- Rivelazione –

(Dettato ad Anita Wolf nel 1952)

tratto dalla raccolta

“Dieci piccoli mattoni”

 

Un raccontino che si legge tutto di un fiato…, ma che presenta un concetto base per dare una svolta alla propria vita, per iniziare un cammino, per accettare l’essenza del Cristo che sulla croce ha perdonato i peccati di tutti. Per ciascuno di noi, anche un solo peccato, neanche apparentemente pesante, diventa per il successivo mondo dello spirito l’elemento che deve essere riconosciuto, e per il quale tutte le circostanze esteriori dovrebbero essere comprese per riconoscere ‘la nostra colpa’.

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“E rimettici la nostra colpa”

 

Commento all’Opera

 

 «Voi dunque pregate così:.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;

venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà anche in terra com’è fatta nel cielo.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano;

e rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori;

e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno».

[Matt. 6,9-15]

 

                         1.               La preghiera pronunciata dal sacerdote, accompagnata da un mormorio, diventa ancora più piana. Tutti coloro che arrivano per ascoltare, per gettare i loro carichi davanti all’alta Croce, si abbassano quando questa richiesta più pesante, del ‘Nostro Padre’, deve essere fatta conoscere. Perché? Ah, - ognuno lo sa, anche se non lo vuole ammettere.

                         2.               «Perdona a noi le nostre colpe», viene  supplicato volentieri; non è una leggerezza di dover stare in ginocchio dinanzi alla Croce con i peccati scoperti, per non parlare di quelli nascosti. Ma il grave seguito, «come noi perdoniamo ai nostri debitor», questo preme. Questo lo dovrebbe prendere veramente Dio su Se stesso, come Egli riassunse senz’altro il peso dei peccati nella Sua Croce. Perché Egli pretende questa parte difficile, mentre Egli sa come gli uomini …

                         3.               Il contadino Bartols si piega profondamente – molto profondamente fino a Terra nel vistoso seggio della sua chiesa. Da settimane le cose vanno così. Sempre, quando arriva questa richiesta, sale un pensiero e termina all’improvviso con uno strano soffio: ‘GESU’, anche Lui era un Uomo ed ha portato – Lui stesso senza colpa ed errore – il peso del mondo. Non è troppo ciò che tu vuoi caricarGli, ancora dopo…?

                         4.               Oggi la pressione è particolarmente grave. Il tempo non guarisce, come pensava – come non pensava in genere. Questo gli era del tutto indifferente. Gli occhi del giovane sacerdote, la cui anima riposa matura nella mano d’Opera di Dio, lo guardano indagando. - Oh, stolta immaginazione, che lo vuole solo ingannare! - Timido leva gli occhi ed ecco – lo colpisce un altro paio d’Occhi, bensì benevoli, ma colmi di indicibile tristezza. Possono degli Occhi morti, fatti solo da mano d’uomo, di un crocifisso, essere così ardenti, così vivi…?

                         5.               L’uomo robusto si aggrappa al seggio della confessione, come un alzarsi sicuro, come sempre, e ricevere l’assoluzione della ‘chiesa’. Getta una grande moneta nella cassetta. Il suo suono è ottuso: ‘Un dono morto! – un dono morto’. Persino i suoi stivali lo gracchiano nel ritmo, quando tende verso casa, nel modo di come cammina sull’erba corta del bordo della strada. Un uccellino canta nei rami: ‘Un dono morto – un dono morto!’. Iracondo alza un sasso per uccidere l’innocente ammonitore. Ma di nuovo stanno gli Occhi davanti a lui, come nella chiesa – ed è solo la ‘crocetta del povero peccatore nella siepe’, come la si chiama, perché in questo  luogo è morto uno che ha ucciso suo padre.

                         6.               Il sasso cade tintinnante dalle dita senza forza. Frettolosamente Bartols fugge dal giudizio degli Occhi. Davanti alla sua grande fattoria che poco fa si è ingrandita di un ricco campo, incontra un uomo. Bartols si spaventa. E’ colui che davanti al tribunale aveva da consegnargli la parte del campo. Bartols è nel diritto, lo ha nero su bianco; nessuno glielo può togliere, nemmeno Dio. - Dio? - Il perdente non leva gli occhi e, malgrado ciò – vede i suoi occhi, spenti e in profondo, serio ardore;  gli occhi del Salvatore! - «E rimetti a noi la nostra colpa, come noi …»

                         7.               Quasi vacillante spinge il nuovo cancello. Sua figlia, una ragazzina delicata ed intelligente, con l’anca paralizzata, trascina un secchio di latte troppo pesante attraverso il cortile. Lui odia la bambina, perché è venuta al mondo malata, e la moglie che gli ha partorito l’inutile cova. Lui vende senza pietà una mucca che non dà nulla di regolare, anche se per anni ha portato buon latte ed i migliori vitelli. La moglie – hm, non la può vendere! - ma le fa sentire giornalmente il suo odio. «E perdona a noi …»

                         8.               Sua figlia si sforza impaurita di zoppicare via il più velocemente possibile. All’improvviso la piccola grida; il latte si versa sulle pietre. Come un povero animale giace davanti ai piedi del contadino ed aspetta una grave punizione, cosa che avviene sovente per motivi molto meno gravi. Muta, la bambina supplica il padre per aver compassione.

                         9.               Bartols prende un bastone che è proprio vicino a lui. Allora lo colpiscono gli occhi di pianto. Sono questi gli occhi della bambina? Non sono occhi del tutto diversi? - che guardano dal Crocifisso nella chiesa e dalla croce del povero peccatore al campo? - «E perdona a noi le nostre colpe, come noi perdoniamo …», continua a suonare nel cuore duro dell’uomo? - inesorabilmente, parola per parola? Si china. La bambina piange forte nell’attesa di una punizione peggiore.

                       10.             Sulla porta compare la madre. Oggi non rimane ferma lontana; oggi si getterà contro il furioso per fermare i colpi che devono arrivare sulla bambina, senza colpa. Ma si blocca irrigidita. Il contadino ha sollevato la piccola, certo, non molto delicatamente; le sue mani hanno disimparato da tempo di accarezzare. Ma non fa male. Per la frazione di un attimo la grande destra, che agisce così dominante, riposa sui riccioli dorati.

                       11.             Calmo dice: “Ora non piangere, il secchio era troppo pesante ed il latte …”. All’ultimo bordo della macchia di latte, leccano cane e gatto, “…ebbene, oggi cane e gatto hanno un giorno di festa. Eh, moglie, la bambina non deve più trascinare tali secchi! Soprattutto, abbiamo due serve e tre servi, voglio…”.  Il resto lo mormora incomprensibile fra sé e sé.

                       12.             Più spaventata che per le botte, la bambina malata guarda suo padre. Ma quanto rapidamente un piccolo cuore prende fiducia, quando gli viene fatta una giustizia. Delicatamente accarezza la grande mano dell’uomo e – si precipita singhiozzando nelle braccia spalancate della madre. Bartols si rivolge verso le stalle.

                       13.             I suoi animali hanno paura, così gli sembra; no? - è così! Si avvicina ad ognuno singolarmente e li accarezza, come lo aveva accarezzato la mano della bambina. Il suo cuore rude palpita più forte. Vi sono ancora dei moti differenti; perché chi o che cosa incontra: uomo ed animale, ognuno ha due differenti occhi. In uno vede come dalla Croce, nell’altro quella della bambina. Non si è mai coricato nel fieno; oggi vi si spinge dentro, non vuole, non può sopportare gli occhi.

                       14.             «E perdona a noi …», in Verità comincia dall’inizio, non riesce ad andare avanti con questa richiesta. Di questo è colpevole il Signor Iddio! Come può Egli ad un uomo - vedete che uomo! - maledizioni nascoste. Sorgono delle immagini. Sì, sì, suo nonno ha avuto quel campo di frumento, due terzi di ciò che si spingeva (spargeva) nei suoi campi, portato con ingiustizia alla sua fattoria; lui lo sa bene.

                       15.             Suo padre con quel campo è diventato ricco. Era quindi colpevole il campo? - Al contrario! - anno dopo anno c’era una grande benedizione sul campo. Con la nuova strada il resto cadde del tutto naturalmente dal suo proprietario, ed era separato da lui solo dalla stretta striscia di prato. L’altro possedeva solo questo pezzo, ma tutt’intorno era il miglior terreno di frumento.

                       16.             Aveva scavato nella buia notte in vecchi scritti, scoperto nero su bianco che questo terzo era stato comperato allora, lasciato all’altro fino alla sua morte, contro scarso pagamento, all’avo. Suo padre non ne aveva mosso una mano, per cui lui aveva rimproverato ‘il padre’ fino alla tomba. Per fortuna non era troppo tardi; si doveva solo mostrare al giudice questo scritto, allora si sarebbe ottenuto il proprio diritto.

                       17.             Bartols leva la testa. Allora vede una mano bianca. Gli si blocca il sangue. Occhi vuoti ardono, una voce fantasma dice: “Guardami! - che cosa è stato di me! Non rimanere nella tomba.., - non ci si entra nemmeno - è una bugia! - come molte cose. Anch’io sono una bugia. Si decompone solo il corpo, ma la vita nel petto - l’anima – guarda, questa vive con tutta la colpa, provocata o, non perdonata.

                       18.             Ho fatto l’agguato all’altro, il ladro di selvaggina e contrabbandiere, che gli togliessi il buon campo, che era caro. Allora ho scritto il papiro; e l’altro ha dato spaventato il suo nome, altrimenti lo avrei denunciato. Due terzi sono pagati a metà, un terzo no. Tuo padre lo sapeva e perciò non ha preso possesso del terzo. Tu, nipote, hai ereditato il mio sangue, sei diventato come ero io.

                       19.             «Perdona a noi la nostra colpa, come noi perdoniamo ai nostri debitori». Il tuo vicino, il nipote del mio, ti ha causato bensì l’ingiustizia, una piccola; ma tu lo hai ingannato e reso povero. Volevi come Valpurga, che amava l’altro. A lui hai dato la colpa e sei andato a prenderti la ricca; lei ti è affezionata e fedele. E la bambina? - guarda, questa è la colpa mia e tua! Ora ti dev’essere tolta, perché non puoi perdonare, perché carichi tutto su una vecchia ingiustizia.

                       20.             Quando arrivi nell’aldilà, - questo esiste”, dice la bocca cava, “allora ti succederà come a me: inquieto, fuggente sarai! L’altro ha bensì preso la Valpurga; ti ha anche chiamato cattivone, ti ha cacciato sul campo la buona mucca che ha abortito. Ma tu lo hai derubato, lo hai rovinato con il falso scritto. Lui, sua moglie e cinque bambini innocenti hanno dovuto languire …”. - “Smettila, smettila!”, ansima il contadino e vuole colpire la grigia nebbia e…, – si frantuma quasi la mano sulla trave dell’aia. Allora giace come morto. A lungo - -

                       21.             Una dolce carezza lo sveglia dall’ottundimento della sua anima. “Padre, padre …”, un povero corpo, troppo magro a causa del duro lavoro, che non può prestare senza danno, nessuna serva sana quattordicenne, per non parlare di  una bambina malata, di dieci anni; il padre si sforza di alzarsi. “Tu?”. Ad un tratto uno scuotimento. Non ha detto lui, il grigio, che gli dev’essere tolta questa bambina? - La bambina… - Un raggio di sole attraverso il lucernaio, si posa come una corona di luce intorno ai riccioli dorati.

                       22.             Nessuno sa che cosa è successo. La bambina riposa tranquilla e  beata piangendo al petto del padre; ed alcune lacrime gocciolano sulla sua barba. Allora si fa coraggio. Nessuno deve venire a sapere dell’ora spirituale nel chiaro mattino della domenica nell’aia. Lui porta la bambina attraverso il cortile, la posa nella buona camera sul divano e stende una coperta su quel povero corpo, che non lo spaventa proprio più. Vede solo gli occhi chiari e la corona di Luce. Questa bambina, o no – gli deve rimanere. - Il grigio

                       23.             Ancora nella notte si ammala gravemente. Un corpo delicato non ha la forza di sopportare lo scuotimento dell’anima. Il servo non viene colpito da nessun rimprovero, quando scambia nella fretta un anello delle briglie del cavallo marrone. Solo il balbettio rauco: “Fa presto, non aver riguardo al marrone, ma – ma non lo colpire! Nessuna frusta! La bambina … Porta solo subito il medico! Fa presto!”

                       24.             Guarda brevemente il carro. Il trottatore corre come mai sotto la sua mano dura, …e si ricorda: lui ha trovato sovente la sua bambina presso questo cavallo, quando lavava con acqua tiepida le sue ferite e l’animale, con testa abbassata, si lasciava lavare dalla bambina le ferite. Corre per questo ora così veloce…? - Hm, il vecchio, l’uomo della nebbia, lo saprebbe dire.

                       25.             Le cose stanno male per la bambina. Per giorni lottano con la morte il medico e la madre. La lucina diventa sempre più piccola. Nella quinta notte Bartols manda la stanchissima contadina a letto e lui stesso rimane seduto al letto dell’ammalata. - La quinta notte! Oh, ah, non è la quinta richiesta…? «E perdona a noi …»

                       26.             Comincia a pregare, la grande preghiera. Tre volte rimane bloccato con la quinta richiesta. Una tempesta passa intorno alla casa. Allora la ragazzina si sveglia. Spaventata, confusa dalla febbre, si vuole nascondere, quando nota il padre accanto a sé. Frettolosamente le grandi mani tendono alle dita bianche, sottili, che si agitano come uccellini stanchi morti. Delicatamente le chiude nelle sue calde mani.

                       27.             “Trudi!”, ha giammai pronunciato il nome della bambina? Il suono è il ponte sul quale cammina la piccola anima impaurita, ora tranquilla, verso il cuore del padre. “Padre, padre mio, devo andare così lontano; rimani con me, ho paura…”. - “Tu? No, sono con te; e nessuno deve venire, farti del male, venirti a prendere, nemmeno il …”.

                       28.             “Papa! Qui c’è un angelo”. - Un angelo? - Bartols si guarda alle spalle intimorito, con un brivido sulla schiena. Al posto dell’angelo vede il suo uomo della nebbia. Costui brontola: “E perdona a noi la nostra colpa, come noi perdoniamo ai nostri debitori. Nipote, riparalo, liberati. Nipote, espia la mia e la tua trasgressione, liberami dal luogo dell’orrore, dalla tortura della mia propria coscienza!”

                       29.             “Posso per questo tenere la bambina?”.“Nulla si può espirare per un prezzo; si deve pagare la colpa”. - La malata si getta inquieta da un lato all’altro. Inizia il mattino. Oggi si deciderà se la bambina… Presto imbriglia il suo trottatore. Lo fa con calma, quasi indugiando. Nella tasca arde uno scritto. Là nella stretta camera da malata sua figlia aspetta la liberazione; e lo zio aspetta la Redenzione – ognuno secondo il suo genere.

                       30.             Lui lascia andare libero il marrone come vuole ed impiega due ore fino alla città. Lui ha tempo. No! – non ha tempo! Se ne va quando gli zoccoli battono bonariamente; perché? – chissa…? Sta seduto in una altra stanza. Nei suoi pugni la carta stropicciata.

                       31.             Il campo di frumento, com’è ora, anche quella parte che una volta è stato affittato a ragione, quel terzo, lo fa trascrivere, all’altro. Il giudice ha comprensione, viene appunto estinto e riparato un vecchio debito, poiché con un preciso calcolo l’importo si pareggia con quello che in tutti gli anni era affluito alla fattoria di Bartols ingiustamente.

                       32.             Si ferma al grande magazzino. - ‘Ma Bartols, fino a natale è ancora tempo; e non hai mai pensato di fare un regalo ai tuoi’. - Compra una bambola ed una gonnellina rossa, ed un telo pesante, di seta. Con cura lega i pacchetti, affinché non si perdano durante il viaggio. Poi l’animale ritorna per la via conosciuta; non ha bisogno di briglie. Il contadino sogna, se…, forse… – No! - per un prezzo… non viene… estinta… nessuna colpa, dev’essere pagata, dev’essere pareggiata…!

                       33.             Da lontano vede qualcuno stare al cancello della fattoria. Spaventato tira le briglie, tocca dietro a sé, vuole gettare dalla carrozza le cose comprate; perché la bambina – la sua bambina – oh, l’angelo forse non era venuto per caso. Sospira…, in una mano la briglia floscia, nell’altra i regali, guarda alla serva anziana, che fa un veemente cenno. Ma ride forse? E’ pazza, la Anna, che era molto affezionata alla Trudi…?

                       34.             “Che cosa c’è?”, lui salta giù, getta le briglie al servo. La Trudi…, vieni contadino, la Trudi vi aspetta e…”. Si precipita nella casa. - La sua bambina, pallida come la neve, gli stende incontro le braccine magre. “Papino, mi hai portato qualcosa?”. Le serve, che lo avevano di nascosto seguito, corrono via singhiozzando. ‘La bambina, solo la bambina ha cambiato il contadino…’, dicono tutti.

                       35.             Presso il giaciglio sta l’anziano medico. Bartols lo guarda timido e, costui annuisce: “Gli rimane la sua piccola figlia; - …stammattina, erano le dieci, ecco – …è passata la morte”. - “Alle dieci?”. - Si ricorda. Il piccolo orologio di metallo nella grande stanza spoglia del tribunale batteva proprio le dieci, quando ha scritto il suo nome sotto il documento dell’espiazione.

                       36.             Lui crolla, solleva le mani intrecciate, non si vergogna delle lacrime che rotolano dai suoi occhi e prega:

«Perdona a noi la nostra colpa, come noi,

tramite la Tua Forza,

vogliamo perdonare a tutti, i nostri debiti».

20.10.1952

A. Wolf  H.

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