INTRODUZIONE
all’inizio dell’Opera
“KARMATA”
(Dettato dalla Luce)
(… segue
da.)
3. Anche se un arcangelo primordiale
è il primo che riceve da Ur la prima disposizione creativa come decreti divini che
non saranno mai completamente riconosciuti, – pur nella sua prima grandezza,
egli non sarà dinanzi al Padre-Ur più grande
dell'ultimo figlioletto più piccolo dinanzi allo stesso Padre. E seppur tutti i
primi, dinanzi all’Iddio e Sacerdote, dinanzi al Creatore, sono considerati
come preferiti perché hanno da rappresentare l'eredità divina nei confronti
della Creazione, alla fine, ‘l'Amore’
accresciuto al massimo, ‘la Misericordia’
del Padre racchiuderà tutti i figli di nuovo nella stessa Vita
dell'uguaglianza. Infatti, è una Vita provenuta dalla Divinità: l’eterna Vita-Ur!
E questa l'hanno ricevuta tutti i figli, senza distinzione, indipendentemente
dallo sviluppo delle singole gradazioni e delle differenti abilità dei figli.
4. La Misericordia avvolge
nuovamente il Rivelato, affinché sia sottratto
agli sguardi di coloro che ancora non comprendono il santo Mistero, non Lo
vogliono riconoscere e Lo tasterebbero con mani impure. Essa svelerà il
Mistero, rivelerà il Santo-Ur solamente a coloro che
si avvicineranno con pensieri pieni d’amore alla Divinità, coloro che non si
ricordano del Padre solo per proprio interesse, per facilitarsi con questo la
via della conoscenza, no; Lui si mostrerà a coloro che sono disposti ad
accogliere con animo sveglio e cuore vivente tutte le cose dell’Essenza divina.
Essi troveranno solo con sforzi seri la via dell’ultimo mistero, la porta che Lo
dischiuderà loro. Questi figli non esplorano la via per ambizione, o solo per
conseguire un puro sapere, ma piuttosto per amor della Misericordia che
racchiude tutto in Sé, per la santa-grande Unità! L’ultima e più grande Unità sarà
la rivelazione dell’ultimo grande Mistero! La conoscenza sul Mistero è la porta, è il passaggio, è il primo
passo per una nuova opera creativa, la quale deve seguire immediatamente al
suo primo risveglio! Questa porta è
il Padre, il passaggio è Dio, il primo passo il Sacerdote, e il primo risveglio è il Creatore nel Figlio, come
‘parte essenziale della Divinità-Ur’. E con il
Creatore, come anche in questa Creazione, …inizia il
nuovo divenire.
5. In tal modo tutti i figli
dovevano riconoscere che, per sollevare un giorno coscientemente l’ultimo velo
del Mistero, bisognava che ricordassero che non poteva essere ponderata neanche
una sola cosa, ma tutto sta in rapporto con la Divinità-Ur.
Ma potreste menzionarne una sola, nell’universo oppure sulla Terra, che non sia
intrecciata con la Divinità? Non ve n’è una! Quindi, cercate! Non fermatevi
alla conoscenza che a molti figli sembra essere l’ultima. C’è davvero una fede
che provoca da ogni conoscenza nuovamente risvegliata, l’appena afferrabile ‘presentimento’
di un nuovo divenire. – Questa fede è la Vita per l’eterna Essenza-Ur!
6. Chi comprende questo è veramente scelto
a qualcosa di speciale, che non sta nell’essere davanti ad altri figli, bensì
soltanto nella conoscenza che gli permetterà di percepire in ogni nuova nascita
la meta del progresso, lo sviluppo, l’ulteriore l’istruzione, e perfino nell’inoltrarsi
delle più intime profondità della Divinità. Se i
figli provengono dalla profondità di un’eterna primordiale Divinità – da dove
anche dovevano essere provenuti – allora sotto le leggi dominanti e immutabili
del santo Amore creativo che si chiama ‘Misericordia’,
deve esserci anche un identico ‘ritorno’,
e ogni figlio deve ottenere la possibilità e la capacità di diventare
nuovamente una cosa sola con la
Profondità, dalla quale un tempo fu concepito.
7. Non esiste nemmeno una
scappatoia, nessun: “Signore, non lo
sapevo!”, oppure: “Padre, credevo di non
poterlo!”. Ogni figlio, una volta che ha compreso di poter sollevare un lembo
del santo Mistero divino, porta nel suo cuore l’irrevocabile spirituale impulso
per l’ulteriore vita di conoscenza. Quest’impulso è realizzabile, pur se, fino
all’ultimo, resta sospeso. Ma nel governo della Creazione del santo Sacerdote
esistono vie in non calcolabile molteplicità, così che ad ogni figlio sono
state trasmesse possibilità e facoltà. – La via, una volta iniziata seriamente
con salda volontà, non è difficile in questa profondità, ma richiede il
continuo sacrificio dell’ego, così come Iddio sacrifica continuamente il Suo ‘Io’
a tutti i figli, quand’anche su differenti vie in seguito alle più differenti
condizioni! Perciò la via di sacrificio del figlio è ugualmente una via
difficile, e deve esserlo, altrimenti non sarebbe degno della ricompensa del
sacrificio, così come il sacrificio non sarebbe degno della ricompensa.
8. Nondimeno, affinché anche agli
ultimi figli della povera, e certo straordinariamente ricca e benedetta Terra,
possa essere fatto notare la massima possibile capacità per questa via, dall’iniziale
gruppo del menzionato “neonato pargoletto
celeste” deve essere descritta la via
del divenire di una simile anima di luce. A chi ora la via indica una
propria direzione e la percorre, il suo divenire si adempirà per la massima gioia
della Divinità, e non unicamente di quella del Padre! Perché il Padre è nella
Divinità, e la Divinità porta al nato il Padre, come Mediatore, come legame
indissolubile tra la creatura-figlia e il Creatore-Padre.
*
9. Accadde nella casa di Raphael, dove i fanciulli neonati, di cui ce n’erano dodici
coppie, ricevevano i primi ammaestramenti dall’arcangelo. – La stessa cosa si
svolgeva in modo simile in ogni casa dei principi sotto la Legge della
Caratteristica a quello affidata. – La svolta creativa, sotto il cui segno e
primo raggio vivevano i figlioletti, portava loro, contrariamente ai precedenti
nati, un particolare sviluppo. Essi diventavano maturi velocemente, cosa che, a
dire il vero, dipendeva anche dall’aumento della conoscenza dei principi e primi, derivante dal loro
stesso sviluppo. La contemplazione in una più ampia profondità-Ur
fondamentale, fornì la possibilità di facilitare e anche di abbreviare a questi
fanciulli, sotto l’influsso della nuova conoscenza, lo sviluppo del primo
gradino della fanciullezza. –
10. Durante il cammino terreno della
Divinità, come ‘l’Amore nato’, sulle
schiere angeliche, specialmente sui quattro primi gruppi del santo Seggio, posava
una gravità inesorabile: la Creazione
poggiava sulle loro spalle! Questa gravità si trasmetteva all’intera
Creazione, doveva essere impressa ovunque come un santo Sigillo, e all’ombra di
tale gravità della Creazione si formò la via del fanciullo. –
11. Ora quel punto di svolta della
Creazione, come primo santo Atto vissuto insieme, si trova dietro di loro, tuttavia
la meta è estesa unicamente dinanzi al santo cospetto di Dio e davanti ai Suoi primi. Si tratta di svelare il Segreto a
poco a poco, e ciò secondo lo sviluppo dei figli della Luce, e anche di alcuni
figli della Terra, per quanto questo sia possibile. Allora anche i fanciulli diventeranno
maturi per essere portati al cospetto del Padre; e solo dopo il superamento
della prima timida venerazione si riempiranno presto di grande gioia. Essi
imparano così ad amarLo sopra tutto, e il Padre
mostra loro diverse cose della Sua via terrena, cose che essi possono
afferrare.
12. Un fanciullo di nome “Karmatha”, della
schiera della Casa di Raphael, ha meditato in modo
particolare su tale rivelazione e vede dinanzi a sé la Via del Padre, nella sua
immaginazione infantile, immaginazione che però va già molto vicino alla più
profonda verità. Lui pensa al Sacrificio e sospira al pensiero: ‘Quanto il buon Padre
abbia dovuto fare per dare al Suo Amore il potere che Gli portasse il
coronamento, il dominio della Misericordia tra e in tutti i figli della
Creazione!’. Allora va da Raphael, gli
confida la pena dei suoi pensieri e vorrebbe che anche lui potesse percorrere
una tale via, come l’ha percorsa il Padre.
13. Questa fu la prima grande
conoscenza del piccolo Karmatha. – E che cosa provocò
questa, dovrà ora essere rivelato ai figli della Terra. – Amen!
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