Commento
alla quarta “mattonella”
di A.Wolf
La vita di ciascuno di noi si snoda in episodi che dovrebbero sempre indirizzarci a guardare dentro noi stessi, affinché l’analisi delle condizioni della sfera familiare – oltre che la nostra stessa – ci spinga a riverificare la nostra personalità, le tendenze, le abitudini, gli errori ripetuti, le azioni e gli atti che malauguratamente hanno potuto portare a costrizioni o impedimenti di vita ad altri, oltre che ai propri familiari.
Ancora una volta, tramite questa ulteriore Parola ad A.Wolf, il caro Padre celeste attraverso un breve, ma incisivo racconto, ci indirizza al concetto del peccato che comporta in sé già un giudizio, e questo rimane tale finché il peccato non è riscattato, ovvero rimesso.
È importante notare come la colpa ricada sui figli e sui figli dei figli, e che una malattia, oggi addebitata a virus, contagi, sfortuna, ereditarietà, maledizioni, ecc, e curata con tutti i farmaci possibili, può ed ha quasi sempre origine dallo spirito che lotta, affinché ciascuno sia guidato a rivedere la propria vita e le proprie tendenze.
Qui abbiamo un contadino – Bartols – (anche il nome è indicativo e non casuale), profondamente rozzo, che non si rende conto del danno procurato da un suo antenato al suo vicino di campo, per avergli sottratto, da una generazione, una parte di campo non riscattato, di cui anch’egli crede sia stato ereditato legalmente, nonostante attraverso un atto falso. Egli, però, davanti a una parola del Vangelo durante la celebrazione della Messa, e poi attraverso la confessione, viene guidato a guardare in se stesso e, finalmente, per la prima volta nella sua vita, con una percezione del senso della colpa riesumata, sceglie di seguire questo impulso spirituale e cambia il suo atteggiamento con il primo prossimo con cui ha a che fare: la sua figlioletta malata. Per Dio è sufficiente una sola azione affinché egli dimostri la sua buona volontà a lasciarsi guidare dal suo interiore e, per la prima volta nella sua vita, rivolge il pensiero a Gesù, sebbene Lo riconosca solo come uomo.
Gli viene concesso così di poter parlare con il nonno defunto, il quale si materializza nel primo momento di interiorizzazione del riconoscimento della colpa, cosicché davanti a un tale atto soprannaturale, egli crolla nella sua arroganza e si impone di porre rimedio all’errore.
La figlia malata nata sciancata, per colpe non sue, non è solo una vittima, ma l’incarnazione di un angelo che si sarebbe sacrificato pur di ricondurre sulla buona strada il Bartols; e le lacrime diventano finalmente una liberazione per tutti.
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