Commento
alla Rivelazione dettata ad Anita Wolf
‘Da lontano dalla Terra’
[Luca cap. 2,21-37]: «Quando furon
passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome
Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo
della madre. Presentazione di Gesù al tempio. Quando venne il tempo della loro
purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per
offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio
primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di
tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a
Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che
aspettava il conforto d'Israele; [26]lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli
aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il
Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i
genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le
braccia e benedisse Dio:
[29]"Ora
lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché
i miei occhi han visto la tua salvezza, ]preparata da te davanti a tutti i
popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele".
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele,
segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche
a te una spada trafiggerà l'anima".
[36]C'era
anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della
tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva
vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta
vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio,
servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del
bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme».
* * *
Nei Vangeli, Simeone è un
personaggio citato in un unico episodio [Lc 2,21-37], e
lo si ritiene quale un vegliardo che va ad omaggiare Gesù neonato presentato al
Tempio per la circoncisione. Oltre lui, anche Anna, un’ulteriore figura
sconosciuta, anziana, saluta la sacra Famiglia profetando su Maria e sul
piccolo.
Nella storia presentata
attraverso A. Wolf
abbiamo ben altro: ovvero, lo svelamento di un arcano e la storia di un
tempo terreno riportato succintamente sui Vangeli, presentata qui nei minimi
particolari con i colloqui di tutti i personaggi dell’epoca legati alla
preparazione dell’evento-venuta, già sette anni prima della nascita di Gesù,
per preparare il tempio, preparare gli
animi!
Niente è casuale nella
gestione della vita dei vari personaggi, tutti guidati invisibilmente dalla
Divinità! Chi ancora si ostina a riconoscere nella figura di Gesù, un semplice
bambino, dal nome comune in Israele a quel tempo, disconoscendo invece il
Salvatore, il Veniente profetizzato,
che nulla ha mai avuto a che vedere con la materialità del mondo, né può essere
paragonato a nessun uomo terreno, i quali non riconoscono altro che materia,
può cominciare a riflettere sulla veridicità delle Scritture attraverso questa
storia di Simeone, soprannominato dai primi del tempio che lo conobbero, ‘da lontano dalla Terra’.
Il testo è suddiviso in quattro parti:
- la prima parte, brevissima, si svolge in
Palestina, circa 65 anni prima della nascita di Gesù. Uno studioso delle stelle
di allora, Sakkai, ne scopre una più brillante delle
altre, ed egli la disegna sulla carta/pergamena. Ma c’è la dominazione romana
che impera, e il comandante pretende i tesori del tempio di Salomone, per Roma.
Non gli vengono consegnati, e lo studioso credente che si dichiara responsabile
dell’occultamento dei tesori, per salvarli, viene ucciso con le carte ancora in
mano e lo sguardo al cielo, mentre il primo sacerdote Jozidak
viene condotto prigioniero a Roma, e ciò rimane scritto negli annali del
tempio.
- la seconda parte ci proietta nella sfera
spirituale di una stella/sole-centrale di secondo rango, Mireon,
nella costellazione del Sole-centrale primordiale Garapea, su quella stella dove Sakkai,
nella prima parte, aveva visto e segnato sulla carta, quale la stella della
speranza o stella cometa che indurrà il cammino (spirituale) ai magi,
dall’oriente fino a Betlemme. Le scene che vi si svolgono sono di spiriti che
vivono nella sfera spirituale di quel sole, come se fossero in un ambiente
materiale. Essi nel giorno della festa del sacrificio della scintilla di vita,
preparano una cerimonia che questa volta è officiata da un sacerdote molto
elevato, Hellaskus, che però si scopre essere un primo: il principe Gabriel, uno dei
sette arcangeli che co-governano il Cielo. Il popolo
della stella lo vorrebbe fisso, poiché i suoi insegnamenti essi li trovano
altamente istruttivi per la loro crescita nella Luce, e in questa rivelazione
ci vengono riferiti affinché anche noi possiamo usufruirne per capire i vari
passaggi temporali della caduta originaria e dell’Opera di redenzione per il
recupero dei caduti, preordinata dall’eternità. Così, ad esempio, anche la personalità
di Gabriel e di Michael, rappresentanti rispettivamente due delle
caratteristiche essenziali di Dio, quelle della Misericordia e della Volontà,
attraverso cui essi, con la loro luce, possono fare da intermediari
all’infinita Luce di Dio, poiché le creature/spiriti non potrebbero ancora
sopportare la Luce della Divinità, finché non raggiungeranno tutti quel grado
di luce tale da poterla assorbire, e finché non saranno in grado di comprendere
l’infinita essenzialità della Divinità, non ancora nelle sembianze di un Padre.
Attraverso
gli insegnamenti di Gabriel/Hellaskus veniamo così a
conoscere l’ambiente in cui vivono tali spiriti come se fossero nella materia;
in modo tale da seguirli nella loro quotidianità, come pensano, parlano,
mangiano, come hanno certe tendenze proprio così come li abbiamo noi terrestri,
anche se il riconoscimento della Divinità – dopo il cammino terreno – è un
gradino superato che li spinge a cercare sempre nuovi gradini di felicità e
sapienza, attraverso cui scoprire continuamente, ancora nuovi aspetti della
Divinità attraverso nuovi luoghi e occasioni d’aiuto, nonché di insegnamenti
superiori. Ma il motivo principale del perché ce ne viene riferito, è che essi,
nella sfera spirituale di questo Sole-centrale,
appartengono a quella stella che farà da guida ai Magi.
Vengono
presentati solo tre capitoli, ma il cui contenuto è talmente profondo nella sua
essenzialità, che occorre leggerlo più volte per comprenderne il suo
significato così elevato. Subito si diventa testimoni del linguaggio del Cielo
comunicato agli abitanti della stella/sole e ai suoi ospiti di luce. Quale sia
l’essenzialità di tali abitanti solari spirituali e quella dei suoi ospiti di
luce viene spiegato in un’altra rivelazione “La chiamata dall’universo” qui appena
accennata, poiché ciò che deve trasparire è l’individualità di Hellaskus, il suo linguaggio, la sua forza comunicativa, il
suo impegno e obiettivo rivelato già conosciuto. Lui, un non caduto facente
parte degli abitanti del Cielo, dell’Empireo, che compare su quella stella per
stimolare la necessità dell’aiuto volontario agli abitanti e ospiti della
stella, cosa che potrà realizzarsi con volontarie incarnazioni per essere di
apporto quali ‘amici’ al tempo della futura vita terrena di Gesù.
Hellaskus-Gabriel, indicato come una figura
meravigliosa senza età (cap.1,3), comunica che
precederà il Signore sulla Terra per preparare le coscienze (cap. 1,33). Ai più intimi e reggenti la stella, il
linguaggio dei misteri del governo della Creazione si fa più articolato; così
veniamo a sapere che su Mireon mancava da tempo una
guida sacerdotale, mentre dopo il sacrificio del Signore (Gesù), tutti i soli dalla
quarta sfera (spirituale) fino a quelli della settima sfera, avranno dei
sacerdoti (cap. 2,24). Questo perché –
supponiamo – molti di coloro della stella che volontariamente accetteranno in
sacrificio un’ulteriore incarnazione al tempo di Gesù, e tramite i Suoi
insegnanti terreni e poi per il loro trapasso con il martirio (persecuzione dei
cristiani), al loro ritorno saranno elevati a sacerdoti e poi distribuiti quali
sacerdoti sulle altre stelle.
- la terza parte si svolge in Palestina,
circa nell’anno sette a.C. Zaccaria, il secondo alto sacerdote a Gerusalemme
(sicuramente un incarnato dal Regno), percepisce di poter chiedere al nuovo
giovane tribuno Cornelio l’autorizzazione per la festa degli azzimi al tempio, interdetta
da trent’anni, per officiarne il rito, sebbene il primo alto sacerdote, Athaja ne vorrebbe fare uso per aizzare il popolo verso i
romani. Egli va dal tribuno e l’ottiene. Simeone compare vicino al Tempio con
l’aspetto umano e si presenta come sacerdote anziano, anche se non lo è,
prendendo subito l’iniziativa di avere ospitalità nel tempio e si presenta al
tribuno Cornelio. Inoltre, per aiutare il tempio, s’impegna di presiedere la
festa e fare lui – uno straniero – la predica. Gli è concesso, e così tutti
hanno la possibilità di conoscerlo, tempiari, romani,
e popolo. E così che il forestiero ‘da lontano dalla Terra’
riesce ad essere accettato dai migliori, finché può manifestare la sua essenza
angelica e istruire le guide del popolo, religiose e politiche.
Varie vicissitudini
gestite da questo ‘straniero’, Simeone-Gabriel, il
portatore della Caratteristica della Misericordia nell’Empireo, porteranno a
riconoscere in lui un’alta guida del Cielo, e a riconoscere la continua
invisibile guida del Padre, e così distinguere che il tempo profetizzato dai
profeti, quello della venuta del Salvatore, era prossimo. Inoltre, diventa noto
il fatto che Maria è l’incarnazione di Pura, la compagna del Cielo di Gabriel.
Tra i personaggi storici spiccano le due figure
di Cirenio, fratellastro di Augusto – imperatore di
Roma – e di suo nipote Cornelio, personaggi che poi ritroveremo nel “Vangelo di
Giacomo”, attraverso cui è possibile farsi un’idea storica realistica per
capire il popolo dei romani e come essi vivevano ed erano governati, nonché per
comprendere il perché e il come fu possibile che la sacra Famiglia fosse
aiutata durante il censimento e poi in Egitto, e poi ancora di ritorno a Nazaret, proprio da questi due personaggi romani di
rilievo, evidentemente già preparati.
C’è l’episodio con
Nicodemo giovanissimo, che già a venti anni aveva deciso di essere un sacerdote,
ma orgogliosissimo, e dovette essere ricondotto amorevolmente sulla giusta
strada dell’amore. Uno spirito dall’alto, come lo si evince dalla sua
essenzialità spirituale dalla quale proveniva, presentata in un'altra rivelazione
di A. Wolf: “La chiamata dall’universo”
C’è da segnalare anche una
piccola battaglia condotta dall’arcangelo con l’abito regale degli angeli
condottieri, il quale, insieme ai suoi fratelli angeli giovinetti, sventa
un’imboscata, e in men che non si dica arrestano
oltre 800 turchi. Nel testo veniamo a conoscere anche la figura di Anna, che
insieme a Simeone sarà presente alla circoncisione di Gesù. Una volta che gli
uomini e gli animi sono iniziati alla vera fede, Simeone-Gabriel
sparisce.
- La
quarta parte
è la più corposa sotto l’aspetto degli insegnamenti. Dopo alcuni anni di
assenza, Simeone ricompare poco prima della nascita, e dà ai templari fedeli e
agli amici romani, insegnamenti su insegnamenti, affinché la crescita
spirituale interiore di ciascuno porti finalmente a dei frutti visibili,
essendo essi oramai maturi a capirli. Viene ripresentato l’episodio di
Zaccaria, il quale nel tempio, alla rivelazione di luce da Gabriel, quale
angelo non riconosciuto, da allora si esprimerà per iscritto su delle
tavolette. C’è l’episodio di Elisabetta che testimonia il suo incontro con
l’angelo attraverso una lettera che fa pervenire al marito Zaccaria. C’è la
richiesta di Giuseppe al tempio di tenere Maria come moglie incinta,
dichiarando di volersi sottomettere al giudizio del tribunale dell’alto
Consiglio. Simeone-Gabriel, di cui tutti oramai
accettano quale guida superiore, è presente in ogni atto in cui occorre far
crescere il gruppo. Anna dimostra le sue doti di profetessa, ma anche ad altri
due viene concesso di parlare, ispirati dall’alto. E tali rivelazioni
evidenziano che storicamente, la divinità del bambino era nota al Tempio. – Come
poi lo stesso alto Consiglio, nei trent’anni successivi, si trasformerà
attraverso la guida di Kaifa, resta un mistero non
ancora spiegato. Anche alcune brevi notizie sul censimento e la data in cui
avvenne, che determinò poi il ri-conteggio della numerazione
degli anni, fa da contorno con una certa rilevanza a questa rivelazione, quale
tassello subliminale per la conoscenza e il rafforzamento della fede nell’unico
Dio.
Chi è alla ricerca della
verità dai Cieli, troverà risposte anche ad altre domande, sebbene il
comprendere il governo del mondo spirituale-intermedio, tra quello dei Cieli e
quello ancora terreno-materiale, non è certamente facile, e i tasselli da
mettere insieme, per capire ed orizzontarsi negli infiniti insegnamenti, non è
alla portata di tutti. Tuttavia, per chi è iniziato alle rivelazioni del
Signore, anche quest’ulteriore passaggio di conoscenza/studio deve diventare
indispensabile per crescere nell’interiore, già qui, affinché si possa
comprendere che la conoscenza in Dio non è così semplice e tale da poter essere
relegata in formule, riti, semplici preghiere ripetitive, o atti di servilismo
nati da idee umane, che sono solo forme terrene per invitare il non credente al
primo approccio con la fede, ma la vera conoscenza in Dio, della Divinità
immantinente, va ben oltre l’inimmaginabile e deve poter legare il governo di
tutto l’esistente con tutte le sue infinite sfumature, per recuperare i più
distanti nella caduta; ma deve anche, poter dare beatitudini su beatitudini a
tutti i figli che co-governano nell’infinita
Creazione materiale, animica e spirituale. Il
linguaggio di Hellaskus-Gabriel-Simeone, ne è un
esempio.