- Rivelazione –
( Dettato ad Anita Wolf )
tratto dall’Opera
“Dieci piccoli mattoni”
La preghiera
per eccellenza, l’unica vera e consigliata da Gesù, così da mettere nella mani del Padre il tutto di se stessi attraverso sette
richieste.
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«Voi
dunque pregate così:
“Padre
nostro che sei nei cieli,
sia
santificato io tuo nome;
venga il tuo regno;
sia
fatta la tua volontà anche in terra com’è fatta nel cielo.
Dacci
oggi il nostro pane quotidiano;
e
rimettici i nostri debiti, come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri
debitori;
e
non ci esporre alla tentazione,
ma
libraci dal maligno.»
[Matt. 6,9-13]
1. Nel Sermone sul Monte che apre e circonda il Cielo, è intrecciato anche il ‘Nostro Padre’. Nel contenuto di tutte le Parole di GESU’ non si deve manipolare nulla. Chi lo fa, è uguale al servo del burlone.
2.
Ma
3. Chi lo sa, come sono da afferrare le Parole di Gesù, da riconoscere le loro profondità di salvezza, come lo può il linguaggio adeguato alla Terra ed al magro intelletto di un uomo? Fin dove opera almeno la pura volontà è da giustificare, anche se non del tutto maturo nel modo conclusivo. Ogni opinione può essere un gradino; e ben per colui che in ciò si fabbrica la sua scala del Cielo.
4. «Ho ancora molto da dirvi, ma ora non lo potete ancora portare» [Giov. 16,12]. Questo vale per i discepoli di Gesù alla fine dei Suoi anni d’insegnamento, mentre il ‘Nostro Padre’ cade nel loro inizio, inoltre è pregato per la grande folla. E’ strano che migliaia che non potevano quasi guardare oltre il loro punto di vista, poterono sentire il non facile Sermone sul Monte.
5.
Non in ogni caso esiste una traduzione fedele alla
lettera fino al cosiddetto punto-I.
Le lingue dipendono dall’accettazione sentimentale e certe cose possono avere
un differente contenuto. Oltre a ciò,
6. Questo si mostra prevalentemente nella preghiera:
«Padre nostro nel Cielo»
7.
Si dice in generale: «Padre
nostro che sei nel Cielo». Il senso è ben lo stesso; ma vale
«il Tuo Nome sia santificato»
8.
Anche qui la circoscrizione: «Sia santificato il Tuo Nome». Il senso vuole significare, che Dio
riveli Se stesso, e ciò avvenga attraverso «il
Tuo Nome» all’inizio, prima che «sia
santificato». Il ‘Santo’ è inciso
nel Nome e non viceversa. Il Signore Si è sempre rivelato secondo il Nome, per
offrire agli uomini una possibilità di avvicinamento. Se imparano a conoscerLo secondo il Nome e l’Essere, allora Egli rivela anche
«Il Tuo Regno venga»
9. . Perché viene sfiorato così brevemente il Regno? Oh – Israele non si aspetta nessun Regno di Dio, nessun ‘Messia Redentore’. Un re della casa di Davide deve spezzare Roma. Il peso del peccato è secondario (oggi ancora per molti). ‘Liberi da Roma’ erano le parole. Ora il Salvatore immette un seme di nostalgia nei cuori: il Padre è nel Cielo, e il Suo Nome santificato porta il Regno. Persino all’animo più semplice può essere riconoscibile che ‘questo Regno’ non è dalla Terra [Giov. 18,36: «Gesù rispose: Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori combatterebbero perché io non fissi dato in mai dei giudei; ma ora il mio regno non è di qui»].
10. C’era qualcosa di aggiunto; perché solamente «Il Tuo Regno venga» fa scaturire la domanda: Dove? A chi? – Sì… a tutti!’ Doveva ben valere per i giudei; ma mancava la volontà. Perciò: «Il Regno di Dio vi viene tolto e sarà dato ad un popolo che porta i suoi frutti» [Matt. 21,43].
11. Nessuno
viene escluso; il Regno di
Dio ha
«La Tua Volontà sia fatta sulla Terra come in Cielo»
12. La
richiesta, pronunciata così, impedisce
una comprensione più profonda. La volontà che testimonia del GESU’, come se
Egli fosse venuto solo per eseguirla, deve avere la sua meta nella fine. Non si
può adempiere
«Dacci oggi il nostro
pane quotidiano»
13. , «Vedete gli uccelli sotto il Cielo …», il Pane di Dio, che viene dal Cielo, sono la testimonianza di ciò che Gesù pensa dapprima allo spirituale, dopo al terreno, come nelle guarigioni Egli chiede prima la fede e poi guarisce l’infermità corporea.
14. Egli ha certamente preposto nella ‘Preghiera per tutti gli uomini’ il Cibo spirituale a quello terreno, come Egli ‘non è dalla Terra’, ma ‘dal Cielo’ [Giov. 3,13: «E nessuno è saluito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figliuol dell’uomo che è nel cielo»]; - [Giov. 8,23: «Ed egli diceva loro: voi siete di quaggiù; io sono di lassù; voi siete di questo mondo; io non sono di questo mondo»]. Egli ha pure dapprima istruito e poi saziato i cinquemila [Luca cap. 9].
15. “Dacci il Pane della Vita di questa Terra”. Così la richiesta ha il suo vero senso. La vedova di Zarpath [1° Re, cap. 17, 8-16] ha dato dapprima all’uomo di Dio, non pensando alla fame sua e del figlio. Quindi è venuto a lei il ‘Pane della Vita’, perché Elia è rimasto con lei. In seguito la dispensa e la piccola brocca erano sempre colmati. Dio mette il più grande valore sul Pane spirituale.
«Rimettici i nostri
debiti, come anche noi
perdoniamo ai nostri debitori»
16. Contro questa richiesta viene peccato di più, non siano contati i cristiani, non ci pensano proprio per nulla a perdonare ai debitori, per non tacere del tutto sulla restituzione del denaro[1]. Deve bensì regnare l’Ordine. Chi ha offeso, deve chiedere perdono; chi deve una somma, la deve anche pagare, se è possibile senza miseria. Questa è una naturale premessa.
17. Il Vecchio Patto conosceva l’Anno della remissione [Deut. cap, 15; Ger. 34,17: “Perciò, così parla l’Eterno: ‘Voi non mi avete ubbidito proclamando l’emancipazione ciascuno al suo fratello e ciascuno al suo prossimo; ecco, io proclamo la vostra emancipazione’, dice l’Eterno, ‘per andare incontro alla spada, alla peste ed alla fame, e farò che sarete agitati per tutti i regni della terra’»], dove tutti i debiti, che non erano nemmeno da estinguere con buona volontà, dovevano essere rimessi. Questo non è più possibile oggi nel senso del Vecchio Patto. Non lo sospende tuttavia e non che si debbano rimettere pure delle offese; possibilmente anche la colpa oggettiva. Per questo non ci vuole naturalmente nessun anno esteriore; tuttavia ‘anno’ significa ‘tutto un tempo’ ed in questo tempo deve davvero essere ‘del tutto’ perdonato.
18. Quando
ci si perdona - ma si pronuncia la richiesta come studiata - uno allaccia da se
stesso la irremovibile condizione che nemmeno la propria colpa viene perdonata,
da cui non risulta chiara
19. Gesù
dice: «Non dovete credere che Io vi accuserò dinanzi al Padre; vi è uno che vi
accusa: Mosè (
20. Viene sempre rilevato chiaramente il collegamento di Luce e tenebra. Il Signore insegna il totale perdono. Ma Egli allaccia la condizione: come tu fai all’altro, così sia fatto a te! Ma Egli lascia aperta al debole uomo una Porta di Grazia, attraverso la quale si può passare - se si vuole. E’ inclusa nella quinta richiesta:
«E perdonaci la nostra
colpa, come noi vogliamo perdonare tutti i nostri debitori tramite la Tua Forza»
21. Nonostante
ciò, rimane: “come io – così a me!”.
‘Come io voglio perdonare con
«E non indurci in tentazione»
22. Quel
messaggero di Dio che apriva impavido
Se
L’uomo si deve affidare alla Guida di Dio, appunto,
quando si trova nella tentazione. Oh - magnifica quella chiarezza: e guidaci, affinché non cadiamo in
nessuna tentazione!
23. Aiuta,
quando seduce il peccato, quando il mondo tenta. Allora il guidarci nella
tentazione contraddirebbe
24. Non solo falsi amici, il mondo ed altro sono covi della tentazione; no: l’uomo bramoso del mondo cede solo troppo volentieri alle sue proprie bramosie. Inoltre qui c’è da scoprire la radice di ogni male. In questi casi, come i più difficili, mettere tutta la Forza e l’interiorità nella preghiera: «Padre, guidaci TU alla Mano, affinché non vacilliamo e non cadiamo, quando noi stessi ci offuschiamo le Tue Vie», è il vero senso della richiesta altrimenti formulata in modo incomprensibile.
«Ma liberaci dal male!»
25. La
settima richiesta volteggia in qualcosa di complessivo, ‘dal male’.
Se nel ‘dal’ si vede la propria
bramosia, allora il testo è giusto. Ma dato che dei mali causati anche da mano
estranea possono travolgere, allora necessariamente dev’essere ampliato il ‘dal’. Si vuole avere la liberazione solo
da un male? Non sarebbe da esprimere
la richiesta, che Dio ci voglia liberare da tutti
i mali, liberare tramite
26. Ma non solo il male animico, anche malattia, sofferenza e miseria fanno parte dei mali che riguardano gravemente l’uomo, quindi possono essere inseriti nella richiesta di liberazione ‘da tutti i mali’. Dipende solo se la volontarietà del ‘portare a croce’ è abbastanza forte, che si prega bensì in questa richiesta nella fede, nell’amore, nella speranza, che si lascia comunque al Signore di togliere questo, quello o più mali; ma se non è così, il saper poi quanto fosse buono, salvifico, non ancora, non subito, di esserne liberato.
27. Dio libererà volentieri e subito dal peso del male, quando si porta il male nella pazienza. Più in questo, anzi prevalentemente, si trova il senso della richiesta di liberazione da tutti i mali. Con questa cosiddetta richiesta di arrotondamento con la somma riassuntiva: ma liberaci da tutti i mali, la Preghiera del Signore come tale è conclusa. Comprende l’allocuzione ‘Nostro Padre’, l’adorazione ‘nel Cielo’, e le sette richieste.
28. Con Parole di inaudita scarsità è aperta agli uomini la sconfinatezza del Regno. Ognuno può formarsi nel cuore vivamente il Regno di Dio, nella fedeltà, adorazione, amore e nel ringraziamento. GESU’ ha incorporato ‘tutta la pienezza della Divinità’ [Col. 2,9: «Poiché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità; …»]; e la stessa pienezza è nella Preghiera ‘Nostro Padre nel Cielo’.
29. La forma della Parola non vieta di penetrare in maggior profondità, soprattutto nel ‘Nostro!’ Di pensare a tutti, nella successione della Croce del Sacrificio, nella quale CRISTO ha incluso tutti i figli nel Cielo e nella materia, i grandi ed i piccoli, i lontani ed i vicini. Questo lo conferma ancora la lode che è la conclusione per l’orante:
Nostro
Padre nel Cielo,
Il
Tuo Nome sia santificato,
Il
Tuo Regno venga a noi tutti,
Dacci
il Pane della Vita di questa Terra,
E
perdonaci la nostra colpa, come vogliamo perdonare tutti i nostri debitori
tramite
E
guidaci, affinché non cadiamo in nessuna tentazione,
Ma
liberarci da tutti i mali.
Tuo
è il Regno, Tua è la Forza, Tua è la Magnificenza, nell’eternità!
Amen!
30. Il
Suo Regno è: l’Opera del Creatore!
«Poiché
un fanciullo ci è nato,
un figliuolo ci è stato dato
e
l’imperio riposa sulle sue spalle,
sarà
chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente,
Padre
eterno, Principe della pace..»
[Isaia 9,5]
A. Wolf
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