(Dettato ad Anita Wolf nel 1952)
tratto dall’Opera
Solo
Dio, l’origine di tutte le cose, poteva chiarire un concetto così apparentemente
semplice, ma invece profondamente inafferrabile. L’OnniSanto-UR
ha dato in sacrificio il Suo Amore già ai primordi della Creazione, al sentore
della prima caduta di Sadhana, e solo la Sua santità
poteva redimere il ‘caduto’. Solo l’essenza dell’Iddio vivente poteva
‘redimere’, un Atto prettamente della Divinità, che
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Un’altra
Rivelazione sulla redenzione (estratto da “Doni del Cielo”
di J. Lorber)
«Israele viene liberata
tramite il Signore,
tramite l’eterna
Redenzione»
[Isaia 45,17]
Non tutti i cristiani accettano
di ricevere assolutamente la redenzione quando credono in Cristo.
La si pretende quasi sempre
senza esaminare, quanto alta fosse da valutare la fede.
Soltanto, così è della fede: «…se non ha opere, per se stessa è
morta!» [Giacomo 2,17]
(Dettato)
1. Nell’Atto di Creazione, quasi non conosciuto, l’Onni-Santo Ur ha dato come Sacrificio il Suo AMORE, già in quell’inizio, dove Satana diventò omicida [Giov. 8,44: “Voi siete progenie del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui. Quando parla il falso, parla del suo, perché è bugiardo e padre della menzogna.”], appunto allora, quando la figlia della Luce cadde per diventare un Lucifero e cercò di attirare nel suo legame i figli del Cielo. In questa prima parte del Sacrificio, Ur ha offerto tutto per salvare i perduti, di preservare gli aggrediti dalla perdita della loro Luce.
2.
Questo Sacrificio e
l’eterna Redenzione non hanno raggiunto finora nessuna giusta interpretazione.
Si conoscono i cristiani solo sin da Cristo,
3.
«Io sono il Santo in
Israele, il tuo Salvatore!» [Isaia 43,4]
«E tu
non devi conoscere altro Dio, che solo me e nessun salvatore che unicamente me!»
[Osea 13,4]
4. Queste Parole di Dio sono talmente precisate, che sono solo da interpretare nella sua forma al presente. Non è Dio sempre presente? I Suoi pensieri, parole, azioni, - non sono appunto un’espressione della Sua presenza? Esiste un Dio passato, Uno futuro, quindi un Dio mutabile, che deve di tanto in tanto guidare il necessario nel mondo? - soprattutto l’eterna Redenzione? Oppure si vuole assegnare questo eterno solo al futuro? Dove rimane allora la conoscenza del: «…di Eternità in Eternità» ?!
5.
6. Ma le parole di Dio, testimoniano, indipendentemente dalla loro interpretazione. La cosiddetta auto-redenzione oggigiorno insegnata molto, contraddice quell’alto maestoso Sacrificio-Amore-Ur e del Sacrificio-Necessità-Croce. Perché: o si crede in Dio ed in una eterna Redenzione, oppure non ci si crede! Allora la fede in una auto-redenzione è una povera auto-suggestione.
7.
Gli auto-redentori insegnano che Dio non possa
redimere colui che non si vuole
lasciare redimere. Se l’Onnipotente non
può, sia messo lì! L’opinione
sull’auto-redenzione che si sta diffondendo, è la grave malformazione dell’era
tecnicizzata, quel pericolo principale di cui Cristo mette in guardia [Matt.
24,11 / 24,12 e 24,24: «E molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. E
perché l’iniquità sarà moltiplicata, la carità dei più sarà raffreddata.
Allora, se qualcuno vi dice: ‘Il Cristo eccolo qui, eccolo là’, non ci credete;
perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno gran segni e prodigi
da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti»]. Ma per questo
non si ha nessuno sguardo, perché il molto amato EGO cerca di annebbiare
8.
Oggi è l’uomo l’eroe del giorno; oggi egli può fare
quasi tutto ciò che vuole. Ma chi sa – forse è quella
«Fin qui tu verrai e
non oltre; qui deve fermarsi l’orgoglio dei tuoi flutti!» [Giobbe 38,11]
9. L’uomo si sente come vincitore di spazio e tempo; quindi non è grande il passo che lui - qui anche il cristiano (solo quello falso) fa di sé l’auto-redentore - non ha bisogno di nessuna chiesa, nessun Cristo, nessun Dio! Non gli entra (nella mente) che: chi vuole redimere se stesso, deve possedere la capacità di perdonare a se stesso i suoi peccati.
10. Il ‘gioco’ con tali pensieri è un tendere la mano alla Santità di Dio. Da quel punto da dove un uomo perdona la colpa all’altro, fino al punto da redimere se stesso, quasi non è più stato che un passo, anche se lo stesso è costato secoli. Il noi uomini ha messo le sue trappole; e ci si sono ingarbugliati dei cristiani, perché non hanno risvegliato per ultimo nessun credo dal Cristianesimo.
11. L’autentica fede conosce la chiara linea: come Salvatore è Dio che ha eseguito l’eterna Redenzione! Attenzione: non solo una futura! Ma ciò che qualcuno può (fare per) contribuire alla Redenzione, che non avviene in nessun caso attraverso se stesso, deve, alla fine, meglio può , osservare i Comandamenti. E non solo per questo mondo, e nemmeno solo per la materia; perché se fosse così, allora Dio dopo la caduta avrebbe dovuto formare dalle Leggi per via dello sviluppo imprevisto. L’Onni-Sapiente ha previsto la caduta – ma non predeterminata.
12. Nella
Sua Previsione, nella ‘inclusione della
possibilità attraverso la libera volontà’, Ur ha, prima che una creatura fosse
da mettere sotto
13. Che
nell’Empirio
14. Ritorniamo
di nuovo alla Redenzione.
15. Poteva
bensì essere uno specchio; ma Israele nel suo reale significato, si
riferisce unicamente al Regno. Proprio qui è radicata
16. Proprio
così stanno le cose con
17. Questa può ben essere considerata come co-aiuto, ma non è
mai
«Colui il quale ha
dato se stesso per tutti alla redenzione» [1° Tim. 2,6]
«…nel Quale (Gesù)
abbiamo tutti la redenzione
attraverso il suo sangue, la remissione dei peccati» [2° Col. 1,14]
18. Dio
riversa con poche Parole
19. Con
ciò si chiude naturalmente
«Mediante il proprio
sangue è entrato una voltaper sempre nel Santuario,
avendo acquistato una
redenzione eterna» [Ebr.9,12]
20. L’uomo
tramite Dio-Cristo è indissolubilmente unito con Lui. Se questo Legame viene
offerto come ‘Redenzione’,
non ha bisogno di domanda; ma il quando
avvenga, è lasciato all’uomo. Di
questo fa parte l’autentica fede, da cui sorgono autentiche azioni, da cui può
far agire su di sé
21. In questo caso è diventato un autentico figlio di Dio. Luogo e tempo hanno un ruolo secondario. Naturalmente è un guadagno penetrare presto e profondamente nella Redenzione, non solo essere un cristiano superficiale oppure uno con gli errori ai quali sono stati dati ampi spazi.
22.
23. Per
questo scopo era necessario un Mediatore, il Quale assumesse una via di
Sacrificio a favore di tutti i poveri. Questo lo
poteva solo l’Uno, il Padre della Misericordia. Di questo testimonia
«Ma io so che il Mio
Redentore vive; e che per Ultimo si leverà di sulla polvere» [Giobbe 19,25]
24. La fede di Giobbe è una confessione altamente magnifica dell’eterna Redenzione, dell’eterno Redentore! Questo più alto predicato non è da impiegare su nessuno se non su DIO unicamente.
25. Anche Isa-i (Isaia) conosce questa certezza della Salvezza, che annuncia la vera posizione fra Redentore e redenti. Egli adora:
«O tu, Signore, sei
nostro Padre, il tuo nome in ogni tempo è Redentore nostro!» [Isaia 63,16]
26. Quale
testimonianza: da sempre! - quando Egli nella grande, cordiale Misericordia
[Isaia
63,15: «Guarda dal cielo e mira, dalla tua dimora santa e gloriosa: Dove sono
il tuo zelo, i tuoi atti potenti? Il fremito delle tue viscere e le tue
compassioni non si fan più sentire verso di me».] ha lasciato
spegnere
27. Se è così, come può l’uomo, infetto dal materialismo, parlare di una auto-redenzione? Con il voler essere come Dio [Gen. 3,5: «Ma Iddio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno, e sarete come me, avendo la conoscenza del bene e del male».], allora vorrebbe distruggere il santo COMPIUTO. Lo potrà – per sé - come gli uomini dell’Eden persero il Paese di Dio attraverso la loro istintività.
28. Fin
dove giunge indietro nei tempi
«Dov’è un popolo sulla
Terra come il tuo popolo Israele,
per via del quale Dio
è venuto per redimere il suo popolo?» [2°Sam. 7,23]
29. Direttamente
acclusa alla caduta,
30. La liberazione è solo nella Mano destra del Redentore. Il re dei salmi pronuncia altra conoscenza, come:
«Nelle tue mani metto
il mio spirito; tu mi hai redento, Signore, tu fedele Iddio!» [Salmo 31,6]
31. Sarebbe una magra conoscenza, impiegare questo solo sulla liberazione terrena. Aver riconosciuto una tale Parola di Dio, ed ognuno sentirebbe la risposta dell’Onni-Santo:
«Non temere, perché io
t’ho riscattato,io ti ho chiamato per nome; tu sei mio!» [Isaia 43,1]
In più:
«Ma io li voglio
salvare dall’inferno e dalla morte;
morte, io voglio
esserti un veleno;
inferno, io voglio
esserti una pestilenza!» [Osea, 13,14]
Qui è inoltre da aggiungere il
successo della Redenzione!
«Io ho fatto sparire
le tue trasgressioni come una densa nube,
torna a me, perché io t’ho
riscattato!» [Isaia 44,22]
32. Queste Parole sono senza dubbio rivolte al tempo che le ha ricevute. Il Principio redentore si occupa (solo) in seconda linea con il più necessario della materia; ma i prigionieri sono da liberare dalla stessa tramite la più alta somma di riscatto che esiste: il Sacrificio di Ur dall’Eternità, attraverso il Golgota rivelato volontariamente per ultimo! L’essenziale viene staccato, sbucciato il nocciolo dell’essere, con cui l’involucro, la sostanza, trova pure la sua liberazione.
33. Chi sa lottare per liberare se stesso da tutti gli interessi dell’ego senza pensieri a proprio vantaggio ed ha da contribuire alla sua salvezza, costui possiede la vera umiltà di cuore, e si dà al Redentore, che redime tutti tramite il Suo sangue, e li porta a Casa. Questo opera la rinascita, con cui (si) diventa redenti.
34. Esiste una differenza fra essere redenti e (farsi) redimere? Da quel tempo in cui il Vincolo-Ur, il Creatore partorì la creatura nei Suoi maestosi Intervalli, la quarta successione ‘Padre-figlio’ di cui sia solo menzionato che i figli fedeli (angeli) riconobbero Ur come Creatore, si seppero dipendenti da Lui e lo vollero essere, proprio questo li rese creativamente liberi. Sotto un Capello-Creatore predomina la più alta libertà.
35. Da
qui devia una seconda via per la preannunciata differenza: se un
figlio-creatura si sottomette al suo Creatore per conoscenza, oppure se
dev’essere mantenuto e guidato attraverso l’esistente Polarità di Potere del
Creatore. In vista della Redenzione fa risultare due cose.
«Li si chiameranno il
santo popolo, i redenti del Signore!» [Isaia 62,12]
36. Li si chiameranno, quindi non lo sono diventati essi stessi. Un uomo cattivo a volte è necessariamente da chiamare buono, per toccarlo moralmente. Questo aiuta a volte meglio al ritorno, che presentargli sempre le sue cattiverie. Anche in lui – bensì coperta – dimora la parte spirituale, che nel decorso della Creazione aiuta la creatura alla figliolanza di Dio.
37. Questa parte spirituale ha fatto sorgere il santo popolo. Questo si riferisce alle epoche della Luce prima della caduta. Gli abitanti della Luce erano ‘santi nel SANTO’! Solo l’epilogo ‘i redenti del Signore’ è da ascrivere alla caduta. In questa il popolo santo, fedele, ha la possibilità di inserire il suo ‘servizio del co-aiuto’ durante una via nel mondo, in prima linea per tutti coloro che devono essere redenti: quei poveri, i precipitati, che avevano oltraggiato contro Dio. A tali è rivolto il co-servizio d’aiuto come co-sacrificio e come co-aiuto sulla via.
38. Oltre a tutto questo è unicamente il Salvatore il Redentore! Dal venir redenti si forma l’esser redenti e, per i rimasti fedeli, il redento. Segue ancora una quarta cosa, che naturalmente ha la radice nel predetto servizio come principio d’aiuto aggiunto. Se da ciò si lascia anche sbucciare solo l’aiuto secondario, questo è comunque inserito tramite il libero servizio dall’Aiutante-Ur.
39. Ma
non sarebbe necessario nessun aiutante, se nessuno avesse bisogno di aiuto. L’Onni-Santo non ne ha bisogno per guidare fuori
40. Ogni
co-aiuto di figlio deve passare attraverso
41. Il co-aiuto per se stesso conosce altre vie. In ciò sta comunque del tutto nel proscenio l’Aiuto di Dio; ma per se stesso è poi possibile, solo quando e mentre un uomo si sottomette totalmente al suo Salvatore, quando cerca di liberarsi da tutti gli smarrimenti del traffico del mondo.
42. L’Altissimo
include la ‘spinta dell’anima risvegliata’
nel Suo Aiuto, affinché giunga da ciò alla gioia e, da questa, a nuova Forza.
Questo cooperare conduce molto bene alla Redenzione, quando avviene;
ma rimane:
43. Il ‘Piano’ del santo Aiutante non cambia mai un uomo! Finché qualcuno è troppo avvinghiato dal suo ego, fino ad allora – anche se non consapevolmente – mette Dio nella sua povera ombra, - per sé, beninteso! Proprio di questo il re dei salmi dà nuovamente una testimonianza loquace:
«Quanto a me, sono
povero e misero, ma il Signore ha cura di me.
Tu sei il mio Aiuto ed
il mio Liberatore, o Dio mio, non tardare!» [Salmo 40,17]
44. L’anima ancorata saldamente nello spirito con l’Aiutante si chiama povera e misera, con cui ha il Salvatore. Con questo collegamento di Salvezza si diventa co-aiutanti nell’Opera: su se stessi e su altri, per i quali si serve come esempio. Il co-aiuto di Davide non si esaurisce nel semplice sapere che può confondere. Impiegato giustamente, ottiene molta buona Forza.
45. La
tecnica ha portato una cucciolata di
Moloch, di cui inoltre fa parte oltre all’auto-redenzione
anche quella di Cristo, nostro Fratello,
con cui si vuole spogliare Dio della Divinità [Giov. 19.23: «I soldati
dunque, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro
parti, una parte per ciascun soldato, e la tunica. Or la tunica era senza
cucitura, tessuta per intero dall’alto in basso»]. Qui è persino
secondario, se Egli,
il Dio,
sia il Figlio
dogmatico oppure biblicamente, eternamente, l’Altissimo stesso. In ambedue i
casi la fraternità attaccata toglie
Qual cattiva mela dal muro del Paradiso!
46. Se
si riconosce, seguendo la cosa magnifica della nuova Rivelazione, che lo
stilismo di una dogmatica-trinità è diventata insostenibile, allora si deve
intraprendere l’alta strada, oppure l’intero cristianesimo non giunge mai ad
una unione secondo
47. Certamente GESU’ come Uomo si avvicina agli uomini nel senso fraterno e nella Sua Fraternità ha preso su di Sé la necessità esteriore del Getsemane e del Golgota. Per chi? Per Sé? Perché era solo un Uomo? Solo il Figlio dell’Altissimo? Eppure Lui, come grande Medico ed Aiutante, ha portato tutto per coloro che avevano bisogno del Medico ed Aiutante? - ?
[Matt. 9,12: «Ma Gesù,
avendoli uditi, disse: Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i
malati». Luca 5,31: «E Gesù rispondendo,
disse loro: I sani non hanno bisogno del medico, bensì i malati».]
«Nessuno ha un amore
più grande che quello di dare la sua vita per i suoi amici». [Giov. 15,13]
48. Per gli amici! Ah, come deve far rabbrividire il cuore, che il Salvatore chiama tutti gli uomini amici! Quindi appunto, non fratelli o sorelle. Anche Giovanni Battista si chiama in magnifica chiarezza ‘l’amico dello Sposo’ [Giov. 3,29: «Colui che ha la sposa è lo sposo; ma l’amico dello sposo che è presente e l’ascolta, si rallegra grandemente alla voce dello sposo; questa allegrezza che è la mia, perciò completa»; – Matt. 23,8-10: «Ma voi non vi fare chiamar ‘Maestro’; perché uno solo è il vostro maestro, e voi siete tutti fratelli. E non chiamate alcuno sulla Terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nel Cielo. E non vi fate chiamare ‘guide’, perché una sola è la vostra guida, il Cristo»]
49. L’uomo supermoderno decora persino le chiese con immagini e figure moderne, che non possiedono nessuna somiglianza della Immagine con la quale il Creatore ha creato le creature. Non c’è da stupirsi quando la chiesa tutta insieme, perde. Il simbolismo della maestosa Rivelazione è molto coperto; presto non ne rimarrà più nulla – non esiste nessuna svolta.
50. Solo quando tutti i cristiani ritorneranno indietro alla maestosa unica Dottrina di Dio, a quella Fede, che Dio rende unicamente beati, si vedranno tutti i punti dolenti. Allora non esisterà nessuna trinità, nessun Cristo – nostro fratello, ma solo UN DIO, il SALVATORE DA SEMPRE! Dopo cadrà nella polvere anche l’auto-redenzione; poiché questa sta nel Firmamento dell’Eternità:
Via per tutti per la loro eterna Redenzione!
51. Allora anche l’uomo del mondo diventerà il figlio di Dio, come lo sono tutti coloro che provengono dal Cielo. Non c’è scritto da nessuna parte: tu sorella (o fratello) Sion e Gerusalemme, ma:
«Esulta grandemente, o
figliola di Sion, manda gridi d’allegrezza, o figliola di Gerusalemme;
Ecco, il tuo re viene
a te; Egli E’ giusto ed Aiutante!» [Zaccaria 9,9]
52. Se
si vuole aiutare, si deve anche mettere a disposizione la propria capacità, la
propria forza, necessariamente il proprio patrimonio, più spiritualmente che
terrenamente. Si diventa co-aiutante, se non si lega un aiuto ad una clausola.
Solo tali doni – benedetti da Dio – passano attraverso
53.
Chi fa splendere questo dal suo spirito, lo scava
profondamente nella sua anima che ama l’umiltà, non si lascia abbagliare
dall’idolo dell’ego, oppure da ciò che viene sospinto alla fede del cristiano,
e si trova su quella via che conduce alla ‘Corsia dell’Altissimo’,
all’eterna unica Redenzione, alla liberazione, al diventare figlio in Dio! In tali vive
«Io so
che il mio Redentore vive!»
Amen!
18.08.1952
A.W.H.
* * * * * * *
[Sul ‘Cristo,
nostro fratello’ si trova ancora qualcos’altro in questo stesso
libro al cap. 6: “Fratello
Giovanni”. - Sui quattro ‘Intervalli’ di un Collegamento-Ur’ è riferito qualcosa di più preciso
nell’Opera principale ‘Eternità-Ur in Spazio e Tempo’.]
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