ciò che è stato mancato”.
- Chaha chiede: “Non è molto difficile? Hai menzionato la Misericordia; che Dio non badi a tutto, non ce lo calcola come peso”.
- “Certo! Rifletti qui sulla duplicità: – Se nonostante l’affaticarsi viene mancato questo e quello, allora viene calcolata la fatica come un’opera riuscita. E qui governa la Misericordia.
69. Ma se si evita il peso, le scuse sono la rovina nella quale si cade. Il santo-buon Padre Creatore opera certamente sempre in modo accondiscendente, la Sua Benignità non cessa mai. Ma come agisce la Benignità, di questo non ce ne possiamo rendere del tutto conto. Oh, sì, essa può essere guaritrice e lo è anche, quando l’ingiustizia porta le sue conseguenze. Proprio a causa di queste conseguenze la Benignità di Dio ha l’effetto guaritore.
70. Tuttavia, darsi qui unicamente alla Guida, porta quella beata certezza di stare nella Mano del Signore, nonostante i nostri errori. Ora…”, Samuele indica d’avanti: “…tra un’ora saremo a Silo. Anche questo è un simbolo: un’ora. amico. In ogni cosa esiste un’Ora di Dio! Non è per nulla l’ora della nostra morte per il mondo. Ah, no! I pensieri sono segnati da Dio di ‘un’Ora’. Ma si può guidare sempre il pensiero? Non ci soverchiano sovente, quando pensiamo: ‘Non volevo pensare questo’.”
71. Il principe interviene: “Così è accaduto anche a me quando volevo salvare l’Arca. Avevo pochi che si erano precipitati con me”.
- “A me, subito non è sembrato nulla di buono”, risponde Samuele. “Ora, …Dio è stato clemente, perché il Suo Santuario è ritornato a noi. …Santuario!”, riflette il veggente. “Qualche volta penso che l’esteriore, a noi rivelato certamente così magnificamente, non possieda quasi nulla del maestoso Santuario, ma se guardo l’Altura del Cielo che mi è vicina e lontana, così vicino e lontano ci è certamente l’Eterno. Non può essere già un peccato il pensiero? Dio mi ha predestinato come veggente; ma l’uomo, amico Chaha, sono anche uomo con tutti gli errori ed infermità nell’anima e…”.
72. Chaha respinge: “Aspetta, se si trattasse di questo, nessun uomo sarebbe capace di percepire Dio anche solo nel cuore, oppure notare la Sua Legge, e non vi passerebbe nessuno sul nostro mondo che non abbia mai visto Dio. Invece noi sappiamo dai rotoli, che perfino Adamo, nonostante il suo errore, ha visto l’Iddio, come Enoc, Abraham e Sara, Mosè e Giosuè ed altri ancora. Anche tu, Samuele”.
73. Samuele accetta nuovamente: “Hai ragione, non dovremmo comunque sempre soltanto tendere all’Altissimo ed accontentarci della ‘Grazia di Dio’ che Egli concede agli uomini in ogni tempo. Noi su questo lo sapremmo come la pensa il Santo. Egli ci farà ancora conoscere come dobbiamo procedere”.
74. Con quella meditazione procedono oltre alla porta di Silo, quella piccola città adagiata in una cornice di soavi colline, in bei giardini, prati e campi. L’Arca dell’Alleanza sta ancora sulla carrozza. Chi prima non era già stato nella marcia, vi accorre. Sono guidati da Dio? Si retrocede di molto, nessuno osa avvicinarsi all’Arca sacra. Hanno liberato gli animali, per sgravarli. Si attende in un ampio cerchio per ciò che deve avvenire ora, quello che Samuele ha da dire.
*
75. Gli si dà spazio. Coloro che attendono lo salutano più per paura. Presso il Tabernacolo – fin dove avevano seguito Samuele – egli apre già la cortina esterna. Nessuna illusione, …dall’interno si sprigiona una luce, anche se le lampade non ardevano più fin dalla rapina dell’Arca. Le parole del profeta echeggiano su tutti.
76. “Popolo d’Israele, su di te è passato un duro tempo. Grandi sono tutti i sacrifici che avete dovuto portare. Possa interrogarsi ognuno da se stesso da dove proveniva il male. Con leggerezza viene sostenuto: ‘Come il bene proviene dalla mano del Signore, così anche il male!’. Ci si dimentica di dire: ‘Egli manda il male perché è meritato’. Ah, fin là non giunge l’ammissione.
77. Dal Signore non può venire nulla di male, ma se Egli lascia scorrere attraverso le Sue dita ciò che l’uomo si è causato, allora il peggio della fatica auto-causata viene cancellata. L’uomo non riesce mai a sopportare la propria colpa. Se non avessero rapito l’Arca per disdegnarla, i filistei non avrebbero vinto.
78. Un’indicazione fino alla fine di questo mondo: la spinta di sottomettere gli altri, prima o poi porta la propria rovina. Ricordatevelo! Dio ha indicato che vi sareste distolti molto di più da Lui, di come è avvenuto nel tempo attuale. Povero popolo, poveri popoli, povera umanità, finché esisti! Una volta starai piangendo davanti alle macerie della tua vita!”
79. Samuele ha visto nella visione che, ciononostante una grande folla si aggrappi al Santo, al Padre. tuttavia la maggioranza degli altri non lo farà. Nel Regno, sono e rimangono i due Terzi, che amano servendo Iddio. Nel mondo è al contrario. Certamente solo fino al momento allorquando gli uomini percorrono le loro vie da viandanti. Ma qual grande consolazione: …gli smarriti non perdono la Luce, ma la devono cercare loro stessi! Ed essa si fa volentieri trovare, non si nasconde. Dall’immagine mentale, ispiratagli da Dio, il veggente continua a parlare gentile:
80. “Dio ci ha regalato un Luminare: la sua Legge del Sinai, la Sua magnifica Guida. Questa rimane esistente poiché sono le cose di DIO che rimangono in eterno. Come EGLI era ed è oggi, Israele, il Signore ti ha perdonato la tua stoltezza, i tuoi peccati e la paura di Lui, che non ha bisogno di essere tale. Se un giorno, più tardi, il popolo penserà a questo giorno, così sussisterà, così può sussistere sempre nel senso migliore, attraverso la Benedizione del nostro Signore”.
81. Quello che Samuele sa del futuro vicino e più avanti, deve rimanere nascosto. “Portiamo al Signore ciò che è Santo. Oggi per voi è stata aperta la tenda, potete entrare nel Luogo di Dio”. Samuele indica la tenda, “e questo, oggi, può essere per sempre per tutti gli uomini.
82. Lui sceglie dodici anziani per portare l’Arca dell’Alleanza all’interno del Tabernacolo. Lo fanno con il cuore pesante, perché anche loro avevano sbagliato. Così sperano di diventare di nuovo puri attraverso il servizio d’onore davanti al volto del Signore. Samuele annuisce di nascosto, a lui sono manifesti i pensieri. Egli supplica in silenzio: ‘Signore, fa quello che desiderano’.
83. Egli dice agli anziani di attendere nell’anticamera. Fa anche un cenno alla folla: “Entrate! Dio vuole restituirvi la Sua Grazia!”.
- Nessuno rimane fuori. Dato che non tutti possono entrare insieme nello stesso tempo in quello spazio, coloro che hanno visto la Luce divampare nuovamente sull’Arca di Dio e percepito la Benedizione, fanno posto agli altri. Ci vogliono delle ore, finché ognuno non abbia visto una volta la Fiamma di Dio, non abbia percepito il Suo respiro che costantemente riempie l’interiore di tutto il Tabernacolo. Chi si è lasciato oggi liberare del tutto da ogni peso attraverso la Benedizione, rimarrà dedito a Dio fino alla fine della vita. Ma chissà se sono molti…
[indice]
Molte rivelazioni a Samuele, anche il pre-annuncio di un re per Israele
1. Samuele è solo, dopo aver fatto la promessa Chaha di andare da lui il giorno seguente. Dapprima chiude la cortina esterna e poi piega quella all’interno. A lungo sta in mediazione davanti al Fuoco-Ariel. Guarda in su alla maestosa luce di Dio che si muove continuamente nel ritmo.
2. “Questo indica il Tuo procedere abituato al Bene”, dice. “Sì, per Te non esiste nessun arresto. Inarrestabilmente agiscono la Tua bontà e la Tua benedizione. Signore, Ti ringrazio, hai steso le mani da Salvatore e non voglio esaminare se Tu le chiudi mai. Forse… No, Signore, se Tu vuoi, allora istruiscimi. Non voglio fare nulla che contraddica il Tuo Spirito”.
3. Il profeta s’inginocchia, gli occhi rivolti all’Ariel. E nuovamente, …nessun inganno, da Ariel proviene la Fiamma, discende in una Forma che il Creatore ha dato a Sé e ai Suoi figli. Nella preghiera ha radunato con sé tutto Israele. Come avanza la Forma-Dio, il veggente non lo potrebbe nemmeno spiegare precisamente. Egli può solo dire: è avvenuto.
4. Davanti all’altare si trova il seggio che una volta ha preparato Mosè, rappresentato come un Monumento del Cielo. Di fronte a questo si trova la piccola sedia per il sacerdote avente servizio. L’uomo attende la Parola del Signore. Deve stare a lungo in ginocchio. Perché deve prima essere purificato? Tempo, sei un concetto che rimane inafferrato! Samuele lo sente così come se egli fosse adagiato in un ‘eterno’, nel Silenzio miracoloso di Dio. La Parola!
5. “Figlio, siediti di fronte a Me. Quando parlo con un figlio, allora Mi si deve guardare negli occhi. E’ bene quando l’uomo rimane colmo d’umiltà; ma quando Io parlo con lui, preferisco molto di più quando l’occhio guarda nell’Occhio”. Come vacillante per via della Pienezza di questa Grazia, Samuele si siede ed alza lo sguardo. Quello che vede, fa tremare felice il suo cuore.
6. Qualche volta ha visto Dio come un Uomo e, nonostante ciò, è supremamente maestoso; talvolta come una Luce lontana, ma sempre nella contemplazione (Esodo 24,9-11). Oggi…, egli posa senza parlare la sua riverenza nella Mano tesa. Ma Dio, ci è così simile come si vedono i propri amici? Oppure è soltanto la Rivelazione, affinché si sappia: si ha veduto Iddio? Altrimenti…
7. Nessun uomo può avvicinarsi da se stesso all’Altissimo; per questo il Signore si china a tutti coloro che nel cuore hanno una dimora per la Sua Volontà, per la Sua Parola. Samuele ha spalancato la porta del suo cuore; per questo vede ‘quell’Iddio da vicino, che è anche da lontano. (Ger. 23,23) Risuona la bassa Voce, così magnifica, come non l’ha nessuno, …eccetto LUI!
8. “Figlio Samuele, tu pensi che poiché c’è pace, poiché molto popolo ha visto il Tabernacolo, ora sarebbe tutto bene, almeno per lungo tempo. Conosci la storia del popolo, quella dei popoli intorno a voi, e sai che le guerre passano attraverso i confini che i popoli mettono. Questo rimarrà così, perché ognuno vuole avere più dell’altro. Se da qualche parte si mostra una povera ricchezza della materia, ognuno prende le armi più abominevoli.
9. Questa è la follia dei mondani che si ascrivono alla materia; e così come si è umiliato il Santuario – sempre per se stessi – così viene legata al MIO NOME che sarei IO ad aver ordinato questa o quella guerra. Questo pensare è un’abitudine in Israele, laddove questo non dovrebbe esistere, cioè: ‘Le guerre sono state ordinate da Dio’, presumibilmente perché ho fatto battere i pagani.
10. Potrei IO mai ordinare una guerra, pur avendo comandato: ‘Non uccidere’? (Es. 20,13) Si uccide per arraffare luoghi, uomini, beni e qualunque altra cosa. Non scriverai nulla del genere, ma chi lo fa, a costui un giorno verrà dettata la resa dei conti! A nessuno rimane risparmiata questa Resa dei conti! Se è a causa di una buona volontà di pareggiare l’ultimo della materia, allora è quella Benedizione la cui Magnificenza si può rivelare subito. Ma se sono da espiare disonestà, menzogna, l’infrazione alla legge, allora la via del ritorno nella Luce sarà molto difficile. Tuttavia questo per ora non ti sia rilevato. Davanti a te ci sono tempi difficili, e ti meraviglierai di cosa sarà della tua gioia e del tuo ringraziamento.
11. Tu pensi che essendosi battuti il
petto sono diventati bravi. Certamente è una folla buona, che rimane anche
così. Ma la maggioranza dimenticherà presto ciò che è successo in questo tempo,
soprattutto l’aperto Tabernacolo di Dio con la Benedizione della Mia Grazia,
che Io ho misurato insieme abbondantemente. Il vero Santuario, anche aggiunto
alla materia, sono la fede e la dedizione a Me, alla Mia Parola, alla Mia
Volontà. Infatti, vi sia detto questo:
La
Mia Volontà è la più santa, da UR, della Mia Entità!
12. Chi non accetta questo, si è derubato dell’Arca dell’Alleanza, poiché questa davanti alla quale Mi trovo è simbolicamente la Veridicità che Io ho posto prima della Mia Alleanza dalla Grazia, prima che avvenisse la caduta. Questo è proceduto dalla magnificenza della Mia Volontà, nella quale ho adagiato tutte le Mie Caratteristiche e ne ho sollevato il popolo-figlio uno dopo l’altro per la Luce, affinché in questo modo ogni figlio fosse in grado di riconoscerMi nella Mia Rivelazione.
13. Tu sei triste a causa dell’oscura profondità nella quale l’uomo si perde facilmente. Ma sotto questa profondità che è da misurare, giace la MIA PROFONDITA’, e nessun figlio la sonderà mai! Persino i principi-angeli stanno in silenzio davanti ad essa, loro presagiscono il Mio Potere di Creare. Non hanno mai nutrito il desiderio di penetrare fino in fondo, UR. Proprio per questo hanno potuto sondare così molto. Quindi per nessuna cosa creata esiste un ultimo fondo, perché Io non ne possiedo nessuno per loro, altrimenti, ciò una volta avrebbe dovuto esserlo anche per Me, come un inizio, e quindi un accrescimento del Mio Essere[9].
14. Tu lo neghi. Tu stesso sei proprio disceso per una buona parte in quel fondo che ho creato appositamente per i figli. Una creatura ha bisogno di un suolo sul quale possa stare e camminare, soprattutto nella conoscenza su di Me. Chi riconosce Me, così come Mi rivelo per i Miei figli, Mi ha afferrato del tutto in questa visuale; e non dev’essere di più!”. Dio fa una pausa; Egli vede che cosa aggrava il cuore del veggente.
15. Costui dice modestamente: ”Posso chiederTi qualcosa?”
- “Sei uno dei Miei figli, perché non dovresti confidarti al tuo Dio, che è Padre tuo? Non pensare subito che Io non veda ciò che arde nella tua anima. Sì, non Mi è nascosto mai nulla. Ma cosa sarebbe della vostra beatitudine, se non poteste parlare con Me? Perché vi avrei dato la lingua insieme alla facoltà di pensare, di parlare e di agire?”
16. “O Padre, che io Ti possa chiamare così, già questo è un’immensa beatitudine che non potevo neanche sognarmela”.
- “Soltanto sognare?”, Dio sorride così amorevolmente, che all’uomo maturo scorrono le lacrime. “Quello che l’uomo sogna, è quasi sempre una nebbia che non resiste alla Luce. Ma quando un figlio ritorna a Casa, non appena gusta la prima beatitudine, allora gli è come un sogno. E questo è autentico, perché proviene dalla fede e dal servire durante la sua via di viandante. Questa si chiama beata certezza”.
17. “Grazie, Padre, molte grazie! Volevo chiedere se una volta Ti rivelerai diversamente da ora e com’era prima. Una volta ho letto in un rotolo che persino Mosè ha dubitato qualche volta se Ti avesse visto realmente. Per lui era sempre come un sogno. Oggi Ti vedo come vedo un amico, e sono comunque sicuro che non sarebbe la Forma più sublime che possiedi. Devi essere diverso, così …”. Samuele si blocca, non può descrivere il sentimento. Questo dovrebbe anche essere necessario davanti a Dio?
18. Di nuovo questo Sorriso divino-maestoso: “Non ti sforzare, figlio Mio, il tuo amore, incorniciato dalla riverenza, vorrebbe donarMi il meglio di cui è capace il tuo spirito. Ora questo dono giace già sul Mio santo Focolare, non qui nell’Arca dell’Alleanza”.
- Samuele si era drizzato un poco per vedere che cosa vi giacesse.
- “Quando nella tua ora ritornerai a Casa, allora ti verrà data la benedizione della dote”.
19. “Padre, questo è troppo! Quello che Tu dai, non potrò mai afferrarlo nella sua pienezza. Nonostante ciò, vorrei sapere volentieri come Ti mostri magari nel futuro. Perché…”, Samuele comincia lentamente, gli duole un’immagine, “…quando muore l’amore, quando la fede viene calpestata a morte e si cerca di evitarTi oppure Ti si vede troppo umano, ci si allontana sempre di più da Te. – Che cosa, allora? Puoi, vuoi poi rivelarTi diversamente? Non dovrebbe scomparire l’uomo, persino quando Ti mostri nella piccola Magnificenza?”
20. Risponde Dio: “Allora domando a Mia volta, così ti libero dal peso. L’immagine certamente non ti svanirà mai. Tu pensi a una piccola Magnificenza, ma Puoi interpretare la differenza tra una magnificenza grande o una piccola?”
- “No, non so se presso di Te esista qualcosa del genere, grande o piccolo, ma lo intendevo così: quando l’uomo a causa dei suoi peccati non sopporta le Tue magnificenze, e tuttavia Tu lo vuoi pure liberare e, …lo farai, dovresti farlo in modo tale da incontrarlo come egli Ti possa sopportare”.
21. “In questo hai ragione, Samuele, soltanto, non devo farlo, ma farò quello che la Mia Volontà-Ur di Base lo ha pensato in ogni tempo per ogni figlio. Ti pongo ancora una domanda: ‘Devo redimere un figlio solo quando dopo il pentimento giunge la fede e, da questa, l’espiazione, e poi la visione? Così, la redenzione sarebbe da ottenere più facilmente?’. Tu lo hai vissuto, cosicché nella visione che hai avuto nel Mio Tabernacolo che ti è stata donata, poi ciò sparirà rapidamente, ci si dimenticherà. Invece ci si attaccherà molto più volentieri alla caducità del mondo”.
22. “Signore, chi può abbracciare tutto con lo sguardo, sapere oppure persino condurre a una fine che soltanto Tu conosci! Chissà se però una volta Ti veli oppure Ti mostri, seppur raramente, perché questo è meglio per gli uomini, affinché si stacchino sempre di più da Te.
- “Precisamente, Mio Samuele! Questo lo comprenderanno poi gli spiriti figli della Luce e gli uomini più maturi, che il Mio velamento è la migliore Rivelazione per loro. La materia viene purificata, ma per Me non è mai esistito un vero nascondere senza qualsiasi Rivelazione, e non esisterà mai, non importa se questo fa apparire il futuro in modo diverso, reso povero dagli uomini.
23. Che cosa ne avrei Io, di creare un popolo per non mostrarMi se Io sono, ero e resto suo Padre? La visione e l’insegnamento sono sempre andati di pari passo. Solo per causa della caduta e da ciò con la materia creata allo scopo della redenzione di tutti i caduti è stato dato in aggiunta il Velamento. Non nel Regno, che cela l’eterna Luce e la Vita! Per la caduta è entrata ed entra in efficacia la PAROLA. Quando Io porrò la Pietra fondamentale (Golgota) per la Redenzione e verrò sulla Terra come Uomo, allora varrò prima di tutto l’Insegnamento, varrà la Parola”.
24. “Come avverrà?”, Samuele è ora unito con Dio quasi come se parlasse con il suo migliore amico. “Non oso sfiorarTi perché Tu sei Dio, non sei Uomo. Come avverrà questo? Certo, per Te tutto è possibile, puoi comparire così e così, previsto dalla Volontà del Tuo Essere-Ur più santo. Ma, …comprendere? Questo mi manca”.
25. “Manca per ora, Mio Samuele! Una volta vedrai il Miracolo da un punto di vista più alto: Io, un Uomo su questa Terra, per salvare i poveri. E rimarrò ciò che sono sempre stato e sono: DIO! Coprirò esteriormente la Mia Pienezza divina, in Me, senza alcuna restrizione! (Cor. 2,9) Allora la Mia Parola sarà come Insegnamento la vera rivelazione. Qualcuno riconoscerà comunque, Chi e che cosa Io sono.
26. I grandi, poi, soprattutto in Israele, che si chiama Giudea, grideranno: ‘Che cosa vuole quel confusionario?’. Non scoraggiarti, perché vedrai le immagini. Nulla riuscirà di ciò che si appoggia sul senso del mondo, per quanto possa sembrare anche imponente. E’ come una noce, fuori splendente, dura, nell’interno vuota e nera. Così si saprà mimetizzare; tuttavia i Miei Doni sono sprecati. E coloro che gridano porteranno la confusione a tutti i popoli. Su questo ti sia ancora detto qualcosa, e questo Discorso sarà grande. Tutto il resto che ti viene aggiunto, è l’Aiuto di cui hai bisogno”.
27. “Santo, buon Signore, Ti ringrazio in anticipo per l’aiuto di cui avrò sempre bisogno. Per me è importante sapere che cosa intendevi con l’Alleanza che Tu una volta hai stabilito. Si fa un patto con un amico, anche con un nemico quando è necessario. Questo si basa sulla reciprocità. Ma Tu, con chi lo avevi concluso? E prima della caduta di un figlio? Noi sappiamo che questo esisteva, e chiamano colui che una volta è caduto ‘Asmodi’, il diavolo-tofet. Oppure Ti sei messo d’accordo con i Tuoi principi come lo hai rivelato una volta, che Mosè era un tale principe?”
28. “Sì, Mosè era un tale principe, Abraham, Enoc ed altri, e ve ne saranno degli altri. La tua riflessione è buona, dimostra quanto sei avanzato nella scuola della vita. Sulla Terra, mondanamente, mancherà sempre un tratto anche per i Miei cari grandi; per i cari piccoli non misuro ogni passo. La nascita nella materia pone qualche peso sul cuore di un figlio. Per non parlare di tutti quei caduti che, aggrovigliati nella loro oscurità – cosa che si nota rarissimamente – hanno bisogno di una Grazia del tutto particolare. Questa si mostrerà solo nell’aldilà del tutto veramente, cosa che per tali anime è poi il miglior istituto d’educazione.
29. Con chi potrei o dovrei fare Io un Patto? Il ‘devo’ lo hai già cancellato. Hai fatto bene, Mio Samuele! Dapprima voglio insegnarti l’esempio più facile. Guarda: se s’intende fare qualcosa, allora si deve - e questo vale per il ‘devo’ - approfittare della Forza insieme alla buona volontà, per eseguire l’intenzione. In questo modo hai concluso con te stesso un patto. Quando qualcosa è difficile, come è già successo, allora ti sei auto ammonito: ‘Lo devo fare, non lo devo dimenticare!’, oppure: ‘L’ho promesso, lo devo mantenere!’. Questo è stato pure così per Me; comunque, in modo infinitamente diverso.
30. Nella maestosa santità della Mia Onnipotenza ho previsto per Me un popolo dell’amore, di crearlo dalla magnificenza della Mia Volontà, e a questo popolo della luce ho voluto dare tutto ciò che fosse necessario per uno sviluppo beato. Dato che il profondissimo della Mia efficacia è rimasto ancora celato in Me e al di fuori della Mia Entità non esisteva ancora niente, ma in Me nella ricchezza dei pensieri era tutto pronto, ho potuto ovviamente giurare per Me stesso, per raggiungere il massimo al fine di crearMi un caro popolo-filiale.
31. Ho giurato a Me dalla SERIETA’ della Santità, di lasciare un Sacrificio così grande, a cui nessun altro somiglierebbe. Questo è stato il Mio Patto che la Mia Serietà ha concluso con il Mio Amore, soltanto – preso dalla forza della Volontà – per usare talmente la Serietà come serva per l’Amore, affinché, se dovesse avvenire, nessun figlio andasse perduto.
32. Dato che ho posto i Miei figli sulla base dello sviluppo, era necessario assegnare loro ogni aiuto prima che nascessero. Lo riconoscerai ancora, e dopo saprai quale significato aveva la Mia Alleanza. Come Io sono eternamente, così anche la Mia Alleanza: senza inizio né fine, senza cessare del Mio Potere e Forza!
33. Ma ora, che ne sarà: ‘Non dovete rendere nessuna falsa testimonianza contro il prossimo’ se ciò viene considerato come ‘giurare’? (Es. 20,16) Il comandamento è già stato rovinato e spesso si giura il falso. Un giuramento dell’uomo è meno che un riflesso offuscato della Mia alta Alleanza, a meno che si aiuti un accusato a causa della verità e testimoni davanti al Giudice per la sua innocenza. Questo è fatto bene ed Io lo guardo con molta Clemenza.
34. La Mia Alleanza che ho creato per figli che riposano ancora in Me, non può mai essere confrontato con il miglior patto del mondo. In te salgono altri pensieri, come Io l’intendevo con quei confini che si creano i popoli, se lo avessi ordinato o concesso. Nessuno dei due, caro figlio!
35. Durante il tempo della materia, qualcosa può svilupparsi da sé; allora il Potere della Mia Volontà agisce come in determinati confini. Ciò non lo comprendi bene. Certamente in Me non esistono confini, perché il Mio Creare onnipotente è inarrestabile! Proprio come il Mio Fondamento-Ur non ha nessun fondamento, così nemmeno il Mio Spazio e il Mio Tempo. Io ho creato dei confini solo per le creature sulla base delle loro possibilità di vita, per svilupparsi all’interno degli stessi.
36. Il confine rimane, nessuno può venire al Mio posto, si dovrebbe essere come Me! Allora esisterebbero due Divinità, con ciò anche due Regni di potere. La fede in un unico Dio sarebbe falsa! Io chiamo questi confini la ‘barriera benedetta’ che non impone soltanto un ‘Alt’, ma ogni ‘sostegno’ per i figli. Proprio in questo si rivela accanto alla Mia Magnificenza la loro vera Vita. In questo sostegno stanno di fronte a Me, anche da ‘Volto a volto’ (Es. 33,11 / Es. 24,11), quando questo è necessario per loro durante un percorso da viandante, sovente per molti altri.
37. Nella Luce non esiste nessun velo, perché gli angeli nel Cielo vedono continuamente la faccia del Padre loro che è nei Cieli (Matt. 18,10). Sui gradini che conducono in Alto, dove si svolge la purificazione dei poveri, Io sono visibile più raramente – come su questo mondo di tanto in tanto – per la salvezza di tali anime”.
38. “Padre, provvedi magnificamente a noi! Quando ero ancora a casa non avrei mai potuto presagire che un giorno avrei imparato ad onorare, a conoscere Te come PADRE. Tuttavia non so con precisione il perché mi hai chiamato quattro volte a mezzanotte. Nella notte regna proprio l’oscurità, e in segreto, di notte, Tu sei stato con noi, cosa che si è mostrato come alta maestosa Benedizione. Non sempre è evidente, e comunque eccola! Solo del perché mi hai chiamato quattro volte, non l’ho riconosciuto fino a oggi. Anche Eli non ha saputo cosa dire”.
39. Il Signore annuisce gentile. “Eli non lo poteva sapere, e su questo mondo durerà a lungo fino a quando qualcuno impari la visione più profonda. Puoi anche dire ‘più alta’. Quello che ti annuncio, chiudilo fermamente in te. Non troverai nessuno che saprà cogliere il Mistero. Chi può insegnare, a costui viene dato di più, anche se non deve parlarne apertamente, non dovrebbe farlo.
40. Questo è simile come con Me. Io Mi rivelo con e senza visione. Chi vede Me come lo fai tu, non conoscerà per nulla la cosa più santa di una Rivelazione personale. Non abbassare lo sguardo, questo sarebbe un grosso ammanco se dovessi vederMi e non riconoscerMi. Non è così! In ciò rivelo la quadruplice chiamata, fin dove è necessario per questo tempo.
41. Guarda: se Io dessi agli uomini nel mondo la pienezza, che cosa ne sarebbe un giorno della beatitudine che dimora nel Regno della luce? Intanto, questo in anticipo! E che cosa sarebbe dopo? Dopo, dovrebbe essere soltanto una ripetizione della Grazia che ho concesso anzitempo ad un uomo? Con ciò sii rassicurato: – Questa grazia che un figlio riceve sulla via da viandante attraverso la materia, è così grande, che la potrà comprendere ed imparare completamente solo al suo rimpatrio, …secondo la misura di figlio.
42. Non esistono differenze della Mia Grazia! Soltanto il come la concedo, come la spargo sul viale di vita di un figlio. In ciò ci sono due cose: – Nella materia del mondo c’è la cosiddetta piccola misura, la cui grandezza nessuno sa misurare; nella Casa del Padre si rivela poi ai figli la cosiddetta misura grande. Ti sarà possibile riconoscere il grande e il piccolo di entrambe le misure?”
43. “No, caro Padre, perché non si può far agire pienamente la sua parte spirituale, impedito dalla materia. Invece la misura della Grazia rimane la stessa, dalla Tua Bontà adeguata alla nostra esistenza. Quando saremo ritornati a Casa, liberati dalla caduta, allora potremo vedere diversamente il Tuo Essere, la tua Grazia, la Tua Magnificenza. E poi se ne vedrà molto di più di quello che Tu dai in tutti i tempi”.
44. “E’ proprio così. Attraverso la chiarezza accresciuta, un figlio impara a comprendere sempre di più il Mio Essere, finché giungerà a quel confine, che concluderà un Giorno della Creazione. Di ciò Mosè ha saputo molto. Ora fa attenzione sulla quadruplice Chiamata, tramite cui impari a comprendere altro della Mia Magnificenza di Dio.
45. Di certo, molto raramente gli uomini presagiscono come e quando Io li chiamo, e questo con ogni figlio quattro volte. Se non vi si bada, allora la Benedizione rimane comunque unita con le ‘chiamate’, per i disattenti, nella resa dei conti che segue sempre, alla fine con quel conto prima della Porta nel Regno dei Cieli. Questo è un effetto di scambio, unicamente per la Salvezza di tali figli.
46. Io ho rimosso tutte le Mie Opere dal Mio quadruplice cuore di Creatore, Sacerdote, Dio e Padre! E questo rimane per sempre! Per i figli che sulla via dello sviluppo accanto alla Mia Guida come da se stessi devono giungere alla conoscenza, Io procedo nella prima chiamata come Padre, poi come Dio, poi come Sacerdote e infine come Creatore. Nella sequenza posta, ognuno impara più facilmente a riconoscerMi e ad amarMi. Questa norma ha legato insieme il Mio Patto, sul quale oggi hai sentito qualcosa.
47. Sadhana e i Miei sette principi hanno visto prima il Creatore; ma in questa visione Io ho posto un velo. Più tardi Mi avrebbero anche riconosciuto prima come Padre. Ma allora sarebbero stati già abbastanza maturi, per cominciare ad interagire. Tu pensi di aver perduto molto in questo. A Casa avresti riconosciuto il Nome, DIO, forse, ancora, ‘Signore’ e ‘Santo’.
48. Considera questo insegnamento: – Ciò che un uomo impara da piccolo, non è altro, nel confronto, che magari la Mia veste esteriore, così come un bambinello non riconosce nemmeno subito se stesso. Esso vive senza sapere del perché e del come. Solo quando arriva alla comprensione, riconosce la sua piccola propria entità. Allora vive del tutto consapevolmente, allora non percepisce più niente del primo tempo di vita. Così è pure con la conoscenza su di Me.
49. La quadruplice Chiamata era prevista in sequenza come Padre, Dio, Sacerdote e come Creatore, nella cui sequenza, al contrario, tu hai potuto giungere a Me. Alla fine, un figlio dovrà diventare così maturo per questo Giorno di Creazione, cosicché non esistano più differenze. Allora saranno per tutti loro, insieme, ciò che era, è e rimane eternamente ‘la Divinità’. Nelle regioni del Regno della luce si conosce il Mio Nome (UR); per questo mondo rimarrà ancora velato a lungo, e per te può bastare, essendo ora Tutto per te”.
50. “Sì, Padre, sì! Vorrei ringraziarTi in tutto. Nel segreto, come Tu lo dici così magnificamente, sento ciò che deve rimanere per il Regno (il Nome segreto - Ap. 19,12). Mi sembra come se lo potessi leggere nel cuore, senza comprenderlo; ma c’è, così come Tu, Signore e Re di tutti i Re, sei sempre Onnipresente”.
51. “Sii benedetto in modo particolare, Mio profeta. Hai sentito molto, ma sia aggiunto ancora qualcosa, affinché tu sappia come ti devi comportare. Ti mostro persino qualcosa di terreno, per la tua grande protezione ed utilità. Peregrina a Rama, là troverai ciò di cui hai molto più bisogno che qui in Silo”.
- “Meglio?”, osa interrompere Samuele, “Ma non si trova qui il Tuo Santuario, il Tabernacolo?”
52. “L’esteriore, è messo per il mondo!”, suona severo.
- Tuttavia Samuele sente il tono amorevole.
- “Dove sono IO, là è il Mio Santuario, e là sono Io! Non trovi da nessuna parte un reale ‘Santo’, che unicamente in Me! L’uomo del mondo non vuole saperMi sempre presso di sé, allora scomparirebbero le gioie del mondo! Porta quindi con te ciò che puoi ricevere ora, allora sono per te l’Ovunque!
53. Non devi assolutamente evitare Silo per via degli amici che in te hanno trovato il sostegno”.
- “In Te, Signore, non in me”.
- “Va bene, attraverso di te, qualcuno può trovare Me. E sappi ancora: Mi hai chiamato Re di tutti i re. Questo sarebbe per il popolo, che tramite Abraham ha trovato la vera fede, abbastanza per considerarMi il suo Re. Oh, lo scintillìo degli stranieri che non sanno altro ed a loro viene anche perdonato, punge nell’animo. Mi si scambia contro un re del mondo.
54. Non ti stupire se te lo annuncio: – Non appena Israele vuole avere un re, allora ungilo. Riconoscerai, chi è. Non sarai tu a ungerlo, perché sono Io a sceglierlo. Chi sa scambiare del tutto per sé il minimo contro l’autentico Alto, deve accettare questo minimo.
55. Questo primo re e quelli che lo seguiranno porteranno Israele sul bordo della fossa. Prima vi sarà molto fasto e onore, ma come l’uomo scende nella fossa, così ogni povero splendore del mondo. Lascia a loro il corso, ed indica ciò che avverrà a coloro che con te sanno mantenere il vero Patto.
56. Tu preghi di fermare il caduco per via della Grazia che ho concesso, per quanto puoi retro-guardare e perché la Mia Grazia dura in eterno. Certamente! Senza di questa sarebbe distrutto tutto ciò che si è allontanato, che si allontanerà ancora. Tuttavia, nulla va perduto per ME! Non esiste nessuna eternità che il perduto non abbia da riportare!
57. La Grazia mantiene così tanto, come l’intera umanità non potrà mai calcolare dall’inizio fino alla fine. Tu porta la Mia evidente Benedizione a coloro che stanno fedelmente per la Verità. Sono Io la Verità! Includi tutti gli altri attraverso la preghiera nella segreta Benedizione. Non tu devi benedire. Ricorda ciò che ho detto a Mosè e ad Aaronne:
«Ma quando benedite,
allora dite:
il SIGNORE ti benedica!» [Numeri 6,24]
58. Chi cambia la Parola, perde la Mia benedizione, almeno per lungo tempo. Cammina d’ora in poi nel Mio Nome, ti rivelerò sempre di che cosa hai bisogno per il lavoro di veggente. Ti sono sempre vicino”.
59. Samuele si è piegato già da tempo; giace sui suoi ginocchi dinanzi al Signore. Il suo spirito Lo adora nella riverenza e nell’amore. Ora non vede come la fiamma-Ariel dell’altare volteggia fino al soffitto, senza che si spenga la Luce infuocata. Dopo lungo tempo si ritrova, si tocca se fosse ancora lui, oppure se ha vissuto tutto altrove, …ma non nel mondo.
60. Oh, riconosce di trovarsi nel Tabernacolo di Dio che si trova in Silo; ha assunto dei doveri che – un po’ alla volta – cadranno su di lui come un peso, …per l’UNO, per Israele, che forse, un giorno avrà da eseguire come seme per tutta l’umanità.
[indice]
[1° Sam. 7,2-17]:
[2] Erano trascorsi molti giorni da quando era stata collocata
l'arca a Kiriat-Iearìm, erano passati venti anni,
quando tutta la casa d'Israele alzò grida di lamento verso il Signore. [3]
Allora Samuele si rivolse a tutta la casa d'Israele dicendo: «Se è proprio
di tutto cuore che voi tornate al Signore, eliminate da voi tutti gli dei
stranieri e le Astàrti; fate in modo che il vostro
cuore sia indirizzato al Signore e servite lui, lui solo, ed egli vi libererà
dalla mano dei Filistei». [4] Subito gli Israeliti
eliminarono i Baal e le Astàrti e servirono solo il
Signore. [5] Disse poi Samuele: «Radunate tutto Israele
a Mizpa, perché voglio pregare il Signore per
voi». [6] Si radunarono pertanto in Mizpa,
attinsero acqua, la sparsero davanti al Signore e digiunarono in quel giorno,
dicendo: «Abbiamo peccato contro il Signore!». A Mizpa
Samuele fu giudice degli Israeliti. [7] Udirono anche i
Filistei che gli Israeliti si erano radunati a Mizpa e
i capi filistei mossero contro Israele. Quando gli Israeliti lo seppero, ebbero
paura dei Filistei. [8] Dissero allora gli Israeliti a
Samuele: «Non cessar di supplicare per noi il Signore Dio nostro perché ci
liberi dalle mani dei Filistei». [9] Samuele prese un
agnello da latte e lo offrì tutto intero in olocausto al Signore; lo stesso
Samuele alzò grida al Signore per Israele e il Signore lo esaudì. [10]
Mentre Samuele offriva l'olocausto, i Filistei si accostarono in ordine di
battaglia a Israele; ma in quel giorno il Signore tuonò con voce potente contro
i Filistei, li disperse ed essi furono sconfitti davanti a Israele. [11]
Gli Israeliti uscirono da Mizpa per inseguire i
Filistei e li batterono fin sotto Bet-Car. [12]
Samuele prese allora una pietra e la pose tra Mizpa
e Iesana e la chiamò Eben-Ezer,
dicendo: «Fin qui ci ha soccorso il Signore». [13] Così
i Filistei furono umiliati e non invasero più il territorio d'Israele: la mano
del Signore fu contro i Filistei per tutto il periodo di Samuele. [14]
Tornarono anche in possesso d'Israele le città che i Filistei avevano
sottratto agli Israeliti, da Ekron a Gat: Israele liberò il loro territorio dal dominio dei
Filistei. Ci fu anche pace tra Israele e l'Amorreo. [15] Samuele
fu giudice d'Israele per tutto il tempo della sua vita. [16]
Ogni anno egli compiva il giro di Bètel, Gàlgala e Mizpa, esercitando
l'ufficio di giudice d'Israele in tutte queste località. [17]
Poi ritornava a Rama, perché là era la sua casa e anche là giudicava
Israele. In quel luogo costruì anche un altare al Signore.
In Rama, Samuele con Dio gli tocca la
veste
Gli anziani pretendono un re – L’unzione
serve?
1. Passano degli anni nel dissidio e nel contrasto. Samuele, in genere residente in Rama, ha molto da fare. Deve predicare, giudicare, e più sovente ci sono delle lotte per l’Arca dell’Alleanza. I filistei sono stati battuti per lungo tempo; non così come qualche ‘scrivano’ riferirà più tardi che: lo avrebbe fatto il SIGNORE’.
2. Samuele è triste, si lamenta con Dio a causa dell’indigenza. Allora il Signore appare. “Non essere rattristato, servo Mio”. La mano di Dio si posa sul capo profondamente chino. “Se già non deve preoccupare te, allora molto meno Me. I mondani fanno secondo il loro senso corto, ma la Mia mano è più lunga che tutto il loro povero pensare.
3. Guarda: qualcuno vuole il bene, anche se non è la verità. La Mia Volontà condurrebbe tutto, e la Mia Onnipotenza sarebbe sempre al governo. In sé ciò è giusto, ma non riguarda solamente il Mio governare abituato al bene. Però, tanto brevi sono i giorni di un anno di questa Terra, tanto breve e passeggero è ciò che fanno e pensano gli uomini. Presso di Me, invece delle punizioni regna l’educazione, la Mia paterna Severità. Per certi è bene se credono nella ‘punizione di Dio’; almeno, così, si piega un cuore avverso.
4. Tu hai comunicato la Mia Volontà, hai chiamato ed hai indicato come la Mia Guida sarebbe sempre clemente nonostante il disagio, solo, non unicamente in Israele. Io benedico tutti gli uomini, …senza eccezione, poiché li ho creati tutti Io. Come non dovrei provvedere a loro? Hai eseguito fedelmente le Mie parole, hai rialzato i buoni, hai messo una stretta briglia ai cattivi ed indicato la Mia onnipotente Benignità, Pazienza, Amore e Misericordia.
5. Ora è il tempo in cui si desidera il mondano, il re, che non li governerà così mite come lo fa sempre il Mio AMORE. Non ti opporre, ma indica loro qual cattivo cambio si scelgono. Gli amici ti indurranno che dovresti cambiare ciò che presto e più tardi condurrà a un gran male.
6. Porta loro la Mia Parola che hai ricevuto adesso. Alza in alto il tuo capo verso di Me, Samuele, perché tu sei libero dinanzi al Mio volto. Tu fai come ha fatto Giosuè, che serviva Me, l’Altissimo, con la sua casa. (Giosuè 24,15) Recati sulla vicina collina; là si deciderà, che cosa allontana Israele da Me, …anche in Silo”.
7. “Signore, mi hai permesso di rivolgermi a Te come Padre, quindi dico: ‘Padre, hai gettato su di me molta Grazia; è come un mare che non si può abbracciare con lo sguardo’. Presso la costa ho pensato: infinita agisce per gli uomini la bontà dell’Onnipotente, senza inizio né fine. Accogli ora, Ti prego, il mio ringraziamento per il Tuo Amore, soprattutto per la visione della Grazia. Se una volta tutto il popolo Ti potesse vedere così, non potrebbe allora giungere al pieno ritorno?”
8. “Hai buone intenzioni, Samuele. Provenendo dalla purezza del tuo cuore, questo giace davanti a Me come un Pegno d’oro. Quando hanno riportato l’Arca dell’Alleanza a Silo dalla mano del nemico, tutti quelli che erano radunati hanno visto la Mia alta fiamma, che per loro è stato meglio che se avessero visto il Mio volto. Non dovrei saperlo, prima di esaminare ogni anima, se la ‘visione’ porterebbe la Benedizione al povero gregge? Tu stesso lo neghi; tuttavia il tuo grande amore, che è per Me e per il popolo nel quale IO ti ho messo, si eleva nella supplica per ciò che secondo la tua opinione fosse salutare. – Che cosa è salutare, Samuele?”
9. Espresso in modo santo, ma chiesto con grande gentilezza. Il profeta si stringe per la prima volta al Signore. Afferra la veste di luce e ne è sorpreso, perché la percepisce come il suo stesso abito. Sovente aveva pensato durante le sue visioni: ‘Se osassi toccare il Santo, allora toccherei nel vuoto, perché DIO è SPIRITO! E ora…: “Signore, salubre è unicamente la Tua magnifica Volontà, ciò che Tu pensi, dici e fai! Ho pensato in modo sbagliato, perdona, sono ancora un peccatore”.
10. “Non sei molto empio. Nessun uomo che passa su questa Terra è senza peccato. Il mondo può catturare facilmente il senso del bambino. Dovrei aggiungere dei pesi che ho già cancellato prima, ...per via della soluzione della quale non sai ancora tutto? Dopo il tuo ritorno a Casa avrai piena chiarezza, e questo basta per la tua beatitudine. Nondimeno, hai saputo bene la risposta. E così sii benedetto. Anche la prossima opera ti deve riuscire”.
*
11. Samuele si tiene stretto al Padre, e ancora una volta non si accorge com’Egli se ne è andato. Beato, anche oppresso per il futuro, si alza e va verso la vicina collina, come lo aveva ordinato il Signore. Arrivato in alto, attende quasi un’ora intera. Nulla si muove. Non ha compreso bene il Signore? Deve… Ah, no! Pensa alla Pazienza che Dio ha già avuto da sempre.
12. Nonostante la salita, un cavaliere sprona il suo cavallo. “Oh, tormentare l’animale!”. Lo sgrida Samuele. Presto vede che è Chaha. Svelto gli va incontro, conduce l’animale sotto un albero, i cui fianchi tremano. Aiuta il principe, che trema pure, a scendere dal cavallo. Chaha sbuffa, si siede anche all’ombra, ed attira Samuele giù nell’erba.
13. “Siediti, altrimenti cadi”.
- “Ah, non cado, per questo ha provveduto il Signore. Ma parla”.
- “Mi seguono gli anziani che sono dalla parte del popolo, almeno finora. Ma da loro proviene anche questo: ‘Vogliono avere un re!’. Con ciò hanno sottolineato: ‘Siamo modesti: ne vogliamo uno, e non altri come ce ne sono nelle città dei pagani’.”
14. Samuele è la calma stessa, mentre Chaha sospira. “Non è terribile, se Israele…”.
- “Fermati”, ammonisce Samuele. “Io so già ciò che pretendono. Me lo ha detto Dio”.
- “Quando?”
- “Un’ora fa nella mia casa”.
- “Oh! Egli finora è venuto sempre in luoghi consacrati a Lui e dove sta la Sua Arca”.
15. “Amico: Dio è l’Ovunque! Egli può venire come, quando e dove vuole”.
- “…naturalmente, pensavo solo…”
- Samuele riferisce parola per parola di ciò che il Signore aveva detto.
- Chaha sospira nuovamente. “Che cosa sarà del nostro popolo?”
- “Questo sia lasciato all’Altissimo. Se non si lascerà guidare, allora cadrà nella fossa della caducità, come una volta lo sarà pure tutto il mondo.
16. Ora vogliamo fare ciò che ci spetta, come Dio ha dato il Suo incarico. Vieni con me in casa, là si sottoporrà il desiderio del popolo. Abbiamo ancora tempo per consigliarci”.
- Scendono in città tenendo il cavallo alla briglia. Si recano nella stanza separata, con un bicchiere di vino.
- “Ripenso alla mia domanda”, comincia Chaha, “soprattutto la terza per me non è ancora stata risolta, almeno non del tutto spiritualmente.
17. Finora tutto è stato per il nostro popolo: la Parola e la Guida di Dio. Allora Israele davanti a tutti i popoli dovrebbe essere - hm - santificato. Non intendo che sia santo. Questo lo è solo Dio, ma il riflesso, diciamo, …la veridicità della Vita, dovrebbe segnare particolarmente il popolo di Giacobbe. Secondo il decorso della storia rimane molto poco del minimo riflesso. E …se vuole avere un re? Allora siamo lontanissimi dalla Guida del Creatore, in particolare, che ogni Rivelazione, per così dire, valeva unicamente per noi”.
18. “Ricordati, Chaha, che cosa ti ho risposto e l’hai indicata come ‘la Parola di Dio’. Deve valere?”
- “Sempre!”, dice il principe. “Certamente Israele sarebbe un esempio se… Se adesso si mette il mondano davanti a Dio?”
- “Ebbene sì! Il Creatore ha messo per noi in primo piano - materialmente - questo e quello; tuttavia, …nel Cielo e in tutto il circondario dei mondi, la Rivelazione vale. Dipende soltanto come l’uomo, un intero popolo, si sottomette a Dio oppure se, accanto a Lui, l’Uno, mostra le Sue spalle”.
19. “Come sarà il re? E come starò da principe di fronte al popolo?”
- “Finché vivi, rimani ciò che sei, ciò per cui il Signore ti ha eletto. Il re dovrà comunque appoggiarsi sui suoi primi, altrimenti non arriverà a governare. Più avanti, caro Chaha, vi sarà molto timore, e un altro (Davide) dovrà dapprima aiutare il primo re”.
20. “Come si comporterà? Che aspetto avrà?”
- “Aspetta. L’altra notte mi è stata mostrata un’immagine di come andranno le cose. Dapprima - almeno per un breve tempo - si mostrerà molto favorevolmente. Quello che succederà dopo, ce lo mostrerà ancora il Santo. Ascolta…”, Samuele si alza frettolosamente, “…davanti alla porta c’è del tumulto, probabilmente il mio servitore non fa entrare nessuno”.
21. Trenta anziani minacciano il servitore di Samuele. Solo “l’Alt’” del veggente libera l’uomo dal suo bisogno.
- Ma lui non fugge. Si mette invece coraggioso accanto a Samuele e a Chaha. ‘Quelli avranno ancora quel che si meritano’, pensa lui, ‘il profeta lo dimostrerà loro’.
-
22. Uno degli anziani litiga astiosamente: “Che ragazzaccio hai, che non sa che cosa deve ai più anziani?”
- “A voi?”, chiede Samuele. “Siete penetrati come delle frotte. Che cosa deve pensare di voi l’Altissimo? Se siete dei responsabili, allora vi spetta di agire bene e nel modo giusto. Su questo vi manca molto, non appunto soltanto ora. Entrate. Non tollero tumulti nei vicoli!”
23. “Aha, il tuo dovere di profeta svanisce, se noi…”.
- “…che cosa? Entrate! Oppure ritornate per la vostra via, che avete percorso senza diritto”.
- Ci si spinge attraverso la porta con l’odio nel cuore e …con trionfo. Non sospettano che Dio ha già informato il veggente.
- Lui fa come se non sapesse nulla; dapprima devono spruzzare il loro veleno, poi sarà il tempo di parlare della Parola del Signore. Non del meraviglioso, si dovrà parlare solo del mondano.
24. Samuele li provoca. “Che cosa volete?”
- Khemal, il più anziano di Giuda, schernisce: “Molto, soprattutto la volontà del popolo, al quale non si resiste, con e senza…”
- “Dio?”, Chaha salta quasi in aria.
- “Il tuo principato è stato eliminato, sappilo! Per noi rimane il Signore per lo spirituale. Per il mondo, sarà ciò che vogliamo noi”.
- “Hai detto, spirito?”, gli occhi di Samuele s’infiammano. In quel punto il Signore aveva parlato con lui, e ora non vuol sentire nulla di villano in questa stanza. Spalanca la porta.
25. “Venite! La mia casa è troppo buona per la vostra perfidia!”. Senza aspettare si volta, con Chaha al seguito. Conduce gli uomini sulla collina. Il servitore va a chiamare un paio di fedeli vicini, …non si può mai sapere che cosa combinano quei cattivi. Samuele se ne accorge subito, ma lascia dietro di sé la gente buona, così poi i più anziani vedono che non tutto Israele è proprio della volontà d’eleggersi un re.
*
26. Ora Samuele attende in silenzio, cosa che confonde tutti insieme.
- Khemal infuria: “Ci hai cacciati da casa tua, quindi noi ti respingiamo”.
- “Se volete?”, suona lui con calma. “Inoltre, vi avevo soltanto invitato a seguirmi. Lo avete fatto senza costrizione”.
- Khemal si mordicchia la barba: ‘Che stupidi che lo hanno seguito’. Lo ammetteranno? Mai!
27. “Come cerchi di aggiustare la cosa, non ci interessa; ma quello che desidera il popolo…”
- “Oppure voi! Mi è stato riferito…”, Samuele, intenzionalmente, non dice ‘rivelato’, “…che voi avreste imposto i vostri desideri”.
- “Chi ha tradito?”
- “Non tradito, Khemal. Mi è stato detto. – La differenza Ti è sconosciuta perché non conosci LUI”.
- Furenti, alcuni additano Chaha.
28. “Non è stato il principe, anche se lui conosce i vostri intrighi. Verrete a sapere più avanti chi mi ha portato la notizia, e …precisamente! Quello che avete intenzione di fare, c’era da aspettarselo. Cominciate finalmente, voglio consigliarmi volentieri con voi, ma più tardi”, ‘vi rivolterete’, pensa il veggente.
29. Ochnia di Benjamin, che è particolarmente d’accordo con Khemal, dice astioso: “Sei escluso dal Consiglio”.
- “E voi siete venuti da me? Fa attenzione, Ochnia: per questo, siete esclusi voi dal consiglio di Dio. – Respinto!”, risuona severamente Samuele quando alcuni fanno vedere i pugni. “Credetelo oppure no, DIO ha detto che Egli non tollererà il vostro consiglio, indipendentemente da cosa portano con sé i vostri desideri”.
30. ‘Guai’, sospira fra sé e sé Chaha, e i fedeli che si sono avvicinati sospirano con lui.
- Uno sussurra: “Non vorrei essere nella loro pelle”.
- Rashi di Sebulon alza una mano, provocandolo: “Il tuo allarmismo non attacca da noi! Khemal tu sei il nostro superiore, non menarla alla lunga, dopo vogliamo andare verso Silo. Qualcuno aprirà il Tabernacolo; là c’è già ammassato il popolo, e là avverrà ciò che desideriamo”.
31. “Ah, è così?”. Chi conosce il veggente, lo nota, ciò che suona la campana. “In Silo vi interrogherà DIO!”
- Khemal schernisce: “Presto fatto! Noi e il popolo vogliamo un re. Non temere, non un tale come lo hanno i pagani, dev’essere credente, ma deve – ed è per noi la cosa più importante – battere tutti i nemici, affinché Israele stia sulla più alta cima davanti a tutti i popoli!
32. “Da lì può facilmente cadere. E tutti i nemici? Se vi riesce, con chi volete fare dopo il commercio? Chi svantaggiare? Cosa che Khemal sa fare meglio”
- “Chi cade giù, lo vedremo. Tu devi ungere il re, come lo vuole avere Dio”.
- “Ad un tratto, per te vale la Volontà di Dio? Chi è il re?”
- Un imbarazzante guardarsi intorno. Chi ci ha pensato? Alcuni anziani, in particolare Khemal, si consideravano come eletti.
33. Chaha non può evitare una risata. “Volete un re, e non sapete chi è?”
- “E’ una questione di Samuele”, risponde Rashi, stupido. “Per che cosa è profeta?”
- “Penso che mi avete deposto. Poi vedrò come arrivate alla vostra meta”.
34. Lamuor di Gad, l’unico che è venuto soltanto per conservare il seggio del Consiglio degli anziani, cerca di calmare: “Non è inteso così, Samuele; tu rimani il veggente di Dio. Anch’io sono per un re, ma Dio rimane l’Altissimo”.
- “Ci abbandoni?”, s’arrabbia Ochnia.
- “No, solo che non ha senso se degli uomini non agiscono da uomini”.
- Chaha loda: “Uno, che almeno sa ciò che è in alto e ciò che è in basso. Sono curioso chi sarà il re, e se regnerà su Israele secondo il modo di DIO”.
35. “Questo si dimostrerà”, continua irritato Khemal, “Samuele deve dire il nome; perché…”. Non ammette che c’è bisogno dell’aiuto del veggente.
- “Non conosco nessun nome, ed aspetterò finché vedrò la fiamma sopra una testa. Fino ad allora dovete pazientare. Anch’io sto in Silo”. Samuele scende per andare in casa senza salutare, seguito da Chaha e dalla fedele schiera di Rama e dal suo servitore.
- Gli anziani sentono che ci si dovrebbe attenere al veggente di Dio, …senza ancora ammetterlo. Più tardi…
*
36. Tutti entrano, vorrebbero chiedere tante cose, è stato molto grave ciò che si è sentito sulla collina. Osservano muti il veggente. Chaha sorseggia lentamente un bicchiere di vino, mentre Samuele riflette su ciò che il Signore gli aveva detto prima. Guarda i suoi amici e dice:
37. “Se forse, …unicamente noi, e poco tempo dopo di noi si avrà l’evidente Benedizione, allora rimane certo: la Benedizione di Dio non cessa, come nemmeno il Suo fedele Governare, la Sua stessa Eternità-Ur. Ciò che sarà più tardi, lo dobbiamo lasciare al futuro. Non ‘al tempo’, no, …a quello futuro, l’affidarsi all’Altissimo, oppure scendere nell’abisso della materia”.
38. Dice il vicino Patael, un uomo sincero che è pienamente dalla parte del veggente: “Ti do ragione, non possiamo misurare il futuro. Questo rimane lasciato al Santo. Ma ecco: – Se si adempie il desiderio del popolo, allora non passeranno due secoli, e non vorrei sapere dove si troverà Israele. Non si potrebbe almeno provvedere un poco, che appunto, non…”
39. “Se fosse possibile”, Samuele guarda la gente amorevolmente. Certamente, pure in lui si annida la preoccupazione, oltre alla ferma fede che fluisce dal suo spirito, e dice: “Il tuo conto è giusto, Patael, almeno per una parte del popolo. (722 a.C. naufragio di 10 tribù). Se ora non ungessi nessun re, …ci sarebbe la rivolta e si eleggerebbe un re senza unzione ancor prima della mia morte, oppure dopo la mia, o meglio ancora, ‘oltre la Testa di Dio’. Con ciò nulla si aggiusterebbe, e la via verso l’abisso rimarrebbe aperta.
40. Credete forse che in tal modo, se l’unzione non aiuterà affatto, perché il Signore ha raccomandato la stessa, se da ciò il futuro rimane non benedetto? Dunque, per il fatto che i pagani fanno consacrare i loro re dai loro sacerdoti, per questo, Israele vuole avere uno stesso segno. L’olio è stato da sempre il cosiddetto ‘Segno del Cielo’; inoltre, era estremamente importante come nutrimento per gli uomini.
41. Non sappiamo come Dio lo valuti. Magari per noi è il Suo Simbolo, cosicché a colui che Gli resiste venga tolta la ’Benedizione commemorativa’. Rimane il bagliore esteriore, che però passa come tutto il mondo. Con i segni esteriori si cade nella tomba esteriore. Qui non è inteso (il luogo) dove si posa il cadavere. Sono le idolatrie, la brama dei sensi e il procedere contro la santa Legge di Dio.
42. Il volto di Samuele cambia, come passando da uno splendore in un profondo cordoglio. “Dato che già al Sinai non si sono osservati i Dieci Comandamenti di Dio, …nemmeno quasi una decima d’Israele ha conservato la fede nel Signore, così pure l’umanità opererà fino alla sua fine. Perciò le dieci tribù naufragheranno secondo il calcolo di Patael. Come i due Comandamenti non hanno ottenuto nessun Diritto di Grazia ‘l’amore per Dio e per il prossimo’, così si perderanno le due ultime tribù, eccetto un resto.
43. Se questo un giorno si potrà radunare, non domandiamocelo; tuttavia, se fosse così, allora si dimostrerà se dalla propria storia abbia imparato qualcosa di spirituale, oppure se il mondano manterrà il sopravvento. Ma non preoccupiamocene”, Samuele sminuisce. “Ovunque, governa la maestosa Volontà di Dio! Come in ogni popolo, così anche in Israele vi sarà Luce. Dio attizzerà sempre la Luce del Fuoco, da cui ogni anima avrà il suo rimpatrio. Il Suo Fuoco scalda, la Sua Luce illumina ogni sentiero. Confidiamo anche noi, sempre, nell’Altissimo”.
[indice]
[1° Sam. 8,1-22]: [1] Quando Samuele fu vecchio, stabilì giudici di Israele i suoi
figli. [2] Il primogenito si chiamava Ioèl, il secondogenito Abià;
esercitavano l'ufficio di giudici a Bersabea. [3] I
figli di lui però non camminavano sulle sue orme, perché deviavano dietro il
lucro, accettavano regali e sovvertivano il giudizio. [4] Si
radunarono allora tutti gli anziani d'Israele e andarono da Samuele a
Rama. [5] Gli dissero: «Tu ormai sei vecchio e i tuoi
figli non ricalcano le tue orme. Ora stabilisci per noi un re che ci governi,
come avviene per tutti i popoli». [6] Agli occhi di Samuele
era cattiva la proposta perché avevano detto: «Dacci un re che ci governi».
Perciò Samuele pregò il Signore. [7] Il Signore rispose
a Samuele: «Ascolta la voce del popolo per quanto ti ha detto, perché costoro
non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non regni più su di
essi. [8] Come si sono comportati dal giorno in cui li
ho fatti uscire dall'Egitto fino ad oggi, abbandonando me per seguire altri
dei, così intendono fare a te. [9] Ascolta pure la loro
richiesta, però annunzia loro chiaramente le pretese del re che regnerà su di
loro». [10] Samuele riferì tutte le parole del Signore al
popolo che gli aveva chiesto un re. [11] Disse loro:
«Queste saranno le pretese del re che regnerà su di voi: prenderà i vostri
figli per destinarli ai suoi carri e ai suoi cavalli, li farà correre davanti
al suo cocchio, [12] li farà capi di migliaia e capi di
cinquantine; li costringerà ad arare i suoi campi, a mietere le sue messi, ad
apprestargli armi per le sue battaglie e attrezzature per i suoi carri. [13]
Prenderà anche le vostre figlie per farle sue profumiere e cuoche e
fornaie. [14] Si farà consegnare ancora i vostri campi,
le vostre vigne, i vostri oliveti più belli e li regalerà ai suoi
ministri. [15] Sulle vostre sementi e sulle vostre vigne
prenderà le decime e le darà ai suoi consiglieri e ai suoi ministri. [16]
Vi sequestrerà gli schiavi e le schiave, i vostri armenti migliori e i vostri
asini e li adopererà nei suoi lavori. [17] Metterà la
decima sui vostri greggi e voi stessi diventerete suoi schiavi. [18]
Allora griderete a causa del re che avrete voluto eleggere, ma il Signore
non vi ascolterà». [19] Il popolo non diede retta a Samuele
e rifiutò di ascoltare la sua voce, ma gridò: «No, ci sia un re su di
noi. [20] Saremo anche noi come tutti i popoli; il
nostro re ci farà da giudice, uscirà alla nostra testa e combatterà le nostre
battaglie». [21] Samuele ascoltò tutti i discorsi del
popolo e li riferì all'orecchio del Signore. [22] Rispose
il Signore a Samuele: «Ascoltali; regni pure un re su di loro». Samuele disse
agli Israeliti: «Ciascuno torni alla sua città!».
Il Conforto di Dio e l’annuncio
dell’incontro con Saul
Il primo re e la prima guerra contro gli
amaleciti – Chiarimenti biblici
1. “Che cosa viene ancora su di me?”. Samuele è seduto da solo nella sua casa in Rama. Di nuovo un annuncio: i suoi figli, come quelli di Eli, percorrerebbero vie sbagliate; e li aveva sempre educati severamente, senza durezza. In più, la rivolta tra le dodici tribù. Inoltre, la minaccia di nemici. “Ah Signore, non è quasi troppo, ciò che carichi sulle mie vecchie spalle?”
2. “Sì”, dice la voce di Dio accanto a lui, “le tue spalle si piegano, ma dovresti sapere quale Forza ti è sempre accanto”.
- Samuele sospira in sé, e pensa: ‘Dio è certamente accanto a me, i miei figli peccano, quindi Egli non si mostra a me. Oh, è la mia stessa colpa!’. Ma non è un’ultraricca grazia, sentire la voce del Padre …vicino a lui?
3. “Dov’è il peccato, Samuele?”. Gli viene chiesto amorevolmente. “Se non Mi vedi, il tuo spirito Mi vede su tutte le vie, anche se non lo noti. Che cosa vale dinanzi a Me? Dato che lo spirito, dato alla creatura-figlio è superiore, nessuno può sottrarsi a questo spirito, perché ogni scintilla, incorporata in un figlio, è proceduta dal Mio spirito di Creatore”.
4. “Signore, in Silo ho riferito quello che Tu mi hai raccomandato e quale re li avrebbe governati (1° Sam. cap. 8) ed ho indicato, per ricondurre il popolo nella Tua mano, che cosa ne sarà un giorno, se si eleverà il materiale sul Tuo Spirito di Grazia. Loro hanno riso, mi volevano scacciare. Solo i fedeli mi hanno protetto. Mi è amaro elevare un re sul trono, un trono… ah, Signore, che è già spezzato prima che vi si sieda qualcuno”.
5. “In ciò hai ragione, Mio veggente. Ogni trono del mondo - può volerci del tempo finché qualcuno se ne accorga - ha la sua rottura fin dal giorno della sua istituzione. Tuttavia, per coloro che cercano di operare in modo giusto e buono, restano sotto la Mia protezione. Non dire…”, Dio respinge la mano che gli si mostra, “… tutti gli uomini starebbero sotto la Mia protezione. Questo è comunque così! Qui è inteso che anche il re o il dominatore del mondo può mettersi sotto la Mia Guida; e se lo fa, allora il suo governo è benedetto, e il suo trono può valere davanti a Me.
6. Nella materia il caduto ha un certo diritto, assegnato da Me, ma un abuso del diritto gli fa svanire le forze. Nonostante ciò, sembrerà che il male regni a lungo, anche su un trono come lo desidera Israele. Perciò non preoccuparti come nella materia, in particolare su questo mondo, scorre la spola, sia con filo spesso o sottile, se strappato oppure annodato… un pezzo proprio cattivo che non è degno che Io lo tenga a lungo. Che cosa sai tu della Longanimità di Dio?”
7. “Nulla, Signore, eccetto che la sperimento su di me. Ti sei rivelato in modo clemente, hai avuto Pazienza con me, e …così, sì, così agisci con tutti, prevalentemente con il figlio smarrito, ed avrebbe comunque in Te l’alta salvezza. La Tua Longanimità è forse più importante della Misericordia, con cui Tu, come ho vissuto una volta in sogno, guarirai ogni coccio della caduta”.
8. Allora Dio sta accanto a Samuele.
- Costui solleva lo sguardo al santo Volto. “Padre!”. Una chiamata dalla profondità del cuore nel ringraziamento, nella riverenza, nell’amore e nell’adorazione: dalla dedizione del figlio al Padre”.
- Le Mani abituate alla salvezza giacciono sul capo del veggente, le sue lacrime scorrono. Ah, la Benedizione immeritata, questa Mansuetudine, Longanimità, Grazia, Benignità, che fluiscono dalle maestose Mani, sull’uomo. Samuele s’accascia in sé.
9. Dio lo alza e dice: “Non piangere, figlio Mio. Io ho un Cordoglio che il mondo non ha, mai comparabile con la tristezza degli uomini. Non ha Lacrime, nessun dolore, come sorge dal decorso della materia. Il Mio cordoglio per il figlio smarrito non è altro che il Mio AMORE, che fa tutto, sacrifica tutto, finché il Regno della Luce possiederà ancora una volta il numero dei figli.
10. Il tuo pensiero è giusto: il Mio Regno, in se stesso sarebbe perfetto. Qui si tratta appunto del numero dei figli. Di conseguenza - anche se ne mancasse uno solo - il Mio popolo non sarebbe del tutto insieme. Lo hai già visto nell’immagine: mondanamente è un lungo tempo finché dall’ultimo vortice della confusione quest’unico figlio ne venga tirato fuori. Hai pure riconosciuto il Mio conto, cosicché il numero del mondo è meno che un soffio di Secondi d’eternità, e che lo Spazio e il Tempo sono delle armi sante, forti per il Mio governare. Puoi nominare i Sostegni. Sono da mettere alla pari dei Miei Fondamenti, e non v’è nulla che non fosse saldamente fondato su questi.
11. Ché M’importa del numero piccolo o grande del mondo? L’uomo per il tempo della sua vita terrena può svincolarsi dalle Mie mani, per sé, ben inteso, mai per Me! Con questa conoscenza puoi percorrere il tuo ultimo tratto dell’esistenza, e quello che Io ti ho promesso rimarrà così, finché il tuo angelo guida ti verrà a prendere dalla Terra. Sii benedetto, e i fedeli con la stessa benedizione di grazia; gli altri dalla Longanimità del Mio Amore”.
12. Dio se ne è andato. Ma Egli è l’Ovunque. Il veggente sosta a lungo, sprofondato in sé. Ancora un Bisbiglio intorno a lui: ‘Domani a quest’ora devi incontrare colui che starà sul popolo’.
- Colmo del ringraziamento verso Dio, Samuele durante la notte vede nel sogno il suo cuore come una bilancia con due piatti. In uno giace il ringraziamento, nell’altro il peso del futuro. È irriconoscibile quale piatto possiede il peso particolare. Solo che quello con il ringraziamento scintilla d’oro, l’altro ha l’effetto di essere molto scuro.
*
[1° Sam. 9,1-18]:
[1] C'era un uomo di Beniamino, chiamato Kis
- figlio di Abièl, figlio di Zeròr,
figlio di Becoràt, figlio di Afìach,
figlio di un Beniaminita -, un prode. [2]
Costui aveva un figlio chiamato Saul, alto e bello: non c'era nessuno più
bello di lui tra gli Israeliti; superava dalla spalla in su chiunque altro del
popolo. [3] Ora le asine di Kis,
padre di Saul, si smarrirono e Kis disse al figlio
Saul: «Su, prendi con te uno dei servi e parti subito in cerca delle
asine». [4] I due attraversarono le montagne di Efraim, passarono al paese di Salisa,
ma non le trovarono. Si recarono allora nel paese di Saàlim,
ma non c'erano; poi percorsero il territorio di Beniamino e anche qui non le
trovarono. [5] Quando arrivarono nel paese di Zuf, Saul disse al compagno che era con lui: «Su, torniamo
indietro, perché non vorrei che mio padre avesse smesso di pensare alle asine e
ora fosse preoccupato di noi». [6] Gli rispose: «Ecco in
questa città c'è un uomo di Dio, tenuto in molta considerazione: quanto egli dice,
di certo si avvera. Ebbene, andiamoci! Forse ci indicherà la via che dobbiamo
battere». [7] Rispose Saul: «Sì, andiamo! Ma che daremo
a quell'uomo? Il pane nelle nostre sporte è finito e non abbiamo alcun dono da
portare all'uomo di Dio; infatti che abbiamo?». [8] Ma
il servo rispondendo a Saul soggiunse: «Guarda: mi son trovato in mano un
quarto di siclo d'argento. Dallo all'uomo di Dio e ci indicherà la nostra
via». [9] In passato in Israele, quando uno andava a
consultare Dio, diceva: «Su, andiamo dal veggente», perché quello che oggi si
dice profeta, allora si diceva veggente. [10] Disse
dunque Saul al servo: «Hai detto bene; su, andiamo» e si diressero alla città
dove era l'uomo di Dio. [11] Mentre essi salivano il pendio
della città, trovarono ragazze che uscivano ad attingere acqua e chiesero loro:
«E' qui il veggente?». [12] Quelle risposero dicendo:
«Sì, c'è; ecco, vi ha preceduto di poco: ora, proprio ora è rientrato in città,
perché oggi il popolo celebra un sacrificio sull'altura. [13]
Entrando in città lo troverete subito, prima che salga all'altura per il
banchetto, perché il popolo non si mette a mangiare finché egli non sia
arrivato; egli infatti deve benedire la vittima, e dopo gli invitati mangiano.
Presto, salite e lo troverete subito». [14] Salirono
dunque alla città. Mentre essi giungevano in mezzo alla porta, ecco, Samuele
usciva in direzione opposta per salire all'altura. [15] Il
Signore aveva detto all'orecchio di Samuele, un giorno prima che giungesse
Saul: [16] «Domani a quest'ora ti manderò un uomo della
terra di Beniamino e tu lo ungerai come capo del mio popolo Israele. Egli
libererà il mio popolo dalle mani dei Filistei, perché io ho guardato il mio
popolo, essendo giunto fino a me il suo grido». [17] Quando
Samuele vide Saul, il Signore gli rivelò: «Ecco l'uomo di cui ti ho parlato; costui
avrà potere sul mio popolo». [18] Saul si accostò a
Samuele in mezzo alla porta e gli chiese: «Vuoi indicarmi la casa del
veggente?». [19] Samuele rispose a Saul: «Sono io il
veggente. Precedimi su all'altura. Oggi voi due mangerete con me. Ti congederò
domani mattina e ti manifesterò quanto pensi; [20] riguardo
poi alle tue asine smarrite tre giorni fa, non stare in pensiero, perché sono
state ritrovate. A chi del resto appartiene il meglio d'Israele, se non a te e
a tutta la casa di tuo padre?». [21] Rispose Saul: «Non
sono io forse un Beniaminita, della più piccola tribù
d'Israele? E la mia famiglia non è forse la più piccola fra tutte le famiglie
della tribù di Beniamino? Perché hai voluto farmi questo discorso?». [22]
Ma Samuele prese Saul e il suo servo e li fece entrare nella sala e assegnò
loro il posto a capo degli invitati che erano una trentina. [23]
Quindi Samuele disse al cuoco: «Portami la porzione che ti avevo dato
dicendoti: Conservala presso di te». [24] Il cuoco portò
la coscia e la coda e le pose davanti a Saul, mentre Saul diceva: «Ecco, ciò
che è avanzato ti è posto davanti, mangia, perché proprio per te è stato
serbato, perché lo mangiassi con gli invitati». Così quel giorno Saul mangiò
con Samuele. [25] Scesero poi dall'altura in città; fu
allestito un giaciglio per Saul sulla terrazza [26] ed
egli vi si coricò.
13. Al mattino prega: “Signore, fa che il piatto dorato tiri in giù, affinché io, del ringraziamento, abbia di più di quanto ne appartenga al perituro”. Egli ricolma il vaso con l’olio. Al servitore dice: “Verranno trenta ospiti, fa preparare il pasto”. Poi va verso la vicina collina dove è già avvenuto molto. ‘Qui incontrerò l’uomo, che deve diventare il re del popolo’.
14. Dalla via sulla quale era venuto poco prima Chaha per portargli il desiderio del popolo, ora ne sale uno. Non ha fretta, ma è come se sapesse la meta che è dinanzi a lui. E non lo sa! E’ simile ad una guida cieca che lo conduce. Dietro di lui corre il suo servo. E’ Saul, un uomo grande, forte, con il viso ancora aperto. Quando vede Samuele, che non conosce ancora, gli domanda se forse ha visto un gregge di asine che suo padre avrebbe perduto.
15. Viene tranquillizzato. “Il Signore ha concluso qualcosa di più grande con te. Lascia andare la cosa piccola…”, Samuele intende il gregge, “…e cogli la più grande dalla mano di Dio”.
- Confuso, Saul balbetta: “Sono da Beniamino, la tribù più piccola, e la casa di mio padre è pure una piccola tra molte. Come mai su di me verrebbe qualcosa di grande?”
- “Vieni e guarda!”. Samuele conduce il primo re d’Israele in casa, lo fa servire con gli altri ospiti e riferisce in modo che Saul non venga a sapere che cosa deve avvenire con lui, troppo all’improvviso. Dopo un breve riposo nella notte.
16. E’ ancora buio, quando Samuele chiama Saul insieme al servo. Egli dice: “La Parola di Dio deve adempiersi”. Vanno di nuovo sulla collina. Samuele manda via il servo. A Saul annuncia ciò che aveva detto il Signore, prende il vaso, lo apre e versa un poco di olio sul capo dell’uomo, che all’improvviso s’accascia, non sapendo ancora ciò che deve accadere.
17. Per convincere Saul, egli profetizza ciò che incontrerà sulla via, ma pensa: ‘Non è la Volontà di DIO. Egli lo permette perché nessuno vuol sapere che con il mondano ci si scava la fossa, nella quale una volta si cadrà quasi del tutto’. E vede: Arrivano nuovi nemici su Israele. - Samuele va a Mizpa, Gilgal ed altre città. Egli dimostra sempre quanto magnificamente Dio, come l’Alto UNO ha guidato Israele, benedetto e, sovente, salvato dalla mano del nemico. Ma ora…
*
[1° Sam. 12,6-25]: [6] Allora
Samuele disse al popolo: «E' testimonio il Signore che ha stabilito Mosè e
Aronne e che ha fatto uscire i vostri padri dal paese d'Egitto. [7]
Ora state qui raccolti e io voglio discutere con voi davanti al Signore a
causa di tutti i benefici che il Signore ha operato con voi e con i vostri
padri. [8] Quando Giacobbe andò in Egitto e gli Egiziani
li oppressero e i vostri padri gridarono al Signore, il Signore mandò loro Mosè
e Aronne che li fecero uscire dall'Egitto e li ricondussero in questo
luogo. [9] Ma poiché avevano dimenticato il Signore loro
Dio, li abbandonò in potere di Sisara, capo
dell'esercito di Cazor e in potere dei Filistei e in
potere del re di Moab, che mossero loro guerra. [10]
Essi gridarono al Signore: Abbiamo peccato, perché abbiamo abbandonato il
Signore e abbiamo servito i Baal e le Astàrti! Ma ora
liberaci dalle mani dei nostri nemici e serviremo te. [11] Allora
il Signore vi mandò Ierub-Baal e Barak e Iefte e Samuele e vi liberò dalle mani dei nemici che vi
circondavano e siete tornati a vita tranquilla. [12] Eppure
quando avete visto che Nacas re degli Ammoniti
muoveva contro di voi, mi avete detto: No, vogliamo che un re regni sopra di
noi, mentre il Signore vostro Dio è vostro re. [13] Ora
eccovi il re che avete scelto e che avevate chiesto. Vedete che il Signore ha
costituito un re sopra di voi. [14] Dunque se temerete
il Signore, se lo servirete e ascolterete la sua voce e non sarete ribelli alla
parola del Signore, voi e il re che regna su di voi vivrete con il Signore
vostro Dio. [15] Se invece non ascolterete la voce del
Signore e sarete ribelli alla sua parola, la mano del Signore peserà su di voi,
come pesò sui vostri padri. [16] Ora, state attenti e
osservate questa grande cosa che il Signore vuole operare sotto i vostri
occhi. [17] Non è forse questo il tempo della mietitura
del grano? Ma io griderò al Signore ed Egli manderà tuoni e pioggia. Così vi persuaderete
e constaterete che grande è il peccato che avete fatto davanti al Signore chiedendo
un re per voi». [18] Samuele allora invocò il Signore e
il Signore mandò subito tuoni e pioggia in quel giorno. Tutto il popolo fu
preso da grande timore del Signore e di Samuele. [19] Tutto
il popolo perciò disse a Samuele: «Prega il Signore tuo Dio per noi tuoi servi
che non abbiamo a morire, poiché abbiamo aggiunto a tutti i nostri errori il
peccato di aver chiesto per noi un re». [20] Samuele
rispose al popolo: «Non temete: voi avete fatto tutto questo male, ma almeno in
seguito non allontanatevi dal Signore, anzi servite lui, il Signore, con tutto
il cuore. [21] Non allontanatevi per seguire vanità che
non possono giovare né salvare, perché appunto sono vanità. [22]
Certo il Signore non abbandonerà il suo popolo, per riguardo al suo nome
che è grande, perché il Signore ha cominciato a fare di voi il suo
popolo. [23] Quanto a me, non sia mai che io pecchi
contro il Signore, tralasciando di supplicare per voi e di indicarvi la via
buona e retta. [24] Vogliate soltanto temere il Signore
e servirlo fedelmente con tutto il cuore, perché dovete ben riconoscere le
grandi cose che ha operato con voi. [25] Se invece
vorrete fare il male, voi e il vostro re sarete spazzati via».
18. “Ora avete il vostro re. Io l’ho unto. Vi siete allontanati da Dio, eccetto pochi. Al giorno d’oggi nemmeno una decima che confidano in Lui. Ora guardate come risulterà la via! Chi mi accuserà che ho giudicato ingiustamente, che avrei accettato più o meno dei doni di quanto lo permette il diritto? Ho tenuto meno per me, e di ciò ho distribuito ancora tra i vostri poveri.
19. Con questo, depongo la mia funzione di giudice nella mano del vostro re. Un popolo ha bisogno di un solo giudice, ma non si vuole più riconoscere l’Altissimo, il RE che esiste da sempre! Se perdete del tutto le Sue mani, voi stessi dite: ‘Chi ci deve aiutare?’. Siete come una puntura di spina nel groviglio dei popoli, perciò vi pungono. Se spezzaste la punta della spina su voi stessi, allora sareste un esempio per il mondo.
20. Il Creatore ha provveduto affinché ovunque vi sia l’esempio. Egli ha posto i principi della Sua luce al primo posto. Non perché ne avessero più della Sua benedizione, della Sua grazia, ma per il servizio, affinché i posteri si prendessero un esempio nella fila dei principi. Questo è avvenuto fino a quella figlia (Sadhana) che con la sua schiera si è scelta le proprie vie.
21. Ogni uomo, ogni popolo sulla Terra potrebbe essere uno specchio, anche il più piccolo. Se questi percorrono la via del Signore, allora servono Lui e tutto il prossimo, e nulla sta contro di loro. Anche i principi e i nati dopo sono stati fedelmente dalla parte di Dio. Non è mai stato possibile che la figlia della caduta potesse colpirli.
22. Io avrei visto volentieri che Israele fosse forte e fedele, come il Signore mantiene la Fedeltà. Non contraddite; lo credereste, anche se avete già un re. Non mi è stato detto: ‘Per lo spirituale il Signore: per il mondo il re’.
23. Ora, chi ha bisogno di me, venga da me; io vado dove mi manda il Signore. Nel servizio supplicherò da Dio la Misericordia per voi, affinché il ‘figlio d’Israele’ non si rovini del tutto. Se vi allontanate dal male, allora vi giungerà la Luce e la Grazia di Dio come ogni giorno il Sole. Ma se lasciate il male accovacciato presso di voi, allora andrete perduti insieme a tutti i re!”
*
[1° Sam. 13,1-15]: [1] Saul
aveva trent'anni quando cominciò a regnare e regnò vent'anni su
Israele... [2] Egli si scelse tremila uomini da Israele:
duemila stavano con Saul in Micmas e sul monte di
Betel e mille stavano con Giònata a Gàbaa di Beniamino; rimandò invece il resto del popolo
ciascuno alla sua tenda. [3] Allora Giònata
sconfisse la guarigione dei Filistei che era in Gàbaa
e i Filistei lo seppero subito. Ma Saul suonò la tromba in tutta la regione
gridando: «Ascoltino gli Ebrei!». [4] Tutto Israele udì
e corse la voce: «Saul ha battuto la guarnigione dei Filistei e ormai Israele
s'è urtato con i Filistei». Il popolo si radunò dietro Saul a Gàlgala. [5] Anche i Filistei si
radunarono per combattere Israele, con tremila carri e seimila cavalieri e una
moltitudine numerosa come la sabbia che è sulla spiagga
del mare. Così si mossero e posero il campo a Micmas
a oriente di Bet-Aven. [6] Quando
gli Israeliti si accorsero di essere in difficoltà, perché erano stretti dal nemico,
cominciarono a nascondersi in massa nelle grotte, nelle macchie, fra le rocce,
nelle fosse e nelle cisterne. [7] Alcuni Ebrei passarono
oltre il Giordano nella terra di Gad e Gàlaad. Saul
restava in Gàlgala e tutto il popolo che stava con
lui era impaurito. [8] Aspettò tuttavia sette giorni
secondo il tempo fissato da Samuele. Ma Samuele non arrivava a Gàlgala e il popolo si disperdeva lontano da lui. [9]
Allora Saul diede ordine: «Preparatemi l'olocausto e i sacrifici di
comunione». Quindi offrì l'olocausto. [10] Ed ecco,
appena ebbe finito di offrire l'olocausto, giunse Samuele e Saul gli uscì
incontro per salutarlo. [11] Samuele disse subito: «Che
hai fatto?». Saul rispose: «Vedendo che il popolo si disperdeva lontano da me e
tu non venivi al termine dei giorni fissati, mentre i Filistei si addensavano
in Micmas, [12] ho detto: ora
scenderanno i Filistei contro di me in Gàlgala mentre
io non ho ancora placato il Signore. Perciò mi sono fatto ardito ed ho offerto
l'olocausto». [13] Rispose Samuele a Saul: «Hai agito da
stolto, non osservando il comando che il Signore Dio tuo ti aveva imposto,
perché in questa occasione il Signore avrebbe reso stabile il tuo regno su
Israele per sempre. [14] Ora invece il tuo regno non durerà.
Il Signore si è già scelto un uomo secondo il suo cuore e lo costituirà capo
del suo popolo, perché tu non hai osservato quanto ti aveva comandato il Signore». [15]
Samuele poi si alzò e salì da Gàlgala per
andarsene per la sua strada. Il resto del popolo salì dietro a Saul incontro ai
guerrieri e vennero da Gàlgala a Gàbaa
di Beniamino; Saul contò la gente che era rimasta con lui: erano seicento
uomini.
24. Per un po’ le serie parole del profeta vengono ricordate, ma come i pagani si attaccano al loro re, così Israele disimpara in genere d’appoggiarsi proprio all’Onnipotente. Non c’è da stupirsi – non dura a lungo – allora i nemici entrano fin dentro al paese, fino a Gibea. Fin qui nessuno era ancora penetrato. Stanno accampati presso Beth-Aven con un grande esercito.
25. Samuele ha ordinato a Saul di attendere sette giorni presso Gilgal (Gàlgala). Quando l’ultimo giorno porta il mattino, Saul stesso compie il sacrificio. Il fumo si disperde, ed ecco che arriva Samuele. Lui sa ciò che sarebbe capitato, perciò ha aspettato. Non era importante in quale ora dovesse essere sacrificato il settimo giorno, poiché il servizio è una faccenda propria del veggente. Lui aveva assegnato la parte del giudice al re, ma non quella sacerdotale, né il suo profetare.
26. “Guarda, signore”, comincia frettolosamente Saul, “ho compiuto qui il sacrificio del ringraziamento”.
- “Chiami ‘Signore’, Dio e me? Ne esiste soltanto UNO, il Dio dell’eternità! Cerchi di svincolarti in modo sbagliato, hai appunto infranto il comandamento dell’Altissimo”.
- “Come mai? – Tu hai promesso di venire il settimo giorno, mentre i filistei si riversano nel nostro paese…”
- “Taci!”, il profeta è profondamente serio. “Non è ancora iniziato mezzogiorno; come puoi parlare del settimo giorno come se fosse passato?”
27. “Non lo capisco! Quando arriva il Sole e scaccia la notte, quando il suo primo raggio colpisce la Terra, inizia un nuovo giorno. Ero già pronto da tempo, ma tu e il Signore non siete venuti”.
- “Saul, ti rovini la tua via prima ancora di averla cominciata. Non avevamo accordato nessuna ora che sarei dovuto venire. La gente che è scappata da te, lo ha fatto perché sapevano che devo provvedere io alla scarificazione.
28. Tu pensi che un giorno sarebbe come l’altro, che Dio non ha bisogno di qualcosa di speciale. Non per LUI, ma per noi! Sette alti Raggi sono il Forum della Giustizia! Questi potevano esserti dati, nel riflesso di ciò, di quanto un uomo può elaborare. Per te sarebbero: fedeltà, saldezza, conoscenza, perseveranza, umiltà, gentilezza verso ognuno e dedizione al Signore.
29. Per me è evidente ciò che pensavi. Appena eletto per essere re d’Israele, volevi dimostrare di avere tutto il potere. L’im-potenza di questo mondo! Che cos’è? Arroganza! Con questa volevi dimostrare al popolo di procedere come piace a te. Per questo non hai aspettato, e perciò,… ascolta: - il tuo governare non durerà a lungo. Dio può eleggerne un altro, Egli può cambiare il corso degli uomini oppure lasciar andare, finché al fondo della loro tomba giungono alla conoscenza. Per il mondo, quasi sempre troppo tardi. Osi ancora dire che intendevi fare soltanto il bene?”
30. Saul esamina se qualcuno ha sentito ciò che è stato detto, ma non c’è nessuno, e fa un sospiro di sollievo. Sarebbe un’onta se un re, appena salito su un trono, dovesse farsi rimproverare.
- Nonostante la riflessione, in lui sale un’ira. Indomito – più tardi gli rincrescerà – dice come un padrone al suo servitore:
31. “Tu sei certamente profeta, l’ho notato quando ti ho incontrato sulla collina; ora stai al di sotto di me, un uomo del popolo, che io governo! Devi vedere il mio splendore, la mia capacità! Credo nel Dio nei nostri padri ed Egli non mette nessuno in una funzione, che Egli dopo breve tempo glielo tolga di nuovo”.
32. Samuele risponde: “Dio ha concesso che tu diventassi re perché Israele lo ha voluto con caparbietà, non lo ha richiesto. Oh, ha veemente conteso contro l’Onnipotente. Quindi ‘l’Onnipoteza di Dio’ viene su di te e su Israele, come …su tutti gli uomini, su tutti i popoli che agiscono in modo così stolto com’è avvenuto qui. Non hai ricevuto la dignità di re dalla Mano del Santo e perciò, presto ti verrà anche tolta. Rifletti bene, che non ti possa spaventare ancora qualcosa di peggio (l’ottenebramento di Saul).
33. Se vuoi servire, allora la Benignità di Dio ti condurrà per la retta via e rimarrai benedetto, con e senza corona”.
- “Senza corona?”. Negli occhi di Saul guizza uno scintillio. “Cosa intendi con questo?”. Una volta gustato il miele vergine del mondo, sarebbe ben amaro rinunciare a quella certa dignità da re per qualcosa di incerto.
34. Samuele supplica a bassa voce: ‘Signore, perché Saul non si lascia voltare? Non potrebbe rimanere comunque nella corona, se si piegasse del tutto dinanzi a Te?’. Non gli viene nessuna risposta; lui stesso deve agire, …sottomesso allo Spirito di Dio.
35. “Saul, se tu evitassi lo splendore del mondo, lo scambieresti con qualcosa di più delizioso! Chiami la Benedizione di Dio ‘incerta’, senza rinunciare a quel ‘certo di questo mondo’. Quando ti ho chiamato hai chiamato la Casa del Padre, insieme alla tribù, minima e piccola. Dio, l’Altissimo, deve fare dal Grande qualcosa di grande? Egli veste anche il grande in qualcosa di piccolo; Egli rende grande e magnifico qualcosa di piccolo.
36. Ma… ah, appena si mostra uno scintillio del mondo, lo s’insegue. Se oggi ti fossi aggrappato al Signore, ed era possibile farlo pure dopo il sacrificio sbagliato, allora la Sua Grazia non sarebbe scomparsa; né per te, né per il popolo, né per alcun uomo che per pentimento compie la sua espiazione.
37. Chi non compie nessuna espiazione, svanisce! Dio aspetta volentieri, poiché la Sua Longanimità non ha fine; soltanto, nessuno creda di tenersi al suo lembo, se si può avere la Longanimità dalle Sue MANI! Per tutti coloro che si arrendono alla materia, sta una Parola nel Firmamento del Cielo: ‘Fin qui e non oltre!’
38. Dove, come, e quando si compie questo, è nel mistero dell’Onnipotente, quell’UNO che ha creato tutto, che mantiene tutto, …quelle Opere, Saul, che nessuno strappa dalla Sua mano di Creatore!”
39. Samuele attende, ma Saul non si muove. Le parole sono attaccate alla superficie del cuore. Il Sole sta calando quando il veggente dice: “Io vado a Ghinea-Benjamin e poi verso Rama; là saprai trovarmi. Ma è meglio che cerchi il Signore”.
- “In Silo, o altrove?”. La voce grossolana del mondo e la delicata chiamata della Luce si contendono. Quella grossolana vince. Saul raccoglie nuova gente, seicento uomini. Che cosa sono costoro, contro il potente esercito dei filistei?
*
[1° Sam. 15,1-9]: [1] Samuele
disse a Saul: «Il Signore ha inviato me per consacrarti re sopra Israele suo
popolo. Ora ascolta la voce del Signore. [2] Così dice
il Signore degli eserciti: Ho considerato ciò che ha fatto Amalek
a Israele, ciò che gli ha fatto per via, quando usciva dall'Egitto. [3]
Và dunque e colpisci Amalek
e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da
compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e
pecore, cammelli e asini». [4] Saul convocò il popolo e
passò in rassegna le truppe in Telaìm: erano
duecentomila fanti e diecimila uomini di Giuda. [5] Saul
venne alla città di Amalek e tese un'imboscata nella
valle. [6] Disse inoltre Saul ai Keniti:
«Andate via, ritiratevi dagli Amaleciti prima che vi travolga insieme con loro,
poiché avete usato benevolenza con tutti gli Israeliti, quando uscivano
dall'Egitto». I Keniti si ritirarono da Amalek. [7] Saul colpì Amalek da Avila procedendo verso
Sur, che è di fronte all'Egitto. [8] Egli prese vivo Agag, re di Amalek, e passò a fil
di spada tutto il popolo. [9] Ma Saul e il popolo risparmiarono
Agag e il meglio del bestiame minuto e grosso, gli
animali grassi e gli agnelli, cioè tutto il meglio, e non vollero sterminarli;
invece votarono allo sterminio tutto il bestiame scadente e magro.
40. Samuele può ancora fare qualcosa. Incontrandolo dopo alcune parole, gli comunica come deve agire verso i nemici. Più tardi Saul lo interpreterà in modo diverso: Samuele gli avrebbe direttamente ordinato di distruggere gli amaleciti (1° Sam. cap. 15). In questo tempo il profeta siede nuovamente nella sua casa a Rama, allorquando il principe Chaha ed altri fedeli vengono da lui.
41. Chaha, non sapendo ciò che era stato ordinato a Saul, chiede meravigliato con ragione: “Si litiga tu avresti detto di distruggere gli amaleciti. Oh, il profeta del Signore, lo stesso che ha rilasciato il Comandamento: ‘Non uccidere!’? Come avrebbe ordinato di uccidere? Questa non è mai la Sua Volontà!”.
- Gli amici sono oppressi; perché non il profeta (ha lasciato affermarsi questa diceria?), ma …costui, toglie agli uomini ogni peso.
42. “Saul mi aveva tempestato di procedere: se gli amaleciti avessero minacciato Israele, lui li avrebbe combattuti senza alcuna pietà, senza lasciarli regnare, e tutti avrebbero dovuto essere distrutti. Io risposi: ‘Per ciò che ti sei prefissato, il Signore tace! Quello che ti punge nell’occhio, lo prendi come bottino. Hai escluso Dio, e anche me; e ora dovrei confermare ciò che intendi fare?’. – L’ho lasciato lì.
43. Voi non sapete che cosa avverrà ancora, come un giorno gli scrivani del popolo mescoleranno il tutto. Essi non vorranno tollerare il continuo Governo di Dio; ma che fossero gli eletti, a questo si atterranno caparbiamente. ‘Il SIGNORE ci ha ordinato …’. – Che cosa? Già ora ve lo domando io. Lo so quanto voi:
44. Dio ci ha dato ‘Dieci Comandamenti’, in più i ‘due dell’amore’ (Lev. 19,18). Se la Sua Legge è di annunciare la Volontà, allora non c’è bisogno di altri Comandamenti che vengano dal Cielo”.
- “E delle Rivelazioni?”, chiede il principe Chaha.
- “Queste cadono sotto alla Guida di Dio”, spiega Samuele. “Lui ha già annunciato più spesso la Sua Legge fondamentale e molto altro ancora, affinché non si perda la buona via per trovare il PADRE e operare come compiace a Lui.
45. Più tardi si svolgeranno dei battibecchi che saranno peggiori che le guerre con la spada. Dato che – certamente riguarderanno il nostro popolo – si vorrà tirare giù Dio già a livello umano, e per questo arriverà un’ulteriore grande assenza di fede. Infatti, è particolarmente difficile pareggiare il contradditorio tra la PAROLA di DIO e la storia d’Israele. Allora si dirà: ‘DIO ha ordinato le faide!’, e si vorrà affermare imperterriti: ‘Ha forse parlato Dio? Assolutamente, …nulla di tutto ciò!’
46. Quale popolo non cercherà magari attraverso le guerre, di conservarsi fino alla fine della sua esistenza? E potrebbe rimanere facilmente nel diritto nell’onnipotente Volontà di Dio ‘senza sangue’. Soltanto, è la materia con il suo cattivo fondamento che produce violenza, perché l’uomo le serve attraverso le proprie cattive azioni.
47. Fin da Adamo, e ancor prima di lui, così rimarrà, finché la prima figlia di una volta sarà per ultima sulla via verso Casa, sapendo che con la morte del corpo il mondano e le sue gioie svaniscono come il fogliame appassito, potendo mantenere comunque ciò che la materia dà, finché scomparirà il suo povero splendore come se non fosse mai esistita.
48. Non pensate che il nostro fare sia inutile, come se pochi che cercano di servire Dio attraverso l’adempimento dei Comandamenti, non avrebbe nessuno scopo d’istruire qualcuno. Vedete, il Raggio di Luce di Dio, che non scompare mai, opera sempre, sia che l’uomo lo veda e lo riconosce, sia se si nasconde da Lui e lo schernisce. La Volontà di Dio è il Potere di creare e la Forza di conservare, e non v’è nulla, non rimane nulla, eccetto il Potere della volontà del Creatore.
49. Quello che si mostra nel mondo come inganno e menzogna, come perfidia e ogni oscurità della caduta, l’Altissimo lo ha messo in un piccolo campo, recintato attraverso la Sua Longanimità e Misericordia. Su questo campo, che unicamente a noi appare smisuratamente grande, gli uomini si possono raggirare ignari di quale magnifica Briglia stretta Lui li tiene e li governa eternamente.
50. Dio siede sul Suo alto Trono (Isaia 6,1). Chi si affida a Lui, rimane adagiato nella Custodia del maestoso Amore, e per lui il libero campo non è altro che questo: proceduto da Dio, di ritorno a Lui! Se facendo così si va’ in alto oppure in basso, se si mostra la Benedizione o a volte s’accumulano nuvole scure, premono sofferenza, afflizioni e preoccupazione, …ah, ognuno che si sottomette a DIO con tutto il cuore dalla sua profondità animica, sa di essere sempre custodito.
51. Questo, amici, vogliamo insegnare alla gente. Nessuna parola d’amore è perduta! Dove non risveglia nessun eco, là l’eco è penetrato fino al Signore, là salgono le nostre silenziose richieste a Lui. Se si nota che qualcuno non vuol sapere nulla dell’amore, meno ancora della Parola del Signore, allora è meglio tacere. Con la bocca, fedeli; non con la nostra preghiera richiedente!
52. Dio è l’alto Amore; Lui guarda volentieri con Gentilezza la nostra piccola esistenza. Una cosa sia annotata: noi non possiamo dare nulla all’Altissimo, se non l’avessimo ricevuta tra i Doni da Dio (Giac. 1,17). Ma per la Sua Gioia, qui quasi sempre per il prossimo, lo possiamo portare da noi stessi come il nostro dono sacrificale. Nessun altro sacrificio è così compiacente a Dio, come lo sforzo di vivere per la Sua gioia ed essere attivi per questa Sua gioia”.
53. Si fa un sospiro di sollievo quando un carpentiere di Rama, molto riverente, dice: “Non possiamo ringraziare abbastanza il nostro Re (Dio) che ha inviato te, veggente, a noi. Sei una forte roccia, oppure - come una casa nella quale si trova sempre un rifugio quando c’è cattivo tempo. L’ho notato da tempo: da quando abbiamo Saul come re, i nemici aumentano sempre di più. Non dovrebbe essere per il meglio del nostro popolo di riconoscere unicamente il Signore come il suo Re? E poi - tu lo hai unto, certamente su incarico di Dio. Ma perché lo ha voluto?”
54. “Voluto certamente no”, riconosce Chaha. “Forse non si può afferrare del tutto il Divino, però, quando qualcuno si sceglie il segno esteriore, il Signore lo permette. Mi è piaciuta quella cosa del Campo recintato. Ebbene, appunto, pur se da questo Campo ognuno può andare e operare come vuole, oltre il Recinto non si va. Questo potrà ben essere la buona, stretta Briglia”.
55. Samuele annuisce gentilmente ad Abelae. “La Briglia è giusta. Se poi, era veramente la Volontà di Dio di ungere Saul, io sono un uomo come voi. Non posso anch’io fare un errore di non comprendere la Parola di Dio così come EGLI l’ha annunciata?”
- “Samuele!”, Patael, il vicino più prossimo, si getta formalmente al collo del veggente. “Mai qualcuno di noi lo ha pensato!”
56. “Non l’ho afferrato diversamente. Ma in alcune ore silenziose mi sono chiesto se ho riconosciuto anche bene la Volontà di Dio, oppure se io, attraverso la spinta dei nostri anziani e dalle loro cattive parole, mi sono sentito spinto ad assecondare il loro desiderio, e perciò non ho compreso abbastanza chiaramente Dio.
57. Ancora una volta lo sottolineo: sono un uomo e sono esposto al corso della vita. Se l’unzione è stata sbagliata, allora sarà unicamente per colpa mia. Ho da espiare io l’afflizione del nostro popolo, anche quella che verrà più avanti”. Il profondo sospiro nel petto che appesantisce il cuore, rimane non udito dagli amici, …non certamente davanti a Dio.
58. “Si caricherà molti pesi su di me come si è cercato di fare con Dio. Chi potrà mai accusare l’Altissimo di qualcosa? Sì, con le parole, ma queste sono come nebbia sotto il Sole, e non ne rimane nulla. Nell’uomo rimane attaccato al suo grembiule, e nel suo onore ciò che non è il suo peso. Ho detto a Saul che Dio non aveva Compiacimento nel sacrificio, e cose simili. Per via del popolo ha pensato a uno migliore che Israele dovrebbe assumere. (1° Sam. 15,22)
59. Saul aveva paura di stare spoglio dinanzi al popolo e mi ha chiesto di andare con lui. Aveva risparmiato Agag, l’amalecito e pensava che io avrei giudicato Agag. L’ho fatto, con la spada dello spirito, per salvare l’anima. Anche qui l’inafferrabile: degli sgherri hanno portato Agag, ma era stato diffuso che lo avrei fatto io perché avevo parlato della ‘spada’.
60. Che sia: i mondani resteranno fissati nel loro pantano! Come verrà una volta interpretato, non lo possiamo cambiare noi. Vedete: l’UNO è Lui, Colui che porta la Verità alla luce, prima o poi, certamente però nel Suo Tempo. Così spero! Davanti a Dio, il Padre, piego l’anima, Egli mi sarà clemente”.
61. “Anche per noi, supplica questo al nostro sommamente amato Signore”. Tutti s’intonano nella richiesta di Chaha.
- Il veggente annuisce, e lascia andare gli amici. Lui stesso non se la rende così facile. Lui deve lottare per la conoscenza: o Dio, o il mondo!
[1° Sam. 15,10]: [10] Allora fu rivolta a Samuele questa parola del Signore: [11]
«Mi pento di aver costituito Saul re, perché si è allontanato da me e non
ha messo in pratica la mia parola». Samuele rimase turbato e alzò grida al
Signore tutta la notte.
Difficili domande sul portare pesi –
Saul ottenebrato chiama Samuele
L’incarico in Betlemme per trovare
Davide – La scelta
Ancora un elevato colloquio sulla resa
dei conti
1. Passano di nuovo delle settimane nella lite e nel disaccordo. Samuele prega che Dio voglia aver pietà. ‘Per che cosa?’, domanda a se stesso. Il popolo insieme a Saul è caparbio; può essere il Signore, l’Aiutante? Dopo lunghe camminate da luogo in luogo, dove si sono radunati dei fedeli, stanchi della lunga via, Samuele ritorna a casa a Rama, salutato in modo lieto dai vicini e dai servitori.
2. “Hai l’aspetto stanco”. Patael copre Samuele con un mantello di pelle, quando si siede rabbrividendo leggermente. L’anima si è stancata troppo della cattiveria della gente.
- Lui ringrazia: “Mi fa bene trovare della fedeltà. Non avete idea quanto fermenta. E sempre le grida: ‘Noi siamo!’, - ‘Dio deve…’. In ciò c’è in primo piano il guadagno e la brama. Non avrei mai pensato che Saul sprofondasse del tutto. Quindi rimane sempre fissa la domanda: ‘Ho interpretato male, Dio? Non doveva esserci nessun re?’
3. Il principe Chaha, appena entrato, ha pure sentito la domanda. Lui dice di proposito in modo duro: “Samuele, tu sei il profeta che agisce nell’Ordine di Dio, non dovresti rattristare Dio con questa domanda”.
- “Ben detto, amico. Pensa solamente che se ci si accorge che è stata fatta una scelta sbagliata – che dei re non portano soltanto splendore e vittoria – lo si carica a me, beninteso, il disagio. Ciò che sembra gloria, è ancora un’immagine d’inganno di questo mondo, e riguarda Saul e loro stessi”.
4. “Contro di questo ci sarebbe un mezzo”, tranquillizza Chaha. “Ho degli anziani dalla mia parte, non tutti, ma bastano per proteggersi dalle ingiustizie. Hm… penso… che la vera protezione è il nostro Signore, sia per noi, se sarà necessario, come per tutto il popolo”.
- “E per la Sua Opera!”. Samuele sta di nuovo nella Forza di sempre, come un veggente di Dio. “Discuterò ancora con Saul come deve agire, e gli rivelerò la Volontà dell’Altissimo”.
5. Patael interviene: “Ho sentito che lo spirito di Saul si starebbe ottenebrando. Avrebbe rovesciato le sue stesse leggi: dapprima avrebbe abbracciato dei vassalli, e poi li ha scacciati. Alcuni ne sono sorpresi. Non può farti del male se vai da lui?”. Una seria domanda preoccupata. “Quanto meno, non devi andare da solo dal re; ti accompagno io”. Anche gli altri sono d’accordo col principe Chaha.
6. “Valga a causa della fedeltà, che Patael venga con me. Altrimenti… Dio è la nostra protezione, le Sue mani ci guidano”.
- “Di questo ne siamo lieti”, conferma Abelae
- Chaha dice: “Non andate a piedi, è troppo gravoso. Così, se le cose andassero come in questo mondo, e c’è pericolo, riuscite a venir via più velocemente”.
7. “Anche questo sia riconosciuto”. Samuele stringe la mano a Chaha. “Mi riposo ancora alcuni giorni”. Il veggente è dominato da una sensazione, come se Dio volesse dire prima qualcosa. Lui ha troppe cose sul cuore. I tre uomini se ne vanno, non senza raccomandare seriamente i servitori di Samuele di badare al meglio.
- “Ne puoi essere certo”, dice lo stesso al principe Chaha, “ho trovato un paio di ragazzi forti (gente giovane), presto arriveranno perché ho bisogno di loro”.
*
8. Samuele sale in soffitta. Una notte mite scende sul grande paese, come usa esserci raramente. Lui guarda in alto, dove gli eserciti di luce del Creatore vanno per le loro orbite. “Ah, Signore, magnifiche sono le Opere del Tuo Potere! Ma, …sul nostro mondo? Il fiume di sangue non cessa di scorrere, nessun accordo, nemmeno tra il proprio popolo, meno ancora fra tutti i popoli. Qui dev’essere così? Oppure è…”
9. Dio, nel Suo modo velato
per gli uomini, sta accanto a Samuele. “…oppure è
soltanto il decorso di quella caduta? Come Mio veggente non dovresti chiedere
ciò che sai spiritualmente. Tuttavia, …voglio parlare con te, per toglierti il
peso. Solo senza alcun peso, figlio Mio, la via della vita si percorrerebbe solo a metà. Portare dei pesi
è il servizio che Io posso pretendere dai Miei figli della Luce, come piccolo
servizio in cambio di tutta la Mia Bontà, la Mia Benedizione e la Gentilezza.
Oppure non è così?”
10. “O Padre, lascia che appoggi il mio capo al Tuo fianco. Mi pento molto di aver unto Saul, e non so ancora se ho capito bene la Tua voce. Se ho badato di più al popolo di quello che voleva, meno a ciò che era la Tua maestosa Volontà. Allora sarei empio dinanzi a Te, come quasi nessun altro uomo. E tutto il peso che il popolo avrebbe da portare, è colpa mia dinanzi a Te”.
11. “E se fosse, Samuele? Non vuoi portare ciò che viene dalle Mie mani? IO ti ho dato l’incarico, perché non lo si voleva diversamente. E’ stato eseguito il desiderio del popolo, non il tuo; meno ancora la Mia Volontà abituata al Bene! Tu sai che ne avevo discusso con te: ‘Chi si sceglie la stoltezza, raccoglierà stoltezza!’
12. Pensi che Io Mi debba pentire dell’unzione? Non credi che non sappia in anticipo come si volge il percorso di vita dell’uomo? Dovrei dapprima aspettare che cosa si inventa qualcuno, e se poi lo fa”
- “Signore, come potresti preservare ogni Tua Opera miracolosa come Creatore, se dovessi aspettare se e come avviene una o l’altra cosa? Solo con Saul! Allora sono…”
13. “Samuele, nulla può farMI pentire! Allora nel Mio procedere avrei fatto degli errori? L’uomo ha da pentirsi perché commette molti errori che raramente si possono sospendere. Ma …Io? Anche Mosè una volta pensò che Mi ero pentito di aver messo degli uomini nel mondo. No, Samuele, Io penso sempre al peso dei figli, se dalla caduta non vi fosse da togliere alla prima figlia.
14. I fedeli della luce si sono offerti essi stessi di scendere per la povera sorella nel suo oscuro carcere, per co-servire per ciò che dev’essere salvato. ‘Salvare-tutto’ è Compito Mio; il co-salvare, quello dei figli. Dato che Israele si è scelta la sua via, la deve anche percorrere fino alla fine, più tardi persino in modo molto più difficile, Samuele. Ma per rivelare questo, sia lasciato al futuro.
15. Ti farò sapere quando pre-ungere il successivo re; non dalla Mia Magnificenza di Volontà, ma per la povera libertà, che è stata concessa al principe della materia. Il Mistero verrà rivelato dopo che è iniziato il ‘Salvare-tutto’ con il Mio più alto Sacrificio (il Golgota).
16. L’ultima azione di Saul è inutile. Ha buttato al vento la Mia Volontà. Ma tu sii consolato, come lo sono con te tutti coloro che mettono il loro cuore nelle Mie mani”.
- “E gli altri?”, indaga Samuele.
- “Nascondi la domanda nel petto”,
suona seriamente. “Penso Io ai perduti. Tu percorri la
tua via sotto la Mia benedizione”.
17. Samuele rimane in solaio, pregando finché l’aurora sale dalle nebbie. La sua anima è liberata, il suo spirito è colmo di gratitudine e onore verso Dio. Così si prepara già il mattino successivo, fa chiamare Patael ed insieme cavalcano, dopo che i due uomini hanno pure ordinato la loro casa.
18. Il veggente ha di nuovo un Segno di grazia. Non ci vuole molto, e di tanto in tanto si aggiungono dei cavalieri che il principe Chaha ha chiamato, quando il veggente di Dio ha deciso che sarebbe andato a far visita al re Saul. Ora lo copre la Benignità di Dio. Samuele deve rallegrarsi degli uomini, e li ringrazia con la benedizione del Padre che può trasmettere.
*
19. Saul che proveniva dal Carmel, dove si era fatto un segno di vittoria, era partito per Gilgal. Oh, come gli sono fragili i pensieri che cerca di coprire con qualche splendore. Quando vede il profeta, esclama ad alta voce: “Sia tu benedetto nel Signore! Ho adempiuto la Parola del Signore!”, ma non saprebbe dire quale.
20. Samuele fa i conti. Non vi rimane nulla dell’alto mondano.
«L’Eterno gradisce forse
gli olocausti e i sacrifici
come si ubbidisce alla sua voce?
Ecco, l’ubbidienza val
meglio che il sacrificio,
e dare ascolto val
meglio che il grasso dei montoni!» [1° Sam.15,22]
21. Saul chiede a Samuele di rimanere con lui finché non avesse adorato. Costui vede che è un pentimento breve, pensa però al ‘co-salvare’. Allora vorrebbe aiutare ancora una volta il re, ma costui si ritira presto a Gibea. Da quel tempo Samuele rimane lontano su incarico di Dio; solo più tardi lo incontrerà ancora una volta.
22. Ora va trovare più sovente l’uno e l’altro, inquieto,
bensì sgravato dal Signore. ‘È l’umano nell’uomo’, dice a se stesso, ‘nonostante
delle Parole di grazia, non si sa mai precisamente se si fa tutto in modo
giusto. Signore, voglio confidare sempre in Te. Solo, come deve proseguire,
allora Mi volevi guidare. Non ho bisogno di dire a Te ciò che Tu sai, prima che
succeda qualcosa: Saul dovrebbe essere ottenebrato, non sempre, ma con lui le
cose starebbero male. Come può governare così il popolo?’
*
[1° Sam. 16,1-13]:
[1] E il Signore disse a Samuele: «Fino a quando piangerai su
Saul, mentre io l'ho rigettato perché non regni su Israele? Riempi di olio il
tuo corno e parti. Ti ordino di andare da Iesse il Betlemmita, perché tra i suoi figli mi sono scelto un
re». [2] Samuele rispose: «Come posso andare? Saul lo
verrà a sapere e mi ucciderà». Il Signore soggiunse: «Prenderai con te una
giovenca e dirai: Sono venuto per sacrificare al Signore. [3]
Inviterai quindi Iesse al sacrificio. Allora io
ti indicherò quello che dovrai fare e tu ungerai colui che io ti dirò». [4]
Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme;
gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: «E' di
buon augurio la tua venuta?». [5] Rispose: «E' di buon
augurio. Sono venuto per sacrificare al Signore. Provvedete a purificarvi, poi
venite con me al sacrificio». Fece purificare anche Iesse
e i suoi figli e li invitò al sacrificio. [6] Quando
furono entrati, egli osservò Eliab e chiese: «E' forse
davanti al Signore il suo consacrato?». [7] Il Signore
rispose a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né all'imponenza della sua
statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo
guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore». [8] Iesse fece allora venire Abìnadab
e lo presentò a Samuele, ma questi disse: «Nemmeno su costui cade la scelta del
Signore». [9] Iesse fece
passare Samma e quegli disse: «Nemmeno su costui cade
la scelta del Signore». [10] Iesse
presentò a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripetè
a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di
questi». [11] Samuele chiese a Iesse:
«Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane
ancora il più piccolo che ora sta a pascolare il gregge». Samuele ordinò a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola
prima che egli sia venuto qui». [12] Quegli mandò a
chiamarlo e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e gentile di aspetto.
Disse il Signore: «Alzati e ungilo: è lui!». [13] Samuele
prese il corno dell'olio e lo consacrò con l'unzione in mezzo ai suoi fratelli,
e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi. Samuele poi
si alzò e tornò a Rama.
23. E nuovamente, una sera, mentre Samuele è seduto nel solaio della sua casa, le mani strettamente intrecciate, il capo chino sopra queste, è in attesa nel caso gli venisse ancora una Parola dell’Altissimo. Vuole già andare in camera, la notte diventa fresca… “Ah, il Signore rimane lontano perché io…”
24. “Hai perso la pazienza?”.
- La voce risuona vicino, ed è una luce che appare accanto a Samuele. Oh, il Signore non si mostrerà sempre; la buona Parola… non mi dovrebbe bastare?
- “Il tuo pensiero vale, e sappi bene: sia che tu Mi veda oppure Mi senti solo nella Parola da Me, sia che ti appare un angelo, è sempre la Mia Grazia che ti circonda a ogni passo. Per Saul non devi più soffrire poiché, tanto, vedi come guido tutto, persino quando sembra come rovinato mondanamente. Ma affinché tu sia del tutto sgravato, fa attenzione.
25. Il secondo re potrà tenere unito il popolo, anche un terzo. Poi Israele verrà diviso perché cercherà di dividere ME con il suo mondo. Ma Io sono indivisibile! Per Me vale sempre il Tutto! Tu pensi che degli uomini non possano arrendersi mai del tutto, poiché la vita di questo mondo pretende l’esteriore. Hai ragione, figlio Mio, è possibile, non lo può nessun uomo. Non potrei considerarlo in altro modo?”
- “Signore, certamente! Assolutamente!”, risponde Samuele.
26. “Il tuo spirito è elevato, l’anima non è dal basso, perciò tu sai che cosa dev’essere detto. IO agisco nel Tutto, nell’Empireo oppure nel piccolo mondo. Se ora l’uomo si dà alla Mia Guida, allora la volontarietà è il Tutto dinanzi al Mio volto; tutto il resto che è appeso insieme alla ‘veste dell’opera della materia’, viene velato dal MIO TUTTO. Non dovrei sapere che cosa porta con sé la via attraverso la materia?”
27. “Padre, Tu solo sai tutte le cose, Tu sai anche che io…”, il fervore di Samuele divampa.
- “…che Mi ami? Così lo sente il tuo animo con tutte le forze che porti in te. Come potresti essere diversamente il Mio veggente? Lascia andare tutto ciò che ti smuove ancora, poiché tutti gli abitanti del Regno Mi amano, e così ognuno sarebbe un ‘profeta’. Tu non sai che essi lo sono pure. Per Me, varrebbe un solo mondo dove avrebbero da servire i Miei messaggeri? Non vale sempre, ciò che si dimostra con evidenza? Molti, Samuele, che non agiscono mai apertamente, non ne hanno nemmeno bisogno, agiscono nel silenzio del loro spirito. Ne sei sorpreso? Fa attenzione!
28. Dei pensieri di luce, buoni auspici, preghiere del cuore per il prossimo, non per ultimo per i nemici, sono un profetare benedetto! IO raccolgo pensieri, auguri e richieste, e ne faccio quello che Mi compiace. Inoltre, tu sai che la Mia benedizione non si mostra apertamente per ciscuno, qualcuno è apparentemente non benedetto. Così anche nella profezia. Nessun figlio della luce esce dalla sua Patria del Cielo senza un incarico, senza una via particolare.
29. Ti rivelo ancora il pensiero come starebbe con i figli piccoli che abbandonano molto presto il mondo. Questi sono quasi sempre i prediletti del Cielo, anche là i piccoli, i custoditi, che devono prosperare. Tuttavia, dato che Mi danno anche volontariamente il loro piccolo cuore ed Io unisco molto del magnifico miracoloso con una tale via di un piccolo bambino, perciò vengono guidati qui dal loro grande angelo, mentre i genitori di questo mondo sperimentano un Bene.
30. È evidente che questo viene riconosciuto molto raramente. La Mia alta Volontà abituata al bene non deve valere. Soltanto: ‘Che cos’è il breve tempo della vita terrena davanti a Me?’. Quando tali anime di genitori entrano nell’aldilà, allora si comunica loro il perché era stato tolto un prediletto. Ma non soltanto così si adempiono le piccole vie, ci sono delle povere anime, allora cadute con la grande Stella (Ap. 9,1), che non possono percorrere una via intera. Allora operano l’Amore e la Compassione, e i piccoli oscuri hanno pure una breve via nel mondo.
31. Non lo hai saputo, non lo hai riconosciuto chiaramente. Ma ora sai come agisce il Mio regnare ovunque e fin nell’ultimo per i grandi e per i piccoli, per le anime luminose e per quelle oscure”.
- “Anche per me”, osa intervenire Samuele. “Quello che con i profeti nel segreto – Padre – in questo sono del tutto sgravato, non essendo più uno dei pochi, ma uno dei molti, della schiera che non si può mai contare”. (Dan. 7,10 e Ap. 7,9)
32. “Precisamente, figlio Mio! Ora vai; Betlemme, il luogo piccolo, dev’essere eletto e un giorno lo sarà quando giungerà la grande risoluzione. Hai già sentito la voce del popolo che dice: ‘Se Saul non può più operare, desideriamo il successivo, il quale deve regnare su di noi in modo regale!’. Altri desideri mondani Mi sono stati presentati in Silo. Come se non potessi guardare nel baratro dei loro cuori! Così si sono radunati in Silo, hanno presentato lì un uomo come sacerdote che doveva dire a Me ciò che desideravano un’altra volta.
33. Ma non passeranno cent’anni, che una divisione spaventerà il popolo. Altri duecento anni, e moriranno dieci tribù, perché si rovineranno i Miei Dieci Comandamenti, rivelati magnificamente al Sinai, naturalmente… per se stessi, per elevare la materia al di sopra dello spirito e della Luce. E dopo settecento anni, quando non sarà riconosciuta, né accettata la Mia Liberazione (Salvatore), il resto del popolo perderà la patria, la casa e il focolare. Il resto, Samuele, rimane velato per i tempi futuri.
34. In Betlemme va a far visita alla casa di Isai; lo conosci, è uno dei rari fedeli. Là troverai colui che si vuole: il prossimo re. Lo puoi già ungere come si pretende. Davanti a Me vale unicamente l’unzione del cuore. Se questo è un buon profumo, allora sale al Mio Seggio di Dominio. Guarda: - dei re del cuore sono i figli della Luce. Gli uomini vedono ciò che è davanti agli occhi. Il Signore, IO, guardo il cuore!” (1° Sam. 17, 6)
*
35. Samuele ha un sonno breve ma buono, e prima che arrivi il Sole si mette a camminare, …da solo, un bastone nella sua mano. Strada facendo tiene un dialogo interiore, come se conversasse con il Signore, come con un amico. A sera tardi vede Betlemme giacere pacificamente nel bagliore di molte stelle. Samuele fa sosta nella minuscola locanda, per attendere prima il mattino. Presto, non appena il villaggio si sta svegliando, bussa alla porta di Isai. Viene subito aperto.
36. “Tu, Samuele?”, Rallegrato, il padrone di casa stende la sua destra. “Che cosa ti porta qui così presto? Entra!”. Isai apre rapidamente la porta e lo conduce in casa, dove stanno facendo una modesta prima colazione, sua moglie e i suoi figli. Ne manca uno. “Parla, che cosa è successo?” Isai pensa a qualcosa di grave, poiché i tempi sono colmi di caos. Oh, no, non il tempo, ma gli uomini si rendono difficile la vita.
37. “Vengo su incarico di Dio, Isai. Egli ti ha benedetto, te e la tua casa”. Uno sguardo particolarmente gentile colpisce Magdala, la moglie di Isai.
- Lei arrossisce e dice modesta: “Sia ringraziato il Signore che anch’io sono sotto la Sua benedizione”.
- “Magdala, EGLI non fa nessuna differenza tra uomo e donna, Egli ha creato entrambi. Dovrebbe porre Dio una parte davanti all’altra? Egli ama entrambi, figlie e figli Suoi”.
38. “Purtroppo non viene rispettato”, dice Isai, “ma ora, …si tratta sicuramente del re Saul. Ho già sentito…”
- “Non si tratta più di lui, il suo governo finirà presto, però, dato che il popolo a Silo pendeva all’orecchio di Dio attraverso un falso sacerdote eletto per via di un altro re, affinché potessero brillare come le tribù dei pagani, per questo viene un altro al posto di Saul”. Samuele fa una pausa che non si osa interrompere. “E’ stata eletta questa casa. Tu hai molti figli, Isai, giovani, grandi e forti e di buono spirito (animo), quindi si troverà uno sul quale riposa la Mano dell’Eterno”.
39. “Grande Iddio”, esclama Isai, “non mi si riconoscerà mai! Né mi si onorerà, allora…”
- “Calmo!”, Samuele alza una mano. “Non si tratta di nessun onore d’uomo, nemmeno del tuo. Tu sai quanto rapidamente lo si perde. Si riconosce la tua casa. Persino coloro che elevano la loro brama del mondo al di sopra della Guida di Dio, sei rispettato ovunque e ben accetto.
40. Ora fammi scegliere chi deve diventare il re”. Isai conduce davanti a Samuele i suoi figli. Con ognuno egli scuote la testa. Non è nessuno di questi, non ha visto, non ha sentito, non è venuto nessuna ispirazione. Se ora di nuovo… come con Saul? No, non si è sbagliato, ha sentito troppo chiaramente l’alta Voce.
41. “Hai ancora un altro figlio?”, si guarda intorno, cercando. “Il Signore ha parlato precisamente della tua casa. Ho visto anche alla porta un segno”.
- Isai ride un poco. “Questi qui”, indica i sette figli, “sarebbero gli unici. Il più giovane, Davide, è ancora maldestro, anche un po’ estraneo, perché è quasi sempre con i greggi”.
42. Eliab il più grande ha il miglior aspetto, ma…
- “Non è lui”, sente Samuele accanto a sé, “nessuno che è passato davanti a te”.
- “Eliab”, ordina Samuele, “va a prendere tuo fratello”.
- Costui ride, e in questo il veggente nota: ‘Dio non bada alla figura esteriore, Egli guarda al cuore’.
- Anche gli altri ridono: “Il piccolo? Ma non è lui!”, ed ognuno spera che Samuele eleggesse ‘lui’, almeno uno dei sette.
43. S’intromette la madre: “Non ridete di Davide, poco tempo fa ha ucciso una bestia con la fionda. Inoltre è anche caro e bravo”.
- Ah, il figlio della mamma”, punzecchia uno.
- Isai lo sgrida. “Avanti, rimani con il gregge e manda qui, subito, Davide! Anche se non credo che il nostro piccolo…”
- “Aspettiamo”, interrompe Samuele. Il nome Davide echeggia nella sua anima.
44. Davide è il più giovane, ma di figura bella, forte, con occhi in cui si riflette molto del bene. Samuele vede al di sopra di lui un segno di fiamma e sente: ‘Questo!’. Gli impone le sue mani e dice ad Isai e a Magdala: “E’ eletto il vostro Davide. Il suo genere è buono, per quanto sia da indicare qualcosa come ‘buono’. Buono nell’alto senso è DIO solamente. Lo sapete.
45. “Voi fratelli”, si rivolge ai sette, che guardano arcigni al ‘piccolo’, “ricordate la vostra Benedizione. Non crediate che fare il re sia facile”. Poi si rivolge a costui: “Davide, riguardati! Il potere e la ricchezza rovinano facilmente un’anima pura. Non ti macchia ancora nulla, ma ciò che il mondo…”, Samuele non vuole aggravare il cuore del giovane. La vita gli ha insegnato molto, sovente più del cattivo, che altro. Egli unge Davide e lo lascia andare alle greggi nel campo. Ad Isai dà il consiglio:
46. “Quando Saul lo chiamerà, allora lascia andare Davide. Alla corte del re egli stesso imparerà a discernere l’oro dalla cianfrusaglia. Voglia egli tendere sempre all’oro”.
- “Allora mio figlio si rovina. Perché il Signore ha scelto lui?”
- “Non ti preoccupare, Davide è una fonte chiara. Se diventa un fiume, una corrente, allora strappa certamente qualcosa dalla riva, cosa che la fonte non ha mai posseduto; ma l’acqua rimane quella che è.
47. Qualcuno cade facilmente nell’errore. Voltiamoci, stendiamo nel nostre mani all’Altissimo. - Egli si china, …e non v’è nessuno che non trovi la Sua Grazia. Lasciatemi riposare un poco da voi”.
- “Finché vuoi, Samuele”, dice cordialmente Isai. E Magdala gli prepara del pane, latte e formaggio. Più tardi cammina nel campo. Egli osserva come Davide accarezza i suoi agnelli, li conduce all’acqua e li lascia leccare una manciata di sale.
48. Sente dei suoni d’arpa. Il veggente di Dio è molto sorpreso. Chi suona l’arpa in modo così delicato, con costui, oltre all’abilità umana c’è davvero la scelta di Dio. Nonostante ciò, anche un Davide soccomberà alla follia del potere. Non come Saul. Soltanto… Si volta preoccupato e ritorna nella casa di Isai. Ma rimane lì soltanto una notte.
*
49. Il giorno dopo ritorna camminando per la lunga via verso Rama. “Avrei sempre bisogno di un asino”, mormora. “I piedi si stanno stancando, il corpo diventa debole e… Ah, che cosa, non dovrei portare il mio piccolo disagio? Con così tanta Benignità che il Signore mi ha sempre dimostrato?” Ciononostante è contento quando passa la soglia di casa sua e viene subito accolto dal servitore.
*
[1° Sam. 16,1-14-23]:
[14] Lo spirito del Signore si era ritirato da Saul ed egli
veniva atterrito da uno spirito cattivo, da parte del Signore. [15]
Allora i servi di Saul gli dissero: «Vedi, un cattivo spirito sovrumano ti
turba. [16] Comandi il signor nostro ai ministri che gli
stanno intorno e noi cercheremo un uomo abile a suonare la cetra. Quando il
sovrumano spirito cattivo ti investirà, quegli metterà mano alla cetra e ti
sentirai meglio». [17] Saul rispose ai ministri: «Ebbene
cercatemi un uomo che suoni bene e fatelo venire da me». [18]
Rispose uno dei giovani: «Ecco, ho visto il figlio di Iesse
il Betlemmita: egli sa suonare ed è forte e
coraggioso, abile nelle armi, saggio di parole, di bell'aspetto e il Signore è
con lui». [19] Saul mandò messaggeri a Iesse con quest'invito: «Mandami Davide tuo figlio, quello
che sta con il gregge». [20] Iesse
preparò un asino e provvide pane e un otre di vino e un capretto, affidò tutto
a Davide suo figlio e lo inviò a Saul. [21] Davide
giunse da Saul e cominciò a stare alla sua presenza. Saul gli si affezionò
molto e Davide divenne suo scudiero. [22] E Saul mandò a
dire a Iesse: «Rimanga Davide con me, perché ha
trovato grazia ai miei occhi». [23] Quando dunque lo
spirito sovrumano investiva Saul, Davide prendeva in mano la cetra e suonava: Saul
si calmava e si sentiva meglio e lo spirito cattivo si ritirava da lui.
50. Sono passati mesi, durante i quali aumenta la voce quanto malato fosse il re.
- Il vicino Patael dice: “Lo spirito buono se n’è andato da Saul, lo avrebbe attaccato uno spirito cattivo di Dio” (1° Sam. 16,15).
- Samuele aggrotta le sopracciglia. “Anche tu hai ricevuto il buon insegnamento, e ora dici questo”
- “E’ stato diffuso così”, dice Patael, “le cose starebbero male per Saul”.
51. “Lo Spirito di Dio è buono. Da Lui non c’è nulla di cattivo, soprattutto nessuno spirito cattivo. Ciò che ha colpito Saul, potrà essere un’anima smarrita, che lui, l’uomo, ha assassinato. Succede che tale anima si aggrappi al suo omicida. Fondamentalmente è la colpa che lascia sprofondare il maligno ed offusca l’intelletto. Allora l’uomo non sa più quello che fa e dice. A questo riguardo rimane sempre il proprio errore.
52. Tu conosci il comandante del re. Parla con lui, in Betlemme abita un giovane uomo che suona la sua arpa meravigliosamente. Il suo salmodiare può tranquillizzare l’animo di Saul”. Samuele non rivela che Davide è stato previsto come il prossimo re. Tacciono anche i genitori e fratelli.
*
53. Molti pensieri di Luce, auspici, richieste di cuore, partono giorno per giorno dal veggente per tutti coloro che sono nell’afflizione e nel bisogno. In ciò non ricerca nessun nome. “Sì, Signore; dicono cose così irragionevoli. Ti chiamano Buono e, contemporaneamente, si crede che da Te verrebbe anche il male, che TU manderesti del male ai Tuoi figli-uomini. Ah, Signore, togli questa cosa insensata dai cuori, affinché Ti riconoscano così chiaramente come Tu sei nella Tua maestosa Santità”.
54. “La tua richiesta vale dinanzi al Mio volto”. Si sente la voce di Dio. “Tu Mi dai un consiglio di volgere i loro cuori, quando si aggrappano alla loro cattiva opinione e pensano ancora quanto fossero intelligenti?”
- “Un consiglio…?”, Samuele si abbassa un poco come se avesse peccato molto con la sua richiesta. Allora gli sembra come se Dio stesse seduto accanto a lui.
55. “La richiesta era già buona”, suona gentile, “ma non hai pensato molto bene”.
- Chi può consigliare TE? Tu hai eternamente abbastanza buon Consiglio. E a questo voglio sempre sottomettermi. Ho solo desiderato che la fede in Te diventasse pulita, e che non si mettesse il povero mondano di questa sulle Tue spalle.
56. “Proprio i mondani si formeranno le loro norme fino alla fine come sono loro stessi, devo essere anch’Io davanti a loro. Non si vuole guardare in Alto, questo stanca. Ma che Io, DIO, non sto sul loro gradino, lo sanno proprio bene. Allora dalla piccolezza del loro essere s’inventano qualcosa su di Me, anche se qualcuno sente che non può essere così.
57. Non lo peso troppo, figlio Mio. Il mondano che risulta dalla via senza il cattivo pensare, cade sotto a una resa dei conti, ma non sotto un Giudizio. Sarebbe uguale in entrambi i casi? Sotto un certo punto di vista è così, perché ognuno deve confessare la misura dei suoi peccati. Nella resa dei conti viene considerata la via della materia, perché là qualcuno viene rovinato da altri. Sotto a questa cadono soprattutto le anime che non possono decidere da sé, non precisamente. Nel Giudizio cadono tutti coloro che hanno elevato se stessi, dove l’animico, insieme al senso mondano, è preso più del loro proprio essere.
58. Tali insegnanti che si sforzano di afferrare il Mio Spirito di Grazia, che Mi chiamano il ‘buon Padre’, contemporaneamente il Dio inesorabilmente severo perché loro stessi sono severi ed inesorabili, appunto costoro stanno nel Giudizio. Naturalmente tutti coloro che fanno coscientemente del male, ladri, omicidi, e coloro che affilano le loro lingue sciolte. In breve, tutto ciò che partorisce l’oscurità viene giudicato.
59. Anche le rese dei conti non sono facili. Solo liberati dalla colpa, l’anima può avere la Benedizione nello spirito della luce. Finché non si viene fatta la Resa dei conti, a ciascuno sono attaccati i suoi errori. E’ certamente possibile – allora aiuta anche la Misericordia – cosicché l’uomo si renda conto di cosa sbaglia e si sforzi di sfuggire al male. Questo sforzo proviene dallo spirito che IO ho dato ai figli, senza il quale non esiste nessuna vera Vita.
60. Chi quindi può cambiare durante la sua via attraverso il mondo della materia, può già sperimentare del suo rimpatrio nel Regno una parte della resa dei conti e l’aldilà gli diventa luminoso e leggero. Senza sforzo non c’è nessun premio, Samuele!
61. Adesso ancora qualcos’altro: E’ stato bene mandare Davide da Saul. Non ti chiamerà più, ti teme, cosa che è salubre per la sua anima. Va nei villaggi vicini e porta alla povera gente la Mia benedizione, la Mia Parola e Grazia, e sii benedetto tu stesso. Tu stai sempre sotto la Mia mano”.
62. Come sempre dopo una rivelazione, Samuele rimane seduto interiorizzato, ripetendo il colloquio parola per parola nel suo cuore. Una Beatitudine, …una pregustazione del Regno. Facendo così si addormenta. Il mattino dopo chiama i suoi vicini amici e comunica loro la Benedizione di Dio. Dopo cammina come il Signore gli ha ordinato.
[indice]
[1° Sam. 19,18-24]:
[18] Davide dunque fuggì e si mise in salvo. Andò da Samuele in
Rama e gli narrò quanto gli aveva fatto Saul; poi Davide e Samuele andarono ad
abitare a Naiot. [19] La cosa
fu riferita a Saul: «Ecco, Davide sta a Naiot presso
Rama». [20 Allora Saul spedì dei messaggeri per
catturare Davide, ma quando videro profetare la comunità dei profeti, mentre Samuele
stava in piedi alla loro testa, lo spirito di Dio investì i messaggeri di Saul
e anch'essi fecero i profeti. [21] Annunziarono a Saul
questa cosa ed egli spedì altri messaggeri, ma anch'essi fecero i profeti. Saul
mandò di nuovo messaggeri per la terza volta, ma anch'essi fecero i
profeti. [22] Allora venne egli stesso a Rama e si portò
alla grande cisterna che si trova a Secu e domandò:
«C'è qui forse Samuele con Davide?». Gli risposero: «Eccoli: sono a Naiot di Rama». [23] Egli si
incamminò verso Naiot di Rama, ma cadde anche su di
lui lo spirito di Dio e andava avanti facendo il profeta finché giunse a Naiot di Rama. [24] Anch'egli si
tolse gli abiti e continuò a fare il profeta davanti a Samuele; poi crollò e
restò nudo tutto quel giorno e tutta la notte. Da qui è venuto il detto: «Anche
Saul è tra i profeti?».
Messaggeri di Saul e lui stesso, quali
falsi profeti
Una rivelazione particolarmente alta in
una capanna
1. Samuele vede continuamente che ciò che sta accadendo coincide con quello che gli riferiscono gli amici. Davide ha vinto Golia (1° Sam. cap. 17) e viene inseguito da Saul per odio[10]. Quest’odio non soffoca solamente dei nemici, uomo dopo uomo, strozza anche Israele, dove raramente c’è pace, dove comunque continua a sussistere in Canaan per via dei fedeli che si sono dati a Dio. Oltre che Samuele, anche il principe Chaha è una roccia, in più molti uomini insieme alle donne, sui quali si sfracella la risacca dell’odio e della paura.
2. In Rama si radunano gli anziani convertiti della Giudea, di Sebulon, di Gad e di Benjamin e i buoni vicini. Il principe Chaha va a cavallo da Gionatan, il figlio di Saul, per tranquillizzare il re tramite lui.
- Saul li respinge tutti, e per questo manda dei messaggeri ai quali comanda di profetare, per provocare Samuele. Ciò perché pensa che vi sia Davide dal veggente, allora…
3. “Che cosa dobbiamo dire?”, domanda uno.
- “Non sono un profeta”, Saul s’infuria. “Ah, dite semplicemente che Dio vi sarebbe comparso, che avrebbe ordinato di consegnare Davide e che Samuele non avrebbe più il dono del veggente”.
- Per non cadere nella mano omicida di Saul, i messaggeri fanno ciò che è stato loro comandato di fare. Quando la prima frotta non ottiene nulla – e Samuele li rimanda indietro – Saul manda un secondo gruppo e ancora un terzo (1° Sam. cap.19) e non ottiene nulla con la costrizione.
4. Arrabbiato, parte lui stesso, e ovunque tiene un giudizio annunciando: “Su di me è venuto lo Spirito di Dio” (1° Sam. 19,23). Egli ripete ciò che una volta aveva sentito da Samuele. La gente si meraviglia, quindi crede che lui sia di nuovo il re migliore. Arrivato a Rama, Saul non incontra più il veggente, costui era partito a Naioth con alcuni fidati.
5. Quest’ultimo manda degli uomini nelle città, per aiutare ovunque sia necessario l’aiuto. Fuori Naioth sta una capanna che non appartiene a nessuno. Dei viandanti vi cercano protezione e l’usano per dormirci. Là si reca il veggente. E’ investito da una spinta interiore. Da lungo tempo non ha più udito la voce di Dio. L’interiore, la visione e l’ispirazione, sono sempre stati con lui. Qui è solo. Chissà se il Signore…
- “Ma Samuele…”, dice la Voce accanto a lui come sempre, “…devo parlare con te solamente in Rama? Mi rivelo solamente nella tenda in Silo?”
6. “Signore, ho percepito che Tu eri con me; pensavo soltanto alla capanna come ad una stalla…”
- “Indegno del tuo Dio?”
- Samuele annuisce imbarazzato. Dio sta di nuovo accanto a lui nella Sua Figura gentile, con la Luce più sublime velata, affinché l’uomo sopporti la visione. Adorando, Samuele s’inginocchia; lui è così beato, che la povertà della capanna gli splende come oro.
7. “Per Me una cosa piccola è grande, se nel cuore dimora l’umiltà e l’amore. La cosa grande di questo mondo è simile all’erba che muore appassita. È stata la Mia Guida di cercare questa capanna, nel simbolo della stalla nella quale il ‘Signore dell’universo’ comparirà come un Bambino per salvare i figli! Tu non lo vedi, anche se il tuo spirito ne ha la visione, la redenzione che Io offrirò alla caduta, affinché diventi la redenzione a ogni figlio, ad ogni anima, ad ogni essere, come appunto ognuno ne ha bisogno. Chi - domando Io - non ne ha bisogno?”
8. “Tutti, Padre, come hai detto, che Tu fai il Tutto. Ora comprendo perché sei venuto qui da me, …no, per guidarmi qui, nelle Tue braccia. Posso?”
- “Quello che vuoi, lo può ogni figlio”.
- Samuele si stringe nelle di Dio. Mai, per quante cose meravigliose abbia sperimentato con il Signore, è stato così beato come in questo momento, mentre il Santo lo avvolge saldamente.
9. “Hai bisogno della forza, come anche del Mio conforto, perché sta arrivando qualcosa di grave. Non chiedere per quanto tempo Saul possa ancora infuriare. Da ciò, alcuni dal popolo saranno risvegliati e si rivolgeranno a Me”.
- “Posso chiedere comunque?”
- “Sempre, Samuele. È bene quando dici ciò che Io leggo nel tuo cuore”.
10. “Sì, Tu lo sai, Padre, e nonostante ciò mi sento spinto. Per quale ragione l’uomo viene risvegliato solo dopo un disagio? Deve atteggiarsi Saul così, affinché la gente giunga alla riflessione? Non puoi guidare le anime attraverso la Magnificenza della Tua Onnipotenza?”
- “Me lo hai già chiesto una volta, benché solo oggi scende in te più profondamente nell’animo, e vorresti vedere davanti a Me una strada pulita, affinché la Mia Grazia non giunga agli uomini solo attraverso una disgrazia.
11. La Mia Grazia è così grande come il Mio Empireo. Essa riempie le Opere della Mia Potenza creativa. Non deve prima scorrere, se deve agire in particolare. Se appare sempre apertamente, se si deve soltanto tenere aperte le mani per servirsene, questo sta nel mistero del Mio Governo paterno. Di questo sei già informato. Accetta questo Insegnamento:
12. In particolare nel mondo, al cuore dell’oscurità luciferina, non è facile convertire se stessi. Se sono dei figli dalla Luce, allora come peso è fissata in loro quella parte che hanno accolto liberamente dalle forze della caduta di Satana, per portare le stesse nel Regno come un bene di riporto. Senza reminiscenza, a favore del caduto, non sanno oppure sanno in modo non preciso il perché percorrono la piccola via del mondo. E così hanno bisogno dell’aiuto della Luce. Una disgrazia non deve necessariamente colpire loro stessi; può succedere al prossimo oppure ad un intero popolo.
13. In quelli dell’oscurità proviene dal loro stesso essere e - Samuele - proprio là scorre attraverso la Mia mano. Senza questa Guida nessuno dei caduti sopravvivrebbe alla materia, perché sono parte della stessa. Ho promesso ad Abraham le Stelle e la sabbia, perché solamente da là dove dimorano le Luci, la sabbia può avere la sua vita.
14. Soprattutto in Israele ora si vede come i fedeli vivono accanto a tutti gli infedeli e soffrono anche per questi, non per sé, se accettano, sapendolo o meno rimane uguale, il disagio per gli altri; allora aiutano le povere anime per ritrovare un giorno la Patria. Allora la Mia guida di Grazia non rimane segreta e si rivela a ogni figlio per ciò che gli serve.
15. Tuttavia ora la consolazione, che è necessaria per superare ciò che accadrà ora. Non ti stupire di nuovo e non domandare il perché permetto questo abominio. Proprio perché te lo annuncio Io, accadrà l’azione cattiva che sarà da ripagare con grave amarezza. E’ Saul che comanderà di mettere mano alla stirpe sacerdotale. Ma nessuno del popolo lo vorrà fare; quindi un forestiero, un oscuro, deve uccidere i sacerdoti. (1° Sam. 22,18) In tal modo Saul giungerà al suo limite, allorquando sperimenterà il suo ultimo sostegno. ‘Fin qui e non oltre!’. Ed anche se si caricherà ancora qualche cattiva azione sulla sua anima, …tutto è legato a questa azione.
16. Lui non potrà dire: ‘Io l’ho solo ordinato, è stato l’altro…’. Oh, sì, così l’uomo trova il sotterfugio, mostra col dito il prossimo e dice come Adamo: ‘La donna che Tu mi hai dato…’. Chi cerca di scaricare la sua stessa colpa sul prossimo, chi getta nella fossa della cattiva reputazione un altro che ha peccato, costui pecca di più che tutti gli altri la cui colpa è più grande che la colpa di molta gente!
17. Rimarrà un vendicatore (Abiatar - 1° Sam. 22,40) che un giorno potrà portare la sua accusa davanti a Me. Se lui stesso non eserciterà nessuna vendetta, allora la sua parola d’accusa varrà, perché ogni malfatto viene vendicato, …ma da ME, Samuele! Mia è la vendetta, ed IO ricompenso il bene come anche il male!”
- Samuele alza le due mani: “Ah, Signore, la vendetta in questo mondo è una faccenda grave, aumenta di volta in volta.
18. Se si dice una parola un po’ più pesante all’altro, per questo si viene battuti facilmente; se si colpisce con la mano, per vendetta si troverà la propria morte. Ancora peggio è fra le tribù e i popoli. Sovente copro gli occhi, quando vedo una tale oscura immagine del futuro”.
19. “Non li coprire più”, ammonisce Dio così bonariamente che al veggente gli scorrono le lacrime. “È difficile che l’umanità comprenda il perché l’ingiustizia diventa sempre più grande. Guardando indietro ai tempi passati si dirà: ‘Allora era meglio’. - Il decorso degli eventi crescerà, ma non così come viene considerato. Tu sai abbastanza come la caduta dev’essere salvata. Esiste certamente una scarsa libertà in cui Satana si crede grande e magnifico, non per ultimo l’uomo. Così, proprio questa piccola libertà rimane racchiusa nell’imponente redenzione.
20. E’ sufficiente se ogni figlio ritorni a Casa giungendo alla più alta conoscenza, che comprenda come mai che attraverso la caduta risultò così tanto di spaventoso. Tuttavia, tutti gli spaventi del mondo, degli uomini, sono soltanto una minuscola scheggia di ciò che una volta è risultato tra Me e Sadhana.
21. La sua ribellione, il suo orgoglio, la sua volontà di essere più di Me, ha sconvolto tutto l’Empireo. Nemmeno i Miei cari grandi, i principi del Mio Regno, ne hanno potuto afferrare l’intero oltraggio. Io ho proprio coperto il più grave; ho immerso il peggio della caduta in anticipo nella Fonte di Mezzanotte, e da lì un giorno verrà levato, adagiato, quando il Giorno dell’Amore giungerà nella Notte pietosa.
22. Prima che in futuro s’infiammi l’Aurora colma di Luce del nuovo Giorno della Creazione della Misericordia, e prima che Io risvegli il Mio popolo-filiale dal suo sonno altamente beatificante ad una nuova esistenza, alla continua crescente Beatitudine, allora toglierò l’onta del Giorno dell’Amore dalla Fonte. Non indagare che cosa ne farò! Nell’Ora prima dell’Aurora, nessuno lo saprà mai; solo, che allora avverrà così, lo devi sapere, questo ti viene rivelato.
23. Quello che i fedeli della Luce hanno visto, coloro che hanno portato la loro via del co-sacrificio e si offrono ancora per il servizio, lo devi pure riconoscere. Tuttavia viene di nuovo velato finché la materia sarà da dissolvere. Certamente l’uomo si accorgerà per ultimo della sua soluzione, ma proprio quest’ultima spanna sarà riempita con la più sublime Grazia. Allora si rivelerà quello che è rimasto a lungo nascosto. Ciò sarà indicato ai singoli che hanno da agire durante il loro tempo.
24. Come Io berrò pure un Sacrificio (Golgota), così una volta ho bevuto l’onta del Giorno dell’Amore. Dalla Fonte della Mezzanotte l’ho di nuovo attinto, il santo Mistero per i figli. Una goccia, come Io sono l’UNO! Con quest’unica goccia è estinta ogni colpa della Creazione. Ma ciò che è la goccia, quello che ne succederà, che IO la bevo (Getsemani), lo rivelerà in parte il Giorno dell’alta maestosa Misericordia per la nuova Beatitudine dei figli.
25. Sappi ancora ciò che sanno i Miei grandi nella Luce: – La Luce della Mia santa Entità-UR è eternamente inaccessibile, perché dalla stessa sono sorte le Mie Opere, che Io ho formato nel Mio interiore, per la più maestosa Gioia della Mia Potenza creativa per il popolo-filiale. In lui – non attraverso lo stesso – culmina la Mia Magnificenza, così incommensurabile com’è il Mio Empireo. E così è inaccessibile come lo è la Mia stessa Entità di Luce, quindi come lo sono Io in Me stesso!
26. Tu vedi già che cosa annuncio. Guarda: ho bevuto quell’unica goccia dell’onta della Creazione, che da allora è eternamente nascosta, come la Mia Luce! Solamente: …come Io sono uscito nella Mia visibile Persona da questa Mia propria Luce per donare ai figli la più alta Beatitudine, per loro, proprio così sarà con quell’unica goccia, come l’onta della Creazione rimarrà sempre invisibile attraverso il Sacrificio dell’espiazione, dopo che sarà stata fatta la Resa dei conti del ‘dare’ e ‘avere’ per il Giorno dell’Amore. L’onta filiale dev’essere però pareggiata alla Sera, altrimenti i Miei figli non giungerebbero nel sonno altamente beatificante. Allora non esisterebbe nemmeno il risveglio più alto per il santo Giorno di Sabato.
27. Nell’accrescimento, incomprensibile per i figli, giace la Vita. Incomprensibile, in quanto, per Me non esiste nessun accrescimento. Questo è stato provveduto per tutti i Tempi e Spazi incommensurabili. E questo, se Lo vuoi chiamare così, è il Concetto-DIO! Ma dallo stesso prendo sempre un Tempo, e il suo Spazio lo riempio con le Magnificenze, che per i figli sono poi i Giorni della Creazione, e come questi si allineano sono quindi l’eterna Vita per il Mio Popolo.
28. Ora fa ancora attenzione a questo e chiudilo in te: arriverà il tempo in cui delle cose si potranno adempiere …per gli uomini di questo mondo e nello spazio della materia, mentre poi nel Regno è già riconoscibile tutto ciò che deve giungere alla Rivelazione. Sadhana, la Mia prima figlia, ha provocato la colpa della Creazione, con cui per lei stessa è sorta la colpa filiale. Quest’ultima è da pareggiare apertamente, affinché il suo stesso peso le possa essere tolto. Senza di questo, lei dovrebbe svanire sotto la sua colpa.
29. Ma che la colpa della Creazione abbia scosso l’intero Regno, l’ho tolto IO da Mia figlia! Non sarebbe mai stato possibile che una creatura-figlio potesse rimettersi dallo scuotimento! Ma dato che era successo nel Giorno dell’Amore, proprio per questo il MIO AMORE ha colto questo Sacrificio ed Io lo porto fin dall’Inizio del Mio Sacrificio-UR, fino alla fine! Questo l’ho compiuto prima, ho allineato la Mia Volontà-UR dietro al Mio Ordine, con cui naturalmente - anche in segreto - la Volontà terrà sempre il Governo. Nessuna Opera si potrebbe conservare, se la Volontà di Creatore non possedesse in eterno la Sua Sovranità!
30. Accanto a questo Sacrificio pre-pensato, ma mai pre-determinato, ho bevuto Io l’unica goccia, se attraverso la libertà concessa ai figli si fosse giunti ad una colpa di Creazione. Prima di tutto, Samuele, affinché sui Miei figli non cadesse un peso troppo grande. Infatti, se Io ero e sono Dio, allora dovevo vedere se le vie della libertà partorivano l’una o l’altra cosa. Non avevo bisogno di crearMi dei figli-automi, essi sarebbero stati un abominio alla Mia divina magnificenza! Solo dei figli liberi - certamente nei confini limitati della Mia Guida - dovevano rallegrarMi. E sii certo: indipendentemente dalla caduta, per questo attraverso la giusta prova della libertà, la Mia schiera di figli si è affermata!
31. Due Terzi sono rimasti fedeli, due Terzi hanno perfino seguito il Mio Sacrificio, nelle possibilità offerte ai figli. Mi hanno offerto il loro servizio, andare nella materia finché la colpa della figlia, di Sadhana, un giorno sarà sospesa. Hanno sacrificato la loro Beatitudine celeste nell’alta libertà. In Verità, …qual maestosa immagine della Mio (futuro) Sacrificio! I Miei figli Mi sono riusciti bene, sono buoni e fedeli. Quello che di tanto in tanto sbagliano nelle loro vie del mondo, questo - Samuele - lo avvolgo insieme nella colpa della Creazione; e ora sai che cosa è successo con lei prima che nascesse, quello che succederà con lei quando il Giorno dell’Amore arriverà al magnifico perfezionamento.
32. Allora tutti i deviati giungeranno al pentimento, alla conoscenza e all’espiazione. A loro non rimarrà naturalmente risparmiato di sacrificarsi anch’essi una volta. Questo lo porta il successivo Giorno dell’Ordine, quando sgorgherà la seconda Settimana del Mio Anno-Atto-UR dalla Fonte di Mezzanotte. Il Giorno della Misericordia è il ‘Giorno-libero’ pieno di Luce e Bontà; allora i fedeli riposeranno, allora tutti i caduti verranno redenti.
33. Tu non puoi sapere che cosa è il Mio AMORE! Non essere triste, Samuele. Anche i Miei primi non possono misurare il Fondo delle Caratteristiche. Proprio questa è una Parte della Mia Benedizione, pure per voi (che siete) senza alcun fondo. Se poteste giungere ad una tale profondità, vi sprofondereste e non esisterebbe più nessuna Vita propria.
34. Per voi ho pensato la Beatitudine del Giorno. Da ciò che ho preso dal Mio Essere-UR per le Creazioni, ogni figlio ha la sua giusta parte dell’Opera, che lo renderà eternamente felice. - Ora hai udito molto. Conservalo per te. Non pensare che ciò sia stato detto invano, …perché sarebbe soltanto per te? Nell’Infinito esistono molte Stazioni, alle quali ora è affluita la Rivelazione, dove dei figli ritornati a Casa sono in grado di accogliere di più dalla Luce di quanto possa l’uomo in genere”.
35. Il Signore tace come fosse andato via, benché Samuele si chini a lungo per l’inaudita pienezza che lo ha travolto. Allora guarda in su nel gentile Volto, nel quale Egli sta come dicesse in attesa: ‘Che cosa dice Mio figlio?’. Ah, sì, gli accrescimenti… Il veggente lo percepisce sempre di più, come anche lui viene sollevato. Per dove…? Non esiste soltanto un luogo, dove si ha l’ultima Benedizione del Giorno? Tende la mano nel santo abito e supplica:
36. “Signore, lasciami parlare ancora con Te!”
- “Era questo che aspettavo”, dice Dio con Bontà. “Io vedo ciò che smuove il tuo cuore, domande che sono giustificate perché hai sentito qualche mistero”.
- “Non voglio indagare di più di quello che Tu, Padre mio, mi riveli. E’ soltanto, è…”, Samuele balbetta e Dio sorride. Allora si fa coraggio e domanda:
37. “Hai parlato della colpa della Creazione e della figlia. Perdona, non riesco a discernere. Se Sadhana ha provocato la colpa, allora è diventata colpevole in sé e nella Creazione. Infatti, la Creazione stessa, …TU l’hai lasciata sorgere, e in essa non vi è nessun errore. Un albero che è cresciuto storto oppure non porta frutti, non è empio, e un animale che cerca il suo cibo, è libero da ogni colpa. Oppure no?”
38. “Io ho creato la natura, e questa è libera e buona, sempre per l’utile degli uomini. L’albero che hai menzionato, cresce storto a causa del vento e dell’acqua e non è peccato se ce n’è uno che non porta frutti. E’ un segno, solo che molti uomini non vi badano. Pochi hanno per questo uno sguardo aperto per comprendere anche questo insegnamento. Non il meno e il più scarso, che non serve a un insegnamento.
39. Per Me non esiste nulla senza motivo! Proprio così è con gli animali che voi chiamate cattivi. Loro non conoscono né bene né male, agiscono secondo la fame e l’istinto. Di quest’ultimo ne hanno bisogno per conservarsi. Persino l’animale più selvaggio è migliore di un uomo che è intenzionalmente cattivo e perfido. L’uomo sa ciò che è buono e cattivo, …lui può agire di conseguenza. Ma ora la tua domanda:
40. Quando Sadhana si è sollevata ed è andata contro di Me, lei sapeva che stava nell’ingiustizia. Attraverso la conoscenza, ma non vi badava più, lei si è creata la colpa-filiale. Insomma: Lei è diventata colpevole di se stessa. Tuttavia Io la tenni comunque apertamente salda. In segreto, Samuele, non l’ho mai lasciata, come nessun figlio e nessuna cosa di tutte le Mie Opere!
41. Quando nell’oltraggioso orgoglio si è liberata da Me, si credeva divina, dicendo che era una seconda Forza e forse persino la prima, e quanto ancora di male ha peccato contro la Creazione. Questo non riguardò più unicamente lei sola, si è trattato della schiera dei figli. Tu sai che Io li ho creati da Me, lei era la Mia Opera più bella in cui vedevo il Mio Giubilo da Titano della Mia Magnificenza di Creatore: ‘La Mia esperienza divina’.
42. Grazie alla libertà e allo sviluppo assegnato ad ogni figlio, era veramente possibile che tutta la schiera cadesse insieme a lei. Non chiederMi che cosa sarebbe successo in tal caso! Assolutamente, …anche nel più profondo inabissamento dei figli; Mi sarei conservato l’Opera! Ho abbastanza Potere di Creatore, Samuele, per riparare anche la cosa peggiore. Lo spazio e il tempo in questo caso non hanno per Me nessuna importanza, perché gli Spazi e i Tempi sono da ed in Me stesso!
43. La Lotta sarebbe stata dura, ma benefica! E dato che Sadhana aveva esortato la piena schiera – sfidando tutti, soprattutto molto gravemente i principi-angeli sui quali pendeva il vero Su e Giù nella prova della libertà della Creazione – per lei restava la colpa della Creazione senza via d’uscita.
44. Indipendentemente da questo, che i sette principi-angeli che avevano resistito e con loro tutti i nati nella Luce, il Giorno-Creazione era tuttavia capitato nell’afflizione, poiché, guarda, il popolo-filiale, la Mia nobile creazione, il Diamante della Mia Corona, questo si era cristallizzato, per voi, al di fuori di incalcolabili Anni di Creazione.
45. Questo non lo afferrerà mai nessun figlio, anche se giungesse fino all’ultimo limite della conoscenza, come sia avvenuta tale cristallizzazione. Persino una conoscenza parziale non potrebbe aumentarvi le Beatitudini, senza aumentarvi il collegamento con Me. Questo è uno dei Miei misteri-Ur, da cui attingo le vere gioie, preparate in eterno per i Miei figli.
46. Dato che Sadhana voleva distruggere la schiera fedele, ‘ha dileggiato l’Opera dell’Amore’, questo procurò la colpa della Creazione. Non saprà mai ripagarla, nemmeno dopo la piena-Redenzione, quando dopo il santo ‘È Compiuto!’ giungerà alla comprensione e al primo ritorno[11], da cui risulterà la purificazione della colpa della figlia alla Sera dell’Amore! Annotatelo: anche lei deve portare, come tutti gli sviati, il suo sacrificio nel successivo Giorno dell’Ordine. Da questo, nessuno può svincolarsi, perché proprio solo dopo questo può essere data per tutti una stessa Beatitudine, che i fedeli della Luce hanno già ricevuto alla Sera dell’Amore e nel Sabato della Misericordia.
47. I salvati non percepiranno la differenza fra le due Beatitudini. Tuttavia, dopo la loro ‘via del sacrificio fatta in seguito’, come detto, la riconosceranno in retrospezione. Ma allora saranno consolidati anche loro, perché – e questo dipenderà da loro, prevalentemente dalla Mia Sadhana – Io avrò bevuto la colpa della Creazione. Con ciò i fedeli saranno stati liberati in anticipo dal peso. Cioè: quando si era infiammata la lotta, avevano indagato se dovevano rimanere soltanto con ME oppure se, per amore per la prima figlia, dovevano rimanere fedeli anche a lei. Loro per un certo tempo hanno vacillato qua e là, pur non essendosene veramente accorti essi stessi.
48. Questo non è riferito a loro, ma si riferisce alla lotta che Sadhana aveva scatenato. Perciò i fedeli non ne avevano nessuna colpa. Io ho posto questo vacillamento nella Mia bevuta (nel Getsemani); loro rimasero interiormente uniti con Me ed hanno voluto esserlo fin dal principio: Soli con UR, altrimenti da nessuna parte! Ma amavano Sadhana, cosa che si riferiva di più all’esteriore, per il fatto che erano tutti insieme ‘le Mie creature-figli’. Quindi il peso-gravità stava nell’Amore per Me!
49. Ora conosci questa differenza e, come già sottolineato, sai che mai un figlio, né un principe, meno ancora Sadhana, non sarebbero mai in grado di rimettere il peso, caricato sulla Creazione, come autrice della caduta. Se Io non avessi immerso il peggio del peggio nei Miei misteri-Ur, …nessun sacrificio filiale, per quanto grande potesse essere, sarebbe mai capace di annullarla del tutto.
50. Adesso comprendi bene che nessuno può sapere che cosa fa realmente il MIO AMORE. Il Suo Raggio e ciò che fa per i figli, questo è la cosa più facile da afferrare nella dimensione fin dove una creatura-figlio sa impiegarlo. Se lo fa, Mio Samuele, allora ha riconosciuto la Mia ‘parte d’Amore rivelato’ e sa precisamente che cosa deve a questo.
51. C’è ancora una cosa nella tua mente di ciò che ho detto della dissoluzione della materia. L’avevo solo accennato perché su questo è da spiegare come stanno le cose quando si avvicinerà il tempo. Nello spirituale è già stata data la visione per i figli viandanti, poiché questi hanno da portare diverse cose, persino quando lo presagiscono al massimo nella consapevolezza naturale. Questo giace pure nel cassetto dei misteri.
52. Se un giorno gli uomini di questo mondo sapessero in anticipo come avverrà la dissoluzione, oh, difficilmente i fedeli potrebbero portare tali pesi, gli infedeli non lo crederebbero. Vivrebbero comunque senza una vera meta. Quello che desidera il loro pensare e desiderare materiale, lo arrafferebbero ancor più. Perciò è del tutto inutile togliere un velo per costoro.
53. Da ciò si vede che di questo non c’è molto da dire, solo che la materia si trova già nella dissoluzione. Il principe dell’oscurità, come si chiama Satan, è comunque della convinzione che il suo reame sia fortemente consolidato, e riguardo all’irrigidimento che si riferisce molto particolarmente all’amore, all’animo, lui ha ragione. Sì, l’umanità di questo mondo sprofonda sempre più profondamente nella vera oscurità sua; e se non aiutassero i fedeli, le cose starebbero male per tutte queste anime”.
54. “Posso chiedere ancora qualcosa?”. Samuele ha continuamente osservato il santo Volto, non ha lasciato le sue mani dal lembo dell’abito divino, la sua domanda arde nel cuore. Ah, il buon sorriso di Dio, così paterno, che l’uomo si sente ultra beato. Un ‘sì’, e questo basta per il veggente.
55. “Signore, come mai che non esisterebbe nessun Aiuto per le povere anime, se le Luci non aiutassero? TU sei il nostro buon Dio, Tu Ti sei rivelato ai Tuoi figli, TU solo sei il nostro Aiutante! Io so molto bene chi Ti obbedisce e fa secondo la Tua Volontà giusta per l’Opera, e costui può sacrificare il suo, per co-aiutare, affinché i perduti trovino un giorno la loro via verso Casa. Questo è certamente molto per noi; ma la Cosa più sublime proviene da Te, è unicamente la Tua faccenda.
56. Che cosa potremmo raggiungere senza il Tuo aiuto, senza le Tue mani, senza la Tua compassione, cosa che vale anche per i Tuoi figli fedeli? Se si sapesse, come ti sei espresso, che si porta un tale aiuto, non attizzerebbe facilmente l’arroganza? Non è forse meglio che ci si affidi unicamente a Te, alla paterna Guida, attraverso tutto il tempo della vita?”
57. “Hai ben compreso la Mia indicazione. Da voi stessi potete sempre soltanto aiutare dal MIO aiuto. Tu lo hai da tempo sperimentato in te, come le Mie parole e le azioni sono fluite in te. Però, non pensare che ora non ci sia nulla di tuo proprio in queste azioni e tu saresti un involucro vuoto. No, Samuele, non è così! Se Io avessi tali figli, non avrei nemmeno bisogno di rivelarMi. Degli involucri vuoti non possono conoscere nessuna Beatitudine!
58. Come ho dato la giusta parte del Mio Spirito a ogni figlio, nato e rimasto nella Luce, così anche del Mio aiuto che proviene dal Mia Essenza di Creatore. Voi stessi potete pensare, parlare ed anche agire; e se è fatto bene, allora lo spirito è della vostra anima è in primo piano. Non ho bisogno di insegnarti ciò che non è buono, questo ve lo insegna il mondano stesso. Tuttavia, per superarlo, guarda, allora ogni figlio può ben appoggiarsi al Mio aiuto e supplicare la Mia forza per un buon lavoro.
59. Non essere rattristato se l’ultimo tempo rimane nascosto. E’ certamente bene voler aiutare già ora con pensieri di Luce, buoni auspici e richieste del cuore, per alleggerire i pesi per ciò che sarà. Oh, il pensiero è già un aiuto. Nello spirito nulla va perduto, per lo spirito ogni tempo è come un’Eternità. Nondimeno, la percezione di una Eternità, rappresenta un ‘Attimo di Luce’ del Mio Tempo.
60. Tu non sei né il primo né l’ultimo che conosce dal suo spirito la supplica del cuore: ‘Signore, aiuta!’. Non dovrei conservare per Me una tale supplica e farne ciò che compiace a Me? Che cosa, Samuele, compiace meglio a Me?”
61. “Non è una domanda facile”, mormora Samuele. “Presagisco ciò che intendi, mi mancano solo le parole”.
- “Non ti mancano di molto”. Il Signore gli impone le due mani. “Oppure credi che Io ascolto solamente dei discorsi ben formulati,
che sono quasi sempre degli involucri vuoti, mentre il balbettio di un’anima
che si aggrappa interiormente a Me, lo sente tutto il Campo di Luce?
Naturalmente è bene se l’uomo impara ad esprimersi in modo autentico. Però, che
badi sempre alla Parola interiore, poiché da ciò proviene il giusto sentimento.
– Compi ancora un’ultima opera, poi …”
62. “…posso venire a Casa?”, interrompe Samuele, e velocemente si piega. Come ha potuto cadere nel discorso di Dio? Allora si mette male con un rimpatrio beatificante.
- Dio lo consola: “Oh, è meglio ascoltare con calma il discorso dell’altro, e solo poi aggiungere una parola.
63. Era il fervore del tuo spirito, la nostalgia e il sentimento lieto: a Casa dal Padre! Un’interruzione dalla nostalgia non è nessun errore, quindi non t’abbassare, ma guarda in alto, come lo hai fatto finora”.
- “O Padre, quanto sei buono! Non lo merito affatto; ma forse nessun figlio merita, nemmeno i primi, la Tua grande Bontà paterna. Questa conia il Tuo Nome: D I O !”
64. “Hai ben detto la verità, figlio! Questa Bontà, il Segno del Valore della Mia Divinità-UR, nessun figlio se la può guadagnare; però ne può ricevere ciascuno una parte dall’Opera, perché senza questa Bontà, senza questa Mia Divinazione, nulla si può ottenere. Appunto questa parte è da guadagnare. Sarebbe triste se nessuno fosse o potesse diventare un guadagnatore”.
65. “Posso dire che anche TU guadagni?”, lo pronuncia con titubanza.
- “Che cosa dovrei guadagnare Io, che non Mi appartenga già?”
- “Ora mi hai esaminato, caro Padre. Tu sai che cosa intendevo. Tu hai guadagnato il nostro amore, l’obbedienza, l’osservanza dei Tuoi santi comandamenti, una piena dedizione al Tuo Cuore paterno. Questo lo hai guadagnato proprio grazie alla Tua alta maestosa Bontà, che rimane eternamente Tua propria. Dalla Tua Pienezza sono provenute tutte le Opere, da questa noi prendiamo Vita”.
66. “Sì, figlio Mio, così Io sono un Guadagnatore, per causa vostra. Perché chi dà, può anche prendere; e dato che sono eternamente il DONATORE, accetto dai Miei figli il loro amore, l’obbedienza, come tu hai detto giustamente, e tutto ciò che un figlio sa riportarMi come restituzione.
67. Per te c’è ancora una lunga via. Lo Spirito della Mia Grazia ti guida. Metti ancora da parte il ritorno a Casa, ma non dovrai più aspettare molto. Dapprima sono da adempiere i doveri. Oppure vorresti tornare a Casa con una mezza misura?”
- “Oh, no! Ma chi è colui che camminando attraverso la materia può raggiungere una piena misura? Tu avresti certamente meritato l’intera misura, perché Tu sei l’intero Donatore per noi. Tu non hai nulla a metà, …per noi?”
68. “Non lambiccarti il cervello su una quantità, poiché ciò può significare anche una piena misura, quando il peso della via ne dev’essere pareggiato. Io sono vostro Padre, Samuele. Mi rallegro di ogni dono dei Miei figli. Posso misurare la cosa più piccola con la grande; ma se qualcuno crede di portarMi una cosa grande, questa può facilmente cadere in una piccola. Rimani con la tua mezza misura, ed aspetta che cosa ne farà la Mia Bontà. Sii benedetto”.
69. Ancora una volta le mani di Dio giacciono sul capo del veggente, e costui pensa: ‘Così fa Dio con tutti, anche se non tutti lo sperimentano come lo posso sperimentare io in modo immeritato’. Allora è come se una Mano sinistra passasse gli ancora una volta sulla fronte e sulla guancia. Samuele si addormenta beato. Si è fatta notte profonda.
[indice]
Un pugno di uomini fedeli – L’avvincente
presenza di Dio – Anche un’adorazione
1. “Samuele, che cosa sarà?”. Sono passati mesi dal grande discorso di Dio. Samuele si è reso conto degli avvenimenti. Qualche amico gli ha anche riferito ciò che ha confermato le sue visioni. Il principe Chaha è arrivato proprio mentre Samuele riposa. Non giunge con quella calma interiore, poiché, nonostante la preveggenza, egli è unito con il popolo nel senso buono e ciò che capitava agli uomini diventa anche la sua sofferenza.
- Samuele fa portare a Chaha del pane, vino e dei frutti. “Ristorati e poi riferisci”.
2. Amorevolmente serve il suo ospite. Dopo una faticosa cavalcata il principe si siede a tavola e mangia in silenzio tutto il buon cibo. Samuele lo sa oppure lo presagisce già che nuovamente, come tutti gli anni da quando è diventato sacerdote e profeta, un grave destino minaccia Israele, più dalle proprie file, anche se una continua guerra portando morte e rovina mette paura alla povera gente.
3. Quando Chaha ha finito di mangiare, appoggia la sua testa sulle due mani: “Samuele, saprai dallo spirito che cosa ha combinato Saul. Posso completare la tua visione?”
- “Parla!”, lo invita Samuele. “È bene se trascini via il peso dalla tua anima. Certe cose mi vengono riportate, dall’amico e anche dal nemico. E’ questo che completa, perché come uomo, persino quando si ha un dono da veggente, non si può possedere nessuna piena visione, non in vista di tutto l’abominio che commettono i materiali”.
4. “Sei troppo modesto”. Chaha afferra la mano di Samuele. “Ci hai sovente aiutato, dato che potevi vedere in anticipo ciò che avveniva, e ancora molto di più. La cosa più importante era l’insegnamento di Dio. Hai legato saldamente me e molti altri a Dio, e di questo ti sarò sempre grato”.
- “Va bene, amico mio, ringraziamo insieme il nostro Signore che guida tutte le nostre vie”.
5. “Anche quelle dei cattivi?”, chiede Chaha in modo incerto. “Allora credo piuttosto che a loro stia un diavolo ai calcagni che guida le loro vie. Ah, …guidare! Penso che i cattivi vadano mano nella mano con i cattivi”.
- “E’ da considerare così”, conferma Samuele. “Qui si può dire che si sposa il simile col simile. Ma guarda, non si deve caricare sui diavoli soltanto le colpe che commette l’uomo, anche se pure loro sono all’opera.
6. Non è l’uomo da solo? Non dipende dal fatto come ci si educhi? Ogni uomo può fare del bene, evitare il male, perché l’indicatore della via della nostra vita è la coscienza. E’ molto giusto che non è DIO a guidare la via dei cattivi! Soltanto, Egli ostacolerà la piccola via di ogni uomo, a Suo tempo! Non pensare del perché Dio aspetti e che chiuda gli occhi contro ogni malvagità, fino a quando non è giunto il Suo tempo. Non è così!
7. Chi ha una povera anima, per la propria caduta, mai data da Dio, ha bisogno di molto tempo finché tutto il male non abbia la sua fine. E non è nuovamente come se Dio debba aspettare, per poi cambiare pietosamente le vie degli oscuri. Oh, proprio perché attende nella Pazienza e nell’incommensurabile Amore, la Sua Guida è là, apertamente. Non ci si accorge, ma si crede che tutto sarebbe inutile. Vuoi riferirmi di Saul, sei venuto per questo, vero? …Allora sembra davvero come se il Signore si sia distolto del tutto dal popolo.
8. Sarebbe ingiusto se si dovesse portare i pesi del re cattivo? Non hanno desiderato un re più di nove su dieci, senza più riconoscere la Guida del Creatore? Anche per il resto, molti pensano solo alla ricchezza e al guadagno. Se con ciò si danneggia il suo prossimo, che donne e figli devono soffrire, a questo non si pensa. Poco fa sulla via verso Gilgal sono passato da un mercato. Nessuno mi ha riconosciuto subito, perché il mercanteggiare fra commercianti e compratori era davvero terribile. Se lo avessi visto…”. Samuele sospira, profondamente preoccupato.
9. “L’ho visto sovente”, risponde Chaha, pure lui oppresso. “A volte ho visto anche qualche buona cosa; si trattava con calma, un commerciante ha dato della merce gratuitamente a una povera donna. C’è quindi anche del buono in Israele”.
- “Sia ringraziato Iddio, che ci sia ancora! Ho sperimentato qualcosa di simile, anche se è avvenuto per intervento di Dio”.
- “Tramite te?”, chiede Chaha.
10. Samuele respinge un poco: “Ah, il Signore ha delle vie strane, affinché facciamo ciò che è nella Sua Volontà. Un uomo malato che aveva la fame negli occhi, aveva raccolto un frutto che era caduto dallo stand e si vedeva come ne gioiva. Il commerciante ha gridato: ‘Sbirro del mercato, mi hanno rubato un frutto!’. Io stavo vicino, ma ho aspettato che cosa ne sarebbe stato ho tenuto fermo il povero uomo che naturalmente voleva fuggire, e gli ho sussurrato nell’orecchio: ‘Rimani! Sarai aiutato’.
11. Era comprensibile che non lo ha creduto subito; ma quando mi ha riconosciuto voleva chiamarmi per nome. Gli ho fatto cenno di stare tranquillo ed osservare come il Signore sa aiutare. Si è formalmente aggrappato a me, bisbigliando: ‘Se aiuti tu, allora mi aiuta Dio’. Io avevo messo sul mio volto il panno da Sole; non ci si è preso nemmeno notizia di me finché non è venuto lo sbirro.
12. ‘È l’uomo che ha rubato?’, chiese. – Io dissi: ‘Nulla! Soltanto, che un frutto era rotolato via per colpa del commerciante, e l’anziano l’ha raccolto. Inoltre, conosco l’uomo, lui è onesto, e ora è malato. Non c’è nessuno che provveda a lui, non ha più mangiato nulla da giorni. Dimmi, sbirro, se questo era rubato dinanzi a DIO, oppure, …soltanto raccolto sulla via. Era necessario chiamare te per un frutto che il commerciante non ha nemmeno fatto crescere, inoltre ha trattato a prezzo troppo basso la merce da un contadino?’
13. ‘Chiunque tu sia’, disse lo sbirro, ‘hai detto il vero. Ora prendo al commerciante tanto, che l’uomo abbia da saziarsi per tutta una settimana’. Ci fu un tumulto, perché improvvisamente tutti i commercianti erano d’accordo. Diversamente, ognuno guarda l’altro con invidia. – Lo sbirro esclamò: ‘Nella mia mano c’è il diritto del mercato! Devo chiamare i miei servi? Fanno un magnifico ordine’. Mi ha guardato in modo interrogativo ed Io ho annuivto per confermarglielo. – Lui disse:‘Quindi, chi di voi commercianti vuole dare liberamente al povero uomo?’
14. Lo sbirro conosceva la sua gente, e nonostante ciò era l’Agire di DIO, poiché tutti hanno portato un dono, uno persino una cesta, affinché tutto fosse raccolto. È stato un buon tocco, e il nostro popolo ha molta cara gente. Lo sbirro è rimasto ai miei calcagni, e quell’uomo andando via mi ha sussurrato: ‘Grazie, profeta del Signore, grazie a te ora sono stato riccamente benedetto’. A casa avrà trovato nella cesta anche un denaro; lo sbirro ed anch’io abbiamo messo qualcosa in segreto.
15. Dunque… stavano appartati allorquando quello sbirro ha chiesto chi io fossi. Lui si era sentito così ‘strano’, come se avesse dovuto agire, come non gli sarebbe mai venuto in mente. Naturalmente, per un frutto avrebbe soltanto ammonito il vecchio, anche il commerciante; invece si era sentito come se da me fosse ‘uscito qualcosa’, e avrebbe agito contro se stesso. Io avevo scoperto il mio volto e gli dissi: ‘Sono Samuele, av rai certamente sentito di me, anche se non mi hai mai visto’. Allora rimase molto colpito.
16. ‘Tu sei Samuele? Il profeta d’Israele come ce ne sono stati pochi finora? Allora non mi sorprende come si sia svolta qui la storia del mercato! Ora vi baderò, affinché possa aiutare i poveri. La mia funzione non è per nulla facile, lo puoi credere. Uno vuole il suo diritto, l’altro lotta per la sua innocenza; e dopo aver sentito le loro ragioni è difficile farsene un giudizio’. – ‘Questo è vero’, gli dissi. ‘Ma ora che confidi di più nel Signore, Egli ti aiuterà sempre quando devi discernere il giusto dall’ingiusto’.
17. Mi fu molto grato, i suoi occhi splendevano. Mi ha stretto le mani ed ha giurato di servire Dio. ‘E gli uomini’, gli ho consigliato. – Lui ha annuito soltanto, e si è di nuovo rivolto al mercato”.
- Chaha sorride: “Non c’è da stupirsi. Dove sei tu, c’è il Signore”.
- “E diversamente?”, chiede in modo serio e caro che fa rabbrividire il principe.
- “Tu sai come lo intendevo”, risponde pure lui, serio, “un veggente di Dio non agisce senza Dio”.
18. “Certo! Ma Lui è ovunque. Sovente ti ha aiutato ed io non c’ero. Egli è con ogni uomo che confida in Lui e, …anche presso gli altri che Lo negano addirittura. Costoro, Chaha, hanno ancora molto più bisogno di noi del Suo aiuto. Chi si unisce a Dio ha sempre presente la Sua forza, non ha bisogno della Guida. Questa è già nella nostra fede e nell’amore, nell’adorazione offerta a Dio. – Ora dimmi perché sei venuto. Si tratta di Saul, come hai sottolineato?”
19. “E di Davide”.
- “Sono stato incaricato di andarlo a trovare. Ha ancora bisogno di qualche sostegno dalla Luce se vuole mantenere quello che ha promesso al Signore, che era nel suo essere giovanile. Da uomo cambierà”.
- “In male?”, chiede Chaha.
- “Non contro Dio, ma farà certe cose che non vanno tanto del tutto d’accordo con l’amore e con il servizio al prossimo, anzi, …proprio per nulla. Un giorno sarà una faccenda sua di rimettere il tutto. In genere governerà meglio di quello che è capace e come fa Saul”.
20. “Davide ha tranquillizzato per tanto tempo l’animo di Saul con il suo suonare, anche dopo la vittoria su Golia. Da allora Saul cerca il modo di come poter uccidere Davide. Ha dovuto intendere continuamente la frase: ‘Saul ha battuto mille, ma Davide diecimila’. Con ciò non era inteso nessun numero. Attraverso la caduta di Golia i filistei sono rimasti tranquilli per un certo tempo, ma da tempo hanno già condotto una nuova guerra. Ebbene, tutte queste cose le sai.
21. In ogni caso Saul voleva uccidere anche Gionata, il figlio che ama, perché è dalla parte di Davide. Costui ha un animo migliore di Saul. Un buon ragazzo, ho già parlato con lui. Davide è scappato, come sovente, a Enghedi, Saul lo ha seguito con una grande truppa. Le cose si mettono male”. Il principe guarda Samuele, come indagando, il quale tiene saldamente chiusi i suoi occhi. ‘Guarda nell’interiore’, pensa Chaha, da lì il Signore ci aiuterà.
22. Come se il veggente conoscesse i pensieri tramite la vista spirituale, dice annuendo: “È male, perché Israele si sta troppo mondanizzando; naturalmente non è soltanto questo. Sarebbe ingiusto indicare soltanto questo. Ovunque si vive, ci si china verso il basso. Ogni popolo potrebbe guardare in Alto, ogni uomo, sia che riconosca un Dio oppure no, sia che sappia di Lui oppure non ne ha mai sentito parlare. L’interiore, la nostra anima, può e dovrebbe stendersi verso l’Alto, verso un buon pensare, buone azioni, cosa che può succedere con e senza Dio”.
23. “Senza Dio? Lo dici tu, il profeta del Signore?”. Chaha è sorpreso come non mai nella sua vita. Samuele ha sempre operato per Dio, ha sempre indicato che senza di Lui, senza la Guida del Suo Spirito, non si può nulla, altrimenti la vita sarebbe del tutto inutile, e che una volta si dovrebbe pagare amaramente nell’aldilà, se… Anche a questo il veggente annuisce, gli sono svelati i pensieri del suo migliore amico.
24. “Credi che ad un tratto voglia dare insegnamenti diversi a causa di tutte le preoccupazioni? Puoi presagire tu stesso che cosa s’intende con ‘anche senza Dio’. Ne abbiamo parlato abbastanza sia al livello del (nostro) popolo, che delle altre tribù, perché indipendentemente se sono o no dei pagani, sono gli autori di ogni male. Di se stessi non lo si dice! C’è molta gente che nasconde la propria anima non solo davanti a Dio, ma anche davanti a sé, invece di ammettere i propri errori con cui si sarebbe comunque sulla via migliore, almeno nel ‘rivolgersi indietro’ ed intraprendere l’alta direzione.
25. Tuttavia, …i gruppi di popoli intorno a noi, accampati in ed intorno a Canaan, sarebbero tutti in grado di riconoscere l’UNO, darsi a Lui e alla Sua Volontà, con cui si avrebbe molto meno lite e sofferenza, molto meno afflizione umana, sia adesso che un giorno perfino fin nel più lontano tempo. Oh, sì, più tardi sarà ancora molto peggio”. E’ di nuovo quello sguardo, come nota nuovamente Chaha, rivolto nella lontananza sconfinata, che si nota nel veggente.
26. “Quelli di allora che si chiameranno ‘credenti’, molto diversi, sapendo comunque di un Creatore, condurranno le loro guerre e molto più cruenti di come sia mai avvenuto ora. Oggi in un giorno ne muoiono cento, sia da noi che dagli altri che si chiamano nemici ed hanno comunque la stessa sofferenza, lo stesso disagio e lo stesso peso come lo dobbiamo portare noi. Verrà un tempo in cui non si conteranno più i morti di un giorno, così tanti ne verranno arraffati via senza senso. Guai! Oh, guai! Che cosa ne sarà di questa umanità?”
27. Dopo un lungo sospiro in cui dimora la preoccupazione, ad un tratto il viso del veggente cambia. Afferra le mani dell’amico, le stringe amorevolmente e in lui si nota la liberazione non appena riprende a parlare: “…e tuttavia, …nondimeno, il grande Dio, appunto Quell’UNO, tiene le Mani stese su tutti gli uomini, come una volta, ugualmente oggi, quindi anche in quel lontano tempo difficile. Più impazziti si atteggiano i mondani, peggiore sarà l’onta e l’afflizione, e non ‘si’ saprà più che cosa sarebbe ancora da inventare per imporre all’atteggiamento umano-infernale una cattiva corona, tanto più Dio dimostrerà il Suo Governo.
28. Anzi, giustificati anche dall’intelletto umano che senza fede e raziocinio rimane sempre povero, si penserà: ‘Dove è rimasto il Governo del Signore Iddio, con la cattiveria che schiuma oltre tutto?’. Ma allora si rivelerà il ‘segreto consiglio del Signore’, perché non Lo si vorrà riconoscere apertamente.
29. Proprio nella segretezza di Dio, Egli si mostrerà come Aiutante, come il Signore. Se e come l’umanità Lo riconoscerà oppure magari Lo rinnegherà, non cambia nulla al Suo santo-maestoso Piano! Quando i mondani stanno sul loro gradino più basso, non c’è più nessun sostegno, non c’è più nessuna salvezza mondana, allora – oh, proprio allora si rivela la Magnificenza dell’Onnipotente!
30. Non in un modo che venga riedificata la materia, come se la vita nel mondo riappaia nello splendore e nella gloria. Giammai! Tutto questo sprofonderà nella fossa della dissoluzione, scomparirà come il vento scaccia le nuvole nel Cielo. Il Cielo è sempre l’unico Regno di Dio che noi chiamiamo aldilà, e il Sole nel Cielo è il Signore, adorato e amato dai credenti. Mentre dagli altri che sono stati aggrovigliati nella loro stessa caduta, Lui, dapprima temuto, dopo sarà riconosciuto con orrore, quando sapranno di che cosa si sono incolpati, e vedranno chi EGLI è!
31. Comunque…”, Samuele rientra dalla sua visione, “…ora si tratta del tempo attuale. Qui c’è molto da procurare, molto da fare, per salvare quello che si può ancora salvare. Nell’esteriore sembra che le mani siano legate, come se non si possa fare più nulla. Interiormente, caro Chaha, con dei pensieri di richiesta e supplica, con la seria preghiera, c’è ancora qualcosa da fermare. Perciò vado ora da Davide”.
32. “No, non lo fare!”. Ci sono cinque uomini alla porta che si è aperta pian piano. Avevano ascoltato il discorso di Samuele, ma non erano entrati solo per non disturbare. Agitati, ora si avvicinano e consigliano che Samuele non debba andare, non in quella regione, nel pericolo. Sono i più anziani, Khemal da Giuda, Ochnia da Beniamin, e Rashi da Sebulon, finalmente convertiti essendosi messi d’accordo in Rama (c.10,2). Ci sono anche i vicini Lamuor e Patael, entrambi buoni oratori per molti dalla città e nel circondario del paese. Volevano sentire se Saul non fosse da ammansire.
33. Samuele non si era accorto quando gli uomini erano entrati in casa; il suo spirito era tornato nel mondo solo secondariamente, mentre nemmeno Chaha, del tutto avvinto dalle parole, aveva sentito nulla. Ora ambedue guardano molto rallegrati, poiché purtroppo ce ne sono pochi di fedeli, fidati, anche se qualcuno percepisce lentamente dove si arriva con il ‘regale’.
- “Perché non devo andare per la mia via che il SIGNORE mi ha ordinato?”
34. Gli sguardi di Samuele annunciano una ferma decisione. Infatti, quello che Dio ordina, per lui è una Parola alla quale non può sfuggire, persino quando lo volesse, oppure, …lo potesse, per un timore facilmente comprensibile. Quello che gli rivela il Signore, per lui è saldo come una roccia. Non la si scuote. “Anche se fosse la mia rovina”, continua a tessere nel corso dei pensieri, “che cosa importa? Non io sono importante, non soltanto Israele, vale unicamente la VOLONTA’ di DIO!”
35. Patael alza le mani. “Pensa, Samuele, sei invecchiato, e nella tua vita hai camminato molto, aiutando; presso Enghedi ti attende il pericolo. Ti accompagniamo noi, se vuoi. Da soli contro le schiere sguinzagliate di Saul soccomberemmo persino come grande mucchio. Chi ne parla soltanto, di Davide, l’ira del re non ha freni; lui fa semplicemente schiacciare tutto. Se perdiamo te, allora non avremo…”
- “…più il nostro Dio! Non volete affidarvi a Lui?”
36. Era arrivato un terzo vicino ed aveva sentito quest’ultima frase. Lui interviene: “Confidiamo del tutto certamente nel Signore, anche se qualche cosa di mondano ne calpesta la fiducia. Tu sai meglio di noi com’è ora la vita: incerta, piena di cattive azioni; certi superiori non sono nessun esempio per il popolo. Non è davvero del tutto facile sapere sempre Dio accanto a sé”.
37. “Oh, amico Abelae, su tutte le macerie di questa umanità risplende lo Spirito di Dio! Se non fosse così, …il mondo starebbe da tempo in fiamme, qualunque cosa voglia venire”[12]. Il veggente aveva aggiunto quest’ultimo pensiero a bassa voce. “Lo Spirito di Dio! Che cosa sappiamo di Lui? Si può attingere fino in fondo i Suoi segreti? No, amici, e non ne abbiamo nemmeno bisogno. Persino lo spirito dell’uomo, ricevuto dall’Eterno, ha un lungo tempo di vita, e non si può ignorare quando lo spirito dei nati nella Luce è venuto alla vita autonoma”.
38. “In te si riconosce che sei stato uno spirito vecchio. Chissà se si può riconoscere la differenza fra vecchio e giovane. Penso di no”. E’ Ochnia che pone la domanda.
- Si discute di questo, ma non si arriva a nessuna conclusione essenziale. Samuele lascia parlare gli amici. Vecchio? …Lui ha uno spirito vecchio? Sì, Dio, unicamente il Creatore di tutte le cose viventi ha ‘uno Spirito vecchio’, il Primo, quell’Uno Spirito. Non fa nessun esempio per sé e per i suoi amici. Lo dice anche a loro.
39. “Contraddico!”, esclama Patael che interiormente è più vicino a Samuele (magari come anche Giovanni stava più vicino al Signore) senza che se ne vanti. “Tu sei il veggente di Dio. Se tu puoi rivelarci di cose dall’Alto, come abbiamo sempre sentito da te, allora il tuo spirito dev’essere molto più vecchio del nostro. Penso anche che non ha importanza, poiché noi siamo creature-figli di Dio. Forse è simile come sulla Terra: gli avi, se vivessero ancora, sarebbero i più e più anziani, dopo gli altri, coloro che sono proceduti da ogni tribù, dalle stirpi e famiglie. Di conseguenza in questo tempo saremmo i più giovani”.
40. Samuele sorride in modo delicato. “Sono quindi del tutto il vostro, nato in questo tempo così giovane come voi. Un po’ di anni nell’uomo non contano. Lo hai esposto bene, amico, e così siamo proprio tutti figli di Dio. Lasciamo stare così. Non è bene se qualcuno viene elevato troppo, persino quando si tratta del lavoro che il Signore ha incaricato”.
40. Il più anziano di Sebulon dice calmo: “Esatto, d’altronde sei realistico per quanto riguarda la vita, cosa che si è visto anche troppo spesso in molte faccende da giudice. Se penso a quanto di disgustoso ti è stato spesso presentato e non si sapeva chi aveva ragione e chi no, tu hai giudicato come se il Signore stesse nella funzione di Giudice. Tra noi e un veggente ci sono dei limiti. Oggi non vorrei chiedere al nostro Signore come sarebbe da interpretare. Ma forse…”
42. Rashi si trattiene nel suo discorso. Allora si sente un rumore alla porta e si muove la tenda. Quasi come nella Capanna di Dio quando Lui era arrivato. Sia in modo invisibile oppure semplicemente nella Parola, …era sempre chiaramente percettibile? Non si vede nulla, ma una Voce risuona nella sala, come salendo da un pozzo profondissimo, da un Petto la cui circonferenza non si può misurare. E vi è un soave Soffio, come un’Arietta che rinfresca le fronti accaldate.
43. Tutti ne sono colpiti, perfino Samuele non osa guardare verso la Voce. Egli riconosce la PAROLA. Porta la sua gioia nella sua silenziosa preghiera di ringraziamento. Dapprima sembra udire come se venisse un alto Spirito su incarico di Dio, ma nel corso del Discorso si nota che è il SIGNORE!
44. “Dio guarda compiacente giù a voi. Il vostro servizio Lo accontenta. Certamente pensate bene che molto sarebbe ancora da rimettere, e la fiducia sarebbe molto scarsa. Questo è giusto! Ma l’Eterno provvede alla vita nel mondo; e quello che vi è di ostacolo, Egli nella Sua Gentilezza toglie dalle colpe ciò che non è stato provocato da nessuna cattiva volontà.
45. Non sa Egli, al meglio, se e come un figlio, una figlia, abbia da lottare qui verso delle cose che la vita porta con se sulla via della lotta, contro l’animoso, ciò che ha anche a che fare con il popolo, come con tutti i popoli? Oh, si tratta certamente del proprio dalla parte dell’anima, sollevata dall’oscurità, che gli spiriti-figli della Luce prendono su di sé, per mettere un tempo come povero pezzo di riporto, lieti e beatissimi, nella mano del Padre.
46. Le vostre domande non sono inutili, se ora credete perfino se era inutile parlare di uno spirito vecchio oppure giovane. Questi, in effetti esistono, e nel piccolo sapete com’è divenuto il popolo della Luce: dai primi quelli secondi, da costoro poi i terzi, e così via; e in questo senso esistono davvero degli spiriti vecchi e anche giovani. Soltanto…”
47. Ah, l’eterna Voce colma di Grazia e di Salvezza, di Pace, piena dell’inaudita Benedizione. Cadono sulle loro ginocchia, scorrono delle lacrime nelle barbe. Nessuno se ne vergogna; e se potessero vedere come Dio raccoglie le lacrime, come cominciano a brillare nelle Sue mani… Oh…! E nuovamente la Parola del Potere e della Forza è come una soave carezza.
48. “Figli Miei, è veramente bene discernere tra voi e Samuele, cosa che non porta con sé nulla del mettere più in alto o più in basso. Questo sta al livello del reciproco servizio. In particolare qui per questo mondo, il nucleo del perduto, Io ho impiegato i grandi insieme a tutti i piccoli del Mio Regno, dove ciascuno deve imparare nell’altro, completarsi tramite lui.
49. I piccoli che nel corso degli avvenimenti rimangono anche piccoli, indipendentemente dal fatto che dovendosi perfezionare da un Giorno di Creazione all’altro, stanno nel servizio sullo stesso gradino come i grandi, poiché tutti i figli hanno ricevuto una scintilla di spirito dal Mio Spirito. Devono imparare a subordinarsi ai più grandi, nell’insieme del Mio Diritto, il quale conduce ogni Creazione fino al proprio perfezionamento. E i grandi devono imparare a mettersi sul gradino dei loro nati dopo, anche se possiedono una più alta funzione di attività.
50. Questa è la ‘benedetta reciprocità’, che è stata prima nella luce e portata giù su un percorso di sacrificio. Così l’oscurità viene redenta, oltre al Mio Percorso di Sacrificio. Samuele, non scuotere la testa, un figlio, ed anche se fosse simile ad uno dei primi presso il Seggio di grazia del Creatore, non potrebbe mai redimere. Io solo sarei il Redentore! Precisamente, figlio Mio! Ma non devo dare la gioia ai Miei figli, di co-aiutare nel servizio? Questo non ha nulla a che fare con la redenzione di base, poiché certamente sono soltanto Io l’eterno Redentore, e inoltre per via dell’età (Is. 63,16)
51. Io sono il Vecchio, il Primo, l’eterno Ultimo! Io apro i Miei Giorni, Io li concludo! Se do ad uno dei Miei primi una Chiave per aprire e chiudere per il Mio Popolo la Porta del Giorno, è e rimane la MIA mano che fa questo. Tutto è stato pesato per aumentare le Beatitudini, Giorno per Giorno, da una esistenza di vita all’altra, cosa che infine è possibile solamente nel Regno della luce. Perché da lì siete proceduti, e là ritornerete anche di nuovo.
52. Volete ponderare chi sta davanti o più indietro nella luce, per i liberi lavori di dovere? Per Me, similmente, non esiste né un davanti né un dietro né un centro. Tutte le cose, dapprima i Miei figli, si trovano sull’unica via che Io ho tracciato dalla profondità della Mia Fonte, e non v’è nulla da considerare, fatto per il vostro bene e per la vostra benedizione, come appunto su questo sentiero vi sia l’inizio e la fine.
53. Voi non lo comprendete precisamente, nondimeno riposi sul fondo del vostro spirito, adeguato in qualche modo alla Mia profondità adempiuta per il bene, l’eterno Percepire. Vi sia detto così: ‘Eterni, come IO sono eterno, non lo siete voi come creature-figlio, però la parte del vostro spirito possiede un ‘eterno’, perché come Miei Pensieri di Luce, riposati in Me, eravate colmi di vita’. Diversamente non avreste mai potuto giungere ad un essere personale, al vostro risveglio vivente.
54. Non crediate che Mi sareste del tutto simili, spirito dal Mio Spirito, sorti come Pensieri dalla Fonte mai contemplabile della Mezzanotte. Già per il fatto che ho detto ‘Fonte mai contemplabile’ può accendervi un lumicino su quale grande differenza esista, come magari per voi rappresentato nell’esempio che il Cielo non è raggiungibile dalla Terra. Anche se poteste elevarvi in distanze elevatissime, …per voi non esisterebbe mai un limite in cui poter dire: ‘Qui inizia il Cielo!’, oppure:‘Qui finisce!’.
55. L’alto imponente Infinito sono IO! Nella Mia creatività esistono molti misteri, come nella luce inaccessibile nessun figlio può entrarvi, meno ancora accogliere in sé. I Miei figli possono venire fino al bordo della Luce-Ur eterna, e quello che vi vedono, dal bordo, li renderà sempre così felici per i Giorni della Creazione per loro incalcolabili, che non sono per nulla in grado di accogliere di più. Essi saranno colmissimi alla Sera di tutti i Giorni; e questa pienezza è ogni volta l’inizio di un’ulteriore epoca. Volete di più? Potete misurare di più?”
56. Samuele utilizza una piccola pausa della comunicazione. Adorando, allarga le due mani. “Signore, o Dio-Padre, quello che Tu oggi riveli, supera la nostra facoltà di pensare. Tuttavia nel sentimento c’è certamente uno spazio per accogliere ciò che è stato detto, benché il nostro piede possa solo mettersi sulla riva di un Mare incommensurabilmente maestoso. Sì, Padre di tutto il nostro amore, questo è inafferrabile per noi, e per noi non può esistere un ‘in più’. Beninteso, …secondo la misura della Tua Bontà paterna, che ha una misura per tutti i figli.
57. Tu ci hai elevato all’Altura della Tua Luce, certamente, per vederTi solo in lontananza. Ma che cos’è tutto questo, dal momento che TU sei con noi? Non è questa la cosa più meravigliosa di tutte le Tue Magnificenze? Non è la cosa più eterna delle Tue incalcolabili Eternità? Potremo un giorno diventare ancor più beati, se noi – guidati dalla Tua buona mano – giungeremo al limite della Fonte dei santi misteri, più di ora, che sentiamo la Tua voce e ci sei visibile?
58. Anche questa è una via miracolosa. Dapprima abbiamo sentito la Tua Parola, e quando abbiamo aperto del tutto le nostre anime, hai tolto il Tuo involucro e visibilmente sei stato in mezzo a noi. Come avviene questo, è per noi la Cosa più santa di tutti i santi misteri, così meraviglioso, così del tutto… del tutto…”. Samuele s’arresta, dall’ultrapienezza del sentimento il discorso s’inceppa, per esprimere ciò che fa traboccare il cuore.
59. Dio apre le Sue mani come un bicchiere, la Voce cresce, non nel suono, no… nell’Essenza che EGLI solo possiede. “Io raccolgo ciò che trabocca da voi per la Mia alta Gioia di Padre-Creatore. Quando i figli si radunano così intorno a Me, Mi rivelo sempre nel modo più sublime. Non come appunto pensa Abelae, se attendo come i figli si schierano intorno a Me, se e come aprono i loro cuori, per esserMi vicini.
60. No, figlio Mio. Per Me non c’è
bisogno di una rivelazione maggiore o minore. Samuele lo ha appunto
riconosciuto in modo giusto, che ho lasciato cadere un velo affinché Mi poteste
vedere e non soltanto udire la Mia Parola. Sì, vi stupirete: Io ho tanti veli,
quanti ne ho di figli, …incalcolabili, come tutte le Mie Cose sono incalcolabili.
Persino i Miei Nomi rimangono senza numero per i nati nella luce, e tuttavia li
ho inseriti in un solo Nome affinché i figli sappiano:
‘Io sono l’unico Signore!’
61. Di questo, ora ne sapete abbastanza, ed è sufficiente per il resto della vostra vita, finché un giorno si aprirà quella celeste. Ricordate ciò che ho menzionato: ‘Non pesate chi, per il libero lavoro d’obbligo della Luce, di chi sta davanti oppure più indietro, è indipendente dal fatto che un figlio o una figlia dalle file dei primi nati possa prestare un lavoro più pesante, con cui viene prestata una parte per i più piccoli. Questo non rileva i più grandi. E non posso mettere anche uno dei più giovani, una volta, in prima fila?[13].
62. E’ giusto e lecito conoscere e voler riconoscere ulteriormente quando i figli guidati con meno doveri si subordinano volentieri ai più superiori, quando li amano e sono loro grati perché si danno da fare. Samuele ha quindi uno spirito maggiore, diciamo, …più vecchio che voi altri. Ma domando: siete meno beati che il Mio profeta? Avete ora ricevuto meno dalla Mia Parola, dalla Rivelazione? Qui voi sette state intorno a Me come un anello, come i Miei sette principi si mettono nel Lavoro intorno al Seggio dell’Onnipotenza”.
63. Patael osa stendere le mani, ed insieme alle parole scorrono le sue lacrime: “O Signore, Padre d’ultragrande Bontà e Misericordia. Ci hai levati tutti insieme nel Campo della Tua Luce, non possiamo afferrare di più di quanto la Pienezza dalla Fonte di Grazia ci hai commisurato. Se tutti gli uomini sapessero, se volessero riconoscere grati che TU sei e dai la pienezza per ogni figlio! L’uomo purtroppo è troppo insoddisfatto e persino nel campo spirituale crede di poter pretendere sempre di più.
64. Non dimenticherò mai nelle eternità tutto ciò che Tu ci hai donato oggi. Penserò eternamente a quest’ora. E se una volta potrò vederTi solo da lontano, se potrò stare vicino a Te per Grazia, …non potrò mai ricevere più di quanto ora il cuore ha ricevuto, che ho già sepolto nello spirito. Sepolto dentro, caro Padre, Tu, mio Signore, affinché un giorno ne possa sorgere un ulteriore seme, per la Tua Gioia, per la mia beatitudine, e che anche molti dei Tuoi figli possano averne beatitudine e gioia. E’ giusto per Te, nostro Santo d’Israele?”
65. “Molto bene, Patael. Sia ancora indicata una Parola: ‘Nel buon senso hai pensato al popolo, e ciò può valere per questo mondo. Ma Israele è il popolo della luce! Ho prestato solo il nome al perduto, a colui che si è messo da parte (Sadhana-Lucifero), per indicargli la via verso la Casa del Padre. Ed egli lo deve percepire, e lo sente anche, ma indurisce ancora il suo essere.
66. A causa di lui fu il mondo, fu creata la materia; a causa di lui fu posto il vostro popolo. Ciò che ne risulterà per tutto il mondo non lo sapete. Ci si indurirà, si vorrà esercitare poco l’amore, che è anche un segno per il caduto. Oggi lo dovete sapere – e più avanti vi si rivelerà ancora più profondamente – che il nome del vostro popolo (Israele) è solo in prestito.
67. Riconoscerete che nella materia si rispecchiano certe cose che nel Regno della luce possiedono l’eterna sussistenza. Quando vi specchiate in uno specchio d’acqua, potete certamente vedervi come siete, ma non siete l’immagine dell’acqua. Così è con tutte le cose che la Mia Luce lascia cadere nella materia. E questo, unicamente – come detto – per la salvezza del caduto, pure per una salvezza degli uomini di questo mondo e altrove, entrambi i generi, che percorrono dall’Alto le loro vie del co-aiuto per quelli dal basso, affinché trovino la redenzione.
68. Quindi non soltanto il vostro Israele ha ricevuto, come lo sapete di Abraham, stelle e sabbia: figli dal Regno, e anime dal povero abisso. L’umanità ha una parte di entrambi i generi. Ogni popolo ha una possibilità di liberarsi dalla cattiva follia del potere. Se lo si fa naturalmente, è una faccenda del tutto a sé stante; e lo vedete proprio nel vostro popolo come esso si comporta”. Dio aggiunge di nuovo intenzionalmente una piccola pausa, nella quale Ochnia osa avvicinarsi un po’ di più al Signore.
69. “O Signore, veramente nostro miglior Padre, come Samuele ci ha insegnato, come e che Cosa Tu sei. Ti ringrazio per tutta la Tua Bontà, con la quale ci hai riccamente benedetto. Ho riconosciuto che il nome non appartiene al nostro popolo. Credo anche che i nomi di tutti i popoli un giorno svaniranno, come una ragnatela al vento.
70. Questo però l’ho capito magnificamente: ‘Il popolo della luce, la Tua schiera, è l’Israele da Te santificato. Dato che questo nome sulla Terra non ha un buon suono, noi stessi abbiamo fatto guerra molte volte, ma accanto a qualche buona gente ce n’è anche molta di cattiva, e non comprendo molto bene come questo, nel Cielo, debba valere come dato da Te. Oppure…”. Ochnia guarda a Dio con aria interrogativa; nello sguardo una richiesta: ‘Signore illuminaci’.”
71. “Lo voglio fare!”, Dio sfoglia la richiesta. “Se ho parlato del Mio popolo – e nell’eternità esiste soltanto quest’unico, come Io sono l’UNO – allora Israele, a causa vostra, ma anche per tutti gli uomini del futuro, dovrebbe riconoscere, se lo vorrà, che tutti i nomi di questo mondo sono perituri come la materia. A dire il vero, la schiera dei figli si chiama ‘Mia’! L’ho creata per Me, per la Gioia paterna del Creatore; il popolo è MIO, ed eternamente non ha bisogno di nessun altro nome. E se lo fosse, comprensibile per voi, allora questo nome sarà diversamente interpretato nel santo GESURUN.
72. Mosè lo aveva considerato come onore, se Israele fosse vissuto di conseguenza. Ma era un’indicazione all’Eterno. Quelli p(UR), iù avanti, dopo Mosè, hanno creduto che Io con questo avessi inteso voi. Come dai Miei innumerevoli Nomi ne ho scelto uno per Me, nel quale riposano tutte le Mie Opere e che voi non conoscete ancora così anche i Miei figli.
73. Voi avete ancora delle domande che vorreste farMi, ma Rashi pensa che sarebbe troppo della Grazia che avete ricevuto. In sé, ciò è veramente giusto, caro figlio. Io non do mai poco, anche se talvolta sono delle brevi parole con o senza visione, quando a volte il vostro cuore si smuove come se lo movesse il Mio respiro, che voi chiamate ‘ispirazione’, e ciò è giusto”. Dio mette una mano sul capo di Rashi, ma guarda tutti, incoraggiando.
74. Rashi si deve trattenere saldamente per non accasciarsi, tanto grande è la sua letizia. “Signore dell’Amore, posso solo ripetere che oggi abbiamo ricevuto più di quanto possa colmare la nostra vita. Hai detto che non potremo mai ricevere di più di quando abbiamo avuto in questo giorno di grazia. Tu lo avevi rivelato e Samuele che lo ha anche insegnato, che le beatitudini aumenteranno, soprattutto quando abbandoneremo il mondo.
75. Come potremmo mai, da uomini, sopportare la luce della Tua ricchezza? Già ora, Tu lo vedi, mi preme il ‘peso’ della tua Bontà. Avremmo ora già ricevuto per tutta l’Eternità la Tua massima misura? Che cosa ci attende poi, una volta nel Regno? Certo, non si riesce quasi pensare ad un ‘ancora di più’, almeno considerato dal punto di vista del mio percepire mondano”.
76. “Ben riflettuto! Hai pensato un poco come se fosse una contraddizione: oggi tutto, più tardi, un giorno, niente, oppure quello che l’uomo non può calcolare prima. Non è una contraddizione. Ricordate: Quello che ho assegnato ai Miei figli e rivelato nei Doni di Grazia di tutte le cose da Me stesso, esiste sempre una Sublimità, quindi né di più né di meno.
77. Tuttavia, adeguato ad ogni qualsivoglia sviluppo, esistono accrescimenti ed è come con i Miei avvolgimenti, …incalcolabili nel loro numero. Perciò per adesso vi sia detto che non potete ricevere di più, poiché in ogni Mia Parola c’è un VALORE dell’eternità! Se ciò che oggi è venuto su di voi lo portate una volta nel Campo di luce, vi sembrerà come se nel ‘nulla oppure ancora di più’ vi sia da accogliere l’accrescimento delle eterne beatitudini.
78. Mi avete veduto secondo la misura della vostra conoscenza, contemplabile dallo spirito insieme all’anima matura. In voi rimarrà fissata la Mia immagine. Un giorno non Mi vedrete diversamente che nel Tempo di Grazia per voi fissato. E nonostante ciò, allora, …davanti al Mio Seggio di Dominio, vi sembrerà come se non Mi aveste mai visto prima, non durante la vostra via da viandante nella materia. Allora avrete anche riottenuto il vecchio stato di Luce.
79. Possiederò poi un Volto più santo? Le Mie mani saranno diverse? Si modificherà la Figura? Oh, no, poiché immutabile com’è la Mia Volontà di Dominio, sono Io stesso nella Magnificenza del Mio Essere di Creatore!
80. Io so che non lo comprendete così facilmente, ma le vostre anime sono pronte per la Luce, e quello che qui e là somiglia ancora all’oscurità, il vostro spirito lo ha accolto nella conoscenza maggiore. Lui lo elabora come un cibo, da cui l’anima può ricevere la sua Forza. - Ecco, ora Lamuor ha da dire una parola, e può essere l’ultima che continua a collegarvi a Me”.
81. Come si rallegra Samuele perché i suoi amici, l’uno come l’altro, vengono chiamati così caramente dal Signore, e ognuno può avere un dialogo con Dio, il Padre. Lamuor, avvicinandosi, si è inginocchiato. Subito, ognuno lo fa come lui. Insieme con il Signore è stato chiuso un cerchio, come avviene raramente nel mondo.
82. “Santo, …amorevolissimo Padre, non mi rimane aperta nessuna domanda. Voglio solo offrirti il ringraziamento, l’adorazione e la dedizione al Tuo Cuore, la Tua Guida, per ciò che Tu prepari in ogni tempo per l’intera schiera dei figli. Sono certo che tutta la Bontà che abbiamo avuto, non vale soltanto per noi sette. Se Tu sei eternamente il Signore e Dio, le Tue Parole sono l’Espressione delle Tue Opere, così è consacrata anche la Rivelazione all’intero popolo dei figli, e la Benedizione della redenzione per tutti i poveri.
83. Chissà quanti innumerevoli si sono radunati intorno a noi, …no …intorno a TE, partecipi della cordiale Misericordia. Certamente l’intera Creazione ha ricevuto la Tua maestosa Parola di grazia. Perciò Ti sia reso grazie, fa che Ti possiamo lodare, glorificare, onorare nella riverenza, nell’amore e nell’adorazione. Se un giorno la nostra opera del Giorno è compiuta nel mondo, allora guidaci nella luce dell’eterna Luce, nel Regno, con la Tua Volontà abituata alla salvezza, per adorarTi quivi, come lo può il nostro spirito. Grazie, Signore. Oh, grazie!”
84. Anche a Lamuor succede come agli amici: il cuore trabocca, la lingua è esaurita. Soltanto nell’interiore, giubilando, silenzioso e forte, così si spingono continuamente più stretti al ‘Signore molto amato’. Costui alza le mani e benedice i Suoi figli. Egli dona loro Forza e fiducia. Su Samuele pone uno sguardo, come se significasse: ‘Torna presto a Casa!’. Anche il veggente lo sente. Invece di qualche parola egli bacia il lembo del santo abito.
85. A lungo stanno in ginocchio con occhi profondamente abbassati. Nemmeno il veggente, nella contemplazione, si accorge che il Signore è andato via; non con la Sua benedizione, non nella Sua santa onnipresenza. Quando si alzano, rimangono nel cerchio, mano nella mano senza dire una parola. E’ un voto di fedeltà del tutto speciale, portato al loro Padre Creatore, ed anche per il popolo, per tutti gli uomini.
[indice]
Khemal dispiaciuto – Samuele interiorizzato
insegna
Gli amici meditano – Il Padre consola
Samuele
1. Il più anziano di Giuda appoggia la fronte, un profondo sospiro irrompe dal suo petto. “Che cosa c’è?”, chiede Ochnia. “Cosa ti opprime?”
- Anche gli altri indagano il motivo del sospiro. “Il Signore ci ha benedetto così riccamente con la Sua presenza”.
- Solo Samuele rimane in silenzio guardando dentro di sé, e gli è facile riconoscere in ciò la Rivelazione di Dio.
2. “Domandate con ragione, cari amici”, risponde Khemal alla preoccupazione che gli è stata comunicata. “Dio ha parlato con voi e ognuno ha potuto farGli delle domande. A me, mi ha dimenticato. Ed avevo qualcosa sul cuore che mi sembrava molto importante chiarire. Ho ricevuto ora anch’io la Benedizione della Sua presenza, …oppure no? Io penso di no. Se eravamo soltanto sette e voi sei avete potuto parlare, perché non io, il settimo? Quindi dipende da me; perché farne un rimprovero a DIO? Sarebbe più che oltraggioso. È dipeso solo da me”.
3. Ora si accorgono tutti che Khemal non ha preso la parola, non ha potuto porre la sua domanda extra davanti al Padre. Il ‘perché’ li opprime molto.
- Patael è il primo a parlare rapidamente, consolando: “Non devi rimproverarti, caro Khemal. Nella tribù di Giuda ora non c’è nessuno che guarda così tanto al diritto e al costume come te, che rappresenta il Signore ovunque, in ogni tempo. Non so perché non hai avuto la parola…”, Patael guarda a Samuele che è ancora seduto al tavolo interiorizzato, “…ma una cosa so per certo: tu hai ricevuto la stessa Benedizione, lo stesso Amore, la stessa Parola di Grazia come ognuno fra di noi.
4. Forse è una prova per noi, non soltanto per te, Khemal. Non sarebbe possibile che in una qualunque faccenda non dobbiamo arrivare alla chiarezza e ne sei eletto proprio tu? Egli, il Santo, ci ha annunciato molto; ma Egli stesso ha parlato di molteplici misteri, naturalmente della Sua insondabile Entità in ognuno. Ma penso che esistano anche tali, dei più facili, che Egli li lascia a noi, Suoi figli, affinché anche noi abbiamo la gioia di cercare e trovare. Perciò esprimiti su ciò che hai pensato, allora vedremo se e come il Signore darà la risposta anche a te”.
5. Khemal stringe le mani a Patael. “Accetto volentieri la tua consolazione”. Ci si schiera fittamente intorno a lui, egli deve sentire quanto gli si sta a fianco. L’accusa contro di sé è grave e …buona. L’uomo accusa con leggerezza l’altro senza esaminare, anche se l’accusa fosse giustificata. In se stesso si preferisce non vedere nessun errore. Khemal ha fatto il contrario. Egli accusa se stesso anche davanti a Dio, come davanti ai suoi fratelli. Quanto ciò lo eleva in alto, non lo può misurare, e non dev’essere ora. Un giorno si riconoscerà se lui, come ha detto il Signore, avrà di nuovo occupato il suo stato di Luce, come ogni abitante del Regno.
6. “Dio ci ha guidato in certe profondità, e anche se forse non abbiamo compreso tutto, eccetto Samuele, abbiamo comunque potuto seguire le Sue parole. Egli ha chiarito le domande per quanto era necessario, ma adesso ha parlato di qualcosa per me incomprensibile. Forse voi fratelli lo avete riconosciuto, ma dato che non ne ero capace, non ho avuto la parola. Certamente è una santa educazione, perché così si impara la maggior parte. Chi educa DIO, può ringraziare intimamente. Io lo faccio1
7. Penso a quel libero lavoro d’obbligo. Gli obblighi non sono compiuti liberamente, non importa se nella schiavitù oppure se si è a servizio. In entrambi i casi si deve compiere un dovere, e con ciò non si parla di un libero agire. Tuttavia il Signore ha pronunciato troppo il ‘libero’, e su questo sono inciampato. Naturalmente ha a che fare con il Regno di Dio e con ciò suona come un Incarico, come quivi si riconosce l’obbligo e lo si compie pure. Tuttavia: - che ne è del libero agire?”
8. Ognuno si rende conto della contraddizione. Gli occhi di tutti riposano sul veggente, egli può sciogliere questo nodo. Per il fare e il non fare mondano non sarà facile spiegare, ma, …per lo spirituale? Non esistono forse ulteriori leggi, altre vie, ed un percepire del tutto diverso, come non è quasi possibile materialmente? Ad un tratto Samuele alza il suo volto, stende un poco le mani come se volesse abbracciare tutti gli amici insieme.
9. Lo si guarda nuovamente sorpresi, conoscendolo proprio bene. Il suo volto, dall’età con le rughe, è sempre caro. Ma quante volte è come un bagliore estraneo che fugge sulla sua fronte, cambiandolo del tutto, come se all’improvviso stesse qualcun altro davanti a loro, non Samuele, l’uomo.
10. Ora è proprio nuovamente così. Un forte bagliore illumina la sua figura, questa volta non soltanto sul volto e comunque rimane del tutto confidenziale per gli amici. Per tutti coloro che percorrono con lui la via della Luce, egli è sempre il veggente Samuele e un messaggero di Dio. La sua voce somiglia alla soave Carezza, somigliando un poco alla buona voce di Dio. Naturalmente nel mondano solo nel piccolo. Nessuno oserebbe, meno di tutti Samuele, di mettere il suo proprio essere e l’alto Genere di Dio su un gradino. Questo non esiste proprio.
11. “Cari fratelli, da quando state nella funzione e nella dignità, altrettanto voi di Rama, avete nuovamente dimostrato quanto fedelmente siete uniti al Signore. Non dico troppo affermando che Dio, nostro Padre, ha una vera Gioia di voi. Infatti Patael aveva presagito giustamente che noi stessi talvolta dobbiamo cercarLo, trovarLo noi stessi, e nondimeno ci aiuta la Parola di grazia di Dio. Però, mondanamente è precisamente giusto anche questo: – un obbligo non è mai una faccenda libera; lo si deve compiere oppure ci si reca nell’errore, e un servo obbligato che manca di compiere il dovere, per cui riceve persino la ricompensa, costui viene percosso.
12. Solo allora la domanda: ‘Dio percuote i Suoi figli che non hanno compiuto un dovere? E che cosa significa per Lui una tale punizione?’. Oh, il nostro Khemal lo ha già notato: - l’educazione! Questa può già pesare gravemente su un uomo, soprattutto quando non sa, non lo vuole sapere quanto salubre sia un’educazione e che cosa ci fa giungere Dio con questa.
13. Questa è per LUI una punizione e…”, Samuele guarda di nuovo come in lontananza, “…ed io non voglio indagare se la punizione, che giace davvero su tutti noi perché siamo peccatori, EGLI un giorno non la caricherà su Se stesso, e ciò si mostrerà come se caricassimo su di Lui i nostri malfatti, mentre Egli prenderà su di Sé la nostra cattiveria per la Sua sublime divina Libertà, in modo da ridare a noi la Pace e farci giungere come guariti nella Casa del Padre.
14. Qui una parola di spunto per il chiarimento di quella domanda per la quale Khemal non è arrivato alla chiarezza. Nemmeno voi altri. Solo attraverso la sofferenza dell’anima che la portava in sé, voi cari avete fatto attenzione come fosse da interpretare l’indicazione di Dio su un libero lavoro d’obbligo. Occorre fare una severa differenza tra la Luce e il mondo, riconoscere tra il Regno di Dio e la materia e spingere da parte il mondano.
15. Materialmente non esiste nessun libero obbligo, a meno che qualcuno non agisca dallo spirito, dove diventa il piccolo portatore dell’alta libertà celeste, persino se non lo sente davvero. La Luce alla Luce, il mondo al mondo, con tale conoscenza ampliata: portare la Luce anche nel mondo, comunque, mai il mondo nella Luce!
16. Voi siete informati quando la prima figlia si è sollevata, quando non volle più seguire la magnifica libera Volontà del Creatore, per cui avvenne poi la caduta. Diversamente è con i fedeli, innanzitutto con i principi, dei quali Dio ha parlato oggi. Solo su di loro giaceva il dovere di amare Dio. Egli li aveva amati per Primo, ed Egli aveva promesso loro la Sua Bontà, la cui caduta ne aveva cambiato il rapporto.
17. I fedeli andarono davanti a Dio e Lo pregarono di fare per la figlia perduta ciò che spettava a lei. Liberamente hanno deposto il loro voto di figli sul Focolare della Magnificenza, e vollero discendere del tutto liberamente nella materia per co-aiutare, affinché una volta la povera figlia ritrovasse la via verso Casa.
18. Dio ha detto: ‘Questo sarebbe difficile per voi, perché da questo non dipende solamente il dire, ma il fare. Non il solo volere e, più tardi, quando sarà diventato un peso, restituire il lavoro a Me. Vi avverto: diventerà amaro! Non crediate che fra breve tutto sarebbe pareggiato. Non potete ancora abbracciare questo tempo con lo sguardo, che dipenderà dal dovere e dal lavoro’.
19. Allora arrivarono i principi, e le schiere stavano dietro di loro. Uno parlò per tutti, perché erano unanimi davanti al Signore: ‘Santo, che Ti abbiamo già incontrato come PADRE ed ancora molto di più come inafferrabile Bontà di Creatore, hai indicato soltanto che cosa e come può diventare qualcosa, se noi, …sì, Padre, se noi ci mettiamo liberamente al Tuo servizio abituato alla salvezza.
20. Quello che facciamo deve avvenire liberamente nell’amore, avendolo avuto dal primo respiro nella nostra vita colma di Luce. Se ora la figlia è uscita dal Regno nella libertà voluta erroneamente, allora noi, per questo, vogliamo servire nella libertà guidata da TE, per Te, e così con la figlia smarrita. Non prendiamo su di noi il dovere come peso, nessun lavoro che fin da principio sarebbe da mettere su di noi come peso, …no! Noi apriamo le nostre mani, prendiamo noi stessi tutte queste difficoltà, una via su di noi senza sapere ancora che cosa ne risulterà in lamentele.
21. Tuttavia, nonostante tutto il fare e non fare, su di noi splende la Grazia del Tuo Cielo. Dal Tuo maestoso Potere di Creatore hai fatto nascere i figli per Te, li hai elevati a Te. Qui non subito annunciato che diventassimo dei co-aiutanti, poiché, …l’unico vero Aiuto lo dai unicamente Tu! Noi veniamo davanti a Te e Ti preghiamo: lascia che noi co-aiutiamo ciò che possiamo adempiere liberamente da noi’.
22. Il principe della Volontà disse: ‘Forse così, un figlio non potrà mai sollevare una contraddizione, se noi irrompiamo nel suo abisso (l’incarnazione nella materia). Non potrà sollevarsi contro di noi, meno ancora contro di Te, o Santo, anche quando dovessero usare cattive parole (ved. Sancto Sanctorum, 1° parte), …affinché con ciò possa essere fatto uscire dall’oscurità un essere dopo l’altro’.
23. Così è stato”, dice Samuele, mentre il suo sguardo ritorna dal Firmamento della Luce. “Questo è - nello spirituale - il ‘libero lavoro d’obbligo’ indicato dal Signore. Dato che i fedeli una volta hanno agito così, rinunciando volentieri per lungo tempo alla Beatitudine del Cielo, perciò anche sulla Terra esiste un libero obbligo. Vogliamo prendere un esempio in Khemal che ha visto la difficoltà.
24. “Io, …un esempio?”, lo domanda sorpreso il più anziano di giuda, mentre i suoi amici lo confermano, sapendo ciò che si compierà.
- Samuele annuisce riflessivo, sorridendo gentilmente. “Sì, Khemal. Non deve comunque essere rilevato come gli uomini si lodano sovente volentieri, mentre nell’interiore le cose stanno diversamente. E’ da stabilire il diritto, e questo vale anche dinanzi a Dio.
25. Tu presiedi il Consiglio della tribù di Giuda. Allora sulle tue spalle grava molto quando qualcuno diventa ribelle. Da solo, …non soltanto lo hai imposto agli altri come dovere – che lo eviterebbero volentieri – ma tu, precedi. T’incarichi di molto di ciò che un altro avrebbe da compiere, per rimanere con la Parola del nostro Signore: il proprio lavoro d’obbligo.
26. Hai raccomandato, senza stabilirlo come un compito assegnato, che ognuno degli anziani deve controllare una volta al mese nella sua regione se tutto va bene, se ci fosse bisogno d’aiuto. Per la gioia: qualcuno lo fa coscienziosamente. Lo compie completamente libero, perché questo non fa parte della funzione. Tu ispezioni le regioni, anche se i più anziani dovrebbero farti rapporto. Invece tu lo fai in un modo che nessuno se ne accorga, per non offenderli. Davvero fatto bene!
27. Che cosa senti quando la fatica della via è difficile da superare? Hai già subìto qualche temporale ed hai comunque proseguito per il tuo sentiero. Quando la gente ti ha circondato e ti ha premuto fin negli orecchi, quando si litigava perché ciascuno voleva comparire per primo davanti a te, e ancor più molto altro. Non essere sorpreso della mia conoscenza. Posso vedere le vostre fatiche non soltanto nello spirito, ci sono dei rapportatori di ogni genere, per lodarvi, in parte anche per accusarvi dinanzi a me. Per quest’ultima faccenda c’è qualche difficoltà per rimettere a posto le testardaggini e le teste confuse.
28. A volte mandavi un sospiro, caro Khemal, quando era troppo difficile e non volevi comunque aggravare i più anziani. Allora hai creduto ulteriormente che il tuo sospiro fosse ingiusto dinanzi a Dio, essendo appunto la tua funzione, che EGLI te l’avrebbe affidata. Sospirare o mormorare sono due cose del tutto differenti. Il Padre ascolta l’autentico sospiro, ma il mormorare proviene dal pensiero: ‘È troppo per me, non lo voglio più portare”’. Allora certamente può succedere che il Signore chiuda per un poco le Sue mani, …detto così tra di noi.
29. Che il Creatore non chiude mai le Sue mani per via delle Sue Opere – noi siamo appunto la Sua Opera più cara – lo sappiamo, altrimenti tutte le maestose Opere del Cielo e noi stessi, scompariremmo. Proprio voi amici e molti dei fedeli non hanno esaminato questa differenza, perché per voi non è mai esistito un mormorare. Da ciò proveniva magari qualcos’altro, quello che il nostro Khemal ha sentito sovente, detto come esempio: gratitudine e gioia.
30. Il ringraziamento sempre salito dal fondo del suo cuore, quando è riuscita un’opera, quando una via è stata superata, quando un caparbio ha potuto essere convertito. E ancora: quando i veri poveri hanno accettato il suo aiuto anche con ringraziamento. Allora è venuta la gioia per via della funzione che si è ricevuta dalla mano del Signore Iddio. Ah: – non è stato così, caro amico?”, domanda Samuele all’anziano, mentre il suo sguardo interroga anche gli altri.
31. Khemal riflette per un poco fra sé e sé, non vuole che il suo nobile sentimento sia rilevato, nemmeno nella sua funzione. Si è sempre posto sul gradino più povero, quello dei bisognosi, dopo il suo ritorno non ha mai manifestato il superiore, e in questo modo ha ottenuto la fiducia di molta gente. Quindi non gli sta proprio bene di essere stato messo nel punto focale dei loro amici. Lentamente scuote la testa e dice:
32. “Come fai a sapere tutto, Samuele, non c’è da domandare, e penso che tutto quello che ti è stato riportato è la minima cosa che conosci. La mia parola, anche se sembra che ti volessi lusingare perché hai detto del bene di me, non è nessuna lusinga. Noi che siamo seduti alla tua tavola e molti del popolo sanno chi e che cosa tu sei, diciamo per questo mondo: dal Potere di Dio, sei il Suo veggente, il Suo profeta! Per noi che siamo strettamente uniti con te, sei un uomo come non ce n’è stati sulla Terra e non ve ne sarà nemmeno in futuro[14].
33. Ti hanno messo dei sassi sulla via, sei stato amaramente offeso, hanno detto delle cose di te che non erano mai nel tuo cuore. Sei stato offeso di immischiarti in cose che non ti riguardavano e chissà quante altre cose. Forse – e questo non lo so davvero – anche tu hai sospirato quando hanno esagerato. Ma noi abbiamo notato una cosa:
34. Tutte le frecce appuntite lanciate contro di te le hai raccolte con la preghiera e la supplica per i nemici; i sassi che venivano gettati davanti ai tuoi piedi li hai raccolti intercedendo per coloro che li hanno gettati e li hai posti con delicatezza al bordo della via, affinché nessuno dovesse inciampare. Nella lotta ardente hai messo le offese di ogni genere a Dio nella Sua mano di Padre, ed hai pensato: ‘Qui Egli voglia chiudere un giorno le Mani, affinché in una Resa dei conti non venisse da te nessuna accusa’, poiché anche noi lo sapevamo:
35. ‘Dio non chiama l’accusato’, oppure rarissime volte, eccetto di una resa dei conti che ogni anima deve avere, altrimenti non può essere purificata. E se non viene purificata, allora non può essere accolta nella Beatitudine del Cielo. Invece viene rigettato l’accusatore (Apoc. 12,10). Per quale ragione è così e com’è da riconoscere? Un anzianissimo rabbino, che nel frattempo è ritornato a Casa, me lo aveva interpretato così:
36. ‘Non pensare che solo l’accusato abbia torto. Ci sono anche accusatori che sanno attaccare ad un altro la sua stessa cattiveria. Se allora il giudice non è informato sulla faccenda, l’accusato cade nel giudizio, che sarebbe veramente da emettere sull’accusatore’. Chissà se è giusto così”. Khemal guarda Samuele in modo interrogativo. “Ebbene…”, continua, “…a volte ho constatato che un accusato era innocente. Purtroppo non più molto sovente”.
- Ognuno guarda a Samuele per sapere se era utile ricevere chiarimento, in modo da parlare correttamente, senza con ciò incorrere in errori.
37. Samuele conferma: “Il rabbino aveva una visione profonda, una volta l’ho incontrato ed ho visto nel suo occhio una buona Luce. Sì, l’uomo crede comunque che l’accusato debba essere condannato. L’accusatore si sceglie quasi sempre un giudice che è d’accordo con lui e non si bada a ciò che dice l’accusato. Questo è mondano e lo rimarrà anche sovente. Soltanto, …esiste ancora un altro diritto: l’alto Diritto di Dio! Questo è scritto nel Cielo. Se qualcuno lo può leggere oppure no, se molti vanno oltre appositamente, il Diritto di Dio non cambia mai!
38. Il Cielo indicato è la coscienza. Questa dice all’accusatore insieme all’accusato, se si ha torto o se si deve prendere su di sé la punizione ben meritata. Sovente è certamente bene, così è per il nostro mondo quando i manigoldi sono da punire. Tuttavia con la punizione sarebbe da impiegare una disciplina, l’educazione. Una punizione senza alcuna altra fatica aiuta raramente a portare un malfattore sulla retta via. Ora consideriamo la cosa diversamente, non dal punto di vista del nostro mondo, ma dall’alto punto di vista di Dio. Proprio in questo il rabbino aveva detto il vero.
39. Dove esiste un uomo senza peccato, senza errori, che possa dire di sé: ‘Sono puro dinanzi al volto di Dio!’? Non ne troviamo in questo mondo, a meno che DIO stesso venga sulla Terra come un Uomo per redimere tutti (come Salvatore)! Egli solo potrà dire davanti al falso forum di alti mondani: ‘Chi può accusare ME di un peccato?’
40. Invece, se Dio venisse per una qualche Opera – ed Egli un giorno lo farà – allora sarà senza peccato! Soltanto, che molti diranno: ‘Che arte, Tu sei anche Dio!’. Ma sappiamo noi come il Signore si manifesterebbe, se Egli prenderà anche dell’umano di Sé, per dimostrare che l’uomo, almeno per quanto bene sia possibile, può vivere in modo giusto con la migliore volontà? Il nostro popolo ha per questo da mostrare dei fatti, e penso che anche altrove sarà così, che ‘le Luci del Cielo’ percorrono i loro sentieri per altri, per precedere d’esempio.
41. Accanto ad Abraham ne voglio nominare solo uno: Enoc! Noi sappiamo che Dio stesso ha detto di lui che ha vissuto irreprensibile, perciò si dice di lui che ha riempito ‘tutta una vita’. Sta scritto: «Egli visse 365 anni» (Gen. 5,23) così tanti anni come l’anno del mondo ne ha di giorni.
42. ‘Irreprensibile’! Questo significa senza peccato? Vedete, dato che Enoc si è dato completamente nella Guida di Dio, ha adempiuto la Sua Volontà ed ha agito sempre in modo giusto, guidando la sua gente da credente, perciò i suoi peccati, certamente pochi, sono stati cancellati. Non c’era bisogno di nessuna punizione, che per Dio si chiama ‘educazione’. Nel rotolo di Mosè sta scritto così:
«Dato che ha condotto una
vita divina (giusta)
Dio lo prese e non fu più visto!» (Gen. 5,24)
43. Chi accusa, dovrebbe esaminarsi severamente, se e dove manchi in lui stesso. E’ bene condurre alla giusta punizione dei malfattori che rubano malignamente, che diffamano altri, che rapinano qualcuno oppure persino lo uccidono. Allora ci vuole meno accusa e più dimostrazione; e un giudice ordinato può emettere il giudizio. Ma per DIO, evidentemente, le cose stanno diversamente. Egli sa di quale natura siamo e quanto amaramente è da sopportare qualche vita.
44. Come la forza dell’anima di un uomo può essere sopraffatta dal peso e dal giogo, chiunque possa venire davanti all’Altissimo[15], il Santo conoscerà ognuno di questi cattivi accusatori e li respingerà dal Suo volto, finché arrivino alla comprensione ed accusino se stessi.
45. E’ sufficiente questo: – Il Padre ci ha fatto cercare e anche trovare, per questo Gli vogliamo essere grati”. Il profeta intona un grande cantico di lode e gli uomini s’intonano. Una volta lui lo ha insegnato a loro, le loro forti voci risuonano lontano nel paese, sentite oppure no, comunque colme di Benedizione.
46. “Ora vogliamo discutere come possiamo continuare ad aiutare, affinché il popolo non vada a fondo. Saul dev’essere ammansito e Davide è da proteggere; chissà se possiamo farlo noi stessi”.
- Ora persino Samuele è incerto, la durezza di Saul è troppo grande. Tuttavia, anche questo lo mette al Signore nella Sua Volontà, EGLI guiderà affinché comunque si compia pure una buona opera.
47. “Vuoi andare ad Enghedi nel deserto per visitare Davide? Questo è troppo grave per te”, dice Ochnia, e ognuno è d’accordo con lui. “E’ già pericoloso fino al deserto; gli sciami di Saul attaccano tutti quelli di cui si crede che siano amici di Davide. Se inoltre qualcuno va verso di lui, allora cade nelle loro mani. Non andare, Samuele, ti prego, non andare!”
48. A lungo c’è un silenzio che si esprime in modo strano. Nessuno osa interromperlo. Samuele sta seduto senza muoversi. Chissà se esamina la richiesta dei suoi amici? Forse adesso sta chiedendo a Dio come deve agire? Lui infatti aveva appunto offerto, sottoposto a LUI con gentilezza, se fosse necessario anche mettere a disposizione la sua vita, per guidare l’arbitrio di Saul. Ma lui, come uomo, può aiutare davvero? Può essere titubante e scoraggiato? Queste sono tutte le domande che scavano attraverso il suo cuore come con un acuto aratro.
49. Ecco, è come una voce: “Fa come vuoi; ma non dimenticare la Parola del Signore!”
- Oh, come si vergogna Samuele d’indugiare soltanto un paio di momenti per eseguire la Volontà di Dio. Prima che ne possa parlare, anche gli amici sentono questa voce: “Chi confida in Dio, può discendere nell’inferno degli uomini, non cade da solo!”[16].
50. L’Altissimo dà un Comandamento, ma, …si annunci chi vuole essere contro. Non ha EGLI innumerevoli angeli, cosicché uno tra di loro può fare ciò che a un uomo manca di fare? Perché vi scoraggiate? Voi che sentite la Parola del Padre, non Lo avete visto che Egli vi ha dato la Sua benedizione, e che ha sempre aiutato?
51. Voi amici, che temete per la vita di Samuele, volete sbarrargli la via anche se lo fate con amore? Non giace la vita di tutti voi nella Mano dell’Altissimo? Chi vuole giudicare con Lui su ciò che sarebbe meglio, se il Signore pretende troppo, se… e ancora molto di più, su ciò che l’uomo sa proporre come argomenti? Volete vedere dei miracoli, mentre già la vostra vita è il più sublime miracolo di Dio?
52. I popoli di questo mondo salgono e scendono, i loro governanti cadono tutti insieme nella fossa. Anche il vostro Israele! Non aggrappatevi troppo a questo, nonostante il vostro buon senso, che Dio, il Santo, guarda con la Sua gentilezza. Nulla rimane sussistente in questo mondo, eccetto il tempo limitato che è dato ad ogni cosa, …dal Creatore dell’infinito! Riflettete come procedete, oppure se vi volete sollevare contro la Volontà di Dio.
53. La Sua Volontà abituata alla salvezza agisce pur sempre per coloro che si chiudono; allora si adempie solo in modo diverso che per colui che si affida gioioso alla Sua Guida. Ed il vostro cuore gravemente piegato, ha sospirato con ragione: ‘Perché abbiamo…?’. Questa volta è perfino adeguato il mormorare, perché rivolto contro di voi, e allora procura una Benedizione extra, poiché allora, l’uomo è già pienissimamente sulla via del ritorno.
54. Per voi, riguardo alla richiesta che Samuele voglia evitare questa ‘fossa dei leoni’, il pericolo che è unito alla via, badate: su ogni pericolo sta l’aiuto del Creatore! E quando un uomo lascia la sua vita, l’esteriore, che comunque un giorno scomparirà, la Vita dello spirito non andrà mai perduta. Non scambiate il mondano perituro e, con ciò, rischiate di perdere per lungo tempo la vita in e dall’Eternità-Dio!
55. Lasciate Samuele da solo, tornate indietro non appena il Signore vi chiama. Questo non va via da voi, essendo legati al Celeste, così come nel mondo solo pochi lo possono essere. Ma se già il Padre tiene un filino sottile, non Gli vanno perdute le anime. Se avete già un forte nastro, continuate comunque a faticare, affinché diventi sempre più forte come una fune, alla quale potete anche allacciare qualche anima malata.
56. Se sapeste quante funi provengono dalla Luce, vi stupireste e vi rallegrereste, anche se ciò lo vedono in pochi. L’invisibile è la realtà, il visibile, ciò che vaneggia davanti ai vostri occhi, è già perituro in se stesso. Voi percepite ciò che smuove il vostro cuore, ma non potete vederlo! Seguite la vostra buona Guida, allora avrete accolto l’invisibile di Dio contro ogni ricchezza, splendore e onore del mondo, per quanto bello, e per questo avrete raggiunto l’eterno guadagno. Tenetelo stretto, non lasciatelo più, custoditelo come il vostro possesso più prezioso, poiché è il più sublime Dono di Dio regalato agli uomini, a tutti i figli!
57. Ora prendete la Benedizione del Padre vostro che vi devo portare, e la Sua Forza e il Suo aiuto. Mantenete la fiducia e conserverete Dio! Siate consolati!”. E’ il Soffio dallo Spirito, a cui l’umanità in genere bada rarissime volte. Nondimeno, ci sono costantemente delle persone, e sono quelle che ben pendono a quelle funi di cui è detta quella ‘Parola’, che in ogni caso di tanto in tanto percepiscono come ‘soffio dalla Luce’.
*
58. Proprio così succede a Samuele e ai suoi amici. Ci vuole un po’ di tempo finché si riprendano. Si alzano uno dopo l’altro, lasciano in silenzio la sala nella quale Samuele rimane seduto colmo del moto interiore. Tutti vanno nella casa di Abelae che si trova nel villaggio a un paio di minuti di strada. Là sono indisturbati. Anche qui si siedono di nuovo in silenzio, finché il padrone di casa porta un vino che finalmente scioglie le loro lingue.
59. Lamuor di Gad come se non volesse ancora disturbare quella Parola, come se la benedizione di Dio non dovesse essere diminuita, dice trattenuto. “E’ stato meraviglioso! Chiunque abbia portato il Messaggio, non necessita saperlo, era la PAROLA DI DIO! Risuonava come se fosse stato Lui stesso che ci ammoniva e ci ha pure consolato. Chiedo a me stesso come siamo arrivati a trattenere Samuele dai suoi doveri della Luce.
60. Certamente ci è stato messo in conto per il bene, era la nostra preoccupazione per il veggente; poiché credetelo, amici: talvolta mi sembra come se con Samuele, se venisse richiamato, sarebbe perduto anche il nostro popolo, che non troverà mai più un’autentica via verso l’alto. Certamente verranno dopo di lui altri alti del Cielo, altrimenti non sarebbero state indicate le molte funi. Allora ce ne saranno alcuni simili al nostro veggente, nella stessa Luce e Forza, nella facoltà di portare giù la Parola di Dio e la salvezza nel misero mondo.
61. Sì, io so, Ochnia, tu fai parte del nostro villaggio, di Benjamin, la Terra è stata provvista riccamente dal Creatore. Se si pensa che cosa portano ogni anno i raccolti e quanto molto magnificamente, Davide lo deve già aver cantato: ‘La terra è piena della benignità dell’Eterno’ (Salmo 33,5), allora si può soltanto ringraziare e farlo incessantemente per tutta la vita.
62. Non ho inteso la Terra, che è di DIO, bensì quella che una volta è sorta dalla caduta e che viene indicata come ‘mondo’, i mondani che sguazzano nell’aldiquà. Di questi ce ne sono abbastanza in Israele. Tuttavia: – Che cosa ne sarà dopo Samuele? E Davide?”. Lamuor alza le spalle. “Potrà essere in gamba, comunque meglio di Saul. Ma lo rimarrà, quando il potere e fasto regale lo avvinghierà, soprattutto il governare? Forse rimarrà buono verso il popolo, se costoro rimarranno sempre vicini a lui nel proprio fare e volere?”. Un respiro che prolunga la domanda.
63. “In quest’ultima cosa certamente”, si accorda Patael. “Lo si vede in tutti i governanti non appena li si conosce, come i passati che la cronaca ci ha mostrato+.14 Prima la maggior parte è fedele, vogliono procedere al meglio che i precedenti; quando poi sono al governo, la buona volontà scende nella tomba. Ora, …aspettiamo, non possiamo cambiare il futuro; questo è lasciato al Santo. Il Suo meraviglioso Governo non cessa mai. Quale consolazione per noi, per l’umanità intera fin nel suo ultimo tempo della Sera!
64. Qualcosa ci è più vicino. Se Samuele va, vado insieme a lui. Ci sarete certamente anche voi?”
- “Naturalmente”, esclama Rashi. “Sarebbe anche troppo stupido rimanere a casa e lasciassimo percorrere all’uomo del nostro Dio la via da solo. Difficilmente ce lo perdonerebbero. Chi dei fedeli della nostra tribù vedesse Samuele percorrere la strada, e la maggior parte saprebbe quello di cui si tratta oggi, allora si appenderebbero come grappoli al suo piede”.
65. “Sarebbe persino bene”, pensa Khemal. “Gli armati di Saul non potrebbero proprio fare niente. Non possono gettare giù centinaia. Se ci siamo noi, dovremmo precedere oppure rimanere accanto al nostro gruppo, ed essere a cavallo per intervenire rapidamente dove fosse necessario; allora gli sgherri di Saul si terrebbero senz’altro indietro, contro l’ordine di Saul. Non pensate che stiano tutti fedelmente con il re. Una parola, …e loro voltano le loro spade contro Saul e contro quei suoi pochi che ancora si atterrebbero ancora a lui.
66. “È anche la mia opinione”, conferma Ochnia. “Ce ne sono stati molti da me, in segreto e persino con la paura. Mi hanno interrogato se io oppure Khemal non volessimo diventare re. Non potremmo contare su Davide, che sarebbe troppo giovane, ed è in dubbio se potrà governare in modo giusto. Mentre invece noi, i più anziani… Ora ho rifiutato, benché noi anziani comprenderemmo certamente di più del governo. Tuttavia che Davide è stato unto e non noi, l’ho spiegato all’uomo, affinché restasse tranquillo, lui e anche quei molti altri che attendono un rovesciamento rapido.
67. Forse… ho espresso la speranza che presto potrebbe esserci un cambiamento, ma non ho rivelato che Samuele deve andare da Davide. Noi lo sappiamo già, si è soltanto indugiato perché Davide ha spesso dovuto cambiare soggiorno negli ultimi mesi, per sfuggire a Saul”.
- “Se avesse colpito all’improvviso”, riflette Abelae, “se non si fossero schierati intorno a lui la maggior parte degli uomini, in tal modo Saul sarebbe finito già da tempo”
68. “Hm, è possibile. Si è considerato pure la giovane età di Davide come impedimento. Il popolo doveva sperimentare anche prima, che il re da lui desiderato, voluto con la forza, non portava assolutamente nulla, cosicché da lui si è bramato molto: reputazione davanti ai nemici, ricchezza, una vita migliore, e c’era da scuotersi di dosso il duro giogo dei più anziani. Ora lo si sa che il nostro giogo non è duro, che è sempre giusto, grazie ancora a molto di ciò che ha lasciato Mosè ed anche Giosuè.
69. Penso al giudice Debora[17] (Giudici cap. 4 e 5), scelta da Dio, così vogliamo anche noi attenerci al Signore”.
- “Sì, Khemal!”, Samuele dirà certamente quello che gli è capitato dalla Grazia. Loro berranno il loro vino, qualche parola qua e là, e ad un tratto è come se qualcuno li sollevasse dalle loro sedie. Sono presi da una forte spinta: su, da Samuele!
*
70. Nel frattempo costui è rimasto interiorizzato, con pensieri che rosicchiano, perché non sarebbe andato se non lo impediva la paura di eseguire le parole di Dio. Come riflette ancora, lo sfiora una Mano. Quasi spaventato guarda in Alto, sentendosi abbandonato come non mai nella sua vita. Lo ha riferito solamente a sé, al suo fallimento, al suo errore: verso Dio. Oh, guarda, …una Luce!
71. Da questa esce la Figura. Ah, …la resa dei conti! Ma questa è unicamente Faccenda di Dio. Samuele s’inginocchia, cade quasi giù, afferra il lembo dell’abito, ma questo non offre nessun sostegno. Si ferma. Soltanto, …il lembo di Dio? Questo è un forte Sostegno!”
72. “Samuele, non ho nessun motivo di fare i conti con te, come tu però lo pensi in buona umiltà perché hai ignorato un po’ il Mio comandamento dalla Luce. A quale uomo non capita? Se i Miei figli sulla via attraverso la materia sono molto aggravati, in più, che fin dall’inizio hanno rinunciato davanti al Mio Seggio di Dominio alla dignità, alla loro beatitudine, alla figliolanza da tempo conquistata, restituendoMela, per cui sono entrati nell’oscurità veramente del tutto ‘vuoti’, …come non dovrei misurare Io, quando un passo, l’obbedienza e un’opera non riescono?
73. E’ certamente meglio se si esegue un Mio ordine senza chiedere: ‘Che cosa saremo?’. Puoi chiedere anche tu, figlio e veggente Mio, ma dato che hai rimesso la domanda a ME, nelle Mie mani, Mi fai governare in difficili cose del mondo, perciò non devi essere rattristato, se ora tu sei perduto un poco nel tempo del mondo, non per Me, Samuele!
74. Ma non posso riaddrizzare un piccolo errore? Non dovrebbe essere possibile per Me aiutare continuamente i figli fedeli, affinché adempiano il loro dare sacrificato, per ricevere un giorno il loro avere benedetto? Tu lo affermi volentieri, tuttavia con una piccola restrizione che la Mia Bontà considera volentieri: un pareggio tra il dare e l’avere non sarebbe mai possibile senza la Mia Bontà, Grazia, Amore e Misericordia. Ciò è giustissimo!
75. Ma pensa: – Questi quattro, come inoltre ogni altra pienezza miracolosa della Mia Entità per tutti, hanno nella Giustizia due gradi, a seconda di chi e di cosa si tratti. Il primo grado è sempre legato alla Luce, e in questo non c’è nemmeno nessun perdono, come lo richiede in sé la via nella materia sia per i fedeli come per l’insieme dei caduti dall’oscurità. Dove un figlio o una figlia si affidano volontariamente a Me, quando si pongono sotto alla Mia benevola Volontà, come dovrebbe essere pesata una piccola incapacità, un errore, sulla difficile via del co-aiuto?
76. Certamente viene pesato tutto, e da parte Mia proprio anche con due pesi, il che non significa per nulla che la Mia bontà, la Mia grazia, il Mio aiuto abbiano due differenti gradi: per i fedeli uno ricco, per gli smarriti uno scarso oppure nessuna ricompensa. Naturalmente la ricompensa si riferisce a un lavoro, altrimenti la Mia Giustizia fondamentale non sarebbe giusta.
77. Il secondo grado si fonda sulla Mia eterna santa redenzione, che ho considerato lungamente e prevista da tempo, avendola messa in atto prima che avvenisse la caduta. Tu ancora non lo comprendi, poiché la conoscenza più alta è riservata nel Regno della luce, quando i figli operosi hanno il loro rimpatrio.
78. Solo una cosa sia indicata: – Come CREATORE ho previsto che cosa potesse portare con sé una volontà condizionata libera, perfino all’interno dello Spazio della Mia Volontà di Reggente, se volevo appunto avere dei figli liberi.
79. Come PADRE, inclusa l’Entità di DIO e SACERDOTE, ho operato in anticipo, affinché in una gravissima caduta nessun figlio andasse perduto. Di costoro, molti sono lontani dal povero abisso, anche dei fedeli che sono sulle vie da viandanti inciampano oppure capitano in una trappola, che lo smarrito sa tendere. Ma tutto, Samuele, è adagiato nella Redenzione.
80. Chi ha elevato il Mio popolo dalla Mia magnificenza? – Sono stato solamente IO! Non stanno di conseguenza in ogni tempo, aperte, le Porte della Casa del Padre, non appena qualcuno tende seriamente a cercarla e trovarla al momento giusto? Sono un Dio nascosto, o solo da lontano (Ger. 23,23) come certi si sono augurati: ‘Oh, se Dio fosse lontano, per non vedere che cosa sta succedendo!’. Oppure sono sempre un Dio da vicino? Dove esiste per Me stesso un vicino o …un lontano?
81. Sei mai stato solo, o figlio, dal Mio raggio dell’Ordine? Io domando: ‘Quanti uomini, nella fatica, vanno silenziosi per la via e sono solitari nel mondo?’. Proprio costoro sono racchiusi nella Mia vicinanza, sia che se ne accorgano oppure no, questo è uguale.
82. Tu pensi con grande gratitudine che non saresti mai stato solo, che la Mia vicinanza ti avrebbe beatificato in ogni tempo, soprattutto in cose che non volevano risolversi subito, quando venivi misconosciuto ed aggredito, quando ogni buona volontà, ogni miglior procedere venivano rinnegati e venivi accusato di falsità.
83. Quindi non supererai nemmeno l’ultimo tratto che cela diversi pericoli, non senza di Me né senza i tuoi amici. E lo spargimento di sangue tra fratelli, come hai temuto, …aspettati se non sia all’Opera la Mia mano Destra dalla Volontà del Mio Potere di Creatore, quel Potere che porta l’aiuto in ogni tempo, spirituale e anche mondano, come è necessario per ciascuno”.
84. “Padre, posso chiedere di nuovo? Mi stanno molto a cuore gli amici, gli avversari, il popolo e anche Saul, che amaramente ha bisogno della Tua Grazia, naturalmente anche noi tutti, i Tuoi uomini sulla Terra. Mi interessa Davide. Tu lo hai eletto, e nel conoscere questo non sono ancora del tutto sicuro il perché era da ungere Saul. E’ capitato in un grave abisso.
85. Se Tu hai voluto che egli diventasse re, allora dovevi sapere in quale rovina sarebbe caduto. Istruiscimi, caro Padre. Inoltre, Davide, ho dovuto pre-eleggerlo su incarico Tuo, e non è ancora sicuro che cosa sarà un giorno di lui.
86. Lui viene poco riconosciuto a causa della sua giovinezza. Ho sentito alcuni dei suoi canti (Salmi). In questi ondeggia una profonda fede, il tendere in alto verso l’aiuto dalla Grazia. Se rimane così, allora questa scelta sarebbe per Israele una Benedizione speciale. E tuttavia, verso la scelta di Saul starebbe come il giorno alla notte. Questo mi ha oppresso”.
87. “E ancora di più”, dice Dio così gentile, che Samuele non può fermare l’acqua dei suoi occhi. “Non preoccuparti per via di Davide, anche per lui le cose non passeranno del tutto ‘senza’. Lo splendore del mondo abbaglia, per cui la domanda è nuovamente giustificata, perché Io, che prevedo proprio la via degli uomini dall’inizio fino alla fine, ho determinato la scelta dei re, l’ho almeno tollerata, e so che sono capitati ad un timone sbagliato. Fa attenzione, Mio veggente!
88. Nessuno deve chiederMi per via dei re: ‘Perché hai Tu…?’, per accusarMi che come Onnisciente avrei dovuto vedere quale male ne sarebbe risultato. – Ora Io domando: “Ho deciso Io i re per Israele come per qualunque popolo? È certamente bene ed è nel Mio Ordine, quando un popolo o una stirpe si lascia guidare da qualcuno che con uno spirito forte e buono conserva il diritto e sa estirpare l’ingiustizia.
89. Ciò è simile a come Io guido il Mio popolo di Luce, mantengo il Bene e il Vero, spingo fuori l’ingiusto – come nella caduta di ogni figlio – per la purificazione. Mai per la rovina, Samuele, unicamente per la salvezza degli smarriti! Se un uomo agisce e guida anche così, è eletto da Me. Diversamente stanno le cose qui con Israele.
90. Tu sai bene che cosa è capitato in Silo. Hanno forse lasciato valere che fosse nella Mia Volontà, dato che Io sono il Reggente superiore di tutti? Se il Mio procedere ha lo stesso effetto per ciascuno, dipende da lui stesso. Nessun uomo può sopportare il Mio operare! Oh, si è preteso con abominevoli grida che dovevase arrivare un re come lo hanno i pagani, che loro li chiamano in modo così ingiurioso. Mentre, come costoro stanno dinanzi a Me non lo sospetta nessuno. Li si guarda dall’alto in basso e ci si mette al loro gradino popolare attraverso la pretesa.
91. Tu sei il Mio veggente e non puoi comunque sapere come Io cambi le Vie della Mia Volontà e se Io – incomprensibile anche per te – percorra sulla via della Volontà eternamente diritta anche delle curve, per gli incorreggibili, per coloro che pretendono falsamente, che da tempo hanno disimparato l’autentico chiedere e il buon domandare. Ti meravigli ancora se dalla pretesa degli uomini si vede solamente del male?
92. Si voleva avere un re mondano. Il popolo lo ha ottenuto senza la Mia Volontà, ma certamente – e questo per la salvezza mal compresa – mai per la rovina. Ma se un popolo va in rovina per questo mondo, allora svanisce ciò che era sorto dalla materia del mondo. Rimane eternamente lo SPIRITO, il Mio Potere, e sotto di questo ogni figlio, non importa se si ribella o se presta a Me l’obbedienza. Tu sai che cosa ha da significare l’obbedienza?”
93. “Precisamente come l’hai posta TU non lo posso sapere, caro Padre. Quello che manca me lo spiegherai ben ancora dov’è necessario. Ma una cosa presagisco: l’ubbidienza è il libero amore dei Tuoi figli che si sottomettono sempre alle Tue mani e, in tal modo, stanno sotto le Tue vie, stanno sotto la Tua Volontà abituata alla salvezza.
94. La sottomissione come la pretendono i potenti del mondo non esiste da Te. Fin dall’inizio, quando cadde la decisione, hai lasciato liberi tutti i figli di rimanere con Te oppure di allontanarsi con il caduto.
95. Proprio questa libertà era il legame più sublime al Tuo eterno maestoso Io. La moltitudine di tutti i nati nella Luce era appunto disposta a rimanere con Te, liberamente, nondimeno magnificamente uniti alla Rivelazione del Tuo santo Essere-UR. Questa era certamente la giusta ubbidienza. Accogliere questo, si è nello Spazio limitato della Tua Volontà, liberi nello spirito della nostra stessa persona. Questo, vale all’incirca?”
96. Samuele getta le braccia intorno all’anca di Dio; è la prima volta che lo fa. Attraverso il corpo passa un sentimento delizioso e ora lui sa: – con Dio è unito lo spirito, l’anima, la mente e il cuore della vita, ‘figlio da Dio’, e lo può percepire. Beato, oh, beato è l’uomo già qui sulla Terra!
97. Dio posa di nuovo una mano sul capo del veggente. “Fino ad una riga ti sei avvicinato alla verità. Ed Io ti dico: questo non è un ammanco, è sempre quella parte di tutte le beatitudini che rimane riservata alla Luce. Un uomo che si dà a Me può attingere molto dalla Fonte dei misteri, ma tutto questo mai nel percorso attraverso la materia. Questo, Samuele, l’ho previsto e determinato così: ‘Se i Miei viandanti ritornano nella loro Patria, nella Casa del loro Padre, allora devono sperimentare la molteplicità di tutte le Magnificenze’.
98. Oppure dovrei dire loro: ‘Purtroppo per voi non ho conservato nulla, la Mia Arca nella quale ho conservato la vostra figliolanza è tutta vuota. Con ciò che avete ricevuto finora, dovete accontentarvi per il resto del Giorno dell’Amore’.? – Quanto sarei povero se non potessi dare più nulla, se non potessi regalare più nulla. Quello che ci si può conquistare sulle vie da viandante, è ciò che un figlio del co-aiuto possedeva prima di andare nella materia, per aiutare tramite una via del co-sacrificio. In più, …per via del Sacrificio.
99. Hai detto che con tutta la serietà non si potrebbe aiutare Me, altrimenti non sarei un Dio. Sì, figlio Mio! Ogni aiuto che prestate, serve per gli smarriti e i confusi, per gli intenzionalmente cattivi che nella loro caduta trionfano che avrebbero posto resistenza a ME. Oh, lo hanno fatto! Soltanto, non si sono accorti che con ciò erano ribelli a se stessi, perché così hanno rinunciato da sé al collegamento con il Creatore.
100. Lo ha fatto Israele, ottenendo un re con la forza di questo mondo. Se pensi Mi sarei pentito (1° Sam. 15,11), è a causa di coloro che piangevano di gioia come se Mi avessero costretto. E oggi? Oltre questo ti si accenda un altro lume, perché con il primo dominante (Saul) avuto con la forza, non poteva seguire null’altro che sempre soltanto un governare mondano. Ti ho inviato soltanto per questo, per scegliere pietosamente uno migliore di come era Saul. Se con ‘migliore’ sarà veramente meglio, tu non lo vedrai; ma già ti sta passando per la mente che nulla migliorerà, perché quando si muove un monte, non lo si può più fermare.
101. Se il Mio Potere saprebbe come intervenire? Oh, nessun monte peggiore dei demoni, anche se apparentemente macina tutto sotto di sé, ferma la MIA GRAZIA! Nessuno domanda come questa si mostra! Ma una cosa la può fare ogni figlio che riconosce la Mia Volontà paterna nell’obbedienza: può credere a questa Grazia! Chi lo fa, ha sempre la Benedizione dalla Grazia!
102. Ora sia menzionata ancora una cosa, poi arriveranno i tuoi amici ed Io ti consiglio: lasciali fare ciò che si sono prefissati; anche loro stanno nel e sotto il Mio Spirito di Grazia”.
- “Tu, amato Padre, consigli la cosa migliore,” ringrazia Samuele, “vorrei sempre eseguire il Tuo consiglio,”
103. “Va bene, ciò dipende anche dal fatto che hai afferrato il Mio lembo credendo che fosse un forte sostegno, anche se i vestiti nel loro genere non offrono nulla di solido. Se pensi a quello che copre il corpo, allora è giusto; non vi è nulla di solido eccetto soltanto la cintura che tiene l’abito e il mantello. Tutto il materiale è materia oscillante.
104. Diversamente è con gli abiti che si portano nell’Empireo. Sono certamente pure morbidi, più morbidi che la seta più bella che si sa già tessere. Presso di Me nella Luce non esiste nulla di duro. Ma tutto ciò che serve per la gioia e persino per l’utilità, è costante nell’eternità, eterno, come nella materia non c’è mai nulla di eterno.
105. Pertanto hai fatto bene a tenerti al lembo dell’abito (v. 71), di aggrapparti nella gioiosa certezza: ‘Se ho nella mano il lembo del santo abito, allora ho nelle mani una parte del Mio Dio. E LUI lo tengo molto saldamente’. Sì, già il Mio lembo, ciò che i figli possono sopportare della Santità di Dio, è così tanto, che non lo potrete mai abbracciare con lo sguardo! (Isaia 6,1)
106. Quando ti troverai nel Tempio della Santa-Luce, vedrai la sua dimensione, all’interno ed anche all’esterno, ma se alzerai i tuoi occhi a Me, allora già nel lembo ti si rivelerà l’infinito del Mio Essere, in più quella Pienezza che Io avevo preparato per la schiera dei figli quando sonnecchiavano ancora nel Mio Spirito-UR.
107. Ora basta, hai sentito molto, e ora trasmettilo ai tuoi amici insieme alla Benedizione che t’impongo e la Forza per superare il facile sentiero. La Mia Grazia è sempre con voi!”.
- Nuovamente il veggente non si accorge come Dio va via, e il Suo santo buon Essere è comunque rimasto nella stanza.
[indice]
I buoni amici aiutano – In viaggio verso
Davide
Una schiera di aiutanti – Sull’impervio
monte per benedire Davide
1. Loro entrano senza far rumore, aspettando finché il veggente arriva. Lui era andato nel solaio dopo che Dio era andato via, come se da lì Lo potesse ancora vedere, come si guarda quando un caro arriva o se ne va. Non c’era più nulla da vedere, e tuttavia nel suo petto il sentimento era lieto: ‘DIO è stato da me. Egli ha parlato così a lungo con me!’. - Oh, Grazia immeritata! Ora si ricorda, ha visto gli amici nel vicolo e non vorrebbe farli attendere.
2. Lui scende, ricordandosi: ‘Dall’Altura di Dio, l’uomo deve recarsi nel basso stato della materia, perché questa pretende ancora il suo dare’. ‘No’, dice a se stesso, ‘essa non deve ricevere nessun dare. Se non lo vogliamo dare, vale solo il benedetto dare per gli smarriti e per coloro che fanno del male e, …per coloro che hanno bisogno del nostro aiuto’. Con quest’ultimo pensiero entra. Si vede dal suo volto la santa vicissitudine, gli occhi sono colmi di un forte splendore. Agli amici sembra come se Samuele fosse cresciuto, che è impossibile per l’età.
3. Lui saluta gli uomini e riferisce ciò che ha detto il Signore, anche della Benedizione, della Forza, della santa Onnipresenza dell’Altissimo e che devono confidare in Lui, benché la via sarebbe stata assai aspra. Come sono contenti perché il veggente può ripetere molto verbalmente, come se ancora una volta fosse ispirato. Non c’è da stupirsi: lui è il profeta del Signore.
4. Poi Khemal domanda: “Vuoi, oppure detto più correttamente, devi visitare Davide su incarico di Dio? Quello che hai da dire, non lo si deve sapere, ma: come hai immaginato la via? Che non puoi andare non accompagnato, di questo te ne renderai conto, attraverso l’indicazione di Dio dovresti pensare al nostro consiglio. E questo è ciò che abbiamo deciso e te lo facciamo sapere adesso: – Noi tutti veniamo con te! Perché, chissà…”
5. “Sì”, conferma Patael, a cui gli altri annuiscono affermativamente, “diventerà difficile se si pensa a come abitano i soldati di Saul, che non abbassano le loro armi nemmeno davanti alla propria gente. Tuttavia sono certo di stare sotto la protezione di Dio. Egli non ti avrebbe dato questo incarico se ci fosse del pericolo per te, di non fermarsi nemmeno davanti a te.
6. Caro Samuele, hai menzionato che non dobbiamo temere una morte, né come e dove ci riguarda, e questa può essere l’ultima cosa dell’aiuto della nostra vita. Dunque: con te viviamo, con te moriamo! Entrambi prendiamo dalla Mano dell’Altissimo!”. A questa grave espressione, con tale promessa ognuno alza una mano in segno che si rimane insieme nell’incorruttibile fedeltà.
7. “Vi ringrazio di cuore per la vostra fedeltà. L’assistenza di Dio di cui abbiamo bisogno, ce la darà Lui. Preparate prima la vostra casa, se è possibile, molto presto. Mi sento spinto di ritornare qui”, Samuele non vuole confessarlo, per non opprimere nessuno con la partenza, ma aggiunge dentro di sé: ‘…per poi aspettare la mia ultima ora’.
- Come se qualcuno ne percepisse qualcosa, tutti sono diventati molto particolarmente seri, e non soltanto per quanto riguarda il tempo.
8. Khemal e Rashi avevano già preparato le loro case, come previsto; Ochnia sarebbe facilmente di ritorno entro un giorno, mentre quelli di Rama sono pronti in ogni momento per il viaggio. Solo Lamuor di Gad ha bisogno di più tempo. Khemal dice: “Strada facendo incontreremo dei fidati, di costoro puoi inviare uno o due per ordinare anche le tue cose. Ochnia ci può incontrare sulla via”.
9. “Rimaniamo subito qui. Sarebbe bene se non perdiamo troppo tempo, nessuno deve aspettare l’altro. Quando partiamo?”
- “Se possibile, domani mattina”, informa Samuele.
- Khemal provvede agli animali in Rama e nei d’intorni, di cui hanno bisogno per la cavalcata. Li riceve senza problemi. Vengono preparati già la sera precedente, provvidenzialmente, così il mattino dopo non devono capitare degli intoppi.
10. Khemal e Rashi rimangono per la notte da Samuele, Ochnia da Abelae, Lamuor da Patael. Per ognuno diventa una notte strana, dormono bene e sognano tutti la stessa cosa, come risulta al mattino e durante un paio d’ore durante la cavalcata, che vedevano in alto nel Cielo una stella chiara, i cui raggi passavano sulle loro vie, come se li accompagnasse.
11. Al di sotto dei raggi ondeggiavano delle ombre di qua e di là, grandi, piccole, grigie e del tutto nere, e nel mezzo sempre talvolta un guizzare come di armi che si colpivano continuamente. Cavalcano fra luci ed ombre, qualche volta veloci, qualche volta fermi, come se quelle ombre scure volessero respingere la luce della chiara stella. Come lo era stato nel sogno. “Così ci capiterà”, spiega Samuele.
*
12. Alla sera cercano ben presto una locanda per via degli animali. Il primo giorno scorre senza disturbo. Samuele si stupisce poiché delle truppe pur incrociando le loro vie, lo salutavano e scomparivano con un cenno nascosto a Khemal. Che costoro, poi a distanza, rimangono dietro al ‘loro veggente’, sarà per lui ancora un’ultima gioia terrena.
13. Il suo stupore aumenta quando il giorno dopo i gruppi aumentano e li si vede marciare dietro di loro.
- “Che cosa vogliono quelle brave persone?”, chiede lui al superiore. “Capiteranno anche loro nei pericoli che incontreremo. Mandali a casa, non vorrei che loro… Oppure hai forse…”
14. “Tu hai conosciuto il consiglio di Dio”, risponde Khemal. “Tu vedi quello che come profeta puoi sapere molto meglio di noi: la ‘cara gente’ è stata comandata dal Signore”, ‘naturalmente attraverso di me’, pensa lui divertito. “Loro ci seguono liberamente. Mondanamente lo sai meglio, cosicché essi sono un baluardo per te. Aspettiamo come si mostra l’alta Guida”.
15. Hm, per tutta la sua vita, lui, il veggente, ha sentito la mano di Dio che lo guida, che gli ha sempre prestato la Sua Grazia. ‘Non soltanto prestata, il Signore l’ha regalata!’, risuona come una Parola forte nel suo cuore.
- “Che stolto sono”, dice Samuele ad alta voce, tanto che gli amici lo guardano.
- “Come mai? Che cos’hai?”, chiede subito Rashi,
- “Talvolta ho anche dei pensieri strani”, sorride Samuele toccandosi la fronte. “Ma questo è bene, così si sa che da uomini non si è ancora per nulla celesti e si deve vedere come ci si arrampica sulla scala, quasi sempre molto lentamente, anche talvolta un po’ veloci, attraverso la Grazia.
16. Khemal aveva ragione d’ammonirmi sulla Guida di Dio. L’ho inteso e l’ho ringraziato per la grazia ‘prestata’. Mi è giunta la Parola ‘regalata’. Quindi sono stato un bello stolto, perché avrei dovuto ricordarmi della differenza, mentre sappiamo già come Dio sa distribuire la Sua Grazia. Qualche volta è giusto anche quel ‘prestato’. – Come la pensate voi?”
*
17. Mentre il secondo giorno trotterellano lentamente, dietro a loro aumentano le masse. Khemal regola il ritmo senza parlare, ne discutono la differenza. Sono d’accordo; Dio presta sempre la Sua Grazia, perché con questa non si può fare magari come con i vestiti che si cambiano oppure si tengono indossati.
18. Per coloro che si affidano al Signore con pieno cuore, il ‘regalato’ può avere la sua validità. E …Samuele? Non soltanto come profeta, ma anche come uomo ha vissuto bene, ha giudicato e tranquillizzato, ha aiutato ed ammonito ed ha portato qualche smarrito sulla ‘via di Dio’. C’è da stupirsi se ha avuto la Grazia come dono?
19. Il Sole comincia a mostrarsi già rosso oro allorquando uno sciame di soldati vuole sbarrare loro la via. Ognuno pensa: ‘Ah, così avverrà chissà quante volte, finché troviamo Davide. Vediamo come si comportano’.
- Il primo della truppa alza la lancia: “Dove vi porta la via? E perché siete così tanti?”. Di malumore visiona la grossa scia di uomini che si era radunata fittamente dietro quelli a cavallo.
20. Khemal, per non stuzzicare la banda, risponde cordialmente: “Ebbene, stiamo andando fino alla prossima locanda. Gli altri”, indicando la schiera degli uomini, “sono con noi per salutare il re”. Egli intende naturalmente Davide, mentre i soldati pensano a Saul, anche se non pochi di loro vorrebbero staccarsene volentieri. Ma se lo facessero ora… cadrebbero presto nella morte. Il drappello trotterella insieme a loro fino… Hm, qualcosa cambia. E che questo avviene, lo percepisce quasi ciascuno dei guardiani personali di Saul.
21. Il comandante libera il sentiero, non ha mai visto Samuele e non lo conosce, altrimenti avrebbe bloccato la via. Invece alcuni salutano Samuele, poiché come giudice è stato molto amato, nonché temuto dai ‘fichi marci’, ma in generale è però onorato come profeta.
22. L’uno e l’altro vengono schivati, conoscendo personalmente il metodo di come si deve procedere. È comprensibile: nessuno li rimprovera. Quando vedono come Dio li protegge tutti insieme, strisciano svergognati dietro al gruppo. La prossima volta …saremo come i coraggiosi, …non sapendo cosa succederà, se questo o quello, comunque, fallirà. Ciò è …molto umano, l’Altissimo lo guarda con Bontà, alla Luce della Misericordia.
*
23. Nella locanda i più anziani discutono con Samuele. Sono soli. E’ una notte tiepida, le frotte si radunano in un campo libero. Qualcuno ha con sé una piccola tenda. “Dobbiamo andare più verso sud”, spinge Lamuor, che era arrivato con una notizia importante.
24. “Ho incontrato una schiera che cercava di scappare da Saul. Davide sarebbe fuggito verso Keghila a nord di Hebron. Saul lo ha inseguito. Lui ha continuato a fuggire nel piccolo deserto, presso Sif nella brughiera lasciando Hebron a destra. Da Sif dei traditori devono essere passati direttamente da Saul, per indicargli il luogo di Davide. Ma poi Davide sarebbe andato velocemente con i suoi uomini nella parte del deserto di Maon, persino dei ladri gli avrebbero assicurato la via.
25. Un miracolo, poiché Saul si era spinto vicino al nascondiglio di Davide. Allora è arrivata la notizia che i filistei avrebbero fatto di nuovo irruzione nel nord, devastando molto, perché sapevano che Saul era nel sud con la maggioranza delle sue truppe. Quindi il re è dovuto tornare per scacciare ancor prima i filistei dal paese, mentre invece Davide si era nascosto sul monte nelle caverne presso Enghedi al mar morto.
26. Saul avrebbe dovuto inseguire Davide di nuovo dopo una breve vittoria con tremila squadre di giovani cercando di circondare la zona del monte. Noi dovremmo andare lì; non è proprio lontano, potremmo essere da Davide entro due giorni. Nel mucchio aumentano anche gli uomini che vanno pure verso sud. Se stanno tutti dalla parte di Davide, non lo si poteva sapere; ma solo pochi avrebbero dovuto tenere la fedeltà a Saul.
27. “Ci hai dimostrato il miglior servizio”, ringrazia Khemal, “sveglierò la nostra gente; dato che sono a piedi possono marciare di notte, che è meglio per loro. Domani li raggiungiamo. Che ne pensi, Samuele? Che ne dice il Signore?”
- L’interrogato sta alla finestra e guarda in alto all’esercito delle stelle. Forse lassù si può leggere la Volontà di Dio… Uno dei cari grandi certamente. Samuele si volge verso gli amici, e nuovamente si vede come il suo volto è diventato chiaro. E’ come circondato da un bagliore lontano.
28. L’Altissimo è il Reggente. Egli indica le vie. Questo lo può portare qualcuno, come lo ha fatto Lamuor. Si sta preparando qualcosa, è come una freccia che schizza verso l’alto, per Saul verso il basso. Se il popolo si lascia spingere in Alto…?”. Una domanda aperta che non conosce nessuna risposta, così, senza riflessione. Samuele abbassa gli occhi, un cenno muto; come tutta l’umanità è ora, e più avanti ancora molto di più, guarda verso il basso, invece di inviare in alto l’animo e il cuore, là dov’è la SALVEZZA.
29. “Partiamo presto al mattino. Presto sapremo che cosa porta alla svolta. Vengo con te nel campo, caro Khemal, è bene quando posso dire: Dio è con tutti voi: andate in pace! Devono evitare tutti i luoghi in direzione di Sif. Lasceremo Sif ed il Carmel ad ovest, ci troviamo all’ultima curva del piccolo corso d’acqua presso Enghedi. Là il Signore mostrerà la Sua Magnificenza”. Anche un buio…? Ora la meta è fissata.
*
30. Gli uomini del campo, sono già più di seicento, si svegliano subito. Si sono senz’altro abituati al ‘sonno leggero’, perché si deve contare costantemente su eventuali attacchi. Presto ci si prepara, si lascia ricevere dal veggente di Dio la grande Benedizione; in soli cinquanta uomini circa, alcuni anche a cavallo, rimangono indietro.
31. Quanto può essere triste qualche volta, pensa Samuele. Sarebbe meraviglioso che sulla Terra la Bontà di Dio provvedesse per gli uomini affinché ciascuno avesse il suo diritto. Invece si guarda nel sangue, nella guerra fratricida, nelle faide d’ogni genere. L’ingiustizia fiorisce come cardi sul campo, che è senza cura.
32. Non ha il Signore impiegato gli uomini per amministrare la Terra? E che cosa ne ha fatto l’uomo? Cosa ne è stato del diritto? Che cosa dell’Amore che Dio ha offerto? Quelli che percorrono la via della Luce, per questo, il Santo non ha bisogno di nessuna mano per raccoglierli. Gli altri invece… Samuele vede come continuerà, che cosa verrà sull’umanità, generata da se stessa, ed i figli della Luce avranno da portare molto; il loro giogo sarà così grave, …fino alla fine di questo mondo.
33. Samuele sprofonda in un sonno profondo, nel quale l’Alto gli mostra che la visione è giustificata. Dunque, Egli gli mostra anche la Magnificenza miracolosa di come Lui, il Santo, non lascerà mai distruggere la Sua Opera. Che la materia scompare ed è da dissolvere, proprio questa è la parte principale del Suo Potere miracoloso che è stato riservato alla fine del Giorno dell’Amore.
*
34. La stella mattutina (Venere) è ancora all’orizzonte quando si radunano. I servi dell’oste hanno già rifocillato bene gli animali, come Samuele aveva ordinato e già pagato l’oste. I più anziani fanno come lui. Sta soffiando un vento fresco, ognuno si avvolge nel suo mantello. Ma già dopo un’ora di veloce cavalcata il Sole mostra la sua aurora per riscaldare la Terra.
35. Raggiungono le truppe del campo. Si fa sosta in una conca protetta contro nemici, e contro il vento, senza alcun fuoco. Nessuna spia deve vedere troppo presto che l’aiuto è per Davide. Il giorno dopo marciano verso la baia del fiume di Enghedi. Tutti i successivi arrivano entro la sera. Ora sono quasi un migliaio.
36. Per Samuele si prepara una tenda. Lui si consiglia con i più anziani come si potesse arrivare da Davide prima che possa arrivare la truppa principale di Saul. Allora Ochyna chiede – avendolo riflettuto – ciò che gli stava a lungo sul cuore, dove fosse rimasto veramente il principe Chaha.
37. Samuele lo aveva eletto, e mai, eccetto su quest’unica cosa, si era sbagliato. Ochnia aveva anche ascoltato qua e là, si era messo d’accordo con gli amici a non domandare. Tuttavia era strano che Samuele avesse quasi rinunciato al principe e non lo si trovava da nessuna parte. Ma oggi Ochnia si sente spinto a chiedere, c’è troppo in gioco; Chaha era un buon principe, di vista larga e fedele. Ora, interrogato e guardato indagando, Samuele risponde:
38 “Io stesso avevo indagato, ho anche pregato il Signore ed ho ricevuto l’indicazione: ‘Aspetta. Ho una Mano lunga e una Benedizione lunga! Se è necessario, la Mia mano vi condurrà il principe’. A causa di queste parole ho taciuto, anche se mi sento oppresso e talvolta ho pensato di aver scelto erroneamente. Un principe Chaha non scompare senz’altro così, tuttavia mi rendo conto che egli vive solo dove, …non lo so. Per questa cosa, la visione è velata”.
39. Dice Patael: “Sono certo, anche se rimane inspiegabile, che il principe si sia allontanato per Israele, anche per Davide. Dove? Lo sapremo”.
- Allora è come se a Samuele cadesse un velo. Si deve ora adempiere la Parola del Signore? Dopo così lunghi anni? Inaspettatamente si avvicinano alcuni uomini. Il più anziano di loro, di nome Machnalo, un ricognitore molto esperto, risplende formalmente quando annuncia:
40. “Samuele, nel monte ho trovato una salita. Arriva fino all’altura più alta dove Davide si nasconde con i più fidati. Al di sotto di questo ha insediato la sua truppa. Ora ho incontrato alcuni che una volta erano ladri. Anch’io ero uno di loro; essi hanno salutato e senza dire nulla hanno indicato in alto dov’è la grotta di Davide. Lui ha ancora altri buone vedette che gli annunciano sempre ciò che succede intorno. Davide sa già che vuoi arrivare a lui”.
41. Khemal chiede: “C’è da salire con l’intera squadra? Che ne pensi? E’ assolutamente escluso! Porto su Samuele, voi anziani e dieci fortemente armati. La squadra sarà suddivisa così sul terreno pieno di crepe, che non la si potrà quasi trovare, ma pronti alla battaglia. E… beh, sicuramente accadrà. Saul è distante solo una giornata di cavallo, ma ciò solo col fronte del suo esercito. Abbiamo tempo, soprattutto perché la truppa principale si estende molto in lungo. Solo fra circa tre giorni possono essere pronti tutti insieme”.
42. “Questo è l’Aiuto di Dio!”, esclama Khemal.
- All’improvviso Samuele dice: “Io so dov’è Chaha, ma non so ancora dov’è rimasto così a lungo prima. Venite, non perdiamo tempo!”
- Machnalo è d’accordo, però dice che la salita sarebbe difficile, nel caso in cui Samuele volesse rimanere nella regione più bassa del monte. Allora il veggente si stende, è come se gli cadesse l’età, come se lui ancora una volta… Hm, ha l’aspetto di un uomo negli anni migliori. Soltanto gli occhi, che fanno risplendere il fuoco del suo spirito, indicano l’alta età del suo essere, …dalla regione più alta della Luce.
43. In poche ore tutto lo sciame è ordinato. Machnalo aveva deciso prima dove ognuno deve nascondersi. Lui stesso guida Samuele. Si sale ripidamente oltre delle spoglie cime rocciose attraverso strette gole, dove alcuni sassi cadono e a volte nessun sentiero rende difficile il passo. Impiegano quasi mezza giornata prima di arrivare al di sotto del luogo di Davide. Prima, ancora alla base del monte, Machnalo ha indicato una fessura.
44. “Il re era arrivato fin lì? Quello che è successo qui, deve riferirvelo Davide stesso”. E’ come una riverenza che s’impadronisce dell’uomo, quando guarda brevemente nell’abisso. Sa forse il veggente che cosa era successo? Oppure deve lasciarsi sorprendere, perché ancora uomo, del tutto particolarmente dalla Bontà di Dio? Sono da superare altre cinquanta metri, il passaggio più difficile.
45. Machnalo prende il braccio di Samuele, il quale per via di questo amore si lascia guidare volentieri. Il suo respiro è diventato corto, non si può negare il fisico. Quando hanno superato metà del tratto difficile, al di sopra della salita compaiono alcuni uomini, i primi sono Davide e Gionatan e …Chaha, da tempo scomparso. Samuele insieme agli anziani giubilano, non molto forte, perché nei monti le voci possono echeggiare lontane. Solo il grido di gioia giunge fino allo spiazzo in alto di Davide.
46. Costui scende correndo, conosce la via e i gradini. Intanto Machnalo porta loro la notizia di quanti fedeli sarebbero vicini. Intona il salmo (33) e canta inginocchiato questa preghiera. Non v’è nessuno, nemmeno i rudi ladri, che gli hanno prestato qualche buon servizio, e che non dimenticherà mai, né alcuno che non pieghi capo e schiena.
47. Nel frattempo è arrivato il veggente. Lo si deve sostenere. Uno va a prendere uno sgabello e una coperta. Lassù soffia un vento molto fresco. Lui accetta volentieri di essere così provveduto.
- Davide s’inginocchia dinanzi a lui, alza le mani: “Sei molto bravo, profeta del Signore che mi ha unto, d’accettare una funzione difficile. Voglio obbedire a Dio per quanto mi è possibile. M’inginocchio davanti a te come se fosse fatto davanti al Signore.
48. Portami la benedizione di Dio, a me e alla mia gente, affinché possiamo accontentare il paese senza guerra fratricida. Saul dev’essere re finché vive perché lo ha eletto il Signore. Oppure no?”. Alza gli occhi interrogativamente, direttamente negli occhi del profeta, che ora risplende in profondità e oscurità.
- Egli spiega come è stato con l’elezione, che non Dio ha voluto dare un re al popolo, ma è stato Israele a costringerLo a farlo.
49. “Allora nemmeno io voglio essere re! Non lo voglio diventare!”. Davide l’afferma deciso: “Non è Dio Zebaot unicamente il Re?”
- Samuele conferma: “Molto giusto. Ora che il popolo si è deciso per il mondano, così rimarrà, finché…”, egli non rivela le immagini che gli hanno mostrato molta disgrazia, per Israele, per l’umanità, fino al suo naufragio.
50. “Diventa tu un giusto re! Se vivrai in modo puro, allora si otterrà che anche un reame esteriore può diventare migliore. E Saul…”
- Allora interrompe Machnalo: “Ti ho indicato la fessura nella grotta al piede del monte. La giaceva Saul e dormiva, anche i sorveglianti dormivano. Se Davide avesse agito allora – come poteva aggiustarsi per il meglio del popolo – presto ogni faida sarebbe cessata; perché…”
51. “Fermati!”, Davide afferra la mano dell’uomo. “Avevi buone intenzioni; ma dovrei diventare un omicida del re?”
- “Ah, perché questo…?”, domanda Khemal.
- Chaha, che era stato salutato allegramente da Samuele e dal suo gruppo perché era arrivato da Davide da tempo senza che nessuno lo sapesse, e lo aveva servito in molto, si fa avanti e racconta al posto di Davide:
52. “Siamo scesi perché le animosità che erano penetrate fino al bordo del monte si potevano contare. Quando siamo arrivati alla grotta, abbiamo visto che Saul si era addormentato stanco morto. Machnalo ha dato a Davide una lancia. ‘Ora è nella tua mano, Dio stesso te lo ha consegnato’, ha sussurrato
53. Gionatan invece piangeva, poiché era suo padre. Anche se non lo poteva più onorare, doveva comunque amarlo, nonostante Saul lo volesse uccidere, …il proprio figlio ed erede. Lui guardò Davide supplicando, ci ha fatto cenno ed è sceso dal monte. Noi lo abbiamo seguito.
54. Dopo, Gionatan ha abbracciato Davide senza dire nulla, la maggior parte di noi si è chinato dinanzi a questa vera grandezza d’anima di un regnante. Alcuni hanno mormorato che con la morte di Saul qualche versamento di sangue sarebbe stato evitato. Poi abbiamo visto quando al mattino Saul è uscito dalla spaccatura della montagna insieme ai suoi uomini, l’arma nella mano, e come aveva certamente appena dato il comando di chiamare la squadra per assalire il monte. Ecco che gli giunse la notizia che i filistei avrebbero fatto irruzione e doveva tornare alla svelta.
55. Davide disse: ‘Il Signore ci ha aiutato due volte, EGLI ha tenuto indietro la mia mano, EGLI ha condotto via Saul. Se questo non è il grande Aiuto?’. Io dissi: Per il nostro Altissimo esiste soltanto il grande Aiuto, non ne ha uno piccolo. Allora Davide cantò un canto, uno tutto nuovo (Salmo 111) e noi ringraziammo Dio perché era stato clemente con noi”.
56. Si ascolta sconvolti. Samuele per un momento mette le mani sul viso, come se nessuno dovesse riconoscere quella luce che splende dal suo spirito, dalla sua anima matura che, come un raggio mattutino, annuncia un nuovo giorno (conoscenza). “Nel Nome di Dio posso dire: ‘Davide ha fatto bene!’. Un omicidio su Saul ti avrebbe macchiato per l’Eternità; perché chi sta nella mano destra di Dio, come oramai Saul, nessun uomo lo deve toccare! Vedete: chi può ostacolare o cambiare la Funzione di Giudice del Santo?”
57. “Ma se fosse successo comunque?”
- “Allora, Chaha, sarebbe successe certamente un’altra ingiustizia nel mondo, ma non avrebbe cambiato nulla nel Potere del Creatore! Di certo Saul sarebbe caduto un po’ prima nella morte del corpo, ma l’anima si sarebbe trovata nel Forum del Giudizio! E Davide sarebbe capitato nel Giudizio, per lui doppiamente: sia con Saul, che per via dell’omicidio per se stesso. – Da questa gravità, il Signore lo ha preservato.
58. Ma ora è anche da rilevare il superamento, perché in lui fermentava il pensiero: ‘Devo farlo?’. – ‘Non devo farlo?’. Perciò onorate Davide e rimanetegli fedeli quando riceve il governo. Certe cose ti saranno difficili”, dice Samuele rivolgendosi a Davide, “e non è detto che approfitti in ogni tempo della Volontà e della Parola dell’UNO per il tuo fare e non fare. Oggi te lo indico, più avanti è una faccenda tua a non dimenticare il Signore Zebaot”.
59. E’ un leggero cordoglio che passa nel volto del veggente? Un governante, nel potere del trono che, ahimé, …è così vacillante come una leggera canna nel vento mattutino, …dovendo dominare sempre se stesso? Samuele lo accarezza una volta sulla fronte, non è più il suo dovere di avvertire e di guidare quelli del futuro. La GUIDA, per le eternità, è unicamente il SIGNORE!
60. Chiede gentilmente al principe Chaha, come se ora il pericolo fosse bandito, se gli volesse fare un rapporto di cosa gli era capitato nel periodo da quando era stato lontano da tutti gli amici. “Lo vorremmo sapere volentieri”, aggiunge.
- Machnalo pensa che per questo ne avrebbero tempo l’indomani. Al più presto fra due giorni sarebbe stato il tempo della battaglia. “Rimaniamo giù in pianura. Non è bene lasciar venire qui in alto dei guerrieri, uomo contro uomo, e senza spazio”, indica la stretta piattaforma che esiste sul monte selvaggio. “Allora non possiamo vincere, e lo dobbiamo, se Israele non deve andare a fondo …a causa di Saul”. – Gli si dà ragione.
- Così scende ancora una volta una notte pacifica, prima che nuovo sangue fraterno bagni la povera Terra.
[indice]
[1° Sam. 23,14-28]:
[14] Davide andò a dimorare nel deserto in luoghi impervii, in zona montuosa, nel deserto di Zif e Saul lo ricercava sempre; ma Dio non lo mise mai
nelle sue mani. [15] Davide sapeva che Saul era uscito a
cercare la sua vita. Intanto Davide stava nel deserto di Zif,
a Corsa. [16] Allora Giònata
figlio di Saul si alzò e andò da Davide a Corsa e ne rinvigorì il coraggio in
Dio. [17] Poi gli disse: «Non temere: la mano di Saul
mio padre non potrà raggiungerti e tu regnerai su Israele mentre io sarò a te
secondo. Anche Saul mio padre lo sa bene». [18] Essi
strinsero un patto davanti al Signore. Davide rimase a Corsa e Gionata tornò a
casa. [19] Ma alcuni uomini di Zif
vennero a Gàbaa da Saul per dirgli: «Non sai che
Davide è nascosto presso di noi fra i dirupi? [20] Ora,
atteso il tuo desiderio di scendere, o re, scendi e sapremo metterlo nelle mani
del re». [21] Rispose Saul: «Benedetti voi nel nome del
Signore, perché vi siete presi a cuore la mia causa. [22] Andate
dunque, informatevi ancora, accertatevi bene del luogo dove muove i suoi passi
e chi lo ha visto là, perché mi hanno detto che egli è molto astuto. [23]
Cercate di conoscere tutti i nascondigli nei quali si rifugia e tornate a
me con la conferma. Allora verrò con voi e, se sarà nel paese, lo ricercherò in
tutti i villaggi di Giuda». [24] Si alzarono e tornarono
a Zif precedendo Saul. Davide e i suoi uomini erano
nel deserto di Maon, nell'Araba a meridione della
steppa. [25] Saul andò con i suoi uomini per ricercarlo.
Ma la cosa fu riferita a Davide, il quale scese presso la rupe, rimanendo nel
deserto di Maon. Lo seppe Saul e seguì le tracce di
Davide nel deserto di Maon. [26] Saul
procedeva sul fianco del monte da una parte e Davide e i suoi uomini sul fianco
del monte dall'altra parte. Davide cercava in ogni modo di sfuggire a Saul e
Saul e i suoi uomini accerchiavano Davide e i suoi uomini per prenderli. [27]
Ma arrivò un messaggero a dire a Saul: «Vieni in fretta, perché i Filistei
hanno invaso il paese». [28] Allora Saul cessò di
inseguire Davide e andò contro i Filistei. Per questo chiamarono quel luogo:
Rupe della separazione.
Chaha racconta la sua missione – la nuova
visione di Samuele
La lotta di fratelli; un uomo cattivo
viene convertito
1. “Volevo fare di tutto”, comincia il principe Chaha mentre stanno seduti su una sporgenza di roccia al mattino presto dopo un pasto frugale, ben mimetizzati, da dove si può osservare sia la pianura come anche la risalita. Si deve sempre far regnare la prudenza. Machnalo invia su e giù i suoi ‘segugi’, come vengono chiamati i co-messaggeri. Ci si può fidare fermamente di loro, anche per il fatto che Saul stesso avrebbe grandi preoccupazioni. Nel suo esercito si mormora che ci si è stancati di andare avanti e indietro per molti mesi senza incontrare il nemico, con ciò è inteso Davide, che ‘sguscia attraverso ogni maglia’. Si ha anche nostalgia di casa; perché gli uomini si preoccupano per le famiglie.
2. Quindi è tempo di ascoltare. Ognuno si rende conto che quando comincerà la battaglia, questa può diventare grave e sanguinosa.
- Il veggente ha messo nella mano di Dio una preghiera del cuore, questa supplica: ‘Padre, aiuta, affinché vi sia pace, almeno nel proprio popolo’. Questo se lo augura ognuno che qui è radunato; lo desiderano anche molti sotto Saul, benché lui stesso non lo sappia.
3. Chaha racconta del suo ‘lungo viaggio’, come lo chiama e come riferisce: “Voi sapete che una volta viaggiavo come commerciante e come ricercatore, secondo come e dove una o l’altra cosa era possibile. Ma dietro a tutto stava la volontà di unire i popoli, nonostante la diversità, anche se questo o quello è difficile da collegare. Per prima cosa ha visitato il nord, allora, quando sono partito all’improvviso. Già prima sentivo che la gente si comportava tranquilla, si mostrava più conciliante che purtroppo i nostri cattivi vicini, i filistei ed una gran parte di cananei di sangue straniero.
4. Ho trovato l’accesso a qualche superiore, e quando parlavo così in generale, mi ascoltavano. Invece quando giungevo al punto centrale della mia missione, che ho richiesto al SIGNORE, allora le porte si chiudevano rapidamente, ancora più chiuse che la buona volontà. ‘Ah, Israele non mantiene molta pace in sé; come dovremmo fidarci, affinché tenga la pace con noi?‘. Ripetutamente mi hanno messo in prigione. In me si vedeva uno ‘strisciante’ (spia), che volesse perlustrare i punti deboli nei confini e le difese dei popoli. E credetemi: quando arrivavo alla massima afflizione che dovevo essere giustiziato, ogni volta avveniva una svolta.
5. A volte arrivava uno che comprendeva; qualche volta…”, Chaha riflette un momento, “…arrivavano dei perfetti forestieri, un giovane oppure anche un anziano, che - vi prego, credetelo - non sembravano per nulla mondani. Non ho mai potuto chiedere loro chi fossero. Quando mi avevano liberato dalla morte che mi minacciava, allora scomparivano. Quando andava bene, venivo espulso. Allora ho fatto di tutto per arrivare ad altre tribù, cosa che sovente è stato faticoso.
6. Sono passati anni. Sono ritornato in segreto per vedere se il nostro popolo fosse un poco migliorato. Ma non ancora! Mi sono rivolto ai filistei come siriano dal nord. Come israelita non aveva nessuno scopo, poiché non soltanto non avrei trovato nessuno disposto ad ascoltarmi, ma sarei caduto sotto l’ascia oppure, cosa che sarebbe stata ancora molto peggio, …Saul mi avrebbe consegnato con la falsa storia di aver tradito Israele, affinché i filistei potessero finalmente occupare il paese. Ciò che sarebbe successo a me, non ho bisogno di menzionarlo.
7. Nella filistea ho detto che come nordico io avrei unito tutto il territorio. Oh, i filistei hanno altri nemici, persino dal mare. Non lo sapevamo perché noi non siamo mai penetrati fin lì come quelli che lo hanno fatto con noi. Su Israele sanno quasi tutto, perciò anche la possibilità di attaccarci sempre quando non siamo armati oppure lo siamo solo poco, e sempre nei luoghi dove si possono facilmente varcare i confini.
8. Noi invece abbiamo quasi soltanto una possibilità: affrontare la battaglia! Più raramente, di sorprendere gli altri, con cui non dev’essere detto che il nemico sarebbe la pecora nera, e noi quella bianca. No! Sfogliate nella storia come si è proceduti contro Mosè, contro Giosuè, contro i primi buoni giudici, ‘tutto Canaan sarebbe stato sterminato, per dominarvi da soli’.
9. Quando parlavo di noi con i filistei, si mettevano subito a criticare. Dovevo pesare le parole, per ottenere almeno che si riconoscesse anche qualche volta un ‘buon lato’. In questo modo ho potuto riconoscere la pura personalità dei popoli. Da circa due anni, nei quali io, finalmente ritornato a casa, ho girato di qua e di là con Davide, sempre in fuga da Saul, gli ho affidato molto e l’ho potuto istruire, affinché lui, quando fosse diventato re, potesse tentare di conservare la pace, per quanto possibile. Se questo riesca sempre, sia lasciato lì.
10. I filistei non daranno mai pace. L’odio contro di noi vive troppo profondamente in loro. Ma nemmeno noi siamo da escludere. Da circa quattrocento anni vive l’odio, da quando Giosuè ha preso il paese del patriarca. Non ci si dovrebbe elevare da se stessi, abbellire il proprio fare, invece di accusare le azioni degli altri.
11. Certamente è importante perché tramite Abraham crediamo nell’UNO, il Dio dei nostri padri. E’ meglio onorarLo come il nostro Dio, mentre molti popoli hanno gli idoli. Però mi chiedo: ‘Israele non ha compiuto nessun culto agli idoli? Non ha rinnegato il Signore e fatto ciò che era contro la Sua Legge?
12. Non eri inteso tu, Davide, ma pensate che una gran parte si è preso con la forza un re con delle grida. Anche questo è un culto idolatro. Non ci si è ribellati, in questo modo, come lo fanno i pagani con i loro governanti? Io confido nel Signore! EGLI è l’Uno, Egli ci aiuterà, anche se noi – visto nell’insieme – ci siamo sovente allontanati da Lui e dai Suoi santi Comandamenti. Tuttavia, edificare soltanto sulla Bontà, richiedere la Misericordia, …mentre ci si merita altro?”. Chaha si ferma nel suo discorso.
13. Samuele pensa pieno di cordoglio a quanto l’uomo ha caricato di colpa ed espiazione. E che cosa – o eterna Misericordia – carica DIO su di Sé? Il veggente vede già il Golgota? Oppure è l’immagine di una volta, della grande caduta della figlia? Oppure è l’immagine di quello che sta fermentando in basso, nella pianura, di orrenda confusione mondana, di smarrimento, fratello contro fratello? Per non opprimere, si tiene indietro. E quando si vorrebbe sapere che cosa gli è passato nell’anima, ciò che ha visto, dice:
14. “Era una visione, ma di un tempo indietro, anche di un tempo molto avanti che nessuno di voi sperimenterà nel mondo. Verranno delle generazioni e vedranno ciò che io posso vedere ora un poco. Adesso…”, si alza, “…si è fatto tardi, andiamo a riposare. Penso che domani delle cose spingeranno alla decisione. Forse ancora un decennio, e il primo reame della casa d’Israele sprofonderà. Veramente, un secondo (venti anni).
15. Vi chiedete come mai? Prima non abbiamo mai avuto un re, Saul è il primo. Veramente, a parte questo primo, che si chiamava Abraham, il ‘re delle tribù riunite’, ce n’erano sette che vivevano tranquilli nel paese sotto la sua mano, chi c’era…”, omette intenzionalmente ‘il primo’, “…che non ha governato soltanto il Canaan?”
16. Khemal aggiunge come meditando profondamente: “O voi stupidi! EGLI, il Santo, non soltanto da noi, come lo si sottolinea troppo volentieri, il SIGNORE ZEBAOT, era, è e rimarrà eternamente il primo Re, e oltre a questo, …l’Ultimo!”
- Non si percepisce un soave Soffio, come un Soffio da una maestosa Bocca: ‘Sì, eternamente ero, sono e rimango il PRIMO, il Creatore dell’infinito! Quello che ho creato per Me, lo governo. Chi è custodito sotto la Mia protezione, sotto la Mia custodia paterna, non dovrà preoccuparsi mai più di ciò che sarà. Le Mie mani non perderanno mai nulla!’
17. Ognuno ha sentito ciò che è come caduto dal Cielo come una rugiada di sera. Si cerca la sicurezza delle alture, e non vi è nessuno che non levasse grato le sue mani con un’ardente richiesta: “Signore, sii Tu domani la nostra fortezza e sicurezza!”. Davide canta per sé dolcemente i suoi canti (Salmo 18,3 / 91,2). La notte porta la pace, quella che Dio sa dare.
*
[1° Sam. 24,1-23]:
[1] Davide da quel luogo salì ad abitare nel deserto di Engàddi. [2] Quando Saul tornò
dall'azione contro i Filistei, gli riferirono: «Ecco, Davide è nel deserto di Engàddi». [3] Saul scelse tremila
uomini valenti in tutto Israele e partì alla ricerca di Davide di fronte alle
Rocce dei caprioli. [4] Arrivò ai recinti dei greggi
lungo la strada, ove c'era una caverna. Saul vi entrò per un bisogno naturale,
mentre Davide e i suoi uomini se ne stavano in fondo alla caverna. [5]
Gli uomini di Davide gli dissero: «Ecco il giorno in cui il Signore ti
dice: Vedi, metto nelle tue mani il tuo nemico, trattalo come vuoi». Davide si
alzò e tagliò un lembo del mantello di Saul, senza farsene accorgere. [6]
Ma ecco, dopo aver fatto questo, Davide si sentì battere il cuore per aver
tagliato un lembo del mantello di Saul. [7] Poi disse ai
suoi uomini: «Mi guardi il Signore dal fare simile cosa al mio signore, al
consacrato del Signore, dallo stendere la mano su di lui, perché è il consacrato
del Signore». [8] Davide dissuase con parole severe i
suoi uomini e non permise che si avventassero contro Saul. Saul uscì dalla
caverna e tornò sulla via. [9] Dopo questo fatto, Davide si alzò,
uscì dalla grotta e gridò a Saul: «O re, mio signore»; Saul si voltò indietro e
Davide si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. [10]
Davide continuò rivolgendosi a Saul: «Perché ascolti la voce di chi dice:
Ecco Davide cerca la tua rovina? [11] Ecco, in questo
giorno i tuoi occhi hanno visto che il Signore ti aveva messo oggi nelle mie
mani nella caverna. Mi fu suggerito di ucciderti, ma io ho avuto pietà di te e
ho detto: Non stenderò la mano sul mio signore, perché egli è il consacrato del
Signore. [12] Guarda, padre mio, il lembo del tuo mantello
nella mia mano: quando ho staccato questo lembo dal tuo mantello nella caverna,
vedi che non ti ho ucciso. Riconosci dunque e vedi che non c'è in me alcun
disegno iniquo né ribellione, né ho peccato contro di te; invece tu vai
insidiando la mia vita per sopprimerla. [13] Sia giudice
il Signore tra me e te e mi faccia giustizia il Signore nei tuoi confronti,
poiché la mia mano non si stenderà su di te. [14] Come
dice il proverbio antico: «Dagli empi esce l'empietà e la mia mano non sarà
contro di te». [15] Contro chi è uscito il re d'Israele? Chi
insegui? Un cane morto, una pulce. [16] Il Signore sia
arbitro e giudice tra me e te, veda e giudichi la mia causa e mi faccia
giustizia di fronte a te». [17] Quando Davide ebbe
finito di pronunziare verso Saul queste parole, Saul disse: «E' questa la tua
voce, Davide figlio mio?». Saul alzò la voce e pianse. [18] Poi
continuò verso Davide: «Tu sei stato più giusto di me, perché mi hai reso il
bene, mentre io ti ho reso il male. [19] Oggi mi hai
dimostrato che agisci bene con me, che il Signore mi aveva messo nelle tue mani
e tu non mi hai ucciso. [20] Quando mai uno trova il suo
nemico e lo lascia andare per la sua strada in pace? Il Signore ti renda
felicità per quanto hai fatto a me oggi. [21] Or ecco
sono persuaso che, certo, regnerai e che sarà saldo nelle tue mani il regno
d'Israele. [22] Ma tu giurami ora per il Signore che non
sopprimerai dopo di me la mia discendenza e non cancellerai il mio nome dalla
casa di mio padre». [23] Davide giurò a Saul. Saul tornò
a casa, mentre Davide con i suoi uomini salì al rifugio.
18. Sta arrivando mezzogiorno e, non più molto lontano, si vede radunarsi l’esercito di Saul, una grande moltitudine, mentre invece loro, qui sul monte, sono appena duemila uomini. E’ comprensibile se persino i ladri, che ‘combattono con la morte e il diavolo’, come dicono di sé, aggrottano le loro fronti.
- Machnalo il fanatico, salta su una roccia, alza le sue armi, una lancia ed una pesante clava, e grida strillante: “Saul ha colpito mille, Davide diecimila!” (1° Sam. 18,7)
19. Samuele sorride dolcemente rattristato. Un’esclamazione del mondo, benché sia utile per gli uomini sul monte. Tutti s’intonano nella chiamata alla battaglia; e così ci si trascina velocemente giù dal monte molto coraggiosi della vittoria, veramente qualche volta scivolando, saltando, non badando molto se ciò causa graffi oppure un paio di ferite. Nessuno ora aveva pensato al veggente di Dio che era ben sceso lentamente e si mette in punta inaspettatamente, davanti e accanto a Davide. Lo si nota troppo tardi; i cavalieri si scontrano, nessuno può ora uscire dalla battaglia.
20. Dalla prima fila di Saul salta fuori uno con una grossa barba. Lui lo conosce bene il giudice e profeta che gli ha inflitto, al barbuto, una dura punizione, ed era inteso a fargli del bene per riportare il cattivo sulla retta via. Allora costui aveva mormorato digrignando i denti: ‘Io aspetto! Anche se dura anni, tu devi morire dalla mia vendetta!’
21. La famiglia era stata colpita gravemente, cosicché Samuele l’aveva sostenuta in segreto. Ma di ciò lo sapeva meno il punito, nemmeno la reclusione facilitata, che il ‘giudice’ gli aveva inflitto. Solo il più grande, ora ventenne, sospettava che il veggente aiutasse e che il padre stesso si fosse procurato la punizione.
22. Quando il barbuto volteggia la clava per colpire Samuele, un giovane salta nel mezzo. La clava colpisce la spalla del giovane. Costui si accascia, il berretto gli cade dalla testa. Ecco che tutto si blocca per un momento. È una ragazza che giace nel suo sangue. Lei sapeva che cosa aveva in mente l’uomo e si è insinuata fra la gente di Saul. Adesso …c’erano abbastanza giovani che seguivano entusiasti il loro re.
23. Un grido: “Barara!”. S’inginocchia presso sua figlia. Persino Saul si ferma. Uno si china più rapidamente: è il veggente di Dio! Lui impone le sue mani senza dire nulla, e il sangue si ferma. I guerrieri stanno lì come manichini, ai due lati. Quelli di Davide hanno paura, al veggente non deve capitare nulla. Costui guarda ammonendo il delinquente di una volta, sempre senza parole, ed è un Vangelo che strappa addirittura il cuore dell’uomo.
24. Oramai si pente della sua azione, guardando sua figlia che giace al suolo svenuta. Lui non osa chiedere a Samuele per sua figlia – sotto la scorza ruvida, l’amava – per guarirla. Questo seguirà più tardi. Al pentimento deve dapprima seguire un ritorno, che qui può nascere dalla paura.
25. Rashi e Patael sollevano la ferita e la mettono nelle braccia del padre. Lui porta a casa la figlia, non pensa più alla battaglia, né al re, a… ah, e non più alla vendetta, che aveva coltivato da tempo. Lui pensa a Samuele e, …a Dio. Che la figlia presto guarisca, e se… verrà ancora da lui, Samuele? Pensieri confusi. D’ora in poi rimarrà lontano dalle faide.
26. Un po’ alla volta l’irrigidimento cade dai guerrieri, ma l’incontro è ostacolato. Nessuno riporta la vittoria. Grazie a Dio, scorre meno sangue fraterno. Gli uomini di Davide considerano comunque il grande aiuto da parte del veggente. Soltanto, anche il seguito di Saul guarda continuamente all’uomo che era salito su una piccola altura. Là sta come un monumento, silenzioso, con mani levate, quasi come una figura di pietra. Correnti intere di Forza e volontà d’aiuto scorrono da qui sulle due schiere.
27. Il re ha gettato solo un breve sguardo a Samuele. Si volta rapidamente; non vuole più vedere il ‘vecchio’ che lo ha bensì unto, ma che gli aveva anche indicato la giusta via, che lui, Saul, ha mancato di intraprendere. Era necessario inseguire Davide, scacciare da sé Gionatan? È stato bene fare continue guerre fra il suo popolo? Con i paesi vicini, non si potrebbero evitare tante cose?
28. Delle domande a cui Saul non pensa e che sarebbe amaramente necessario porsi. Non sono anche delle domande all’intero popolo d’uomini, allora, ora più che mai? Un po’ di pace nel proprio cuore e, …quanta miseria, quanto afflizione sarebbe stata evitata.
29. Il Sole cala, anche le armi scendono. Saul sta di fronte a Davide. Di nuovo cade su tutti un irrigidimento. Che cosa succederà? Sono due nemici amareggiati per un trono che è sorto unicamente dal mondo? Non dalla Volontà di DIO? Saul comincia a parlare per primo. Egli indica che Davide gli avrebbe resistito da anni, al re di tutta Israele. Lui aveva saputo che si attentava alla sua vita.
30. Davide toglie dalla sua veste un pezzo di stoffa di mantello, lo leva in alto e dice: “Guarda, re, ho tagliato dal tuo mantello questo lembo quando dormivi in basso nella grotta. Chiedi ai miei uomini, chiedi a Machnalo, domanda a Samuele, al quale non potrai mai contraddire, che questo è successo così.
31. Mi era stata messa una lancia nella mano, e l’hai trovata accanto alle vostre teste, pura, senza una goccia di sangue. Se mai ti avessi voluto uccidere, …oh, guarda, in quella notte avrei potuto facilmente uccidere te e le guardie. Non l’ho fatto! Da ciò puoi appunto vedere che non ho mai messo la mia mano sul mio re! DIO è il mio Testimone!”
32. Saul risponde con ira repressa: “Io so che vuoi diventare re dopo di me (1° Sam. 24,21) Tu regnerai su Israele, come… come compiace a Dio, l’Altissimo. Così sia dunque pace fra me e te, e giura che volevi risparmiare la mia casa e non rovinare coloro che sono dal mio seme”.
- “Lo giuro!”, Davide alza la sua mano destra, e facendo questo indica a Samuele, il quale, irradiato dall’ultimo rosso del Sole come fuoco, ha l’effetto di una maestosa fiaccola. “Lui porta il mio giuramento all’Altissimo, in segno che voglio obbedire al Signore”.
33. Saul non getta nessuno sguardo alla figura fiammeggiante; accoglie il giuramento e riflette già pensando se presto potrà distruggere Davide. Si lancia sul cavallo in silenzio, se ne va lentamente, dietro a lui la truppa. Chi può, striscia via. Si è mostrato: il migliore sarà Davide!
*
[1° Sam. 26,1-25]:
[1] Gli abitanti di Zif si recarono da
Saul in Gàbaa e gli dissero: «Non è forse Davide
nascosto sull'altura di Cachilà, di fronte al
deserto?». [2] Saul si mosse e scese al deserto di Zif conducendo con sé tremila uomini scelti di Israele, per
ricercare Davide nel deserto di Zif. [3]
Saul si accampò sull'altura di Cachilà di fronte
al deserto presso la strada mentre Davide si trovava nel deserto. Quando si
accorse che Saul lo inseguiva nel deserto, [4] Davide
mandò alcune spie ed ebbe conferma che Saul era arrivato davvero. [5]
Allora Davide si alzò e venne al luogo dove era giunto Saul; là Davide notò
il posto dove dormivano Saul e Abner figlio di Ner, capo dell'esercito di lui. Saul riposava tra i carriaggi
e la truppa era accampata all'intorno. [6] Davide si
rivolse ad Achimelech, l'Hittita e ad Abisài, figlio di Zeruià,
fratello di Ioab, dicendo: «Chi vuol scendere con me
da Saul nell'accampamento?». Rispose Abisài:
«Scenderò io con te». [7] Davide e Abisài
scesero tra quella gente di notte ed ecco Saul giaceva nel sonno tra i carriaggi
e la sua lancia era infissa a terra a capo del suo giaciglio mentre Abner con la truppa dormiva all'intorno. [8]
Abisài disse a Davide: «Oggi Dio ti ha messo
nelle mani il tuo nemico. Lascia dunque che io l'inchiodi a terra con la lancia
in un sol colpo e non aggiungerò il secondo». [9] Ma
Davide disse ad Abisài: «Non ucciderlo! Chi mai ha
messo la mano sul consacrato del Signore ed è rimasto impunito?». [10]
Davide soggiunse: «Per la vita del Signore, solo il Signore lo toglierà di
mezzo o perché arriverà il suo giorno e morirà o perché scenderà in battaglia e
sarà ucciso. [11] Il Signore mi guardi dallo stendere la
mano sul consacrato del Signore! Ora prendi la lancia che sta a capo del suo
giaciglio e la brocca dell'acqua e andiamocene». [12] Così
Davide portò via la lancia e la brocca dell'acqua che era dalla parte del capo
di Saul e tutti e due se ne andarono; nessuno vide, nessuno se ne accorse,
nessuno si svegliò: tutti dormivano, perché era venuto su di loro un torpore mandato
dal Signore. [13] Davide passò dall'altro lato e si fermò
lontano sulla cima del monte; vi era grande spazio tra di loro. [14]
Allora Davide gridò alla truppa e ad Abner,
figlio di Ner: «Non risponderai, Abner?».
Abner rispose: «Chi sei tu che gridi verso il re?». [15]
Davide rispose ad Abner: «Non sei un uomo tu? E
chi è come te in Israele? E perché non hai fatto guardia al re tuo signore? E' venuto infatti uno del popolo per uccidere il re tuo
signore. [16] Non hai fatto certo una bella cosa. Per la
vita del Signore, siete degni di morte voi che non avete fatto guardia al
vostro signore, all'unto del Signore. E ora guarda dov'è la lancia del re e la
brocca che era presso il suo capo». [17] Saul riconobbe
la voce di Davide e gridò: «E' questa la tua voce, Davide, figlio mio?». Rispose
Davide: «E' la mia voce, o re mio signore». [18] Aggiunse:
«Perché il mio signore perseguita il suo servo? Che ho fatto? Che male si trova
in me? [19] Ascolti dunque il re mio signore la parola
del suo servo: se il Signore ti eccita contro di me, voglia accettare il
profumo di un'offerta. Ma se sono gli uomini, siano maledetti davanti al
Signore, perché oggi mi scacciano lontano, impedendomi di partecipare all'eredità
del Signore. E' come se dicessero: Và
a servire altri dei. [20] Almeno non sia versato sulla
terra il mio sangue lontano dal Signore, ora che il re d'Israele è uscito in
campo per ricercare una pulce, come si insegue una pernice sui monti». [21]
Il re rispose: «Ho peccato, ritorna, Davide figlio mio. Non ti farò più del
male, perché la mia vita oggi è stata tanto preziosa ai tuoi occhi. Ho agito da
sciocco e mi sono molto, molto ingannato». [22]Rispose
Davide: «Ecco la lancia del re, passi qui uno degli uomini e la prenda! [23]
Il Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà,
dal momento che oggi il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto
stendere la mano sul consacrato del Signore. [24] Ed
ecco, come è stata preziosa oggi la tua vita ai miei occhi, così sia preziosa la
mia vita agli occhi del Signore ed egli mi liberi da ogni angoscia». [25]
Saul rispose a Davide: «Benedetto tu sia, Davide figlio mio. Certo saprai
fare e riuscirai in tutto». Davide andò per la sua strada e Saul tornò alla sua
dimora.
34. Premessa: – Passa appena un mese che Saul persegue nuovamente Davide. Tuttavia gli cade nuovamente nella mano quando presso Hachila, nel deserto di Sif, di notte giace nel profondo sonno in mezzo alla sua fortezza di carri. Davide ha osato entrare, prende la lancia e la brocca d’acqua di Saul e corre via verso una collina vicina. Il giorno dopo mostra dall’alto le cose del re. Le si possono vedere nelle file lontane. In quel giorno Saul perde la fiducia degli uomini fedeli, pesando ciò più che una battaglia perduta.
*
35. Ma ritorniamo alla faccenda di quando Samuele con la forza di Dio impedisce la faida tra Israele. – Gli amici di Davide si spingono intorno al veggente. Ognuno vorrebbe stargli più vicino, ognuno vuole avere la Benedizione di Dio e gli insegnamenti su come ci si deve comportare. Samuele indica il vecchio monte. Vi si arrampicano velocemente per andare verso le caverne sicure che sono difficili da occupare.
36. Una truppa speciale va nel vicino boschetto e nei piccoli villaggi per comperare ciò che è necessario. Davide aveva severamente vietato di rubare. Ah, sì, i ladri! Costoro si erano messi dalla sua parte, da un lato per il riconoscimento, dall’altro per avere la protezione tramite Davide ora e per il futuro, poiché vengono inseguiti da molti.
37. Dapprima lui non li aveva accolti volentieri, ma questi hanno rafforzato la sua debole squadra che lui aveva composto per la sua prima fuga da re Saul. Poi una notte ebbe un sogno: ‘Accoglili, e bada a staccarli dal loro mestiere’. Pur difficile, sotto la Mano di Dio, vi era riuscito, con la Sua Grazia.
38. Si prendono le pelli ben nascoste, per riposare dagli strapazzi. Il mattino dopo c’è molto da fare, l’abito e le armi vengono ordinati, poiché tutti sono consapevoli che il re non darà nessuna pace.
- Anche Samuele lo afferma: “Purtroppo la sua follia non cessa. Qualcuno crede che quando qualcuno ne è afflitto, allora sarebbe libero dalla colpa. Non può essere evitato se, per tale mania, certamente uno spirito cattivo (tofet) lo spingesse. Così lo si considera in generale perché si cerca di evitare di riconoscere l’errore in se stessi.
39. Oh, sì, talvolta, capitando una malattia, qualcuno può cadere nella follia; allora non è nessuna colpa e si deve aiutare un tale uomo”. Samuele fa una pausa e guarda gli uomini tutt’intorno. “Può anche dipendere dal carattere, quando ci si dà ad un fantasma. Questo è molto grave ed è il caso di Saul. Già da ragazzo era caparbio e giovane egoista. Soltanto lui voleva avere sempre ragione.
40. Non chiedetemi il perché allora è stato eletto a re. L’ho indicato a sufficienza. Non potrebbe essere che il Signore ha dato con ciò un segnale al popolo? E l’unzione - ? Questo è comunque soltanto il segno esteriore. Come lo fanno i pagani, così pure lo voleva avere Israele. Si ha avuto ciò che si era desiderato. Ora basta, siete informati. Tuttavia ancora questo:
41. La follia di Saul viene dalla sua anima, per lui non è nulla di estraneo, come lui lo sa da sempre. ‘Uno spirito cattivo’, amici, non esiste! Esistono bensì quegli esseri poveri che una volta sono caduti con la prima figlia di Dio e capita assolutamente che si aggrappano ad un uomo. Questo succede tuttavia soltanto là dove l’uomo somiglia caratterialmente a tali poveri esseri. E’ male togliere all’uomo ogni malattia, ogni colpa, per aggravare per questo l’indefinibile, appunto tali esseri.
42. Ricordatevi: spirito significa bene, proviene dal Nome di DIO! Perché ‘coloro che Lo adorano, bisogna che Lo adorino nello Spirito e nella Verità’ (Giov. 4,24). Lo Spirito di Dio, l’UNO, solo in Lui c’è la pienezza di tutta la verità, così il concetto ‘spirito’ non è mai da mettere sullo stesso livello con qualcosa di basso, con qualcosa di male. Ora lo avete compreso. Persino i nostri aiutanti…”, lui guarda gentile ai ladri, “…riflettono su questo, e non ce nessuno tra di voi che ora non volesse fermarsi, quindi è un uomo buono. Il Santo vi aiuterà.
43. Ora ho ancora un percorso; mi accompagnino due. Nessuna preoccupazione, per ora c’è calma, per voi e per me. Ritornerò in tempo. Nel frattempo non avete nulla da temere. Ciò che può succedere, lo vedrete: anche il mondano giace nella Mano del Creatore! Egli lo permette per i mondani dalla loro mentalità mondana, qua e là, perché persino il più cattivo Lo deve servire. Tutto il resto proviene dalla Magnificenza della Volontà del Santo, e nulla e nessuno può resistere alla maestosa Volontà!”
44. Per la gioia di Samuele si spingono avanti, tutti vorrebbero andare con lui.
- Machnalo prega: “Scegli me, conosco la via e il gradino, amico e nemico”. Si batte alla fronte. “Perdona, Samuele, tu sei guidato dal Signore. Lui conosce meglio ogni sentiero, conosce ogni figlio d’uomo. Tuttavia…”. Sono occhi fidati, nei quali si trova il desiderio e la preghiera.
- Davide è d’accordo; lui stesso andrà con lui, ma è meglio rimanere qui nel luogo con la schiera.
45. Oltre a Machnalo, Samuele fa cenno al principe Chaha; agli amici più stretti indica che nessuno voglia essere triste, perché non prende nessuno della ronda di Rama. Si comprende che sulla via sconosciuta i migliori sono Machnalo e Chaha che possono accompagnare Samuele.
- Khemal, quando i tre uomini sono discesi, dice: “Non mi sembra del tutto giusto, non accadrà mica…”
- Davide completa: “Credi che vada a cercare Bensanar, il delinquente? Costui potrebbe comunque diventare pericoloso. Che cosa dobbiamo fare?”. Si pensa di tutto.
46. Si annunciano dieci ladri.
“Li seguiamo noi, Samuele non ci vedrà. Se va dal barbuto che lo voleva
uccidere, allora circondiamo la casa; e guai a lui se fa qualcosa al profeta
insieme a Machnalo e al nostro principe!”
47. “Non è male, ma penso allo spirituale”, si fa sentire Ochnia “Se ci saranno dei pericoli, Samuele considererà le cose come profeta. Se fosse così, allora certamente sarebbe andato da solo, non si sarebbe mai portato nella rovina uno di noi. Oltretutto gli stavo vicino nella battaglia, lo sguardo di Bensanar era molto preoccupato, guardava supplicando il veggente, se malgrado tutto non volesse aiutare subito. Credo che non gli capiti nulla di male”.
48. “Lo penso anch’io”, interviene Abelae. “Aspettiamo il tempo con calma. Tuttavia ti potrebbero seguire dieci armati. Sappiamo forse se qualcuno delle truppe del re non si aggiri ancora, essendosi allontanati in segreto da Saul? Questi potrebbero catturare il profeta, vivo o morto. Oh, …trionferebbero e si farebbero dare un mucchio di soldi da Saul”.
49. “Io voto per la prontezza della marcia!”, ordina Davide ai dieci uomini. “Riportateci Samuele sano, anche gli accompagnatori”.
- “Ma se non fosse così?”, gli si domanda per giustificarsi: “Se da qualche parte c’è un grande mucchio in agguato, di sorvegliarci su istruzione di Saul, ci sarebbe poco da fare, perché…”
- “Se non esistesse nessun Samuele, il nostro veggente di Dio!”, Lamuor si era alzato.
50. “Lo vedo ancora davanti a me, alla sera nel fuoco del Sole, come una parte del Sole, come il Fuoco di DIO che ha guidato di notte il popolo e Mosè attraverso un immenso deserto, ha dato il Man-hu (la manna), ha diviso il Mar Rosso e… ah, non si può nemmeno dire tutto ciò che l’Altissimo fa sempre. Come in ogni tempo, così agirà Egli dalla Magnificenza e dalla Sua Volontà di Creatore. Non mi preoccupo, lo sento direttamente: Samuele vince la guerra, quella contro la vendetta, la cattiveria e la rovina”.
51. Davide abbraccia Lamuor. “Hai detto il vero, ognuno ha testimoniato davanti al Signore, tu qui meglio di tutti. La Bontà di Dio è con noi, anche se nel mondo è ancora offuscato ciò che è dinanzi a noi. Alla fine sappiamo di che cosa si trattava. Sovente chiediamo l’una o l’altra cosa e, quando non succede, pensiamo che il Signore non volesse aiutarci. Se le nostre richieste sono forti nella fede e per noi è il meglio, a questo si pensa raramente. Ma quando succede ciò che il Signore ha previsto, allora avviene certamente ciò che serve per la più ricca Benedizione, persino quando ci scoraggiamo ripetutamente”.
- Sull’altura ci si organizza alla meglio.
*
52. Delle spie di Machnalo ispezionano, si nascondono nelle crepe più in basso, e quando arriva la notte vanno nella zona interessata. Ma non vedono nessuno dell’esercito di Saul. Nella notte gli abitanti più vicini rimangono già di per sé nelle loro capanne.
*
53. Che cosa sta succedendo da Saul? – Machnalo scopre degli asini selvaggi che si lasciano catturare. Così la via è più facile.
- “Ma tu sai dove abita il barbuto?”, chiede Chaha.
- Samuele annuisce: “In Tekoa, un po’ verso nord-est di Hebron. La nostra via conduce là. Inoltre, …lui ha ammesso seriamente la sua ingiustizia, così, tutto d’un colpo quando sua figlia giaceva nel sangue.
54. Certo, il colpo doveva riguardare me; ma già prima aveva compreso che attraverso il suo cattivo agire contro i vicini sarebbe caduto nelle mani del giudizio. Io ero sempre ‘il giudice’, e così il suo odio cercava me. Vedremo come un maligno possa trovare un buon vicolo, per l’alta lode di Dio, il Santo”.
55. Quel giorno non arrivano fino a Tekoa, ma il mattino successivo vi arrivano dopo due ore. Legano i loro asini alla mangiatoia che si trova in quasi tutti i luoghi o villaggi, li abbeverano e poi li lasciano lì rifocillati. Nessuno li prende. Si trova facilmente la casa di Bensanar.
56. Ci si ferma davanti alla casa, si sentono delle liti e pianti.
- “Ora possiamo”, dice Samuele. Lui bussa alla porta; ma ci vuole un po’ finché nella fessura si mostra la faccia del barbuto. Dapprima non voleva aprire, ha intuito il pericolo, perché si è staccato del tutto apertamente dal re con sua figlia. A questo – Saul lo ha ripetuto più volte – c’è la morte.
57. Quando Bensanar vede il veggente, è preso da paura. Ma quando vede Chaha e Machnalo, si sente alleggerito. Gli uomini entrano. E’ un vano un po’ piccolo, buio, provvisto con poche cose, ciononostante è pulito e ordinato. Su un letto giace Barara. Il suo volto è pallido, evidentemente ha ancora forti dolori. Accanto a lei sta la madre, la quale getta degli sguardi cattivi a suo marito.
58. “Oh!”, Svelta si alza e spinge degli sgabelli verso gli uomini. Aveva visto Samuele quando una volta erano venuti a prendere Bensanar. Allora è stata subito dalla parte del giudice, perché prima aveva subito molta sofferenza da suo marito. Dove lui compiva del male, là lei cercava di riparare, tuttavia quasi sempre con le parole, senza essere in grado di compierlo fattivamente.
59. Il profeta dice: “Sono venuto per vedere vostra figlia. Tu…”, si rivolge alla madre, “…hai di certo ragione a contendere, perché tua figlia sta soffrendo per colpa del padre. Ma guarda”, lui mette una mano sulla sua spalla: “i rimproveri non hanno mai uno scopo, con quello cui non c’è nulla da fare. Oppure…”,
- Lei si accascia formalmente davanti al veggente.
- Lui si china, mentre Machnalo la solleva su uno sgabello.
60. “Hai ragione, grande uomo di Dio; solo la mia sofferenza e la mia preoccupazione e…”
- “Io vedo tutto, Sarah, per questo sono qui. Sciogli il tuo dolore, datti anche a Dio, all’Altissimo. Lui ti aiuterà, Lui può aiutare”.
- “Tramite te”, esclama lei con riverenza.
- Samuele la respinge con un leggero sorriso.
61. “Il Signore non ha bisogno di nessun uomo, di nessun angelo attraverso cui manifestare la Sua forza. Se Egli lo fa, allora è unicamente per la nostra gioia e benedizione”. Samuele va verso l’ammalata la quale con sguardo ardente supplica la benedizione, e le impone le mani dicendo: “Nel Nome del nostro alto Signore, devi guarire! Fra una settimana puoi di nuovo fare il tuo lavoro. Che questo non può avvenire subito”, rivolgendosi all’uomo, “va sul tuo conto.
62. Nel tuo cuore ci sono ancora delle cose da arare. Questo capita in ogni uomo la cui anima si piega al maligno. Allora ci sono pensieri di odio e ancora peggio. Questo ti riguarda, Bensanar, oppure diciamo: che così sei stato.
63. L’uomo ascrive la disgrazia all’altro, oppure, …a DIO, il Quale non ne manda mai. Gli uomini stessi se le creano. Se questa passa attraverso la Mano dell’Altissimo che oltre a questo veglia su ciò, allora, chi vuole può avere dalla disgrazia una Benedizione. Questo è avvenuto qui”, Samuele indica la famiglia. In un angolo si muovono timidamente altri due bambini. Ah, quando il padre era cattivo, allora lo evitavano oppure cercavano la protezione dalla madre, e anche lei stessa aveva bisogno di protezione.
64. Ora nel piccolo vano soffia un altro vento. Bensanar mostra ancora il ‘lato scorbutico dell’uomo’, si vergogna di se stesso, del suo modo d’agire di prima come ora per via del ritorno. La famiglia se n’era accorta quando, con la ragazza sulle braccia, ansimando ed esausto, ha passato la soglia della piccola casa.
65. “Come hai portato qui la figlia?”, domanda Chaha. “E’ impossibile averla portata fino a Tekoa!”
- “Ebbene sì!, spiega Samuele, “lui l’ha trascinata fin qui. Questo, Bensanar, è stata la tua espiazione che dovevi a DIO. Tu pensi che l’espiazione valesse per me oppure per tua figlia. Invece, …il Signore? Oh, fa attenzione: allora hai riflettuto, quando hai danneggiato qualcuno, che questo fosse un peccato. Ogni malfatto va fondamentalmente contro Dio. Abbassati in te”.
66. Bensanar si piega, come se venisse colpito. Vede davanti a sé sua moglie, anche i suoi figli, che si abbassavano quando lui infuriava. La resa dei conti di Dio!
- “Precisamente!”, il veggente scava il pensiero dal povero fondo dell’anima. “Rimane il Diritto di DIO, la Sua resa dei conti, quando il male viene alla Luce del Sole, quindi si rivela. L’uomo non si può nascondere dalla Luce di Dio.
67. Sulla lunga via hai supplicato in segreto come potesse essere superata l’amarezza. Tua figlia, colpita da te, non voleva proprio riprendersi, anche se il Signore ha calmato il flusso di sangue. Più volte stavi per crollare, hai cercato l’aiuto per portare a casa Barara, ma poi hai detto a te stesso: ‘Nessuno mi deve aiutare, io devo espiare l’onta da solo. E lo voglio fare mentre porto io stesso mia figlia’.
68. Sei arrivato prima di noi, per cui tua moglie ha litigato pure con te, quando ha visto davanti a sé la figlia come morta. Ah, hai pensato alla rovina per te; non c’è mancato molto e tu saresti morto. Saul aveva già alzato la sua lancia, ha indugiato solo per via della ragazza. Machnalo ha sfruttato il momento…”, Samuele lo indica, e lui se ne meraviglia, perché il profeta aveva visto anche questo, “…ed ha spinto altri e sé nel mezzo. Nel frattempo sei uscito dalla confusione della battaglia”.
69. Bensanar mormora: “Ah, immeritato, immeritato!”. Ora tende le mani verso Samuele, verso Machnalo e verso Chaha. “Non potrò mai ringraziare, …mai riparare di nuovo quello, e mi sorprende che Dio è stato così clemente con me, tramite voi uomini”.
- Chi lo vuole seriamente, può ordinare di nuovo tutto, almeno molto”, sottolinea il principe Chaha un po’ severo. “La riparazione è per Dio una Legge superiore! Scrivitela nel cuore, Bensanar; e se ti attieni a questa, allora il nostro Dio ti indicherà la via sulla quale è anche da rimettere la tua colpa.
70. Non pensare – a parte la ferita causata a tua figlia, in più non voluta, e contro Dio, come Samuele lo ha dichiarato – di non aver compiuto la cattiveria. Sai che cosa significa?”
- “Io…”, l’uomo si blocca. Sente certamente che cosa dovrebbe dire, ma davanti alla moglie e ai bambini… In quel momento vede come la donna era andata con i figli nell’altra stanza. Così si sente libero e, nonostante ciò, il peso grava sulla sua anima.
71. Chaha continua: “Ti dico che sarebbero delle scuse menzognere, se il pensiero si fermasse. Ma io credo…”,
- Samuele annuisce riflettendo: “Giustissimo!”
- Chaha completa l’indicazione: “… Chi cerca di coprire qualcosa con delle scuse, imbroglia se stesso. E queste, Bensanar, possono essere delle bugie peggiori di quelle con le quali si vuole volentieri sopraffare gli altri.
72. Come lo considera l’Altissimo, te ne accorgi tu stesso. Rientra in te; una cattiva intenzione è in sé già un’azione. Non era nel tuo potere e meno ancora nella tua volontà di non eseguire l’azione. Che rimanesse omessa, è stata la meravigliosa Guida di Dio. Qui sia menzionato dapprima di me stesso: – Guarda, non dovevi colpire me, dato che la fine della mia vita come tutta la mia via sono determinati dal Santo. Inoltre, per te, chiaramente, sarebbe stata una Grazia non meritata. In ciò hai perfettamente ragione.
73. Tuttavia, una cosa immeritata la si può meritare in seguito. Di questo ne hai la volontà, e quindi il Signore ti guiderà, te e la tua casa. Consegnati a Lui ed espatria. Va lontano, verso Jafi presso il grande mare (mare mediterraneo); là troverai abbastanza lavoro, nessuno ti cercherà.
74. Saul è furioso perché non ti ha potuto colpire. Manda già dei cacciatori; ma…”, nuovamente questo sorriso dolce caro che abbellisce il suo volto da anziano, “…non lontano ci aspettano i nostri uomini dalla schiera di Machnalo; questi accompagneranno te e la tua famiglia. Prendete con voi solamente ciò che è più necessario, senza sovraccaricare gli asini, così potrete fuggire inosservati, più rapidamente sotto la protezione e la custodia di Dio”.
75. “Come? Vi hanno seguito?”, domanda Machnalo. Una volta lui era stato fra i ladri, ma poi se ne era allontanato. Un giorno aveva incontrato Davide nel deserto, lo aveva guidato alla banda ed era diventato il più fidato. “Perché ci hanno seguiti?”
- “Solo per noi tre, mio caro Machnalo, non era necessario; ma devi ammettere quanto magnificamente opera la Grazia di Dio. Egli lo ha appunto previsto che devono coprire Bensanar e la famiglia, anche inosservati, così possono proteggere più facilmente”.
76. “Ancora non lo comprendo”, osa osservare l’uomo. “Vado via volentieri da qui, quindi avremmo la protezione del Signore”.
- “Ben pensato”, loda il profeta, “ma dovrai imparare soprattutto questo: l’operare miracoli di Dio è sovente segreto; non lo si nota oppure si pensa che lo fanno gli uomini stessi. Certo! L’uomo può fare molto da se stesso, quando si trova nella Volontà di Dio. Allora sono i pensieri, si dice anche ‘ispirazione’, che fa riconoscere ciò che è giusto. Ma qualche volta, dove non è ancora possibile, dove l’anima non si apre totalmente, Dio lascia passare la Grazia tramite altri. Questo è il caso qui con te.
77. I nostri guardiani sono stati scelti dal Signore senza che loro stessi lo sapessero”, dice allegro, “ora andiamo a prenderli”.
- Bensanar chiama subito sua moglie, medita e chiede come stanno le cose con Barara, che non potrebbe viaggiare.
- “Sì”, risponde Samuele, “avete tempo due giorni per preparare tutto, fino ad allora lei sarà in grado di viaggiare. Tu, Bensanar, devi provvedere a lei, questo è il tuo dovere e il tuo obbligo”.
- “Lo voglio fare certamente. Se soltanto potessi ringraziarti, Samuele, mi hai salvato e… e… Hm, soprattutto la mia anima”, confessa apertamente.
78. Nel frattempo Machnalo va a cercare i compagni di un tempo. Loro gli si sottomettono senza neanche chiedere. Quando ascoltano le istruzioni dal profeta, per loro è un onore servirlo.
- Lui dice gentile: “Fra quattro settimane incontrate l’esercito di Davide. Da Jafi trattenetevi vicino a Beth-Horon, la attendono i suoi messaggeri a cavallo. Il resto verrà poi da sé”.
79. Che lui, Samuele, allora non vivrà più, che per Israele ciò porterà confusione a danno di Saul, mentre le truppe di Davide aumenteranno, per ora non lo fa sapere a nessuno. Il rovesciamento arriverà ancora abbastanza presto.
- Prima che possa continuare, si precipita in casa uno della Media, senza respiro per la cavalcata affannata. “Principe Chaha”, per tanta agitazione non vede il veggente, “Saul si sta radunando di nuovo! Il fronte si trova vicino a Gerusalemme. È incomprensibile come il re riesca a mettere insieme così rapidamente la sua gente per l’attacco.
80. I suoi assembramenti (distretti) non sono ancora ordinati e due delle sue migliori guide devono essersi allontanate. E’ comunque bene che Davide mi abbia inviato verso nord per seguire Saul: così uno mi è venuto sotto mano, e me lo ha rivelato. Davide chiede di ritornare subito, vuol tenere un gran Consiglio.
81. Ah”, chinandosi davanti a Samuele, “perdona, non ti ho visto, ero così agitato. Davide prega proprio te di aiutarlo con il tuo consiglio. Vieni”, gli fa cenno, “non c’è tempo, altrimenti…”
- “Pazienza, amico mio, la zuppa non è così bollente, anche se è vero ciò che hai annunciato. E tu, Bensanar, non aver paura, gli accompagnatori rimangono qui, come me lo ha detto il Signore.
82. Per la tranquillità di tutti voi: Saul verrà fermato perché in alto nel nord questa volta sono in marcia dei siriani. Sono bensì destinati ai filistei, ma non vogliono lasciare risparmiata la ricca demarcazione al nord d’Israele. Quindi Saul si deve dividere; non soltanto una metà non oserà di penetrare fino a Sif. Lui deve aspettare finché nel nord si deciderà il risultato.
83. Questo non durerà certamente a lungo, i siriani si ritireranno non appena si accorgeranno che Saul si è armato contro di loro. Non sanno che essi si devono dividere. Quindi noi, soprattutto Davide, abbiamo ancora un po’ di tempo”, ‘…tempo’, continua a pensare il veggente, ‘finché…, finché sono tornato a Casa’.
- Bensanar ringrazia Samuele, Machnalo e Chaha; lui promette di pensare sempre che cosa sarebbe successo se non avesse avuto l’aiuto di Dio attraverso la gente fedele. I tre uomini prendono i loro forti asini.
*
84. Si parte, Davide non deve aspettare, per la preoccupazione potrebbe commettere un errore di scendere nel deserto di Sif. Cosa che sarebbe quasi successo. Velocemente si va verso sud, ma su vie secondarie, che Machnalo conosce in particolare. Si arriva presso Davide proprio quando vorrebbe scendere con i suoi uomini.
*
85. “Fermo!”, Chaha fa cenno già da lontano con un panno blu, che fa ventolare con segni diversi. Davide era oppresso, dovendo combattere contro Saul troppo lontano dalla montagna sicura. Non ha ancora una grande schiera, nel popolo non ancora un potere di voci, benché ci si sia allontanati dal re. Ma chi è saldamente dalla parte di Davide? I tiepidi aspettano chi terrà la vittoria per ultimo. E’ anche un segno per la fede, uno dei più seri. Si aspetta se ci si deve arrendere del tutto a Dio oppure se il mondo non protetto sarebbe comunque il guadagno migliore.
86. ‘Questi tiepidi’, rivela il Signore all’ultimo discepolo, ‘li voglio vomitare dalla Mia Bocca’. Giovanni vedrà questo solamente nell’aldilà che cosa significa la ‘dura Parola’. Oh, sì, Dio li guiderà dapprima da molto lontano, perché senza la Guida di Dio non può mai esistere una Vita. Quando i tiepidi si sentono giacere al suolo, nell’aldilà, si accorgono di aver rinunciato al bene, e allora dopo lungo tempo hanno nostalgia per la Luce; solo allora il Signore copre la Sua Parola d’Ira, quella santa, l’Ira della SALVEZZA, che è così importante come il respiro per gli uomini, per la creatura.
87. Quindi anche i mondani tiepidi non trovano nessuna autentica unificazione al Bene, ad una Guida che è benedetta. Samuele lo vede quando, sostenuto da Machnalo, si arrampica sulla ripida salita. Davide gli salta incontro come un figlio accorre al padre; lo abbraccia muto e lo porta sull’altura. E’ vero, …l’età di un uomo non la si può cancellare, nemmeno in un veggente di Dio.
88. Quanto talvolta Mosè nei suoi ultimi anni era debole dalle sue molte fatiche com’era avvenuto con Abraham, con Giosuè e altri alla fine del loro tempo di vita su questo mondo, proprio così capiterà più tardi a molti altri. Allora è valsa e varrà sempre la Parola del Signore: «Chi non prende su di sé la sua croce e Mi segue, non è degno di Me» (Matt. 10,38). E’ come se Samuele sentisse questo, piegandosi sotto la croce nel peso della sua età. ‘Sotto questa’, ahimè, ‘così piccola’, manda il silenzioso ringraziamento al Trono di Dio.
89. I condottieri si radunano nella grande caverna. Quando Davide sente la Consolazione di Dio, canta un salmo (Sl. 111,1), s’inginocchia, e tutti fanno come lui. Questo rallegra molto Samuele, che malgrado la guerra, l’avversità e la rudezza, gli uomini si inchinano davanti al maestoso Essere di Dio, anche se qualcuno perderà questa intimità, offerta in questo giorno.
90. ‘IO conserverò il nucleo della fede’, accarezza l’anima del profeta la voce di Dio quando lo stesso sta pensando leggermente preoccupato, quanto vacillante si è fatto l’uomo. ‘Cosa sono i tempi di un uomo per Me? E i tempi dell’essere umano? Che cosa, quelli quando nell’aldilà devono percorrere le loro lunghe vie? E sempre sotto la Mia mano benedicente, Mio Samuele, siine certo!’
91. ‘Caro Padre, anche ai miei sentieri hai voluto indicare, di ciò che è ancora molto da rimettere’.
- ‘Di questo ne parlo con te non appena Mi incontrerai nella Luce. Accontentati come ho da fare i conti con te’.
- ‘Ho un po’ paura di questa resa dei conti, perché se guardo indietro sulla mia magra via del co-aiuto, vedo le mie manchevolezze nell’alta età, cosa che…’
92. È come una Mano, del tutto linda e calda, che accarezza i pensieri di Samuele. Non c’è nessuno degli uomini che non si fosse accorto che il veggente era sprofondato nella visione. E nessuno gli chiede: ‘Samuele, che cosa hai visto?’. E’ la santa timidezza che lo impedisce loro. Proprio da questa viene su di loro la Benedizione della visione.
[indice]
L’ultima benedizione a Davide
A un cattivo, seria resa dei conti, ad una
fedele, il miglior Aiuto
1. E’ il lato umano nell’uomo non appena è ‘qualcosa’ oppure crede di esserlo, che lo fa porre in alto credendosi volentieri senza errori. Come da molte parti oggigiorno, così una volta con Saul, con Davide e ancora con altri. Davide si atterrà ancora alla fede, non si allontanerà da Dio, tuttavia separerà le vie tra Dio e il mondo. Non è un errore quando ciò che si separa è a favore di Dio. Nella vita terrena l’uomo non può risolvere qualcosa ‘del tutto’, ma questi confini sono l’alta benedizione di Dio.
2. Nel giro di tre settimane sta culminando la decisione. Saul riconosce che la sua forza di difesa diminuisce sempre di più e lui fa proprio ciò che negli altri punisce con la morte (1° Sam. cap. 28: la richiesta alla divinatrice in Endor), Davide non risparmia nemmeno più i nemici, come invece lo aveva promesso al Signore quando Samuele lo aveva unto (1° Sam 27,8-12). Nel frattempo, cosa è successo in queste settimane con il veggente?
*
(I capitoli seguenti fino alla
fine, presentano queste ultime settimane di vita del profeta, espresse nelle S.
Scritture con una sola frase (1° Sam. 28,3):
«[3] Samuele era morto e tutto Israele aveva fatto il lamento su
di lui; poi l'avevano seppellito in Rama, la sua città. Saul aveva bandito dal
paese i negromanti e gl'indovini».)
3. Lui, Chaha e gli amici di Rama prendono congedo. Non con parole, ma gli occhi del profeta ammoniscono soavemente e fortemente Davide: “Ricorda ciò che hai giurato! Se fai anche soltanto poco come fa Saul, allora il ‘secondo piede’ per Israele è distrutto!’
- A Davide sembra come se questo ammonimento fosse stato pronunciato; e ancora una volta piega le sue ginocchia dinanzi al veggente di Dio, supplicando: “Benedicimi, tu che stai in Dio nella Forza della Luce!”
4. “Unicamente il Signore benedice. Chi ha l’incarico può trasmettere la Benedizione come con la parola da Mosè ad Aaronne: «Il SIGNORE ti benedica e ti custodisca!» (Numeri 6,23-26). Ma dipende se uno si mette sotto questa Benedizione e – fin dove sia dato – lasci sventolare la bandiera della bontà. Se ti distogli da ciò come hai fatto finora…”, Samuele vede come Davide già in breve tempo, non appena gli farà cenno il potere del mondo, non rimarrà strettamente sulle vie di Dio, “…allora l’ombra di Saul cadrà sulla tua corona”.
5. Davide, sconvolto, alza gli occhi: “Padre Samuele, questo, …oh, questo il Signore me lo voglia risparmiare! Egli conservi il mio spirito dal demonio del re Saul! Voglio…”
- “Mantieni pura la tua volontà e le tue mani, governa regalmente, allora ci sarà pace su Israele. E la Benedizione che poi giacerà sulla tua corona potrà preservare il popolo da un crollo”.
6. Il profeta fa cenno agli uomini di Davide, pure come un
saluto di benedizione. E non v’è nessuno che preferirebbe che Samuele rimanesse
con la truppa. Oh, egli deve percorrere il suo ultimo cammino, e ogni sofferenza
che seguirà la vorrebbe prendere nelle mani del suo spirito, per offrirla
all’Altissimo con la sua morte terrena, chiedendo: ‘Signore, Signore,
cancella ogni colpa di sangue!’
*
7. Chaha e gli anziani Khemal, Ochnia, Lamuor ed Abelae oltre a Pataele di Rama si schierano intorno a Samuele. Machnalo li porta giù fino alla pianura, va a prendere gli asini dal nascondiglio più basso e poi si volta rapidamente. Un nodo alla gola: nello sguardo di Samuele ha visto ancora di più di quanto ha potuto vedere un Davide. ‘Hmhm, se non avessi promesso fermamente al futuro re, me e la mia schiera, …seguirei subito il veggente’.
8. Lui (il veggente) lo percepisce: ‘Con costui vi sarebbe pace’. Attraverso Machnalo, questa un giorno potrebbe sussistere dinanzi a Dio. Quello che ha caricato su di sé come ladro, questo dovrebbe essere rimesso. Riuscirà a farlo pure sotto lo scettro di Davide…? Lui stesso lo nega. Tuttavia, non potrebbe smuovere Davide qui e là a non causare a nessuna delle sofferenze? In questo modo, non si potrebbe migliorare ancora qualcosa? – In lui un silenzioso sospiro mentre ritorna all’altura. A metà via si guarda intorno, una pietra di confine per l’anima: ‘Devo…?’. Oppure: ‘Non devo?’
9. Non sceglie come di solito la salita breve, difficile, pur se Davide lo attende. Ora si deve comunque aspettare finché arriveranno i nuovi spioni. Ora si trova nuovamente di fronte a Davide, vede il perseverare nello sguardo, non come finora l’occhio aperto pieno di gentilezza, con quella domanda: ‘Come ci comportiamo d’ora in poi?’, poiché, ecco, ah, il veggente se n’è andato; anche un Davide si volta, non appena la parola d’addio si è spenta. E questa, …per sempre!
10. Machnalo è abbastanza intelligente per fingere ancora a favore dei suoi uomini, e anche, …per se stesso. Tra di loro e gli israeliti c’erano sovente delle frizioni, anche nonostante il grande aiuto che i ladri hanno portato, ma finora non è cambiato nulla. Dov’è la garanzia, non appena Davide diventerà re, se poi non…
11. Lui non pensa in modo sbagliato, tuttavia sarà sorpreso di cosa succederà presto, che DIO è un Dio per tutti, il Quale cambia il cuore e le vie, il Quale separa e conduce anche insieme, a seconda di come è meglio per ciascuna anima. Sulla risposta a Davide del perché non fosse salito subito, dice semplicemente:
12. “Dovevo esaminare se avrebbero scelto il sentiero segreto indicato. Se no, allora avrei dovuto seguire il veggente per la protezione, avendoci dato la benedizione di Dio, affinché non capitassero in una trappola. Era il tuo desiderio, …re Davide!”. L’uomo sceglie intenzionalmente il titolo da reggente. E fa bene. Davide è ammansito, inoltre orgoglioso, perché lo si riconosce già come reggente d’Israele.
*
13. Samuele va tranquillo per la via, Chaha davanti, lui dietro, gli altri formano la fine. E’ un giorno nuvoloso, favorevole per la piccola cavalcata. La sera del primo giorno giungono ad un villaggio vicino ad Ethain, ad ovest della costa del mare salato. Quelli del villaggio si spingono vicini; anche qui si sa di tutte le molte faide. Si vorrebbe solo sapere come si svilupperanno le cose. Non conoscono Samuele; di lui hanno sentito soltanto il nome.
14. Chaha dice: “Qui nel vostro angolo siete al sicuro, per quanto se ne può dire. Siate grati se resterete risparmiati.
- “Ma chi siete? Dove volete andare?”, chiede uno del villaggio che si occupa del luogo e della sua gente.
- “Siamo israeliti come lo siete anche voi; la nostra via passa oltre al grave traffico del mondo. Non vogliamo nessuna guerra, e dove noi possiamo aiutare degli uomini, lo facciamo. Questo, intendo, è importante e giusto davanti a Dio”.
15. “Potrà essere”, risponde costui che, orgoglioso, si descrive come ‘anziano’. In questa parte lontana dal paese, ciò non ha importanza, dato che l’uomo provvede bene al suo piccolo luogo, per quanto gli è possibile. Il principe Chaha che deve confermare la funzione di un anziano, non ha nulla in contrario.
16. “Abbiamo già dovuto abbandonare il posto, siamo fuggiti con il nostro bestiame, non abbiamo mai saputo se era la ‘truppa’ del re…”, inghiotte ‘la banda’, “…oppure se erano stati dei ladri, che – si dice – adulano un nuovo re. Ce la siamo cavata bene, poiché, quando siamo ritornati, le nostre case c’erano ancora e non è stato rubato nulla. Ah, che cosa pensate di Saul e di quell’altro che vuole diventare re?”
17. “Lo dirà il tempo”, evita Chaha. Lui non conosce come ragiona quell’uomo, ma che la sua gente è attaccata alle sue labbra, lo vede persino un cieco. Continua: “Intanto il re è Saul, e se lo potrà rimanere ancora a lungo, lo determina il Signore, e non noi uomini. Se poi verrà un altro o colui che si chiama Davide, c’è da aspettare.
18. Per quanto ne so io…”, prosegue Chaha, “…questo Davide dev’essere il più idoneo a governarci. Inoltre proviene da Betlemme. Già Mosè ha rivelato che da questo luogo verrà il RE, tuttavia non uno mondano. Costui sarà il Reggente, che dalla Sua eternità ha creato il Cosmo ed è Lui solo che lo mantiene. In questo è inclusa anche la nostra via. Infatti, LUI, il nostro Dio, è l’UNO!
19. Davide ha glorificato in canti questo Signore come Re eterno. Noi abbiamo già sentito i suoi canti”. Chaha indica il suo gruppo. “Il canto e il testo sono penetrati profondamente nella nostra anima. Se quest’uomo arrivasse quindi al trono, allora potrebbe essere per il meglio d’Israele, se il popolo rimane nella fede nell’Unico Dio. Il nostro veggente Samuele può dirci qualcosa su questo”. Ora viene rilevato il profeta, e finalmente è tempo che si lasci risplendere ovunque la verità.
20. Questi del villaggio sono confusi. Naturalmente hanno già sentito molto del ‘grande uomo di Dio’, solo che non hanno compreso perché lui ha unto un re del mondo, che… Questo piccolo villaggio ha conservato fedelmente la fede; quindi non a caso che la via di Samuele lo ha condotto qui, guidato da Dio. Dapprima doveva essere eliminata la paura dalla gente del villaggio. Non potevano sapere da quale parte stavano il diritto e la verità: da Saul, oppure là da dove credevano i ladri di Davide?
21. “Oh, allora vi abbiamo ospitati troppo male, però c’è da ricordare che non siamo una località ricca. E, …e …il grande veggente di Dio!”, l’uomo cade in ginocchio davanti a Samuele: “Signore perdona e benedici noi! Aiuta, affinché non capitiamo nella miseria e nel bisogno! Sappi anche per quanto è possibile per noi uomini, abbiamo tenuto in alto la fede nell’Iddio dei padri. Siamo stati lieti, anche i nostri avi, fin dove è giunta la notizia, perché abitiamo al confine del paese”.
22. “Alzati, Kedas”, Samuele si china per aiutare l’uomo ad alzarsi, essendo questi già anziano.
- Abelae s’affretta e sostiene il veggente, anch’egli avendo bisogno di aiuto.
- “Guarda, hai detto il vero, e il tuo posto ha buoni costumi. posso anche chiamare buona la vostra fede. Voi non seguite troppo alle norme esteriori, e il vostro servizio al prossimo è il vero servizio per Dio.
23. Non me lo ha annunciato nessuno; il Signore mi ha dato la visione. Sovente avete accolto dei perseguitati, avete condiviso con loro il vostro scarso pane, avete aiutato qualcuno alla giusta fuga. Perciò siete stati risparmiati. Quando arriverò in patria…”, solo gli amici presagiscono dov’è tale Patria - non in Rama - “…allora voglio pregare Dio, il Padre, che un angelo voglia proteggere il vostro villaggio, perché l’ingiustizia e le guerre non cesseranno nel mondo, nemmeno in Israele”. Dallo sguardo di Samuele splende il cordoglio.
24. “Ora il Signore dice: ‘Chi si affida alle Mie mani, costui viene guidato dalle Mie mani; chi Mi apre il suo cuore, a colui sta aperto il Mio cuore; e chi eleva la fede al di sopra di tutto il mondo, questi lo elevo a Me nel Regno’. Oh, vedete…”, dice Samuele mentre la gente del villaggio si è inginocchiata del tutto commossa: “…così magnifico è il nostro Dio! Egli conosce il nostro fare e non fare, ed Egli giudica secondo questo.
25. Non perché Lui lo dovesse, e mai in modo come noi lo meritiamo. Il merito umano è quasi sempre magro. Dio lo copre volentieri, Egli cancella volentieri dove il fallimento non proviene dalla tiepidezza, oppure persino dalla cattiveria. Chi è fedele nella volontà, con e senza il compimento, là opera la Misericordia! Così siate consolati: voi vivrete a lungo nella pace”.
26. La gente si schiera intorno a Samuele.
- Kedas prega ancora una volta: “Dacci la tua benedizione di cui abbiamo bisogno. Ti trovi vicino al Signore, quindi ci puoi benedire”.
- “No, Kedas, non lo posso fare, non lo potrei nemmeno fare”. Samuele mostra le sue mani: “Siete sorpresi, pur essendo nella giusta fede? Dovete appunto sapere, che soltanto Dio dà la Benedizione.
27. Per noi uomini vale la Parola e l’Insegnamento dell’Altissimo, e chi rimane in questo, per lui vale la Parola di Grazia, quella della Benedizione data una volta al popolo viandante, anche quando voleva avere la benedizione da un uomo (Mosè). Però, DIO ha dato la giusta Luce. Ricordate: un uomo non può e non deve benedire, perché nessuno è senza peccato.
28. Chi si mostra amorevole nel servire, chi aiuta il prossimo, costui può trasmettere la Benedizione dell’Eterno nel diritto della Grazia. Questo lo voglio fare con voi. Aprite i vostri cuori, spalancate la porta della vostra anima, lasciate giungere al predominio lo spirito e conservate il vostro animo infantile (Matt. 18,3), allora posso dire: Il nostro Signore e Padre, l’Eterno-Santo e Unico, vi benedica; il Suo Bene sarà con voi in ogni tempo”.
29. Nessun occhio rimane asciutto, ci si schiera intorno al veggente, si tende al suo abito come se qui stesse il Signore, nel Quale l’uomo ha eternamente il suo sostegno. Oh, la gente lo pensa nell’umiltà. Loro sanno: non questo adorato è e dev’essere colui al quale ci si aggrappa. Spiritualmente a loro sembra come se fosse il Signore che dimorasse tra di loro, non visto. Invece Samuele vede come l’alta Luce sta in una Figura in mezzo a loro, ha posato le Mani sul loro capo profondamente chini, e come tutti insieme vengono benedetti da Lui stesso, l’UNO!
30. Tutti vanno a riposare, non viene discusso più nulla, ciasuno tiene saldamente in sé ciò che è santo. Si è anche fatto tardi; Samuele e gli amici hanno bisogno di riposo, per continuare il viaggio il giorno dopo. Da ogni casa si porta ai ‘cari ospiti’ delle pelli, perché la notte è limpida di stelle e fredda. Kedas e un altro uomo controllano gli asini, spargono loro ancora un secondo foraggio e la porta della stalla viene chiusa particolarmente bene.
31. E’ molto presto al mattino quando la gente del villaggio provvede agli amici, cuoce delle erbe che chiamano ‘Man-hu’ e preparano del pane. Per il viaggio viene preparato qualcosa, persino un otre con vino. Si sacrifica volentieri il poco. Più tardi si è molto sorpresi che nel poco della loro provvista non mancherà proprio nulla (come con la vedova di Sarepta - 1° Re 17,9). Non aveva anche il Signore fatto il vino dall’acqua? Alla tavola del mattino, Samuele, per la benedizione ripete: ‘Basta una sola volta dal Signore’. Tuttavia pronuncia con fervore una richiesta per la benedizione del giorno, per il luogo e per il viaggio.
*
32. Quelli del villaggio che guarderanno dietro al profeta, quasi trecento anni dopo, fino al tempo del naufragio del regno d’Israele (722 a. C.), il luogo sarà risparmiato, gli uomini, dagli avi fino ai figli dei figli, resteranno fedeli alla fede, e qui stesso sarà nutrito pure qualche fuggiasco e portato via in sicurezza. Una delle vicissitudini della Luce più belle che Samuele e i fedeli hanno avuto sulla loro via.
33. Del tutto diverso è alla seconda sera della cavalcata. Dunque, già penetrati nel paese, non evitano di scegliere una città solida per una notte. Tra Ai e Betel fanno una sosta. In questa regione la guerra fratricida, come anche le faide con i nemici, non ha lasciato che molta devastazione; così, nessuno si stupisce che si preferisce chiudere la propria porta ai viandanti.
34. Ad una grande casa si bussa. Una lunga attesa, finché si apre la porta. Un uomo che porta una fiaccola chiede in modo rude: “Che volete da me?”
- “Cerchiamo un giaciglio per la notte. Sono il profeta”.
- Il principe pensa: ‘Costui avrebbe dovuto tacere la sua posizione’,.
35. “Tu osi bussare da me? Grazie a te che esistono solo ancora delle guerre! Se tu non ci avessi imposto un re… mai sarebbe fra di noi… Sparisci, altrimenti…”. L’arrabbiato abbassa la fiaccola.
- Ochnia lo strappa indietro. “Cretino!”
- “Mi disturbano nel sonno, poi si è cretini, per cui si deve preparare a gente malvagia una buona notte!”
36. Chaha cerca di tranquillizzare. “Non vorresti sapere come può cambiare la tua preoccupazione? E’ comprensibile se ti ribelli. È stato versato veramente abbastanza sangue. Ma hai scambiato chi voleva avere un re. Per chiarire questo, finalmente, per questo siamo qui. Ora, …vuoi?”
37. Un brontolìo: “Sei il principe, non ti posso scacciare; ma dove devo ospitare tutti?”
- “Hai abbastanza stanze e molte coperte, comprate da qualche pastore che non hanno calcolato il valore del proprio lavoro”.
- “Quante chiacchiere!”, soffia a Samuele.
- “Non è tardi”, risponde costui tranquillo, “possiamo quindi mettere qualche cosa in chiaro, amico Ben-Chosoa”.
- “Amico?”, ride orribilmente costui nascondendo la sua paura, avendo molto da nascondere, soprattutto davanti alla visione di DIO.
38. Malvolentieri fa entrare gli uomini, ordina ad una serva che si era avvicinata strisciando, ad andare a prendere del pane e della carne. Un segno: ‘Poco’. Quando poi sono seduti alla grande tavola con poco cibo, il veggente tiene le sue mani sulla bevanda e sul cibo. Qui non viene moltiplicato nulla, non ce n’è nemmeno bisogno. Su consiglio di Samuele si aveva mangiato ancora abbastanza all’ultima sosta.
39. “Ora parlo con te, Chosoa. Tu ti contraddici se pensi che sarebbe sbagliato ciò di cui devo farti i conti …su incarico di Dio, questo ti sia ricordato! Il Suo incarico è preciso!”
- Il padrone di casa fa le spallucce come se non lo riguardasse tale resa dei conti. Ma che lo diventerà, lo percepiscono tutti.
- “Sono curioso di cosa ci sarebbe da annunciare. E’ vero che gli israeliti te ne vogliono, magari anche con una resa dei conti del Signore che, attraverso te… Oppure sei magari l’unico che sta davanti all’Altissimo senza errori?”
40. “Mi sorprende il tuo discorso”, dice seriamente Samuele. “Ancora di più se metti sulla tua bocca il Nome di Dio. Facciamola breve, affinché non ti manchi il riposo”. Una canzonatura sana. “Mi accusi di aver unto Saul, con cui anche il SIGNORE si sarebbe sbagliato, perché ammetti che io l’ho fatto dalla Volontà di Dio. Ebbene sì! Chiediti: ‘Era davvero la Volontà di Dio, oppure ha Egli, per educare il popolo, insegnato soltanto così a poco prezzo, ciò che essi pretendevano con caparbietà?’
41. Ritorniamo all’evento con l’Arca dell’Alleanza. Chi ha ordinato di rubare il Santuario? Averlo fatto contro la volontà di Eli e contro la mia non è valso ancora a nulla? La VOLONTA’ di DIO era diversa. Tu allora eri giovane, un amico dei figli di Eli; hai messo per primo la mano sul Santuario, lo hai trascinato fuori, ma ben saggiamente non hai partecipato alla guerra.
42. Non saltare su, ora, Chosoa; ho ancora da dirti di più! Il popolo era stato sobillato, anche da te; perché come figlio di un padre ricco si ascoltava te. Tu sei stato fra tutti i primi che hanno preteso il re. Dio ha parlato con me, Egli mi ha indicato il percorso del popolo.
43. Voi avete pensato: ‘Se abbiamo un re, allora non esisteranno più delle faide’. Pensato, …desiderato, …ma non adempiuto! A nessuno dei vostri nemici interessava molto se avevate un re oppure no. Fino al giorno d’oggi i confini non sono stati osservati, anche voi avete fatto irruzione negli altri paesi senza riguardo.
44. Quando Saul è stato incoronato, non da me, meno ancora da Dio, tu sei stato pure uno dei primi che da suddito gli ha portato qualche dono. E’ evidente, ora sono passati anni, e quando ti si domanda questo, lo eviti subito dicendo che allora eri troppo giovane e non avresti potuto riconoscere che cosa sarebbe stato di questo ‘gioco del re’. Ammettiamo che non avevi davvero nessuna idea, …ma tu ti sei sempre spinto in avanti! Più tardi non ti sei occupato di niente, hai solo ammutinato ovunque ed hai dato la tua colpa agli altri. Soprattutto a me!
45. Oh, questo non è un peso per me, non mi colpisce! Chi mente da sé e commette un’ingiustizia, costui può essere molto aggravato da una non-verità inventata su di lui. Chi però come i miei amici”, Samuele indica loro, “e qualche israelita che credono nel nostro Altissimo, chi può annunciare anche come me la parola del Signore, non lo colpisce nessuna menzogna, nessuna cattiveria o perfidia.
46. E’ la prima volta che i miei amici sentono una tale cosa. Per la tranquillità del tuo cuore, non essere preoccupato, …non portano altrove ciò che hanno sentito; ed io, Chosoa, lo porto con me sulla mia ultima strada, da dove raramente risuona qualcosa nel mondo. Dio ti ha chiamato spesso, non hai mai badato alla Sua chiamata, allora, quando tuo figlio è caduto nella guerra fratricida, quando tua moglie morì di una grave malattia, quando un pastore ti ha annunciato quanto amara sarebbe stata un giorno la tua morte, perché hai imbrogliato la povera gente e maledetto Dio che ti avrebbe caricato il male, mentre tu ‘mettevi qualche buona moneta nella cassetta per Dio’? Credi davvero di poter conquistare la Grazia di Dio e la via nella Luce con le monete di questo mondo, …soltanto con queste?
47. Guarda: oggi il Signore chiama per l’ultima volta: ‘Ritorna indietro, se non vuoi spezzarti insieme alla tua casa!’. Ammettilo una volta, che quando ti è andata male e ti sei ritirato, il tuo discorso era: ‘No, non ci sono mai stato’. Davanti a qualche interrogante hai potuto nascondere la tua mancanza e ancora qualcosa di più; ma tu stesso sai quanto sarebbe da rendere conto. Soltanto, non credere che questo ti sarà possibile anche davanti a DIO, quando un giorno dovrai comparire dinanzi a Lui.
48. Io non sono venuto apposta per questo, e ugualmente non è l’incarico di Dio di rovinarti, di caricarti pesi che non hai bisogno di portare. Ma tutto ciò che hai sbagliato, ben inteso con consapevolezza, questo un giorno sarà da rimettere. Ed io ti dico: oramai sarebbe il tempo di liberarti dalle corde fatte da te stesso. Non ogni tempo è il Tempo di Grazia di DIO, dipende dall’uomo, dalla sua anima, se si dichiara pronto a cogliere con il pentimento anche l’espiazione!”
49. O guaio! Il duro cuore, la bontà nelle parole del veggente, soprattutto nella chiamata del Signore, viene disdegnata. Nondimeno, del tutto in segreto, velato intenzionalmente, c’è un brivido interiore: se… se… Soltanto, nulla viene ammesso! La testa fa ancora uno scatto in alto, i pugni giacciono ancora sul tavolo: “I profeti parlano così tanto, che al nostro mondo non serve.
50. Dove mi devo voltare? Magari venire con te attraverso il paese e predicare? Che cosa? A chi? Abbiamo abbastanza sacerdoti che si lasciano nutrire dal popolo, che non fanno altro che condurre bei discorsi. Con Eli, allora, abbiamo gravemente sentito, come egli…”
- “Taci!”. Salta su Chaha. Persino un buon cenno di Samuele non viene notato.
51. “Eli ha servito per ben lunghi quarant’anni, con giustizia e fatica. Chi glielo nega? Il suo operare vale molto dinanzi a Dio, Chosoa! Quello che ha mancato di fare nella propria casa per amore dei figli, nel frattempo è stato rimosso, perché è andato nella Luce con pentimento. Se a te un giorno ti sarà possibile, ne dubito. Sei troppo indurito, troppo orgoglioso. Dei poveri per te non hanno nessuna posizione.
52. Non menzionare che faresti delle elemosine, che i sacerdoti avrebbero da distribuire. Devo rivelare quanto sia piccola la somma che sacrifichi una volta l’anno? Il sacerdote dei poveri registra i doni, anche di chi li riceve. E’ mio dovere controllare. Questo sacerdote sovente fa delle lunghe strade, non teme di bussare a qualche porta per ottenere ancora qualcosa, affinché vi sia da calmare più miseria di quello che rende possibile la scarsità della gente ricca. Ora sei informato anche in questo”.
53. Chosoa si alza all’improvviso, blu fino in alto nella sua fronte. “Ora ho ascoltato abbastanza cattiveria nella mia casa, e persino te, principe, non voglio più vederti da me! Andate via svelti, andate dove volete nella notte, ma non passate più la mia soglia!”
54. Ansimando, tremando, si accascia, vede nero. Si arraffa ancora una volta, passa oltre alla debolezza e bada come gli uomini se ne vanno da lui del tutto tranquilli. Così sta seduto a lungo; va a dormire, si butta da una parte all’altra, senza sonno. Le immagini, oh, le immagini! Le ha volute strappare interiormente, ha riso di se stesso, ha fatto il contrario di ciò che qua e là stava dinanzi a lui come ammonimento.
55. Un grave sogno scende su di lui. Vede sua moglie che aveva da soffrire amaramente …sempre soltanto a causa sua, anche se lo ha sempre negato. Lei alza un dito, avvertendo, e la sua voce è come un soffio:
56. ‘Hai cacciato di casa il veggente di Dio; ora DIO è andato via da te. Ora spetta a te cercarLo, ma dubito se Lo troverai mai. Sulla tua casa c’era poca benedizione, ma la Grazia di Dio non era andata via del tutto – a causa mia – e per il figlio, che non stavamo nella tua ombra’. Come un lungo sospiro la parola rimane nella stanza buia. Da questa il dormiente si risveglia, bagnato di sudore. Malato il corpo, malata l’anima, senza aiuto giace lì, ed attende il mattino.
57. Mattino…? La sua anima non sa nulla della resurrezione tramite lo spirito, questa è rinsecchita, ha disdegnato ogni chiamata al ritorno. La luce del mattino penetra un poco alla volta dalla finestra aperta. Ci vuole forza per alzarsi dal giaciglio. Lui è oppresso: Seguire il veggente di Dio? Con l’aiuto della Luce sarebbe ancora possibile vincersi, piegarsi nell’umiltà. No! Non lo può fare; non lo fa! Così passano per lui molti giorni.
*
58. Gli amici si erano recati nella locanda vicina, nel cui cortile si può accedere anche di notte. Là talvolta qualcuno dorme accanto al suo asino sulla terra, qualcuno resta accovacciato avvolto nel suo mantello in un angolo, tali che non hanno denaro per il pernottamento oppure sono dei personaggi che vogliono nascondere il loro oscuro procedere. Nella casa brilla una piccola lampada. Rashi bussa prudente alla finestra, nella quale, veramente, ci sono solo alcune sbarrette di legno, affinché non possa entrare chiunque dall’apertura.
59. “Chi è la fuori?”, si sente chiedere a bassa voce, quella di una donna.
- “Sono il principe Chaha; ti prego, apri, noi vogliamo dormire qui”.
- “Noi? Hai sempre intorno a te degli amici quando viaggi? Quindi mi siete i benvenuti, anche se è già molto tardi”. Viene aperta una porta stretta, si vede che in questo luogo viene raccolta poca ricchezza. Nonostante ciò ci si sente al sicuro quando ci si trova dietro a questa porta.
60. Quando la donna vede gli amici e riconosce il profeta, che lei onora molto, corre veloce nella camera attigua, sveglia una figlia e conduce gli uomini nella stanza accanto, dove in genere si mangia. “Samuele! Profeta e aiutante!” Afferra il lembo del suo mantello, sovente ancora d’uso per manifestare la propria riverenza. “Quale gioia, è…”
61. “Sta tranquilla, cara Maga, sappiamo ciò che vuoi dire. Per prima cosa ti ringrazio perché hai aperto. Siamo stanchi, la via era lunga e qualche volta difficile. Domani si prosegue. Devo ritornare a Rama”.
- “Ma prima un piccolo pasto”, si muove l’oste. “Soltanto, non c’è più molto, di giorno sono arrivate delle persone e il giorno d’acquisto per me è domani”.
62. “Non preoccuparti di noi”, la tranquillizza il principe. “Non siamo così affamati, abbiamo mangiato bene”.
- “Dove? Non potevate pernottare anche lì?”. Maga pensa a quella grande casa di pernottamento che si trova al bordo del villaggio.
63. “Presso Chosoa”.
- “Da chiii?”. Maga non ne è sorpresa, pur se costui ha spazio e abbondanza, e può ospitare facilmente.
- “Lo pensi?”, interviene Samuele un po’ divertito. “Precisamente il contrario, non ci ha nemmeno dato una stanza”.
- “Non lo capisco”, ora l’oste si meraviglia. “La sua casa è grande e lui è ricco”.
64. “Per il mondo!”. Il tono fa quasi raggelare. ‘Ma per la sua anima, che seduce volentieri se stessa? E l’uomo? …Che cosa se ne può dire?’. Lui circoscrive il suo proprio desiderare; dove sia possibile lo carica sempre agli altri. Dei credenti che credono di esserlo, tendono ad un gradino più in alto oppure più in basso, perché il loro tendere è ultra sensoriale, attirando quei demoni che li hanno fuorviati. Allora vanno verso il basso dove l’oscurità ha la sua propria impronta. Ciò che non si trova laddove la fede si eleva verso l’alto nella Luce.
65. “Mondanamente”, ripete il profeta. “Lo sappiamo. – E tu, Maga”, si rivolge bonariamente all’oste, “lo avrai saputo da tempo come Chosoa è da stimare. A noi puoi confidare la tua riflessione, tutta la preoccupazione che ti minaccia da questo o da quello. Nessun uomo percorre invano la via in qui o in là, se ci si confida assolutamente alla mano di Dio.
66. Non dipende dal fatto se si dice: ‘io credo’, che non raramente sono delle parole, e non un concetto interiore. Quest’ultimo sorge solamente là dove oltre ogni vacillamento, disagio, soprattutto attraverso delle richieste apparentemente non esaudite, la fiducia non conosce nessun vacillamento. Per gli uomini non è assolutamente facile da conquistare. Questa costa giornalmente la supplica: ‘Signore, rendimi forte!’. Si deve pronunciare continuamente questa richiesta, che per noi è in ogni caso la più alta.
67. Tu lo comprendi bene: – In sé ogni richiesta, ogni supplica più essere la più alta, in particolare per il prossimo, per i nemici, prevalentemente per le anime perdute, come quella di Chosoa. Ma se si tratta di conquistare quella fede che è proceduta dalla Luce, per riceverla e per aumentarla, allora la richiesta prima menzionata è al primo posto.
68. Maga, non scuotere la testa perché credi di non comprenderlo, che lo potrebbe comunque soltanto un profeta oppure degli uomini inviati da Dio. Indipendentemente da questo: ci sono anche delle donne che per via della loro psiche – anche se a volte più infantili – si recano sulla via della fede, sulla quale è da conquistare o da tener stretto l’essere forte. Tu sei una tal donna.
69. Quando ho passato la tua soglia ho visto le tue preoccupazioni. Dio mi ha fatto conoscere tutto ciò che ti muove particolarmente”. Samuele vede intorno a sé degli occhi stanchi, anche dell’oste poiché di giorno non riesce quasi mai a riposare. Lui stesso, …ebbene, l’umano dell’età non lo si può negare. “E’ tardi, andiamo a dormire, al mattino avremo un’ora di tempo per aiutare la donna della nostra locanda”.
70. Silenzio cade su casa e cortile. Non come al solito, che degli incidenti spiacevoli svegliano, che succede di più che calmare una piccola lite. Difficile per una vedova. Il figlio è ancora troppo giovane, la figlia, volonterosa nel lavoro, è di natura timorosa. Qualche maliziosa mano d’uomo voleva tendere alla sua giovinezza. La serva è anziana, il servo è scappato con il bottino rubato; ed è questo che Samuele ha visto, …ed altro ancora.
71. È appena mattino quando Maga va già dal primo commerciante a comprare per la cucina. Ora la colazione è pronta, non ricca, ma preparata con molto amore. Nella casa c’è un piccolo soggiorno, e là prepara per gli amici, mentre gli altri viaggiatori che anch’essi sono già svegli per procedere nel loro viaggio, sono serviti in genere della sala da pranzo. Prima aveva pensato che sarebbe stato meglio se si fosse visto il profeta nella sua locanda. Soltanto…, ecco che c’era stato come un avvertimento: ‘Non lo fare!’. Ed ha fatto bene.
72. “Vuota il tuo cuore”, l’ammonisce Samuele quando hanno mangiato. L’oste e la figlia più grande sono sedute con loro a tavola.
- “Posso immaginare quanti pesi hai già portato”, risponde Maga, “sarebbe un’amara ingiustizia caricarti pure le mie preoccupazioni. Forse il principe Chaha potrà venirmi qualche volta in aiuto quando ne ho urgentemente bisogno e…”
73. “Eccomi”, ride il principe intenzionalmente lieto. “Se Samuele conosce le tue miserie, non sarà urgente aiutarti subito? Più tardi, è sovente troppo tardi”.
- Ognuno insiste con Maga.
- “…e se una volta saremo nuovamente così uniti, chi lo sa?”, aggiunge riflessivo il giudeo più anziano, Khemal.
74. Finalmente l’oste si fa coraggio, riferisce del ladro e che certi uomini vengono da lei perché sanno che lei è una vedova con la quale si può fare quello che si vuole, anche per il pagamento. Certi giorni ci ha rimesso così tanto, che non ha potuto nemmeno pagare la serva. Costei a volte aveva rifiutato la sua paga quando si accorgeva quanto scarsa era la cassa.
75. “Come stanno le cose con la grande casa d’albergo?”, chiede Ochnia. “Hai da soffrire a causa di questa?”
- Maga asciuga rapidamente una lacrima.
- Samuele scopre: “Maga, chissà se mi vedrai ancora una volta? Quindi confidati. Pensa che DIO ci ha guidati affinché venissimo da te, perché la preoccupazione minaccia di sopraffarti”.
76. “Siete venuti nel momento giusto. L’albergo alla via del commercio vuole incassarmi; in più, (vuole) la mia più giovane che ha soltanto tredici anni. Lui minaccia di consegnarmi al giudice se la mia Rachele… Da tanto tempo mi manda dei delinquenti. Raramente arriva un uomo per bene che non conosce la faida tra di noi.
77. Non conoscevo la sua intenzione ed ho accettato un prestito da lui offerto, quando dovevo pagare la merce ad un commerciante. Lui lo ha sfruttato. O il denaro, oppure …Rachele. Oltre a questo, certamente il giudice”.
- “Già fatto!”, esclama spontaneamente il principe. “Il vecchietto dovrà stupirsi di cosa minaccerà lui dal giudice! Il debito, certamente non esoso, lo pago io sotto il tuo nome, Maga; allora sei libera”.
- “Oh!”
78. La fuoriuscita di lacrime è inarrestabile. Samuele le impone le mani, forti e soavi. Lei sta per crollare.
- La figlia singhiozza: “La mamma quasi non ce la faceva più e, …che cosa ne sarebbe stato di noi figli? Se penso alla delicata Rachele, al fratello e… Oh, Samuele, perdona, ultimamente mi sono chiesta: ‘Dov’è’ Dio? Dov’è il Suo aiuto, del quale i sacerdoti parlano sempre?’. Qualche volta mi è mancata la fede.
79. Questo è stato un grande peccato, per cui la mamma ha dovuto soffrire. E’ colpa mia se con noi sta andando male. Ma con chi ne dovevo parlare? Una volta ho tentato ed ho domandato al nostro rabbino, quello nuovo che ora ci assiste. Il vecchio è sempre stato buono, da lui si poteva venire con tutto, lui sapeva sempre dare un consiglio e un aiuto. Ma il nuovo… Appena ho cominciato a parlare, mi ha interrotto: ‘Queste sono cose di questo mondo, non mi riguardano! Ti manca l’umiltà, anche a tua madre! Mi è stato già detto che sareste senza fede e badereste solo al mondano’. Sono corsa via. Meno male che non ho parlato dei miei dubbi”.
80. ‘Anche costui se la vedrà con me! Se vuole salmodiare, allora deve…’. Il principe inghiotte l’ulteriore pensiero.
- Il profeta ha attirato a sé la ragazza, come un padre la sua figlia amata, stanca. Ha fatto un cenno nascosto a Chaha. Molto bene mettere a posto il rabbino. E ora, quale amore!
81. “Tamara, il Padre nostro ti guarda gentile, non ti ha accusato delle tue stanche domande e dubbi, nemmeno per via della madre, come hai indagato: ‘Signore, dov’è il Tuo aiuto?’. Credetelo, mie care, quando un uomo dubita nella più grande afflizione, e Lo si menziona subito e Gli si pongono domande di dubbio, al nostro Padre, chi altro se non proprio LUI comprende i Suoi figli? Il Signore lo prende nella Sua speciale Scuola, nella Misericordia! Anche se a volte ci vuole del tempo finché si dividano le nuvole e ritorni il Sole, …esso arriva, arriva del tutto certamente, in particolare laddove la miseria fa diventare pazza l’anima della persona.
82. Noi abbiamo dei rabbini gentili; ma come ovunque, ne esistono anche tra di loro i cosiddetti ‘altri’. Lo vedete nell’albergo, in Chosoa e dei fuori-strada che diventano ombre cattive sulle vie della razza umana. Notatelo: – Esistono anche delle Ombre colme di Benedizione che provengono dal Cielo. Certi ricchi danno volentieri, e degli albergatori rifocillano dei poveri del tutto gratuitamente. Per il vostro luogo subentra una svolta. Allora tu, Tamara, puoi andare di nuovo da un buon rabbino quando avrai bisogno di un qualche aiuto.
83. E tu, cara Maga, sii consolata con la Grazia di Dio! Egli non ha annotato il tuo singhiozzo, ma ha guardato ciò che ti aggrava. Soltanto, non deve andare in rovina la fede! Se si stende supplicando le mani, allora a volte in modo inconsapevole, il fondo della fede ne rimane intoccato, su cui si può edificare del nuovo, nella piena fiducia nel Signore. E con questo sai che nemmeno Chosoa non potrà più danneggiarti. Lui ha corrotto l’albergatore per rovinarti, ma a questo ci pensa il nostro principe”.
84. “Come mai questo?”, domanda Maga. “Lui non mi guarda. Solo una volta…”, si blocca e diventa rossa.
- “Aha…”, pensa Abelae, “…affiora il male”.
- “Precisamente”, sorride delicatamente Samuele. “Presto, dopo che tuo marito è morto, e solo tre anni fa, e la moglie di Chosoa era morta prima. Lui ti voleva opprimere. Non è così?”
- Maga lo ammette.
85. Samuele continua a scoprire: “Tu lo avevi respinto, avresti conservato la fedeltà per tuo marito, hai pensato ai figli, che lui non avrebbe accettato. Lui fino ad oggi non te lo ha perdonato. Ma presto gli passerà tutto il mondano! Oh, non pensate, voi cari, che io glielo augurerei, soprattutto che il SIGNORE come Giudice sul Bene e sul male non gli debba mandare una disgrazia.
86. Gli uomini si caricano da sé il destino. Ciò che comprensibilmente è molto grave, quello che una buona anima prende su di sé a causa di altre, parte raramente solo dalla vita terrena. Giace per il nostro bene sconosciuto già in ogni esistenza, prima che uno abbia intrapreso la sua piccola strada del co-aiuto. Il nostro Dio-Padre, da sempre il Salvatore, un giorno lo insegnerà:
«Venite a Me, voi tutti
che siete travagliati e aggravati». [Matt. 11,28]
87. Dei travagliati che sono da salvare sono delle anime attaccate all’oscurità; delle aggravate, sono coloro che si prendono qualcosa dei loro pesi, per quanto concesso dalla santa Compassione. Questo non deve proprio spezzare i buoni ‘co-portatori’. Non vi è nulla che non passi attraverso le sante mani di Dio; nulla che i Suoi occhi non vedano; nulla che …EGLI non benedica! Soprattutto il peso di una via del mondo.
88. Il tuo destino, Maga, è passato attraverso la Sua Grazia. Te lo accenno appena: il padre di tuo marito non era buono, per lui hai portato certe cose, inconsapevolmente, ma anche per aiutarlo sulla sua via nell’aldilà, che non gli è ancora diventata del tutto facile. Tuo marito vive già in una regione più elevata. Detto per la tua abbondante consolazione.
89. Ora, oltre a questo alto spirituale, provvederemo pure per l’esteriore. Arriverà da te una giovane coppia, degli orfani che cercano lavoro, e di questi puoi fidarti. Presto la tua casa non verrà più visitata da oscuri personaggi, tutto cambierà, e per tutto, Maga, ringrazia Dio, l’Uno!”
[indice]
Due poveri orfani vengono aiutati – Un
drappello di Davide è salvato – La contrada dei gentili
Gli ultimi insegnamenti anche sul falso
ascetismo – La meravigliosa presenza di Dio
1. La cara oste sta lì a lungo con i figli, finché una gobba del terreno nasconde quelli che se ne vanno. Il veggente si è voltato una sola volta. Era per via del cattivo Chosoa? Era per il bene presso la cara donna, oppure, …più una retrospezione su tutta la sua vita? Che lì a causa dell’età abbandonerà il mondo, i suoi amici che vanno con lui per la via, lo presagiscono? Del tutto certamente? Non si aggrappa l’uomo, nonostante ogni presagio, alla speranza: ‘Non può abbandonarci. Lui deve…’. E la visione dovrebbe comunque andare all’Altissimo, all’UNO, il Quale veglia su ogni piccola via filiale.
2. Oggi procedono velocemente. Gli animali ben foraggiati camminano instancabilmente, e così sono vicini ad Ofra quando il giorno si sta chinando. Ecco, due figure sono accovacciate al bordo della via. Scappano per sfuggire ai cavalieri. Lì vicino c’è un cespuglio.
- Khemal salta giù alla svelta, accorre verso le figure ed esclama: “Fermatevi, non vi facciamo nulla! Se avete fame, allora venite, noi adesso facciamo una piccola sosta”.
3. Sono due giovani, un uomo e una donna, che ancora percepiscono d’istinto, come gli animali: ‘Ci si può fidare?’. Il volto gentile di Khemal, facilmente riconoscibile nel bagliore della sera, dà ai due la garanzia che non hanno nulla da temere. Nel frattempo anche gli altri sono scesi dai loro asini; si siedono al bordo della via, Samuele in mezzo a loro, ed aprono le loro provviste.
4. “Venite”, fa cenno Samuele, “servitevi!”
- Il giovane si avvicina. “Sì, io e mia sorella abbiamo fame. Non abbiamo nulla e nemmeno denaro. Da giorni abbiamo solo mendicato. Ciò difficilmente lo comprenderà un ricco”, è comprensibile che il giovane si riferisce ai cavalieri, indicandoli. “Voi avete un’altra aria, altrimenti non ci avreste chiamati. E vi ringraziamo se possiamo avere qualcosa”.
5. Il giovane ha solamente diciannove anni; sua sorella diciassette, come risulta dal dialogo.
- Samuele afferra la mano del giovane: “Caro Berechsa, tu credi che noi siamo ricchi perché abbiamo da cavalcare e da mangiare? Voi due, tu e tua sorella, d’ora in poi dovete stare meglio. Guarda, Dio ci ha sempre dato ciò di cui abbiamo bisogno. Non siamo ricchi nel mondo”.
6. “Signore, come sai il mio nome? Sei forse un, …un cacciatore? Ti mostri gentile, per catturarci? Non ti riuscirà. Piuttosto…”. Oh, sì, lo hanno sospettato. Piuttosto ‘morire’, oppure ‘fuggire all’estero’, che ritornare nuovamente dal duro zio che li ha schiavizzati gravemente.
7. “Conosco le vostre sofferenze”. Lo dice così soavemente, …che la ragazza inizia a piangere. Quando mai hanno sentito una buona parola?
- Abelae è la compassione stessa, la stringe al petto e le carezza i capelli trascurati: “Piangi pure, così giovane, e presto alla fine della tua forza. Ora aspetta un po’, sarai consolata; anche tuo fratello”.
- Giuditta ringrazia con uno sguardo, ed è certamente la guida della Luce che la fa sedere ai piedi di Samuele.
8. “Hai scelto un buon posto, figlia mia. Ma te lo spiego subito: non pensare che ti stai sedendo ai piedi di Dio. A noi…”, Samuele indica se stesso e i due fratelli, “…ci ha guidati insieme Lui. Lo zio non deve più decidere su di voi; a questo ci penserà Chaha, il principe d’Israele”.
- “Come lo conosci? Come sai la faccenda dello zio?”, Berechsa ne è sorpreso. In lui dimora ancora poca fiducia, ha sofferto troppo nella sua giovane vita. Allora un sentimento non può cambiare subito.
9. Il veggente lo sa, perché, mentre attira Berechsa strettamente al suo fianco, dice: “Del tutto comprensibile, soprattutto perché temi del male per tua sorella. Spesso volevi proteggerla e non hai potuto. Guarda: Dio mi ha mostrato il vostro destino e me lo ha messo nella mano”.
- “Perciò non ci hai conosciuti prima?”
- “No, ragazzo mio, per la tua età non sei ancora così maturo per comprendere tutto, ma sei comprensivo e facilmente da guidare con la bontà”.
10. “Non sono intelligente, non dovevamo studiare, ma solo affaticarci per grazia”. In Berechsa sale l’amarezza.
- Chaha pensa ancora una volta: ‘Anche lui avrà quel che si merita’, con ciò intende lo zio. Samuele glielo indicherà e con l’occasione terrà il conto con lui, di certo davanti a un giudice. Samuele lo conferma con un cenno dell’occhio.
11. Ora dice il suo nome e che sarebbe il veggente di Dio.
- “Tu?”. Il giovane si fa da parte, mentre Giuditta si asciuga le lacrime al lembo della veste del veggente. In lei sale una leggera lietezza. Se è il profeta – naturalmente hanno sentito anche di lui – allora il loro tempo di sofferenza è finito.
12. “Samuele?”, domanda Berechsa. “Di te hanno parlato qui e là, lo zio rideva di te, i compagni brontolavano che avresti dapprima unto Saul, poi saresti passato a Davide, che sta coi ladri. Quello che profeteresti, sarebbe sbagliato. Non ho mai sentito altro da lui”.
13. Berechsa è abbastanza sconfortato. Indagando, guarda il buon volto. Questo ha tutto un altro aspetto di come hanno pensato di lui con oltraggio, o piuttosto non hanno pensato. Lui non lo conosceva. Che lo zio raramente diceva qualcosa di buono di qualcuno, era noto in tutta la città. “Sembri diverso da come avrei potuto pensare, perché si dice del male di te. Non abbiamo conosciuto altra gente. Non potevamo mai uscire di casa, ci doveva sorvegliare, tutti questi anni. Che cosa ha significato, come lo si può misurare?”
14. “Sì, figli, lo so molto bene! Ora pensate com’è avvenuto che comunque avete potuto fuggire”.
- Risponde Berechsa: “Non c’è stato tempo per pensare. Lo zio è andato via per un giorno, allora il servo si è rotto il piede. Questa è stata l’occasione. E comunque ho detto il falso che sarei andato a prendere il nostro pastore che sovente ha potuto guarire delle fratture, e Giuditta è andata subito a prendere dell’acqua dal pozzo per rinfrescare il suo piede. Siamo scappati così come eravamo; abbiamo solo preso due pani e una piccola brocca. E’ rubare questo?”, chiede da ribelle.
15. “Non è rubare. Al contrario: eravate ancora troppo piccoli quando sono morti i genitori. Non eravate del tutto poveri. Una casetta, il campo e il giardino e c’era anche un po’ di denaro. Tutto questo lo zio lo ha preso semplicemente e vi consiglio: non guardate a questo, lasciategli la sua refurtiva, di questa non ha avuto nessuna benedizione! Voi due siete benedetti!”. Samuele impone ai fratelli le sue mani, come sempre, con intima supplica: ‘Signore, benedici questi Tuoi figli!’
16. L’ultimo pezzettino di ghiaccio si è spezzato in Berechsa. “Io e Giuditta vogliamo fare ciò che ci ordini. Finalmente posso credere di nuovo agli uomini e in Dio. Ora lo riconosco: è stata la Guida di Dio. Via lo zio, il servo legato al fieno, e oggi tu, l’alto veggente di Dio, incontrato nella fuga! Vieni, Giuditta”, esclama gioioso, “vieni, ringraziamo intimamente il profeta Samuele, anche i suoi amici e…”
- “…e dapprima pensate al Signore! Non lo dimenticate, ragazzi!”
17. “Provvediamo a voi fino a Betel. Prima della città incontrerete un uomo, uno dalla truppa di Davide che chiederà di me”. Che Davide diventerà presto il successivo re, Samuele lo tace, per ora non è qualcosa per la giovane gente. “All’uomo potete dire che io sto bene e mi trovo sulla via verso Rama, e che vi avrei preceduto nel piccolo albergo presso l’oste Maga, cosicché l’uomo vi voglia condurre là.
18. Ora sarete sotto la nostra protezione, sotto quale regna la protezione dell’Altissimo, e potrete dormire, e domani andare in una nuova vita. Accogliete un unico ammonimento: ‘Siate fedeli e diligenti!’. Lo merita quella donna, Berechsa. Bada affinché Maga non venga più infastidita da gentaglia. Purtroppo, in Israele come altrove, ci sono degli uomini oscuri dei quali non ci si può fidare in nulla”.
19. Samuele riferisce ai fratelli com’è la situazione: dell’avaro, della grande casa albergo ed altro ancora. L’uomo stende spontaneamente le braccia in alto. “Guarda, Samuele, a qualcosa è servito il lavoro: ho forza, nessuno mi può resistere facilmente. Alla gentaglia faccio gambe!”
20. Lamuor ride: “Ebbene, tutto rispetto per la forza dei tuoi muscoli; ma ricordati sempre di non causare un danno a nessuno. Ne vale veramente la pena pensarci: ci sono certamente dei casi quando non ci si può proteggere diversamente se non usando i propri pugni. Ma quante guerre…”, si sente un pesante sospiro, a cui tutti acconsentono, “…e particolarmente nel proprio paese. Oh: fratello contro fratello, …come ci si comporta!
21. Dunque, Berechsa”, smorza Lamuor, “tu sei bravo, lo si vede nei tuoi occhi; agirai per il meglio; perché chi sceglie DIO tramite il nostro Samuele, costui ha un animo gentile. Ora non pensare ora a Saul che Israele ha voluto e lo ha anche ottenuto. Questa non è stata una scelta, è stato soltanto unto perché la folla si era aggrappata alle cose esteriori”.
22. Berechsa sfiora le sue mani. Oh, no, non vuole veramente colpire. Era sempre contrario, ha potuto sovente salvare un animale inerme dalla rozzezza di qualche ragazzaccio. Anche lo zio era un omaccione rude che lo ha istigato e lo ha portato ad odiare. Oggi ha imparato una cosa del tutto diversa; oramai conosce il suo corso. Senza alcuna parola stringe le mani a Samuele, anche quelle degli amici; Giuditta per questo viene fortemente abbracciata da tutti.
*
23. Un nuovo mattino. “Finché non arrivate vicino a Betel, evitate ogni via larga”, ammonisce Chaha i fratelli. “Anche se sappiamo di essere sotto la clemente Guida di Dio, l’uomo ha ricevuto l’intelletto, ed egli può agire ragionevolmente. Presto ci rivedremo, non appena è sistemata la faccenda con lo zio”.
- “Per questo ti ringrazio molto, nobile principe”, dice Berechsa, mentre Giuditta bacia le mani a Chaha. E Samuele viene abbracciato. Si adempie ciò che il veggente ha previsto qui, avendo operato i un atto di Grazia.
*
24. Si è arrivati nella regione nord dopo la cavalcata di un giorno. Nel sud il tratto era sicuro; ora bisogna fare attenzione! Ecco che dietro ad un basso tratto di monte si sente il tintinnio di armi e delle grida. Il principe si ferma. Lì vicino c’è una stretta vallata da dove si diramano piccole caverne non molto alte. Tuttavia, queste offrono intanto la miglior protezione. Vanno nella prima, che è particolarmente coperta da molti cespugli ed erba alta che fornisce nutrimento agli animali. In più un piccolo rivolo, limpido, disseta uomini ed animali.
25. Chaha striscia sulla roccia spiando. Una schiera, evidentemente gente di Davide, viene oppressa. Gli amici portano sì delle armi, ma sono soltanto in sei, escludendo Samuele, e questo non basta per aiutare gli oppressi. Allora gli viene in mente: lui è capace di emettere i suoni di animali. Da qualche bestia anche i soldati più coraggiosi scappano. Lui mette le mani alla bocca, e così suona come se dalla sua caverna nella vicina valle vale il soffio di una tigre. Anche se in questa regione non ce ne sono, ma a volte capitano delle fenici e persino delle iene.
26. Insistentemente fa sentire le sue grida. Ed ecco, …i ‘coraggiosi’ di Saul, essendo loro che hanno attaccato gli altri, ascoltano timorosi e scappano con imprecazioni quasi sfrenate. Invece gli uomini di Davide ascoltano, loro conoscono l’arte del principe. Lui fa già cenno con un lungo ramo con diversi segnali, che sono sempre stati usati nel deserto. Alleggeriti, si arrampicano in alto e cadono formalmente davanti al principe.
27. “Questa è stata la salvezza dall’afflizione più estrema”, esclama l’uomo della frotta. Riferisce che sarebbero una truppa in avanguardia, per esplorare se Saul avesse delle forze regolari in questa direzione. Davide voleva finalmente spingersi verso nord, poiché il continuo nascondersi nel deserto Zin avrebbe consumato molto il suo onore.
28. “Vieni!”. Il principe ritorna nella grotta.
- “Ora si è dimostrato come sovente Samuele…”, ciò rallegra l’uomo della frotta, “…non ci porta solamente l’insegnamento del Signore, lui sa anche aiutare per il mondo. Io vorrei vivere in pace, avere moglie e figli e… Ebbene, non sarebbe finalmente ora che Israele percorresse la retta via, invece di combattere, fratello contro fratello? Altri nemici ce ne sono a sufficienza”.
29. “Ben per ognuno che la pensa così”, loda Samuele. “Cercate di arrivare fino al Giordano, là sarete fuori pericolo e dite a Davide di aspettare alcune settimane, la sua faccenda si risolverà presto. Chi vuole, più avanti deponga questo mestiere, e badi affinché venga la pace. Ah, sì”, anche Samuele ora sospira, “dite anche che l’ultima umanità, come il suo primo fratricidio (Abele), ha abbandonato il sentiero di Dio e vi saranno guerre finché esisterà il mondo, …purtroppo. Così non si può evitare che vi siano dei guerrieri.
30. Ma guai a quegli ultimi che costringeranno gli uomini a prendere in mano delle armi, per la morte e per la rovina infernale! Allora…”, il volto di Samuele scintilla, avvolto da un bagliore lontano, “…allora un ultimo ‘Mene tekel’ si riverserà su tutto il mondo, non mandato da Dio! No! I grandi mondani s’imporranno, ed innumerevoli piccoli li seguiranno a tastoni. Quando l’incompresa Misericordia dell’Altissimo ordinerà all’improvviso un portentoso ‘Alt’, il resto degli uomini potrà ancora ripensarci. Se…”
31. Samuele vede come la materia sprofonderà nel nulla, e come unicamente la Chiarezza di Dio risplenderà eoni di volte, e come non esisterà più null’altro che …PACE, BEATITUDINE, la Magnificenza del Creatore. Questo è ora da velare, gli uomini del suo tempo non lo comprenderebbero nemmeno. Ma il buon veggente di Dio ha visto l’immagine dalla sua Patria del Cielo, e lui sa che su ogni sofferenza che infuria nella materia, sono stese le buone mani del Padre. Lui porterà con sé l’immagine nella Patria, e una volta aiuterà a portarla con altri, finché non si compirà l’Atto finale della Redenzione.
32. Tutti stanno seduti interiorizzati e non v’è nessuno che non si accorga che Samuele ha da portare un peso che non è dovuto a lui. Il suo volto cambia, diventa di nuovo ‘umano’, pensano i suoi amici. Si sospira. Rashi gli porta una bevanda, Khemal gli mette un mantello ed ognuno cerca di servire il profeta. Anche questo è un servizio per Dio. L’immagine si è deformata, Samuele vede intorno a lui e come sempre dice gentile:
33. “Era una visione pesante in un tempo lontano; non ha nulla a che fare con noi. Vi ringrazio per il vostro amore che è benedetto”, e dice all’uomo della frotta, “Adesso andate via da qui; poiché coloro che vi vogliono attaccare stanno già cercando dei rinforzi. Domani all’alba saranno qui. Anche noi ci incamminiamo. Il Signore, il buon Padre, sia con tutti voi”.
- Loro s’inginocchiano, la piccola rude schiera. Ora si accorgono ancora una volta di più, quanto insensata è ogni faida, di come si dovrebbe vivere diversamente. Di costoro non ce n’è nessuno che nel futuro rimanga nel servizio armato.
*
34. C’è ancora mezza giornata di cavalcata fino a Rama. Il veggente quasi affannato tende in avanti, lui che era sempre la calma stessa, che si lasciava spingere unicamente dallo spirito. Qualche volta gli si ombreggiano gli occhi; poi c’è di nuovo un magnifico splendore nello sguardo che riposa sui suoi amici. Non ha più parlato molto e gli altri hanno fatto come lui, perché percepiscono il congedo, senza saperlo. Samuele ben lo percepisce, e lo sa.
35. A mezzogiorno si fermano per una sosta in una rinomata locanda condotta da una coppia di coniugi che, assolutamente non ricca, ha sempre invitato a mangiare dei viandanti. Non c’è nessuna stanza per il pernottamento. Questa casa è generalmente conosciuta e potrà essere strano: finora né Saul né dei nemici hanno causato del danno a questa gente. Avrà la Benedizione? Potrebbe essere che il SIGNORE dia qui il segnale: “Chi aiuta gentilmente gli altri, costui, …sarà aiutato!”- ?
26. Del tutto certamente! Soltanto, non si deve pensare che Dio, nella Sua Benignità, non pensi a nessun altro, non aiuti nessuno. Egli come Salvatore non insegnerà soltanto ciò che per Lui dura in eterno:
«Amate i vostri nemici e
pregate per quelli che vi perseguitano». – «Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete?
Non fanno anche i pubblicani lo stesso?» [Matt. 5,44 e 46]
37. Eterno era, è e rimane il SUO insegnamento. Se lo è, come potrebbe Egli, che ha creato la vita, dare i Comandamenti ma Lui stesso agire diversamente? Non è EGLI l’Altissimo della Giustizia? Questo rimane, se oltre a questo, durante un percorso di vita un buon uomo riceve magari la consolazione e un malvagio cade nella sua propria fossa. Ogni peccato è da rimettere; una ed ogni parola buona, ogni pia azione, riceve la ricompensa prima o poi, come compiace al Signore per la Benedizione dei Suoi figli.
38. Oggi (al tempo della scrivente), come allora, alcuni pensano che i buoni giungano nel Regno della Luce e, …in più, contano sul fatto che ai poveri smarriti spetti la morte e l’inferno. Come regna l’Eterno? Ah: chi degli uomini lo riconosce? Chi sa accogliere il Suo insegnamento ed agisce di conseguenza, come lo fa quella gente che conduce a Samuele l’asino stanco, sa di essere in ogni tempo nella pietosa mano di Dio.
*
39. “Samuele!”. La donna di casa stava presso il piccolo cancello, e quando nota il profeta, il principe e gli altri che lei conosce tutti, accorre velocemente. “Entri da noi?”. E già aiuta Samuele a scendere dalla sella.
- “Qual benvenuto in una sola parola! Grazie, cara Reborana. Come sta tuo marito Sallu?”
- “Lui sta bene, e anch’io. È sul pascolo con le capre, ma presto ritornerà. Eccolo…”, fa ombra ai suoi occhi. Su un basso avvallamento del terreno arriva un uomo a passo lungo, circondato allegramente dalle capre saltellanti.
40. “Sallu ha fretta”, ride il principe. Gli asini vengono portati all’abbeveratoio. E’ Sallu che lo ha fabbricato. Dietro alla casa scorre un ruscello e in questo ci si può rinfrescare. Da un tubo di legno un po’ alto, fatto per gli uomini, scorre l’acqua nell’abbeveratoio in basso per gli animali.
41. Il padrone di casa fa cenno da lontano quando riconosce Samuele. Costui era sovente entrato qui durante le sue camminate, e la gioia era ed è sempre grande. Anche oggi. Oh, ‘…umanamente il veggente è invecchiato’, pensa angosciato Sallu, quando lo abbraccia amichevolmente, mentre Reborana si dà da fare diligentemente per preparare un buon pasto.
42. Quando hanno mangiato, ci si riposa nel giardino del vigneto. Là sono indisturbati perché la casetta si trova al limite di una borgata, e un muro di siepe abbastanza alto circonda il giardino. Sallu porta un vino leggero fatto da lui stesso, in più del latte di capra; perciò ognuno può bere quello che desidera. Un alto platano con ampi rami offre la migliore ombra.
43. “È la mia ultima sosta sulla lunga via che abbiamo dietro di noi”, comincia Samuele. ‘L’ultima sosta nel mondo, eccetto Rama, dove l’attende la strada del ritorno a Casa’. Ma non lo dice. “Il Signore ci ha concesso molte cose buone, ed il resto – ebbene – lo si deve imparare a portare volentieri per i poveri dalla misera anima che si sono rovinati il loro sentiero. Proprio questi devono essere sopportati nella preghiera, essere portate là, al Padre della Misericordia, all’UNO.
44. Rimanete consolati e sicuri in Lui. Il Suo unico Conforto è quello che Lui attinge continuamente dalla ricchezza della Sua Magnificenza della Volontà per tutti i figli, è il Sigillo del Suo alto Nome! Egli una volta lo dà sempre a tutti, perché Lui è l’UNO! Questo non esclude che per noi Egli non possa ripetere la Benedizione della Sua Grazia, in più l’Insegnamento, la Sua Legge del Sinai, perché noi uomini dimentichiamo troppo facilmente ciò che il Santo dalle Eternità ha riversato nei cuori della nostra vita.
45. Questo dovrebbe opprimerci, ed è anche così se lasciamo valere la conoscenza di quanto poco siamo senza di Lui; con Lui, però, siamo ricchi, nonostante l’insufficienza che la materia porta con sé. Questa non deve schiacciarci, ma dobbiamo imparare a riconoscere quanto è importante rivolgerci in ogni tempo a Lui, supplicarLo come il buon Padre: ‘Signore, aiuta! Non lasciarci andare in rovina!’
46. Non per ultimo, in questo tempo dove non vuole regnare nessuna pace, aiuta solo il supplicare e il chiedere, per mettere in primo piano lo spirituale, e a mettere in fondo tutto il mondano che la vita pretende certamente da noi. Non abbiamo bisogno di languire per avere lo spirituale con la forza, poiché lo spirito che Dio ha dato è indipendente dalla vita nel mondo. Se invochiamo il Signore nell’afflizione della nostra propria anima come anche per la povera gente e per le anime smarrite, allora per amor nostro lo spirito entra nell’alto diritto. Diversamente sta sempre nel maestoso Diritto della Magnificenza di Dio.
47. Lontano, nella montagna, ho trovato un uomo che si era ritirato dal mondo (asceta). Va bene ed è bello! Con ciò voleva ottenere molto, ma purtroppo solo per sé, opprimendo l’anima, per diventare puro spiritualmente. Con ciò sperava di aver aperto per sé una Porta del Cielo. Nonostante la spiritualità anelata, non mi ha riconosciuto, non sapeva nulla di ciò con cui l’Eterno mi aveva incaricato, e così non parlava con me. Ora vogliamo considerare la sua via.
48. Già il fatto che aveva fatto tutto per se stesso senza alcuna considerazione per gli altri, ci dimostra quanto malamente ha formato la via della vita. Chi pianifica per se stesso, spiritualmente oppure terrenamente, perde il Dono della Luce, che per Grazia gli era stato dato insieme alla vita. Perché non vi è un solo figlio della Luce e non un caduto al quale non sopravengono dal Signore i Doni dell’Amore, che devono rendergli facile la via. A costui, proprio perché si è allontanato per se stesso, proprio per questo ha avuto ‘isolati’ anche i Doni di Dio!
49. Il suo secondo errore: ha patito la fame per molti giorni, senza bere, anche se si sedeva intenzionalmente presso un ruscello della roccia. ‘Vincere’ era il suo motto. Anche questo è del tutto bene e bello, se con ciò avesse potuto compiere un’opera per l’utilità del prossimo, per la grande Gioia del suo Creatore. Volete sapere come stanno le cose?
50. Quando sono arrivato, barcollava verso il ruscello per spegnere l’ardore dell’intestino. Era vicino alla morte. Quale scopo aveva avuto questo? Lo riconoscete da voi stessi. Questo cattivo comportamento non serviva né a lui né ad altri. Al contrario! Se un uomo si fosse smarrito in quella solitudine ed avesse avuto bisogno del suo aiuto, come avrebbe aiutato se lui stesso aveva bisogno di un forte sostegno? Non avrebbe potuto nemmeno mostrare allo smarrito su quale via si poteva salvare. Questo, dev’essere computato all’onore di Dio, per la salvezza dell’uomo? Oh, per nulla!
51. Vincere noi è un maestoso Comandamento di Dio. Ma in che cosa e come? E’ la lingua che dobbiamo dominare particolarmente. Gli altri vengono diffamati rapidamente, si dicono cose cattive e sovente non sono vere. Allora dinanzi a noi sta quel santo comandamento:
«Non attestare il falso
contro il tuo prossimo!» [Esodo 20,16]
52. Poi ci sono certi che vanno a controllare i loro averi, per non cederne nulla, con cui potrebbero aiutare un bisognoso. Anche qui è da ricordare il Comandamento di Dio:
«Ama il tuo prossimo come
te stesso, perché Io sono il Signore!» [Levitico 19,18]
54. Invece l’umanità, nel suo insieme, penserà ancor meno, chi porta l’orribile avvenimento (il Golgota?). Ci si lava puri davanti a se stessi, …e davanti a Dio si rimane comunque colmi di ogni colpa!”. Samuele si passa la mano sulla fronte e sugli occhi, come se volesse scacciare le immagini, per non intimorire troppo i suoi amici. Sì, un dolce sorriso è intorno alla sua bocca, quando continua con calma:
55. “Basta di ciò che è nel futuro. Voi fedeli avrete ancora da subire certe cose nel tempo della vostra stessa vita. Il Signore non vi vuole aggravare con delle immagini; dovete solo riconoscere che in ogni tempo, l’uomo è molto facilmente quel maligno che getta le sofferenze sulla Terra. Pensate a re Saul che Israele ha voluto con la forza, quanto poco sa della Volontà di Dio abituata alla salvezza. Per non parlare di ciò che ‘farà-dopo’.
56. E Davide? Pur se ancora si conserva l’alto bene dello spirito e vorrebbe elevare Israele a Dio cercando di fare meglio di quanto ha fatto Saul, dopo, …quando salirà sul trono? Lo splendore del mondo e i poveri poteri del suo governare, unicamente rivolte all’umanità …rovineranno rapidamente colui che sta sul trono. Non dite che allora un re non avrebbe colpa, se il potere e lo splendore diventano i veri nemici della vita. Lo sono di certo, miei cari! Ma non dipende dal fatto se un elevato si lasci sedurre dal potere e dal fasto oppure se rimane con il pensiero: ‘Anch’io sono soltanto un uomo come tutti gli altri!’
57. Se inoltre coglie il suo governare dalla Mano di Grazia di Dio, guardando in su a Colui che sa regnare eternamente al meglio, prendendosi cura dei più poveri, facendo comparire davanti al trono anche il più inferiore, allora, …sì, allora un tale governare sarebbe un riflesso, anche se piccolo, del santo Governo di Dio! Potrà riuscire qui e là ad uno o all’altro di eseguire la sua funzione con la migliore volontà, e se un tale elevato rimane nella fede nel Signore, allora il suo breve governo del mondo sarà benedetto.
58. Ora si è fatto tardi, e questa volta lo chiedo io se vogliamo rimanere per la notte nel villaggio. Ma dove? Sallu ha una cara casa, ma è piccola per accogliere tutti. Invece ascoltate: è abbastanza grande per accogliere sempre DIO, il Santo, nelle sue mura! E dov’E’ LUI, là vogliamo rimanere. Non dev’essere necessariamente la casetta di Sallu”.
59. Reborana dice al veggente: “Tu rimani da noi, anche il principe Chaha. Non che lo preferisca perché è il principe di Giuda. Per gli altri ci sono dei buoni vicini; questi vi accoglieranno volentieri. Così rimanete tutti insieme nella borgata e siete ben provvisti”.
- “Ben consigliato”, la loda Ochnia.
- Una piccola cena unisce ulteriormente gli amici, poi, pietosamente, scende di nuovo la notte su tutti gli stanchi dormienti. Sallu sparge altro foraggio agli asini.
*
60. E’ al mattino presto quando Samuele esce all’aperto. Dalla notte fluttuano delle nebbie attraverso la valle; ma il Sole, che annuncia il suo arrivo nel rosso orlo delle nuvole, cancella le nebbie come con una passata di penna. Qual delicata immagine che Samuele coglie dallo spirituale. “Ci annebbiamo noi stessi. O Padre di ogni Bene”, dice piano a se stesso, e alza in alto gli occhi laddove il Sole ha il suo inizio.
61. “Che cosa desidera l’uomo per sé ed è certamente buono, chi per il bene della vita pensa al proprio? Non inutilmente percorriamo la via attraverso la materia. Ma, ah, quanto ci si sbaglierebbe nella parola e nell’azione, se Tu, o Signore, non guidassi tutti nell’eterno governare! Tutte queste gravi immagini che ho visto finora sarebbero una debole onda di fronte ad una tempesta che incombe sui mari e devasta il paese. E nonostante ciò, …c’è il Tuo Sole, la Tua Luce, la Tua Benedizione, la Tua grande Misericordia di Cuore”.
62. Il veggente alza il suo volto e le sue mani verso il primo raggio del mattino. E’ come un bagno che lo purifica, lo solleva dalla Terra, via, nella piena luce. Così lo sente lui, mentre una Mano lo guida, forse fuori dal villaggio. Sotto un albero c’è un posto elevato per la sosta; là si ritrova. “Era la Tua mano, buon Padre-Dio, che mi ha guidato fin qui?”. Samuele si guarda intorno. Non nota ancora altro che un bagliore, che sta nel fulgore del giovane Sole chiaramente splendente.
63. “Sì, figlio Mio, sono stato Io e non devi chiedere ciò che sai, ciò che ti è giunto nel tempo della tua vita: la Mia Guida e la Mia Benedizione! Tu lo respingi come se fosse troppo dalla Benignità, che saresti anche un uomo come tutti gli altri. Come uomo certamente, Samuele. Io considero unitariamente tutti gli uomini con i Miei occhi della Compassione, che tuttavia opera cose diverse. Ho coniato il Mio popolo di figli da una forma, perché Io sono l’UNO, come hai predicato sovente di Me.
64. Ti domando: – ‘Puoi contare i Pensieri che sono proceduti dalle Mie Eternità, che per Me è solamente una, attinti dalla Fonte della maestosa Mezzanotte? Sai assemblare le Parole dal Mio Anno-Parola-Ur per riconoscere anche il loro numero, per chiedere pure delle Mie Azioni, gravide di eternità, che salgono dalla Fonte-Ur velata del Mio IO?’. Ora non sospirare, non essere rattristato che sapresti molto poco dell’Essere della Mia Magnificenza.
65. Samuele, nessun figlio sa qualcosa del Tutto, né i grandi, né i piccoli, perché come particelle possono cogliere solo delle parti. Ma questo – se lo vuoi misurare – non ha nessuna misura per nessuno dei Miei figli! Guarda qui, ora ti do il Mio dito mignolo della mano sinistra…”.
- All’improvviso Samuele vede seduto il Signore sulla panca erbosa, ed è così beatamente sopraffatto che non vede il dito di Dio offertogli, “…ed appena lo afferri, ti domando di nuovo: ‘Non hai allora comunque tutta la Mia mano?’. Non vorresti prendere il Mio Dito…”, sorride Dio, “…oppure sarebbe troppo poco?”
66. “Signore!”. All’istante Samuele sta in ginocchio dinanzi alla santa Figura, sciolto in lacrime nasconde il suo capo nel grembo di Dio, afferra supplicando il Dito: “Padre, Tu sai tutte le cose, nulla Ti è nascosto oppure lontano, quindi sai anche che tutto il Tuo Essere vicino mi sopraffa. Ma ora…”, guarda in alto e lascia scorrere l’acrime dai suoi occhi, “…ora posso tenere il Tuo mignolo, e mi sembra come se avessi l’Universo nella mano.
67. Una volta ho visto in un’immagine le incommensurabilità delle Tue Opere, fin dove le ho potute riconoscere come figlio, e mi sono sentito come ora: pieno di riverenza guardai su a Te, dal Quale queste Opere, che appunto non si possono contare, forse, …forse provenivano anche soltanto dal Tuo dito mignolo, perché le Tue mani sono infinitamente grandi. Oppure è diverso, caro santo Padre?”
68. “E’ così ed è diversamente! Formare un’Opera piccola, detto per te, oppure anche una grande dalla ricchezza dei Pensieri del Mio Essere attraverso la Parola, Io come Creatore immergo le Mie mani nella Fonte della Mezzanotte. Quello che è, quello che significa, si può bensì spiegare ai figli con le parole, ed anche a loro è da mostrare da lontano una volta nell’alta Mezzanotte, che unisce due Giorni della Creazione; ma che Cosa sia la Fonte, è il Mio Segreto e lo rimarrà in eterno, come IO, il Creatore, sono eterno!
69. Se non fosse così, come potrei allineare le beatitudini (non soltanto) alle opere, come anche per i figli? Non dovreste essere in grado di riconoscere l’ultima causa (grund = ragione, origine) con piena visibilità? Allora, l’eterno elevarvi a Me, sarebbe ancora contrario? Tu stesso lo neghi, ed è sempre stata la tua migliore volontà non afferrare ciò che rimane ben velato per il bene del Mio popolo del Cielo.
70. Fin dove ti ho aperto gli occhi cosicché hai potuto riconoscere ciò che ti ho insegnato, solo fin là hai teso le braccia verso ciò che la Mia grazia ti ha dato. Saranno sempre pochi uomini che persistono irremovibili nell’autentica umiltà, pur senza rimanere fermi, i quali come te si accontentano pienamente della Grazia del Mio Amore! Poiché, quello che faccio Io, anche nell’Omissione, avviene per voi, per i grandi come per i piccoli, per i lontani e per i figli vicini.
71. In questo senso hai riconosciuto questo mattino terreno, la tua ultima grande anticipazione per il mattino nell’eternità, come Mio insegnamento, come pregustazione della Benedizione che la Patria del Padre ti donerà. Hai sempre notato e conservato fedelmente che cosa significa la via nella materia, e certamente per la maggioranza degli uomini rimane sconosciuto oppure comunque solo in modo vago, quale Benignità riposi su di essa. Allora non c’è nessuna differenza per nessuno dei Miei figli, benché si mostrino differentemente per il proprio comportamento, la Grazia, la Benedizione e la Guida. Hai sempre saputo a Chi avevi da rivolgerti, a Chi chiedere, Chi fosse da ringraziare. Questo ero Io, l’UNO!”
72. Samuele si stringe come un bambinello al petto del Buono: “Padre, se io, in anticipo beato, che non lo posso nemmeno afferrare, nel vedere il Mattino nell’eternità, anche se sono presso di Te, potrò vederTi ancora diversamente con gli occhi di questo mondo, oh, come mi sentirò allora? Già ora mi sembra come se dovessi svanire. Poi con Te, subito a Casa, lontano da tutto ciò che lega l’anima all’oscurità”.
73. “Desideri restare nei Campi più alti, davanti al Mio Trono, non appena avrai abbandonato questo mondo?”, risuona seriamente.
- Samuele ascolta a lungo dentro di sé. Lo ha confuso il tono serio della domanda. Sovente se lo era dipinto come sarebbe: chiudere gli occhi ed essere dal Padre, nel Suo Splendore, nella Sua Magnificenza. C’era sempre come un santo presentimento. Ma ora…
74. “Lo vorrei già desiderare, la nostalgia mi dovrebbe
portare in alto nel volo. Ma la Tua domanda! Mi sembra, come se fosse un palo
messo di traverso sulla via del ritorno alla Luce. Nondimeno, Tu, eterna
Misericordia, non metti nessun palo di separazione quando un figlio ha
nostalgia di quella Patria che Tu descrivi come ‘la Casa del Padre’ da
dove siamo proceduti, al Quale possiamo giungere quando la nostra piccola via
terrena va alla fine. Ti prego, spiegami ciò che volevi dire con la domanda”.
75. “Un Samuele stesso lo può percepire che cosa vale per lui come ultima prova del mondo. Dunque, non soltanto adesso hai imparato che una via verso Casa ha i suoi gradini. Pensa soltanto alla Scala del Cielo che Giacobbe ha visto, sulla quale gli angeli scendevano e salivano. Una maestosa visione! Per via del sacrificio ogni figlio della luce scende per percorrere la piccola o grande via del co-aiuto. Quando è compiuta, allora si sale da un gradino all’altro verso l’alto.
76. Se è necessario salire solo su certi gradini per una via del tutto particolarmente buona, oppure anche una breve sosta, questo serve complessivamente sempre per l’ulteriore aiuto, che Io concedo ai Miei figli fedeli per tutta la caduta. Chi desidera essere presto da Me, cosa che può fare un credente, perde una parte dell’ulteriore Benedizione del suo percorso, e deve ritornare a quella parte della Scala sulla quale, ancora, sarà da fare ciò che è stato omesso, per la propria salvezza.
77. Vedi, su quel gradino, chiamalo ‘stazione’, che ora domina nell’Universo’, c’è ancora molto da fare per il Giorno dell’Amore, per avere il ‘santo Gloria’ nel ‘giubilate!’. Non dire a Me che questa sarebbe unicamente la Mia faccenda, che Io solo potrei portare tutte le cose alla fine della redenzione, della liberazione. Giusto, figlio Mio! IO lo potrei fare! Ma che cosa farebbero i Miei figli ai quali ho dato dal Mio spirito e la capacità per servire nel co-aiuto?
78. Sì, ora sospiri di nuovo che avresti pensato in modo sbagliato e che questo sarebbe proprio un peccato. Samuele, se con ogni pensare errato Io addebitassi un peccato, chi potrebbe giungere indenne nella Casa del Padre? Tu ne hai nostalgia. Se ad un Mio esclusivo fare segue un’indicazione, e in ciò non è un pensare vuoto, che ‘DIO siede nel Governo e che Egli compie da solo tutte le Sue Cose’, allora questo sale dall’autentica umiltà; altrimenti è un evitare il proprio lavoro e la responsabilità spirituale.
79. Chi non raggira quest’ultima, chi vuole servire fino alla fine del Mio Giorno dell’Amore, chi dopo il termine della via terrena non congiunge le mani e non desidera pigramente di salire subito in Alto nella Regione più elevata, costui salirà volentieri da un gradino all’altro sulla Mia Scala del Cielo che ho creato per i figli, svolgerà su ognuno un servizio per le povere anime che languono ancora nei loro legami, oppure tali (anime), che si sono smarrite e nell’aldilà hanno bisogno di un forte aiuto, per essere liberate dal grave ‘io’, ma: attraverso la Mia Benedizione, la Mia Forza, il Mio Aiuto e la Mia Grazia, anche tramite i fedeli aiutanti!
80. Per te hai cancellato il desiderio di sfilare in un attimo l’essere del mondo. Vedremo come t’arrampicherai lentamente verso l’Alto quando Mi incontrerai nel Regno”. Un santo buon Sorriso sfugge sul volto del Signore, in modo che Samuele si stupisce come può, e sovente, stare seduto così vicino a Lui. “Ti consolo già in anticipo, come ti ho sempre consolato e come ho tenuto le tue mani”, Dio prende le stesse, “proprio così ti guiderò a Casa, non appena l’angelo della vita si appresserà al tuo giaciglio.
81. Sii particolarmente benedetto per il resto della vita nel mondo. Dà a coloro che faranno cordoglio per te, anche in anticipo la Parola, come viene considerato da Me il ‘lutto di un amore’, che però vale poco uno spettacolo di lutto da sentimenti esclusivamente umani”.
82. Samuele si precipita giù, senza staccarsi da Dio. I suoi occhi non piangono, il suo cuore piange per l’immensa Grazia che gli è stata donata. Parole mute! Un ringraziamento più sublime che un figlio tributa al Padre. Samuele viene attirato in Alto. Quello che lo circonfluisce beatissimamente potrebbe portare qui all’ultima ora terrena. Ma c’è ancora molto da fare.
83. Il Signore dice gentile: “Figlio, ora hai ricevuto ciò di cui hai bisogno per il tuo breve tratto. Va a prendere i tuoi fratelli. Non dimenticare Reborana, lei Mi è una cara figlia. Loro si sono svegliati e ti cercano, benché sapendo che nulla ti può accadere, sono comunque colmi di preoccupazione. Voglio aspettare qui e benedirli, perché sono dei figli che hanno percorso fedelmente la loro via, per la Mia Gioia. Anche loro avranno un buon rimpatrio”.
84. “Grazie, o Padre, un grande ringraziamento dalla pienezza del mio cuore, per quanto bene Ti possa ringraziare, in particolare per via dei miei amici, perché ora anche loro Ti possono sperimentare. Vado subito a prenderli”. Nonostante la sua età e le gambe stanche, Samuele corre e come con una piccola Lietezza il Signore guarda come lui si allontana.
85. Dapprima lo avevano cercato in casa, poi dai vicini, i quali avevano accolto al meglio gli ospiti, ma non avevano trovato il veggente da nessuna parte.
- “Ma dove potrebbe essere?”, si stupisce il principe Chaha. “Non è mai andato via senza dirci prima dove sarebbe andato. Eccetto…”. Si batte sulla fronte.
86. “Sovente va all’aperto, nel dialogo con Dio. Sicuro! Oggi sarà già uscito e presto ritornerà. Non dobbiamo preoccuparci”. O sì? Che gli capiti qualcosa di male non lo crede nessuno. Nel come si consigliano dove lo potrebbero trovare. Reborana, stando alla finestra, vede che lui arriva, così, saltellando, cosicché esclama del tutto meravigliata:
87. “Sta arrivando! Corre come un puledro!” Si spingono all’aperto, ed ecco, Samuele è già in mezzo a loro, anche se un poco senza fiato, ma gli occhi, il volto, così lieto, così chiaro, come era avvenuto raramente negli ultimi anni.
- Patael chiede: “Dove sei stato? Ci siamo preoccupati molto”.
88. “Venite, venite tutti!”. Samuele tocca Reborana. “C’è il SIGNORE! Il SIGNORE aspetta!”
- “Lui…? Dove? Che cosa è successo? Le domande si confondono.
- Samuele lo ripete frettolosamente: “Venite, c’è il Signore! Il Signore aspetta!”. Si volta, tira con sé Reborana tanto velocemente, che la donna ancora giovane deve camminare veloce per tenere il passo con il veggente.
89. Ed ecco, il Signore sta seduto come se fosse qui il Suo Trono, come se da qui guidasse le Sue Opere. O non lo fa? Egli è legato ad un luogo, dal quale mantiene eternamente il Suo Empiro insieme all’infinito? Non è Egli l’Ovunque? Ora, arrivati vicino al posto, si rallenta il passo degli amici; anche Samuele si trattiene un po’ per non arrivare del tutto senza fiato.
90. Quando la gente dalla borgata, che ha aiutato a cercare Samuele, sta lontana, il Signore dice a Chaha: “Va a prenderli!”
- Anche il principe, non più un giovanotto, corre formalmente, facendo cenno e chiamando ad alta voce: “Venite, c’è il Signore, il Signore aspetta!”
- Certamente sconvolti, si segue Chaha, che è ritornato subito indietro, non appena vede che la gente lo segue titubante.
91. “Il Signore? Se dovesse essere il re, allora non
ci sarebbe nulla di buono da aspettare”.
- “Chaha aveva l’aria allegra, oppure… hm… veramente anche seria; non avrebbe chiamato nessuno, se fosse Saul, perché…”
92. “Forse è Davide? Lui deve diventare il successivo re e stabilire un governo migliore di come era stato da anni sotto Saul”. A Questo Signore che li attende, non pensa nessuno. Non hanno mai vissuto ‘il Dio vicino’. Per loro, di certo, una piccola isola di fede, il ‘Dio dei loro padri’ era sempre stato un Dio lontano. Ammutolendo si avviano, poi sempre un po’ più veloci.
93. Quando si vede seduto un meraviglioso Alto sulla panca d’erba come se fosse un Trono, con accanto Samuele, strettamente appoggiato, il principe Chaha e gli altri uomini inginocchiati intorno al gruppo, il loro piede si blocca, ci si guarda spaventati, nessuno osa ancora pensare fino in fondo col pensiero: ‘Il nostro Dio!’. Egli non è mai stato visibile, eccetto, ebbene, …presso i grandi del loro popolo, come presso Abraham, Mosè, Giosuè e altri eletti. Ma ora…
94. “Samuele”, sentono, “va a prendere questi figli. Anche loro fanno parte del Patto, hanno conservato fedelmente la loro fede. Se una o l’altra opinione è negli uomini, …che cosa interessa ME? Ma Io chiedo questo: ‘Si è pronti ad amarMi veramente? Si serve il proprio vicino? Si teme la menzogna e certe cattive azioni in cui l’uomo si lascia volentieri ingarbugliare, per nulla oppure raramente attraverso l’influenza e il comportamento di estranei?’. No! Si segue da sé volentieri il proprio istinto. E se poi ci si urta contro uno spigolo vivo, cioè contro la Legge: ‘È stato l’altro che mi ha sedotto!’. Così stanno le cose maggiormente in questo mondo dell’aldiquà.
95. Ma qui”, Dio indica nuovamente il gruppo con il quale si trova già il veggente, che ha preso sotto braccio due piccole donne, “come Padre ho la Mia Gioia. Un grande di questo mondo li disdegnerebbe, tanto ‘…non sono nulla, sono poveri, stupidi e modesti’. Per ME vale tuttavia precisamente quest’ultima, come una delle perle più belle che si può portare come un gioiello animico, quasi sempre senza un proprio percepire. Appunto questa è la garanzia dell’autenticità della perla; e in ciò non esiste per Me nessun’altra misura che questa!
96. Certamente esiste ancora dell’oro, un Gioiello celeste-regale che i Miei figli possono portare se hanno percorso la loro via sotto la Guida della Mia Volontà. Tuttavia, gioiello rimane gioiello, e non chiedo molto se uno poteva ottenere qualcosa di più, l’altro di meno. Infine, cosa che voi tutti non comprendete proprio bene, non avete bisogno ancora di conoscere chiaramente. Là nel Mio Empireo, esisterà sempre quell’unico Gioiello, nel quale tutti voi avrete la vostra gioia più sublime. E questo, voi cari, è vostro Padre, presso il quale c’è la vostra eterna dimora.
97. Ora portali a Me, Mio Samuele, loro tremano troppo, sono troppo timorosi e non possono afferrare che, ‘non sarebbero degni di una tale Grazia’, di ‘vedere Me’ come nei vecchi tempi. Non esisterebbe più quel bel vecchio tempo? Si vedrà che cosa significa un tempo vecchio o nuovo”.
98. Ci vuole un po’ di fatica, finché il veggente mette in moto tutta la gente, ammonendola gentilmente di pensare sempre che anche lui, Samuele, ha sempre parlato del ‘buon Dio’. Lui presenta le piccole donne con sette uomini al seguito, in più sei donne che tengono per mano i loro figli.
99. Ma ecco… Non appena vicina, una piccola ragazzina si strappa via, corre avanti e mette le mani nel Grembo del Signore. Quale raggio dagli Occhi di fuoco soavemente scuri ricompensa il gruppo, perché i bambini tutti insieme erano stati educati bene nella fede. Naturalmente la ragazzina non sa e non ha potuto comprendere, chi è quell’UOMO che siede ora da solo tra gli adulti inginocchiati e in piedi. Ma è stato il Volto gentile che ha dato la fiducia alla bambina. ‘Egli è un Uomo buono!’
100. La madre è sconvolta, tende la mano e la vorrebbe spingere nell’ultima fila dove devono stare i bambini, …così pensa. Lei è la prima di coloro che vede CHI si rivela. La grande riverenza e la paura che la sua bambina avrebbe offeso Iddio, lotta con la fede: ‘Dio è buono, Egli non fa nulla ai piccoli quando agiscono stoltamente da bambini’. La colpisce uno Sguardo strano, e la magnifica voce bassa calda, risuona a tutte le orecchie:
101. “Lasciate i piccoli fanciulli e non vietate loro di venire a me (Matt. 19,14), non raramente sono dei preparatori della via per un cuore vecchio, rigido. Siete timorosi e non sapete come dovete agire? La vostra spinta d’amore per Me è buona, è pure buona è la vostra riverenza, venendo dalla paura; tuttavia, mettete da parte i vostri timori! Prendetevi un esempio nella figlioletta”, Dio l’aveva sollevata sul Suo grembo e la testa scura con i capelli arruffati giace al Suo Cuore. “Vi benedico ed abbiate la Mia Pace”.
102. Finalmente è spezzato l’incantesimo, soprattutto perché Samuele ammonisce con piane parole: “Il SIGNORE è fra noi, Egli è il nostro Padre!”.
- Gli amici che hanno già ‘fatto raccolta della loro Benedizione’, come pensano lieti spiritualmente, formano un cerchio intorno a quelli della borgata.
- “Va bene così, figli Miei! Chi era già con Me, anche se volesse rimanere sempre così per il tempo della sua vita, si metta volentieri da parte per fare spazio agli altri che hanno pure bisogno della Grazia. E poi… Ora, Mio Samuele, ci sarebbe da aggiungere qualcosa alla conoscenza”.
- Com’è meraviglioso. In questo modo viene tolto il resto della paura ai timorosi, che non li faceva avvicinare più strettamente all’alto Padre.
103. “Eterno buon Padre, il nostro Tutto, l’UNO, così Ti chiamavo quando mi hai chiamato da ragazzo”. Samuele si rivolge alla gente. “Per noi è sicuramente beatificante, poter essere presso il nostro Padre, come se Egli fosse il migliore Amico. Ma si è anche presso di Lui quando Lo si prega nella piena solennità, quando ci si affida a Lui. E’ Egli soltanto il Dio da vicino, oppure da lontano? (Ger. 23,23) Egli dimora con noi, sia che Lo vediamo oppure no.
104. Noi anziani non abbiamo bisogno di stare corporalmente nel Suo grembo come la bambina; il nostro posto è nel Grembo dell’Amore paterno. Là riposiamo al Suo Cuore come la ragazzina”. Il veggente indica la bambina. “Venite! Schieratevi intorno al Signore, Egli è fra noi con la Sua benedizione!”. Si mette di lato, per fare spazio agli altri.
- Sallu è il primo, con lui Reborana, che si lascia cadere al lato sinistro di Dio, alzando in preghiera le sue mani, nella muta preghiera santificata da Dio.
105. Al lato Sinistro? Pensa Samuele. Non è… Basta uno Sguardo e l’Occhio di Dio glielo dice, se questo non sarebbe anche il Suo ‘Lato destro’ (Matt. 25, 33-41). Nel frattempo tutti hanno superato la timidezza, spingendosi vicino e non ve n’è uno che non s’inginocchi con riverenza, prima chinando il capo e poi sollevandolo, come se delle Mani buone li rivolgessero in alto, l’occhio nell’Occhio del Signore.
106. Già si sente la Sua voce: “Figli, ora potete vivere una buona santa ora di Grazia. Ma la Mia Grazia è infinita, così come agisce eternamente la Mia Volontà di Creatore! Non v’è nessuno che mai ha visto un inizio, mai un figlio vedrà una fine, né quella di una parte della Creazione né di se stesso. Ho destato i figli dal santo custodito sonno, l’uno come l’altro, il Mio Amore li culla nel beato alto sonno!
107. Samuele ha pensato che Sallu e Reborana starebbero in ginocchio dal lato sbagliato, perché una volta gli ho detto che le pecore starebbero alla Mia destra, secondo il Mio ed il vostro Diritto; i capri alla Mia sinistra perché nella loro oscurità auto creata dovrebbero mettersi da parte. Questa Parola si adempirà certamente; perché Io non do nessuna Rivelazione che debba essere cambiata! Soltanto l’Eterno in tutte le Mie parole ha in Me l’eterno saldo Fondamento! C’è molto da riflettere, per voi, se camminate ancora su una Terra oppure se dimorate già nel Regno della luce.
108. Il più sublime, nell’Eterno, vale per Me oppure anche per i figli nella formazione della Mia maestosa Volontà di Guida? Voi rabbrividite, e persino il Mio veggente pensa in modo angosciato che qui non riesce a tenere il passo, perché questo è troppo santo per una creatura-figlio. E’ vero, e allora sia annotato: il lato destro e quello sinistro della Mia Entità sono del tutto uguali, come negli uomini cresciuti diritti entrambi i lati sono uguali nel genere e nelle forme. Di conseguenza i Miei due lati rimangono nella più perfetta armonia secondo la luce, sia che qualcuno stia davanti a Me alla destra, alla sinistra oppure come la cara piccola donna è in ginocchio nel mezzo”. E’ una delle donnine che Samuele ha condotto, che giace direttamente davanti ai Piedi di Dio.
109. “Pertanto, c’è qualcosa da considerare, e questo unicamente da parte dei figli, secondo come uno pensa, come parla o agisce, oppure se si lasciano rialzare su a Me oppure vogliono nascondersi davanti al Mio volto. Così sono i fedeli figli che si sforzano di amarMi e lasciarsi guidare da Me, alla destra oppure come l’ho sottolineato: per il Mio e per il loro Diritto.
110. Quelli alla sinistra che ho chiamato ‘capri’, poiché si mostrano caparbi come questi, che si comportano da selvaggi, che si ribellano contro qualunque guida, che non si mettono in campo da se stessi, eppure dicono: ‘L’ho fatto io!’, e perché? Chissà se eccetto Samuele qualcuno conosce la risposta? Non dev’essere la conoscenza più profonda, cosa che è possibile per tutti solamente nel Regno, per quanto sia anche da misurarne la profondità, l’altezza e l’ampiezza. Tuttavia, dalla fede si può pretendere tanto, in modo che Io possa avere la Gioia di una risposta. Ora, Reborana”, Dio la invita così gentilmente, che nessun uomo se ne vergogna perché nessuno di loro è stato invitato. Inoltre, quelli del villaggio sanno quanto bene sa aiutare Reborana, secondo la fede e anche in modo pratico per il mondo.
111. Lei si stringe fortemente al ginocchio di Dio, abbassa brevemente lo sguardo e poi solleva i suoi begli occhi nei quali si riflettono la gratitudine, l’amore, la riverenza e ancora molto di più, cose che il Signore vede meglio. Prende le mani del marito nelle sue, come simbolo, come dire: ‘Noi due diciamo ciò che possiamo riconoscere’. Ed è nuovamente un segno delicato di autentica appartenenza.
112. “Eterno buon Padre, o Signore, così Ti ha chiamato il Tuo Samuele. Permetti che lo dico anch’io. Sei venuto da noi, da un piccolo gregge, e sono convinta che qui non esistono delle anime capri, ma care pecorelle che si lasciano condurre dal fedele Pastore, là dove il Tuo Regno del Cielo ci dà eternamente del buon Cibo.
113. Tu ci domandi il perché metti al lato sinistro i poveri capri, finché… finché giungano comunque una volta alla comprensione e al ritorno. Qui vedo un’immagine: a sinistra, come nel nostro petto, giace il cuore. Sovente abbiamo sentito da Samuele l’insegnamento della Tua magnificenza che il cuore sarebbe la sede del Tuo Spirito, della Tua Parola, anche la sede del proprio piccolo spirito di figlio.
114. Se è così, allora ha un significato santo, alto Padre-Dio. Là dimorano in Te la Bontà, la Clemenza, la Longanimità e la Pazienza. Chi ha più bisogno della Tua Benignità e Grazia, se non dei poveri smarriti, della Longanimità e della Misericordia? Quindi non è a caso chi deve stare alla Tua sinistra. Ma per noi, così lo posso riconoscere, vale soltanto né una cosa né l’altra; per noi vali unicamente TU, Signore, nella Tua santa Onnipresenza!
115. Anche noi abbiamo bisogno della Misericordia; poiché, fintanto che dimoriamo sulla Terra, fino ad allora siamo esposti al peccato, perché la materia è il suolo per le vie della vita. Ed anche questo è buono”. Reborana afferra il lembo della veste di Dio, “Vedo una lunga Veste. Hai indossato la Veste della Longanimità (Apoc. 1,13), così accolgo con la richiesta per noi la Tua Benignità e Grazia. Fa che possiamo dimorare in tutti i tempi sotto la Tua Custodia”.
116. Ascoltata quale verità è stata rivelata, Samuele è così colmo di gioia che abbraccia la ‘cara donna’ e ringrazia intimamente Dio. Allora irradia uno splendore straordinariamente chiaro sul santo volto di Dio. Non toglie ciò l’ultima buona timidezza dagli uomini? Non alza i cuori in alto che ad ognuno sembri come se ora riposasse come la ragazzina nel grembo del Padre? Allora si spezza l’incantesimo, la gente si schiera strettamente intorno a Trono di Dio, che Egli ha eletto per Sé sulla Terra, che – visto nella Luce – si dimostra quel Seggio come si trova nel Santuario (Isaia 6,1).
117. E Dio dice: “Figli Miei, secondo il mondo siete poveri, solo nel cuore siete ricchi, per quanto la conoscenza della Luce vi abbia illuminato. Ora siete diventati maturi per il Cielo, per prima cosa perché Mi avete incontrato in questo modo straordinario, ma anche per via della fede, che malgrado il caos dell’esistenza legata al mondo è stata buona davanti a Me. Quello che ne manca lo avete recuperato oggi; quello che c’è ancora da recuperare lo raggiungerete in parte già sulla Terra, poi nella parte principale, nella Luce. Ma voi raggiungete comunque la cosiddetta ‘ultima molatura’, con ciò unita la Beatitudine benedetta che aumenterà.
118. Ora andate tranquillamente nelle vostre piccole case e ricordate: IO sono eternamente la vostra Capanna, il vostro Capello, la vostra Custodia, in cui è sempre possibile il giusto dimorare. Siate preservati dai mali di questo mondo nella Mia benedizione!”. Il Signore si rivolge a Samuele: “Tu, Mio veggente, va a casa; ti accompagnino gli amici più stretti.
119. Chi non Mi vedrà più sulla Terra
d’ora in poi, come nel tempo di Grazia iniziato ora per la vostra salvezza (escluso Samuele), ognuno
ricordi: ‘Io sono sempre là come nelle Mie Opere, quindi certissimamente
presso tutti i Miei figli!’. Andate in pace per le vostre vie!”
*
120. Il cerchio intorno a Dio si scioglie molto lentamente. Rivolgendosi continuamente al ‘Luogo della Magnificenza’ quelli del villaggio vanno a casa titubanti, guidati da Sallu e da Reborana, la bambina in mezzo a loro, che per tutti insieme giaceva nel Grembo del Padre. Arrivati vicini alle case ci si gira ancora una volta. Ognuno guarda là con gratitudine e supplicando con nostalgia nel cuore: ‘Signore, conservaci le Parole del Tuo Amore, conservaci la Tua Luce nell’Eternità!’
[indice]
Nell’ultimo giorno terreno di Samuele, anche
un vegliardo torna a Casa
Dio viene a prendere Samuele – Ultimi
insegnamenti
1. Samuele arriva a Rama senza difficoltà. Né la gente di Saul né i filistei hanno impedito la sua via, e per lo stupore dei suoi amici accelera formalmente in avanti. Sulle vie ha sempre avuto riguardo per uomini e animali e per tutto ciò che gli stava vicino. Questa volta… è come se si trovasse in fuga oppure volesse precipitarsi subito in Cielo. Non si concede né sosta né riposo.
2. Appena arrivato, si presenta tutta la borgata, un centinaio di persone lo saluta con riverenza, con le lacrime negli occhi. Non pongono delle domande a Chaha. Dopo che si calma la tempesta cordiale di saluto, nella quale dapprima si può velare la gravità, Samuele ringrazia ciascuno, e dal suo dono di veggente domanda ad un uomo anziano che tutti rispettano:
3. “Ora, caro Hashuba, che cosa vi ha oppresso ultimamente? Vedo luce ed ombra; luce appartenente a voi, ombre dalla povertà animica di questo mondo. C’è stata una santa vicissitudine che tutti voi avete incontrato con grande timidezza?”
- L’anziano risponde molto riflessivo: “Se non fosse già stato accertato finora che tu, un profeta, sei un inviato di Dio, allora lo sarebbe dimostrato ora, che tu lo sei.
4. Sei stato via a lungo e sovente abbiamo avuto paura per te, anche per Rama, per il nostro Israele. Hai visto precisamente ciò che è avvenuto ultimamente, ma a causa dei tuoi amici che rispettiamo, che però non possiamo ‘vedere’. Voglio parlare per tutti noi. E, credimi, profeta del Signore: giacevamo grati sulle nostre ginocchia, abbiamo lodato Iddio perché in tal modo ci fosse un grande aiuto per noi ed anche per te e per la tua casa. Ora ti prego, ascolta:
5. Una settimana fa sono arrivati degli individui di Saul, rubando alcune cose, altrimenti saremmo rimasti indenni. C’era appunto qualcosa fra di noi, come se ci fosse un muro. Non hanno potuto agire come altrimenti fanno, e sono anche andati via con le facce aspre, imprecando che sarebbero ritornati quando l’avversario di Saul – intendevano te, fedele Samuele – non ti saresti rovinato e morto. Saul ti avrebbe giurato la peggiore delle vendette. Non abbiamo detto nulla per non provocarli, ma dopo eravamo concordi che Saul sarebbe stato del tutto senza potere contro di te. Dietro di te starebbe Dio, che tu chiami sempre ‘UNO’. E quanto hai ragione con questo!
6. Anche l’altra faccenda ti sorprenderà, nonostante la tua visione. Forse il Signore ci vuole indicare tramite te – che Egli ti custodisca sempre fedelmente – anche tutti coloro che Lo vogliono servire onestamente. Ben inteso: ‘vogliono’! Tuttavia, dato che Egli è nostro Padre e guarda con gentilezza le nostre manchevolezze, penso che Egli, certamente, cancella volentieri dove non agisce nessuna cattiva volontà, ma gli errori provengono dall’incapacità dell’essere legati alle nostre anime. Non pensi anche tu così?”
7. Samuele stringe le due mani all’anziano. Quanto aveva ragione! Se lui, ‘l’inviato’ di Dio, sapesse tutto fin nei minimi particolari solo per la Grazia, allora la sua via sarebbe mancata, ogni parte, che deve cadere su lui stesso, dove domina la parte più mondana della vita. “Ah sì?”, Samuele riconosce: “Come potrei vincere i miei errori…? Rashi e voi altri, non negatelo che non avete trovato in me nessun errore! Non esiste nessun uomo che sia senza errore, senza peccato!
8. Di certo, in modo differente è chi commette il male intenzionalmente oppure attraverso il legame del mondo come può anche sopravvenire su di noi, oppure se uno si sforza di sfilare, per quanto sia possibile, l’errore mondano animico. Proprio in questo, nel bene e nel male dell’uomo, quelli che Dio invia specificamente per annunciare la Sua Parola di salvezza, per aiutare tutta una località, un intero popolo, tutto ciò che riguarda l’umanità, ma non deve essere del tutto manifesto.
9. Se così fosse, sarebbe troppo facile vincersi, e non ne varrebbe la pena. Non si sperimenterebbe nemmeno la Guida pietosa di Dio su se stesso. Allora uno perderebbe molto, perderebbe il collegamento con il Signore per propria capacità, perderebbe quella profonda gioia: ‘Dio, il Santo, è lì per me!’. – Ora continua, Hashuba, vorrei sentire quello che è successo da poco, che cosa c’è ancora da riferire, l’oscuro dei nemici e… Ho visto bene? … L’alta Luce dell’Amore paterno, di Dio”.
10. Khemal interviene: “Ti metti sullo stesso gradino su cui stiamo tutti noi, cosa che ti rende particolarmente caro e prezioso. Non ti sei mai vantato della tua particolarità! Quando hai ricevuto le rivelazioni di Dio nella parola e nell’immagine, allora ce li hai comunicati come se ci fossimo stati anche noi. A volte è stato già come se fosse così, e ci hai trattenuti affinché non svanissimo per via della Grazia, quando presso di noi stava la Santità di Dio. Ora…”, Khemal si rivolge all’anziano, “anch’io sono curioso di sapere che cosa è avvenuto qui da voi”.
11. Quelli di Rama esclamano: “Riferisci tutto com’era!”
- “Lo voglio fare. – Quando quelli di Saul se ne sono andati, è arrivata una truppa di filistei, non una schiera grande, ed era da presumere che dovevano inseguire quegli altri. Come hanno visto la nostra Rama indenne, hanno gridato pieni di avidità: ‘Aha, c’è molto da pigliare!’. Siamo stati prudenti, non ci potevamo però difendere, persino se fossimo stati armati. E in effetti, non lo eravamo. Oh, i nostri duecento uomini …non avrebbero potuto fare nulla.
12. Prima volevano irrompere nella tua casa, caro Samuele. Del perché proprio questa, ci è venuto in mente solo più tardi, dopo che lo squadrone era scomparso, cacciato via, ululando, come frustato da delle furie. Come ha potuto succedere? Ci è noto che nessuna delle tribù è così rozza e sfrenata come quei filistei. Volevamo difendere con i nostri corpi la nostra proprietà. E siamo rimasti fermi, sorpresi, con il certo timore; poi, con… Ah, non si potrà mai descrivere quando abbiamo visto il ‘miracolo del nostro Dio’!
13. Alla tua porta stava un grande uomo. Portava un mantello colore del ferro, che però sembrava liscio e splendente, oppure come… ebbene, c’era qualcosa di straordinario in quell’uomo. Disse ai filistei: ‘Che cosa volete qui in questa casa? In questo luogo sul quale è stesa la mano dell’Iddio d’Israele? Non sapete dell’avvenimento, quando avete rubato l’Arca del Patto di Dio santamente custodita? (cap. 3 e 5) Deve venire ora su di voi la stessa cosa? Qui…’, qell’alto si è messo da parte, ma solo un tanto per far passare uno solo, ‘…venite qui. Entrate e poi vedrete che cosa succederà con voi!’
14. Quella parola somigliava al fulmine e al tuono. Ma per noi, Samuele, ogni suono era così soave, inesprimibilmente ben pronunciato, che ci sentivamo custoditi in esso, come avvolti nel ferreo mantello di quell’alto signore. Se stato DIO, …non glielo abbiamo chiesto. Se era un angelo, è incerto. Il Santo può dare anche ad un uomo un tale incarico; ma…”. E la barba grigia si blocca, non osa rivelare i pensieri più intimi.
15. Il profeta ha bisogno di un po’ di tempo per scorrere l’immagine come è da considerare l’avvenimento, ma il suo volto si illumina sempre di più, come irradiato da uno splendore che quelli di Rama hanno già potuto riconoscere nell’alto uomo. Soltanto, dapprima il corpo deve avere il suo riposo, essendo stanchissimo. Il principe Chaha lo nota per primo, così fa cenno alla radunanza e dice riflessivo:
16. “Andate a casa, venite stasera al pascolo, Samuele ha bisogno di riposo, e anche noi”, intende il suo gruppo, sorridendo: “e i nostri animali devono essere abbeverati e rifocillati”.
- “Ci pensiamo noi”, esclama un giovane. “Avanti, avanti”, il ragazzo chiama due, “anche questo è un piccolo servizio per Dio: aiutare le creature!”
- Precisamente, e così tutti aspettano la sera.
17. Tre donne hanno cucinato svelte da Samuele, hanno pulito e preparato un giaciglio per gli uomini. Loro gustano il cibo e poi sprofondano in un buon sonno. La casa viene sorvegliata tutt’intorno. Quelli che lo fanno si stupirebbero se vedessero che oltre a loro ci sono anche ‘altri guardiani’.
18. Quando Samuele si sveglia, lui sa: ‘Si avvicina la fine’. Ma lui si sente molto forte. Presto sono tutti svegli e ci si reca al pascolo che si trova al limite della borgata. Tutti affluiscono, uomini, donne e anche i bambini. E’ come se ognuno percepisse, senza saperlo: ‘Arriva il discorso d’addio di Samuele’.
19. Regna un profondo silenzio. Di lato, ancora all’interno nella cerchia della gente, si trova il veggente. Ultimamente camminava talvolta piegato, non soltanto per il peso delle molte preoccupazioni, anche oppresso a causa del peso dell’età. Oggi sta lì, non piegato, come se fosse un giovane uomo come allora, quando davanti al Tabernacolo di Dio non riuscì ad impedire il furto dell’Arca dell’Alleanza …per via dell’ira di Dio abituata al Bene, quell’Ira di una severa educazione per Grazia, che sa sempre custodire i figli sulla via nella rovina.
20. Degli uomini, distolti da Dio, non presagiscono che non sono mai senza la Sua Guida. Se non fosse così, …non ci sarebbe nessuna fuga dal precipizio scelto da sé, che porterebbe con sé il ‘distacco-da-Dio’, il Creatore. Ma cosa sanno della loro Divinità, il Quale conduce e mantiene anche incalcolabili Opere? E del popolo-figli, come sta scritto: «…che nessuno può contare»? (Gen. 15,16)?
21. Gli occhi del profeta vagano su tutti; è una piccola schiera, e nonostante ciò, …una moltitudine non trascurabile. Nel popolo …ci sono anche coloro che sono ritornati a Casa, contati fin da Abraham? Oppure ancora molti di più? Tutti quegli uomini che sono passati su questa Terra e che si sono radunati dall’aldilà? Lui li vede e non li vede, sente la moltitudine e, comunque, …si trova da solo di fronte al Santo. Allora solleva in alto le sue mani e riferisce quella meravigliosa parola che Dio un giorno ha raccomandato: ‘Ma quando benedite, allora …’
‘Il SIGNORE ti benedica e ti custodisca;
il SIGNORE lasci splendere il Suo Volto su di te e ti
sia clemente;
il SIGNORE levi il Suo volto su di te e ti dia la pace!’
22. Amici, attraverso Mosè il Signore ci ha fatto sapere: «Certo, EGLI, l’Eterno, il nostro Padre, il nostro Santo, ‘ama i popoli’» (Deut. 33,3)! Una parola proveniente dalla convinzione di Mosè e che egli ha dato ad Israele sulla via, come ultima, grazie al suo amore per gli uomini. Ma soltanto per noi? Voi stessi, che oggi ricevete questa ‘Parola vicina’, lo riconoscete. Sempre legata alla Grazia del nostro Signore! Poiché la Sua Parola non cessa mai, il Suo Amore non ha fine, la Misericordia è l’Alfa e l’Omega della Presenza conducente. Anche noi siamo adagiati in questa (Parola), ‘cara gente’, e d’ora in poi non ci sarà più nessuno fino alla fine di questo mondo ed ancora oltre, nella maestosa Lontananza del Cielo in cui dimorano i figli di Dio.
23. Abbiamo dovuto vivere per più di otto decenni senza pace; guerra e malattia hanno arraffato via molti popoli. Però, nessuno deve dire: ‘La Verga di Zebaot!’. Ha ordinato Lui la guerra, la morte e la miseria? Non ho bisogno né del vostro sì né del vostro no; entrambi spettano al Signore nel Suo alto Diritto! Se EGLI, a questo, dice ‘Sì’, allora nonostante ogni male è la Sua Bontà paterna, perché nella sofferenza gli uomini arrivano prima alla riflessione, …chi appunto vuole e chi, poi, sa anche piegarsi alla Volontà di Dio.
24. Il Suo ‘No’, amici, voi che siete rimasti con la Sua Parola, significa che durante la nostra via attraverso la materia del mondo abbiamo tanta libertà da creare perfino l’inferno, perfino il paradiso. Qui è inteso l’interiore del cuore, della nostra anima, che attraverso lo spirito deve lasciarsi elevare a Dio. Come il nostro corpo, così un giorno passerà il mondo con tutti i suoi crepacci, i mondani, la mentalità più umana dell’uomo.
25. Noi siamo proceduti da lì, indifferentemente da quale gradino o sfera veniamo, e la nostra via della vita conduce eternamente soltanto al ritorno, là. Non siate rattristati, non piangete se vi dico che ora è giunto il mio tempo, ora posso ritornare nella Casa del Padre. Ricordate: ‘Nessuno rimane indietro’, voi tutti mi seguirete, uno prima, l’altro più tardi; e noi tutti seguiamo il nostro Signore, che è appunto il nostro Dio e Salvatore.
26. EGLI ci precede, EGLI conduce i nostri piedi, EGLI decide il tempo, sulla Terra e nell’eternità! Dov’è Lui, il Padre e il Re, là esiste quella pace che il povero mondo non conosce! Eccetto i piccoli mali, i propri e quelli che dei nemici forestieri hanno portato su Rama, siete stati protetti come quasi in nessun altro luogo. Ah…”, Samuele indica con un volto quasi allegro alla sua piccola schiera, come lui chiama la gente di Rama, “…i vostri pensieri sono bensì buoni, ma fuori posto, …non ultimi davanti al nostro Dio.
27. Voi tutti credete che la pace sia stata conservata tramite me perché sono l’inviato di Dio, e così, come la Grazia, anche questa pace sarebbe sempre stata con voi. Ebbene…”, Samuele indugia un poco; sente quello che deve dire e non vuole dirlo da sé, dall’umiltà del suo cuore? “…la salvezza è rimasta con voi, un poco per via di me, ma prevalentemente per via di voi stessi.
28. Voi avete sempre osservato i Comandamenti, e non ha importanza se uno riconosce di più o di meno. Cari amici, il Signore non guarda molto in prevalenza, solo quando risulta dall’incarico dell’inviato. Se il poco è fedele e buono, allora sta al di sopra di molto di ciò che può essere tramite la conoscenza e l’indagare. Da ragazzo ho dovuto leggere tutti i rotoli da Eli, e ce n’erano molti che mi hanno rivelato il nostro Creatore, affinché in questo modo potessi giungere nella Sua Luce, nella Sua Guida, che piuttosto con qualcuno che non possedeva i rotoli.
29. E’ comunque sempre ancor meglio un animo sincero e senza rotoli, che con questi e poi mancare la via! Voi avete potuto leggere dei rotoli del tutto differenti: …quelli dell’Opera di Dio che ci insegna anche la natura. Se vediamo in tutta la magnifica naturalezza, di notte le stelle, di giorno il chiaro Sole, i prati, i boschi, i campi e la campagna, le mani del nostro Creatore, allora abbiamo letto il Libro migliore che un uomo ha mai avuto in mano.
30. Se per un inviato va di pari passo il riconoscere dalle ‘Scritture’ la Guida di Dio, per annunciare la Sua Volontà, la Sua Parola, allora questo non è un ‘precedere gli altri’, che leggono ‘nel Libro delle Sue Opere’. Voi di Rama siete voi stessi i custodi del vostro piccolo luogo, poiché tramite la vostra fede, il vostro amore per il Signore e dell’altro ulteriore, avete supplicato su di voi la Sua Custodia, con e senza parole. Voi ne sapete qualcosa: – senza la Custodia di DIO non ne esiste nessuna su tutto il mondo, e da nessuna parte nell’incommensurabile esteso cosmo!
31. Rimanete sempre fedeli, anche se qualche volta può arrivare qualcosa di grave. Non pensate mai: ‘Se ci fosse Samuele con noi, la miseria non ci sarebbe capitata’. Se pensate così, perderete quell’orientamento che conduce al Cielo. Anche, non sospirate così: ‘Se Dio non ci avesse abbandonato, allora…’. Questo pensare sarebbe ancora peggio che tutto il resto. No, mia cara gente, vale una cosa:
32. Se perdete l’autentica umiltà, vi va sempre bene. Si dice: ‘Il mio agire mi ha preservato!’. Ma da ciò proviene l’orgoglio che eleva l’ego. Allora ci si crede arrivati, per non imparare più altro, …e si può perdere DIO. Infatti, il nemico peggiore della vita è nell’uomo stesso. Mentre il più grande Amico-Aiutante è sempre DIO!
33. Ancora qualcosa da considerare: – Se non vi capitasse mai nessun torto, allora quelli della propria casa, inteso Israele, odierebbero i vostri luoghi. Come volete affermarvi, per sacrificare il tributo all’Altissimo, se tutto andasse sempre liscio? Finora vi hanno lasciato in pace perché temevano più me e meno Dio. Alzate sempre i vostri occhi al monte della fede, da cui vi viene l’aiuto (Salmo 121)
34. Preghiamo con lo spirito e con l’anima davanti al Seggio di Dio, e tutto ciò che viene su di noi, sia affidato al Signore”. Samuele s’inginocchia, ognuno fa come lui, il capo in alto, come se si volesse portare il Cielo sulla Terra. Sulla comunità passa un Soffio come un soave vento, ed è come una tenda che abbraccia tutti, ed è ciò che il veggente di Dio dice:
35. “Eterno-Santo, meraviglioso Dio, Salvatore e Padre da sempre che lo spirito percepisce da tanto tempo, che noi uomini però possiamo appena presagire dall’eternità, il cui Portatore sei unicamente Tu. Tu hai elevato i Tuoi figli dalla Fonte della Magnificenza e del Potere del Creatore, prima ancora che giungessimo alla vita auto consapevole, Tu l’hai benedetta con le Tue maestose mani da Sacerdote. Poi ci hai adagiati nella Tua Pazienza di Dio, nell’Amore del Salvatore, ci hai baciati destandoci nel Raggio della Luce della Misericordia. E allora Ti sei rivelato come PADRE!
36. Se lo possiamo sapere, allora è una Grazia senza pari, anche se non lo afferriamo ancora pienamente, persino quando il peso del corpo non ci opprime più. Ma in ogni peso c’è da riconoscere il procedere dell’Amore compassionevole, poiché allora Tu in ciò ci mostri la salvezza, la guarigione della nostra anima, che sovente è così ribelle e non obbedisce alla guida dello spirito, come sarebbe facilmente possibile.
37. Oggi, Signore, non voglio pregare unicamente per i miei amici, ma solo per Israele, anzi, come Tuo profeta non soltanto per questo mondo e per i suoi poveri figli, oggi elevo a Te il mio cuore e penso alla Tua Opera, per la quale Tu sei eternamente l’UNO! Io so molto bene: la Tua Opera, sei Tu stesso, ed in questa si rivela la Tua onnipotente Magnificenza!
38. Che Tu mantieni tutte le Tue Opere, per questo non c’è bisogno di nessuna preghiera, soprattutto per l’Opera più bella: il Tuo popolo-figlio! Ma affinché la caduta giunga alla riflessione, i caduti che Tu tramite l’Amore porti = sop-porti, Padre della Misericordia, per questi Ti prego: certamente nessuna supplica di un figlio potrà mai raggiungere che quello che Tu stesso hai previsto. ‘La Tua Previsione’ che culmina nell’unica Parola, simile a Te; e questa si chiama: SALVEZZA!
39. Sarebbe allora necessario elevare le mani, supplicare che tu voglia ricordare i perduti? Il nostro chiedere può ottenere di più, di ciò che dimora nel Tuo Cuore paterno ed ha il suo effetto eterno? O Signore, Padre, io so che questo non è possibile, poiché nessuno può volere o dare di più di quello che giace nascosto nella Fonte della magnificenza creativa. E Tu dal nascosto levi ciò che è la salvezza e la benedizione per tutti i figli, perché dal nascondimento della Fonte sorse anche la nostra Vita.
40. Tuttavia mi hai insegnato questo: ‘pensare agli altri’, ‘pregare per loro’, perché Tu immergi la nostra preghiera nel Mare dell’eternità di Spazio e Tempo. Queste sono delle gocce che non rendono più grande il Tuo Mare, non più imponente, e tuttavia, …Tu raccogli queste gocce e le usi nella Tua benedizione! Tu hai previsto tutto magnificamente e maestosamente, hai posto dinanzi a Te le finitezze delle Tue Opere nel bene-pensiero dell’Onnipotenza creativa e le hai rese efficaci, quando il Tuo bene-pensiero divenne PAROLA!
41. Da questa hai preso poi l’AZIONE, in quei, per noi assolutamente incalcolabili, milioni di anni che si chiamano ‘UR-Eterno’, senza aver mai cessato di creare per i Tuoi figli, …per ognuna delle Tue Opere. Un sole potrebbe tracciare le sue vie, se TU, o Santo, non gli avessi dato Luce e Calore? L’infinità delle Tue stelle avrebbe potuto splendere se TU non avessi dato splendore all’esercito del Cielo? E possiamo noi, Padre, dell’alto Amore della Grazia, sussistere, se TU non ci avvolgi nel Mantello del misericordioso Perdono?
Nulla, nulla è possibile senza di Te!
42. Noi glorifichiamo la Tua alta maestosa, magnifica Entità, ci diamo nella Tua mano paterna e, con noi, rassegnati, il nostro popolo, l’umanità, che ne ha amaramente bisogno. Guarda clemente giù a noi, e chi percorre la via dell’ultimo tratto terreno, prendilo alla Tua mano, conducilo, portalo a Casa! Lode e onore, molta gloria e ringraziamento siano dati a Te, sempre nell’amore, nella riverenza e nell’adorazione, Eterno-Santo, Eterno-Unico e Verace, Tu, l’UNO!”
43. Chi non ha pregato insieme nella fiammeggiante elevazione? Oppure: quale cuore ne è rimasto intoccato? Non è come se più di trecento persone fossero come una, un tutto davanti al Signore? Ci vuole tempo prima che uno dopo l’altro si alzi, dopo che Samuele, sostenuto da Chaha e da Khemal, si era alzato.
44. Si alza un'altra barba grigia. Lui in particolare era stato toccato dal discorso. Anche questa è un’immagine da veggente? Gli sembra come se potesse percorrere l’ultimo tratto con Samuele. Non come il profeta, gli manca ancora troppo, ma come gli si mostra una retrospezione sul percorso della vita. Molte cose dovrebbero essere non-avvenute. A quale uomo non succede? E la conseguenza! Lui lo vedrà, il caro vegliardo.
45. Non lo si è lasciato solo. Il giorno dopo è mattino presto. I vicini si erano occupati di lui già in altre occasioni, e così Abelae quella sera lo aveva preso con sé dicendogli gentilmente: “Padre Ka’jiun, oggi rimani con noi, c’è pronto un giaciglio”.
- Lui all’inizio rifiuta, non vorrebbe mai essere di peso. Tuttavia, questa sera, dopo la preghiera di Samuele, gli era sembrato come se avesse bisogno d’aiuto; e con un muto grazie era entrato da Abelae.
46. Ora il Sole sta proprio salendo sull’orizzonte con un soave rosso come avviene raramente, e presto splende radioso in modo da promettere un bel giorno. Presso Abelae, dove giace ben adagiato l’anziano, c’è ora la moglie di Abelae pronta ad aiutare, la Micheam, che al mattino presto era venuta presso il giaciglio per vedere se Ka’jiun avesse bisogno di lei. Le è bastato uno sguardo al vegliardo, per vedere suo marito sveglio, e ritorna: “Viene presto, credo …”.
47. Abelae si veste. Ma quando tocca Ka’jiun nota già la soglia della morte. Tuttavia gli occhi non sono ancora della morte; c’è uno splendore sul volto rugoso, le sue rune della vita, che evidenziano molta sofferenza e preoccupazione. Queste si lisciano lentamente, come se vi passasse sopra una mano. Un bisbiglio:
48. “Non l’ho meritato, ma ora posso passare gli ultimi passi davanti a Samuele e forse lo posso aspettare, affinché possa seguirlo attraverso la Bontà di Dio, come qui sulla Terra, così dopo nel Paradiso di Dio che EGLI ci ha preparato”. Un faticoso respiro e un sussurro: “Potrò certamente seguire soltanto a grande distanza, ma la luce del veggente si diffonderà lontano, e così devo soltanto seguire questa luce, e una volta ritornerò anch’io nella Casa del Padre.
49. Devo ricordare tutti i miei molti errori, ne ho grande paura. Ma comunque…”. Un lungo intervallo, “…nonostante ciò, conosco la Bontà del nostro Dio. EGLI mi guarirà, EGLI mi perdonerà, mi consolerà e poi…”. Lo stanco non riesce a dire altro. La bocca ammutolisce, gli occhi si chiudono da sé, si diffonde un beato bel sorriso sul volto dell’anziano uomo, così come sanno sorridere i bambini.
50. A Micheam si sprigionano lacrime dagli occhi. Gli ha sempre voluto bene. Quando era ancora robusto, lui ha aiutato ovunque, anche se sovente era un brontolone, di poche parole, qualche volta persino di malumore. Per il resto era ben rispettato in Rama.
51. “Dobbiamo informare subito il nostro più anziano, Patael, e provvedere anche rapidamente per l’ultimo luogo di riposo. Chissà se ancora oggi dal profeta…”.
- Abelae indugia. Ieri si aveva la sensazione, che il loro molto amato veggente se ne andasse presto, allora sarebbero orfani. Non soltanto la loro piccola Rama, ah, no, tutti coloro che lo avevano seguito diligentemente, che si sono affermati nella fede, sarebbero i tristi orfani, se…
52. “Chiama Chaha”, ordina Abelae a sua moglie. “Il principe saprà se si può chiedere a Samuele”.
- Micheam riferisce: “Ho sognato che veniva una grande luce come una lampada ben formata, e come se qualcuno la portasse, così sembrava. Poi ne è uscita una magnifica figura, veniva e poi se ne andava di nuovo e, …mi sono svegliata. Allora mi è venuto il pensiero: era Samuele! Come lampada era venuto nel mondo, come grande spirito ritorna a Dio”.
53. “Micheam!”, suo marito la strappa formalmente al suo petto. “Questo hai sognato? Oh, tu lo hai già potuto vedere per tutti noi; quindi, …ancora oggi”.
- Quello che succede non lo osano pronunciare. L’alto spirito di luce se ne va, lo percepiscono profondamente nell’animo. Anche Abelae asciuga di nascosto i suoi occhi.
54. Il giorno sta finendo. C’è un bisbiglio tra i convocati. Ka’jiun viene portato nella tomba alla sesta ora (verso sera). Il giorno era caldo, non lo si poteva lasciare giacere a lungo. Ma come al mattino, così anche alla sera si stende un delicato rosso nel Cielo, insufflando tutto il firmamento. Non soltanto in Rama, molta gente guarda verso l’orizzonte e qualcuno dice: ‘Sta succedendo qualcosa, il Signore ci mette un segno nel cielo’.
55. Gli amici più stretti sono radunati presso Samuele, che si è ammalato solo nelle ultime ore. Il suo spirito, l’anima impregnata di luce, superano questo disagio, per loro piccolo. Chaha, Khemal, Rashi, Lamuor, Patael, Abelae con Micheam, e in questo giorno giunto da lontano, come se li avesse guidati lo Spirito di Dio, anche Sallu e Reborana sono nella stanza; soltanto, loro non stanno vicino al giaciglio, per non dare fastidio al morente.
56. Egli giace lì con quel chiaro splendore com’è sempre stato quando Dio gli era vicino attraverso la rivelazione. Lui ha discusso le ultime istruzioni con Chaha. Anche in Rama vivono alcuni poveri. A costoro deve appartenere in pari parti la casa e il cortile. Quello che ha potuto risparmiare dev’essere conservato per gli orfani che sarebbero vissuti in Rama – qualche volta dei genitori vengono portati via prima – ed usato per la via della loro vita. A Davide manda a dire:
57. “Figlio di Isai, ricordati quando eri pastore, come eri felice suonando l’arpa, gentile verso ognuno, coraggioso, ed aiutavi volentieri. Se arrivi sul trono d’Israele, allora ricordati delle mie ultime parole. Rimani sempre fedele all’Altissimo, non soltanto con canti ben cantati e con una bella voce, con il suono che può rallegrare un animo e persino guarire (come con Saul).
58. Nell’umiltà davanti al Signore evita ogni ingiustizia, non imitare Saul nell’arrossare la tua mano con l’omicidio (cosa che più avanti avviene, come se anche questo fosse stato previsto dal veggente). Ascolta anche la gente piccola, perché questi sono il popolo, non soltanto i pochi grandi che stanno vicino al tuo trono.
59. Non andare mai in una guerra se vieni attaccato, lascia vivere i tuoi nemici. Se rimani sulla via del Signore, allora Israele si affermerà nel mondo e con altri può appartenere al popolo della Luce. Se parti per la rapina e per l’omicidio, tuo figlio sarà sopraffatto dalla follia del mondo nel suo primo splendore, e non vi sarà mai più l’Israele unito”. (tutte le dodici tribù)
60. Per Samuele s’avvicina mezzogiorno, quando viene sopraffatto da una grande tristezza. “Ah, la via della mia vita, devo confessarla davanti al Signore: ‘Tu, Santo, sovente sono capitato in una colpa, ho mancato di fare ciò che stava nel mio diritto, ma ho fatto invece ciò che è contrario al Tuo Spirito. Ora perdonami, Padre, cordiale Misericordioso, nonostante tutti gli errori da essere umano, lasciami entrare ora nella Casa, in pace.
61. Mi hai concesso la Grazia, non mi hai lasciato mai dalla Tua mano e mi hai aiutato con l’amico e il nemico. Tutti i buoni Doni sono venuti da TE, e come ieri, toccato dalla Tua Luce d’amore, ho potuto pregare Te con la mia comunità del cuore”, intende Rama, “così ascolta nella Grazia anche adesso la mia preghiera.
62. Lascia venire il mio angelo, che mi voglia accompagnare, anche se potrò salire solo gradualmente verso l’alto. E questo è salubre per il resto dell’anima. Se mettiamo anche questo nella Tua mano di Padre, allora potrà essere un granellino di riporto, che Tu considererai con Gentilezza, vi soffierai sopra ed adornerai l’altare della Tua alta Casa”.
63. Dolcemente, come due ali tese, sul cielo di Dio si mostra quel magnifico rosso da una parte all’altra, avendo l’apparenza come se queste, cresciute dal calar del Sole, si avvicinassero con le loro punte lontane nell’est. Allora il veggente si solleva, sostenuto da Micheam. Ed ecco… si apre la porta, mentre davanti alla casa la gente vede un’Ombra luminosa che è entrata. Si vede e si sente attraverso la finestra ciò che succede.
64. Si fa posto spontaneamente alla Forma che si rivela come una Figura meravigliosa. Chi…? Non si osa pensare, meno ancora domandare.
- Persino Samuele non sa subito come comprendere questa Figura. E’ il suo angelo? E’ il Signore? Stende le braccia diventate deboli, con quel gesto commovente che dice più delle parole.
- L’Alto rimane presso il giaciglio.
65. “Sanuele, hai compiuto la tua opera del Giorno e vieni portato a Casa. Ti domando: sei del tutto pronto a seguire Me oppure anche di camminare alla Mia mano?”
- E’ quasi un gemito che esce dalla bocca dell’uomo: “Tu? Tu stesso? Ho aspettato un angelo, e sarebbe stata la mia beatitudine se lo spirito di Luce che mi ha sempre accompagnato fosse venuto, e sarebbe inoltre del tutto immeritato. Ora… ora…”
66. “La tua commozione mostra la fedeltà che hai conservato per Me. Quello che l’uomo sbaglia, senza una cattiva volontà, può essere cancellato prima che un figlio – di ritorno – metta il piede sulla soglia del Mio Santuario. Viene comunque sempre fatta la resa dei conti, perché senza questa non esistono delle Beatitudini. E bada, Mio Samuele, ricordatevelo tutti…”, Dio si volta, “…si tratta meno del chi viene a prendere un’anima. Se Lo sono Io stesso, allora non è per nulla un privilegio davanti ad altri; poiché, dove degli angeli, dove arriva un inviato, sta sempre il Mio incarico in qusta Parola: ‘Va e portaMi il figlio!’
67. Allora è indifferente di come va se fossi venuto Io stesso. La Mia stessa venuta è il segno di cui l’uomo ha bisogno, …di tanto in tanto. Se ciò viene indicato, fin nel più lontano futuro, allora ognuno può avere per sé la Grazia. Ci sono anche delle anime che non vengono mandate a prendere – ma non spaventatevi – non significa che costoro sarebbero perdute in eterno. No! Queste sono sempre delle anime che hanno rovinato la loro vita da se stesse, che sono rimaste lontane da Dio, che non Mi hanno conosciuto e non hanno esercitato il servizio al prossimo. Unicamente il servizio al prossimo è l’autentico servizio per Me!
68. E ancora, non sono da intendere coloro che si chiamano i cosiddetti ‘pagani’, perché il buon cuore di Reborana ma anche di voi altri, vuole ricordare davanti a Me come stanno le cose con tutti quelli che non Mi conoscono per nulla, per nascita, per educazione ed altro. Fate attenzione: queste anime vengono mandate a prendere perché Mi sono state lontane sulla via del mondo soltanto per ignoranza.
69. Quindi la Mia venuta oggi non vale assolutamente soltanto per Samuele, pure la Mia Benedizione. Chi crede fedelmente, a costui Io gli sono vicino! E considerate il maestoso Segno del Cielo”, il Signore indica con la Sua destra attraverso la grande finestra. Sicuramente è solo un’immagine, perché la perspettiva non può restituire il naturale, mentre si vede precisamente l’ampio cielo e questo rosso paio d’ali nella sua grande estensione nel profondo ovest, le punte in alto nell’est unendosi e così allacciando il firmamento.
70. “Le Ali della Mia magnificenza, della bontà e misericordia vicine al Cielo, circondano l’umanità, tutte le povere anime e gli esseri caduti, e anche se non vedete nulla di ciò che esiste al di fuori di questa tesa d’Ali, vi sono i piccoli e i grandi. E se anche sono lontani, se anche sono vicini a Me, tutto, tutto rimane nel Mio recinto di Spazio e Tempo!
71. Tuttavia, finché un figlio si pone caparbio, finché compie coscientemente molta ingiustizia, finché serve il mondo del suo io abusando di ciò che gli è stato dato, costui sta da sé al di fuori della Grazia delle ali, ma mai al di fuori del Potere del Creatore! Se fosse così, allora una tale anima sarebbe perduta senza salvezza. E questo non esiste da Me! Così, stoltamente possono pensare ed insegnare soltanto i mondani.
72. Ora che avete sentito la Mia Parola, allora approfittate volentieri per voi, cosicché nessuno riceva di più e nessuno di meno che questo: ‘Quando arriva la fine terrena per ciascuno, egli viene portato a Casa delicatissimamente. Sia che uno lo senta come avviene, sia che avvenga senza cosciente conoscenza, è uguale. La Mia Grazia, come d’altronde anche il Mio Amore, non dipendono dal povero sapere umano.
73. Samuele! Ti domando: vuoi venire con Me? Deve venirti a prendere il tuo angelo guida? Parla: la tua richiesta sarà esaudita”.
- Il veggente ha ascoltato sorpreso la Parola di Dio, con una dedizione, che nonostante l’alta posizione di fede non gli era mai stato possibile così. Ora guarda a Colui che è sempre stato per lui il PADRE: Tutto in tutto, l’UNO! Risponde quasi come un bambino:
74. “Padre santo, meraviglioso Dio, onnipotente Creatore, che agisci in modo sacerdotale coi Tuoi figli: ritornare a Casa è per me la più sublime Beatitudine! Guidami TU. Lascia che Ti segua spiritualmente, osservando il Tuo cammino. I Tuoi piedi lasciano dietro di Sé quell’Orma, sulla quale si deve assolutamente giungere nel Regno di Luce”.
75. “Ben detto! E, Mio veggente nel mondo, la Mia Luce non fluisca soltanto attraverso di te. Chi la riconosce, chi cerca di accoglierla nel cuore, camminerà sempre in questa Luce. Non soltanto quando sarete ritornati a Casa, anche se là risplende in modo del tutto diversa di come è possibile nella materia, in più per la protezione dei figli viandanti, soprattutto come Protezione per le povere anime e degli esseri smarriti.
76. Ovviamente, …chi crede che Io sono la Luce, per ciascuno, costui, nonostante la più fitta oscurità che non può avere nessuna influenza su di lui, camminerà nella Luce. La conseguenza, qui ‘il successore’, donerà a ogni figlio la vera vita (Giov. 8,12). Il Mio profeta ve lo ha annunciato”, Dio si rivolge a tutti nella stanza e davanti alla casa, “nel vostro luogo non vi sarà sempre la pace, perché i mondani intendono disturbare ovunque dove c’è la Luce e la Verità, dove vengo adorato di puro cuore.
77. Vi ho già detto: ‘Non temete il mondo; esso può prendersi soltanto il mondano!’. i figli della materia soltanto la materia, e niente altro! Ogni bene dello Spirito, che voi e tutti i Miei figli viandanti avete ricevuto sulla via sovente non facile attraverso la materia, come lo possiedono anche tutti i Miei sia che stanno fedelmente presso l’Altare (santo Focolare) se hanno già compiuto il loro dovere, sia che prendono ancora su di sé la ‘strada del co-sacrificio’ richiesta nella loro libertà della Luce, questo per Me ha lo stesso peso!
78. Se rimanete saldi nella conoscenza conquistata, se osservate i Comandamenti che vi ho fatto conoscere tramite Mosè (Esodo cap. 20), non vi spaventerà nessuna oscurità, nessun nemico e null’altro. E sia detto questo ulteriore per la vostra consolazione: ‘Io non abbandono nemmeno l’anima più povera che si ammala della sua propria putrefazione e ne può quasi morire!’. Come dovrei abbandonare quelli che rimangono per quanto possibile nell’amore e anche nell’obbedienza? Persino chi dei fedeli lascia questo mondo timoroso e nei dolori. Oh, vedete: spirito e anima, il FIGLIO, è e rimane saldamente ancorato nel Mio Cuore. Esso entra libero nella sua Patria!
79. Samuele lo ha vissuto d’esempio come segno per voi, cosi che l’uomo non deve certamente smarrirsi, il che significa che non ognuno debba essere un profeta, un veggente. Sappiate: la Mia Scuola ha molte classi e molti allievi, perciò ha bisogno meno di insegnanti. Solamente IO sono eternamente il Maestro principale!
80. Quindi, nel futuro siate allievi volenterosi, e questo rapporto dovrà rimanere sempre finché esiste la materia. Quando questa avrà finito di servire, allora potrà essere tolta via per tutti i successivi Tempi della Creazione, perché allora tutta la caduta sarà stata purificata. Dopo avverranno ancora altre cose nella Casa del Padre, di cui ognuno può sperare. Ma non avete bisogno di chiederlo ora.
81. Guardate ancora una volta il Mio cielo, il panorama disegnato di rosso, e notate come fra le Mie Ali dell’onnipotenza creativa, la cui origine un figlio non riconoscerà mai, nemmeno i Miei grandi (i sette principi), dal rosso è diventato un magnifico soave bianco, come simbolo che si è aperta una Porta per far passare il Mio veggente”. Così amorevole, così buono come non si potrà mai descrivere, il Signore si china su Samuele. Gli mette una Mano sul cuore e una sulla fronte, e risuona un’unica Parola: ‘VIENI!’
82. Non c’è nessuno dei presenti che non sia sconvolto. Proprio quest’unica parola …l’hanno sentita, …l’hanno compresa. Soltanto, non era di nessuna lingua della Terra, nemmeno quella che l’Altissimo tiene umana per via degli uomini. Era una Parola dell’eternità! E nessuno ha visto il raggio che riposa sul volto del defunto, perché nel momento in cui risuonò il ‘Vieni’, si sono chiusi gli stanchi occhi terreni, si è aperto l’interiore, e lo spirito di Luce ha potuto mettersi al fianco del Creatore-Padre.
83. E nuovamente non lo vede nessuno come il Santo, conducendo il buon servitore, va via. Invece il Soffio dello Spirito di Dio rimane, racchiude tutti gli uomini radunati qui e giunge lontano, distante, fuori, nel tempo ancora sconosciuto del mondo, così lontano da non poterlo più abbracciare con lo sguardo, come quel paio d’Ali di Dio in cui aveva racchiuso il Suo proprio Regno, il Suo maestoso Firmamento, LUI,
l’ UNO !
[indice]
[1] Mene, mene, tekel U-pharsin: Una scritta su un muro alla corte del re Bel-Sazar fatta in modo soprannaturale da una mano invisibile per imporgli un limite. (vedi Daniele 5,25 – “Babilonia tu grande” cap. 12)
[2] Sulla santa ‘Mezzanotte’ sono da rilevare diverse indicazioni nell’opera ‘Da lontano dalla Terra’ 4° parte, in cui si evince che essendo il tempo più buio, da tale tempo si aspira al giorno veniente che presto spunterà.
[3] [1° Sam. 2,12-17]: «[12] Ora i figli di Eli erano uomini depravati; non tenevano in alcun conto il Signore, [13] né la retta condotta dei sacerdoti verso il popolo. Quando uno si presentava a offrire il sacrificio, veniva il servo del sacerdote mentre la carne cuoceva, con in mano un forchettone a tre denti, [14] e lo introduceva nella pentola o nella marmitta o nel tegame o nella caldaia e tutto ciò che il forchettone tirava su il sacerdote lo teneva per sé. Così facevano con tutti gli Israeliti che venivano là a Silo. [15] Prima che fosse bruciato il grasso, veniva ancora il servo del sacerdote e diceva a chi offriva il sacrificio: «Dammi la carne da arrostire per il sacerdote, perché non vuole avere da te carne cotta, ma cruda». [16] Se quegli rispondeva: «Si bruci prima il grasso, poi prenderai quanto vorrai!», replicava: «No, me la devi dare ora, altrimenti la prenderò con la forza». [17] Così il peccato di quei giovani era molto grande davanti al Signore perché disonoravano l'offerta del Signore».
[4] Nell’opera “Quando morì Mosè”, un grave episodio di infedeltà a Dio aveva portato notevole scompiglio in tutto l’accampamento di Israele nel deserto.
[5] Dal 598 al 528 a.C. gli ebrei furono deportati a Babilonia. (vedi la storia di Daniele in “Babilonia tu grande”)
[6] Il numero 4: la quadruplicità di Dio: Creatore, Sacerdote, Dio e Padre.
[7] In Israele un braccio valeva circa ½ m, i popoli circostanti calcolavano diversamente.
[8] I primi: sono i principi, cioè i rappresentanti delle sette caratteristiche di Dio, i sette arcangeli. (vedi la “Spiegazione delle 7 Caratteristiche di Dio”)
[9] Concetto questo non possibile, poiché Dio, essendo eterno, è sempre stato così: senza inizio, senza fine, perciò senza un vero e proprio accrescimento, il Quale si rivela in modo crescente solo per i figli in rapporto alla loro crescita, ma non per Se stesso.
[10] Strano che il re Saul avesse in cuore l’odio nei confronti di Davide, visto che il ragazzo aveva ucciso il filisteo Golia e quindi aveva determinato il positivo svolgersi della guerra in favore degli israeliani. Quest’odio era nato perché quando Golia chiedeva un avversario suo pari, e nessuno si faceva avanti, Saul aveva messo in palio una propria figlia, molte ricchezze, e l’esenzione delle tasse per i familiari del vincente. Quando vide che ciò avrebbe dovuto farlo a Davide, un pastore, andò su tutte le furie e provò ogni stratagemma per farlo fuori.
[11] L’inizio del ritorno del ‘figliol prodigo’, di Sadhana nella sua essenzialità femminile quale prima figlia creata e caduta. (vedi ‘La terza Pietra miliare’ – “Golgota”)
[12] Ciò che accadrà al popolo giudeo con il continuo allontanamento da Dio, e il loro destino tra guerre e la deportazione in Babilonia, ancora non poteva essere percepito dagli amici di Samuele.
[14] Qui per correttezza, citiamo alcuni ‘grandi’ che vennero dopo: Elia, Isaia, Daniele, Zaccaria, Giobbe.
[15] Vedi gli amici di Giobbe nella rivelazione dal titolo Sancto Sanctorum.
[16] Daniele nella fossa dei leoni per due volte oppure gli amici nella fornace ardente. (Dan. Cap. 3 e 6)
[17] Su Debora, c’è la notevole rivelazione “La funzione di giudice”.